RIVISTA BIMESTRALE
Organo ufficiale della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche
Flavio Paoletti (1), Gloria Moretto (2), Valentina Sossi (3), Ariella Raunikar (4), Monica Bello (5), Erica Garavelli (6), Carlo De Vuono (7)
Loreana Macale (1), Roberta Fida (2), Alessandro Sili (3), Rosaria Alvaro (4)
Danilo Cavallo (1), Giuseppe Re Luca (2), Maura Lusignani (3)
Carlotta Granata Infermiere Azienda USL Piacenza, U.O. Pediatria e Neonatologia, Università di Parma, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, sede Formativa di Piacenza
Serena Cornelli Infermiere Casa di Cura Piacenza
Alan Monaghan Infermiere University of Brighton, School of Nursing. Willingdon, United Kingdom
Alessandro Popolla Infermiere Azienda USL Piacenza, U.O. Pronto Soccorso
Marina Bolzoni Biotecnologa Azienda USL Piacenza, U.S. Qualità e Ricerca
Cinzia Grossi Infermiere Azienda USL Piacenza, U.S. Qualità e Ricerca
Andrea Cella Pediatra Azienda USL Piacenza, U.O. Pediatria e Neonatologia
Giacomo Biasucci Pediatra Azienda USL Piacenza, U.O. Pediatria e Neonatologia
Massimo Guasconi Infemiere Università di Parma, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, sede Formativa di Piacenza
Maurizio Beretta Infermiere Università di Parma, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, sede Formativa di Piacenza
Introduzione
Il riconoscimento precoce dell’aggravamento del paziente pediatrico è un obiettivo fondamentale dell’assistenza infermieristica in pediatria. In letteratura esistono diversi score per l’allerta precoce e il Pediatric Early Warning Score (PEWS) di Monaghan è indicato come quello di più semplice utilizzo. Il PEWS è stato validato internazionalmente in diversi contesti. Tuttavia, ad oggi non è presente una versione italiana. L’obiettivo di questo studio è di tradurre e adattare in italiano il PEWS.
Materiali e metodi
Il PEWS è stato sottoposto a forward and backward translation. La versione italiana è stata valutata da 5 infermieri esperti in ambito pediatrico al fine di analizzare la validità di facciata e contenuto. Successivamente due infermieri in modo indipendente hanno compilato il PEWS in un campione di 30 soggetti. La correlazione tra i punteggi è stata valutata con il Kappa di Cohen.
Risultati
È stata ottenuta buona validità di facciata e di contenuto (S-CVI=0,92, I-CVI=0,80-1,00). La correlazione tra i punteggi ottenuti da due infermieri è risultata eccellente (Kappa di Cohen = 1).
Conclusioni
Il presente studio, seppur con alcuni limiti, ha permesso di verificare che la versione italiana del PEWS è valida e affidabile. Studi successivi sono auspicabili per confermare questi risultati.
Parole chiave: PEWS, instabilità clinica, allerta precoce, traduzione, assistenza infermieristica pediatrica.
Translation and Italian adaptation of the Pediatric Early Warning Score (PEWS) for the early recognition of pediatric patients’ clinical instability.
ABSTRACT
Introduction
The early recognition of paediatric patients’ deterioration is a fundamental goal of pediatric nursing care. There are several early warning scores in literature and Monaghan’s Pediatric Early Warning Score (PEWS) is indicated as the most user-friendly. The PEWS has been internationally validated in various contexts. However, there is currently no Italian version. The aim of this study is to translate and adapt the PEWS into Italian.
Methods
The PEWS underwent forward and backward translation. The Italian draft has been evaluated by 5 experienced pediatric nurses in order to assess the facade and content validity. Afterwards two nurses independently compiled the PEWS in a sample of 30 patients. The correlation between the scores was evaluated with Cohen’s Kappa.
Results
Good face and content validity was obtained (S-CVI=0.92, I-CVI=0.80-1.00). The correlation between the scores obtained by the two nurses was excellent (Cohen’s Kappa = 1).
Conclusions
This study, despite some limitations, proved that the Italian version of the PEWS is valid and reliable. Further studies are welcome to confirm these findings.
Key words: PEWS, clinical instability, early warning, translation, pediatric nursing care.
Loredana Piervisani (1), Serenella Stasi (2), Emanuela Ruffinelli (3), Ercole Vellone (4), Gennaro Rocco (5), Rosaria Alvaro (6)
RIASSUNTO
Introduzione A oggi non si registrano studi di ricerca per la definizione dell’immagine delle infermiere diplomate nel periodo fascista. Con questo studio si effettua una prima indagine sistematica attraverso una fonte primaria, per comprendere il processo di definizione della figura infermieristica.
Materiali e metodi La ricerca ha esaminato, con analisi automatica dei dati testuali tramite il software Iramuteq, gli articoli, dal 1935 al 1938, dell’unica rivista di categoria infermieristica del tempo: “L’infermiera italiana”.
Risultati Dai 162 articoli selezionati emerge una figura infermieristica colta, con qualità intellettuali e dalle connaturate doti femminili. Una nuova immagine, una prima forma di strutturazione e reclutamento del gruppo professionale caratterizzata da dinamiche di riconoscimento interno ed esterno alla professione. Una figura infermieristica costituita da esigenze mediche, centrata soprattutto su ineccepibili qualità morali e meno su quelle tecniche. L’analisi multidimensionale e multidisciplinare ha indagato le dinamiche di un percorso professionale che ha coinvolto livelli istituzionali, sociali e individuali.
Conclusioni L’analisi conferma la storiografia professionale italiana, aggiungendo una prima definizione di figura infermieristica e di strutturazione professionale. Questa ricerca fornisce un rigoroso contributo alla storia della professione, nonché alla costruzione di un modello concettuale che potrebbe costituire la chiave di lettura verso le sfide professionali intellettuali future.
Parole chiave: infermiere diplomate, immagine, genere, figura infermieristica
ABSTRACT
Introduction To date there are no research studies for the definition of the image of Registered Nurses during the fascist period. With this study, a systematic survey is carried out through a primary source, to understand the process of defining the nursing figure.
Materials and methods The research examined articles, from 1935 to 1938, of the only nursing category magazine of the time: “L’Infermiera italiana”, with automatic analysis of the textual data using Iramuteq software.
Results From the 162 selected articles emerges a nursing figure educated, with intellectual qualities and innate feminine qualities. A new image emerges, the first form of the structuring and recruitment of the professional group as characterized by dynamics of recognition inside and outside the profession. A nursing figure consisting of medical needs, centered above all on unexceptionable moral qualities but less so on the technical skills. The multidimensional and multidisciplinary analysis investigated the dynamics of a professional path that involved institutional, social, and individual levels.
Conclusions The analysis confirms the Italian professional historiography, adding a first definition of nursing characteristics and professional structuring, a rigorous contribution to the history of the profession, as well as the construction of a conceptual model that could be the key to understand future professional intellectual challenges.
Keywords: registered nurses, nursing characteristics, gender, nursing figure
Valentina Simonetti* PhD, Tutor Didattico Corso di Laurea in Infermieristica – “Università Politecnica delle Marche” – Polo didattico di Ascoli Piceno. Professore a contratto Università Politecnica delle Marche e l’Università G. d’Annunzio di Chieti
Dania Comparcini* PhD, Infermiera Coordinatrice, A.O. Ospedali Riuniti di Ancona. Professore a contratto Università Politecnica delle Marche, Ancona
Letizia Tesei Infermiera Coordinatrice, referente di sede U.O.C. Area Infermieristico- ostetrica AV2 ASUR Marche, Professore a contratto Università Politecnica delle Marche e Università G. d’Annunzio di Chieti
Gaetano Sorrentino Area Manager Toscana, Gruppo Korian Italia
Giancarlo Cicolini PhD, Ricercatore Dipartimento Scienze biomediche e Oncolgia umana – Università Aldo Moro – Bari
*Equally contributed
Introduzione
Il giro visita (GV) è una prassi che affonda le sue radici in epoche molto remote e, seppur consolidata, essendo una componente chiave delle attività sanitarie, viene spesso sottovalutata come parte della pianificazione e gestione assistenziale. Numerosi studi, riportano un’enorme variabilità sia negli scopi che nella conduzione dei GV, con la figura dell’infermiere che rimane spesso invisibile all’interno del processo, con ripercussioni negative sugli outcomes clinici ed emozionali dell’assistito. L’obiettivo della revisione è quello di riassumere le principali evidenze sulla prassi del GV come strumento evidence-based a supporto della clinical governance in ambito sanitario.
Materiali e metodi
E’ stata effettuata una revisione integrativa della letteratura, condotta sul database MedLine, attraverso PubMed, per identificare gli studi primari indicizzati che hanno indagato il GV come prassi in grado di garantire la qualità in sanità.
Risultati
I 24 studi inclusi nella revisione hanno permesso di identificare quattro tematiche principali legate alla prassi del GV: (I) “qualità percepita dagli operatori”; (II) “qualità percepita dalla persona assistita”; (III) “qualità gestionale”; (IV) “qualità professionale”.
Conclusioni
Un GV strutturato, su base giornaliera e che prevede strumenti evidence-based migliora la qualità gestionale, l’efficienza (contenimento dei costi e aumento della produttività, intesa come rapporto tra volume di prestazioni e costi), l’integrazione tra i processi aziendali e la qualità professionale. Inoltre, al fine di migliorare la qualità percepita, la prassi del GV necessita di essere rivista sotto vari aspetti: coinvolgimento di tutti i componenti del team, pazienti e career, consapevolezza del ruolo professionale, comunicazione all’interno della triade medico-infermiere-paziente.
Parole chiave: Giro visita, qualità, esiti, soddisfazione, sicurezza, ruolo infermieristico.
ABSTRACT
Introduction
The ward round is a long-standing practice rooting in bygone times. Despite being a key component of health care activities, it is often underestimated in care planning and management. Many studies report an enormous variance both in the purposes and in the management of the ward round, with nurses often invisible within the process and negative consequences on the patients’ clinical and emotional outcomes. The aim of the review is to summarize the main evidences regarding the WR practice as an evidence-based tool supporting the clinical governance in healthcare system.
Methods
An integrative review has been conducted using MedLine database, through PubMed, in order to identify primary indexed studies investigating the WR as a practice to ensure quality in the healthcare system.Results The 21 studies included in the review allowed to identify four main issues regarding WR: (I) “perceived quality by health professionals”; (II) perceived quality by patient”; (III) “quality management”; (IV) “professional quality”.
Conclusions
A structured WR, on a daily basis and with evidence-based tools, improves the managerial quality, the efficiency (cost containment and increased productivity – in terms of the ratio between volume of services provided and costs), the integration between business processes and professional quality. Moreover, in order to improve the perceived quality, the ward round practice needs to be reconsidered in a number of aspects: involvement of all the team members, patients and careers, awareness of the professional role, communication within the triad physician-nurse-patient.
Key words: Ward Round, quality, outcomes, satisfaction, safety, nurse role.
Nathalie Rossi RN, Teacher at Nursing Bachelor, DEASS Department, Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, Manno, Svitzerland (CH)
Carla Ambrogina Pedrazzani PhD, Senior Researcher-Teacher, Nursing Bachelor Responsable, DEASS Department, Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, Manno, Svitzerland (CH)
Cinzia Gradellini PhD, Teacher at Nursing Bachelor and Master, DEASS Department, Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, Manno, Svitzerland (CH)
Introduzione: Nella formazione universitaria in Infermieristica, l’approccio narrativo promuove abilità di osservazione, ascolto, presa in carico, pensiero critico e consapevolezza. La proposta didattica “Momenti di Trascurabile Felicità” ha visto il coinvolgimento degli studenti di Infermieristica in un’esperienza narrativa di condivisione in gruppo, al fine di promuovere capacità di introspezione e ascolto.
Obiettivi: Valutare l’attività didattica considerando come gli studenti hanno partecipato e loro percezione del possibile impatto sul futuro professionale.
Materiali e metodi: Lo studio ha seguito una metodologia qualitativa. I dati sono stati raccolti attraverso: osservazione con check list del clima/coinvolgimento; analisi semantica per parole chiave degli elaborati degli studenti; focus group; sticky wall method.
Risultati: La partecipazione degli studenti all’attività conferma la potenzialità delle metodologie narrative di sviluppare competenze di osservazione e ascolto con promozione delle capacità comunicative, organizzative e di team. Dall’analisi degli elaborati, emergono elementi specifici della professione, come l’attenzione che risulta alla base del pensiero critico e che diventa sinonimo di capacità di riflettere sull’esperienza, attraverso l’attribuzione di significato. Nell’analisi della percezione dell’impatto sul futuro professionale, emerge sensibilizzazione ad aspetti di fondamentale importanza per la professione: ascolto, rispetto, introspezione e cura del sé, insieme al ruolo centrale della relazione.
Discussione e conclusioni: La partecipazione degli studenti alla proposta formativa ha permesso di riscoprire significati che stimolano competenze trasversali del quotidiano e del contesto professionale. L’uso educativo della narrazione ha promosso la consapevolezza identitaria degli studenti, confermando l’importanza del portare avanti l’approccio narrativo nei corsi di laurea in Infermieristica.
Parole chiave: Infermieristica, attività educative, narrazione; ricerca qualitativa.
Negligible Happiness and narrative approach for the Nursing students, a qualitative study
ABSTRACT
Introduction: In undergraduate nursing education, the narrative approach promotes observation, listening, taking care, critical thinking, and awareness skills. The didactic proposal ‘Moments of Negligible Happiness’ involved nursing students in a narrative-sharing experience in a group to promote introspection and listening skills.
Objectives: Evaluate the teaching activity by considering how the students participated and their perception of the possible impact on their professional future.
Materials and methods: The study followed a qualitative methodology, aimed at understanding the perception of a group about a phenomenon. Data were collected through: observation with a climate/involvement checklist; semantic keyword analysis of student papers; focus groups; sticky wall method.
Results: The students’ participation in the activity confirms the potential of narrative methodologies to develop observation and listening skills with the promotion of communication, organizational, and team skills. From the analysis of the papers, specific elements of the profession emerge, such as attention, which is the basis of critical thinking and which becomes synonymous with the ability to reflect on experience, through the attribution of meaning. In the analysis of the perceived impact on the professional future, awareness emerges of aspects of fundamental importance to the profession: listening, respect, introspection, and self-care, together with the central role of relationships.
Discussion and conclusions: The students’ participation in the training proposal made it possible to rediscover meanings that stimulate transversal skills in everyday life and in the professional context. The educational use of storytelling promoted students’ identity awareness, confirming the importance of pursuing the narrative approach in nursing degree courses.
Key words: Nursing, activity educational, narration, qualitative research.
Massimiliano Radi Cure Palliative, ASST SETTELAGHI, Varese – Gruppo Cure Complementari OPI Varese, Italia
Silvia Pittino ASST SETTELAGHI Varese – Gruppo Cure Complementari OPI Varese, Italia
Andrea Lanna Azienda Ospedaliera Universitaria S. Andrea Roma – Gruppo Cure Complementari OPI Varese, Italia
Selene Dalla Gasperina Grande Ospedale Metropolitano Niguarda Milano – Gruppo Cure Complementari OPI Varese, Italia
Laura Cerri I.R.C.C.S. Ospedale San Raffaele Milano – Gruppo Cure Complementari OPI Varese, Italia
Irene Milan ASST Ovest Milanese, Legnano – Gruppo Cure Complementari OPI Varese, Italia
Aurelio Filippini Formazione ASST SETTELAGHI Varese, Presidente Opi Varese – Gruppo Cure Complementari OPI Varese, Italia
Introduzione
Per costruire percorsi di cura efficaci e affini alla natura umana e al suo ambiente di vita è indispensabile aprire l’infermieristica a metodi che favoriscano un conforto complessivo, fisico-psichico e relazionale, del malato. Le Cure Complementari rappresentano l’integrazione di competenze necessarie per tale presa in carico innovativa. L’obiettivo dello studio è indagare l’interesse degli infermieri italiani verso le Cure Complementari al fine di valutare conoscenze, pratiche e aspettative.
Materiali e metodi
È stata condotta una survey tramite un questionario in formato modulo-Google, diffuso e reso compilabile in forma anonima su rete nazionale da gennaio ad agosto 2019.
Risultati
Dai 783 questionari inclusi nello studio è emerso che le Cure Complementari sono già note agli infermieri italiani, molti dei quali possiedono conoscenze ed esperienze di diverso livello in merito. Gli infermieri dimostrano un rilevante interesse e disponibilità ad approfondire le proprie conoscenze verso le Cure Complementari.
Discussione e conclusioni
Sebbene solo una minoranza di infermieri sia adeguatamente formata e abbia l’occasione di praticarle, le Cure Complementari sono considerate dalla quasi totalità del campione un’integrazione utile all’infermieristica, da implementare e includere nei percorsi formativi e di ricerca del nostro Paese.
Parole chiave: cure complementari, infermiere, formazione.
Complementary Care: results from a nationwide survey
ABSTRACT
Introduction
In order to design effective care pathways in tune with human nature and his living environment, it is essential to open up nursing to methods which promote comprehensive physical, psychological and relational comfort for the patient. Complementary and Alternative Medicine ideally integrates the competences necessary for such an innovative approach. This study aims to investigate the interest of Italian nurses towards Complementary Care in order to evaluate knowledge, skills and expectations.
Materials and Methods
A survey was carried out through a Google form questionnaire which was disseminated and made anonymously fillable nationwide from January to August 2019.
Results
The study comprised 783 questionnaires. It revealed that Italian nurses are already familiar with Complementary and Alternative Medicine, and that many of them have knowledge and experience of it at different levels. The respondents demonstrated a relevant interest and willingness to deepen their knowledge about Complementary Care.
Discussion and conclusions
Although only a minority of nurses are properly trained and have the opportunity to practice Complementary Care, the vast majority of the sample deemed these approaches a useful component/addition to nursing care. The respondents positively regarded the implementation of complementary care and its inclusion in nursing education and research.
Key words: Complementary and Alternative Medicine (CAM), nurse, education.
Sara Bidone CPSS Commissione di Vigilanza Asl Alessandria
Davide Vessio Psicologo, psicoterapeuta, libero professionista Collegno (To)
Viviana Baldina Infermiera RSA Villa San Fortunato Casalcermelli
Aida Celaj Infermiera chirurgia vascolare ASO Alessandria
Carlo Di Pietrantonj Asl Al Dirigente analista Servizio Regionale Epidemiologia
Introduzione
Il Diagnostic Statistical Manual of Mental Disorders IV (DSM-IV-TR) descrive i soggetti che presentano tratti narcisisti come caratterizzati da un orientamento egocentrico nei confronti della vita; senso grandioso della propria importanza e unicità, costantemente occupati da fantasie di successo, potere, bellezza e con una capacità critica carente, sia per quanto riguarda le proprie effettive capacità, sia per quanto riguarda i limiti reali circa il raggiungimento dei propri obiettivi; contestualmente, presentano una limitata, in alcuni casi pressoché nulla, capacità di empatia. Questo problema lo si riscontra anche tra i professionisti che agiscono in molti ambiti, incluso il campo sanitario. Le segnalazioni di episodi di mancanza empatia da parte di alcuni infermieri, hanno portato a richieste di integrare la valutazione delle qualità personali nella selezione degli studenti infermieri, con l’intento di reclutare individui le cui caratteristiche personali riflettano quelle desiderate nell’infermiere. Infatti l’empatia e la comunicazione empatica sono componenti chiave ormai ampiamente riconosciute come presupposti per cure sanitarie di buona qualità.
Materiali e metodi
Allo scopo di analizzare il fenomeno narcisismo in una popolazione di aspiranti infermieri è stata condotta una survey tra gli studenti del 1° anno di corso il Corso di laurea in infermieristica (Università degli studi del Piemonte Orientale Anno accademico 2014/2015) attraverso l’auto-somministrazione del questionario Narcisistic Personality Inventory, strumento adatto a valutare la tendenza narcisistica nelle popolazioni non cliniche.
Risultati
Lo studio ha coinvolto 218 soggetti di età compresa tra i 19-44 anni. L’analisi dei punteggi complessivi ha mostrato un livello di narcisismo piuttosto basso (in media pari a 1.5), con una tendenza fra i maschi a totalizzare punteggi lievemente più alti, cosi come appare bassa la percentuale di soggetti il cui punteggio complessivo risulta superiore a 2, pari al 17.4% dei 218 intervistati. Tuttavia rileviamo che circa il 30% dei soggetti ha indentificato più della metà degli item indicatori di narcisismo, sempre con una prevalenza fra gli studenti maschi.
Conclusioni
Il livello complessivamente basso dei punteggi ottenuti nel nostro studio indica che gli studenti non presentavano marcati tratti narcisistici: questo ci conforta poiché ci aspettiamo che chi decide di avvicinarsi a questa professione lo faccia consapevole anche della disponibilità umana che comporta. In ambito formativo non si tratta solo di favorire l’acquisizione di competenze di comunicazione ma di far apprendere un modo di rapportarsi con il paziente che tenga conto del lato umano e affettivo della relazione, e quindi di spiegare le potenzialità della relazione secondo finalità terapeutiche.
Parole chiave: narcisismo, formazione infermieristica, empatia, competenza empatica.
ABSTRACT
Introduction
The Diagnostic Statistical Manual of Mental Disorders IV (DSM-IV-TR) describes subjects who have narcissistic features like an egocentric attitude towards life; a big sense of its own importance and uniqueness, constantly occupied by fantasies of success, power, beauty and with a lack of critical capacity, both in terms of his actual capabilities, and in terms of real limits about the achievement of hi aims; at the same time, they have a limited or missing capacity for empathy. This typical situation can be found also among professionals belonging to many setting, including in the health field. The warnings about episodes of lack of empathy by some nurses could request to integrate the evaluation of personal qualities in the selection of nursing students, with the aim of recruiting people whose personal features reflect those wondered in a nurse. In fact, empathy and empathic communication are fundamental features that are now widely recognized as prerequisites for a quality health care.
Methods
In order to analyse the narcissism phenomenon in a population of nursing students, has been conducted a survey among the students of the first year of the degree course in nursing (University of Eastern Piedmont Academic year 2014/2015) through the self -administration of the Narcisistic Personality Inventory questionnaire, that is a suitable tool to evaluate the narcissistic trend in non-clinical populations.
Results
The survey involved 218 people between 19-44 years old. The analysis of the overall scores showed a quite low level of narcissism (on average 1.5), with a tendency among males to score slightly higher marks, at the same time the percentage of subjects whose overall score is higher than 2 is lower (on average 17.4% of 218 interviewee).
Conclusions
The overall low level of the scores in our study shows that the students didn’t have emphasized narcissistic features: this reliefs us since we expect that people who want to approach this profession wold be aware of the human availability that this task involve. In the training field tutors have to provide the acquisition of communication and relational skills that would take into account the human and affective side of the relationship with patient, and therefore make sure students about the power of that relationship for therapeutic purpose.
Key words: narcissism, nursing training, empathy, empathic competence.
RIVISTA BIMESTRALE
Organo ufficiale della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche
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Editor dei contenuti – Ufficio Stampa e Comunicazione FNOPI
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