RIVISTA BIMESTRALE
Organo ufficiale della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche
Anna Bergadano MSN, PedRN, Docente e Tutor pedagogico di sede, Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Corso di Laurea in Infermieristica Pediatrica, Oncoematologia Pediatrica, Terapia Cellulare e Trapianto di Cellule Staminali, Ospedale Infantile Regina Margherita, Torino, Italia
Virna Carmellino MSN, PedRN, Docente e Tutor pedagogico di sede, Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Corso di Laurea in Infermieristica Pediatrica, Torino, Italia
Pierpaolo Chialvo MSN, PedRN, Docente, Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Corso di Laurea in Infermieristica Pediatrica, Oncoematologia Pediatrica, Terapia Cellulare e Trapianto di Cellule Staminali, Ospedale Infantile Regina Margherita, Torino, Italia
Emanuela Berbotto PedRN, Docente e Tutor pedagogico di sede, Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Corso di Laurea in Infermieristica Pediatrica, Torino, Italia
Liliana Vagliano PhD, MSN, PedRN , Docente e Coordinatore, Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Corso di Laurea in Infermieristica Pediatrica, Torino, Italia
Introduzione
Il fenomeno della dispersione universitaria interessa tutti i settori della formazione terziaria con tassi di abbandono in aumento nel periodo pandemico e attualmente in lieve calo. L’attivazione del sistema di Autovalutazione, Valutazione Periodica e Accreditamento del Ministero dell’Istruzione e la definizione di specifici indicatori, hanno permesso di porre l’attenzione anche a questo aspetto peculiare.
Obiettivo
Descrivere il percorso di studi degli studenti che hanno abbandonato il Corso di Infermieristica Pediatrica evidenziando le motivazioni di tale scelta.
Materiali e metodi
Studio osservazionale trasversale monocentrico. La popolazione inclusa è composta dagli studenti che hanno abbandonato il Corso di Studi Infermieristica Pediatrica (Università di Torino) negli ultimi 6 Anni Accademici (A.A. 2016/17- A.A. 2022/23). E’ stato utilizzato un questionario online, validato con metodo Delphi da un gruppo di esperti.
Risultati
Ha partecipato allo studio il 79% (n.30) della popolazione arruolabile. Le principali motivazioni dell’abbandono sono legate all’accesso al corso di studi primariamente scelto e alla comprensione dell’effettiva realtà lavorativa futura, non corrispondente all’idealizzazione personale della professione. A seguire vi è l’impatto emotivo con il bambino-famiglia in ambito ospedaliero. L’esperienza universitaria sia teorica che di tirocinio clinico è descritta con caratteristiche positive e arricchenti, soprattutto per il tutoraggio d’aula.
Discussione e conclusioni
Non sono emerse cause di abbandono modificabili dal Corso di Studi. Le motivazioni principali sottolineano l’importanza di un orientamento più accurato e mirato a descrivere la realtà professionale. Le strategie tutoriali si sono dimostrate idonee e l’esperienza risulta essere positiva e di crescita.
Parole chiave: Abbandono, Università, Infermieri, Pediatria, Tutor.
Drop-outs from the Pediatric Nursing Degree: Findings from an Observational Study
ABSTRACT
Introduction
University dropout is a widespread issue across all sectors of higher education, with rates increasing during the pandemic but now showing a slight decline. The Italian Ministry of Education has emphasized this issue through its Self-Assessment, Periodic Evaluation, and Accreditation system, defining specific indicators to address it.
Objective
To describe the academic course of students who withdrew from the Pediatric Nursing Course and to identify the reasons behind their decisions.
Materials and methods
A single-center, cross-sectional observational study was conducted. The population included students who dropped out of the Pediatric Nursing Course (University of Turin) over the past six academic years (2016/17–2022/23). Data were collected using an online questionnaire, validated through the Delphi method by a panel of experts.
Results
Of the eligible population, 79% (n=30) participated in the study. The primary reasons for leaving the course were the opportunity to enroll in a preferred program and a mismatch between expectations and the anticipated professional role. Emotional challenges, particularly in handling interactions with hospitalized children and their families, were also cited. Despite these challenges, participants described their university experience, including both theoretical and clinical components, as largely positive and enriching, with classroom tutoring receiving specific praise.
Discussion and conclusions
The study found no modifiable factors within the course of study contributing to dropouts. The main reasons for withdrawal underscore the need for more precise and targeted orientation to provide an accurate depiction of the nursing profession. Tutorial strategies were deemed effective, and the overall university experience was rated positively.
Key words: Drop Out, Universities, Nurses, Pediatric, Tutor.
Sara Sabattoli Infermiera Oncoematologia Pediatrica, ASST Spedali Civili, Brescia, Italia
Roberto Ricci Tutor coordinatore Corso di Laurea in Infermieristica UCSC Brescia, Italia
Introduzione
Le Cure Palliative Pediatriche rappresentano l’approccio assistenziale più adeguato per la cura dei minori affetti da patologie inguaribili e/o disabilità gravi. In Italia oggi sono almeno 35.000 i pazienti pediatrici che necessitano di questa tipologia di assistenza ma soltanto il 15% di essi accede alle Cure Palliative Pediatriche.
Obiettivi
Tramite questo studio si è voluto analizzare l’attuale stato dell’arte rispetto ai servizi di Cure Palliative Pediatriche realmente attivi nelle regioni del Nord-Italia, analizzandone le tipologie e le caratteristiche peculiari.
Materiali e metodi
Nel mese di maggio 2023 è stata condotta un’indagine esplorativa rivolta ai referenti dei 18 enti di Cure Palliative pediatriche attivi nella fascia settentrionale dell’Italia.
Risultati
Hanno aderito allo studio 12 enti di Cure Palliative Pediatriche: tra questi risaltano 4 (33,3%) Centri Regionali di Cure Palliative Pediatriche e per la Terapia del Dolore e 4 (33,3%) strutture o equipe di Cure Palliative Pediatriche. 9 (75%) sono enti pubblici; 10 (80%) enti operano sia al domicilio sia in ospedale. I professionisti sanitari di 7 (58%) enti prestano assistenza solo in alcune aree della regione di appartenenza. Soltanto 6 (50%) enti rispettano i requisiti previsti dall’Accordo Stato – Regioni – Province autonome di Trento e Bolzano del 25 marzo 2021. 6 (50%) enti hanno un’équipe multidisciplinare specialistica di professionisti dedicati e strutturati che seguono i pazienti nei diversi setting di cura. Tutti e 12 (100%) gli enti prendono in carico pazienti con patologie non oncologiche.
Discussione e conclusioni
La ricerca mostra l’insufficiente sviluppo delle Cure Palliative Pediatriche nell’Italia settentrionale, al netto di un aumento delle necessità. Pertanto, ad oggi, non si può garantire a tutti i minori eleggibili l’accesso alle cure specialistiche palliative necessarie.
Parole chiave: Cure Palliative Pediatriche, modelli assistenziali italiani, Italia settentrionale, criticità, potenzialità.
The criticality and potential of Italian models of paediatric palliative care: an explorative survey
ABSTRACT
Introduction
Paediatric Palliative Care is the most appropriate care approach for children with incurable diseases and/or serious disabilities. In Italy today there are at least 35,000 pediatric patients who need this type of care but only 15% of them have access to Paediatric Palliative Care.
Objectives
Through this study we went to analyze the current state of the art of Paediatric Palliative Care with the aim of identifying the institutions really active in the regions of northern Italy and what services they offer.
Materials and methods
In May 2023, an exploratory survey was conducted for the referrals of paediatric palliative care institutions active in the northern part of Italy.
Results
12 Paediatric Palliative Care institutions have joined the study: among these, 4 (33.3%) Regional Paediatric Palliative Care Centres and for Pain Therapy stand out, and 4 (33.3%) Paediatric Palliative Care facilities or teams. 9 (75%) are public bodies; 10 (80%) operate both at home and in hospital. Health professionals from 7 (58%) institutions provide care only in some areas of their region. Only 6 (50%) entities comply with the requirements of the State – Regions – Autonomous Provinces of Trento and Bolzano agreement of 25 March 2021. 6 (50%) institutions have a specialized multidisciplinary team of dedicated and structured professionals who follow patients in different care settings. All 12 (100%) institutions take in patients with non-oncology diseases.
Discussion and conclusions
The research shows that there is insufficient development of Paediatric Palliative Care in northern Italy, despite an increase in needs, and therefore, it is a huge work necessary to allow access to all eligible children.
Key words: Paediatric Palliative Care, Italian care models, Northern Italy, problems, potentials.
Jessica Longhini Dipartimento di Diagnostica e Sanità Pubblica, Università di Verona, Italia
Federica Canzan Dipartimento di Diagnostica e Sanità Pubblica, Università di Verona, Italia
Maria Sposato Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, Trento, Italia
Anna Brugnolli Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, Trento, Italia
Elisabetta Mezzalira Dipartimento di Diagnostica e Sanità Pubblica, Università di Verona, Italia
Elisa Ambrosi Dipartimento di Diagnostica e Sanità Pubblica, Università di Verona, Italia
Introduzione
Il coinvolgimento della famiglia nei processi di cura può migliorare gli esiti sui pazienti e sulla famiglia. Tuttavia, rimane ancora limitato e non vi sono strumenti validati in italiano per misurare le attitudini e i comportamenti degli infermieri nella relazione con le famiglie.
Obiettivi
L’obiettivo era di validare la versione italiana del questionario “Families’ Importance in Nursing Care – Nurses Attitudes” e di esaminare le attitudini e i comportamenti degli infermieri nel coinvolgimento delle famiglie nell’assistenza, oltre ad analizzare le differenze nei livelli di attitudini e comportamenti a seconda di variabili demografiche, lavorative e il supporto percepito dagli infermieri da parte dei familiari.
Materiali e metodi
Lo studio è stato condotto in due fasi. Nella prima fase è stato svolto l’adattamento culturale del questionario e la validazione di costrutto. Nella seconda fase, è stata svolta l’analisi dei livelli di attitudine e comportamento in un campione di 260 infermieri, attraverso questionari validati.
Risultati
L’analisi ha confermato la validità dello strumento utilizzato in italiano e ha mostrato che gli infermieri hanno generalmente attitudini positive e un buon livello di comportamenti nel coinvolgimento delle famiglie nell’assistenza. Sono emerse correlazioni tra le attitudini e i comportamenti degli infermieri e variabili come il burnout e il supporto percepito dagli infermieri da parte dei familiari. Inoltre, sono state evidenziate associazioni con variabili lavorative, come la presenza di procedure specifiche sul coinvolgimento familiare e il profilo orario di lavoro.
Discussione e conclusioni
Questo studio ha evidenziato la necessità di azioni per migliorare le attitudini e i comportamenti degli infermieri nel coinvolgimento della famiglia, attraverso iniziative formative, organizzative e di supporto al benessere lavorativo quale mediatore di un efficace coinvolgimento della famiglia.
Parole chiave: Famiglia, infermieri, cure infermieristiche, caregiver.
Attitudes and skills of nurses in involving families in nursing care: a cross-sectional and validation study of the instrument “Families’ Importance in Nursing Care – Nurses Attitudes”
ABSTRACT
Introduction
Involving families in the healthcare process can improve outcomes for both patients and families. However, it remains limited, and there are no validated tools in Italian to measure nurses’ competencies in family involvement.
Objectives
The objective is to validate the Italian version of the “Families’ Importance in Nursing Care – Nurses Attitudes” questionnaire and to examine nurses’ competency in involving families in care, as well as to identify differences in these competencies according to demographic, occupational variables, and the support perceived by patients.
Materials and methods
The study was conducted in two phases. In the first phase, the cultural adaptation of the questionnaire and construct validation were performed. In the second phase, the analysis of competency levels was conducted on a sample of 260 nurses, using validated questionnaires.
Results
The analysis confirmed the validity of the instrument in Italian and showed that nurses overall have positive attitudes and a good level of competency in involving families in care. Correlations emerged between nurses’ competencies and variables such as burnout and perceived support from family members. Additionally, associations with work-related variables, such as the presence of specific procedures for family involvement and work schedules, were highlighted.
Discussion and conclusions
This study highlighted the need for actions to improve nurses’ competencies in family engagement through training, organizational initiatives, and support for occupational well-being as a mediator for effective family engagement.
Key words: Families, nurses, nursing care, informal caregivers.
Simone Cosmai Dipartimento di Scienze Biomediche, Università Humanitas, Pieve Emanuele, Milano, Italia
Alberto Gibellato Dipartimento di Scienze Biomediche, Università Humanitas, Pieve Emanuele, Milano, Italia
Cristina Chiari Dipartimento di Scienze Biomediche, Università Humanitas, Pieve Emanuele, Milano, Italia
Alessandra Valsecchi Dipartimento di Scienze Biomediche, Università Humanitas, Pieve Emanuele, Milano, Italia
Francesca Maria Zuliani Studente CdS Magistrale Scienze Infermieristiche ed Ostetriche Università Humanitas, Milano, Ospedale Pederzoli, Peschiera del Garda, Italia
Lorena Salvini Dipartimento di Scienze Biomediche Università Humanitas, Milano, IRCCS San Gerardo dei Tintori, Monza, Italia
Beatrice Mazzoleni Dipartimento di Scienze Biomediche, Università Humanitas, Pieve Emanuele, Milano, Italia
Introduzione: Per intelligenza artificiale (IA) si intendono quei sistemi che mostrano un comportamento intelligente analizzando il proprio ambiente e compiendo azioni, con un certo grado di autonomia, per raggiungere obiettivi specifici.
In Sanità il sempre maggiore impiego di tecnologie basate sull’IA, ha comportato un significativo impatto sui processi clinici e decisionali.
Obiettivi: Identificare le applicazioni dell’IA nella disciplina infermieristica attraverso un’analisi della letteratura secondaria e investigare l’impatto di tali applicazioni sui risultati clinico- assistenziali, formativi, organizzativi e della ricerca.
Materiali e metodi: Per condurre la presente Umbrella Review sono state interrogate tre banche dati biomediche (MEDLINE con PubMed, CINAHL e The Cochrane Library) e un motore di ricerca (TRIP-Database). La qualità della letteratura secondaria selezionata è stata valutata attraverso la “Critical Appraisal Checklist for systematic reviews and research synthesis” della Joanna Briggs Institute.
Risultati: 15 documenti sono risultati pertinenti: 4 Revisioni Sistematiche, 2 Revisioni Integrative e 9 Scoping Review. È emerso un notevole interesse per l’utilizzo dell’IA nella pratica clinico-assistenziale. Gli ambiti di applicazione dell’IA maggiormente emersi dalla letteratura vertono nella clinica, nella formazione e nell’organizzazione. Gli studi tendono a rilevare anche gli esiti delle applicazioni di IA nei suddetti ambiti.
Discussione e conclusioni: L’uso crescente dell’IA nell’infermieristica, specialmente nell’ambito clinico-assistenziale, è sempre più rilevante. Sono necessari ulteriori studi che indaghino i vari ambiti di applicazione dell’IA e i relativi benefici che queste tecnologie potrebbero portare nei diversi ambiti disciplinari. Inoltre, sono necessari studi che indaghino il ruolo che gli infermieri ricoprono nell’utilizzo di queste tecnologie e l’uso di queste per condurre ricerca.
Parole chiave: Infermieri, assistenza infermieristica, Intelligenza Artificiale.
Applications of Artificial Intelligence in Nursing: results of an Umbrella Review
ABSTRACT
Introduction: Artificial intelligence refers to systems that behave intelligently by analysing their environment and performing actions with a degree of autonomy to achieve specific goals. In healthcare, the increasing use of AI-based technologies has had a significant impact on clinical and decision-making processes.
Objectives: Identify applications of AI in nursing through analysis of secondary literature and examine the impact of these applications on clinical, educational, organisational and research outcomes.
Materials and methods: 3 biomedical databases (MEDLINE with PubMed, CINAHL and The Cochrane Library) and 1 search engine (TRIP database) were searched to conduct this umbrella review. The quality of the selected secondary literature was assessed using the Joanna Briggs Institute Critical Appraisal Checklist for systematic reviews and research synthesis.
Results: 15 papers were considered relevant: 4 systematic reviews, 2 integrative reviews and 9 scoping reviews. There is considerable interest in the use of AI in clinical care practice. The most common applications of AI in the literature are clinical, training and management. Studies also tend to examine the outcomes of AI applications in these areas.
Discussion and conclusions: The increasing use of artificial intelligence in nursing, particularly in clinical nursing, is of growing importance. Further studies are needed that explore the different areas of application of artificial intelligence and the relative benefits that these technologies could bring to different disciplines. Studies are also needed that examine the role of nurses in the use of these technologies and their use in research.
Key words Nurses, Nursing, Artificial Intelligence.
Tiziana Perrotta*Infermiere Specialista in Rischio Infettivo correlato all’assistenza sanitaria – ISRI, Fondazione Toscana Gabriele Monasterio – Ospedale San Cataldo, Pisa, Italia
Luca Fialdini*Infermiere Terapia Intensiva Adulti, Fondazione Toscana Gabriele Monasterio – Ospedale del Cuore, Massa, Italia
Maria Filomena Speltri Infermiere UTI e Subintensive – U.O.S.V.D. Anestesia e Rianimazione, U.O.C. Cardiologia e Medicina Cardiovascolare, U.O.S.V.D. Pneumologia, Fondazione Toscana Gabriele Monasterio – Ospedale San Cataldo, Pisa, Italia
Mariella Tongiani Coordinatore Infermieristico Controllo Infezioni, Fondazione Toscana Gabriele Monasterio, Italia
Marco Vaselli Posizione funzionale organizzativa – Responsabile S.I.T.R.A., Fondazione Toscana Gabriele Monasterio – Ospedale San Cataldo, Pisa, Italia
Stefania Baratta Direttore Dipartimento Professioni Sanitarie (S.I.T.R.A.), Fondazione Toscana Gabriele Monasterio, Italia
Monica Baroni Clinical Risk Manager, Fondazione Toscana Gabriele Monasterio, Italia
Angela Durante Ricercatore Dipartimento Professioni Sanitarie (S.I.T.R.A.), Fondazione Toscana Gabriele Monasterio, Italia. Ricercatore Tenure Truck – Health Science Interdisciplinary Center, Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna, Pisa, Italia
*I primi due autori condividono la prima posizione in quanto hanno contribuito equamente alla realizzazione dell’elaborato.
Introduzione: Nonostante la Pandemia da COVID-19, l’aderenza del personale sanitario all’igiene mani resta una sfida continua, complicata dall’assenza di uno standard univoco che ne definisca la strategia di monitoraggio, nonché da ambienti e profili di cura sempre più complessi. Questo, in parte, giustifica un gap di letteratura che risulta carente di esperienze di monitoraggio longitudinali soprattutto nei contesti italiani.
Obiettivi: Lo studio si propone di descrivere l’aderenza all’igiene mani dei Professionisti coinvolti nell’assistenza diretta dal 2016 al 2023.
Materiali e metodi: Studio osservazionale longitudinale retrospettivo monocentrico. I dati sono stati acquisiti tramite modalità di raccolta dirette e indirette: “osservazione delle opportunità”, attraverso l’utilizzo di una scheda telematica di sorveglianza, e il consumo del gel idroalcolico. È stata condotta un’analisi statistica descrittiva mediata dal software opensource RStudio.
Risultati: Il livello di aderenza è prevalentemente superiore alla soglia aziendale attesa dell’80%. Sono state acquisite 50997 osservazioni, con percentuali di aderenza comprese tra il 77.99% e l’87.30%. Gli infermieri e gli operatori socio-sanitari hanno mantenuto nel tempo una percentuale di adesione costante (mediamente 92.29% e 90.08%, rispettivamente) mentre l’adesione dei medici e dei tecnici è risultata altalenante (mediamente 76.19% e 79.95%, rispettivamente). Nel periodo indicato, sono stati utilizzati 8614 litri di gel idroalcolico.
Discussione e conclusioni: Un livello di compliance superiore alla soglia aziendale testimonia l’impegno del management nel sostenere la sensibilizzazione del personale in tal senso. Tuttavia, sovente, gli atteggiamenti possono variare tra i diversi gruppi professionali influenzando la percentuale di aderenza.
Parole chiave: Igiene mani, monitoraggio, aderenza, personale sanitario.
Hand hygiene surveillance in healthcare personnel: multidisciplinary longitudinal study
ABSTRACT
Introduction: Despite the COVID-19 pandemic, healthcare personnel’s adherence to hand hygiene remains a continuous challenge, complicated by the absence of a univocal standard that defines the monitoring strategy, as well as increasingly complex environments and care profiles. This partly justifies a gap in literature which lacks longitudinal monitoring experiences, especially in Italian contexts.
Objectives: The study aims to describe the adherence to hand hygiene of Professionals involved in direct care from 2016 to 2023.
Materials and methods: Single-center retrospective longitudinal observational study. The data have been acquired by direct and indirect collection methods: “observation of opportunities”, through the use of an electronic surveillance form, and the consumption of hydroalcoholic gel. A descriptive statistical analysis was conducted using the open-source software RStudio.
Results: The level of adherence is higher than the expected company threshold of 80%. 50,997 observations were acquired, with adherence percentages between 77.99% and 87.30%. Nurses and health-care workers have maintained a constant adherence percentage over time (on average 92.29% and 90.08%, respectively) while the adherence of doctors and technicians has been fluctuating (on average 76.19% and 79.95%, respectively). In the indicated period, 8614 liters of hydroalcoholic gel were used.
Discussion and conclusions: A level of compliance above the company threshold demonstrates the management’s commitment in supporting staff awareness in this regard. However, often, attitudes may vary between different professional groups, influencing the adherence percentage.
Key words: Hand hygiene, monitoring, adherence, healthcare professionals.
Francesco Pastore Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione, Università “Tor Vergata”, Roma, Italia
Melania Totaro Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione, Università “Tor Vergata”, Roma, Italia
Barbara Forastefano Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione, Università “Tor Vergata”, Roma, Italia
Valentina Simonetti Dipartimento di Tecnologie Innovative in Medicina e Odontoiatria, Universtià Gabriele D’Annunzio”, Chieti, Italia
Giancarlo Cicolini Dipartimento di Tecnologie Innovative in Medicina e Odontoiatria, Universtià Gabriele D’Annunzio”, Chieti, Italia
Dania Comparcini Dipartimento Interdisciplinare di Medicina, Università “Aldo Moro”, Bari, Italia
Introduzione: La valutazione neurologica della coscienza è determinante per il miglioramento degli outcome clinici. Tuttavia, le scale di valutazione sono poco utilizzate dagli infermieri, forse a causa di una formazione limitata. Ad oggi, a nostra conoscenza, nessuno studio ha valutato le conoscenze degli strumenti per la valutazione della coscienza tra gli studenti di infermieristica.
Obiettivi: Valutare le conoscenze degli strumenti per la valutazione della coscienza tra gli studenti di infermieristica.
Materiali e metodi: È stato condotto, in Italia, uno studio cross-sectional da novembre 2022 a marzo 2023, tramite campionamento di convenienza e a palla di neve. La raccolta dati è avvenuta utilizzando un questionario composto da quattro sezioni: (I) dati sociodemografici; (II) percorso formativo universitario, esperienza, ambiente di tirocinio; (III) conoscenze e (IV) modalità formative sulla valutazione della coscienza. Le sezioni III e IV sono state ricavate dal questionario Consciousness assessment: A questionnaire of current neuroscience nursing practice in Europe.
Risultati: Dei 209 studenti partecipanti, più di due terzi praticavano la valutazione della coscienza, utilizzando principalmente la Glasgow Coma Scale. La formazione sulla valutazione della coscienza è correlata all’utilizzo nella pratica clinica di uno strumento validato. Inoltre, la formazione continua è correlata alla valutazione quotidiana della coscienza, all’utilizzo di uno strumento validato e al numero di volte in cui tale valutazione viene effettuata.
Discussione e conclusioni: I risultati evidenziano buone conoscenze degli strumenti per la valutazione neurologica tra gli studenti di infermieristica. La formazione specifica e l’aggiornamento continuo sembrano favorire l’utilizzo di strumenti validati.
Parole chiave: Coscienza; esame neurologico; formazione infermieristica; studenti di infermieristica.
Neurological assessment of consciousness: a cross-sectional study of tool knowledge among nursing students
ABSTRACT
Introduction: In undergraduate nursing education, the narrative approach promotes observation, listening, taking care, critical thinking, and awareness skills. The didactic proposal ‘Moments of Negligible Happiness’ involved nursing students in a narrative-sharing experience in a group to promote introspection and listening skills.
Objectives: To evaluate knowledge of consciousness assessment tools among nursing students.
Materials and methods: A cross-sectional study was conducted, in Italy, from November 2022 to March 2023 using convenience and snowball sampling. Data were collected online through a questionnaire comprising four sections: (I) sociodemographic data; (II) university education, experience, internship environment; (III) knowledge and (IV) educational methods for consciousness assessment. Sections III and IV were adapted from the Consciousness assessment: A questionnaire of current neuroscience nursing practice in Europe, translated and modified into Italian.
Results: Among 209 participating students, more than two thirds assessed consciousness, mainly using the Glasgow Coma Scale. Education in consciousness assessment is correlated with the use of a validated tool in clinical practice. Furthermore, continuous education updates are correlated with daily consciousness assessment and the use of a validated tool, as well as with the frequency of such assessments.
Discussion and conclusions: Results show good knowledge of the tools for neurological assessment among nursing students. Specific training and continuous updating seem to benefit the use of validated tools.
Key words: Consciousness; neurologic examination; education, nursing; students, nursing.
Nathalie Rossi RN, Teacher at Nursing Bachelor, DEASS Department, Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, Manno, Svitzerland (CH)
Carla Ambrogina Pedrazzani PhD, Senior Researcher-Teacher, Nursing Bachelor Responsable, DEASS Department, Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, Manno, Svitzerland (CH)
Cinzia Gradellini PhD, Teacher at Nursing Bachelor and Master, DEASS Department, Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, Manno, Svitzerland (CH)
Introduzione: Nella formazione universitaria in Infermieristica, l’approccio narrativo promuove abilità di osservazione, ascolto, presa in carico, pensiero critico e consapevolezza. La proposta didattica “Momenti di Trascurabile Felicità” ha visto il coinvolgimento degli studenti di Infermieristica in un’esperienza narrativa di condivisione in gruppo, al fine di promuovere capacità di introspezione e ascolto.
Obiettivi: Valutare l’attività didattica considerando come gli studenti hanno partecipato e loro percezione del possibile impatto sul futuro professionale.
Materiali e metodi: Lo studio ha seguito una metodologia qualitativa. I dati sono stati raccolti attraverso: osservazione con check list del clima/coinvolgimento; analisi semantica per parole chiave degli elaborati degli studenti; focus group; sticky wall method.
Risultati: La partecipazione degli studenti all’attività conferma la potenzialità delle metodologie narrative di sviluppare competenze di osservazione e ascolto con promozione delle capacità comunicative, organizzative e di team. Dall’analisi degli elaborati, emergono elementi specifici della professione, come l’attenzione che risulta alla base del pensiero critico e che diventa sinonimo di capacità di riflettere sull’esperienza, attraverso l’attribuzione di significato. Nell’analisi della percezione dell’impatto sul futuro professionale, emerge sensibilizzazione ad aspetti di fondamentale importanza per la professione: ascolto, rispetto, introspezione e cura del sé, insieme al ruolo centrale della relazione.
Discussione e conclusioni: La partecipazione degli studenti alla proposta formativa ha permesso di riscoprire significati che stimolano competenze trasversali del quotidiano e del contesto professionale. L’uso educativo della narrazione ha promosso la consapevolezza identitaria degli studenti, confermando l’importanza del portare avanti l’approccio narrativo nei corsi di laurea in Infermieristica.
Parole chiave: Infermieristica, attività educative, narrazione; ricerca qualitativa.
Negligible Happiness and narrative approach for the Nursing students, a qualitative study
ABSTRACT
Introduction: In undergraduate nursing education, the narrative approach promotes observation, listening, taking care, critical thinking, and awareness skills. The didactic proposal ‘Moments of Negligible Happiness’ involved nursing students in a narrative-sharing experience in a group to promote introspection and listening skills.
Objectives: Evaluate the teaching activity by considering how the students participated and their perception of the possible impact on their professional future.
Materials and methods: The study followed a qualitative methodology, aimed at understanding the perception of a group about a phenomenon. Data were collected through: observation with a climate/involvement checklist; semantic keyword analysis of student papers; focus groups; sticky wall method.
Results: The students’ participation in the activity confirms the potential of narrative methodologies to develop observation and listening skills with the promotion of communication, organizational, and team skills. From the analysis of the papers, specific elements of the profession emerge, such as attention, which is the basis of critical thinking and which becomes synonymous with the ability to reflect on experience, through the attribution of meaning. In the analysis of the perceived impact on the professional future, awareness emerges of aspects of fundamental importance to the profession: listening, respect, introspection, and self-care, together with the central role of relationships.
Discussion and conclusions: The students’ participation in the training proposal made it possible to rediscover meanings that stimulate transversal skills in everyday life and in the professional context. The educational use of storytelling promoted students’ identity awareness, confirming the importance of pursuing the narrative approach in nursing degree courses.
Key words: Nursing, activity educational, narration, qualitative research.
Mariachiara Figura PhD, RN, Research Fellow, Department of Biomedicine and Prevention University of Rome Tor Vergata,
Rome, Italy
RIASSUNTO
Le tabelle sono molto adatte per descrivere accuratamente e in maniera semplificativa risultati emersi da un’analisi statistica, mentre figure e grafici offrono un’immediata percezione di un fenomeno o delle fasi di una ricerca, attirando l’attenzione del lettore su schemi e tendenze difficili da comunicare solo attraverso parole o numeri. Pertanto, in un contesto di comunicazione efficace, diventa essenziale fare scelte oculate tra il testo principale e le tabelle, figure e grafici, adattandoli al pubblico e al contesto specifico. La rappresentazione grafica dei dati, come evidenziato dalla storia della medicina, è un pilastro nella comunicazione scientifica e contribuisce significativamente alla trasmissione di conoscenze, e sebbene lo sviluppo di tabelle e figure di qualità richieda tempo e riflessione, si tratta di un prezioso investimento per il successo e la diffusione dell’articolo nella comunità scientifica.
Alla luce di quanto emerso, l’obiettivo del seguente articolo è quello di sensibilizzare la comunità infermieristica sull’importanza di produrre grafici, tabelle e figure ben costruiti all’interno di pubblicazioni scientifiche e fornire qualche indicazione su come creare rappresentazioni efficienti.
Parole chiave: Ricerca infermieristica, grafici, tabelle, figure, comunicazione scientifica.
The use of graphs, tables and figures in nursing research: methodological aspects
ABSTRACT
Tables are very suitable for describing accurately and in a simplified way the results emerging from a statistical analysis, while graphs offer an immediate perception of a phenomenon or the phases of a research, drawing the reader’s attention to difficult patterns and trends. Therefore, in an effective communication context, it becomes essential to make careful choices between the main text and the tables, figures and graphs, adapting them to the audience and the specific context.
The graphical representation of data, as evidenced by the history of medicine, is a mainstay in scientific communication and contributes significantly to the transmission of knowledge, and although developing quality tables and figures requires time and thought, it is a valuable investment for the success and diffusion of the article in the scientific community. In light of what emerged, the objective of the following article is to raise awareness in the nursing community of the importance of producing well-constructed graphs, tables and figures within scientific publications and to provide some indications on how to create efficient representations.
Key words: Nursing research, graphs, tables, figures, scientific communication.
Annamaria Bagnasco PhD, MSN, RN, MEdSc, FFNMRCSI Professore Ordinario Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Italia
Gianluca Catania PhD, MSN, RN Professore Associato Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Italia
Milko Zanini PhD, MSoc, MSN, RN, FFNMRCSI Docente e Ricercatore Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Italia
Nicola Pagnucci PhD, MSN, RN Ricercatore Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Pisa, Italia
Maura Lusignani MSN, RN Professore Ordinario Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano, Italia
Alberto Dal Molin PhD, MSN, RN Professore Associato Dipartimento di Medicina Traslazionale, Università degli Studi del Piemonte Orientale, Novara, Italia
Beatrice Mazzoleni PhD, MSN, RN Direttore Corso di Laurea Infermieristica Dipartimento di Scienze Biomediche Humanitas University, Pieve Emanuele, Milano, Italia
Loredana Sasso MSN, MEdSc, RN, FAAN, FFNMRCSI Direttore Scientifico CERSI-FNOPI già Professore Ordinario Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Italia
Introduzione
Il fenomeno delle cure mancate o invisibili hanno ripercussioni non solo sulla qualità assistenziale ma anche sull’apprendimento delle cure fondamentali. Spesso, infatti, gli studenti di infermieristica considerano le cure fondamentali come attività di poca importanza.
Obiettivi
Lo scopo è di migliorare gli esiti sui pazienti attraverso l’integrazione del Framework delle Fundamentals of Care (FoC) nella formazione infermieristica.
Materiali e metodi
Studio multifase multicentrico che comprende una fase di ricerca qualitativa e una quantitativa. La fase di ricerca qualitativa utilizzerà il disegno della Grounded Theory (GT) per analizzare il processo di presa in carico dei bisogni primari messo in atto dagli studenti del Corso di Laurea in Infermieristica durante il tirocinio del primo anno. Il campionamento sarà di convenienza e gli studenti partecipanti saranno intervistati ed osservati sul campo. Le analisi saranno di tipo comparativo e saranno costantemente effettuate tra un’intervista e un’altra secondo il disegno della GT. La fase quantitativa utilizzerà un disegno di studio randomizzato controllato multicentrico per valutare l’efficacia dell’integrazione del quadro FoC nella formazione infermieristica. La popolazione di riferimento saranno gli studenti del primo anno del Corso di Laurea in Infermieristica, i pazienti assistiti nel tirocinio clinico e gli infermieri e le guide di tirocinio dei reparti di tirocinio clinico selezionati. I dati saranno raccolti tramite questionari differenti tra le tre popolazioni e valutazioni degli studenti pre-post-intervento. I dati saranno analizzati tramite analisi descrittive ed inferenziali.
Discussione e conclusioni
Si presume che integrare il framework delle FoC all’interno della formazione infermieristica possa aumentare l’attenzione delle FoC da parte degli studenti, con conseguente impatto sulla qualità delle cure.
Parole chiave: Cure fondamentali; formazione infermieristica; tirocinio clinico; pazienti; studio multifase.
Integrating the Fundamentals of Care Framework into (Italian) Nursing Education: protocol of FoC-FORM study
ABSTRACT
Introduction
The phenomenon of missed or invisible care affects not only the quality of care but also the learning of fundamental care. Indeed, nursing students often regard fundamental care as an activity of little importance.
Objectives
The aim is to improve patient outcomes through the integration of the Fundamentals of Care (FoC) Framework into nursing education.
Materials and methods
Multi-phase multicentre study comprising a qualitative and a quantitative research phase. The qualitative research phase will utilise the Grounded Theory (GT) design to analyse the process of primary needs taking implemented by Bachelor of Nursing students during their first-year placement. Sampling will be of convenience and participating students will be interviewed and observed in the field. Analyses will be comparative in nature and will be consistently conducted between interviews according to the GT design. The quantitative phase will use a multicentre randomised controlled trial design to evaluate the effectiveness of integrating the FoC framework into nursing education. The target population will be first-year students of the Bachelor of Science in Nursing, patients served in clinical placement and nurses and placement leaders of selected clinical placement departments. Data will be collected via different questionnaires among the three populations and pre-post-intervention student assessments. Data will be analysed by descriptive and inferential analysis.
Discussion and conclusions
It is thought that integrating the FoC framework into nursing education will increase students’ focus on FoC, which will have an impact on the quality of care.
Key words: Fundamentals of Care; nursing education; clinical placement; patients; multicentre study.
Stefano Busti Infermiere, Milano. Italia
Ilaria Milani Infermiera tutor, Corso di Laurea in Infermieristica UNIMI, sede didattica San Giuseppe – Milano, Italia
Stefano Romano Capatti Infermiere tutor, Corso di Laurea in Infermieristica UNIMI, sede didattica San Giuseppe – Milano, Italia
Filippo Ingrosso Infermiere tutor, Corso di Laurea in Infermieristica UNIMI, sede didattica San Giuseppe – Milano, Italia
Paola Ripa Direttore didattico, Corso di Laurea in Infermieristica UNIMI, sede didattica San Giuseppe – Milano, Italia
Elisa Rimoldi Infermiera tutor, Corso di Laurea in Infermieristica UNIMI, sede didattica San Giuseppe – Milano, Italia
Rita Biscotti Infermiera tutor, Corso di Laurea in Infermieristica UNIMI, sede didattica San Giuseppe – Milano, Italia
Introduzione
Il Centers for Medicare and Medicaid Services definisce la contenzione fisica come qualsiasi mezzo manuale, dispositivo fisico o meccanico, materiale o attrezzatura che immobilizza il paziente o ne riduce la capacità di muovere liberamente le braccia, le gambe, il corpo o la testa. In Italia la contenzione fisica è una pratica ancora molto diffusa, nonostante venga più volte ribadita la necessità di limitarne l’uso.
Obiettivi
Effettuare una disamina dell’evoluzione del concetto e dell’uso della contenzione fisica dal 1960 ad oggi in Italia.
Materiali e metodi
È stata condotta una revisione narrativa della letteratura attraverso la consultazione delle banche dati PubMed, Embase, Scopus, Cinahl e Ovid PsycInfo nel mese di marzo 2023.
Risultati
È emersa un’evoluzione del concetto di contenzione parallela al progresso della professione infermieristica, entrambi alla base dei successivi aggiornamenti dei Codici deontologici. I temi emersi riguardo alla contenzione sono stati quelli inerenti alla diffusione dell’uso, le motivazioni che giustificano l’atto, le tipologie utilizzate, il ruolo svolto dall’infermiere e le emozioni suscitate nel farlo.
Discussione e conclusioni
Il ruolo dell’infermiere è diventato centrale nella gestione della contenzione fisica, ma le tipologie di dispositivi adottati e le motivazioni che ne giustificano l’applicazione non sono evoluti in modo sostanziale nel periodo storico indagato. Sono emersi vuoti legislativi e lacune conoscitive da parte dei professionisti, ma anche evidenze per un’assistenza “no restraint”.
Parole chiave: Contenzione fisica, evoluzione, conoscenze, infermieri, Italia.
A narrative review of physical restraint in Italy since 1960
ABSTRACT
Introduction
The Centers for Medicare and Medicaid Services defines physical restraint as “any manual method, physical or mechanical device, material, or equipment that immobilizes or reduces the ability of a patient to move his or her arms, legs, body, or head freely”. In Italy it is still a very widespread practice, despite the necessity to limit it is reiterated.
Objectives
Analyze the evolution of the concept and use of physical restraints since 1960 in Italy.
Materials and methods
A narrative review was conducted by consulting the databases of PubMed, Embase, Scopus, Cinahl and Ovid PsycInfo in March 2023.
Results
An evolution of the concept of restraint emerged in parallel with the progress of the nursing, both characterizing the updates of the deontological Code. The themes that emerged regarding restraint were those inherent to the spread of its use, the reasons justifying the act, the typologies used, the role of the nurse and their emotions.
Discussion and conclusions
The role of the nurse has become central in the management of physical restraint, but the types of adopted devices and the reasons justifying their application have not evolved substantially in the investigated historical period. Legislative and knowledge gaps have emerged, as well as evidence for “no restraint” assistance.
Key words: Physical restraint, evolution, knowledge, nurses, Italy.
RIVISTA BIMESTRALE
Organo ufficiale della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche
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