RIVISTA BIMESTRALE
Organo ufficiale della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche
Giancarlo Galbiati RN, MSN, ASST Bergamo Est, Bergamo, Italia
Simone Cosmai RN, MSN Humanitas University – Corso di Laurea in Infermieristica, Italia
Pietro Xausa RN, MSN, DAPSS, ASST Bergamo Est, Bergamo, Italia
Andrea Poliani RN, MSN Student Vita e Salute San Raffaele University, Milano, Italia
Chiara Mainardi RN, MSN, ASST Papa Giovanni XXIII, Bergamo, Italia
Gianluca Solitro RN, MSN, Libero professionista, direttore Cooperativa 9Care, Romano di Lombardia, Bergamo, Italia
Ramona Pellegrini RN, MSN, PhD, DAPSS, ASST Bergamo Est, Bergamo, Italia
Introduzione
Il cambiamento demografico, la maggiore complessità assistenziale e l’aumento delle famiglie mononucleari sono alcuni determinanti che conferiscono alle residenze socio-assistenziali (RSA) un ruolo centrale nel percorso di cura. L’emergente carenza di personale infermieristico e la rimodulazione del mix di professionisti impongono un’identificazione chiara degli esiti sensibili alle cure infermieristiche per un monitoraggio della qualità offerta.
Obiettivi
Indagare gli esiti assistenziali infermieristici maggiormente documentati relativi ai contesti residenziali per anziani e la loro relazione con le differenti tipologie di staffing infermieristico.
Materiali e metodi
Per condurre la presente Umbrella Review sono state interrogate tre banche dati biomediche (MEDLINE, CINAHL e The Cochrane Library) e un motore di ricerca (TRIP-Database). La qualità della letteratura secondaria selezionata è stata valutata attraverso la “Critical Appraisal Checklist for systematic reviews and research synthesis” della Joanna Briggs Institute.
Risultati
Dalle nove fonti incluse (sette revisioni sistematiche e due integrative) sono stati individuati ventuno esiti sensibili all’assistenza infermieristica. La maggior presenza di infermieri sembrerebbe migliorare specifici outcomes: mortalità, riduzione dell’incidenza di lesioni da pressione, riduzione del rischio di ospedalizzazione non pianificata, aumento della qualità delle cure, riduzione del tasso di incidenza delle infezioni del tratto urinario. Pochi studi, invece, riportano relazioni positive tra un numero maggiore di Licensed Vocational Nurses/Licensed Practical Nurses o di Certified Nurse Assistants e gli outcomes analizzati.
Discussione e conclusioni
Nonostante l’importanza del monitoraggio degli esiti sensibili dell’assistenza al fine di un miglioramento continuo della qualità dell’assistenza infermieristica offerta nelle RSA, attualmente, la letteratura, che mette in evidenza la correlazione tra staffing ed esiti assistenziali, risulta limitata.
Parole chiave: Personale infermieristico, residenze sanitarie assistenziali, forza lavoro, esiti sensibili alle cure infermieristiche, qualità dell’assistenza sanitaria.
Nursing Staff and Outcomes in Residenze socio-assistenziali: an Umbrella Review
ABSTRACT
Introduction
Changing demographics, increased care complexity, and the rise of single-person households are some of the determinants that give to Nursing Home a central role in the care pathway. The emerging nursing shortage and the reshaping of professionals mix impose a clear identification of nursing-sensitive outcomes for monitoring the quality offered.
Objectives To investigate the most documented nursing-sensitive outcomes in Nursing Home and their relationship to staffing.
Materials and methods
Three biomedical databases (MEDLINE, CINAHL, and The Cochrane Library) were queried to conduct this Umbrella Review. The TRIP-Database was also utilized. The Joanna Briggs Institute’s “Critical Appraisal Checklist for systematic reviews and research syntheses” was used for quality assessment.
Results
From the nine sources included (seven systematic reviews and two integrative reviews), twenty-one nursing-sensitive outcomes were identified. The increased presence of nurses would appear to improve specific outcomes: mortality, reduced incidence of pressure injuries, reduced risk of unplanned hospitalization, increased quality of care, and reduced incidence rates of urinary tract infections. Few studies, however, report positive relationships between greater numbers of Licensed Vocational Nurses/Licensed Practical Nurses or Certified Nurse Assistants and the outcomes analyzed.
Discussion and conclusions
Despite the importance of monitoring nursing-sensitive outcomes to continuously improve the quality of nursing care provided in nursing homes, evidence is limited.
Key words: Nursing Staff, Nursing Home, Workforce, Nursing Sensitive Outcomes, Quality of health care.
Ilenia Chinellato Infermiera Corso di Laurea in Infermieristica, Università degli Studi di Padova, Azienda Ulss 3 Serenissima, Mestre, – Italia
Luca Bertocchi Infermiere, PhD Dipartimento di Medicina Clinica, Sanità Pubblica, Scienze della Vita e dell’Ambiente, Università degli Studi dell’Aquila – Italia – Marjory Gordon Program for Clinical Reasoning and Knowledge Development, Boston College, USA
Angelo Dante Ricercatore Dipartimento di Medicina Clinica, Sanità Pubblica, Scienze della Vita e dell’Ambiente, Università degli Studi dell’Aquila – Italia
Cristina Petrucci Professore Associato Dipartimento di Medicina Clinica, Sanità Pubblica, Scienze della Vita e dell’Ambiente, Università degli Studi dell’Aquila – Italia
Loreto Lancia Professore Ordinario Dipartimento di Medicina Clinica, Sanità Pubblica, Scienze della Vita e dell’Ambiente, Università degli Studi dell’Aquila – Italia
Introduzione
I costanti cambiamenti socio-assistenziali richiedono un continuo ampliamento e adeguamento delle competenze professionali infermieristiche. In tale contesto diventa vitale garantire una formazione e un aggiornamento continuo in uno spirito di responsabilità collettiva e individuale in maniera da rispondere efficacemente alle più attuali necessità della popolazione. La revalidation, o rivalidazione, intesa come periodica conferma dell’abilitazione all’esercizio professionale, ingloba concetti fondamentali nella valutazione del professionista. La rivalidazione delle competenze nel tempo permette, da una parte, la standardizzazione dei processi e la valorizzazione dei professionisti e, dall’altra, la tutela dei destinatari dell’assistenza.
Obiettivi
L’obiettivo dello studio è descrivere le caratteristiche dei sistemi internazionali di rivalidazione delle competenze infermieristiche.
Materiali e metodi
È stata condotta una revisione narrativa della letteratura internazionale consultando le banche dati PubMed e Cumulative Index to Nursing and Allied Health Literature (CINAHL) e le linee guida.
Risultati
Nel panorama internazionale, la valutazione continua del professionista infermiere rappresenta un elemento indispensabile per garantire un’assistenza di alta qualità. L’analisi dei vari modelli ha evidenziato nei contesti internazionali una strutturazione del percorso legato alla normativa nazionale, alla formazione e all’esperienza dei professionisti.
Discussione e conclusioni
La descrizione dei modelli di rivalidazione delle competenze infermieristiche utilizzati a livello internazionale è importante per fornire spunti di riflessione soprattutto per i Paesi dove il processo di rivalidazione non è ancora previsto.
Parole chiave: Competenze, formazione, rivalidazione, infermiere, valutazione delle competenze, qualità dell’assistenza.
The revalidation of nursing competencies: description of international experiences, a narrative literature review
ABSTRACT
Introduction
The constant changes in social and care needs require a continuous growth and adjustment of nursing competencies. Consequently, it is pivotal to provide nurses with a continuous training and long-life learning opportunities focused on individual and collective responsibility, thus responding to the current care needs of population. The revalidation is the periodic confirmation of the professional practice. This term includes fundamental concepts in the evaluation of professionals. Revalidation of the competencies over time allows, on one hand, the standardization of processes and enhancement of health care providers. On the other hand, it allows to protect care recipients.
Objectives
The aim of this study is to describe the characteristics of international nursing revalidation systems.
Materials and methods
A narrative literature review has been conducted on PubMed, Cumulative Index to Nursing and Allied Health Literature (CINHAL) electronic database, as well as on guidelines.
Results
At international level, continuous nurses’ evaluation represents a crucial element aimed at ensuring high-quality nursing care. The analysis of currently available models shows a pathway structure linked to national laws, nursing education, and expertise level of professionals.
Discussion and conclusions
The description of the nursing competence revalidation models used internationally is important to provide insights especially for countries where the revalidation process is not yet in place.
Key words: Clinical competence, education, revalidation, nurses, skills assessment, quality of health care.
Caterina Zardo RN, Servizio di Emergenza Urgenza, ULSS 3 Serenissima, Venezia – Italia
Stefano Salvioli Dipartimento di Neuroscienza, Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica, Salute Materno – Infantile, Università degli Studi di Genova – Fondazione GIMBE, Bologna – Italia
Introduzione
L’infermiere di ricerca è un importante elemento di unione tra la pratica infermieristica e la ricerca avendo competenze organizzativo-manageriali e di metodologia della ricerca.
Obiettivi
Analizzare la letteratura disponibile rispetto al ruolo e alle competenze dell’infermiere di ricerca.
Materiali e metodi
È stata condotta una scoping review seguendo il metodo P (population), C (concept), C (context). Come popolazione sono stati inclusi gli infermieri di ricerca, come concetto qualsiasi studio sui ruoli e/o sulle competenze di quest’ultimo e come contesto l’ambito della ricerca clinica.
Risultati
La strategia di ricerca ha generato 1.623 risultati. 56 articoli sono stati inclusi nella scoping review. I ruoli individuati sono: (1) Svolgimento di attività correlate alla ricerca, (2) coordinatore di ricerca, (3) coinvolgimento delle popolazioni vulnerabili negli studi, (4) assistenza ai pazienti, (5) consulente esperto di ricerca per l’organizzazione di appartenenza, (6) collegamento con università. Le competenze ricavate sono: comunicative; cliniche; di pensiero critico; di team working e collaborazione; di metodologia della ricerca; di leadership e mentoring; autonomia; tecnologiche ed organizzative.
Discussione e conclusioni
Il ruolo dell’infermiere di ricerca è da considerarsi molto importante anche se non ne esiste una definizione standardizzata e concordata a livello internazionale. Questa Scoping Review identifica in modo chiaro e sintetico quali siano le responsabilità principali e le relative competenze.
Parole chiave: Competenze, infermiere di ricerca, infermiere ricercatore e ruolo.
The roles and skills of the research nurse: a scoping review
ABSTRACT
Introduction
The research nurse is an important element of union between nursing practice and research having organizational-managerial skills and research methodology competences.
Objectives
To analyze the available literature looking for the role and the competences of the research nurse.
Materials and methods
A scoping review was conducted following the method P (population), C (concept), C (context). The population includes research nurses, the concept includes any study on the roles and/or competences of the latter, and the context includes the scope of clinical research.
Results
The search strategy generated 1,623 results. 56 articles were included in the scoping review. The roles identified are: (1) Carrying out research-related activities, (2) research coordinator, (3) involvement of vulnerable populations in studies, (4) patient care, (5) expert research consultant for the organization you belong to, (6) liaison with universities. The competences found are: communicative; clinical; critical thinking; team working and collaboration; research methodology; leadership and mentoring; autonomy; technological and organizational.
Discussion and conclusions
The role of the research nurse is to be considered very important even if there is no standardized and internationally agreed definition. This Scoping Review clearly and succinctly identifies the main responsibilities and competences.
Key words: Competence, nurse researcher, research nurse, role.
Annamaria Bagnasco PhD, MNS, RN, MEdSc, FFNMRCSI, Componente del Comitato scientifico CERSI-FNOPI, Professore Ordinario Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova – Genova
Rosaria Alvaro MSN, RN, FAAN, FESC, Componente del Comitato scientifico CERSI-FNOPI, Professore Ordinario Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione Facoltà di Medicina Università degli Studi di Roma Tor Vergata – Roma
Loreto Lancia MSN, RN, Componente del Comitato scientifico CERSI-FNOPI, Professore Ordinario Dipartimento di Medicina Clinica, Sanità Pubblica, Scienze della vita e dell’Ambiente, Università degli Studi dell’Aquila – L’Aquila
Duilio Fiorenzo Manara MSN, RN, Componente del Comitato scientifico CERSI-FNOPI, Professore Associato Università Vita-Salute San Raffaele – Milano
Laura Rasero MSN, RN Componente del Comitato scientifico CERSI-FNOPI, Professore Associato Dipartimento di Scienze della Salute Università di Firenze – Firenze
Gennaro Rocco PhD, MSN, RN, FAAN, FFNMRCSI Componente del Comitato scientifico CERSI-FNOPI, Direttore Scientifico Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca Infermieristica c/o OPI Roma – Roma
Alessandra Burgio PhD Statistico Istituto Nazionale di Statistica – ISTAT – Roma
Paolo Landa PhD Docente e Ricercatore di Economia Sanitaria Laval University, Québec, Canada
Milko Zanini PhD, MSoc, MSN, RN Docente e Ricercatore Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova – Genova
Barbara Mangiacavalli MSN, RN Presidente FNOPI, Presidente CERSI – FNOPI – Roma
Loredana Sasso MSN, MEdSc, RN, FAAN, FFNMRCSI, Direttore Scientifico CERSI-FNOPI, Professore Ordinario Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova – Genova
Introduzione
Le cure domiciliari in Italia sono un’opzione di assistenza sanitaria mirata a fornire cure a lungo termine direttamente a casa dei pazienti. Tuttavia, essendo di competenza regionale, possono variare da una regione all’altra.
Obiettivi
Descrivere l’organizzazione dell’assistenza infermieristica sul territorio italiano, in termini di caratteristiche generali dei servizi erogati e definire una rete nazionale di contatti e collaborazioni con le Aziende territoriali.
Materiali e metodi
Studio osservazionale descrittivo trasversale condotto tra novembre 2022 e marzo 2023. Il questionario è stato somministrato ai Dirigenti infermieristici delle Aziende territoriali in formato elettronico.
Risultati
Hanno aderito 77 (72,6%) Aziende Sanitarie Locali (ASL) su 106. In termini di popolazione residente, la copertura ammonta al 75,3%. Dei 15 servizi in media per ASL ne sono disponibili 9. Mediamente diffuse le Case della salute, i Centri di cure intermedie, e la Centrale operativa territoriale, rispettivamente nel 48,1%, 41,6%, e 50,6% delle ASL. Il tempo di attesa è stato mediamente di 2 giorni per la prima visita e il primo accesso. Il personale è prevalentemente dipendente. Infermieri e operatori socio-sanitari (OSS) hanno l’età media più elevata.
Discussione e conclusioni
L’offerta dei servizi territoriali appare ampia e articolata, con forti disomogeneità su tutto il territorio nazionale. Questa prima fase dello studio ha permesso di attivare una rete di contatti nazionale con i 76 dirigenti e referenti dell’assistenza infermieristica territoriale e con altri oltre cento infermieri sul territorio. I risultati finali di questo studio permetteranno adattare l’assistenza domiciliare alle richieste del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e della popolazione.
Parole chiave: Assistenza infermieristica domiciliare, dirigenti di aziende territoriali, complessità assistenziale, studio osservazionale descrittivo trasversale.
Home Care Nursing in Italy AIDOMUS-IT: Preliminary data
ABSTRACT
Introduction
Home care in Italy is a health care option aimed at providing long-term care directly in patients’ homes, but may vary across regions, as each region is responsible for their organization.
Objectives
To describe the organization of home care nursing across Italy, in terms of general characteristics of the services provided and set up a national network of contacts and collaborations with community health services.
Materials and methods
A cross-sectional descriptive observational study conducted between November 2022 and March 2023. The questionnaire was administered online to the nursing managers of the community services.
Results
Out of 106 local health authorities (LHAs), 77 (72.6%) participated in this study. In terms of resident population, this included a coverage of 75.3%. Of 15 services in each LHA, 9 were available on average. Community Health Centres, Intermediate Care Centres, and Community Operations Centres were evenly spread in 48.1%, 41.6%, and 50.6% of the LHAs respectively. Mean waiting time was 2 days for the first visit and first access. Staff were prevalently employees. Nurses and healthcare assistants had the highest average age.
Discussion and conclusions
Community services were widespread, had varying structures, and differed across Italy. This first phase of the study enabled to establish a national network of contacts with 76 managers and contact persons of the community nursing services and with over one hundred other nurses in the community. The final results of this study will enable to adapt home care to the demands of the National Recovery and Resilience Plan (NRRP) and the population.
Key words: Home care nursing, directors of community services, healthcare complexity, cross-sectional descriptive observational study.
Martina Batino MSc, RN, PhD Student. ASL TO3
Gabriele Cardone MSc, RN, ASL CN1
Luca Ceroni LP, Università degli Studi di Torino
Chiara Gammarota MSc, RN, PhD Student. A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino
Introduzione
I social network vengono ampiamente utilizzati sia dai professionisti sanitari sia dai cittadini per accedere alle informazioni sanitarie e per cercare supporto. La letteratura internazionale sostiene l’utilizzo dei social per la condivisione della conoscenza in ambito clinico-assistenziale, per migliorare la salute pubblica, facilitare il cambiamento dei comportamenti sanitari e favorire la comunicazione tra i professionisti.
Obiettivi
Descrivere i social network utilizzati dagli infermieri per scopi professionali.
Materiali e metodi
È stato condotto uno studio osservazionale descrittivo sulla popolazione infermieristica italiana, utilizzando un questionario online costruito ad hoc.
Risultati
Alla raccolta dati hanno risposto 1005 professionisti, i quali risultano essere d’accordo nel dichiarare che sui social trovano ampia varietà di informazioni utili a livello professionale, riescono a confrontarsi facilmente con i colleghi e a raggiungere la maggior parte delle persone assistite. Invece, più della metà ha dichiarato di non ritenere affidabili i social per la ricerca di informazioni scientifiche.
Discussione e conclusioni
I risultati dello studio evidenziano che i social sono utili per la comunicazione tra infermieri, con potenziali benefici nella pratica clinica, nelle reti professionali, nell’istruzione e nella formazione. La mancanza di adeguate conoscenze potrebbe portare a una scarsa comprensione dei rischi e responsabilità collegate all’uso dei social.
Parole chiave: Infermieri, social network, social media, networking.
The influence of social networks in nursing: an italian observational study
ABSTRACT
Introduction
Health professionals and citizens widely use social networks to access health information and seek support. Many studies support using social for knowledge sharing in clinical care settings to improve public health by facilitating health behavior change and communication between professionals.
Objectives
The aim is to describe social networks used by nurses for professional purposes.
Materials and methods
A descriptive observational study was conducted on the Italian nursing population using an ad hoc constructed online questionnaire.
Results
A total of 1005 nurses responded to the data collection who agreed that they find a wide variety of professionally helpful information on social networking sites, can compare themselves with colleagues efficiently, and reach out to most of their patients. In contrast, more than half stated that they did not find social media reliable for searching for scientific information.
Discussion and conclusions
The results show that social networking is useful for communication between nurses, with potential benefits in clinical practice, professional networks, education and training. Lack of adequate knowledge may lead to a poor understanding of the risks and responsibilities associated with the use of social.
Key words: Nurses, social network, social media, networking.
Camilla Zanone Infermiera, Nefrologia e Neurologia, ASL NO Novara, Italia
Simona Milani Coordinatore CDS Infermieristica Università del Piemonte Orientale Polo formativo di Biella, ASL BI Biella, Italia
Manuela Ferrari CDS Infermieristica Università del Piemonte Orientale Polo formativo di Biella, ASL BI Biella, Italia
Antonella Croso Direttore Struttura Complessa Direzione Professioni Sanitarie (DI.P.SA), ASL BI Biella, Italia
Introduzione
La promozione delle cure fondamentali garantisce un miglioramento della qualità dell’assistenza. Con il termine cure mancate si indicano tutti gli interventi pianificati che vengono omessi, totalmente o parzialmente, dall’infermiere.
Obiettivi
Esplorare la percezione degli infermieri sulle cure mancate e valutare l’entità del fenomeno attraverso l’analisi della documentazione clinica.
Materiali e metodi
Si tratta di uno studio osservazionale condotto nei mesi di agosto e settembre 2020 tramite la somministrazione del questionario MISSCARE Survey agli infermieri che operano in tre reparti chirurgici dell’ASLBI. L’analisi delle cure perse è stata effettuata consultando la documentazione clinica relativa alla pianificazione dell’assistenza in prima giornata post-operatoria.
Risultati
Secondo il percepito dagli infermieri le principali cure perse sono la deambulazione del paziente (81%), la mobilizzazione passiva (78%) e la cura del cavo orale (58%); dall’analisi della documentazione, invece, le cure pianificate e non attuate sono: cura del cavo orale (72%), valutazione del sito di inserzione dei cateteri venosi periferici e centrali (49%), lavaggio delle mani dei pazienti (46%) e compilazione completa della documentazione infermieristica (36%). Complessivamente la percentuale di cure perse è del 24%.
Discussione e conclusioni
I risultati del nostro studio evidenziano come il fenomeno delle cure perse sia presente e come il percepito degli infermieri non sempre corrisponde a ciò che emerge dall’analisi della documentazione infermieristica.
Parole chiave: Cure infermieristiche, qualità dell’assistenza sanitaria, studio osservazionale, indagini e questionari, post- chirurgico.
Missed Nursing Care: results from an observational study conducted in the surgical wards of Biella Hospital
ABSTRACT
Introduction
The promotion of fundamental care ensures an improvement in the quality of care. The term missed care refers to all planned interventions that are omitted, totally or partially, by the nurse.
Objectives
To explore nurses’ perceptions of missed care and assess the extent of the phenomenon through analysis of clinical documentation.
Materials and methods
This was an observational study conducted in August and September 2020 through administering the MISSCARE Survey questionnaire to nurses working in three surgical wards of Biella Hospital. The analysis of missed care was conducted by consulting clinical records related to postoperative care planning on the first day.
Results
According to nurses’ perceptions, the main care missed were patient ambulation (81%), passive mobilization (78%), and oral care (58%); from the analysis of the documentation, however, the planned care that was not implemented were: oral care (72%), evaluation of peripheral and central venous catheter insertion site (49%), patient handwashing (46%), and complete completion of nursing documentation (36%). Overall, the percentage of missed care is 24%.
Discussion and conclusions
The results of our study show how the phenomenon of missed care is present and how the nurses’ perceptions do not always match what emerges from the analysis of nursing documentation.
Key words: Nursing care, quality of health care, observational study, surveys and questionnaires, post operative periods.
Irene Cavicchi Ospedale di Sassuolo spa, Sassuolo (MO), Italia
Domenico Regano IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Italia
Introduzione
Il trapianto di cellule staminali ematopoietiche è una terapia efficace per molte patologie. La donazione da sangue periferico rappresenta una modalità poco invasiva, ma purtroppo sconosciuta; la scarsità di conoscenze è il principale limite al trapianto. L’educazione sanitaria potrebbe incoraggiare la donazione tramite un’adeguata comunicazione.
Obiettivi
Valutare esperienza, conoscenze e attitudine degli studenti di infermieristica alla donazione di cellule staminali ematopoietiche.
Materiali e metodi
Lo studio osservazionale (luglio-settembre 2022) riguarda gli studenti di infermieristica dell’Università di Bologna. Al campione reclutato è stato somministrato un questionario anonimo composto da tre sessioni focalizzate ad indagare esperienza, conoscenze e attitudine alla donazione di cellule staminali ematopoietiche.
Risultati
Il campione era composto da 677 studenti di infermieristica dell’Università di Bologna, con un’età media di 23 anni. Dall’analisi dei dati emerge che l’85% non è iscritto al registro nazionale, il 57% non conosce la procedura da sangue periferico e il 94,67% donerebbe da sangue periferico. Inoltre, la partecipazione ad un programma educativo aumenta la probabilità di conoscere la donazione da sangue periferico e la probabilità di iscrizione al registro nazionale.
Discussione e conclusioni
I risultati mostrano la necessità di introdurre nei programmi formativi universitari contenuti sulla donazione per garantire una formazione adeguata agli studenti. I futuri professionisti potrebbero così offrire un’educazione sanitaria adeguata incoraggiando la donazione. I limiti di tale studio sono: ridotta dimensione del campione ed utilizzo di un questionario non validato. Dunque, sarebbero necessari ulteriori studi per ottenere risultati maggiormente validi e rappresentativi.
Parole chiave: Donazione di cellule staminali da sangue periferico, educazione sanitaria, conoscenza, attitudine.
Attitude to the donation of hematopoietic stem cells from peripheral blood: a cross sectional study of nursing students
ABSTRACT
Introduction
Hematopoietic stem cell transplantation is an effective therapy for many pathologies. Peripheral blood donation is a minimally invasive but unfortunately unknown method; actually the scarcity of knowledge is the main limitation to transplantation. Health education could encourage donation through proper communication.
Objectives
This study aims to determinate the experience, knowledge and attitude of nursing students to the donation of hematopoietic stem cells.
Materials and methods
The cross-sectional study (July-September 2022) concerns nursing students at the University of Bologna. The recruited sample was given an anonymous questionnaire consisting of three sessions focused on investigating experience, knowledge and aptitude for hematopoietic stem cell donation.
Results
The sample consisted of 677 nursing students from the University of Bologna, whose average age was 23. Analysis of the data shows that 85% is not registered in the national register, 57% doesn’t know the procedure from peripheral blood and 94,67% would donate from peripheral blood. In addition, the participation in an educational program increases the probability of knowing the donation from peripheral blood and the it increases the likelihood of registration in the national register.
Discussion and conclusions
The sample consisted of students from the nursing university whose average age was 23. The results show the need to introduce content on donation in university training programmes to ensure adequate training for students. Future professionals could thus offer adequate health education by encouraging donation. The limits of this study are: reduced sample size and use of an unvalidated questionnaire; therefore, further studies would be necessary to obtain more valid and representative results.
Key words: Peripheral Blood Stem Cell Transplantation, Health Education, Knowledge, Attitude.
Carlo Di Pietrantonj Servizio di Riferimento Regionale per l’Epidemiologia – SEREMI- ASL Alessandria. Italia
Ines Basso Centro PhD Student Infrastruttura, Ricerca, Formazione, Innovazione. Azienda Ospedaliera SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo, Alessandria, Italia. Dipartimento di Medicina Traslazionale. Università del Piemonte Orientale. Novara Italia
La crescente necessità di un continuo aggiornamento professionale e l’estendersi del ruolo degli infermieri in nuovi ambiti richiede una sempre più approfondita competenza statistica per comprendere e valutare la ricerca scientifica sanitaria e saper pianificare e condurre ricerche. Le competenze riguardo i metodi statistici e le tecniche di organizzazione dei dati, per quanto possano apparire lontane dalla professione dell’infermiere sono in realtà costitutive del capitale intellettuale infermieristico. In questo breve lavoro descriveremo l’inquadramento logico del processo inferenziale come processo di tipo induttivo, che conduce a conclusioni probabilistiche il cui grado di affidabilità sarà determinato dalle “garanzie” che le premesse potranno fornire alle conclusioni, con il limite di essere sempre vulnerabili a nuove evidenze. Risultati poco vulnerabili a nuove evidenze, ovvero ricerche statistiche di buona qualità sulle cui stime poter orientare l’organizzazione sanitaria o poter praticare scelte terapeutiche importanti per i pazienti, possono essere ottenute solo attraverso una accurata pianificazione. Illustreremo il ciclo PPDAC come strumento per la pianificazione metodica della ricerca statistica.
The nurse and statistics: the statistical method and the cycle Problem-Plan-Data-Analysis-Conclusions (PPDAC)
ABSTRACT
The growing need for continuous professional updating and the extension of the role of nurses into new areas requires an in deep statistical competence to understand and assess scientific health research and to be able to plan and conduct new research. The skills regarding statistical methods and data organization techniques, however distant they may appear from the nursing profession, are actually constitutive of the nursing intellectual capital. In this short paper we will describe the logical framing of the inferential process as an inductive process, which leads to probabilistic conclusions whose degree of reliability will be determined by the “guarantees” that the premises can provide to the conclusions, with the limit of always being vulnerable to new evidence. Results that are not vulnerable to new evidence, that is, good quality statistical research on whose estimates it is possible to guide the health organization or to be able to make important therapeutic choices for patients, can only be obtained through careful planning. We will illustrate the PPDAC cycle as a tool for methodical planning of statistical research.
Giulia Malucchi Infermiere di Famiglia, AUSL Toscana Centro
Genny Pasquini Incarico di funzione di sicurezza, AUSL Toscana Centro
Cinzia Beligni Infermiere coordinatore, AUSL Toscana Centro
Diletta Calamassi Infermiere formatore, AUSL Toscana Centro
Introduzione
Con il documento OMS Salute 21 “la salute per tutti nel 21° Secolo”, è stata delineata la figura dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità. La regione Toscana ha introdotto l’Infermiere di Famiglia e Comunità con Decreto Regionale n.597/2018, avviando la sperimentazione di un nuovo modello assistenziale. Lo scopo dello studio è stato quello di indagare le percezioni e i vissuti degli infermieri coinvolti nella sperimentazione nell’ambito della AUSL Toscana Centro.
Materiali e metodi
Indagine fenomenologica realizzata mediante l’effettuazione di interviste semi-strutturate, faccia a faccia o audio-registrate rivolte a 23 infermieri. Le registrazioni sono state trascritte e i dati narrativi sono stati analizzati secondo passaggi analitici volti a individuare i temi fondamentali e sottotemi correlati (approccio dell’analisi di contenuto).
Risultati
Il campione era costituito prevalentemente da infermieri di sesso femminile con un’età media di 51 anni. Dai dati raccolti attraverso le interviste sono state identificati 4 temi sostanziali: (1) Prepararsi al cambiamento; (2) La relazione: fare gioco di squadra; (3) Un vortice di emozioni; (4) Il professionista del territorio: status ed evoluzione.
Discussione e conclusioni
Sulla base di quanto acquisito nelle interviste, la sperimentazione ha permesso agli infermieri di acquisire nuove conoscenze e crescere professionalmente. Anche se gli intervistati non hanno fornito una definizione univoca di Infermiere di Famiglia e Comunità (e questo suggerisce un’eventuale riflessione sul percorso formativo ancora necessario), tutti rilevano l’utilità del modello per i cittadini e la necessità di possedere competenze specifiche.
Parole chiave: Infermiere di Famiglia e di Comunità, vissuti esperienziali, modello organizzativo.
Perceptions and experiences of nurses involved in testing the model of Family and Community Nursing in the Central Tuscany AUSL: a qualitative survey.
ABSTRACT
Introduction
With the WHO Health 21 document “Health for all in the 21st Century”, the figure of the Family and Community Nurse was outlined. Tuscany introduced the Family and Community Nurse with regional law no. 597/2018, starting the experimentation of a new care model. The purpose of the study is to investigate the perceptions and experiences of the nurses involved in the experimentation within AUSL Toscana Centro.
Materials and methods
A phenomenological study, made by carrying out semi-structured, face-to-face, and audio-recorded interviews, was conducted, included 23 nurses. The recordings were transcribed and the narrative data were analysed according to analytical steps aimed at identifying the fundamental themes and related protocols (content analysis approach).
Results
The sample consisted predominantly of female nurses with an average age of 51 years. From the data collected through the interviews, 4 substantial themes were identified: Preparing for change; The relationship: being a team player; A whirlwind of emotions; the professional in keeping with its surroundings: status and development.
Discussion and conclusions
Although this study did not provide an unequivocal definition of Family and Community Nurse, all of the interviews highlighted the usefulness of the model for citizens and the need to possess specific skills.
Key words: Family and Community nurse, experiences, organizational model.
Eleonora Spitella PedRN, MSN Terapia Intensiva Neonatale, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Valentina Biagioli RN, PhD Struttura Sviluppo professionale, Formazione continua e Ricerca, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Emanuela Tiozzo PedRN, MSN Struttura Sviluppo professionale, Formazione continua e Ricerca, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Martina Mustari RN, Struttura Sviluppo professionale, Formazione continua e Ricerca, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Orsola Gawronski RN, PhD Struttura Sviluppo professionale, Formazione continua e Ricerca, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Michele Salata MD, Centro Cure Palliative Pediatriche, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Immacolata Dall’Oglio PedRN, PhD Struttura Sviluppo professionale, Formazione continua e Ricerca, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Introduzione
I team di cure palliative pediatriche (CPP) sono team multidisciplinari che forniscono un supporto continuo ai bambini, ai giovani e alle loro famiglie lungo tutta la durata della malattia, offrendo un’assistenza specialistica ed integrata.
Obiettivo
L’obiettivo di quest’indagine esplorativa a livello nazionale è descrivere: (1) la composizione e l’attivazione dei team di CPP negli ospedali, esplorando i facilitatori e le barriere associati alla loro implementazione; (2) le modalità di presa in cura dei bambini e giovani con bisogni di CPP in ospedale.
Metodi
Nel 2020 è stata condotta una survey online indirizzata ai Dirigenti delle Professioni Sanitarie afferenti ad ospedali pediatrici e strutture sanitarie non esclusivamente pediatrici.
Risultati
Hanno risposto i referenti di 14 centri su 26 contattati: 8 (57,1%) ospedali pediatrici e 6 (42,9%) non esclusivamente pediatrici. In 4 (28,6%) strutture è presente un team di CPP, in 2 (14,3%) ospedali sembra esserci un collegamento con l’hospice e/o l’assistenza domiciliare, in 1 (7,1%) centro il team è in corso di attivazione, mentre 5 (35,7%) centri non hanno il team ma i rispondenti sentono il bisogno di crearlo. Il team era composto da almeno una componente medica palliativista ed una infermieristica. Diversi fattori sono stati identificati come ostacolanti l’implementazione del team, tra cui problemi culturali in merito alle CPP (64,3%) e mancanza di personale formato (64,3%).
Conclusioni
Nonostante la scarsa diffusione del team di CPP, il bisogno riferito di implementarlo lascia presumere una disponibilità alla cultura delle CPP, una crescente attenzione verso l’argomento e un suo sviluppo futuro.
Parole chiave: Assistenza palliativa, pediatria, infermieristica in hospice e cure palliative, team di assistenza al paziente, qualità dell’assistenza sanitaria.
The Paediatric Palliative Care Team: An explorative survey in Italy
ABSTRACT
Introduction
Paediatric palliative care (PPC) teams are multidisciplinary teams that provide ongoing support to children, young people, and their families along the illness trajectory, offering specialised and integrated care.
Objective
This explorative survey aims to describe at national level: (1) the composition and the activation of the PPC team in hospitals, exploring the facilitators and the barriers associated with its implementation; (2) the different types of meeting PPC needs in children and young people in hospital.
Methods
An online survey was developed in 2020 for Directors of Health Professionals from children’s hospitals and hospitals that were not exclusively paediatric.
Results
Overall, 14 participants completed the survey: 8 (57.1%) from children’s hospitals and 6 (42.9%) from hospitals that were not exclusively paediatric. In 4 (28.6%) hospitals there was a PPC team, in 2 (14.3%) hospitals there was a link between hospital and hospice and/or home care. Furthermore, in 1 (7.1%) hospital the PPC team was being set up, and in 5 (35.7%) hospitals the PPC team was missing but respondents reported the need to create one. The team was often composed of at least one palliative care physician and one nurse. Many factors were identified as hindering the implementation of the PPC team, including cultural issues related to PPC (64.3%) and a lack of specially trained staff (64.3%).
Conclusions
Although the implementation of the PPC team was limited, its perceived need suggests a cultural openness towards PPC, increasing attention towards the topic, and future development.
Key words: Palliative care, pediatrics, hospice and palliative care nursing, patient care team, quality of health care.
RIVISTA BIMESTRALE
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