RIVISTA BIMESTRALE
Organo ufficiale della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche
Loreto Lancia Professore Ordinario di Scienze Infermieristiche, Dipartimento di Medicina Clinica e Sanità Pubblica, Scienze della Vita e dell’Ambiente – Università degli Studi dell’Aquila, Italia
La formazione infermieristica è un pilastro fondamentale per la sostenibilità e l’efficienza del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), grazie al ruolo centrale degli infermieri nella salute pubblica.
Questo articolo, partendo da una riflessione sulla storia della formazione infermieristica in Italia, discute della necessità di una maggiore qualificazione professionale e dell’esigenza di una differenziazione specialistica nella formazione universitaria post-base.
In particolare, discute di come il ripensamento dell’attuale filiera formativa possa rispondere sia alle esigenze di modernizzazione del sistema sanitario, sia alla crisi di attrattività che la professione infermieristica sta attraversando, contribuendo ad allineare la qualità del servizio offerto dagli infermieri italiani agli standard internazionali più elevati.
Parole chiave: Infermieristica, Formazione, Servizio Sanitario Nazionale.
Nursing Education and Sustainability of the National Health Service
ABSTRACT
Nursing education is a cornerstone of the sustainability and efficiency of the National Health Service, given the central role of nurses in public health.
This discussion paper reflects on the history of nursing education in Italy and discusses the need for greater professional qualification and the importance of specialized differentiation in post-graduation education.
Specifically, it explores how rethinking the current educational pathway could address both the need to modernize the healthcare system and the declining attractiveness of the nursing profession, contributing to aligning the quality of services provided by Italian nurses with the highest international standards.
Key words: Nursing, Education, National Health Services.
Cristiana Rago MSN, RN, Dottoranda in Scienze Infermieristiche e Sanità Pubblica, Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione Università Degli Studi di Roma Tor Vergata – Roma, Italia
Introduzione
L’evoluzione dei sistemi sanitari ha aumentato la complessità clinica e organizzativa, rendendo necessaria l’espansione delle competenze infermieristiche. L’International Council of Nurses (ICN) definisce l’Advanced Practice Nurse (APN) come un infermiere con formazione avanzata ed esperienza clinica, in grado di gestire decisioni complesse. Tra gli APN, il Clinical Nurse Specialist (CNS) si distingue per la specializzazione in aree cliniche, con un ruolo chiave nell’implementazione delle evidenze scientifiche, nella leadership e nella formazione. In Italia, le Linee di indirizzo FNOPI per la Laurea Magistrale a indirizzo clinico riconoscono l’infermiere specialista come un professionista con competenze specialistiche.
Obiettivi
Mappare il livello di competenze specialistiche degli infermieri nel sistema sanitario italiano, analizzando i meccanismi di implementazione e riconoscimento.
Materiali e metodi: Studio osservazionale trasversale condotto attraverso una survey online. Il campione include infermieri con competenze specialistiche di diversi contesti assistenziali. Sono stati raccolti dati demografici, professionali e formativi, oltre all’applicazione delle competenze nei contesti lavorativi.
Risultati
Lo studio ha coinvolto 99 partecipanti, con un’età media di 44 anni. La maggior parte lavorava in ambito ospedaliero (56,1%) e, seppur il 57,6% ha dichiarato di ricevere un riconoscimento formale per le proprie competenze specialistiche, solo il 34,4%, proveniente maggiormente da regioni settentrionali, ha ricevuto anche un riconoscimento economico.
Discussione e conclusioni
Lo studio ha evidenziato come in Italia ci sia in atto un processo di sviluppo delle competenze specialistiche infermieristiche.
Parole chiave: Infermieristica avanzata, Competenze infermieristiche, Specialisti infermieri, Assistenza infermieristica, Professionisti sanitari.
Mapping of specialized nursing competencies in the italian context: an observational study
ABSTRACT
Introduction
The evolution of healthcare systems has increased clinical and organizational complexity, necessitating the expansion of nursing competencies. The International Council of Nurses (ICN) defines the Advanced Practice Nurse (APN) as a nurse with advanced education and clinical experience, capable of managing complex decisions. Among the APNs, the Clinical Nurse Specialist (CNS) stands out for specialization in clinical areas, with a key role in implementing scientific evidence, leadership, and training. In Italy, the FNOPI guidelines for the master’s degree in clinical nursing recognize the specialist nurse as a professional with specialized skills.
Objectives: This study aims to map the level of specialized competencies of nurses in the Italian healthcare system, analyzing the mechanisms of implementation and recognition.
Materials and methods
A cross-sectional study was conducted through an online survey administered to nurses. The sample includes nurses with specialized skills from various healthcare settings. Demographic, professional, and educational data were collected, as well as information on the application of competencies in work contexts.
Results: The study involved 99 participants, with an average age of 44 years. Most participants worked in hospital settings (56.1%), and 57.6% reported receiving formal recognition for their specialized skills. Only 34.4% received financial recognition. Northern regions showed higher formal and financial recognition compared to other parts of Italy.
Discussion and conclusions
In Italy, a process for the development of the advanced practice of nursing is under way.
Key words: Advanced Nursing; Nursing Competencies, Specialist Nurses, Nursing Care, Healthcare Professionals.
Nadia Colombo (1), Monica Casati (2), Elena Marcellini (3), Laura Saladino (4), Maria Antonia Mosconi (5), Renzo Zambelli (6), Maria Irene Milesi (7), Pasqualina Colleoni (8), Simonetta Cesa (9), Giuseppe Lazzari (10)
Paola Montanari (1), Valerio Dimonte (2)
Silvia Grosso (1), Saverio Tonet (2), Ines Bernard (3), Denis De Marchi (4), Laura Dorigo (5), Gianluca Funes (6), Paolo Gandin (7), Massimo Lussu (8), Nicolas Oppio (9), Stefania Tissot (10), Luigi Pais dei Mori (11), Alvisa Palese (12)
RIASSUNTO
Introduzione Ad oggi sono considerate ‘non infermieristiche’ quelle attività che dovrebbero essere svolte da altri operatori poiché non prevedono l’uso di conoscenze e competenze infermieristiche. Tali attività occupano tra il 35% e il 62% del tempo lavorativo degli infermieri e determinano esiti negativi sugli assistiti, sui professionisti e sulle organizzazioni. Malgrado il crescente dibattito a livello nazionale ed internazionale non sono note le strategie che gli infermieri attivano nel quotidiano per evitare e/o contenere tali attività. L’obiettivo di questo studio è quantificare il fenomeno delle attività ‘non infermieristiche’ e descrivere le strategie messe in atto dagli infermieri per evitarle e/o contenerle.
Materiali e metodi L’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Belluno ha condotto uno studio descrittivo coinvolgendo gli infermieri della provincia (n=1987). Agli infermieri eleggibili (n=1331) è stato somministrato il questionario elaborato nella fase qualitativa del progetto APRI: in particolare, veniva richiesto agli infermieri se avevano attivato strategie per evitare e/o contenere le attività ‘non infermieristiche’, quali strategie avevano attivato e con quale efficacia percepita.
Risultati Hanno risposto 743 infermieri (55.8%), che hanno dichiarato di svolgere quotidianamente attività ‘non infermieristiche’ (693, 94.5%) a cui dedicano mediamente un terzo del proprio turno di lavoro (in media 32.6%, IC 95% 31.4-33.7%). Per evitare/contenere tali attività, gli infermieri hanno riferito di aver rivisto in gruppo l’organizzazione del lavoro (445; 60.7%), svolto ore straordinarie (438; 59.7%); discusso in gruppo possibili soluzioni (437; 59.6%), rifiutato di svolgere (435; 59.3%) o documentato lo svolgimento di attività ‘non infermieristiche’ (424; 57.8%). L’efficacia percepita di tali strategie è tuttavia modesta (da 1.68 a 2.21 in media su una scala Likert da 1 – per nulla – a 4 – molto -).
Conclusioni Almeno un terzo del tempo lavorativo degli infermieri è dedicato ad attività ‘non infermieristiche’. Questo aggrava ulteriormente la carenza di cure infermieristiche di cui i pazienti avrebbero bisogno. Circa metà degli infermieri attivano strategie dirette ed indirette per prevenire/contenere il fenomeno delle attività ‘non infermieristiche’ riferendo tuttavia una percezione di efficacia modesta.
Parole chiave: attività ‘non infermieristiche’, studio descrittivo, interventi, efficacia
ABSTRACT
Introduction To date, ‘non-nursing tasks’ are regarded as activities falling in the scope of practice of other staff since they do not require nursing knowledge and skills. These activities account for between 35% and 62% of other staff since they do not require nursing knowledge and skills. These activities account for between 35% and 62% of nurses’ working time, resulting in negative outcomes for patients, professionals and organizations. Despite the growing debate at national and international level, it turns out not to be well-known which strategies nurses implement in their daily routine to avoid or limit such activities. The aim of this study is (a) to quantify the phenomenon of ‘non-nursing tasks’ and (b) to describe the strategies implemented by nurses to prevent and/or limit their occurrence.
Methods The Board of Nursing Professions of Belluno, Italy, performed a descriptive study involving nurses from the province (n=1987). The population consisted of nurses active at the time of the study. Eligible nurses (n=1331) were administered the questionnaire elaborated in the qualitative phase of the APRI project asking if they had implemented strategies to avoid or limit ‘non-nursing tasks’, which strategies they had implemented and what was their perceived effectiveness.
Results 743 nurses (55.8%) responded, declaring they performed on a daily basis ‘non-nursing tasks’ (693, 94.5%) to which they devoted an average of one third of their work shifts (average 32.6%, CI 95% 31.4-33.7%). To avoid/limit this, the nurses reported that they had had a peer-review of the work organization (445; 60.7%); performed overtime (438; 59.7%); discussed possible solutions in groups (437; 59.6%); refused to perform (435; 59.3%) or documented the performance of ‘non-nursing tasks’ (424; 57.8%). The perceived effectiveness of these strategies was however ranked as poor (average from 1.68 to 2.21 on a Likert scale from 1 [not at all] to 4 [very much]).
Conclusions At least one third of nurses’ working time is devoted to ‘non-nursing tasks’. This further exacerbates the shortage of nursing care the patients need. About half of the nurses implement direct and indirect strategies to prevent/limit the phenomenon of ‘non-nursing’ activities, however reporting a perceived poor effectiveness.
Keywords: non-nursing tasks, descriptive study, interventions, efficacy
Rosario Caruso (1), Francesco Pittella (2), Greta Ghizzardi (3), Laura Cesari (4), Francesco Zaghini (5), Anne Lucia Leona Destrebecq (6), Alessandro Sili (7)
Beatrice Serranti Infermiere, Presidio Ospedaliero Santo Spirito in Sassia, Asl RM1, Roma, Italia
Silvana Paoletti Coordinatore attività pratiche e di tirocinio corso di Laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche, Università Cattolica del S. Cuore, Torino
Giuseppe Marmo Docente a contratto SSD MED/45 Università Cattolica del S. Cuore, Torino, Italia
Caterina Galletti Coordinatore attività pratiche e di tirocinio corso di Laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, Italia
Introduzione
L’evoluzione della formazione universitaria ha modificato la definizione dell’offerta formativa e consentito lo sviluppo disciplinare delle scienze infermieristiche e dei saperi professionali. In Italia, il percorso di laurea magistrale si caratterizza per l’ampliamento e il rafforzamento di conoscenze riguardanti la disciplina infermieristica al fine di acquisire competenze avanzate per la salvaguardia della salute, l’organizzazione nei servizi, la formazione professionale e sanitaria, la ricerca.
Obiettivi
Analizzare i piani di studio e i programmi proposti nei curricula dei corsi di LM/SNT1 per esplorare i contenuti della disciplina infermieristica (MED/45) che sostengono le competenze core dei professionisti in formazione magistrale.
Materiali e metodi
Studio di tipo quali-quantitativo descrittivo. Per mappare l’offerta formativa dei moduli MED/45, estratti dalla Scheda Unica Annuale del Corso di Studio del sito ‘universitaly’, è stata costruita una griglia ad hoc. L’analisi dei titoli e dei contenuti dei moduli è stata effettuata con la content analysis deduttiva.
Risultati
L’analisi di contenuto ha consentito di evidenziare la varietà degli ambiti scientifici insegnati nei corsi di laurea magistrale dei differenti atenei. La tendenza nazionale è quella di dedicare maggior spazio all’ambito dell‘organizzazione della professione’ pur ponendo anche attenzione ad altri ambiti quale la ’infermieristica clinica’ e la ‘ricerca infermieristica’.
Discussione e conclusioni
Lo studio evidenzia come alcuni atenei stiano riorientando gli insegnamenti verso specifiche aree cliniche e assistenziali per rispondere a un nuovo bisogno di competenze avanzate nell’ambito dell’infermieristica di comunità. Sarà utile monitorare queste variazioni e comprendere sia il supporto dato dalla ricerca allo sviluppo disciplinare sia per riflettere sulla loro valorizzazione in ambito lavorativo.
Parole chiave: Laurea magistrale, disciplina infermieristica, curriculum infermieristico, analisi di contenuto.
The development of nursing disciplinary knowledge in Master’s Degree courses in Nursing Science: a quali-quantitative study
ABSTRACT
Introduction
The evolution of university education has changed the definition of the educational offer and allowed the disciplinary development of nursing sciences and professional knowledge. In Italy, the master’s degree program is characterized by the expansion and strengthening of knowledge concerning the nursing discipline in order to acquire advanced skills for health protection, organization of services, professional training and healthcare, research.
Objectives
Analyze the study plans and programs proposed in the curricula of the LM/SNT1 courses to explore the contents of the nursing discipline (MED/45) which support the core competencies of professionals in master’s training.
Materials and methods
Quali-quantitative descriptive study. An ad hoc grid was created to map the training offer of the MED/45 modules, extracted from the form of the programme of the studies of the ‘universitaly’ website. The analysis of the titles and contents of the modules was carried out with deductive content analysis.
Results
The content analysis allows to highlight the variety of scientific fields taught in the master’s degree courses of the different universities. The national trend is to devote more space to the ‘organization of the profession’ but also paying attention to other areas such as ‘clinical nursing’ and ‘nursing research’.
Discussion and conclusions
The study highlights how some universities are redirecting teaching towards specific clinical and care areas to respond to a new need for advanced skills in community nursing. It will be useful to monitor these variations and understand both the support given to development by disciplinary research and how they can be effectively exploited in the workplace.
Key words: Master’s degree, nursing discipline, nursing curriculum, content analysis.
Carlo Turci (1), Rosaria Alvaro (2), Antonio Fabretti (3), Roberta Fida (4), Fabio Giorgi (5), Andrea Maccari (6),
Maria Grazia Proietti (7), Alessandro Sili (8), Alessandro Stievano (9), Maria Ymelda Tolentino Diaz (10),
Daniela Trinca (11), Ercole Vellone (12), Gennaro Rocco (13)
Francesco Pastore Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione, Università “Tor Vergata”, Roma, Italia
Melania Totaro Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione, Università “Tor Vergata”, Roma, Italia
Barbara Forastefano Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione, Università “Tor Vergata”, Roma, Italia
Valentina Simonetti Dipartimento di Tecnologie Innovative in Medicina e Odontoiatria, Universtià Gabriele D’Annunzio”, Chieti, Italia
Giancarlo Cicolini Dipartimento di Tecnologie Innovative in Medicina e Odontoiatria, Universtià Gabriele D’Annunzio”, Chieti, Italia
Dania Comparcini Dipartimento Interdisciplinare di Medicina, Università “Aldo Moro”, Bari, Italia
Introduzione: La valutazione neurologica della coscienza è determinante per il miglioramento degli outcome clinici. Tuttavia, le scale di valutazione sono poco utilizzate dagli infermieri, forse a causa di una formazione limitata. Ad oggi, a nostra conoscenza, nessuno studio ha valutato le conoscenze degli strumenti per la valutazione della coscienza tra gli studenti di infermieristica.
Obiettivi: Valutare le conoscenze degli strumenti per la valutazione della coscienza tra gli studenti di infermieristica.
Materiali e metodi: È stato condotto, in Italia, uno studio cross-sectional da novembre 2022 a marzo 2023, tramite campionamento di convenienza e a palla di neve. La raccolta dati è avvenuta utilizzando un questionario composto da quattro sezioni: (I) dati sociodemografici; (II) percorso formativo universitario, esperienza, ambiente di tirocinio; (III) conoscenze e (IV) modalità formative sulla valutazione della coscienza. Le sezioni III e IV sono state ricavate dal questionario Consciousness assessment: A questionnaire of current neuroscience nursing practice in Europe.
Risultati: Dei 209 studenti partecipanti, più di due terzi praticavano la valutazione della coscienza, utilizzando principalmente la Glasgow Coma Scale. La formazione sulla valutazione della coscienza è correlata all’utilizzo nella pratica clinica di uno strumento validato. Inoltre, la formazione continua è correlata alla valutazione quotidiana della coscienza, all’utilizzo di uno strumento validato e al numero di volte in cui tale valutazione viene effettuata.
Discussione e conclusioni: I risultati evidenziano buone conoscenze degli strumenti per la valutazione neurologica tra gli studenti di infermieristica. La formazione specifica e l’aggiornamento continuo sembrano favorire l’utilizzo di strumenti validati.
Parole chiave: Coscienza; esame neurologico; formazione infermieristica; studenti di infermieristica.
Neurological assessment of consciousness: a cross-sectional study of tool knowledge among nursing students
ABSTRACT
Introduction: In undergraduate nursing education, the narrative approach promotes observation, listening, taking care, critical thinking, and awareness skills. The didactic proposal ‘Moments of Negligible Happiness’ involved nursing students in a narrative-sharing experience in a group to promote introspection and listening skills.
Objectives: To evaluate knowledge of consciousness assessment tools among nursing students.
Materials and methods: A cross-sectional study was conducted, in Italy, from November 2022 to March 2023 using convenience and snowball sampling. Data were collected online through a questionnaire comprising four sections: (I) sociodemographic data; (II) university education, experience, internship environment; (III) knowledge and (IV) educational methods for consciousness assessment. Sections III and IV were adapted from the Consciousness assessment: A questionnaire of current neuroscience nursing practice in Europe, translated and modified into Italian.
Results: Among 209 participating students, more than two thirds assessed consciousness, mainly using the Glasgow Coma Scale. Education in consciousness assessment is correlated with the use of a validated tool in clinical practice. Furthermore, continuous education updates are correlated with daily consciousness assessment and the use of a validated tool, as well as with the frequency of such assessments.
Discussion and conclusions: Results show good knowledge of the tools for neurological assessment among nursing students. Specific training and continuous updating seem to benefit the use of validated tools.
Key words: Consciousness; neurologic examination; education, nursing; students, nursing.
Antonio Capodilupo Psicologo, contrattista Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell’Università “La Sapienza” di Roma
Cristina Di Vilio Infermiera, Servizio Trasporti INMI “L. Spallanzani”, Roma
Benedetta Pucci Infermiera, reparto Rianimazione INMI “L. Spallanzani”, Roma
Paola Giordani Case Manager Infermieristico INMI “L. Spallanzani”, Roma
Daniela Milordo Coordinatore Infermieristico UOC Rianimazione INMI “L. Spallanzani”, Roma
Alessia De Angelis Dirigente infermieristico Dipartimento Professioni Sanitarie ASL Roma 3
Introduzione
Le ondate dei contagi da COVID-19 gravano pesantemente sulle strutture ospedaliere e impongono un carico notevole, lavorativo ed emotivo, agli operatori sanitari.
Obiettivi
Questo studio intende rilevare il livello di Stress Post-Traumatico e il grado di Resilienza negli infermieri di Terapia Intensiva.
Metodi
Lo studio osservazionale trasversale è stato condotto presso un ospedale del Centro Italia dal 10 gennaio al 10 febbraio 2021, proponendo agli infermieri l’autosomministrazione della scala PTSS-10 e il Questionario della Resilienza. I questionari sono stati inviati a coloro che hanno aderito all’invito trasmesso con mail aziendale. La compilazione è avvenuta online con lo strumento Google Moduli.
Risultati
Il campione, di convenienza, comprende 41 infermieri, prevalentemente di sesso femminile, con età media di 29 anni (ds = 4,4) e con presenza in servizio di 2,5 anni (ds = 5,9). Il livello medio di Stress Post–Traumatico è pari a 32 punti (ds = 13,49) e risulta essere inversamente correlato con il livello medio di Resilienza (media = 21,9 e ds = 3,3).
Conclusioni
Seppure in misura contenuta, il campione accusa Disturbo da Stress Post-Traumatico, nonostante le risorse di Resilienza siano risultate come “buone”. Ulteriori studi potranno confrontare unità di Terapia Intensiva COVID e non COVID, per valutare il reale ruolo della pandemia COVID sull’insorgenza del Disturbo da Stress Post-Traumatico. In situazione di elevato stress, si raccomanda di praticare uno screening precoce, per prevenirne l’impatto psicologico negli infermieri, e di attuare politiche e interventi per attenuare il rischio di Disturbo da Stress Post-Traumatico.
Parole chiave: Infermieri di terapia intensiva, disturbo da stress post-traumatico, resilienza.
Secondary post-traumatic stress disorder and resilience during covid-19: results of an observational study carried out in intensive care units
ABSTRACT
Introduction
The waves of COVID-19 infections weigh heavily on hospitals and impose a significant work and emotional burden to health professionals.
Objectives
This study intends to detect the level of post-traumatic stress and the degree of resilience in intensive care nurses.
Methods
The cross-sectional observational study was carried out at a hospital in Central Italy from 10th January to 10th February 2021, proposing the self-administration of the PTSS-10 scale and the Resilience Questionnaire to nurses. The questionnaires were sent to those who accepted the invitation directed by company email. The compilation took place online with the Google Forms tool.
Results
The sample, of convenience, includes 41 nurses, mainly female, with an average age of 29 years (sd = 4.4) and with a presence in service of 2.5 years (sd = 5.9). The average level of Post-Traumatic Stress was equal to 32 points (ds = 13,49) and appears to be inversely correlated with the average level of Resilience (mean = 21.9 and ds = 3.3).
Conclusions
Although to a limited extent, the sample accuses Post-Traumatic Stress Disorder, despite the Resilience resources being qualified as “good”. Further studies will compare COVID and non-COVID intensive care units, to evaluate the real role of the COVID pandemic on the onset of Post-Traumatic Stress Disorder. In situations of high stress, it is recommended to practice early screening, to prevent its psychological impact on nurses, and to implement policies and interventions to mitigate the risk of Post-Traumatic Stress Disorder.
Key words: Critical care nurses, post-traumatic stress disorder, resilience.
RIVISTA BIMESTRALE
Organo ufficiale della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche
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Editor dei contenuti – Ufficio Stampa e Comunicazione FNOPI
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