RIVISTA BIMESTRALE
Organo ufficiale della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche
Valerio Di Nardo (1), Luca Borghi (2), Valerio Dimonte (3)
Francesca Romana Loberto (1), Stefano Terzoni (2), Anne Destrebecq (3)
Laura Milani Infermiere, Direttore Didattico sezione di Crema – Corso di laurea in Infermieristica Università degli Studi di Milano
Anne Destrebecq Professore associato MED/45, Dipartimento di scienze biomediche per la salute, Università degli Studi di Milano
Valentina Giovinetti Infermiere, IRCCS Cardiologico Monzino – Milano
Stefano Terzoni Infermiere, tutor presso il Corso di laurea in Infermieristica, polo didattico San Paolo – Milano
Paolo Ferrara Infermiere, tutor presso il Corso di laurea in Infermieristica, polo didattico San Paolo – Milano
Introduzione
Vivere a stretto contatto con una persona affetta da schizofrenia è estremamente complesso ed espone i caregiver informali ad un aumentato rischio di sviluppare elevati livelli di Burden. Nonostante la rilevanza del fenomeno, gli approfondimenti nel panorama italiano sono scarsi. Obiettivo dello studio è misurare il livello di Burden e le caratteristiche sociodemografiche a esso associate in un campione di caregiver informali di persone affette da disturbo schizofrenico.
Materiali e metodi
È stato condotto uno studio osservazionale, descrittivo multicentrico; la versione italiana della Perceived Family Burden Scale (I-MFBBS) è stata somministrata a un campione di caregiver informali presso i Centri Psico Sociali delle ASST Santi Paolo e Carlo (presidio San Paolo) di Milano, le ASST di Crema, Melegnano- Martesana, Cremona, e delle associazioni “Itaca” e “La Lente” di Cernusco sul Naviglio (Mi).
Risultati
106 caregiver hanno partecipato allo studio presentando un punteggio mediano di Burden pari a 116/200; maggiori livelli di Burden sono stati ottenuti dai caregiver disoccupati, da chi riveste il ruolo di genitore e con almeno 5 anni di esperienza di caregiving (p<0.05).
Conclusioni
La dimensione del fenomeno del Caregiver Burden è stata confermata su larga scala; ciò suggerisce che la presa in carico della persona affetta da schizofrenia da parte degli infermieri a livello territoriale sia necessariamente accompagnata da un continuo monitoraggio e attività di supporto del caregiver.
Parole chiave: Caregiver Burden, Schizofrenia, scala Perceived Family Burden.
The burden of the Caregiver of a schizophrenic person: a multicenter study
ABSTRACT
Introduction
Living closely to a person with schizophrenia is extremely complex and exposes informal caregivers to an increased risk of developing severe Burden levels. Despite the importance of the phenomenon, there are few insights in the Italian scenario. The aim of the study is to measure the burden level and associated sociodemographic characteristics in a sample of informal caregivers of people with schizophrenic disorders.
Methods
An observational, descriptive multicenter study was conducted. The Italian version of the Perceived Family Burden Scale (I-MFBBS) was administered to a sample of informal caregivers at the Psycho-Social Centres of the ASST Santi Paolo e Carlo (San Paolo Hospital) in Milan, the ASST in Crema, Melegnano- Martesana, Cremona, and the associations “Itaca” and “La Lente” in Cernusco sul Naviglio.
Results
106 caregivers participated in the study with a mean score of 116/200. Unemployed caregivers, parents and carers with at least 5 years of caregiving experience scored higher levels of Burden (p<0.05).
Conclusions
The scale of the Caregiver Burden phenomenon has been confirmed on a large scale. This suggests that the nursing care of the schizophrenic patient on a territorial level is necessarily accompanied by continuous monitoring and support activities of the caregiver.
Key words: Caregiver Burden, Schizophrenia, Perceived Family Burden Scale.
Luca Giuseppe Re Infermiere tutor e prof. a c., Corso di Laurea in Infermieristica Università degli Studi di Milano, sezione Niguarda ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano, Italia
Silvia Cilluffo Infermiera tutor e prof. a c., corso di laurea in Infermieristica Università degli Studi di Milano, sezione Niguarda ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano, Italia
Stefania Rippa Infermiera tutor e prof. a c., corso di laurea in Infermieristica Università degli Studi di Milano, sezione Niguarda ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano, Italia
Vincenza Aloia Infermiera tutor e prof. a c., corso di laurea in Infermieristica Università degli Studi di Milano, sezione Niguarda ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano, Italia
Anna Rita La Torre Infermiera tutor e prof. a c., corso di laurea in Infermieristica Università degli Studi di Milano, sezione Niguarda ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano, Italia
Valentina Tommasi Infermiera tutor e prof. a c., corso di laurea in Infermieristica Università degli Studi di Milano, sezione Niguarda ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano, Italia
Barbara Bassola Infermiera tutor e prof. a c., corso di laurea in Infermieristica Università degli Studi di Milano, sezione Niguarda ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano, Italia
Maura Lusignani Direttore didattico, corso di laurea in Infermieristica Università degli Studi di Milano, sezione Niguarda Professore ordinario MED/45, Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano, Italia
Introduzione
I cartoni animati hanno dimostrato in vari contesti clinici la loro efficacia nel ridurre il dolore da procedura nei bambini. Tuttavia, al momento non è disponibile una sintesi delle evidenze che si concentri sull’effetto dell’intervento sul dolore procedurale in ambulatorio pediatrico.
Obiettivi
Valutare l’efficacia dei cartoni animati sul dolore procedurale in ambulatorio pediatrico.
Materiali e metodi
Revisione sistematica con meta-analisi di trial clinici controllati randomizzati o quasi randomizzati. Reperimento dei documenti tramite interrogazione di banche dati biomediche, registri di studi clinici e letteratura grigia. I cartoni animati sono stati confrontati con le cure standard. L’esito primario è stato il dolore dopo la procedura. Il rischio di bias è stato valutato con RoB 2. La dimensione d’effetto è stata calcolata con un modello a effetti casuali. La certezza/qualità dei risultati è stata valutata con l’approccio GRADE.
Risultati
Sono stati inclusi nella revisione e nella sintesi quantitativa dieci trial. Rispetto alle cure standard, i cartoni animati hanno ridotto il dolore in modo statisticamente significativo (SMD: -1.17, 95% CI: -1.75, -0.59; N = 839); la dimensione d’effetto è molto ampia e la qualità/certezza delle prove è moderata. L’eterogeneità statistica tra gli studi è molto elevata (I2 = 92.67%).
Discussione e conclusioni
I cartoni animati mostrano un effetto positivo, molto ampio e statisticamente significativo sul dolore di soggetti sottoposti a procedure mediche in ambulatorio pediatrico. In attesa di ulteriori conferme, attualmente se ne può consigliare l’implementazione nella pratica clinica quotidiana anche in contesti con risorse limitate.
Parole chiave: Cartoni animati, dolore procedurale, bambini, ambulatorio.
Efficacy of cartoons on procedural pain in paediatric outpatient setting: systematic review with meta-analysis
ABSTRACT
Introduction
Cartoons have been shown in various clinical settings to be effective in reducing procedural pain in children. However, a synthesis of evidence focusing on the effect of the intervention on procedural pain in the paediatric outpatient setting is not currently available.
Objectives
To evaluate the effectiveness of cartoons on procedural pain in the paediatric outpatient setting.
Materials and methods
Systematic review with meta-analysis of randomised controlled trials or quasi-randomised controlled trials. Document retrieval by querying biomedical databases, clinical trial registries and grey literature. Cartoons were compared with standard care. The primary outcome was pain after the procedure. Risk of bias was assessed with RoB 2. Effect size was calculated with a random-effects model. The certainty/quality of the results was assessed with the GRADE approach.
Results
Ten trials were included in the review and quantitative synthesis. Compared to standard care, cartoons reduced pain statistically significantly (SMD: -1.17, 95% CI: -1.75, -0.59; N = 839); the effect size is very large and the quality/certainty of evidence is moderate. Statistical heterogeneity between studies is very high (I2 = 92.67%).
Discussion and conclusions
Cartoons show a positive, very large and statistically significant effect on the pain of subjects undergoing medical procedures in paediatric outpatient clinics. Pending further confirmation, their implementation in daily clinical practice can currently be recommended even in resource-limited settings.
Key words: Cartoons, procedural pain, children, ambulatory care facilities.
Valentina Simonetti (1), Giancarlo Cicolini (2), Dania Comparcini (1), Carla Cremonini (3), Patricia Ciapanna (4), Tiziana Traini (4), Mariella Amadio (4), Silvano Troiani (5)
Benedetta Caiusi MSN, RN, U.O.S. Rianimazione, P.O. Pescara, ASL Pescara, Italia
Emanuele Marletta RN, U.O.S. Pronto Soccorso, P.O. Pescara, ASL Pescara – Tutor Clinico, Polo Didattico Pescara, Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara, Italia
Daniel Staiano RN, U.O.S Rianimazione, P.O. Pescara, ASL Pescara – Tutor Clinico, Polo Didattico Pescara, Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara, Italia
Paola Borrelli Laboratorio di Biostatistica, Dipartimento di Scienze Mediche Orali e Biotecnologiche, Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara – 66010 Chieti – Italia
Carlo Della Pelle Dipartimento di Medicina e Scienza dell’Invecchiamento, Università “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara, Italia; ASL02Abruzzo – SAPS Chieti, Italia
Introduzione
L’Evidence-Based Practice (EBP) è un approccio che orienta le decisioni dei professionisti sanitari nell’utilizzo delle migliori evidenze provenienti dalla ricerca coniugate all’esperienza clinica e ai valori e preferenze uniche dei pazienti. Nell’ambito della formazione universitaria, tale insegnamento fa parte di altre materie e raramente è un corso a sé stante. Molti studenti di infermieristica non sono molto abili nell’utilizzo dell’EBP e faticano a capirne l’importanza nella pratica assistenziale.
Obiettivo
L’obiettivo è raccogliere informazioni circa le conoscenze, le attitudini e le skills EBP nei tre anni del Corso di Laurea in Infermieristica di un Polo Didattico italiano.
Metodi
Studio di tipo osservazionale nel periodo temporale febbraio-settembre 2022. I dati sono stati raccolti utilizzando l’S-EBPQ, “Student-Evidence-Based Practice Questionnaire”, validato in lingua italiana.
Risultati
Si rilevano punteggi più alti nella capacità degli studenti di formulare domande di ricerca per colmare lacune e nel loro giudizio generale sull’EBP, al contrario punteggi più bassi si evincono nell’attinenza all’approccio EBP. Inoltre, laddove vi è differenza statisticamente significativa tra gli anni di corso nell’approccio evidence-based, essa si verifica sempre tra 1° e 2° anno o tra 1° e 3° anno, rivelando piuttosto un’assenza di crescita tra 2° e 3° anno.
Conclusioni
Lo studio mostra la necessità di implementare strategia educative che permettano di incoraggiare maggiormente gli studenti all’approccio evidence-based. A tal fine, potrebbe essere utile incrementare una rete di tutoraggio che permetta di ampliare le conoscenze teoriche e pratiche degli studenti.
Parole chiave: Tutoraggio, conoscenza della salute, atteggiamenti, pratica, studenti, infermieri.
“Evidence-Based Practice: knowledge, attitudes and skills among Nursing students of an Italian Educational Center”
ABSTRACT
Introduction
Evidence-Based Practice (EBP) is an approach that guides the decisions of healthcare professionals in the use of the best evidence from research combined with clinical experience and the unique values and preferences of patients. In the university curriculum, such teaching is part of other subjects and is rarely a separate course. On the other hand, many nursing students are not very proficient in the use of EBP and struggle to understand its importance in nursing practice.
Objective
The aim is to collect information about EBP knowledge, attitudes, and skills in the three years of the Degree Course in Nursing of an Italian Educational Center.
Methods
We carried out an observational study. Data were collected between February and September 2022, using the S-EBPQ, “Student-Evidence-Based Practice Questionnaire”.
Results
Higher scores are found in students’ ability to formulate gap-filling research questions and in their overall judgment of EBP, while lower scores are found in relevance to the EBP approach. Furthermore, where there is a statistically significant difference between the course years in the evidence-based approach, it always occurs between the 1st and 2nd year or between the 1st and 3rd year, rather revealing an absence of growth between the 2nd and 3rd year year.
Conclusions
The study shows the need to implement educational strategies that allow students to be more encouraged to adopt an evidence-based approach. To this end, it could be useful to increase a tutoring network that allows students to broaden their theoretical and practical knowledge.
Key words: Mentoring, Health Knowledge, Attitudes, Practice, Students, Nursing.
Anna Bergadano MSN, PedRN, Docente e Tutor pedagogico di sede, Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Corso di Laurea in Infermieristica Pediatrica, Oncoematologia Pediatrica, Terapia Cellulare e Trapianto di Cellule Staminali, Ospedale Infantile Regina Margherita, Torino, Italia
Virna Carmellino MSN, PedRN, Docente e Tutor pedagogico di sede, Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Corso di Laurea in Infermieristica Pediatrica, Torino, Italia
Pierpaolo Chialvo MSN, PedRN, Docente, Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Corso di Laurea in Infermieristica Pediatrica, Oncoematologia Pediatrica, Terapia Cellulare e Trapianto di Cellule Staminali, Ospedale Infantile Regina Margherita, Torino, Italia
Emanuela Berbotto PedRN, Docente e Tutor pedagogico di sede, Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Corso di Laurea in Infermieristica Pediatrica, Torino, Italia
Liliana Vagliano PhD, MSN, PedRN , Docente e Coordinatore, Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Corso di Laurea in Infermieristica Pediatrica, Torino, Italia
Introduzione
Il fenomeno della dispersione universitaria interessa tutti i settori della formazione terziaria con tassi di abbandono in aumento nel periodo pandemico e attualmente in lieve calo. L’attivazione del sistema di Autovalutazione, Valutazione Periodica e Accreditamento del Ministero dell’Istruzione e la definizione di specifici indicatori, hanno permesso di porre l’attenzione anche a questo aspetto peculiare.
Obiettivo
Descrivere il percorso di studi degli studenti che hanno abbandonato il Corso di Infermieristica Pediatrica evidenziando le motivazioni di tale scelta.
Materiali e metodi
Studio osservazionale trasversale monocentrico. La popolazione inclusa è composta dagli studenti che hanno abbandonato il Corso di Studi Infermieristica Pediatrica (Università di Torino) negli ultimi 6 Anni Accademici (A.A. 2016/17- A.A. 2022/23). E’ stato utilizzato un questionario online, validato con metodo Delphi da un gruppo di esperti.
Risultati
Ha partecipato allo studio il 79% (n.30) della popolazione arruolabile. Le principali motivazioni dell’abbandono sono legate all’accesso al corso di studi primariamente scelto e alla comprensione dell’effettiva realtà lavorativa futura, non corrispondente all’idealizzazione personale della professione. A seguire vi è l’impatto emotivo con il bambino-famiglia in ambito ospedaliero. L’esperienza universitaria sia teorica che di tirocinio clinico è descritta con caratteristiche positive e arricchenti, soprattutto per il tutoraggio d’aula.
Discussione e conclusioni
Non sono emerse cause di abbandono modificabili dal Corso di Studi. Le motivazioni principali sottolineano l’importanza di un orientamento più accurato e mirato a descrivere la realtà professionale. Le strategie tutoriali si sono dimostrate idonee e l’esperienza risulta essere positiva e di crescita.
Parole chiave: Abbandono, Università, Infermieri, Pediatria, Tutor.
Drop-outs from the Pediatric Nursing Degree: Findings from an Observational Study
ABSTRACT
Introduction
University dropout is a widespread issue across all sectors of higher education, with rates increasing during the pandemic but now showing a slight decline. The Italian Ministry of Education has emphasized this issue through its Self-Assessment, Periodic Evaluation, and Accreditation system, defining specific indicators to address it.
Objective
To describe the academic course of students who withdrew from the Pediatric Nursing Course and to identify the reasons behind their decisions.
Materials and methods
A single-center, cross-sectional observational study was conducted. The population included students who dropped out of the Pediatric Nursing Course (University of Turin) over the past six academic years (2016/17–2022/23). Data were collected using an online questionnaire, validated through the Delphi method by a panel of experts.
Results
Of the eligible population, 79% (n=30) participated in the study. The primary reasons for leaving the course were the opportunity to enroll in a preferred program and a mismatch between expectations and the anticipated professional role. Emotional challenges, particularly in handling interactions with hospitalized children and their families, were also cited. Despite these challenges, participants described their university experience, including both theoretical and clinical components, as largely positive and enriching, with classroom tutoring receiving specific praise.
Discussion and conclusions
The study found no modifiable factors within the course of study contributing to dropouts. The main reasons for withdrawal underscore the need for more precise and targeted orientation to provide an accurate depiction of the nursing profession. Tutorial strategies were deemed effective, and the overall university experience was rated positively.
Key words: Drop Out, Universities, Nurses, Pediatric, Tutor.
Alvisa Palese Professore Associato MED/45, Dipartimento di Area Medica, Università degli Studi di Udine, Udine
Matteo Danielis Tutor Didattico, Corso di Studi in Infermieristica, Università degli Studi di Udine, Udine
Irene Mansutti Tutor Didattico, Corso di Studi in Infermieristica, Università degli Studi di Udine, Udine
Davide Caruzzo Tutor Didattico, Corso di Studi in Infermieristica, Università degli Studi di Udine, Udine
Elisa Mattiussi Tutor Didattico, Corso di Studi in Infermieristica, Università degli Studi di Udine, Udine
Marzia Morandini Tutor Didattico, Corso di Studi in Infermieristica, Università degli Studi di Udine, Udine
Renzo Moreale Tutor Didattico, Corso di Studi in Infermieristica, Università degli Studi di Udine, Udine
Margherita Venturini Tutor Didattico, Corso di Studi in Infermieristica, Università degli Studi di Udine, Udine
Stefano Fabris Tutor Didattico, Corso di Studi in Infermieristica, Università degli Studi di Udine, Udine
Illarj Achil Responsabile delle Attività Formative Professionalizzanti e Tutor Didattico, Corso di Studi in Infermieristica, Università degli Studi di Udine, Udine
Jessica Longhini Assegnista di ricerca, Dipartimento di Area Medica, Università degli Studi di Udine, Udine
Introduzione
Negli ultimi anni, numerosi filoni di ricerca si sono sviluppati per esplorare i meccanismi che garantiscono la sicurezza dei pazienti e le cure di qualità. Il framework dei Fundamentals of Care (FOC) rientra tra questi, con l’obiettivo di identificare le cure fondamentali che gli infermieri dovrebbero erogare e i meccanismi che sottendono alla loro attuazione. Lo scopo di questo lavoro è sintetizzare il dibattito in letteratura sulle FOC, gli aspetti in comune con altri framework teorici, nonché le principali implicazioni applicative.
Materiali e metodi
È stata condotta una revisione narrativa attraverso le banche dati Medline (via PubMed) e Cumulative Index to Nursing and Allied Health Literature (CINAHL), e il sito International Learning Collaborative, con le parole chiave ‘Fundamentals of care’, ‘Fundamental of care’, ‘Nursing’ e per autori (Kitson A. & Feo R).
Risultati
La relazione infermiere-paziente è il nodo cruciale per il soddisfacimento dei bisogni di cura fondamentali, framework che trae origine dal movimento del patient-centred care e trova aree di convergenza con le missed nursing care e con le compassionate care. Come misurare le cure fondamentali, valorizzarle nei contesti di cura, e il significato che assumono per i pazienti sono le sfide maggiori su cui investire.
Conclusioni
È importante costruire un dibattito professionale, culturale e formativo sulle cure fondamentali includendole nell’agenda professionale e scientifica delle priorità.
Parole chiave: Fondamenti dell’Assistenza Infermieristica, Cure Fondamentali, Revisione Narrativa.
Fundamentals of Care: a narrative review
ABSTRACT
Introduction
Over the last decades, several research lines have been carried out to investigate factors hindering or promoting patient’s safety and quality of care. Among them, the Fundamentals of Care (FOC) framework has reached an increased relevance worldwide. The aim of this narrative review is to summarize the debate on FOC’s concept, as well as its commonalities and differences with other relevant theoretical frameworks, and to underline some practical implications.
Methods
A narrative literature review has been performed in 2020. Studies have been identified in Medline (via PubMed) and Cumulative Index to Nursing and Allied Health Literature (CINAHL) databases, and the International Learning Collaborative website by using the following keywords: ‘Fundamentals of Care’, ‘Fundamental of Care’, ‘Nursing’; publications performed by the eminent authors in the field (prof. Kitson A. & Feo R) have also been retrieved.
Results
The nurse-patient relationship is a crucial component to meet the fundamental care needs, articulated in physical, relational, and socio-psychological dimensions. Commonalities with the patient-centred care movement and with that of compassionate and unfinished nursing care have been summarized. Moreover, models of care delivery, studies highlighting the perspective of patients with regards to the FOC and the relevance of nursing minimum data set have been highlighted.
Conclusions
It is important to continue to build a professional and scientific dialogue on fundamentals of care by including them in the professional and scientific agenda of priorities.
Key words: Fundamentals of care, Fundamental care, Narrative review.
Anna Arnone Infermiera, A.O.R.N. ‘’Antonio Cardarelli’’, Napoli (Italia)
Giovanni Gioiello Infermiere, A.U.S.L. Toscana Nord-Ovest, Livorno (Italia)
Francesco Riccardo Infermiere, Asl Na 2, Napoli (Italia)
Introduzione
La pandemia di Covid-19 ha messo di fronte gli infermieri ad una realtà di estremi disagio e angoscia, determinati sia dai numeri del contagio sia dalle limitazioni imposte. Questi cambiamenti hanno indotto nel personale in prima linea ansia, insonnia, stress, depressione e paura di infettarsi.
Obiettivo L’obiettivo dello studio è stato quello di indagare le esperienze vissute dagli infermieri durante la pandemia di Covid-19 per evidenziarne le tematiche fondamentali.
Metodi
È stato condotto uno studio qualitativo descrittivo mediante campionamento propositivo. Sono stati arruolati infermieri coinvolti nelle cure ospedaliere sul territorio italiano. A seguito dell’effettuazione di interviste semi-strutturate per via telematica e contestualmente audio registrate si è proceduto all’analisi dei dati secondo la Qualitative Content Analysis.
Risultati
Sono stati intervistati 10 infermieri. Sono emersi i seguenti 6 temi: paura di contagiare i propri familiari e se stessi, problemi di comunicazione causati dall’utilizzo dei DPI, paura di non essere in grado di gestire l’emergenza, scomodità e conseguenze fisiche per l’utilizzo dei DPI, solitudine nella solitudine, turni più frenetici e stancanti.
Conclusioni
La scelta di avviare uno studio qualitativo sulle esperienze vissute dagli infermieri durante la pandemia Covid-19 si basa sulla consapevolezza che la conoscenza più profonda degli stati d’animo aiuti a migliorare la relazione che l’uomo ha con l’ambiente circostante. Le esperienze raccontate possono essere per gli infermieri uno strumento efficace per far emergere emozioni, pensieri, vissuti, per costruire percorsi di riflessione e per rilevare temi significativi.
Parole chiave: Covid-19, esperienze vissute, studio qualitativo, infermieri.
Emotions and Covid-19: a qualitative survey on the tales of nurses
ABSTRACT
Introduction
The Covid-19 pandemic has confronted nurses with a reality of extreme discomfort and anguish, determined both by the numbers of the infection and by the anchor imposed. These changes have led to anxiety, insomnia, stress, depression, and fear of infection in frontline staff.
Objective
The aim of the study was to investigate experiences lived by nurses during the Covid-19 pandemic to highlight the fundamental issues.
Methods
A qualitative descriptive study was carried out by means of proactive sampling, nurses involved in hospital care on the Italian country were enrolled. Following the carrying out of semi-structured interviews electronically and at the same time audio recorded the data were analyzed according to qualitative content analysis.
Results
10 nurses were interviewed. The following 6 themes emerged: fear of infecting one’s family and oneself, communication problems caused by the use of PPE, fear of not being able to manage the emergency, inconvenience and physical consequences for the use of PPE, loleliness in the loleliness, more hectic and tiring shifts.
Conclusions
The choice to use a qualitative study on the experiences lived by nurses during the Covid-19 pandemic is based on the awareness that the deeper knowledge of the moods helps to improve the relationship that man has with the surrounding environment. The experiences told can be an effective tool for nurses to bring out emotions, thoughts, experiences, to build paths of reflection and to detect significant themes.
Key words: Covid-19, lived experiences, qualitative study, nurses.
Giampiera Bulfone (1), Roberta Fida (2), Ercole Vellone (3), Rosaria Alvaro (4), Alvisa Palese (5)
RIVISTA BIMESTRALE
Organo ufficiale della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche
LINK UTILI
Realizzato da Keyin Web Agency Roma
Editor dei contenuti – Ufficio Stampa e Comunicazione FNOPI
Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Maggiori informazioni
The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.