RIVISTA BIMESTRALE
Organo ufficiale della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche
Fabio Ottaviani CPS-I ASL Latina
Introduzione
Con la diffusione della malattia da Coronavirus 2019, sono stati gli operatori sanitari ad esser stati coinvolti in prima linea, risultando i primi ad essere a rischio di sviluppare disagio psicologico.
Obiettivo
Determinare l’impatto psicologico del COVID-19 sugli infermieri impegnati in prima linea nella lotta contro la pandemia, attraverso la descrizione della presenza dei sintomi di depressione, ansia, insonnia e distress.
Metodi
Questo studio trasversale, attraverso un questionario, ha raccolto dati sullo stato di depressione, ansia, insonnia e distress degli infermieri dedicati all’area COVID-19. Le scale utilizzate sono state il “Patient Health Questionnaaire-9” per la depressione, il “Self-Rating Anxiety Scale” per l’ansia, “Insomnia Severety Index” per l’insonnia e “Impact of Event Scale – Revised” per il distress. La raccolta dati è avvenuta dal 10 dicembre 2020 al 10 gennaio 2021, ottenendo da ciascun partecipante il consenso informato.
Risultati
Hanno completato il questionario 63 infermieri su un totale di 96, con un tasso di partecipazione del 65,6%. Il 68,2% dei partecipanti erano di sesso femminile. I partecipanti hanno riportato sintomi di depressione (52,38%), ansia (22,23%), insonnia (22,23%) e distress (67,07%). Donne e professionisti più anziani hanno manifestato sintomi più gravi.
Conclusioni
I risultati mostrano l’esistenza di una criticità legata allo stato psicologico (depressione, ansia, insonnia e distress) degli infermieri impegnati in area COVID-19. Lo studio pone l’attenzione sulla necessità di considerare azioni di supporto e prevenzione.
Parole chiave: Infermieri, COVID-19, depressione, insonnia, distress, ansia.
Depression, anxiety, insomnia and distress of nurses in covid-19 area: results of an observational study
ABSTRACT
Introduction
The spread and diffusion of Covid-19 has caused numerous challenges for healthcare workers who were directly involved in dealing with the pandemic exposing them to major psychological pressure.
Objective
This study aims to determinate the psychological impact of the pandemic on frontline nurses involved in the diagnosis and treatment of Covid-19 cases through the appearance of symptoms of depression, anxiety, insomnia and distress.
Methods
This cross – sectional study gathered data on depression, anxiety, insomnia and distress levels on nurses working in Covid-19 areas through a questionnaire. The scales used are the “Patient Health Questionnaaire-9” to assess depression, the “Self-Rating Anxiety Scale” to assess anxiety, the “Insomnia Severity Index” to assess insomnia and “Impact of Event Scale – Revised” to assess distress. The data was gathered between the 10th of December 2020 and the 10th of January 2021.
Results
Among the 96 nurses, 63 completed the questionnaire, with a participation rate of 65,6%. Among the 63 nurses, 68,2% were women. The participants reported symptoms of depression (52,38%), anxiety (22,23%), insomnia (22,23%) and distress (67,07%). Women and older workers have reported worst symptoms.
Conclusions
The results show the existence of a critical psychological state (depression, anxiety, insomnia and distress) in nurses working in Covid-19 areas. This study addresses the necessity to consider actions of support and prevention.
Key words: Nurses, COVID-19, Depression, Insomnia, Distress, Anxiety.
Anna Arnone Infermiera, A.O.R.N. ‘’Antonio Cardarelli’’, Napoli (Italia)
Giovanni Gioiello Infermiere, A.U.S.L. Toscana Nord-Ovest, Livorno (Italia)
Francesco Riccardo Infermiere, Asl Na 2, Napoli (Italia)
Introduzione
La pandemia di Covid-19 ha messo di fronte gli infermieri ad una realtà di estremi disagio e angoscia, determinati sia dai numeri del contagio sia dalle limitazioni imposte. Questi cambiamenti hanno indotto nel personale in prima linea ansia, insonnia, stress, depressione e paura di infettarsi.
Obiettivo L’obiettivo dello studio è stato quello di indagare le esperienze vissute dagli infermieri durante la pandemia di Covid-19 per evidenziarne le tematiche fondamentali.
Metodi
È stato condotto uno studio qualitativo descrittivo mediante campionamento propositivo. Sono stati arruolati infermieri coinvolti nelle cure ospedaliere sul territorio italiano. A seguito dell’effettuazione di interviste semi-strutturate per via telematica e contestualmente audio registrate si è proceduto all’analisi dei dati secondo la Qualitative Content Analysis.
Risultati
Sono stati intervistati 10 infermieri. Sono emersi i seguenti 6 temi: paura di contagiare i propri familiari e se stessi, problemi di comunicazione causati dall’utilizzo dei DPI, paura di non essere in grado di gestire l’emergenza, scomodità e conseguenze fisiche per l’utilizzo dei DPI, solitudine nella solitudine, turni più frenetici e stancanti.
Conclusioni
La scelta di avviare uno studio qualitativo sulle esperienze vissute dagli infermieri durante la pandemia Covid-19 si basa sulla consapevolezza che la conoscenza più profonda degli stati d’animo aiuti a migliorare la relazione che l’uomo ha con l’ambiente circostante. Le esperienze raccontate possono essere per gli infermieri uno strumento efficace per far emergere emozioni, pensieri, vissuti, per costruire percorsi di riflessione e per rilevare temi significativi.
Parole chiave: Covid-19, esperienze vissute, studio qualitativo, infermieri.
Emotions and Covid-19: a qualitative survey on the tales of nurses
ABSTRACT
Introduction
The Covid-19 pandemic has confronted nurses with a reality of extreme discomfort and anguish, determined both by the numbers of the infection and by the anchor imposed. These changes have led to anxiety, insomnia, stress, depression, and fear of infection in frontline staff.
Objective
The aim of the study was to investigate experiences lived by nurses during the Covid-19 pandemic to highlight the fundamental issues.
Methods
A qualitative descriptive study was carried out by means of proactive sampling, nurses involved in hospital care on the Italian country were enrolled. Following the carrying out of semi-structured interviews electronically and at the same time audio recorded the data were analyzed according to qualitative content analysis.
Results
10 nurses were interviewed. The following 6 themes emerged: fear of infecting one’s family and oneself, communication problems caused by the use of PPE, fear of not being able to manage the emergency, inconvenience and physical consequences for the use of PPE, loleliness in the loleliness, more hectic and tiring shifts.
Conclusions
The choice to use a qualitative study on the experiences lived by nurses during the Covid-19 pandemic is based on the awareness that the deeper knowledge of the moods helps to improve the relationship that man has with the surrounding environment. The experiences told can be an effective tool for nurses to bring out emotions, thoughts, experiences, to build paths of reflection and to detect significant themes.
Key words: Covid-19, lived experiences, qualitative study, nurses.
Beatrice Mazzoleni Dipartimento di Scienze Biomediche, Humanitas University, Rozzano- Milano, Italia
Daiana Campani Dipartimento di Medicina Traslazionale, Università del Piemonte Orientale, Novara, Italia, Direzione Sociosanitaria, ASST Nord Milano, Milano, Italia
Federico Ceschel Dipartimento di Economia Aziendale, Università Roma Tre, Roma, Italia
Barbara Mangiacavalli Direzione Sociosanitaria, ASST Nord Milano, Milano, Italia
Introduzione
I recenti cambiamenti in sanità e sociali spingono sempre più all’adozione di nuovi modelli organizzativi, tuttavia è necessario guidare il cambiamento anche attraverso una revisione delle principali tematiche riguardanti lo sviluppo professionale infermieristico, dall’adeguamento dei livelli di staff alla ridefinizione dei percorsi formativi e di carriera professionale e accademica.
Obiettivo
Lo scopo dello studio è raggiungere un accordo, attraverso un’interlocuzione con i principali soggetti istituzionali, circa la definizione di raccomandazioni per orientare il dibattito e le azioni inerenti lo sviluppo della professione infermieristica in Italia.
Metodi
È stato creato un gruppo di lavoro multidisciplinare che attraverso una revisione narrativa della letteratura ha individuato le principali tematiche di sviluppo della professione infermieristica. Le evidenze saranno discusse da tre gruppi di lavoro, uno per ciascun tema, e sottoposte a un panel di giuria durante una conferenza di consenso. Quanto emerso dalla consensus verrà sintetizzato e diffuso attraverso un documento di sintesi.
Discussione
Sono stati sviluppati tre temi di ricerca e sono state definite tre domande per ciascun tema: le nuove esigenze del Sistema Sanitario Nazionale in seguito ai recenti cambiamenti normativi e al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’evoluzione della professione infermieristica e le modifiche richieste alle organizzazioni sanitarie per rispondere ai nuovi bisogni di salute, la revisione della formazione infermieristica.
Parole chiave: Modelli organizzativi, infermieristica, livelli di staff, competenze infermieristiche avanzate, competenze specialistiche.
Recommendations for the development of the nursing profession in italy: consensus conference research protocol
ABSTRACT
Introduction
Recent changes in health and social care are driving the adoption of new organizational models in Italy; however, it is also necessary to drive change through a review of the major issues surrounding nursing professional development, from adjusting staffing levels to redefining educational, professional, and academic career paths.
Objective
The aim of this study is to reach an agreement, through an interlocution with the main institutional actors, on the definition of recommendations to guide the debate and actions concerning the development of the nursing profession in Italy.
Methods
A multidisciplinary working group has been created that, through a narrative review of the literature, has identified the main issues for the development of the nursing profession. The evidence will be discussed by three working groups, one for each theme, and submitted to a panel of judges during a consensus conference. What emerges from the consensus will be synthesized and disseminated through a summary document.
Discussion
Three research themes have been developed and three questions defined for each theme: the new demands on the National Health System as a result of recent regulatory changes and the National Plan for Recovery and Resilience, the evolution of the nursing profession and the changes required of healthcare organizations to meet new healthcare needs, and the review of nursing education.
Key words: Nursing, organizational models, staffing levels, advanced nursing skills, advanced practice nursing, professional competence.
Annamaria Bagnasco PhD, MSN, RN, MEdSc, Professore Ordinario Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Genova, Italia
Gianluca Catania PhD, MSN, RN, Docente e Ricercatore Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Genova, Italia
Nicola Pagnucci RN, MSN, Assegnista di Ricerca, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Genova, Italia
Rosaria Alvaro MSN, RN, FAAN, FESC, Professore Ordinario Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione Facoltà di Medicina Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Roma, Italia
Giancarlo Cicolini PhD, MSN, RN, Ricercatore Dipartimento di Scienze Biomediche e Oncologia Umana Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Bari, Italia
Alberto Dal Molin PhD, MSN, RN, Professore AssociatoDipartimento di Medicina Traslazionale Università del Piemonte Orientale di Novara Direzione delle Professioni Sanitarie – A.O.U. Maggiore della Carità di Novara, Novara, Italia
Loreto Lancia MSN, RN, Professore Ordinario Dipartimento di Medicina Clinica, Sanità Pubblica, Scienze della vita e dell’Ambiente, Università degli Studi dell’Aquila, L’Aquila, Italia
Maura Lusignani MSN, RN, Professore Associato Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute Università degli Studi di Milano, Milano, Italia
Daniela Mecugni MSN, RN, Professore Associato Dipartimento Chirurgico, Medico, Odontoiatrico Padiglione de Sanctis – Campus universitario San Lazzaro, Reggio Emilia, Italia
Paolo Carlo Motta MSN, RN,Professore Associato Dipartimento di Specialità medico-chirurgiche, Scienze radiologiche e Sanità pubblica Università degli Studi di Brescia, Brescia, Italia
Roger Watson PhD, RN, FSB, FRCN, FAAN, Academic Dean in the School of Nursing, Southwest Medical University, Cina
Mark Hayter PhD, RN, M.Med.Sci, FEANS, SFHEA, FRCSI, FRCN, FAAN Head of Nursing, Manchester Metropolitan University, Manchester, UK
Francesca Napolitano RN, MSN, Dottoranda, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Genova, Italia
Alessio Signori Biostatistico, PhD, Professore Associato, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Genova, Italia
Milko Zanini PhD, MSN, MSoc, RN, Docente e Ricercatore Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Genova, Italia
Loredana Sasso MSN, MEdSc, RN, FAAN, FFNMRCS, Già Professore Ordinario Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Genova, Italia
& Working Group CEASE-IT
Introduzione
La violenza sul luogo di lavoro rappresenta un fenomeno in forte crescita in particolar modo per gli infermieri. Le conseguenze di questo fenomeno possono estendersi oltre le singole vittime, alla sicurezza e alla qualità dei servizi offerti alla popolazione.
Obiettivo
Descrivere le caratteristiche degli episodi di violenza vissuti dagli infermieri sul posto di lavoro e identificare le differenze tra gli infermieri che hanno subito violenza e coloro che non l’hanno subita.
Metodi
Uno studio trasversale è stato realizzato coinvolgendo gli infermieri di area medica, chirurgica, area critica e servizi territoriali di 22 strutture sanitarie italiane. L’ambiente di lavoro è stato valutato attraverso il Practice Environment Scale of the Nursing Work Index, lo staffing con le domande tratte dall’indagine RN4CAST Italia, la violenza subita attraverso la versione italiana del questionario Violence in Emergency Nursing and Triage.
Risultati
Seimila settantanove infermieri hanno partecipato allo studio, 1969 (32,4%) hanno subito violenza. La minaccia verbale è stata la forma di violenza più subita (84%). Dal confronto tra gli infermieri che non hanno subito violenza rispetto a coloro che l’hanno subita sono risultate statisticamente significative le differenze tra variabili appartenenti a: (a) caratteristiche dei professionisti, (b) caratteristiche degli assistiti, (c) caratteristiche organizzative e professionali, (d) misure preventive presenti sul posto di lavoro, (e) caratteristiche dell’ambiente di lavoro.
Conclusioni
Lo studio ha mostrato le vaste dimensioni e la natura multifattoriale di questo fenomeno in ogni contesto assistenziale italiano. Solo attraverso programmi integrati e multimodali di prevenzione e gestione è possibile contrastare la violenza sul lavoro.
Parole chiave: Ambiente di lavoro, conseguenze, COVID-19, fattori predittivi, infermieristica, violenza sul posto di lavoro.
Workplace violence towards Italian nurses during the COVID-19 pandemic: multicentre analytical descriptive observational study (CEASE-IT Study)
ABSTRACT
Introduction
Workplace violence has grown in recent years, especially for nurses. The consequences of this phenomenon can extend beyond individual victims and witnesses to affect the organization of the local service and entire health systems with implications on the safety and quality of services offered to the population.
Although the number of studies relating to this phenomenon has grown in recent years, to have a broader and more comprehensive knowledge, it is necessary to conduct studies in clinical care areas other than those most studied, such as emergency and psychiatry.
Objective
To describe workplace violence characteristics experienced by nurses in Italian hospitals and the community and identify the significant differences that emerged from the responses provided by nurses who have suffered violence compared to those who have not experienced it.
Results
Six thousand seventy-nine nurses participated in the study, of which 1969 (32.4%) were subjected to violence. The verbal threat was the most common form of violence experienced, reported by 84% of nurses who experienced violence. The differences between some measured variables belonging to (a) nurse characteristics, (b) patient characteristics, (c) organizational and professional characteristics, (d) preventive measures in the workplace, (e) characteristics of the work environment.
Conclusions
The study highlighted the vast dimensions and the multifactorial nature that this phenomenon assumes in every Italian assistance context. It is possible to combat workplace violence only through integrated and multimodal prevention and management programs that consider the multifactorial nature of this phenomenon.
Key words: COVID-19, consequences, nursing, predictive factors, working environment, workplace violence.
Anna Arnone Infermiera A.O.R.N. A. Cardarelli, Napoli, Italia
Giovanni Gioiello Infermiere A.U.S.L. Toscana Nord-Ovest, Livorno, Italia
Claudia Riccardo Infermiera, Hesperia Hospital, Modena, Italia
Introduzione
Il Sistema Sanitario Nazionale negli ultimi anni è stato protagonista di profondi cambiamenti, per i quali si è reso indispensabile preparare i professionisti sanitari ad essere competenti. La formazione rappresenta un elemento strategico per migliorare le competenze nelle organizzazioni. Vista l’importanza della formazione manageriale assunta negli ultimi anni e i vantaggi che essa offre nelle organizzazioni, risulta necessario indagare le percezioni dei discenti al fine di evidenziarne le tematiche fondamentali.
Metodi
È stato condotto uno studio qualitativo mediante campionamento propositivo, sono stati arruolati infermieri che hanno partecipato ad un master di II livello presso le università statali campane. A seguito dell’effettuazione di interviste semi strutturate per via telematica e contestualmente audio registrate, si è proceduto all’analisi dei dati secondo la Qualitative Content Analysis.
Risultati
Sono stati intervistati 12 infermieri. Sono emersi i seguenti 5 temi: la motivazione della partecipazione all’attività formativa, fattori relativi alle caratteristiche personali dei discenti, trasferimento diretto, trasferimento indiretto, fattori organizzativi.
Conclusioni
La formazione manageriale in sanità rappresenta un tema attuale e dinamico. Il nostro studio ha evidenziato alcuni aspetti limitanti l’applicabilità delle competenze acquisite nei contesti lavorativi. La presenza di una cultura della formazione può essere uno strumento utile a creare nelle aziende le condizioni organizzative e culturali idonee a garantire un’attiva managerialità infermieristica.
Parole chiave: Management, Formazione, Studio qualitativo, Infermieri.
Management Training: a qualitative survey
ABSTRACT
Introduction
Over the last years, the National Health System has been the protagonist of profound changes, for which it has become essential to prepare health professionals to be qualified. Training represents a strategic element for improving skills in organizations. Given the importance of managerial training undertaken in last years and the advantages it offers in organizations, it is necessary to investigate the perceptions of learners in order to highlight their fundamental issues.
Methods
A qualitative study was carried out by means of proactive sampling, nurses who participated in a second level master’s degree at state universities in Campania were enrolled. Following the carrying out of semi-structured interviews electronically and at the same time audio recorded, the data was analyzed according to the Qualitative Content Analysis.
Results
12 nurses were interviewed. The following 5 themes emerged: ownership participation in the training activity, factors relating to personal learners, direct transfer, indirect transfer, organizational factors.
Conclusions
Management training in healthcare is a current and dynamic issue. Our study highlighted some aspects limiting the applicability of the skills acquired in job competitions. The presence of a training culture can be a useful tool for creating organizational and cultural conditions in companies that are suitable for guaranteeing active nursing management.
Key words: Management, Training, Qualitative Study, Nurses.
Antonio Capodilupo Psicologo, contrattista Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell’Università “La Sapienza” di Roma
Cristina Di Vilio Infermiera, Servizio Trasporti INMI “L. Spallanzani”, Roma
Benedetta Pucci Infermiera, reparto Rianimazione INMI “L. Spallanzani”, Roma
Paola Giordani Case Manager Infermieristico INMI “L. Spallanzani”, Roma
Daniela Milordo Coordinatore Infermieristico UOC Rianimazione INMI “L. Spallanzani”, Roma
Alessia De Angelis Dirigente infermieristico Dipartimento Professioni Sanitarie ASL Roma 3
Introduzione
Le ondate dei contagi da COVID-19 gravano pesantemente sulle strutture ospedaliere e impongono un carico notevole, lavorativo ed emotivo, agli operatori sanitari.
Obiettivi
Questo studio intende rilevare il livello di Stress Post-Traumatico e il grado di Resilienza negli infermieri di Terapia Intensiva.
Metodi
Lo studio osservazionale trasversale è stato condotto presso un ospedale del Centro Italia dal 10 gennaio al 10 febbraio 2021, proponendo agli infermieri l’autosomministrazione della scala PTSS-10 e il Questionario della Resilienza. I questionari sono stati inviati a coloro che hanno aderito all’invito trasmesso con mail aziendale. La compilazione è avvenuta online con lo strumento Google Moduli.
Risultati
Il campione, di convenienza, comprende 41 infermieri, prevalentemente di sesso femminile, con età media di 29 anni (ds = 4,4) e con presenza in servizio di 2,5 anni (ds = 5,9). Il livello medio di Stress Post–Traumatico è pari a 32 punti (ds = 13,49) e risulta essere inversamente correlato con il livello medio di Resilienza (media = 21,9 e ds = 3,3).
Conclusioni
Seppure in misura contenuta, il campione accusa Disturbo da Stress Post-Traumatico, nonostante le risorse di Resilienza siano risultate come “buone”. Ulteriori studi potranno confrontare unità di Terapia Intensiva COVID e non COVID, per valutare il reale ruolo della pandemia COVID sull’insorgenza del Disturbo da Stress Post-Traumatico. In situazione di elevato stress, si raccomanda di praticare uno screening precoce, per prevenirne l’impatto psicologico negli infermieri, e di attuare politiche e interventi per attenuare il rischio di Disturbo da Stress Post-Traumatico.
Parole chiave: Infermieri di terapia intensiva, disturbo da stress post-traumatico, resilienza.
Secondary post-traumatic stress disorder and resilience during covid-19: results of an observational study carried out in intensive care units
ABSTRACT
Introduction
The waves of COVID-19 infections weigh heavily on hospitals and impose a significant work and emotional burden to health professionals.
Objectives
This study intends to detect the level of post-traumatic stress and the degree of resilience in intensive care nurses.
Methods
The cross-sectional observational study was carried out at a hospital in Central Italy from 10th January to 10th February 2021, proposing the self-administration of the PTSS-10 scale and the Resilience Questionnaire to nurses. The questionnaires were sent to those who accepted the invitation directed by company email. The compilation took place online with the Google Forms tool.
Results
The sample, of convenience, includes 41 nurses, mainly female, with an average age of 29 years (sd = 4.4) and with a presence in service of 2.5 years (sd = 5.9). The average level of Post-Traumatic Stress was equal to 32 points (ds = 13,49) and appears to be inversely correlated with the average level of Resilience (mean = 21.9 and ds = 3.3).
Conclusions
Although to a limited extent, the sample accuses Post-Traumatic Stress Disorder, despite the Resilience resources being qualified as “good”. Further studies will compare COVID and non-COVID intensive care units, to evaluate the real role of the COVID pandemic on the onset of Post-Traumatic Stress Disorder. In situations of high stress, it is recommended to practice early screening, to prevent its psychological impact on nurses, and to implement policies and interventions to mitigate the risk of Post-Traumatic Stress Disorder.
Key words: Critical care nurses, post-traumatic stress disorder, resilience.
Giuliano Anastasi MSN, RN; Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze – ASP Catanzaro, Italia
Barbara Pizzuco Professoressa a Contratto – Università Cattolica del Sacro Cuore, Italia
Introduzione
Negli ultimi anni la professione infermieristica è stata protagonista di una tanto rapida quanto necessaria evoluzione. Anche in Italia, al pari dei Paesi esteri, gli infermieri sono riusciti ad affermarsi in vari ambiti come professionisti autonomi e di rilievo, come emerso durante l’attuale pandemia COVID-19. Questo processo è stato reso possibile anche grazie alla formazione post-laurea.
Obiettivi
Valutare le percezioni degli infermieri italiani riguardo spendibilità e valorizzazione della formazione post-laurea nonché opportunità di carriera e soddisfazione lavorativa durante l’emergenza COVID-19.
Metodi
Studio descrittivo trasversale con campione di convenienza. I dati sono stati ottenuti tramite un questionario ad hoc ed anonimo, diffuso online tra Novembre e Dicembre 2020. I dati sono stati elaborati mediante il software SPSS.
Risultati
Dai 954 questionari inclusi è emerso che la maggior parte degli infermieri percepisce una ridotta spendibilità e valorizzazione della formazione post-laurea. Tra gli infermieri con formazione post-laurea, molti non hanno opportunità di carriera e si mostrano insoddisfatti, al punto da pentirsi della scelta lavorativa.
Conclusioni
Sembra che in Italia non sia ancora riconosciuto ed impiegato pienamente il potenziale della formazione post-laurea degli infermieri, e l’emergenza COVID-19 non ha modificato questa tendenza. Questo fenomeno potrebbe avere ricadute sul benessere dei professionisti e sul funzionamento delle organizzazioni. È auspicabile pertanto che la gestione delle risorse infermieristiche in Italia cambi, orientandosi verso un management che consideri l’evoluzione professionale e le competenze specialistiche, in modo da migliorare l’empowerment degli infermieri, l’efficienza ed efficacia del Servizio Sanitario Nazionale e la qualità della salute offerta ai cittadini.
Parole chiave: Formazione post-laurea, infermieri, COVID-19, studio trasversale, Italia.
Postgraduate education and understanding of enhancement, use, career opportunities and job satisfaction of the Italian nurses: a cross-sectional study during the COVID-19 pandemic
ABSTRACT
Introduction
In recent years, the nursing profession has been the protagonist of a rapid and necessary evolution. During the current COVID-19 pandemic, in Italy and in other countries, nurses have managed to establish themselves in different fields as independent and prominent professionals. This process has been also possible thanks to the postgraduate education.
Objectives
Evaluating the Italian nurses’ perceptions about the use and enhancement of postgraduate education, as well as career opportunities and job satisfaction during the COVID-19 emergency.
Methods
Cross-sectional descriptive study using a convenience sample. The data are the results of an ad hoc and anonymous online survey carried on between November and December 2020. The data were processed using the SPSS software.
Results
What emerged from the 954 online questionnaires is that most nurses see a reduced use and minimal enhancement of postgraduate education. Many of the nurses trained with a postgraduate education have found no job opportunities, and are so dissatisfied that they regret their career choice.
Conclusions
It seems that in Italy the potential of postgraduate education for nurses is not yet fully recognized and used, and even the COVID-19 emergency has not change this trend. This phenomenon could have repercussions on the well-being of professionals and the functioning of organizations. It is therefore desirable that the management of nursing resources in Italy change, giving more importance to the professional development and specialist skills of nurses. This will improve the empowerment of nurses, the efficiency and effectiveness of the National Health Service and the quality of health offered to citizens.
Key words: Postgraduate education; nurses, COVID-19, cross-sectional study, Italy.
Eleonora Spitella PedRN, MSN Terapia Intensiva Neonatale, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Piazza Sant’Onofrio 4, Roma
Valentina Biagioli RN, PhD Struttura per lo Sviluppo Professionale, la Formazione continua e la Ricerca, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Piazza Sant’Onofrio 4, Roma
Emanuela Tiozzo PedRN, MSN Struttura per lo Sviluppo Professionale, la Formazione continua e la Ricerca,IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Piazza Sant’Onofrio 4, Roma
Martina Mustari RN Struttura per lo Sviluppo Professionale, la Formazione continua e la Ricerca,IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Piazza Sant’Onofrio 4, Roma
Orsola Gawronski RN, PhD Struttura per lo Sviluppo Professionale, la Formazione continua e la Ricerca, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Piazza Sant’Onofrio 4, Roma
Michele Salata MD Reumatologia, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Piazza Sant’Onofrio 4, Roma
Immacolata Dall’Oglio PedRN, PhD Struttura per lo Sviluppo Professionale, la Formazione continua e la Ricerca, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Piazza Sant’Onofrio 4, 00165 Roma
Introduzione
L’obiettivo primario delle cure palliative pediatriche (CPP) è migliorare la qualità di vita dei bambini e delle loro famiglie. Sarebbero almeno 20 milioni nel mondo, i bambini che, annualmente, potrebbero beneficiare di una rete di servizi di cure palliative. Molti sono i pazienti pediatrici affetti da patologie limitanti la vita che non accedono a tali servizi. In particolare, circa il 75% delle patologie coinvolte è di carattere non oncologico.
L’obiettivo di questa revisione narrativa è reperire e sintetizzare la letteratura esistente sulle CPP rivolte a bambini e giovani affetti da patologie limitanti la vita non oncologiche (malattie neurologiche degenerative, alcune malattie metaboliche, insufficienze d’organo), indagando l’accessibilità ai servizi e le necessità del paziente e della famiglia.
Materiali e metodi
È stata eseguita una ricerca bibliografica a maggio 2020, sulle banche dati: PubMed, Cochrane, CINAHL e Scopus. La ricerca è stata effettuata sia con i termini Mesh sia a testo libero. Sono stati esclusi gli articoli inerenti esclusivamente i pazienti affetti da patologie oncologiche.
Risultati
Sono stati inclusi 25 articoli. Dall’analisi dei risultati, sono emerse quattro aree tematiche: 1) Presenza di barriere riguardo le CPP nelle patologie non oncologiche; 2) Sfera dei bisogni del paziente e dei familiari; 3) Cure palliative per adolescenti; 4) Servizi di CPP.
Conclusioni
La revisione ha mostrato la necessità di approfondire le conoscenze sul tema delle CPP nei pazienti affetti da patologie non oncologiche. Si sottolinea l’importanza che una rete avrebbe nel migliorare la presa in carico dei bambini e dei giovani con patologie limitanti la vita.
Parole chiave: Cure palliative pediatriche, bisogni, assistenza nel fine vita, patologie non oncologiche.
Pediatric palliative care in children and young people with non-oncological diseases: a narrative review
ABSTRACT
Introduction
The primary purpose of pediatric palliative care (PPC) is to improve the quality of life of children and their families. At least 20 million children annually would benefit from a network of palliative care services. Many pediatric patients are suffering from a life-limiting disease but do not have access to these services. In particular, about 75% of the diseases involved are non-oncological.
This narrative review aims to retrieve and summarize the existing literature on PPC aimed at children and young people with life-limiting non-oncological diseases (degenerative neurological diseases, some metabolic diseases, organ failure), investigating the accessibility to services and the needs of the patient and family.
Methods
A literature research was performed in May 2020 on the databases: PubMed, Cochrane, CINAHL and Scopus. The research was carried out using both Mesh terms and free text. Articles relating only to patients with cancer were excluded.
Results
25 articles were included. Four thematic areas emerged from the analysis of the findings: 1) Presence of barriers regarding the PPC in non-oncological diseases; 2) Patient and family needs; 3) Palliative care for adolescents; 4) PPC services.
Conclusions
The review showed the need to improve the knowledge on the subject of PPC in patients suffering from non-oncological diseases. It underlines the importance that a network would have in improving the management of children and young people affected by life-limiting diseases.
Key words: Pediatric palliative care, needs, end-of-life care, non-oncological diseases.
Caterina Galletti Corso di Laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche
Università Cattolica del Sacro Cuore Roma – Italia
Ilenia Abbagnale Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, Laurea in Infermieristica Università Cattolica del Sacro Cuore Roma – Italia
Cinzia Di Martino Corso di Laurea in Infermieristica, Università Cattolica del Sacro Cuore Roma Italia
Introduzione
I Disturbi Specifici d’Apprendimento (DSA) sono disfunzioni di natura neurobiologica e includono la dislessia, la discalculia, la disortografia e la disgrafia. Il fenomeno è in crescita e riguarda anche gli atenei.
L’obiettivo del presente lavoro è di esplorare l’esperienza degli studenti di Infermieristica con DSA nel percorso di tirocinio e identificare se vi sono stati momenti/situazioni che li hanno messi in difficoltà limitando il loro apprendimento e come li hanno superati.
Materiali e metodi
È stato condotto uno studio qualitativo descrittivo con un campione propositivo di 7 studenti con DSA, frequentanti il 2° e 3° anno di un corso di Infermieristica. La raccolta dei dati, nel periodo ottobre 2019-gennaio 2021, è stata effettuata attraverso scritti narrativi. L’analisi dei testi è stata condotta con la content analysis.
Risultati
Il processo di analisi ha consentito di identificare sette categorie tematiche: ambiente di tirocinio, pratica assistenziale, strategie compensative, divulgazione DSA, figure di supporto, rapporto con assistiti e apprendimento conoscenze. Gli studenti infermieri hanno difficoltà a comunicare il proprio DSA e l’inserimento nelle unità operative genera un importante disagio, dato dal non conoscere in anticipo gli aspetti organizzativi e la pianificazione delle attività. Un’altra criticità è l’allestimento e la somministrazione della terapia.
Conclusioni
È importante conoscere e far conoscere i DSA per costruire ambienti di tirocinio in cui gli studenti infermieri non si sentano stigmatizzati e che i tutor conoscano le strategie compensative per supportare il loro percorso formativo.
Parole chiave: Studenti infermieri, DSA, dislessia, pratica clinica/tirocinio, ricerca qualitativa.
“Explore clinical practice with different eyes”: the experiences in internship of nursing students with SpLDs in Italy, a qualitative study
ABSTRACT
Introduction
Specific Learning Disorders (SpLDs) are neurobiological dysfunctions and include dyslexia, dyscalculia, dysorthography, and dysgraphia. The phenomenon is growing and concerns universities too.
The aim of this paper is to make visible the experiences of students with SpLDs during the internship experience and to identify if they had moments/situations that put them in difficulty by limiting their learning and how they overcame those.
Methods
A descriptive qualitative study was conducted. A proactive sample of 7 students with dyslexia, attending the 2nd and 3rd year of a nursing course, was selected. Data collection took place through written narratives, in the period October 2019-January 2021. Data analysis was performed with content analysis.
Results
One of the most widely used tools for identifying abuse’s risk for high school and university students is AUDIT The analysis process made it possible to identify seven main categories: internship environment, care practice, compensatory strategies, SpLDs dissemination, support figures, relationship with patients, and learning knowledge.
Nursing students have difficulty communicating their dyslexia, and the inclusion in the wards for the internship generates an important inconvenience that is given by not knowing in advance the organizational aspects and the planning of the activities. Another critical issue is the preparation and administration of medications.
Conclusions
It is important to know and make known dyslexia to build learning environments in which nursing students do not feel stigmatized and for tutors to know the compensatory strategies to support their education.
Key words: Nursing students, SpLDs, dyslexia, clinical practice/internship, qualitative research.
Milena Gigliotti Infermiera, Servizio Igiene e Sanità Pubblica – ASL BI di Biella
Manuela Ferrari Infermiera,Corso di Laurea in Infermieristica dell’Università del Piemonte Orientale
– Polo formativo di Biella – ASL BI, Biella, Italia
Martina Boretto Infermiera, Neurologia e Stroke Unit – ASL BI di Biella
Introduzione
L’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti negli adolescenti è un fenomeno diffuso e pericoloso. A livello globale è fondamentale un lavoro di prevenzione, un’utile strategia finalizzata a far emergere il rischio di abuso è l’utilizzo di strumenti di screening. Obiettivo dello studio è valutare le proprietà psicometriche degli strumenti di screening nella prevenzione dell’abuso di alcol e droga nell’adolescente in ambito scolastico.
Materiali e metodi
È stata condotta una revisione di letteratura consultando Cinahl, Medline e Embase. Sono stati inclusi di studi di validazione e confronto tra strumenti in lingua inglese o italiana pubblicati negli ultimi dieci anni che rispondevano al quesito di ricerca identificato.
Discussione
Uno dei maggiori strumenti utilizzati per l’individuazione del rischio di abuso per studenti delle scuole superiori e dell’università è il Test AUDIT, viene utilizzato in otto su dieci studi inclusi. Negli studi di Rumpf H.J. et al. e di DeMartini K.S et al. viene consigliato l’utilizzo dello strumento AUDIT-C, rispetto ad AUDIT, per efficacia e brevità. Emerge infatti come la lunghezza dei test sia importante, strumenti più brevi risultano essere più efficaci. Dagli studi analizzati si evidenzia come i cut-off dei test possano variare in base alla tipologia di popolazione.
Conclusioni
L’utilizzo di strumenti di screening risulta essere un elemento cardine per l’individuazione di soggetti a rischio di abuso di alcol e sostanze stupefacenti. L’importanza di diffondere iniziative di prevenzione primaria e secondaria nelle scuole è fondamentale per riconoscere questo fenomeno.
Parole chiave: Alcolismo, Screening, Uso di alcol a scuola, Servizi di prevenzione, Adolescenti.
Instruments for prevention of alcohol and drug abuse among teenagers. A literature review
ABSTRACT
Introduction
Alcohol and drugs abuse among teenagers represents a common and dangerous phenomenon. Globally, prevention work, a useful strategy for the emergence of abuse’s risk, and the use of screening tools are fundamental. The aim of this study is to assess the psychometric properties of screening tools in preventing alcohol and drugs abuse among teenagers at school.
Materials and Methods
A literature review has been conducted by consulting Cinahl, Medline and Embase. We have also included validation and comparison’s studies among the tools, in English or Italian, published over the last ten years matching the identified research question.
Discussion
One of the most widely used tools for identifying abuse’s risk for high school and university students is AUDIT Test, and it is used in eight out of ten studies. Studies by Rumpf H.J. et al., and DeMartini K.S et al., suggest the use of AUDIT-C tool, instead of AUDIT, for its efficacy and conciseness. Indeed, it shows the importance of tests’ length; shorter tools are likely to be more efficient. Studies conclude that tests’ cut off can vary according to the type of population.
Conclusions
The use of screening tools proves to be an essential element in identifying those individuals at risk for alcohol and drugs abuse. Disseminating primary and secondary prevention initiatives in schools is paramount to detect this phenomenon.
Key words: Alcoholism, Mass screenings, Alcohol drinking in college, School health services, Adolescent.
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