RIVISTA BIMESTRALE
Organo ufficiale della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche
Paolo Ferrara Infermiere, tutor Corso di Laurea in Infermieristica Università degli Studi di Milano – Ospedale San Paolo, Milano
Stefano Terzoni Infermiere, tutor Corso di Laurea in Infermieristica Università degli Studi di Milano – Ospedale San Paolo, Milano
Vittorio Oliverio Infermiere, Dipartimento di Salute Mentale – Ospedale San Paolo, Milano
Federico Ruta Infermiere, Direzione sanitaria aziendale ASL BAT
Alessandro Delli Poggi Coordinatore Infermieristico, Dipartimento di Scienze Chirurgiche Università di Roma La Sapienza
Armando D’Agostino Medico Psichiatra, Dipartimento di Salute Mentale – Ospedale San Paolo, Milano
Anne Destrebecq Professore Associato MED/45 – Presidente del Corso di Laurea in Infermieristica Università degli Studi di Milano
Introduzione
Le persone affette da disturbi mentali, in particolare modo in fase di acuzia, possono presentare un elevato rischio suicidario. La valutazione del rischio è complessa e multifattoriale.
La validazione preliminare della versione italiana della “Nurses’ Global Assessment of Suicide Risk” (NGASR-ita) si è dimostrata valida e affidabile nel supportare la valutazione infermieristica dell’ideazione suicidaria, tuttavia i suoi livelli di predittività non sono ancora stati indagati.
L’obiettivo dello studio è indagare la validità predittiva della NGASR-ita nella valutazione del rischio suicidario in pazienti ricoverati all’interno del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura.
Materiali e metodi
E’ stata effettuato uno studio osservazionale prospettico presso l’SPDC dell’ospedale San Paolo (ASST Santi Paolo e Carlo) di Milano con somministrazione della NGASR-ita a tutti i soggetti ricoverati. Valutazione dei punteggi di sensibilità, specificità, valore predittivo positivo (VPP) e valore predittivo negativo (VPN) della scala.
Risultati
Sono stati arruolati 131 soggetti, 34 dei quali (25.95%) presentavano un livello di rischio medio o superiore; sono state riportate 10 condotte suicidarie o gravemente autolesive; la sensibilità è risultata pari a 90.0%, la specificità pari a 78.51%, il VPP 23.53%, il VPN= 97.94%.
Conclusioni
I soddisfacenti valori di predittività mostrati sostengono l’utilizzo della NGASR-ita quale strumento valido ai fini della valutazione infermieristica del rischio suicidario nel contesto psichiatrico acuto in Italia.
Parole chiave: Disturbo mentale, infermiere, rischio suicidario.
The nursing assessment of suicidal risk in a person admitted to acute psychiatric inpatient settings: predictive validity of the Italian version of the Nurses’ Global Assessment of Suicide Risk (NGASR-ita)
ABSTRACT
Introduction
People affected by mental disorders, particularly in acute situations, can be at increased risk of suicide. Risk assessment is complex and multifactorial. The preliminary validation of the Italian version of the “Nurses’ Global Assessment of Suicide Risk” (NGASR-ita) proved to be valid and reliable in supporting the nursing evaluation of suicidal ideation, however its predictive levels have not yet been investigated. The aim of the study is to investigate the predictive validity of NGASR-ita in the evaluation of suicidal risk in patients admitted to the Psychiatric Diagnosis and Treatment Service.
Methods
Prospective observational study at the acute psychiatric inpatient unit of the San Paolo hospital (ASST Santi Paolo e Carlo) in Milan with administration of NGASR-ita to all hospitalized subjects. Evaluation of the scores of sensitivity, specificity, positive predictive value (VPP) and negative predictive value (VPN) of the scale was performed.
Results
131 subjects were enrolled. 34 (25.95%) had a medium or higher risk level; 10 suicidal or seriously self-injuring behaviors were reported; sensitivity was 90.0%, specificity 78.51%, PPV 23.53%, NPV 97.94%.
Conclusions
The satisfying predictive values shown support the use of NGASR-ita as a valid tool for the nursing assessment of suicidal risk in the acute psychiatric context in Italy.
Key words: Mental disorder, nurse, suicidal risk.
Sara Bidone CPSS Commissione di Vigilanza Asl Alessandria
Davide Vessio Psicologo, psicoterapeuta, libero professionista Collegno (To)
Viviana Baldina Infermiera RSA Villa San Fortunato Casalcermelli
Aida Celaj Infermiera chirurgia vascolare ASO Alessandria
Carlo Di Pietrantonj Asl Al Dirigente analista Servizio Regionale Epidemiologia
Introduzione
Il Diagnostic Statistical Manual of Mental Disorders IV (DSM-IV-TR) descrive i soggetti che presentano tratti narcisisti come caratterizzati da un orientamento egocentrico nei confronti della vita; senso grandioso della propria importanza e unicità, costantemente occupati da fantasie di successo, potere, bellezza e con una capacità critica carente, sia per quanto riguarda le proprie effettive capacità, sia per quanto riguarda i limiti reali circa il raggiungimento dei propri obiettivi; contestualmente, presentano una limitata, in alcuni casi pressoché nulla, capacità di empatia. Questo problema lo si riscontra anche tra i professionisti che agiscono in molti ambiti, incluso il campo sanitario. Le segnalazioni di episodi di mancanza empatia da parte di alcuni infermieri, hanno portato a richieste di integrare la valutazione delle qualità personali nella selezione degli studenti infermieri, con l’intento di reclutare individui le cui caratteristiche personali riflettano quelle desiderate nell’infermiere. Infatti l’empatia e la comunicazione empatica sono componenti chiave ormai ampiamente riconosciute come presupposti per cure sanitarie di buona qualità.
Materiali e metodi
Allo scopo di analizzare il fenomeno narcisismo in una popolazione di aspiranti infermieri è stata condotta una survey tra gli studenti del 1° anno di corso il Corso di laurea in infermieristica (Università degli studi del Piemonte Orientale Anno accademico 2014/2015) attraverso l’auto-somministrazione del questionario Narcisistic Personality Inventory, strumento adatto a valutare la tendenza narcisistica nelle popolazioni non cliniche.
Risultati
Lo studio ha coinvolto 218 soggetti di età compresa tra i 19-44 anni. L’analisi dei punteggi complessivi ha mostrato un livello di narcisismo piuttosto basso (in media pari a 1.5), con una tendenza fra i maschi a totalizzare punteggi lievemente più alti, cosi come appare bassa la percentuale di soggetti il cui punteggio complessivo risulta superiore a 2, pari al 17.4% dei 218 intervistati. Tuttavia rileviamo che circa il 30% dei soggetti ha indentificato più della metà degli item indicatori di narcisismo, sempre con una prevalenza fra gli studenti maschi.
Conclusioni
Il livello complessivamente basso dei punteggi ottenuti nel nostro studio indica che gli studenti non presentavano marcati tratti narcisistici: questo ci conforta poiché ci aspettiamo che chi decide di avvicinarsi a questa professione lo faccia consapevole anche della disponibilità umana che comporta. In ambito formativo non si tratta solo di favorire l’acquisizione di competenze di comunicazione ma di far apprendere un modo di rapportarsi con il paziente che tenga conto del lato umano e affettivo della relazione, e quindi di spiegare le potenzialità della relazione secondo finalità terapeutiche.
Parole chiave: narcisismo, formazione infermieristica, empatia, competenza empatica.
ABSTRACT
Introduction
The Diagnostic Statistical Manual of Mental Disorders IV (DSM-IV-TR) describes subjects who have narcissistic features like an egocentric attitude towards life; a big sense of its own importance and uniqueness, constantly occupied by fantasies of success, power, beauty and with a lack of critical capacity, both in terms of his actual capabilities, and in terms of real limits about the achievement of hi aims; at the same time, they have a limited or missing capacity for empathy. This typical situation can be found also among professionals belonging to many setting, including in the health field. The warnings about episodes of lack of empathy by some nurses could request to integrate the evaluation of personal qualities in the selection of nursing students, with the aim of recruiting people whose personal features reflect those wondered in a nurse. In fact, empathy and empathic communication are fundamental features that are now widely recognized as prerequisites for a quality health care.
Methods
In order to analyse the narcissism phenomenon in a population of nursing students, has been conducted a survey among the students of the first year of the degree course in nursing (University of Eastern Piedmont Academic year 2014/2015) through the self -administration of the Narcisistic Personality Inventory questionnaire, that is a suitable tool to evaluate the narcissistic trend in non-clinical populations.
Results
The survey involved 218 people between 19-44 years old. The analysis of the overall scores showed a quite low level of narcissism (on average 1.5), with a tendency among males to score slightly higher marks, at the same time the percentage of subjects whose overall score is higher than 2 is lower (on average 17.4% of 218 interviewee).
Conclusions
The overall low level of the scores in our study shows that the students didn’t have emphasized narcissistic features: this reliefs us since we expect that people who want to approach this profession wold be aware of the human availability that this task involve. In the training field tutors have to provide the acquisition of communication and relational skills that would take into account the human and affective side of the relationship with patient, and therefore make sure students about the power of that relationship for therapeutic purpose.
Key words: narcissism, nursing training, empathy, empathic competence.
Valentina Simonetti* PhD, Tutor Didattico Corso di Laurea in Infermieristica – “Università Politecnica delle Marche” – Polo didattico di Ascoli Piceno. Professore a contratto Università Politecnica delle Marche e l’Università G. d’Annunzio di Chieti
Dania Comparcini* PhD, Infermiera Coordinatrice, A.O. Ospedali Riuniti di Ancona. Professore a contratto Università Politecnica delle Marche, Ancona
Letizia Tesei Infermiera Coordinatrice, referente di sede U.O.C. Area Infermieristico- ostetrica AV2 ASUR Marche, Professore a contratto Università Politecnica delle Marche e Università G. d’Annunzio di Chieti
Gaetano Sorrentino Area Manager Toscana, Gruppo Korian Italia
Giancarlo Cicolini PhD, Ricercatore Dipartimento Scienze biomediche e Oncolgia umana – Università Aldo Moro – Bari
*Equally contributed
Introduzione
Il giro visita (GV) è una prassi che affonda le sue radici in epoche molto remote e, seppur consolidata, essendo una componente chiave delle attività sanitarie, viene spesso sottovalutata come parte della pianificazione e gestione assistenziale. Numerosi studi, riportano un’enorme variabilità sia negli scopi che nella conduzione dei GV, con la figura dell’infermiere che rimane spesso invisibile all’interno del processo, con ripercussioni negative sugli outcomes clinici ed emozionali dell’assistito. L’obiettivo della revisione è quello di riassumere le principali evidenze sulla prassi del GV come strumento evidence-based a supporto della clinical governance in ambito sanitario.
Materiali e metodi
E’ stata effettuata una revisione integrativa della letteratura, condotta sul database MedLine, attraverso PubMed, per identificare gli studi primari indicizzati che hanno indagato il GV come prassi in grado di garantire la qualità in sanità.
Risultati
I 24 studi inclusi nella revisione hanno permesso di identificare quattro tematiche principali legate alla prassi del GV: (I) “qualità percepita dagli operatori”; (II) “qualità percepita dalla persona assistita”; (III) “qualità gestionale”; (IV) “qualità professionale”.
Conclusioni
Un GV strutturato, su base giornaliera e che prevede strumenti evidence-based migliora la qualità gestionale, l’efficienza (contenimento dei costi e aumento della produttività, intesa come rapporto tra volume di prestazioni e costi), l’integrazione tra i processi aziendali e la qualità professionale. Inoltre, al fine di migliorare la qualità percepita, la prassi del GV necessita di essere rivista sotto vari aspetti: coinvolgimento di tutti i componenti del team, pazienti e career, consapevolezza del ruolo professionale, comunicazione all’interno della triade medico-infermiere-paziente.
Parole chiave: Giro visita, qualità, esiti, soddisfazione, sicurezza, ruolo infermieristico.
ABSTRACT
Introduction
The ward round is a long-standing practice rooting in bygone times. Despite being a key component of health care activities, it is often underestimated in care planning and management. Many studies report an enormous variance both in the purposes and in the management of the ward round, with nurses often invisible within the process and negative consequences on the patients’ clinical and emotional outcomes. The aim of the review is to summarize the main evidences regarding the WR practice as an evidence-based tool supporting the clinical governance in healthcare system.
Methods
An integrative review has been conducted using MedLine database, through PubMed, in order to identify primary indexed studies investigating the WR as a practice to ensure quality in the healthcare system.Results The 21 studies included in the review allowed to identify four main issues regarding WR: (I) “perceived quality by health professionals”; (II) perceived quality by patient”; (III) “quality management”; (IV) “professional quality”.
Conclusions
A structured WR, on a daily basis and with evidence-based tools, improves the managerial quality, the efficiency (cost containment and increased productivity – in terms of the ratio between volume of services provided and costs), the integration between business processes and professional quality. Moreover, in order to improve the perceived quality, the ward round practice needs to be reconsidered in a number of aspects: involvement of all the team members, patients and careers, awareness of the professional role, communication within the triad physician-nurse-patient.
Key words: Ward Round, quality, outcomes, satisfaction, safety, nurse role.
Alessia Gaeta Infermiera Milano
Paolo Ferrara Infermiere Tutor presso il Corso di Laurea in Infermieristica, polo didattico San Paolo – Milano
Anne Destrebecq Professore associato MED/45, Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano
Stefano Terzoni Infermiere, tutor presso il Corso di Laurea in Infermieristica, polo didattico San Paolo – Milano
Introduzione
La Health Care Financing Administration considera mezzi di contenzione fisici e meccanici tutti i dispositivi applicati al corpo o nello spazio circostante la persona per limitare la libertà dei movimenti volontari. Le principali motivazioni all’applicazione di una contenzione sono la prevenzione delle cadute, la gestione di confusione e agitazione, la protezione dei presidi medicali. Il ricorso alla contenzione fisica non è esente da conseguenze: molti studi hanno evidenziato complicanze fisiche, e ripercussioni psicologiche, oltre a sentimenti di delusione ed imbarazzo, spesso condivisi anche dalla famiglia. Inoltre la decisione di ricorrere o meno alla contenzione fisica non è esente da conseguenze, essenzialmente di carattere emozionale, anche per il personale infermieristico e lo studente in formazione. Scopo dello studio è indagare la percezione e le conoscenze di un campione di infermieri e di studenti del Corso di Laurea infermieristica in merito al tema della contenzione fisica.
Materiali e metodi
Validazione della versione italiana del questionario di Janelli LM et al., (1992). Somministrazione dello strumento ad un campione di infermieri di diverse realtà sanitarie e di studenti del corso di Laurea in Infermieristica.
Risultati
Il Content Validity Index della versione italiana dello strumento è risultato pari a 0.96, la consistenza interna (alfa) maggiore a 0.80 in ogni domino. I domini “conoscenze” e “aspetti della pratica” presentano punteggi critici in 6 item su 15; il dominio “attitudini” dimostra complessivamente una propensione alla tematica soddisfacente, in particolare negli studenti.
Conclusioni
La versione italiana dello strumento si è dimostrata valida ed affidabile; i risultati ottenuti suggeriscono la necessità di maggior formazione degli studenti, un continuo aggiornamento degli infermieri e una maggior sensibilizzazione sul tema della contenzione fisica.
Parole chiave: contenzione fisica, conoscenze, percezioni, attitudini, aspetti della pratica, infermieri, studenti di infermieristica.
ABSTRACT
Introduction
The Health Care Financing Administration considers as physical and mechanical means of restraint all devices applied to the body or in the space surrounding the person to limit the freedom of voluntary movements. The main reasons for the application of a restraint are the prevention of falls, the management of confusion and agitation, the protection of medical devices. The event, however, is not without consequences: many studies have highlighted physical complications and psychological repercussions, as well as feelings of disappointment and embarrassment, often shared by the family. Moreover, the decision whether or not to resort to physical restraint is not without consequences, essentially of an emotional nature, also for the nursing staff. The objective of this study is to investigate the perception and knowledge of a sample of nurses and nursing students regarding physical restraint.
Methods
Validation of the Italian version of the questionnaire by Janelli LM et al. (1992); administration of the instrument to a sample of nurses from different health realities and students of the degree course in nursing.
Results
Internal consistency was 0.81 for the “knowledge” domain, 0.86 for “attitudes” and 0.84 for “Aspects of practice”. The Content Validity Index was 0.96.
The “ knowledge” and “ aspects of practice” domains scored critically in 6 items out of 15; the “attitudes” domain showed that the participants (students in particular) had satisfactory motivation towards this topic.
Conclusions
The Italian version of the tool has proved to be valid and reliable; the results obtained suggest the need for more training for students, continuous updating of nurses and greater awareness of the issue of physical restraint.
Key words: physical restraint, knowledge, perceptions, attitudes, aspects of practice, nurses, nursing students.
Cinzia Botter Infermiera, Responsabile gestionale unità d’offerta ADI e UCPDOM Presidio Socio Sanitario San Donato Habilita Osio Sotto BG, tesoriere ASI
Sergio Nobile Coordinatore Modulo Funzionale SPDC Legnano – UOC S.I.T.R.A. – Area Salute Mentale e Dipendenze, consigliere ASI
Paola Arcadi Infermiera, Corso di Laurea in Infermieristica, Università degli Studi di Milano, sezione ASST Ovest Milanese, Presidente ASI
Loris Bonetti Infermiere, Dottore di ricerca, Ex consigliere OPI Mi-Lo-MB, Esperto clinico in ricerca infermieristica, Infermiere, Dottore di ricerca, Ex consigliere OPI Mi-Lo-MB, Esperto clinico in ricerca infermieristica,Unità sviluppo e ricerca infermieristica, Istituto Oncologico della Svizzera Italiana,Ente Ospedaliero Cantonale, Bellinzona CH, consigliere ASI
Sara Bonfadini Infermiera, Tutor della didattica professionale, ASST Valcamonica, Corso di Studio in Infermieristica Università degli Studi di Brescia, sezione di Esine
Antonella Demarchi Infermiera, Dirigente Professioni Sanitarie, Fondazione IRCCS ‘Ca Granda’ Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, consigliere ASIconsigliere ASI
Antonietta Fortunato Infermiera, Responsabile DAPSS Presidio Cernusco s/N, ASST Melegnano e Martesana, segretario ASI
Paolo Carlo Motta Infermiere, Professore Associato Cattedra di Scienze Infermieristiche, Università degli Studi di Brescia
Daniela Pasqua Infermiera U.O. Ostetricia – Ginecologia Ospedale di Mirano – Venezia
Mariachiara Perri Infermiera, U.O Chirurgia Generale, Ospedale di Manerbio, ASST del Garda
Lorena Salvini Infermiera, Coordinatrice Infermieristica ASST Monza, vicepresidente ASI
Andrea Todisco Infermiere, Coordinatore Sanitario ASST Nord Milano, Cooperativa Sociale Ambra
Eleonora Zanella Infermiera, Centro Sclerosi Multipla Ospedale San Raffaele Milano, revisore dei Conti ASI
Barbara Sappa Infermiera, Responsabile Infermieristico Area Medicina, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano, consigliere ASI
Introduzione
La ricerca di Accademia Scienze Infermieristiche (ASI) sul tema “di quali bisogni di salute si occupa l’infermiere”, ha portato in luce quanto oggi l’agire dei professionisti debba sempre più orientarsi alla risposta dei nuovi bisogni di salute che il mutato quadro epidemiologico sta facendo emergere. L’attuale scenario socio-sanitario, unitamente alle prospettive di sviluppo in essere della professione infermieristica e delle competenze disciplinari, sollecitano dunque alcuni interrogativi fondamentali: cosa si intende per salute? Quali bisogni di salute esprimono le persone oggi? Scopo del presente lavoro è quello di esplorare il significato di salute e i suoi determinanti, mediante l’interpretazione di percezioni, opinioni, valutazioni, aspettative delle persone.
Materiali e metodi
E’ stato effettuato uno studio qualitativo descrittivo. Il campione era composto da cittadini adulti residenti in Regione Lombardia. I dati sono stati raccolti tramite intervista semi-strutturata in sei piazze cittadine della Regione Lombardia, nel periodo marzo-aprile 2017. E’ stata effettuata un’analisi qualitativa del contenuto.
Risultati
Sono state raccolte 207 interviste che hanno permesso di identificare otto macro-categorie che compongono il concetto di salute per gli intervistati: assenza di malattia, atteggiamenti e comportamenti proattivi, autonomia, equilibrio, benessere socio-economico, relazioni sociali positive, stati d’animo positivi, stili di vita.
Conclusioni
La salute è il risultato sia di responsabilità individuali, negli atteggiamenti e comportamenti proattivi come nell’adozione di corretti stili di vita, sia di responsabilità collettive, dipendenti dal benessere sociale di un territorio e dalle scelte politiche ed economiche dei diversi attori che lo abitano; essa riguarda il corpo, i suoi disturbi e i suoi sintomi, ma soprattutto la persona nella sua interezza. I risultati emersi forniscono informazioni utili alla pratica assistenziale infermieristica, poiché da sempre il professionista infermiere considera la salute un dominio composto da sfaccettature differenti.
Parole chiave: assistenza infermieristica, salute, ricerca qualitativa, cittadini
ABSTRACT
Introduction
Nursing Science Academy research on “What health needs do nurses deal with” highlighted that nowadays the professionals’ activities have to be increasingly oriented towards responding to the new health needs that the changed epidemiological framework is bringing about.The existing healthcare and social scenario together with the current perspective of development of nursing and disciplinary skills rise some key questions: What is meant by health? What health needs do people express today?
The aim of this study was to explore the meaning of health and its constituents, by analysing people’s perceptions, opinions, evaluations and expectations.
Methods
A qualitative descriptive research has been carried out. The sample consisted of adult citizens residing in the Lombardy Region. The data were collected through semi-structured interviews in six city squares of the Region, in March-April 2017. A qualitative analysis of the content was carried out.
Results
The 207 collected interviews allowed the identification of eight macro-categories that constitute the concept of health for the respondents: absence of disease, proactive attitudes and behaviours, autonomy, balance, socio-economic well-being, positive social relations, positive moods, lifestyles.
Conclusions
Health results from the combination of both individual responsibilities – proactive attitudes and behaviours such as the adoption of proper lifestyles, and collective responsibility depending on the social well-being of an area and the political and economic choices of its different stakeholders. Health concerns the body, its disorders and its symptoms and, above all, the person as a whole. The results obtained provide useful information for nursing practice, since nurses have traditionally considered health as a domain made up of different facets.
Key words: Nursing care, health, qualitative research, population.
Loredana Sasso MEdSc, MSN, RN, FAAN, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova;
Annamaria Bagnasco PhD, MEdSc, MSN, RN, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova;
Silvia Scelsi MSN, RN, Ospedale G. Gaslini – IRCCS, Genova;
Milko Zanini PhD, MSN, MSoc, RN, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova;
Gianluca Catania PhD, MSN, RN, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova;
Silvia Rossi MSN, RN, PhD Student, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova;
Nicoletta Dasso MSN, RN, PhD Student, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova;
Paolo Petralia MD, Presidente Associazione Ospedali Pediatrici Italiani (AOPI), Ospedale G. Gaslini – IRCCS, Genova;
Walter Sermeus PhD, RN, KU Leuven Department of Public Health & Primary Care, Leuven, Belgium;
INTRODUZIONE
Gli studi in ambito pediatrico dimostrano che elevati carichi di lavoro infermieristico e ambiente di lavoro sfavorevole aumentano il rischio di riammissione ospedaliera. Obiettivo dello studio è descrivere l’assistenza infermieristica attuale e la qualità e la sicurezza delle cure in pediatria in Italia.
MATERIALI E METODO
Studio osservazionale trasversale, con raccolta dati a tre livelli: amministrativo, infermiere, caregiver o paziente maggiorenne. Sono state coinvolte 13 Aziende Ospedaliere affiliate all’Associazione Ospedali Pediatrici Italiani e le rispettive unità operative di degenza ordinaria. I dati sono stati analizzati per area clinica: area medica, chirurgica e critica.
RISULTATI
Sono state incluse 169 unità operative, arruolati 2769 infermieri. Lo staffing medio nazionale differiva per le tre aree: area chirurgica 5,93 (DS ±2,67); area medica 5,7 (DS ±3,33); area critica 3,55 (DS ±2,68). L’80% degli infermieri riportava livelli di qualità dell’assistenza non eccellenti, mentre la sicurezza dei pazienti era percepita non buona da una percentuale di infermieri pari al 49%. Il 27% degli infermieri presentava un livello di burnout elevato su tutto il territorio nazionale. Lo skill-mix variava tra il 76% e l’82%.
CONCLUSIONI
I risultati rilevano criticità su staffing, qualità e sicurezza dell’assistenza evidenziando la necessità di orientare le scelte politiche in termini di fabbisogno di risorse umane verso la qualità e la sicurezza dell’assistenza ospedaliera pediatrica. I risultati del primo studio italiano ed europeo condotto sull’impatto dell’assistenza infermieristica pediatrica sulla qualità e la sicurezza delle cure permetterà di aprire la riflessione nazionale e internazionale, tesa a un miglioramento degli esiti clinici del paziente.
Parole Chiave: staffing, cure mancate, qualità delle cure, work environment, assistenza pediatrica, cure pediatriche
INTRODUCTION
Studies in the area of childcare show that heavy nursing workloads and unfavourable working environment increase the risk of hospital readmission and worse the quality of care. The aim of the study was to describe current nursing care and the quality and safety of paediatric care in Italy.
Methods
A cross-sectional observational study was conducted. Data have been collected at three levels: administrative, nurses, caregivers or adult patients. Thirteen hospitals, affiliated to the Italian Paediatric Hospitals Association, with their respective units of ordinary hospitalization were enrolled. Analyses were aggregated by the following clinical areas: medical, surgical, and critical.
Results
One hundred and sixty-nine operating units were included and 2769 nurses enrolled. The average national staffing differed for the three areas: surgical area 5.93 (DS ±2.67); medical area 5.7 (DS ±3.33); critical area 3.55 (DS ±2.68). The response rate was 80%, 39% and 68%, respectively. 80% of paediatrc nurses reported not optimal levels of quality of care, while patient safety was not perceived as being good by 49% of nurses.
Throughout the country, 27% of nurses scored in the high burnout range. The skill-mix ranged from 76% to 82%.
Conclusions
The results showed weaknesses in staffing, quality and safety of care, highlighting the need to steer policy choices in terms of human resource needs towards the quality and safety of paediatric hospital care. The results of the first Italian and European study conducted on the impact of paediatric nursing care on the quality and safety of care will arise the national and international debate, aimed at improving the patients’ clinical outcomes.
Keywords: staffing, missed care, quality of care, work environment, paediatric nursing, paediatric care
Marco Gatti Infermiere, Unità Assistenziale di Malattie Infettive, ASST Papa Giovanni XXIII, Bergamo;
Monica Casati Dirigente Responsabile Ricerca Formazione e Sviluppo, UOC Direzione Professioni Sanitarie e Sociali, ASST Papa Giovanni XXIII, Bergamo;
Stefania Di Mauro Professore Associato in Scienze Infermieristiche, Presidente Consiglio di Coordinamento Didattico Laurea in Infermieristica, Laurea in Ostetricia, Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche, Università degli Studi di Milano Bicocca, Scuola di Medicina e Chirurgia;
Ramona Pellegrini Infermiere, Staff Ricerca Formazione e Sviluppo, UOC Direzione Professioni Sanitarie e Sociali, ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo;
Simonetta Cesa Direttore, UOC Direzione Professioni Sanitarie e Sociali, ASST Papa Giovanni XXIII, Bergamo;
Matteo Marchesi Medico Legale, ASST Papa Giovanni XXIII, Bergamo
INTRODUZIONE
La contenzione fisica è un intervento straordinario che pone dei problemi etici, assistenziali, deontologici e legali; le pubblicazioni indicano deboli prove scientifiche a sostegno del suo utilizzo, nonostante un frequente ricorso nella pratica clinica. Il monitoraggio del fenomeno è raccomandato, ma le stime sono disomogenee tra loro a causa delle differenti caratteristiche dei luoghi di cura e dell’inclusione o meno delle sponde al letto come mezzi di contenzione. L’obiettivo del presente studio è quello di rilevare la prevalenza della contenzione nel contesto di cura dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
MATERIALI E METODO
Studio osservazionale, prospettico. Sono state valutate tutte le persone ricoverate sottoposte a contenzione fisica. Il periodo di osservazione è stato di 51 giorni consecutivi e ha coinvolto 21 Unità Assistenziali di degenza a ciclo continuo escludendo l’area critica, l’area pediatrica e l’area della salute mentale. Sono stati effettuati rilievi giornalieri, osservazioni dirette dei pazienti contenuti e analisi della documentazione clinica.
RISULTATI
I diversi metodi di indagine utilizzati descrivono una prevalenza della contenzione pari al 2,13% (rilievi giornalieri) e all’1,5% (osservazioni dirette).
CONCLUSIONI
Le caratteristiche dei contenuti e della contenzione sono sovrapponibili a quanto già presente in letteratura. La prevalenza registrata è confrontabile solo con una realtà trovata in letteratura ma non con altre a causa di campioni differenti (terapie intensive) e diversi mezzi di contenzione (spondine al letto). La prevalenza registrata rientra tra i front runners dei Nursing Sensitive Outcome (NSO).
Parole Chiave: contenzione fisica, prevalenza, cure per acuti, assistenza infermieristica, NSO
INTRODUCTION
Physical restraint is an extraordinary nursing act that poses ethical, nursing, deontological and legal issues. Literature shows weak evidence to support it, despite its frequent use in clinical practice. Prevalence monitoring is recommended, even if the evaluations are uneven due to different characteristics of the settings of care and whether bedrails are included among physical restraints or not. The objective of this study is to assess the prevalence of physical restraint in the Italian health system, through its evaluation in the Papa Giovanni XXIII hospital, Bergamo.
Methods
Observational, prospective study. All in-patients undergoing physical restraint were assessed along an observation period lasting 51 consecutive days and involving 21 continuous-cycle hospital care units. The critical area, the paediatric area and the mental health area were excluded. Daily surveys, direct observations of the patients contained and analysis of the clinical documentation have been carried out.
Results
The different methods of investigation used indicate a prevalence of containment of 2.13% (daily surveys) and 1.5% (direct observations).
Conclusions
The nature of contention and its procedure overlapped what was already present in the literature. The recorded prevalence was comparable only with a situation found in the literature because of different samples (ICU patients) and different means of containment (bed rails) of the others. The observed prevalence is among the front runners of the Nursing Sensitive Outcome (NSO).
Keywords: physical restraints, prevalence, acute care, nursing, NSO
Caterina Galletti (1), Federico Ferro (2), Fabiana Cassano (3), S. Augenti (4), G.P. Bartolillo (4), D. De Rosa (4), F. Cammareri (4),
F. Cassano (4), D. Ciocca (4), M. Circuri (4), S. Copetti (4), L. Costa (4), C. Coviello (4), R. Cozzolino (4), R. D’Alterio (4), G. De Isidoris (4), I. Erba (4), M. Fanfarillo (4), F. Ferro (4), C. Frassetto (4), G. Genovese (4), N. Login (4), A. Lumaca (4), G. Maulicino (4), C. Mellucci (4), M. Milioni (4), F. Molfese (4), G. Pascarella (4), E. Sacco (4), M. Santocchi (4), F. Saporetti (4), L. Sebastio (4), N. Tofani (4), P. Varriale (4), Pasquale Varriale (5)
Introduzione L’associazionismo professionale è una delle caratteristiche distintive di una professione. Le associazioni infermieristiche e ostetriche sono enti utili per aiutare a sviluppare cultura e visione della professione.
In un’epoca di cambiamenti, in cui le modalità associative si sono modificate e parte della vita di relazione si svolge con i social network, è importante esplorare il fenomeno dell’associazionismo e conoscere cosa pensano i professionisti e se e come partecipano alla vita associativa. L’obiettivo dello studio è descrivere come infermieri e ostetriche percepiscono l’associazionismo e le associazioni professionali e comprendere le motivazioni che spingono ad appartenere o meno ad una associazione professionale.
Materiali e metodi E’ stato condotto uno studio qualitativo descrittivo su un campione propositivo di 140 professionisti infermieri e ostetriche italiani. I dti sono stati raccolti attraverso un questionario costruito ad hoc.
Risultati L’analisi delle risposte ha fatto emergere le diverse percezioni dei partecipanti circa l’associazionismo. I risultati evidenziano una non chiara conoscenza circa le funzioni delle associazioni professionali e della loro distinzione con il sistema ordinistico. Il 60% degli intervistati non è iscritto a nessuna associazione.
Conclusioni I partecipanti hanno dichiarato che l’associazionismo può contribuire allo sviluppo della professione e si dimostrano interessati alla possibilità di iscriversi anche se la decisione di essere membro o meno di un’organizzazione professionale sembra sia proporzionale al rapporto costi/benefici. Considerando l’insufficiente ricerca in Italia in questo ambito vengono suggeriti ulteriori studi per una comprensione più ampia del fenomeno.
Parole chiave: associazioni professionali, partecipazione alle associazioni, infermieri/ostetriche, motivazioni all’associarsi, membership professionale, content analysis
ABSTRACT
Introduction Professional membership is one of the distinctive hallmarks of a profession. Nursing and midwifery associations are important bodies for developing the culture and vision of these professions. In an age of transformation, in which the associative patterns have changed and part of the relationship life goes on through social networks, it is important to explore the phenomenon of associationism and to know what professionals have to say and if and how they participate in the associative life. The main purpose of this study is to investigate and describe how nurses and midwives experience professional associations and personal membership and to understand the underlying reasons for joining or not joining a professional association.
Methods A qualitative descriptive study was conducted on a conventional sample of 140 Italian nurses and midwives. Data were collected through an “ad hoc” questionnaire.
Results The analysis of the responses showed the differing perceptions of the participants about associationism. The results highlighted a lack of knowledge about the functions of professional associations and their distinctiveness from the ordinistic system. 60% of the respondents weren’t members of any association.
Conclusions The participants stated that associationism can contribute to the development of the profession and showed an interest in the possibility of applying, even if the decision seems to be proportional to the cost-effectiveness ratio. Given the scarce research in Italy in this field, further studies are recommended for a broader understanding of the phenomenon. It is also important to promote new forms of association for excluded categories
Keywords: professional associations, participation in associations, nurses/midwives, motivation to join, professional membership, content analysis
Loredana Sasso (1), Annamaria Bagnasco (1), Gianluca Catania (1,4), Milko Zanini (1), Antonella Santullo (5), Roger Watson (2), Walter Sermeus (3), Linda Aiken (4)
RIASSUNTO
Introduzione Diversi studi internazionali hanno dimostrato come staffing, formazione, skill mix, ambiente di lavoro, turnover, burnout e missed care impattano sugli esiti dei pazienti. Obiettivo di questo studio era ridefinire i modelli previsionali del fabbisogno infermieristico in Italia.
Materiali e metodi Sono state coinvolte 292 unità operative di medicina e chirurgia generale, in 40 ospedali su 13 regioni. Complessivamente sono stati inclusi 3716 pazienti e 3667 infermieri.
Risultati Lo staffing medio era pari a 9,5 (±4,92) pazienti per infermiere. Il 40% di infermieri dichiarava una scarsa qualità di cure erogate; il 23% un livello scadente di sicurezza. Le cure mancate medie erano pari al 41%. Il punteggio medio generato dalle 5 sottoscale che descrivono l’ambiente di lavoro era pari a 2,45.
Lo skill mix era pari al 56% con variazioni sensibili nell’ambito delle differenti realtà regionali, il 39% degli infermieri evidenziava un preoccupante rischio di burnout. Più di un infermiere su tre (36%) affermava che, se avesse avuto l’opportunità, avrebbe lasciato la professione nei successivi 12 mesi.
Conclusioni L’Italia oggi dispone di dati per avviare scelte evidence-based sullo staffing al fine di garantire esiti migliori. In assenza di standard nazionali si generano variazioni critiche dell’offerta sanitaria che determina elevata variabilità del rispetto dei principi etici di giustizia ed equità. L’Italia, al pari di altri Paesi occidentali, necessita di una normativa che definisca quali esiti sono garantiti ai cittadini sulla base dei livelli di staffing.
Parole chiave: staffing, cure mancate skill mix, turnover, qualità delle cure, sicurezza del paziente, work environment, cure essenziali, burnout
ABSTRACT
Introduction Several international studies showed how staffing, education, skill mix, work environment, turnover, burnout and missed care impact on patient outcomes. The aim of this study was to redefine the predictive models of nursing staffing needs in Italy.
Methods Two hundred ninety-two operative units of Medicine and General Surgery of 40 hospitals in 13 Italian regions were involved. A total of 3716 patients and 3667 nurses were enrolled.
Results The average staffing was 9.5 (± 4.92) patients per nurse. Forty per cent of nurses reported a poor quality of care provided; 23% a reduced level of patient safety. The average missed care was 41%. Average score from the five work environment subscales was 2.45. The skill mix was 56%; 39% of the nurses showed a significant risk of burnout. More than one in three nurses (36%) reported that if he/she had had the chance, he/she would have left the nursing profession in the following 12 months.
Conclusions Italy currently holds data to initiate evidence-based choices on staffing in order to ensure better outcomes. In the absence of national standards, critical shifts in the supply of healthcare are engendered, resulting in significant variations in compliance with the ethical principles of justice and equity.
Keywords: staffing, missed care, skill mix, turnover, quality of care, patient safety, work environment, fundamentals of care, burnout
Elisabetta Zanotti Fragonara (1), Pier Luigi Ingrassia (1), Fabrizio Colombo (2), Barbara Suardi (3), Gaetano Auletta (3)
RIASSUNTO
Introduzione Il Breakthrough Cancer Pain (BtCP) rappresenta un’esacerbazione transitoria di dolore che insorge nei pazienti oncologici con dolore di base controllato. È importante riconoscerlo e gestirlo perché, se non trattato adeguatamente, si associa al peggioramento della qualità di vita del paziente. L’obiettivo di questo studio è di descrivere le modalità di approccio infermieristico al BtCP, negli Hospice dell’area del Piemonte Nord Orientale, in termini di definizione, valutazione e gestione, per far emergere eventuali necessità di specifici interventi formativi.
Materiali e metodi È stato condotto uno studio trasversale multicentrico, presso gli Hospice dell’area selezionata. È stato utilizzato un questionario a risposta multipla, fornito agli infermieri che hanno accettato di partecipare allo studio. I dati sono stati elaborati con il software di elaborazioni statistiche STATA 13.
Risultati Cinque centri su sei e il 97% degli infermieri in possesso dei requisiti richiesti hanno accettato di partecipare. L’80% di essi ha frequentato corsi di formazione sul dolore, ma avverte la necessità di approfondire la formazione sul BtCP. I professionisti con esperienza ≥ 5 anni in cure palliative e coloro che hanno partecipato a corsi di formazione sul dolore hanno dimostrato di avere una migliore preparazione riguardo il problema.
Conclusioni Rispetto alle precedenti evidenze, appaiono migliorate le conoscenze riguardo il BtCP ma permane disparità nell’approccio ad esso. Emerge un desiderio di maggiore formazione a riguardo per aumentare la sicurezza nella pratica clinica e rendere più omogenee le capacità gestionali e valutative del BtCP, con le conseguenti ricadute positive sulla qualità dell’assistenza infermieristica.
Parole chiave: Breakthrough Cancer Pain, dolore, cure palliative, gestione infermieristica, formazione infermieristica
ABSTRACT
Introduction Breakthrough Cancer Pain (BtCP) is a transient exacerbation of pain that occurs in cancer patients with controlled basic pain. It is important to recognize and manage it because, if not properly treated, it is associated with a deterioration in the patient’s quality of life. The aim of this study is to describe the nursing approach to BtCP, in the Hospices of the north-east Piedmont area, in terms of definition, evaluation and management, to highlight any need for specific training interventions.
Methods A multi-center cross-sectional descriptive study was performed at th Hospices of the selected area. A multiple-choice questionnaire was used and provided to the nurses who accepted to participate in the study. Data were processed with the statistical processing software STATA 13.
Results Five out of six centres and 97% of eligible nurses agreed to partecipate. 80% of them were already trained on pain management, but they felt the need for targeted training on BtCP. Professionals with experience ≥5 years in palliative care and those who had received pain training courses proved to be better qquipped to deal with the problem.
Conclusions Compared to previous evidence, the nurses’ knowledge about BtCP showed improved but disparities in the approach still persisted.
The study showed a demand for more training in this field in order to increase the nurses’ confidence in clinical practice and make the management and assessing skills of BtCP more homogeneous, with subsequent positive outcomes on the quality of nursing care.
Keywords: Breakthrough Cancer Pain, palliative care, nursing, assessment, nursing management, nursing education
RIVISTA BIMESTRALE
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