RIVISTA BIMESTRALE
Organo ufficiale della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche
Silvia Pazzi Centro Cure Infermieristiche, Lugano, Switzerland
Daiana Campani Dipartimento di Medicina Traslazionale, Università del Piemonte Orientale, Novara, Italia, Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI), Manno, Switzerland
Erica Busca Dipartimento di Medicina Traslazionale, Università del Piemonte Orientale, Novara, Italia, Ospedale Maggiore della Carità, Novara, Italia
Yari Longobucco Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università degli studi di Parma, Parma, Italia
Cesarina Prandi Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI), DEASS, Manno, Switzerland
Introduzione
Le tecnologie digitali potrebbero essere in grado di alleggerire il carico di lavoro del personale sanitario, riuscendo a prevenire gli eventi avversi nei pazienti cronici seguiti a domicilio, diminuendo il rischio di ricovero ospedaliero.
Obiettivo
Analizzare l’efficacia dei dispositivi elettronici utilizzabili al domicilio del paziente over-65 con cronicità, al fine di mantenere il più a lungo possibile le autonomie ed evitare gli eventi avversi.
Metodi
È stato condotto uno studio osservazionale che ha coinvolto soggetti affetti da patologie croniche assistiti dall’Infermiere delle Cure Domiciliari oppure dall’Infermiere di Famiglia e Comunità. Il confronto dei livelli di salute e qualità di vita percepita tra i due gruppi è avvenuto con il Short Form-36 (SF-36).
Risultati
Dei 483 articoli trovati sono stati inclusi nella revisione 25 articoli, di cui revisioni della letteratura, studi randomizzati controllati (RCT), presentation paper e scoping review. Dai risultati emerge che le tecnologie digitali utilizzate nell’assistenza domiciliare potrebbero essere un valido supporto per il mantenimento delle autonomie e per la prevenzione degli eventi avversi.
Conclusioni
L’utilizzo della tecnologia potrebbe essere un valido supporto per gli utenti che vivono una condizione di cronicità al proprio domicilio. I device presentati in questa revisione, risultano essere efficaci a prevenire situazioni di criticità, nonché riacutizzazioni, e mantenere adeguate condizioni di salute del paziente e del caregiver.
Parole chiave: Assistenza domiciliare, telemedicina, paziente, caregiver, device, app.
The efficacy of e-Health for the prevention and maintenance of cognitive and physical function in the elderly at home: a narrative review of the literature
ABSTRACT
Introduction
The increase in life expectancy and the aging of the population is leading to a greater need for health professionals; however, the growth in the number of professionals in that field is slower than what is hoped for or required. Technology could be a valid support to lighten the workload of healthcare professionals and enable them to maintain and prevent adverse events.
Objective
This literature review aims to analyze the effectiveness of electronic devices that can be implemented in the home of a patient over the age of 65 with a chronic condition, in order to maintain functionality for as long as possible and avoid adverse events such as falls.
Methods
The literature review was carried out on PubMed, CINAHL (EBSCO), JMIR, and Cochrane to search for significant studies that address the topic of eHealth in the context of home care. The eHealth products available on the market through online stores, such as Google or Amazon, were also analyzed.
Results
Of the 483 articles that were found, 25 were included in the review, including literature reviews, randomized controlled trials (RCTs), presentation papers, and scoping reviews. The results show that the technology used for home care could be a valid support for maintaining functionality and preventing adverse events.
Conclusions
The use of technology could be a valid support for older patients with a chronic condition. The devices presented are effective in preventing and maintaining the user’s health conditions, avoiding the exacerbation of chronic conditions.
Key words: Home care services, telemedicine, multiple chronic conditions, self-assessment.
Alessandra Falco Infermiera, Medicina Interna e della Complessità, Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese
Maurilio Palassini Infermiere, Responsabile Didattica Professionale CdLM in Scienze Infermieristiche e Ostetriche, Università di Siena
Giovanni Beccattini Direzione Infermieristica-Amministrazione, PO Alta Val D’Elsa, Azienda USL Toscana Sud Est
Ludovico Calattini Dottore Magistrale in Scienze Statistiche, specialista Team Modelli PD – MPS
Introduzione
L’Infermiere di Famiglia e Comunità rappresenta, secondo Health21, la figura responsabile dell’assistenza di pazienti nel loro ambiente familiare, portando ad importanti benefici sia per il paziente sia per il sistema sanitario. Seppur questo approccio venga spesso confuso con le cure domiciliari, rappresenta una metodologia proattiva, attraverso la quale si estende l’assistenza dal singolo alla comunità.
Obiettivo
L’obiettivo dello studio è quello di misurare i livelli di salute e di qualità di vita percepita in un gruppo di pazienti assistiti dalle cure domiciliari e un gruppo di assistiti dall’infermiere di famiglia e comunità, al fine di stimare una possibile condizione di benessere superiore in un gruppo rispetto ad un altro.
Metodi
È stato condotto uno studio osservazionale che ha coinvolto soggetti affetti da patologie croniche assistiti dall’Infermiere delle Cure Domiciliari oppure dall’Infermiere di Famiglia e Comunità. Il confronto dei livelli di salute e qualità di vita percepita tra i due gruppi è avvenuto con il Short Form-36 (SF-36).
Risultati
Il confronto dei domini di salute di entrambi i gruppi dimostra medie con valori tendenzialmente migliori negli assistiti tramite l’infermieristica di Famiglia e Comunità, in particolare le classi appartenenti a “Dolore Fisico”, “Limitazioni di Ruolo dovute alla Salute Fisica” e “Indice di Stato Fisico” mostrano una significatività inferiore allo 0.01.
Conclusioni
Lo studio, se pur con alcuni limiti, sembra evidenziare che i domini di salute appartenenti alla sfera fisica e psicosociale sono risultati migliori nel campione assistito dall’Infermiere di Famiglia e Comunità. Per confermare questi dati sono necessari ulteriori studi.
Parole chiave: Infermiere di famiglia e comunità, assistenza domiciliare, cure primarie, studio descrittivo trasversale.
Family and Community Nursing: an observational study
ABSTRACT
Introduction
The Family and Community Nurse represents, according to Health21, the healthcare provider who takes care people in their living environment with important benefits for the patient and the health care system. Although this approach is often confused with Home Care, it represents a proactive methodology, through which assistance is extended from the individual to the community. The objective of the research is to measure the levels of health and quality of life perceived in the two care modalities, in order to estimate a possible higher condition of well-being in one group than another.
Objective
The aim of this study is to analyze the health levels and quality of life between these two different healthcare models, in order to evaluate a possible condition of well-being in a specific group.
Methods
For this study it was conducted an observational study where patients with chronical conditions assisted by home or family and community nurses, were enrolled. The health levels and quality of life of these two groups were compared through the Short Form-36 (SF-36).
Results
Comparison of health domains between two groups often shows better averages in the Family and Community nurse-assisted group, in particular in the domains “Pain”, “Role Limitation – Physical” and “Pshysical Component Summary” with significance less than 0.01.
Conclusions
The study, although with several limitations, shows that the health domains belonging to the physical and psychosocial spheres were better in the sample assisted by the Family and Community Nurse. Further studies are needed in order to confirm these results.
Key words: Family and community nurse, home care, primary health care, cross-sectional study.
Rosario Cervellione Centro di Ricerca sulle Aritmie Cardiache, Centro Cardiologico Monzino, IRCCS, Milano
Massimo Moltrasio Centro di Ricerca sulle Aritmie Cardiache, Centro Cardiologico Monzino, IRCCS, Milano
Alberto Somenzi Centro di Ricerca sulle Aritmie Cardiache, Centro Cardiologico Monzino, IRCCS, Milano
Massimo Moro Centro di Ricerca sulle Aritmie Cardiache, Centro Cardiologico Monzino, IRCCS, Milano
Claudio Tondo Centro di Ricerca sulle Aritmie Cardiache, Centro Cardiologico Monzino, IRCCS, Milano
Introduzione
I loop recorder impiantabili (implantable loop recorder – ILR) sono dispositivi indicati nel percorso diagnostico di varie tipologie di disturbo cardiaco. Con la miniaturizzazione e con strumenti dedicati la procedura di impianto è stata semplificata rendendola fattibile e sicura anche da infermieri appositamente formati e al di fuori dalla sala di elettrofisiologia.
Obiettivo
Esplorare la sicurezza dell’espianto di ILR effettuato da personale infermieristico.
Metodi
Analisi retrospettiva osservazionale condotta su una serie di espianti consecutivi di ILR. Le informazioni sono state raccolte dalle cartelle informatizzate di un istituto metropolitano di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS), esclusivamente dedicato alle malattie cardiovascolari, relative ai pazienti con ILR espiantato tra gennaio 2019 e gennaio 2021.
Risultati
202 pazienti sono stati sottoposti ad un espianto di loop recorder; 197 (97.5%) pazienti avevano un Medtronic Reveal LINQTM, 3 (1.5%) un Medtronic Reveal XTTM e 2 (1%) un Biotronik Biomonitor 2AF. 114 ILR sono stati espiantati da infermieri (56.4%), mentre 88 da medici elettrofisiologi. Le indicazioni all’impianto dell’ILR sono differenti, la principale è il monitoraggio della fibrillazione atriale (44.5%). Non si sono verificati eventi avversi seri nelle 24 ore successive la procedura o nei 30 giorni successivi. Due episodi (1%) di sanguinamento minore sono avvenuti al termine della procedura di espianto e sono stati rapidamente risolti dagli infermieri con la digitopressione.
Conclusioni
L’espianto di loop recorder può essere eseguito autonomamente in sicurezza dagli infermieri appositamente formati, con conseguenti vantaggi per il paziente, per la struttura sanitaria e per gli stessi infermieri.
Parole chiave: Loop recorder, infermiere, fibrillazione atriale, task shifting, sincope.
New generation loop recorder explantation performed by trained nurses. Results from a retrospective study
ABSTRACT
Introduction
Implantable Loop recorders (ILR) are devices indicated in the diagnostic pathway of various types of heart disease. With miniaturization and dedicated tools, the implantation procedure has been simplified, making it feasible and safe by trained nurses and outside the electrophysiology room.
Objective
Explore the safety of ILR explantation performed by nursing staff.
Methods
Observational retrospective analysis conducted on a series of consecutive ILR explants of. Information was collected from electronic medical records of a metropolitan Institute for Treatment and Research exclusively dedicated to cardiovascular disease, relating to patients with an explanted ILR between January 2019 and January 2021.
Results
202 patients underwent a loop recorder explant; 197 (97.5%) patients had a Medtronic Reveal LINQTM, 3 (1.5%) a Medtronic Reveal XTTM, and 2 (1%) a Biotronik Biomonitor 2AF. 114 ILR were explanted by nurses (56.4%), while 88 by electrophysiologists. The indications for the ILR implant are different, the main one being the monitoring of atrial fibrillation (44.5%). No serious adverse events occurred within 24 hours following explant procedure or 30 days after. Two episodes (1%) of minor bleeding occurred at the end of the explant procedure and were quickly resolved by the nurses with acupressure.
Conclusions
Loop recorder explant can be performed autonomously and safely by trained nurses with consequent advantages for the patient, for the healthcare facility and for the nurses themselves.
Key words: Loop recorder, nurse; atrial fibrillation; task shifting; syncope.
Adalgisa Battistelli Laboratoire de Psychologie, Université de Bordeaux, Bordeaux, Francia
Jessica Longhini Università di Verona, Dipartimento Diagnostica e Sanità Pubblica, Verona, Italia
Lucie Pierre Laboratoire de Psychologie, Université de Bordeaux, Bordeaux, Francia
Luisa Saiani Università di Verona, Dipartimento Diagnostica e Sanità Pubblica, Verona, Italia
Introduzione
La proattività lavorativa, intesa come le azioni o comportamenti messi in atto al fine di introdurre dei cambiamenti nel proprio lavoro, è ritenuta una componente rilevante nel lavoro dei coordinatori infermieristici, considerato il loro ruolo nel promuovere innovazione e sicurezza nelle organizzazioni.
Obiettivo
Descrivere comportamenti proattivi e fattori ad essi associati in qualità di antecedenti e conseguenze che caratterizzano la vita lavorativa dei coordinatori infermieristici e valutare le relazioni tra essi.
Metodi
Studio trasversale su coordinatori infermieristici che lavoravano in ospedali, servizi territoriali, centri di lungodegenza sul territorio nazionale. Sono stati raccolti dati demografici, professionali e variabili quali comportamenti proattivi agiti (presa in carico dei compiti in modo anticipatorio e prevenzione dei problemi), antecedenti e conseguenze sulla vita lavorativa. I dati sono stati raccolti attraverso un questionario online anonimo.
Risultati
Hanno risposto al questionario 340 coordinatori. Le condizioni di lavoro in qualità di antecedenti della proattività (autonomia, accesso alle risorse e alle informazioni, supporto da parte del leader e del team) sono correlate positivamente ai comportamenti proattivi, e alle conseguenze di efficacia del lavoro, soddisfazione lavorativa e engagement, mentre lo sono in modo negativo con l’intenzione di turnover, lo stress e il burnout. Entrambi i comportamenti proattivi correlano positivamente con l’efficacia lavorativa; diversamente la soddisfazione, l’engagement e il burnout si associano solo ad aumentati livelli di presa in carico dei compiti in maniera anticipatoria e lo stress è correlato negativamente alla capacità di prevenire i problemi.
Conclusioni
I comportamenti proattivi potrebbero essere influenzati dalle variabili del contesto organizzativo e a loro volta influenzare l’efficacia lavorativa e la qualità di vita lavorativa.
Parole chiave: Manager; nursing; leadership; job satisfaction; burnout.
Proactive behaviors and quality of work life among head nurses: a cross-sectional study
ABSTRACT
Introduction
Proactivity at work, meant as the actions or behaviours aim at introducing changes in the practice, is considered a relevant component nurse managers’ work, given their crucial role in promoting innovation and safety in organizations.
Objective
To describe the antecedents, proactive behaviours and consequences of proactivity that characterize the practice of nurse managers and evaluate the associations between them.
Methods
Cross-sectional study on nurse managers who were working in hospitals, primary health care services, long-term care centres in Italy. Demographic, professional and variable data have been collected as well as proactive behaviours (taking charge of tasks in an anticipatory manner and problem prevention) and related antecedents and consequences on working life. The data were collected through an anonymous online questionnaire.
Results
340 nurse managers from the national territory responded to the questionnaire. Working conditions (autonomy, access to resources and information, support from the leader and the team) are positively correlated to proactive behaviours, work effectiveness, job satisfaction and engagement, while they are negatively correlated with the turnover intention, stress level and burnout. Both proactive behaviours are positively correlated to work effectiveness, while satisfaction, engagement and burnout to taking charge and the stress is negatively corelated to the ability to prevent problems.
Conclusions
Proactive behaviours might be influenced by the organizational context variables and in turn affect work effectiveness and the quality of working life.
Key words: Manager; nursing; leadership; job satisfaction; burnout.
Fabio Ottaviani CPS-I ASL Latina
Introduzione
Con la diffusione della malattia da Coronavirus 2019, sono stati gli operatori sanitari ad esser stati coinvolti in prima linea, risultando i primi ad essere a rischio di sviluppare disagio psicologico.
Obiettivo
Determinare l’impatto psicologico del COVID-19 sugli infermieri impegnati in prima linea nella lotta contro la pandemia, attraverso la descrizione della presenza dei sintomi di depressione, ansia, insonnia e distress.
Metodi
Questo studio trasversale, attraverso un questionario, ha raccolto dati sullo stato di depressione, ansia, insonnia e distress degli infermieri dedicati all’area COVID-19. Le scale utilizzate sono state il “Patient Health Questionnaaire-9” per la depressione, il “Self-Rating Anxiety Scale” per l’ansia, “Insomnia Severety Index” per l’insonnia e “Impact of Event Scale – Revised” per il distress. La raccolta dati è avvenuta dal 10 dicembre 2020 al 10 gennaio 2021, ottenendo da ciascun partecipante il consenso informato.
Risultati
Hanno completato il questionario 63 infermieri su un totale di 96, con un tasso di partecipazione del 65,6%. Il 68,2% dei partecipanti erano di sesso femminile. I partecipanti hanno riportato sintomi di depressione (52,38%), ansia (22,23%), insonnia (22,23%) e distress (67,07%). Donne e professionisti più anziani hanno manifestato sintomi più gravi.
Conclusioni
I risultati mostrano l’esistenza di una criticità legata allo stato psicologico (depressione, ansia, insonnia e distress) degli infermieri impegnati in area COVID-19. Lo studio pone l’attenzione sulla necessità di considerare azioni di supporto e prevenzione.
Parole chiave: Infermieri, COVID-19, depressione, insonnia, distress, ansia.
Depression, anxiety, insomnia and distress of nurses in covid-19 area: results of an observational study
ABSTRACT
Introduction
The spread and diffusion of Covid-19 has caused numerous challenges for healthcare workers who were directly involved in dealing with the pandemic exposing them to major psychological pressure.
Objective
This study aims to determinate the psychological impact of the pandemic on frontline nurses involved in the diagnosis and treatment of Covid-19 cases through the appearance of symptoms of depression, anxiety, insomnia and distress.
Methods
This cross – sectional study gathered data on depression, anxiety, insomnia and distress levels on nurses working in Covid-19 areas through a questionnaire. The scales used are the “Patient Health Questionnaaire-9” to assess depression, the “Self-Rating Anxiety Scale” to assess anxiety, the “Insomnia Severity Index” to assess insomnia and “Impact of Event Scale – Revised” to assess distress. The data was gathered between the 10th of December 2020 and the 10th of January 2021.
Results
Among the 96 nurses, 63 completed the questionnaire, with a participation rate of 65,6%. Among the 63 nurses, 68,2% were women. The participants reported symptoms of depression (52,38%), anxiety (22,23%), insomnia (22,23%) and distress (67,07%). Women and older workers have reported worst symptoms.
Conclusions
The results show the existence of a critical psychological state (depression, anxiety, insomnia and distress) in nurses working in Covid-19 areas. This study addresses the necessity to consider actions of support and prevention.
Key words: Nurses, COVID-19, Depression, Insomnia, Distress, Anxiety.
Anna Arnone Infermiera, A.O.R.N. ‘’Antonio Cardarelli’’, Napoli (Italia)
Giovanni Gioiello Infermiere, A.U.S.L. Toscana Nord-Ovest, Livorno (Italia)
Francesco Riccardo Infermiere, Asl Na 2, Napoli (Italia)
Introduzione
La pandemia di Covid-19 ha messo di fronte gli infermieri ad una realtà di estremi disagio e angoscia, determinati sia dai numeri del contagio sia dalle limitazioni imposte. Questi cambiamenti hanno indotto nel personale in prima linea ansia, insonnia, stress, depressione e paura di infettarsi.
Obiettivo L’obiettivo dello studio è stato quello di indagare le esperienze vissute dagli infermieri durante la pandemia di Covid-19 per evidenziarne le tematiche fondamentali.
Metodi
È stato condotto uno studio qualitativo descrittivo mediante campionamento propositivo. Sono stati arruolati infermieri coinvolti nelle cure ospedaliere sul territorio italiano. A seguito dell’effettuazione di interviste semi-strutturate per via telematica e contestualmente audio registrate si è proceduto all’analisi dei dati secondo la Qualitative Content Analysis.
Risultati
Sono stati intervistati 10 infermieri. Sono emersi i seguenti 6 temi: paura di contagiare i propri familiari e se stessi, problemi di comunicazione causati dall’utilizzo dei DPI, paura di non essere in grado di gestire l’emergenza, scomodità e conseguenze fisiche per l’utilizzo dei DPI, solitudine nella solitudine, turni più frenetici e stancanti.
Conclusioni
La scelta di avviare uno studio qualitativo sulle esperienze vissute dagli infermieri durante la pandemia Covid-19 si basa sulla consapevolezza che la conoscenza più profonda degli stati d’animo aiuti a migliorare la relazione che l’uomo ha con l’ambiente circostante. Le esperienze raccontate possono essere per gli infermieri uno strumento efficace per far emergere emozioni, pensieri, vissuti, per costruire percorsi di riflessione e per rilevare temi significativi.
Parole chiave: Covid-19, esperienze vissute, studio qualitativo, infermieri.
Emotions and Covid-19: a qualitative survey on the tales of nurses
ABSTRACT
Introduction
The Covid-19 pandemic has confronted nurses with a reality of extreme discomfort and anguish, determined both by the numbers of the infection and by the anchor imposed. These changes have led to anxiety, insomnia, stress, depression, and fear of infection in frontline staff.
Objective
The aim of the study was to investigate experiences lived by nurses during the Covid-19 pandemic to highlight the fundamental issues.
Methods
A qualitative descriptive study was carried out by means of proactive sampling, nurses involved in hospital care on the Italian country were enrolled. Following the carrying out of semi-structured interviews electronically and at the same time audio recorded the data were analyzed according to qualitative content analysis.
Results
10 nurses were interviewed. The following 6 themes emerged: fear of infecting one’s family and oneself, communication problems caused by the use of PPE, fear of not being able to manage the emergency, inconvenience and physical consequences for the use of PPE, loleliness in the loleliness, more hectic and tiring shifts.
Conclusions
The choice to use a qualitative study on the experiences lived by nurses during the Covid-19 pandemic is based on the awareness that the deeper knowledge of the moods helps to improve the relationship that man has with the surrounding environment. The experiences told can be an effective tool for nurses to bring out emotions, thoughts, experiences, to build paths of reflection and to detect significant themes.
Key words: Covid-19, lived experiences, qualitative study, nurses.
Beatrice Mazzoleni Dipartimento di Scienze Biomediche, Humanitas University, Rozzano- Milano, Italia
Daiana Campani Dipartimento di Medicina Traslazionale, Università del Piemonte Orientale, Novara, Italia, Direzione Sociosanitaria, ASST Nord Milano, Milano, Italia
Federico Ceschel Dipartimento di Economia Aziendale, Università Roma Tre, Roma, Italia
Barbara Mangiacavalli Direzione Sociosanitaria, ASST Nord Milano, Milano, Italia
Introduzione
I recenti cambiamenti in sanità e sociali spingono sempre più all’adozione di nuovi modelli organizzativi, tuttavia è necessario guidare il cambiamento anche attraverso una revisione delle principali tematiche riguardanti lo sviluppo professionale infermieristico, dall’adeguamento dei livelli di staff alla ridefinizione dei percorsi formativi e di carriera professionale e accademica.
Obiettivo
Lo scopo dello studio è raggiungere un accordo, attraverso un’interlocuzione con i principali soggetti istituzionali, circa la definizione di raccomandazioni per orientare il dibattito e le azioni inerenti lo sviluppo della professione infermieristica in Italia.
Metodi
È stato creato un gruppo di lavoro multidisciplinare che attraverso una revisione narrativa della letteratura ha individuato le principali tematiche di sviluppo della professione infermieristica. Le evidenze saranno discusse da tre gruppi di lavoro, uno per ciascun tema, e sottoposte a un panel di giuria durante una conferenza di consenso. Quanto emerso dalla consensus verrà sintetizzato e diffuso attraverso un documento di sintesi.
Discussione
Sono stati sviluppati tre temi di ricerca e sono state definite tre domande per ciascun tema: le nuove esigenze del Sistema Sanitario Nazionale in seguito ai recenti cambiamenti normativi e al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’evoluzione della professione infermieristica e le modifiche richieste alle organizzazioni sanitarie per rispondere ai nuovi bisogni di salute, la revisione della formazione infermieristica.
Parole chiave: Modelli organizzativi, infermieristica, livelli di staff, competenze infermieristiche avanzate, competenze specialistiche.
Recommendations for the development of the nursing profession in italy: consensus conference research protocol
ABSTRACT
Introduction
Recent changes in health and social care are driving the adoption of new organizational models in Italy; however, it is also necessary to drive change through a review of the major issues surrounding nursing professional development, from adjusting staffing levels to redefining educational, professional, and academic career paths.
Objective
The aim of this study is to reach an agreement, through an interlocution with the main institutional actors, on the definition of recommendations to guide the debate and actions concerning the development of the nursing profession in Italy.
Methods
A multidisciplinary working group has been created that, through a narrative review of the literature, has identified the main issues for the development of the nursing profession. The evidence will be discussed by three working groups, one for each theme, and submitted to a panel of judges during a consensus conference. What emerges from the consensus will be synthesized and disseminated through a summary document.
Discussion
Three research themes have been developed and three questions defined for each theme: the new demands on the National Health System as a result of recent regulatory changes and the National Plan for Recovery and Resilience, the evolution of the nursing profession and the changes required of healthcare organizations to meet new healthcare needs, and the review of nursing education.
Key words: Nursing, organizational models, staffing levels, advanced nursing skills, advanced practice nursing, professional competence.
Annamaria Bagnasco PhD, MSN, RN, MEdSc, Professore Ordinario Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Genova, Italia
Gianluca Catania PhD, MSN, RN, Docente e Ricercatore Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Genova, Italia
Nicola Pagnucci RN, MSN, Assegnista di Ricerca, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Genova, Italia
Rosaria Alvaro MSN, RN, FAAN, FESC, Professore Ordinario Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione Facoltà di Medicina Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Roma, Italia
Giancarlo Cicolini PhD, MSN, RN, Ricercatore Dipartimento di Scienze Biomediche e Oncologia Umana Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Bari, Italia
Alberto Dal Molin PhD, MSN, RN, Professore AssociatoDipartimento di Medicina Traslazionale Università del Piemonte Orientale di Novara Direzione delle Professioni Sanitarie – A.O.U. Maggiore della Carità di Novara, Novara, Italia
Loreto Lancia MSN, RN, Professore Ordinario Dipartimento di Medicina Clinica, Sanità Pubblica, Scienze della vita e dell’Ambiente, Università degli Studi dell’Aquila, L’Aquila, Italia
Maura Lusignani MSN, RN, Professore Associato Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute Università degli Studi di Milano, Milano, Italia
Daniela Mecugni MSN, RN, Professore Associato Dipartimento Chirurgico, Medico, Odontoiatrico Padiglione de Sanctis – Campus universitario San Lazzaro, Reggio Emilia, Italia
Paolo Carlo Motta MSN, RN,Professore Associato Dipartimento di Specialità medico-chirurgiche, Scienze radiologiche e Sanità pubblica Università degli Studi di Brescia, Brescia, Italia
Roger Watson PhD, RN, FSB, FRCN, FAAN, Academic Dean in the School of Nursing, Southwest Medical University, Cina
Mark Hayter PhD, RN, M.Med.Sci, FEANS, SFHEA, FRCSI, FRCN, FAAN Head of Nursing, Manchester Metropolitan University, Manchester, UK
Francesca Napolitano RN, MSN, Dottoranda, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Genova, Italia
Alessio Signori Biostatistico, PhD, Professore Associato, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Genova, Italia
Milko Zanini PhD, MSN, MSoc, RN, Docente e Ricercatore Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Genova, Italia
Loredana Sasso MSN, MEdSc, RN, FAAN, FFNMRCS, Già Professore Ordinario Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Genova, Italia
& Working Group CEASE-IT
Introduzione
La violenza sul luogo di lavoro rappresenta un fenomeno in forte crescita in particolar modo per gli infermieri. Le conseguenze di questo fenomeno possono estendersi oltre le singole vittime, alla sicurezza e alla qualità dei servizi offerti alla popolazione.
Obiettivo
Descrivere le caratteristiche degli episodi di violenza vissuti dagli infermieri sul posto di lavoro e identificare le differenze tra gli infermieri che hanno subito violenza e coloro che non l’hanno subita.
Metodi
Uno studio trasversale è stato realizzato coinvolgendo gli infermieri di area medica, chirurgica, area critica e servizi territoriali di 22 strutture sanitarie italiane. L’ambiente di lavoro è stato valutato attraverso il Practice Environment Scale of the Nursing Work Index, lo staffing con le domande tratte dall’indagine RN4CAST Italia, la violenza subita attraverso la versione italiana del questionario Violence in Emergency Nursing and Triage.
Risultati
Seimila settantanove infermieri hanno partecipato allo studio, 1969 (32,4%) hanno subito violenza. La minaccia verbale è stata la forma di violenza più subita (84%). Dal confronto tra gli infermieri che non hanno subito violenza rispetto a coloro che l’hanno subita sono risultate statisticamente significative le differenze tra variabili appartenenti a: (a) caratteristiche dei professionisti, (b) caratteristiche degli assistiti, (c) caratteristiche organizzative e professionali, (d) misure preventive presenti sul posto di lavoro, (e) caratteristiche dell’ambiente di lavoro.
Conclusioni
Lo studio ha mostrato le vaste dimensioni e la natura multifattoriale di questo fenomeno in ogni contesto assistenziale italiano. Solo attraverso programmi integrati e multimodali di prevenzione e gestione è possibile contrastare la violenza sul lavoro.
Parole chiave: Ambiente di lavoro, conseguenze, COVID-19, fattori predittivi, infermieristica, violenza sul posto di lavoro.
Workplace violence towards Italian nurses during the COVID-19 pandemic: multicentre analytical descriptive observational study (CEASE-IT Study)
ABSTRACT
Introduction
Workplace violence has grown in recent years, especially for nurses. The consequences of this phenomenon can extend beyond individual victims and witnesses to affect the organization of the local service and entire health systems with implications on the safety and quality of services offered to the population.
Although the number of studies relating to this phenomenon has grown in recent years, to have a broader and more comprehensive knowledge, it is necessary to conduct studies in clinical care areas other than those most studied, such as emergency and psychiatry.
Objective
To describe workplace violence characteristics experienced by nurses in Italian hospitals and the community and identify the significant differences that emerged from the responses provided by nurses who have suffered violence compared to those who have not experienced it.
Results
Six thousand seventy-nine nurses participated in the study, of which 1969 (32.4%) were subjected to violence. The verbal threat was the most common form of violence experienced, reported by 84% of nurses who experienced violence. The differences between some measured variables belonging to (a) nurse characteristics, (b) patient characteristics, (c) organizational and professional characteristics, (d) preventive measures in the workplace, (e) characteristics of the work environment.
Conclusions
The study highlighted the vast dimensions and the multifactorial nature that this phenomenon assumes in every Italian assistance context. It is possible to combat workplace violence only through integrated and multimodal prevention and management programs that consider the multifactorial nature of this phenomenon.
Key words: COVID-19, consequences, nursing, predictive factors, working environment, workplace violence.
Anna Arnone Infermiera A.O.R.N. A. Cardarelli, Napoli, Italia
Giovanni Gioiello Infermiere A.U.S.L. Toscana Nord-Ovest, Livorno, Italia
Claudia Riccardo Infermiera, Hesperia Hospital, Modena, Italia
Introduzione
Il Sistema Sanitario Nazionale negli ultimi anni è stato protagonista di profondi cambiamenti, per i quali si è reso indispensabile preparare i professionisti sanitari ad essere competenti. La formazione rappresenta un elemento strategico per migliorare le competenze nelle organizzazioni. Vista l’importanza della formazione manageriale assunta negli ultimi anni e i vantaggi che essa offre nelle organizzazioni, risulta necessario indagare le percezioni dei discenti al fine di evidenziarne le tematiche fondamentali.
Metodi
È stato condotto uno studio qualitativo mediante campionamento propositivo, sono stati arruolati infermieri che hanno partecipato ad un master di II livello presso le università statali campane. A seguito dell’effettuazione di interviste semi strutturate per via telematica e contestualmente audio registrate, si è proceduto all’analisi dei dati secondo la Qualitative Content Analysis.
Risultati
Sono stati intervistati 12 infermieri. Sono emersi i seguenti 5 temi: la motivazione della partecipazione all’attività formativa, fattori relativi alle caratteristiche personali dei discenti, trasferimento diretto, trasferimento indiretto, fattori organizzativi.
Conclusioni
La formazione manageriale in sanità rappresenta un tema attuale e dinamico. Il nostro studio ha evidenziato alcuni aspetti limitanti l’applicabilità delle competenze acquisite nei contesti lavorativi. La presenza di una cultura della formazione può essere uno strumento utile a creare nelle aziende le condizioni organizzative e culturali idonee a garantire un’attiva managerialità infermieristica.
Parole chiave: Management, Formazione, Studio qualitativo, Infermieri.
Management Training: a qualitative survey
ABSTRACT
Introduction
Over the last years, the National Health System has been the protagonist of profound changes, for which it has become essential to prepare health professionals to be qualified. Training represents a strategic element for improving skills in organizations. Given the importance of managerial training undertaken in last years and the advantages it offers in organizations, it is necessary to investigate the perceptions of learners in order to highlight their fundamental issues.
Methods
A qualitative study was carried out by means of proactive sampling, nurses who participated in a second level master’s degree at state universities in Campania were enrolled. Following the carrying out of semi-structured interviews electronically and at the same time audio recorded, the data was analyzed according to the Qualitative Content Analysis.
Results
12 nurses were interviewed. The following 5 themes emerged: ownership participation in the training activity, factors relating to personal learners, direct transfer, indirect transfer, organizational factors.
Conclusions
Management training in healthcare is a current and dynamic issue. Our study highlighted some aspects limiting the applicability of the skills acquired in job competitions. The presence of a training culture can be a useful tool for creating organizational and cultural conditions in companies that are suitable for guaranteeing active nursing management.
Key words: Management, Training, Qualitative Study, Nurses.
Antonio Capodilupo Psicologo, contrattista Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell’Università “La Sapienza” di Roma
Cristina Di Vilio Infermiera, Servizio Trasporti INMI “L. Spallanzani”, Roma
Benedetta Pucci Infermiera, reparto Rianimazione INMI “L. Spallanzani”, Roma
Paola Giordani Case Manager Infermieristico INMI “L. Spallanzani”, Roma
Daniela Milordo Coordinatore Infermieristico UOC Rianimazione INMI “L. Spallanzani”, Roma
Alessia De Angelis Dirigente infermieristico Dipartimento Professioni Sanitarie ASL Roma 3
Introduzione
Le ondate dei contagi da COVID-19 gravano pesantemente sulle strutture ospedaliere e impongono un carico notevole, lavorativo ed emotivo, agli operatori sanitari.
Obiettivi
Questo studio intende rilevare il livello di Stress Post-Traumatico e il grado di Resilienza negli infermieri di Terapia Intensiva.
Metodi
Lo studio osservazionale trasversale è stato condotto presso un ospedale del Centro Italia dal 10 gennaio al 10 febbraio 2021, proponendo agli infermieri l’autosomministrazione della scala PTSS-10 e il Questionario della Resilienza. I questionari sono stati inviati a coloro che hanno aderito all’invito trasmesso con mail aziendale. La compilazione è avvenuta online con lo strumento Google Moduli.
Risultati
Il campione, di convenienza, comprende 41 infermieri, prevalentemente di sesso femminile, con età media di 29 anni (ds = 4,4) e con presenza in servizio di 2,5 anni (ds = 5,9). Il livello medio di Stress Post–Traumatico è pari a 32 punti (ds = 13,49) e risulta essere inversamente correlato con il livello medio di Resilienza (media = 21,9 e ds = 3,3).
Conclusioni
Seppure in misura contenuta, il campione accusa Disturbo da Stress Post-Traumatico, nonostante le risorse di Resilienza siano risultate come “buone”. Ulteriori studi potranno confrontare unità di Terapia Intensiva COVID e non COVID, per valutare il reale ruolo della pandemia COVID sull’insorgenza del Disturbo da Stress Post-Traumatico. In situazione di elevato stress, si raccomanda di praticare uno screening precoce, per prevenirne l’impatto psicologico negli infermieri, e di attuare politiche e interventi per attenuare il rischio di Disturbo da Stress Post-Traumatico.
Parole chiave: Infermieri di terapia intensiva, disturbo da stress post-traumatico, resilienza.
Secondary post-traumatic stress disorder and resilience during covid-19: results of an observational study carried out in intensive care units
ABSTRACT
Introduction
The waves of COVID-19 infections weigh heavily on hospitals and impose a significant work and emotional burden to health professionals.
Objectives
This study intends to detect the level of post-traumatic stress and the degree of resilience in intensive care nurses.
Methods
The cross-sectional observational study was carried out at a hospital in Central Italy from 10th January to 10th February 2021, proposing the self-administration of the PTSS-10 scale and the Resilience Questionnaire to nurses. The questionnaires were sent to those who accepted the invitation directed by company email. The compilation took place online with the Google Forms tool.
Results
The sample, of convenience, includes 41 nurses, mainly female, with an average age of 29 years (sd = 4.4) and with a presence in service of 2.5 years (sd = 5.9). The average level of Post-Traumatic Stress was equal to 32 points (ds = 13,49) and appears to be inversely correlated with the average level of Resilience (mean = 21.9 and ds = 3.3).
Conclusions
Although to a limited extent, the sample accuses Post-Traumatic Stress Disorder, despite the Resilience resources being qualified as “good”. Further studies will compare COVID and non-COVID intensive care units, to evaluate the real role of the COVID pandemic on the onset of Post-Traumatic Stress Disorder. In situations of high stress, it is recommended to practice early screening, to prevent its psychological impact on nurses, and to implement policies and interventions to mitigate the risk of Post-Traumatic Stress Disorder.
Key words: Critical care nurses, post-traumatic stress disorder, resilience.
RIVISTA BIMESTRALE
Organo ufficiale della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche
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