RIVISTA BIMESTRALE
Organo ufficiale della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche
Tiziana Perrotta*Infermiere Specialista in Rischio Infettivo correlato all’assistenza sanitaria – ISRI, Fondazione Toscana Gabriele Monasterio – Ospedale San Cataldo, Pisa, Italia
Luca Fialdini*Infermiere Terapia Intensiva Adulti, Fondazione Toscana Gabriele Monasterio – Ospedale del Cuore, Massa, Italia
Maria Filomena Speltri Infermiere UTI e Subintensive – U.O.S.V.D. Anestesia e Rianimazione, U.O.C. Cardiologia e Medicina Cardiovascolare, U.O.S.V.D. Pneumologia, Fondazione Toscana Gabriele Monasterio – Ospedale San Cataldo, Pisa, Italia
Mariella Tongiani Coordinatore Infermieristico Controllo Infezioni, Fondazione Toscana Gabriele Monasterio, Italia
Marco Vaselli Posizione funzionale organizzativa – Responsabile S.I.T.R.A., Fondazione Toscana Gabriele Monasterio – Ospedale San Cataldo, Pisa, Italia
Stefania Baratta Direttore Dipartimento Professioni Sanitarie (S.I.T.R.A.), Fondazione Toscana Gabriele Monasterio, Italia
Monica Baroni Clinical Risk Manager, Fondazione Toscana Gabriele Monasterio, Italia
Angela Durante Ricercatore Dipartimento Professioni Sanitarie (S.I.T.R.A.), Fondazione Toscana Gabriele Monasterio, Italia. Ricercatore Tenure Truck – Health Science Interdisciplinary Center, Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna, Pisa, Italia
*I primi due autori condividono la prima posizione in quanto hanno contribuito equamente alla realizzazione dell’elaborato.
Introduzione: Nonostante la Pandemia da COVID-19, l’aderenza del personale sanitario all’igiene mani resta una sfida continua, complicata dall’assenza di uno standard univoco che ne definisca la strategia di monitoraggio, nonché da ambienti e profili di cura sempre più complessi. Questo, in parte, giustifica un gap di letteratura che risulta carente di esperienze di monitoraggio longitudinali soprattutto nei contesti italiani.
Obiettivi: Lo studio si propone di descrivere l’aderenza all’igiene mani dei Professionisti coinvolti nell’assistenza diretta dal 2016 al 2023.
Materiali e metodi: Studio osservazionale longitudinale retrospettivo monocentrico. I dati sono stati acquisiti tramite modalità di raccolta dirette e indirette: “osservazione delle opportunità”, attraverso l’utilizzo di una scheda telematica di sorveglianza, e il consumo del gel idroalcolico. È stata condotta un’analisi statistica descrittiva mediata dal software opensource RStudio.
Risultati: Il livello di aderenza è prevalentemente superiore alla soglia aziendale attesa dell’80%. Sono state acquisite 50997 osservazioni, con percentuali di aderenza comprese tra il 77.99% e l’87.30%. Gli infermieri e gli operatori socio-sanitari hanno mantenuto nel tempo una percentuale di adesione costante (mediamente 92.29% e 90.08%, rispettivamente) mentre l’adesione dei medici e dei tecnici è risultata altalenante (mediamente 76.19% e 79.95%, rispettivamente). Nel periodo indicato, sono stati utilizzati 8614 litri di gel idroalcolico.
Discussione e conclusioni: Un livello di compliance superiore alla soglia aziendale testimonia l’impegno del management nel sostenere la sensibilizzazione del personale in tal senso. Tuttavia, sovente, gli atteggiamenti possono variare tra i diversi gruppi professionali influenzando la percentuale di aderenza.
Parole chiave: Igiene mani, monitoraggio, aderenza, personale sanitario.
Hand hygiene surveillance in healthcare personnel: multidisciplinary longitudinal study
ABSTRACT
Introduction: Despite the COVID-19 pandemic, healthcare personnel’s adherence to hand hygiene remains a continuous challenge, complicated by the absence of a univocal standard that defines the monitoring strategy, as well as increasingly complex environments and care profiles. This partly justifies a gap in literature which lacks longitudinal monitoring experiences, especially in Italian contexts.
Objectives: The study aims to describe the adherence to hand hygiene of Professionals involved in direct care from 2016 to 2023.
Materials and methods: Single-center retrospective longitudinal observational study. The data have been acquired by direct and indirect collection methods: “observation of opportunities”, through the use of an electronic surveillance form, and the consumption of hydroalcoholic gel. A descriptive statistical analysis was conducted using the open-source software RStudio.
Results: The level of adherence is higher than the expected company threshold of 80%. 50,997 observations were acquired, with adherence percentages between 77.99% and 87.30%. Nurses and health-care workers have maintained a constant adherence percentage over time (on average 92.29% and 90.08%, respectively) while the adherence of doctors and technicians has been fluctuating (on average 76.19% and 79.95%, respectively). In the indicated period, 8614 liters of hydroalcoholic gel were used.
Discussion and conclusions: A level of compliance above the company threshold demonstrates the management’s commitment in supporting staff awareness in this regard. However, often, attitudes may vary between different professional groups, influencing the adherence percentage.
Key words: Hand hygiene, monitoring, adherence, healthcare professionals.
Francesco Pastore Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione, Università “Tor Vergata”, Roma, Italia
Melania Totaro Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione, Università “Tor Vergata”, Roma, Italia
Barbara Forastefano Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione, Università “Tor Vergata”, Roma, Italia
Valentina Simonetti Dipartimento di Tecnologie Innovative in Medicina e Odontoiatria, Universtià Gabriele D’Annunzio”, Chieti, Italia
Giancarlo Cicolini Dipartimento di Tecnologie Innovative in Medicina e Odontoiatria, Universtià Gabriele D’Annunzio”, Chieti, Italia
Dania Comparcini Dipartimento Interdisciplinare di Medicina, Università “Aldo Moro”, Bari, Italia
Introduzione: La valutazione neurologica della coscienza è determinante per il miglioramento degli outcome clinici. Tuttavia, le scale di valutazione sono poco utilizzate dagli infermieri, forse a causa di una formazione limitata. Ad oggi, a nostra conoscenza, nessuno studio ha valutato le conoscenze degli strumenti per la valutazione della coscienza tra gli studenti di infermieristica.
Obiettivi: Valutare le conoscenze degli strumenti per la valutazione della coscienza tra gli studenti di infermieristica.
Materiali e metodi: È stato condotto, in Italia, uno studio cross-sectional da novembre 2022 a marzo 2023, tramite campionamento di convenienza e a palla di neve. La raccolta dati è avvenuta utilizzando un questionario composto da quattro sezioni: (I) dati sociodemografici; (II) percorso formativo universitario, esperienza, ambiente di tirocinio; (III) conoscenze e (IV) modalità formative sulla valutazione della coscienza. Le sezioni III e IV sono state ricavate dal questionario Consciousness assessment: A questionnaire of current neuroscience nursing practice in Europe.
Risultati: Dei 209 studenti partecipanti, più di due terzi praticavano la valutazione della coscienza, utilizzando principalmente la Glasgow Coma Scale. La formazione sulla valutazione della coscienza è correlata all’utilizzo nella pratica clinica di uno strumento validato. Inoltre, la formazione continua è correlata alla valutazione quotidiana della coscienza, all’utilizzo di uno strumento validato e al numero di volte in cui tale valutazione viene effettuata.
Discussione e conclusioni: I risultati evidenziano buone conoscenze degli strumenti per la valutazione neurologica tra gli studenti di infermieristica. La formazione specifica e l’aggiornamento continuo sembrano favorire l’utilizzo di strumenti validati.
Parole chiave: Coscienza; esame neurologico; formazione infermieristica; studenti di infermieristica.
Neurological assessment of consciousness: a cross-sectional study of tool knowledge among nursing students
ABSTRACT
Introduction: In undergraduate nursing education, the narrative approach promotes observation, listening, taking care, critical thinking, and awareness skills. The didactic proposal ‘Moments of Negligible Happiness’ involved nursing students in a narrative-sharing experience in a group to promote introspection and listening skills.
Objectives: To evaluate knowledge of consciousness assessment tools among nursing students.
Materials and methods: A cross-sectional study was conducted, in Italy, from November 2022 to March 2023 using convenience and snowball sampling. Data were collected online through a questionnaire comprising four sections: (I) sociodemographic data; (II) university education, experience, internship environment; (III) knowledge and (IV) educational methods for consciousness assessment. Sections III and IV were adapted from the Consciousness assessment: A questionnaire of current neuroscience nursing practice in Europe, translated and modified into Italian.
Results: Among 209 participating students, more than two thirds assessed consciousness, mainly using the Glasgow Coma Scale. Education in consciousness assessment is correlated with the use of a validated tool in clinical practice. Furthermore, continuous education updates are correlated with daily consciousness assessment and the use of a validated tool, as well as with the frequency of such assessments.
Discussion and conclusions: Results show good knowledge of the tools for neurological assessment among nursing students. Specific training and continuous updating seem to benefit the use of validated tools.
Key words: Consciousness; neurologic examination; education, nursing; students, nursing.
Nathalie Rossi RN, Teacher at Nursing Bachelor, DEASS Department, Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, Manno, Svitzerland (CH)
Carla Ambrogina Pedrazzani PhD, Senior Researcher-Teacher, Nursing Bachelor Responsable, DEASS Department, Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, Manno, Svitzerland (CH)
Cinzia Gradellini PhD, Teacher at Nursing Bachelor and Master, DEASS Department, Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, Manno, Svitzerland (CH)
Introduzione: Nella formazione universitaria in Infermieristica, l’approccio narrativo promuove abilità di osservazione, ascolto, presa in carico, pensiero critico e consapevolezza. La proposta didattica “Momenti di Trascurabile Felicità” ha visto il coinvolgimento degli studenti di Infermieristica in un’esperienza narrativa di condivisione in gruppo, al fine di promuovere capacità di introspezione e ascolto.
Obiettivi: Valutare l’attività didattica considerando come gli studenti hanno partecipato e loro percezione del possibile impatto sul futuro professionale.
Materiali e metodi: Lo studio ha seguito una metodologia qualitativa. I dati sono stati raccolti attraverso: osservazione con check list del clima/coinvolgimento; analisi semantica per parole chiave degli elaborati degli studenti; focus group; sticky wall method.
Risultati: La partecipazione degli studenti all’attività conferma la potenzialità delle metodologie narrative di sviluppare competenze di osservazione e ascolto con promozione delle capacità comunicative, organizzative e di team. Dall’analisi degli elaborati, emergono elementi specifici della professione, come l’attenzione che risulta alla base del pensiero critico e che diventa sinonimo di capacità di riflettere sull’esperienza, attraverso l’attribuzione di significato. Nell’analisi della percezione dell’impatto sul futuro professionale, emerge sensibilizzazione ad aspetti di fondamentale importanza per la professione: ascolto, rispetto, introspezione e cura del sé, insieme al ruolo centrale della relazione.
Discussione e conclusioni: La partecipazione degli studenti alla proposta formativa ha permesso di riscoprire significati che stimolano competenze trasversali del quotidiano e del contesto professionale. L’uso educativo della narrazione ha promosso la consapevolezza identitaria degli studenti, confermando l’importanza del portare avanti l’approccio narrativo nei corsi di laurea in Infermieristica.
Parole chiave: Infermieristica, attività educative, narrazione; ricerca qualitativa.
Negligible Happiness and narrative approach for the Nursing students, a qualitative study
ABSTRACT
Introduction: In undergraduate nursing education, the narrative approach promotes observation, listening, taking care, critical thinking, and awareness skills. The didactic proposal ‘Moments of Negligible Happiness’ involved nursing students in a narrative-sharing experience in a group to promote introspection and listening skills.
Objectives: Evaluate the teaching activity by considering how the students participated and their perception of the possible impact on their professional future.
Materials and methods: The study followed a qualitative methodology, aimed at understanding the perception of a group about a phenomenon. Data were collected through: observation with a climate/involvement checklist; semantic keyword analysis of student papers; focus groups; sticky wall method.
Results: The students’ participation in the activity confirms the potential of narrative methodologies to develop observation and listening skills with the promotion of communication, organizational, and team skills. From the analysis of the papers, specific elements of the profession emerge, such as attention, which is the basis of critical thinking and which becomes synonymous with the ability to reflect on experience, through the attribution of meaning. In the analysis of the perceived impact on the professional future, awareness emerges of aspects of fundamental importance to the profession: listening, respect, introspection, and self-care, together with the central role of relationships.
Discussion and conclusions: The students’ participation in the training proposal made it possible to rediscover meanings that stimulate transversal skills in everyday life and in the professional context. The educational use of storytelling promoted students’ identity awareness, confirming the importance of pursuing the narrative approach in nursing degree courses.
Key words: Nursing, activity educational, narration, qualitative research.
Mariachiara Figura PhD, RN, Research Fellow, Department of Biomedicine and Prevention University of Rome Tor Vergata,
Rome, Italy
RIASSUNTO
Le tabelle sono molto adatte per descrivere accuratamente e in maniera semplificativa risultati emersi da un’analisi statistica, mentre figure e grafici offrono un’immediata percezione di un fenomeno o delle fasi di una ricerca, attirando l’attenzione del lettore su schemi e tendenze difficili da comunicare solo attraverso parole o numeri. Pertanto, in un contesto di comunicazione efficace, diventa essenziale fare scelte oculate tra il testo principale e le tabelle, figure e grafici, adattandoli al pubblico e al contesto specifico. La rappresentazione grafica dei dati, come evidenziato dalla storia della medicina, è un pilastro nella comunicazione scientifica e contribuisce significativamente alla trasmissione di conoscenze, e sebbene lo sviluppo di tabelle e figure di qualità richieda tempo e riflessione, si tratta di un prezioso investimento per il successo e la diffusione dell’articolo nella comunità scientifica.
Alla luce di quanto emerso, l’obiettivo del seguente articolo è quello di sensibilizzare la comunità infermieristica sull’importanza di produrre grafici, tabelle e figure ben costruiti all’interno di pubblicazioni scientifiche e fornire qualche indicazione su come creare rappresentazioni efficienti.
Parole chiave: Ricerca infermieristica, grafici, tabelle, figure, comunicazione scientifica.
The use of graphs, tables and figures in nursing research: methodological aspects
ABSTRACT
Tables are very suitable for describing accurately and in a simplified way the results emerging from a statistical analysis, while graphs offer an immediate perception of a phenomenon or the phases of a research, drawing the reader’s attention to difficult patterns and trends. Therefore, in an effective communication context, it becomes essential to make careful choices between the main text and the tables, figures and graphs, adapting them to the audience and the specific context.
The graphical representation of data, as evidenced by the history of medicine, is a mainstay in scientific communication and contributes significantly to the transmission of knowledge, and although developing quality tables and figures requires time and thought, it is a valuable investment for the success and diffusion of the article in the scientific community. In light of what emerged, the objective of the following article is to raise awareness in the nursing community of the importance of producing well-constructed graphs, tables and figures within scientific publications and to provide some indications on how to create efficient representations.
Key words: Nursing research, graphs, tables, figures, scientific communication.
Annamaria Bagnasco PhD, MSN, RN, MEdSc, FFNMRCSI Professore Ordinario Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Italia
Gianluca Catania PhD, MSN, RN Professore Associato Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Italia
Milko Zanini PhD, MSoc, MSN, RN, FFNMRCSI Docente e Ricercatore Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Italia
Nicola Pagnucci PhD, MSN, RN Ricercatore Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Pisa, Italia
Maura Lusignani MSN, RN Professore Ordinario Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano, Italia
Alberto Dal Molin PhD, MSN, RN Professore Associato Dipartimento di Medicina Traslazionale, Università degli Studi del Piemonte Orientale, Novara, Italia
Beatrice Mazzoleni PhD, MSN, RN Direttore Corso di Laurea Infermieristica Dipartimento di Scienze Biomediche Humanitas University, Pieve Emanuele, Milano, Italia
Loredana Sasso MSN, MEdSc, RN, FAAN, FFNMRCSI Direttore Scientifico CERSI-FNOPI già Professore Ordinario Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Italia
Introduzione
Il fenomeno delle cure mancate o invisibili hanno ripercussioni non solo sulla qualità assistenziale ma anche sull’apprendimento delle cure fondamentali. Spesso, infatti, gli studenti di infermieristica considerano le cure fondamentali come attività di poca importanza.
Obiettivi
Lo scopo è di migliorare gli esiti sui pazienti attraverso l’integrazione del Framework delle Fundamentals of Care (FoC) nella formazione infermieristica.
Materiali e metodi
Studio multifase multicentrico che comprende una fase di ricerca qualitativa e una quantitativa. La fase di ricerca qualitativa utilizzerà il disegno della Grounded Theory (GT) per analizzare il processo di presa in carico dei bisogni primari messo in atto dagli studenti del Corso di Laurea in Infermieristica durante il tirocinio del primo anno. Il campionamento sarà di convenienza e gli studenti partecipanti saranno intervistati ed osservati sul campo. Le analisi saranno di tipo comparativo e saranno costantemente effettuate tra un’intervista e un’altra secondo il disegno della GT. La fase quantitativa utilizzerà un disegno di studio randomizzato controllato multicentrico per valutare l’efficacia dell’integrazione del quadro FoC nella formazione infermieristica. La popolazione di riferimento saranno gli studenti del primo anno del Corso di Laurea in Infermieristica, i pazienti assistiti nel tirocinio clinico e gli infermieri e le guide di tirocinio dei reparti di tirocinio clinico selezionati. I dati saranno raccolti tramite questionari differenti tra le tre popolazioni e valutazioni degli studenti pre-post-intervento. I dati saranno analizzati tramite analisi descrittive ed inferenziali.
Discussione e conclusioni
Si presume che integrare il framework delle FoC all’interno della formazione infermieristica possa aumentare l’attenzione delle FoC da parte degli studenti, con conseguente impatto sulla qualità delle cure.
Parole chiave: Cure fondamentali; formazione infermieristica; tirocinio clinico; pazienti; studio multifase.
Integrating the Fundamentals of Care Framework into (Italian) Nursing Education: protocol of FoC-FORM study
ABSTRACT
Introduction
The phenomenon of missed or invisible care affects not only the quality of care but also the learning of fundamental care. Indeed, nursing students often regard fundamental care as an activity of little importance.
Objectives
The aim is to improve patient outcomes through the integration of the Fundamentals of Care (FoC) Framework into nursing education.
Materials and methods
Multi-phase multicentre study comprising a qualitative and a quantitative research phase. The qualitative research phase will utilise the Grounded Theory (GT) design to analyse the process of primary needs taking implemented by Bachelor of Nursing students during their first-year placement. Sampling will be of convenience and participating students will be interviewed and observed in the field. Analyses will be comparative in nature and will be consistently conducted between interviews according to the GT design. The quantitative phase will use a multicentre randomised controlled trial design to evaluate the effectiveness of integrating the FoC framework into nursing education. The target population will be first-year students of the Bachelor of Science in Nursing, patients served in clinical placement and nurses and placement leaders of selected clinical placement departments. Data will be collected via different questionnaires among the three populations and pre-post-intervention student assessments. Data will be analysed by descriptive and inferential analysis.
Discussion and conclusions
It is thought that integrating the FoC framework into nursing education will increase students’ focus on FoC, which will have an impact on the quality of care.
Key words: Fundamentals of Care; nursing education; clinical placement; patients; multicentre study.
Stefano Busti Infermiere, Milano. Italia
Ilaria Milani Infermiera tutor, Corso di Laurea in Infermieristica UNIMI, sede didattica San Giuseppe – Milano, Italia
Stefano Romano Capatti Infermiere tutor, Corso di Laurea in Infermieristica UNIMI, sede didattica San Giuseppe – Milano, Italia
Filippo Ingrosso Infermiere tutor, Corso di Laurea in Infermieristica UNIMI, sede didattica San Giuseppe – Milano, Italia
Paola Ripa Direttore didattico, Corso di Laurea in Infermieristica UNIMI, sede didattica San Giuseppe – Milano, Italia
Elisa Rimoldi Infermiera tutor, Corso di Laurea in Infermieristica UNIMI, sede didattica San Giuseppe – Milano, Italia
Rita Biscotti Infermiera tutor, Corso di Laurea in Infermieristica UNIMI, sede didattica San Giuseppe – Milano, Italia
Introduzione
Il Centers for Medicare and Medicaid Services definisce la contenzione fisica come qualsiasi mezzo manuale, dispositivo fisico o meccanico, materiale o attrezzatura che immobilizza il paziente o ne riduce la capacità di muovere liberamente le braccia, le gambe, il corpo o la testa. In Italia la contenzione fisica è una pratica ancora molto diffusa, nonostante venga più volte ribadita la necessità di limitarne l’uso.
Obiettivi
Effettuare una disamina dell’evoluzione del concetto e dell’uso della contenzione fisica dal 1960 ad oggi in Italia.
Materiali e metodi
È stata condotta una revisione narrativa della letteratura attraverso la consultazione delle banche dati PubMed, Embase, Scopus, Cinahl e Ovid PsycInfo nel mese di marzo 2023.
Risultati
È emersa un’evoluzione del concetto di contenzione parallela al progresso della professione infermieristica, entrambi alla base dei successivi aggiornamenti dei Codici deontologici. I temi emersi riguardo alla contenzione sono stati quelli inerenti alla diffusione dell’uso, le motivazioni che giustificano l’atto, le tipologie utilizzate, il ruolo svolto dall’infermiere e le emozioni suscitate nel farlo.
Discussione e conclusioni
Il ruolo dell’infermiere è diventato centrale nella gestione della contenzione fisica, ma le tipologie di dispositivi adottati e le motivazioni che ne giustificano l’applicazione non sono evoluti in modo sostanziale nel periodo storico indagato. Sono emersi vuoti legislativi e lacune conoscitive da parte dei professionisti, ma anche evidenze per un’assistenza “no restraint”.
Parole chiave: Contenzione fisica, evoluzione, conoscenze, infermieri, Italia.
A narrative review of physical restraint in Italy since 1960
ABSTRACT
Introduction
The Centers for Medicare and Medicaid Services defines physical restraint as “any manual method, physical or mechanical device, material, or equipment that immobilizes or reduces the ability of a patient to move his or her arms, legs, body, or head freely”. In Italy it is still a very widespread practice, despite the necessity to limit it is reiterated.
Objectives
Analyze the evolution of the concept and use of physical restraints since 1960 in Italy.
Materials and methods
A narrative review was conducted by consulting the databases of PubMed, Embase, Scopus, Cinahl and Ovid PsycInfo in March 2023.
Results
An evolution of the concept of restraint emerged in parallel with the progress of the nursing, both characterizing the updates of the deontological Code. The themes that emerged regarding restraint were those inherent to the spread of its use, the reasons justifying the act, the typologies used, the role of the nurse and their emotions.
Discussion and conclusions
The role of the nurse has become central in the management of physical restraint, but the types of adopted devices and the reasons justifying their application have not evolved substantially in the investigated historical period. Legislative and knowledge gaps have emerged, as well as evidence for “no restraint” assistance.
Key words: Physical restraint, evolution, knowledge, nurses, Italy.
Luca Giuseppe Re Infermiere, Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Milano. Italia
Silvia Cilluffo Infermiera tutor, ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano, Italia
Marisa Brivio Infermiera tutor, ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano, Italia
Massimiliano D’Elia Infermiere tutor, ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano, Italia
Introduzione
La clown terapia è efficace sui bambini in vari contesti clinici, ma manca una sintesi quantitativa focalizzata sul suo effetto durante il periodo perioperatorio.
Obiettivi
Valutare l’efficacia della clown terapia per i bambini nel periodo perioperatorio.
Materiali e metodi
Revisione sistematica con meta-analisi di trial clinici controllati randomizzati o quasi randomizzati a gruppi paralleli. Reperimento dei documenti tramite interrogazione di banche dati biomediche e registri di studi clinici. La clown terapia è stata confrontata con le cure usuali o altri interventi. L’esito primario è stato l’ansia del bambino in sala di attesa. Il rischio di bias è stato valutato con Risk of Bias 2. La dimensione d’effetto è stata calcolata con un modello a effetti casuali. La certezza/qualità dei risultati è stata valutata con il metodo GRADE.
Risultati
Sono stati inclusi nella revisione diciassette trial a moderato/alto rischio di bias. Rispetto alle cure usuali, la clown terapia ha ridotto l’ansia in sala di attesa in modo statisticamente significativo (SMD: -0.64, 95% CI: -0.94, -0.35; 11 trial, N = 1521); la dimensione d’effetto è moderata e la qualità/certezza delle prove bassa. L’eterogeneità statistica tra gli studi è elevata (I2 = 80.77 %) e il rischio di bias di pubblicazione improbabile. L’intervento ha un effetto positivo e statisticamente significativo anche sull’ansia all’induzione e sul dolore postoperatorio.
Discussione e conclusioni
La clown terapia ha un effetto moderato e statisticamente significativo sull’ansia preoperatoria in sala di attesa e all’induzione e sul dolore postoperatorio di bambini di età 4-9 anni sottoposti a interventi di chirurgia minore.
Parole chiave: Clown terapia, ansia, dolore, bambini, periodo postoperatorio.
Effectiveness of clown therapy for children in the perioperative period. Systematic review with meta-analysis
ABSTRACT
Introduction
Clown therapy is effective on children in various clinical settings, but a quantitative synthesis focused on its effect during the perioperative period is lacking.
Objectives To evaluate the effectiveness of clown therapy for children in the perioperative period.
Materials and methods
Systematic review with meta-analysis of randomized or quasi-randomized parallel-group controlled clinical trials. Document retrieval by querying biomedical databases and clinical trial registries. Clown therapy was compared with usual care or other interventions. The primary outcome was the child’s anxiety in the waiting room. Risk of bias was assessed with Risk of Bias 2. Effect size was calculated with a random effects model. The certainty/quality of the results was assessed with the GRADE approach.
Results
Seventeen trials at moderate/high risk of bias were included in the review. Compared with usual care, clown therapy reduced anxiety in the waiting room statistically significantly (SMD: -0.64, 95% CI: -0.94, -0.35; 11 trials, N = 1521); effect size was moderate and quality/certainty of evidence low. Statistical heterogeneity among studies is high (I2 = 80.77 %) and the risk of publication bias unlikely. The intervention also has a positive and statistically significant effect on anxiety at induction and postoperative pain.
Discussion and conclusions
Clown therapy has a moderate and statistically significant effect on anxiety in the waiting room and at induction and on postoperative pain of children aged 4-9 years undergoing minor surgery.
Key words: Clown therapy, anxiety, pain, children, postoperative period.
Rosaria Alvaro MSN, RN, FAAN, FESC, Componente del Comitato scientifico CERSI-FNOPI, Professore Ordinario Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione Facoltà di Medicina Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Italia
Annamaria Bagnasco PhD, MSN, RN, MEdSc, FFNMRCSI, Componente del Comitato scientifico CERSI-FNOPI, Professore Ordinario, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Italia
Manuele Cesare PhD, MSN, RN, Assegnista di ricerca, Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca Infermieristica c/o OPI Roma, Italia
Marco Di Nitto PhD, MSN, RN, Ricercatore Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Italia
Francesco Zaghini PhD, MSN, RN, Ricercatore, Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione Facoltà di Medicina Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Italia
Loreto Lancia MSN, RN, Componente del Comitato scientifico CERSI-FNOPI, Professore Ordinario Dipartimento di Medicina Clinica, Sanità Pubblica, Scienze della vita e dell’Ambiente, Università degli Studi dell’Aquila, Italia
Duilio Fiorenzo Manara MSN, RN, Componente del Comitato scientifico CERSI-FNOPI, Professore Associato Università Vita-Salute San Raffaele, Italia
Laura Rasero MSN, RN, Componente del Comitato scientifico CERSI-FNOPI, Professore Associato Dipartimento di Scienze della Salute Università degli studi di Firenze, Italia
Gennaro Rocco PhD, MSN, RN, FAAN, FFNMRCSI, Componente del Comitato scientifico CERSI-FNOPI, Direttore Scientifico Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca Infermieristica c/o OPI Roma, Italia
Alessandra Burgio Dirigente di Ricerca, Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), Roma
Paolo Landa Ricercatore, Département des opérations et systèmes de décision, Faculté des sciences de l’administration, Université Laval, Québec (Canada), Axe Santé des Populations et Pratiques Optimales en Santé, Centre de Recherche du Centre Hospitalier Universitaire de Québec, Canada
Jonathan Drennan Professor of Nursing, UCD School of Nursing, Midwifery and Health Systems, University College Dublin, Irlanda
John Welton Professor Emeritus, College of Nursing, Anschutz Medical Campus, University of Colorado, Colorado
Walter Sermeus Full Professor, Programme Director Master of Healthcare Management & Policy KU Leuven, Head of the KU Leuven WHO CC on Human Resources for Health Research & Policy, KU Leuven Institute for Healthcare Policy, Belgio
Barbara Mangiacavalli MSN, RN Presidente FNOPI, Roma, Italia
Loredana Sasso MSN, MEdSc, RN, FAAN, FFNMRCSI Direttore Scientifico CERSI-FNOPI, già Professore Ordinario Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova, Italia
e il Gruppo di collaborazione ENLIGHT IT
Introduzione
Nel contesto sanitario attuale, l’analisi dei costi è incentrata principalmente sulle pratiche di natura medica attraverso il sistema Diagnosis Related Group (DRG). Questo sistema non tiene in considerazione i costi specifici dell’assistenza infermieristica.
Obiettivi
Il protocollo descrive uno studio che si porrà come obiettivo quello di Individuare e valutare le attività infermieristiche “sommerse” ma pervasive, nelle degenze ospedaliere, negli ambulatori a gestione infermieristica e nei percorsi “See & Treat”, attraverso un confronto dell’erogato assistenziale con il sistema di rimborso dei Diagnosis Related Group (DRG).
Materiali e metodi
Il protocollo descrive uno studio osservazionale multicentrico che raccoglierà i dati delle prestazioni assistenziali erogate ai pazienti ricoverati in ospedale e ai pazienti assistiti negli ambulatori a gestione infermieristica e nei percorsi “See & Treat”.
Lo studio sulle degenze ospedaliere sarà condotto con un disegno retrospettivo attraverso l’analisi dei dati di pazienti presi in carico in ambito medico e chirurgico reperiti dalla scheda di dimissione ospedaliera e dalla cartella infermieristica. Si ipotizza di poter raccogliere i dati retrospettivi dell’assistenza nelle degenze ospedaliere, data la presenza in molti ospedali di sistemi informatizzati che potrebbero consentire l’accessibilità ai dati.
Lo studio sugli ambulatori a gestione infermieristica e sui percorsi “See & Treat” sarà condotto attraverso l’analisi retrospettiva e prospettica delle prestazioni assistenziali e della percezione del contesto organizzativo degli infermieri afferenti alle suddette strutture. Questi dati saranno raccolti su documentazione cartacea.
Discussione e conclusioni
L’applicazione di questo protocollo di ricerca potrebbe fornire dati utili ai fini della programmazione e la distribuzione economica delle risorse all’interno delle organizzazioni sanitarie.
Parole chiave: Diagnosis related group, assistenza infermieristica, valutazione economica, rimborso delle aziende sanitarie.
The constant, hidden and pervasive centrality of nursing work in the National Health Service. ENLIGHTening Hidden Nursing Care: A Multicentre Observational Study in Italy
ABSTRACT
Introduction
In the current healthcare context, cost analysis considers mostly medical practices through the Diagnosis Related Group (DRG) system. This system does not consider the specific costs of nursing care, which are instead calculated as general room costs of hospitalisation. Currently, in the Italian context, there are no studies that have demonstrated whether considering nursing data in healthcare service reimbursement systems could contribute to a more equitable distribution of economic resources to these services.
Objectives
This protocol will aim to identify and evaluate “hidden” but pervasive nursing activities in hospital inpatient stays, nurse-managed outpatient clinics and “See & Treat” pathways through a comparison of nursing care delivered with the Diagnosis Related Group (DRG) reimbursement system.
Materials and methods
A multicentre observational study that will collect data on the care delivered to hospital inpatients and to patients cared for in nurse-led outpatient clinics and “See & Treat” pathways.
The hospital inpatient study will be conducted with a retrospective design by analysing the data of medically and surgically admitted patients from the hospital discharge form and nursing records. It is assumed that it will be possible to collect retrospective data on inpatient care, given the presence of computerised systems in many hospitals which could allow data accessibility.
The study on nurse-managed outpatient clinics and “See & Treat” pathways will be conducted through a retrospective and prospective analysis of the care services and the perception of the organisational context of the nurses belonging to those facilities. These data will be collected on paper-based documentation.
Discussion and conclusions
The results of this study could provide useful data for economic strategy planning and economic resource distribution within healthcare services, guiding administrators’ decisions and national healthcare policies.
Key words: Diagnosis related group, nursing care, economic evaluation, reimbursement model.
Luca Giuseppe Re Infermiere tutor e prof. a c., Corso di Laurea in Infermieristica Università degli Studi di Milano, sezione Niguarda ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano, Italia
Silvia Cilluffo Infermiera tutor e prof. a c., corso di laurea in Infermieristica Università degli Studi di Milano, sezione Niguarda ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano, Italia
Stefania Rippa Infermiera tutor e prof. a c., corso di laurea in Infermieristica Università degli Studi di Milano, sezione Niguarda ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano, Italia
Vincenza Aloia Infermiera tutor e prof. a c., corso di laurea in Infermieristica Università degli Studi di Milano, sezione Niguarda ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano, Italia
Anna Rita La Torre Infermiera tutor e prof. a c., corso di laurea in Infermieristica Università degli Studi di Milano, sezione Niguarda ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano, Italia
Valentina Tommasi Infermiera tutor e prof. a c., corso di laurea in Infermieristica Università degli Studi di Milano, sezione Niguarda ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano, Italia
Barbara Bassola Infermiera tutor e prof. a c., corso di laurea in Infermieristica Università degli Studi di Milano, sezione Niguarda ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano, Italia
Maura Lusignani Direttore didattico, corso di laurea in Infermieristica Università degli Studi di Milano, sezione Niguarda Professore ordinario MED/45, Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano, Italia
Introduzione
I cartoni animati hanno dimostrato in vari contesti clinici la loro efficacia nel ridurre il dolore da procedura nei bambini. Tuttavia, al momento non è disponibile una sintesi delle evidenze che si concentri sull’effetto dell’intervento sul dolore procedurale in ambulatorio pediatrico.
Obiettivi
Valutare l’efficacia dei cartoni animati sul dolore procedurale in ambulatorio pediatrico.
Materiali e metodi
Revisione sistematica con meta-analisi di trial clinici controllati randomizzati o quasi randomizzati. Reperimento dei documenti tramite interrogazione di banche dati biomediche, registri di studi clinici e letteratura grigia. I cartoni animati sono stati confrontati con le cure standard. L’esito primario è stato il dolore dopo la procedura. Il rischio di bias è stato valutato con RoB 2. La dimensione d’effetto è stata calcolata con un modello a effetti casuali. La certezza/qualità dei risultati è stata valutata con l’approccio GRADE.
Risultati
Sono stati inclusi nella revisione e nella sintesi quantitativa dieci trial. Rispetto alle cure standard, i cartoni animati hanno ridotto il dolore in modo statisticamente significativo (SMD: -1.17, 95% CI: -1.75, -0.59; N = 839); la dimensione d’effetto è molto ampia e la qualità/certezza delle prove è moderata. L’eterogeneità statistica tra gli studi è molto elevata (I2 = 92.67%).
Discussione e conclusioni
I cartoni animati mostrano un effetto positivo, molto ampio e statisticamente significativo sul dolore di soggetti sottoposti a procedure mediche in ambulatorio pediatrico. In attesa di ulteriori conferme, attualmente se ne può consigliare l’implementazione nella pratica clinica quotidiana anche in contesti con risorse limitate.
Parole chiave: Cartoni animati, dolore procedurale, bambini, ambulatorio.
Efficacy of cartoons on procedural pain in paediatric outpatient setting: systematic review with meta-analysis
ABSTRACT
Introduction
Cartoons have been shown in various clinical settings to be effective in reducing procedural pain in children. However, a synthesis of evidence focusing on the effect of the intervention on procedural pain in the paediatric outpatient setting is not currently available.
Objectives
To evaluate the effectiveness of cartoons on procedural pain in the paediatric outpatient setting.
Materials and methods
Systematic review with meta-analysis of randomised controlled trials or quasi-randomised controlled trials. Document retrieval by querying biomedical databases, clinical trial registries and grey literature. Cartoons were compared with standard care. The primary outcome was pain after the procedure. Risk of bias was assessed with RoB 2. Effect size was calculated with a random-effects model. The certainty/quality of the results was assessed with the GRADE approach.
Results
Ten trials were included in the review and quantitative synthesis. Compared to standard care, cartoons reduced pain statistically significantly (SMD: -1.17, 95% CI: -1.75, -0.59; N = 839); the effect size is very large and the quality/certainty of evidence is moderate. Statistical heterogeneity between studies is very high (I2 = 92.67%).
Discussion and conclusions
Cartoons show a positive, very large and statistically significant effect on the pain of subjects undergoing medical procedures in paediatric outpatient clinics. Pending further confirmation, their implementation in daily clinical practice can currently be recommended even in resource-limited settings.
Key words: Cartoons, procedural pain, children, ambulatory care facilities.
Francesco Zaghini PhD, MSN, RN, Research Fellow, Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione, Università degli studi di Roma Tor Vergata, Roma , Italia
Jacopo Fiorini PhD, MSN, RN, Infermiere di Ricerca, UOC Direzione Infermieristica, Fondazione Policlinico Tor Vergata, Roma, Italia
Giovanni Gioiello PhD student, MSN, RN, Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione, Università degli studi di Roma Tor Vergata, Roma, Italia
Alessandro Sili PhD, MSN, RN, Direttore UOC Direzione Infermieristica, Fondazione Policlinico Tor Vergata, Roma, Italia
Introduzione
L’Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC) assiste la persona e le famiglie nella comunità, assumendo, in Italia, un ruolo strategico, organizzativo e clinico nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza 2022. Comprendere come il benessere organizzativo e la qualità di vita degli IFeC sia influenzata dallo stile di leadership, diviene prioritario per implementare questo professionista a livello nazionale e garantire una qualità assistenziale migliore.
Obiettivi
Indagare la relazione esistente tra la percezione della leadership, il benessere organizzativo (stress, burnout, soddisfazione, engagement e commitment) e la qualità di vita degli IFeC.
Materiali e metodi
È stato condotto uno studio osservazionale, arruolando un campione di convenienza di IFeC. I dati sono stati raccolti attraverso una web survey composta da scale validate. È stata condotta un’analisi descrittiva ed inferenziale.
Risultati
Sono stati arruolati 250 IFeC, con età media di 39,4 anni e che lavoravano come IFeC mediamente da 2,4 anni. È emerso che gli IFeC sono soddisfatti del proprio lavoro, si sentono motivati, di far parte della propria organizzazione ed avvertono i loro leader etici. Rispetto ai contesti ospedalieri, sono stati registrati livelli di stress e burnout ridotti. In questa condizione di benessere organizzativo, la qualità di vita degli IFeC è migliore e predetta dalle variabili di contesto e del loro leader.
Discussione e conclusioni
In un ambiente lavorativo positivo, l’IFeC vive una condizione di benessere organizzativo, sentendosi motivato, soddisfatto e percependo una qualità di vita migliore. Studi futuri dovrebbero indagare gli esiti assistenziali a livello di comunità, valorizzando questo ambito di specializzazione infermieristica.
Parole chiave: Benessere organizzativo; infermiere di famiglia e di comunità; leadership infermieristica; qualità di vita.
The organizational well-being of the Family and Community Nurses: an observational study
ABSTRACT
Introduction
In Italy, the Family and Community Nurse (FCN) cares for individuals and families in the community, resulting in a strategic, organizational, and clinical role in the National Recovery and Resilience Plan 2022. Understanding the impact of the leadership style on the FCN organizational well-being and quality of life, it becomes imperative to implement this profession at a national level, ensuring a higher standard of care.
Objectives
To investigate the relationship between the perception of leadership, organizational well-being (stress, burnout, satisfaction, engagement, and commitment), and the FCN quality of life.
Materials and methods
An observational study was conducted, enrolling a convenience sample of FCN. The data were collected through a web survey composed of validated scales. A descriptive and inferential analysis was conducted.
Results
Some 250 FCN were enrolled, with an average age of 39.4 years, and who had been working as FCN for an average of 2.4 years. It was found that FCNs are satisfied with their work, feel motivated, to be part of their organization, and perceive their leaders as ethical ones. Compared to hospital settings, reduced levels of stress and burnout were recorded. In this condition of organizational well-being, the FCNs quality of life is improved and predicted by the context variables and their leader.
Discussion and conclusions
In a positive working environment, the FCNs experience a condition of organizational well-being, feeling motivated, satisfied, and perceiving a better quality of life. Future studies should investigate care outcomes at the community level, enhancing this area of nursing specialization.
Key words: Organizational well-being; family and community nurses; nursing leadership; quality of life.
RIVISTA BIMESTRALE
Organo ufficiale della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche
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