RIVISTA BIMESTRALE
Organo ufficiale della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche
Irene Cavicchi Ospedale di Sassuolo spa, Sassuolo (MO), Italia
Domenico Regano IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Italia
Introduzione
Il trapianto di cellule staminali ematopoietiche è una terapia efficace per molte patologie. La donazione da sangue periferico rappresenta una modalità poco invasiva, ma purtroppo sconosciuta; la scarsità di conoscenze è il principale limite al trapianto. L’educazione sanitaria potrebbe incoraggiare la donazione tramite un’adeguata comunicazione.
Obiettivi
Valutare esperienza, conoscenze e attitudine degli studenti di infermieristica alla donazione di cellule staminali ematopoietiche.
Materiali e metodi
Lo studio osservazionale (luglio-settembre 2022) riguarda gli studenti di infermieristica dell’Università di Bologna. Al campione reclutato è stato somministrato un questionario anonimo composto da tre sessioni focalizzate ad indagare esperienza, conoscenze e attitudine alla donazione di cellule staminali ematopoietiche.
Risultati
Il campione era composto da 677 studenti di infermieristica dell’Università di Bologna, con un’età media di 23 anni. Dall’analisi dei dati emerge che l’85% non è iscritto al registro nazionale, il 57% non conosce la procedura da sangue periferico e il 94,67% donerebbe da sangue periferico. Inoltre, la partecipazione ad un programma educativo aumenta la probabilità di conoscere la donazione da sangue periferico e la probabilità di iscrizione al registro nazionale.
Discussione e conclusioni
I risultati mostrano la necessità di introdurre nei programmi formativi universitari contenuti sulla donazione per garantire una formazione adeguata agli studenti. I futuri professionisti potrebbero così offrire un’educazione sanitaria adeguata incoraggiando la donazione. I limiti di tale studio sono: ridotta dimensione del campione ed utilizzo di un questionario non validato. Dunque, sarebbero necessari ulteriori studi per ottenere risultati maggiormente validi e rappresentativi.
Parole chiave: Donazione di cellule staminali da sangue periferico, educazione sanitaria, conoscenza, attitudine.
Attitude to the donation of hematopoietic stem cells from peripheral blood: a cross sectional study of nursing students
ABSTRACT
Introduction
Hematopoietic stem cell transplantation is an effective therapy for many pathologies. Peripheral blood donation is a minimally invasive but unfortunately unknown method; actually the scarcity of knowledge is the main limitation to transplantation. Health education could encourage donation through proper communication.
Objectives
This study aims to determinate the experience, knowledge and attitude of nursing students to the donation of hematopoietic stem cells.
Materials and methods
The cross-sectional study (July-September 2022) concerns nursing students at the University of Bologna. The recruited sample was given an anonymous questionnaire consisting of three sessions focused on investigating experience, knowledge and aptitude for hematopoietic stem cell donation.
Results
The sample consisted of 677 nursing students from the University of Bologna, whose average age was 23. Analysis of the data shows that 85% is not registered in the national register, 57% doesn’t know the procedure from peripheral blood and 94,67% would donate from peripheral blood. In addition, the participation in an educational program increases the probability of knowing the donation from peripheral blood and the it increases the likelihood of registration in the national register.
Discussion and conclusions
The sample consisted of students from the nursing university whose average age was 23. The results show the need to introduce content on donation in university training programmes to ensure adequate training for students. Future professionals could thus offer adequate health education by encouraging donation. The limits of this study are: reduced sample size and use of an unvalidated questionnaire; therefore, further studies would be necessary to obtain more valid and representative results.
Key words: Peripheral Blood Stem Cell Transplantation, Health Education, Knowledge, Attitude.
Carlo Di Pietrantonj Servizio di Riferimento Regionale per l’Epidemiologia – SEREMI- ASL Alessandria. Italia
Ines Basso Centro PhD Student Infrastruttura, Ricerca, Formazione, Innovazione. Azienda Ospedaliera SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo, Alessandria, Italia. Dipartimento di Medicina Traslazionale. Università del Piemonte Orientale. Novara Italia
La crescente necessità di un continuo aggiornamento professionale e l’estendersi del ruolo degli infermieri in nuovi ambiti richiede una sempre più approfondita competenza statistica per comprendere e valutare la ricerca scientifica sanitaria e saper pianificare e condurre ricerche. Le competenze riguardo i metodi statistici e le tecniche di organizzazione dei dati, per quanto possano apparire lontane dalla professione dell’infermiere sono in realtà costitutive del capitale intellettuale infermieristico. In questo breve lavoro descriveremo l’inquadramento logico del processo inferenziale come processo di tipo induttivo, che conduce a conclusioni probabilistiche il cui grado di affidabilità sarà determinato dalle “garanzie” che le premesse potranno fornire alle conclusioni, con il limite di essere sempre vulnerabili a nuove evidenze. Risultati poco vulnerabili a nuove evidenze, ovvero ricerche statistiche di buona qualità sulle cui stime poter orientare l’organizzazione sanitaria o poter praticare scelte terapeutiche importanti per i pazienti, possono essere ottenute solo attraverso una accurata pianificazione. Illustreremo il ciclo PPDAC come strumento per la pianificazione metodica della ricerca statistica.
The nurse and statistics: the statistical method and the cycle Problem-Plan-Data-Analysis-Conclusions (PPDAC)
ABSTRACT
The growing need for continuous professional updating and the extension of the role of nurses into new areas requires an in deep statistical competence to understand and assess scientific health research and to be able to plan and conduct new research. The skills regarding statistical methods and data organization techniques, however distant they may appear from the nursing profession, are actually constitutive of the nursing intellectual capital. In this short paper we will describe the logical framing of the inferential process as an inductive process, which leads to probabilistic conclusions whose degree of reliability will be determined by the “guarantees” that the premises can provide to the conclusions, with the limit of always being vulnerable to new evidence. Results that are not vulnerable to new evidence, that is, good quality statistical research on whose estimates it is possible to guide the health organization or to be able to make important therapeutic choices for patients, can only be obtained through careful planning. We will illustrate the PPDAC cycle as a tool for methodical planning of statistical research.
Giulia Malucchi Infermiere di Famiglia, AUSL Toscana Centro
Genny Pasquini Incarico di funzione di sicurezza, AUSL Toscana Centro
Cinzia Beligni Infermiere coordinatore, AUSL Toscana Centro
Diletta Calamassi Infermiere formatore, AUSL Toscana Centro
Introduzione
Con il documento OMS Salute 21 “la salute per tutti nel 21° Secolo”, è stata delineata la figura dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità. La regione Toscana ha introdotto l’Infermiere di Famiglia e Comunità con Decreto Regionale n.597/2018, avviando la sperimentazione di un nuovo modello assistenziale. Lo scopo dello studio è stato quello di indagare le percezioni e i vissuti degli infermieri coinvolti nella sperimentazione nell’ambito della AUSL Toscana Centro.
Materiali e metodi
Indagine fenomenologica realizzata mediante l’effettuazione di interviste semi-strutturate, faccia a faccia o audio-registrate rivolte a 23 infermieri. Le registrazioni sono state trascritte e i dati narrativi sono stati analizzati secondo passaggi analitici volti a individuare i temi fondamentali e sottotemi correlati (approccio dell’analisi di contenuto).
Risultati
Il campione era costituito prevalentemente da infermieri di sesso femminile con un’età media di 51 anni. Dai dati raccolti attraverso le interviste sono state identificati 4 temi sostanziali: (1) Prepararsi al cambiamento; (2) La relazione: fare gioco di squadra; (3) Un vortice di emozioni; (4) Il professionista del territorio: status ed evoluzione.
Discussione e conclusioni
Sulla base di quanto acquisito nelle interviste, la sperimentazione ha permesso agli infermieri di acquisire nuove conoscenze e crescere professionalmente. Anche se gli intervistati non hanno fornito una definizione univoca di Infermiere di Famiglia e Comunità (e questo suggerisce un’eventuale riflessione sul percorso formativo ancora necessario), tutti rilevano l’utilità del modello per i cittadini e la necessità di possedere competenze specifiche.
Parole chiave: Infermiere di Famiglia e di Comunità, vissuti esperienziali, modello organizzativo.
Perceptions and experiences of nurses involved in testing the model of Family and Community Nursing in the Central Tuscany AUSL: a qualitative survey.
ABSTRACT
Introduction
With the WHO Health 21 document “Health for all in the 21st Century”, the figure of the Family and Community Nurse was outlined. Tuscany introduced the Family and Community Nurse with regional law no. 597/2018, starting the experimentation of a new care model. The purpose of the study is to investigate the perceptions and experiences of the nurses involved in the experimentation within AUSL Toscana Centro.
Materials and methods
A phenomenological study, made by carrying out semi-structured, face-to-face, and audio-recorded interviews, was conducted, included 23 nurses. The recordings were transcribed and the narrative data were analysed according to analytical steps aimed at identifying the fundamental themes and related protocols (content analysis approach).
Results
The sample consisted predominantly of female nurses with an average age of 51 years. From the data collected through the interviews, 4 substantial themes were identified: Preparing for change; The relationship: being a team player; A whirlwind of emotions; the professional in keeping with its surroundings: status and development.
Discussion and conclusions
Although this study did not provide an unequivocal definition of Family and Community Nurse, all of the interviews highlighted the usefulness of the model for citizens and the need to possess specific skills.
Key words: Family and Community nurse, experiences, organizational model.
Eleonora Spitella PedRN, MSN Terapia Intensiva Neonatale, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Valentina Biagioli RN, PhD Struttura Sviluppo professionale, Formazione continua e Ricerca, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Emanuela Tiozzo PedRN, MSN Struttura Sviluppo professionale, Formazione continua e Ricerca, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Martina Mustari RN, Struttura Sviluppo professionale, Formazione continua e Ricerca, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Orsola Gawronski RN, PhD Struttura Sviluppo professionale, Formazione continua e Ricerca, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Michele Salata MD, Centro Cure Palliative Pediatriche, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Immacolata Dall’Oglio PedRN, PhD Struttura Sviluppo professionale, Formazione continua e Ricerca, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Introduzione
I team di cure palliative pediatriche (CPP) sono team multidisciplinari che forniscono un supporto continuo ai bambini, ai giovani e alle loro famiglie lungo tutta la durata della malattia, offrendo un’assistenza specialistica ed integrata.
Obiettivo
L’obiettivo di quest’indagine esplorativa a livello nazionale è descrivere: (1) la composizione e l’attivazione dei team di CPP negli ospedali, esplorando i facilitatori e le barriere associati alla loro implementazione; (2) le modalità di presa in cura dei bambini e giovani con bisogni di CPP in ospedale.
Metodi
Nel 2020 è stata condotta una survey online indirizzata ai Dirigenti delle Professioni Sanitarie afferenti ad ospedali pediatrici e strutture sanitarie non esclusivamente pediatrici.
Risultati
Hanno risposto i referenti di 14 centri su 26 contattati: 8 (57,1%) ospedali pediatrici e 6 (42,9%) non esclusivamente pediatrici. In 4 (28,6%) strutture è presente un team di CPP, in 2 (14,3%) ospedali sembra esserci un collegamento con l’hospice e/o l’assistenza domiciliare, in 1 (7,1%) centro il team è in corso di attivazione, mentre 5 (35,7%) centri non hanno il team ma i rispondenti sentono il bisogno di crearlo. Il team era composto da almeno una componente medica palliativista ed una infermieristica. Diversi fattori sono stati identificati come ostacolanti l’implementazione del team, tra cui problemi culturali in merito alle CPP (64,3%) e mancanza di personale formato (64,3%).
Conclusioni
Nonostante la scarsa diffusione del team di CPP, il bisogno riferito di implementarlo lascia presumere una disponibilità alla cultura delle CPP, una crescente attenzione verso l’argomento e un suo sviluppo futuro.
Parole chiave: Assistenza palliativa, pediatria, infermieristica in hospice e cure palliative, team di assistenza al paziente, qualità dell’assistenza sanitaria.
The Paediatric Palliative Care Team: An explorative survey in Italy
ABSTRACT
Introduction
Paediatric palliative care (PPC) teams are multidisciplinary teams that provide ongoing support to children, young people, and their families along the illness trajectory, offering specialised and integrated care.
Objective
This explorative survey aims to describe at national level: (1) the composition and the activation of the PPC team in hospitals, exploring the facilitators and the barriers associated with its implementation; (2) the different types of meeting PPC needs in children and young people in hospital.
Methods
An online survey was developed in 2020 for Directors of Health Professionals from children’s hospitals and hospitals that were not exclusively paediatric.
Results
Overall, 14 participants completed the survey: 8 (57.1%) from children’s hospitals and 6 (42.9%) from hospitals that were not exclusively paediatric. In 4 (28.6%) hospitals there was a PPC team, in 2 (14.3%) hospitals there was a link between hospital and hospice and/or home care. Furthermore, in 1 (7.1%) hospital the PPC team was being set up, and in 5 (35.7%) hospitals the PPC team was missing but respondents reported the need to create one. The team was often composed of at least one palliative care physician and one nurse. Many factors were identified as hindering the implementation of the PPC team, including cultural issues related to PPC (64.3%) and a lack of specially trained staff (64.3%).
Conclusions
Although the implementation of the PPC team was limited, its perceived need suggests a cultural openness towards PPC, increasing attention towards the topic, and future development.
Key words: Palliative care, pediatrics, hospice and palliative care nursing, patient care team, quality of health care.
Benedetta Caiusi MSN, RN, U.O.S. Rianimazione, P.O. Pescara, ASL Pescara, Italia
Emanuele Marletta RN, U.O.S. Pronto Soccorso, P.O. Pescara, ASL Pescara – Tutor Clinico, Polo Didattico Pescara, Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara, Italia
Daniel Staiano RN, U.O.S Rianimazione, P.O. Pescara, ASL Pescara – Tutor Clinico, Polo Didattico Pescara, Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara, Italia
Paola Borrelli Laboratorio di Biostatistica, Dipartimento di Scienze Mediche Orali e Biotecnologiche, Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara – 66010 Chieti – Italia
Carlo Della Pelle Dipartimento di Medicina e Scienza dell’Invecchiamento, Università “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara, Italia; ASL02Abruzzo – SAPS Chieti, Italia
Introduzione
L’Evidence-Based Practice (EBP) è un approccio che orienta le decisioni dei professionisti sanitari nell’utilizzo delle migliori evidenze provenienti dalla ricerca coniugate all’esperienza clinica e ai valori e preferenze uniche dei pazienti. Nell’ambito della formazione universitaria, tale insegnamento fa parte di altre materie e raramente è un corso a sé stante. Molti studenti di infermieristica non sono molto abili nell’utilizzo dell’EBP e faticano a capirne l’importanza nella pratica assistenziale.
Obiettivo
L’obiettivo è raccogliere informazioni circa le conoscenze, le attitudini e le skills EBP nei tre anni del Corso di Laurea in Infermieristica di un Polo Didattico italiano.
Metodi
Studio di tipo osservazionale nel periodo temporale febbraio-settembre 2022. I dati sono stati raccolti utilizzando l’S-EBPQ, “Student-Evidence-Based Practice Questionnaire”, validato in lingua italiana.
Risultati
Si rilevano punteggi più alti nella capacità degli studenti di formulare domande di ricerca per colmare lacune e nel loro giudizio generale sull’EBP, al contrario punteggi più bassi si evincono nell’attinenza all’approccio EBP. Inoltre, laddove vi è differenza statisticamente significativa tra gli anni di corso nell’approccio evidence-based, essa si verifica sempre tra 1° e 2° anno o tra 1° e 3° anno, rivelando piuttosto un’assenza di crescita tra 2° e 3° anno.
Conclusioni
Lo studio mostra la necessità di implementare strategia educative che permettano di incoraggiare maggiormente gli studenti all’approccio evidence-based. A tal fine, potrebbe essere utile incrementare una rete di tutoraggio che permetta di ampliare le conoscenze teoriche e pratiche degli studenti.
Parole chiave: Tutoraggio, conoscenza della salute, atteggiamenti, pratica, studenti, infermieri.
“Evidence-Based Practice: knowledge, attitudes and skills among Nursing students of an Italian Educational Center”
ABSTRACT
Introduction
Evidence-Based Practice (EBP) is an approach that guides the decisions of healthcare professionals in the use of the best evidence from research combined with clinical experience and the unique values and preferences of patients. In the university curriculum, such teaching is part of other subjects and is rarely a separate course. On the other hand, many nursing students are not very proficient in the use of EBP and struggle to understand its importance in nursing practice.
Objective
The aim is to collect information about EBP knowledge, attitudes, and skills in the three years of the Degree Course in Nursing of an Italian Educational Center.
Methods
We carried out an observational study. Data were collected between February and September 2022, using the S-EBPQ, “Student-Evidence-Based Practice Questionnaire”.
Results
Higher scores are found in students’ ability to formulate gap-filling research questions and in their overall judgment of EBP, while lower scores are found in relevance to the EBP approach. Furthermore, where there is a statistically significant difference between the course years in the evidence-based approach, it always occurs between the 1st and 2nd year or between the 1st and 3rd year, rather revealing an absence of growth between the 2nd and 3rd year year.
Conclusions
The study shows the need to implement educational strategies that allow students to be more encouraged to adopt an evidence-based approach. To this end, it could be useful to increase a tutoring network that allows students to broaden their theoretical and practical knowledge.
Key words: Mentoring, Health Knowledge, Attitudes, Practice, Students, Nursing.
Annamaria Bagnasco PhD, MSN, RN, MEdSc, FFNMRCSI, Componente del Comitato scientifico CERSI-FNOPI, Professore Ordinario
Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova
Rosaria Alvaro MSN, RN, FAAN, FESC, Componente del Comitato scientifico CERSI-FNOPI, Professore Ordinario Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione Facoltà di Medicina Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Loreto Lancia MSN, RN, Componente del Comitato scientifico CERSI-FNOPI, Professore Ordinario Dipartimento di Medicina Clinica, Sanità Pubblica, Scienze della vita e dell’Ambiente, Università degli Studi dell’Aquila
Duilio Fiorenzo Manara MSN, RN, Componente del Comitato scientifico CERSI-FNOPI, Professore Associato Università Vita-Salute San Raffaele Milano
Laura Rasero MSN, RN, Componente del Comitato scientifico CERSI-FNOPI, Professore Associato Dipartimento di Scienze della Salute Università di Firenze
Gennaro Rocco PhD, MSN, RN, FAAN, FFNMRCSI, Componente del Comitato scientifico CERSI-FNOPI, Direttore Scientifico Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca Infermieristica c/o OPI Roma
Maurizio Zega PhD, MSN, RN, Componente del Comitato scientifico CERSI-FNOPI, Componente Comitato Centrale FNOPI, Presidente Ordine Professioni Infermieristiche (OPI) di Roma
Barbara Mangiacavalli MSN, RN Presidente FNOPI
Beatrice Mazzoleni PhD, MSN, RN Segretaria Nazionale FNOPI, Humanitas University Milano
Loredana Sasso MSN, MEdSc, RN, FAAN, FFNMRCSI Direttore Scientifico CERSI-FNOPI, già Professore Ordinario Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova
Introduzione
Considerando l’aumento della popolazione anziana, della complessità assistenziale e del carico di lavoro a livello comunitario domiciliare è urgente descrivere l’ambiente di lavoro e la realtà assistenziale italiana di comunità. Lo sviluppo di questo studio è avvenuto in concomitanza con l’emanazione di alcune norme che si sono focalizzate nella ridefinizione dell’assistenza territoriale e che hanno previsto l’introduzione dell’infermiere di famiglia e di comunità, che ricoprirà un ruolo chiave nell’assistenza sociosanitaria integrata.
Obiettivo
Descrivere le caratteristiche dell’assistenza domiciliare sulla base degli indicatori di struttura, di processo ed esito.
Metodi
Questo è uno studio osservazionale descrittivo trasversale multicentrico che utilizza il metodo della survey. Lo studio utilizza dati quantitativi da tre fonti: a) raccolta di dati primari sotto forma di un questionario elettronico inviato a infermieri di assistenza domiciliare; b) dati secondari sull’esperienza del paziente e caregiver; c) dati dettagliati dalle banche clinico-assistenziali delle cure domiciliari. I dati saranno analizzati con indici di statistica descrittiva e inferenziale.
Conclusioni
L’analisi dei diversi contesti assistenziali territoriali nazionali consentirà di aumentare la conoscenza e la consapevolezza del bisogno di assistenza sanitaria comunitaria. La disponibilità di dati specifici potrà promuovere e supportare la figura dell’infermiere di famiglia e comunità nei contesti di assistenza sanitaria territoriale, in modo da aumentare la qualità assistenziale percepita dai pazienti e le loro famiglie.
Parole chiave: Infermiere di famiglia e di comunità, realtà assistenza territoriale, complessità assistenziale, studio osservazionale multicentrico.
Nursing in Italy AIDOMUS-IT: the study protocol
ABSTRACT
Introduction
Considered the increase in the elderly population, in the complexity of care and the workload for home care in the community, it is urgent to describe the work environment and the Italian community care setting. The development of this study occurred in conjunction with the issuing of new regulations that aim at redesigning community care, and which include the introduction of the family and community nurse, who will play a key role within integrated social and health care.
Objective
To describe the characteristics of domiciliary nursing care based on structure, process and outcome indicators.
Methods
This is a cross-sectional descriptive observational study using the survey method. The study uses quantitative data from three sources: a) the collection of primary data using an online questionnaire sent out to home care nurses; b) secondary data on the experience of patients and their informal carers; c) detailed data drawn from the clinical-healthcare databases of home care. Data will be analyzed using descriptive and inferential statistics.
Conclusions
The analysis of the different national community care contexts will enable to increase the knowledge and awareness of the need for community health care. The availability of specific data will promote and support the role of the family and community nurse in district health care contexts, in order to increase the quality of care perceived by patients and their families.
Key words: family and community nurses, community care settings, complexity of care, multicentre observational study.
Silvia Pazzi Centro Cure Infermieristiche, Lugano, Switzerland
Daiana Campani Dipartimento di Medicina Traslazionale, Università del Piemonte Orientale, Novara, Italia, Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI), Manno, Switzerland
Erica Busca Dipartimento di Medicina Traslazionale, Università del Piemonte Orientale, Novara, Italia, Ospedale Maggiore della Carità, Novara, Italia
Yari Longobucco Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università degli studi di Parma, Parma, Italia
Cesarina Prandi Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI), DEASS, Manno, Switzerland
Introduzione
Le tecnologie digitali potrebbero essere in grado di alleggerire il carico di lavoro del personale sanitario, riuscendo a prevenire gli eventi avversi nei pazienti cronici seguiti a domicilio, diminuendo il rischio di ricovero ospedaliero.
Obiettivo
Analizzare l’efficacia dei dispositivi elettronici utilizzabili al domicilio del paziente over-65 con cronicità, al fine di mantenere il più a lungo possibile le autonomie ed evitare gli eventi avversi.
Metodi
È stato condotto uno studio osservazionale che ha coinvolto soggetti affetti da patologie croniche assistiti dall’Infermiere delle Cure Domiciliari oppure dall’Infermiere di Famiglia e Comunità. Il confronto dei livelli di salute e qualità di vita percepita tra i due gruppi è avvenuto con il Short Form-36 (SF-36).
Risultati
Dei 483 articoli trovati sono stati inclusi nella revisione 25 articoli, di cui revisioni della letteratura, studi randomizzati controllati (RCT), presentation paper e scoping review. Dai risultati emerge che le tecnologie digitali utilizzate nell’assistenza domiciliare potrebbero essere un valido supporto per il mantenimento delle autonomie e per la prevenzione degli eventi avversi.
Conclusioni
L’utilizzo della tecnologia potrebbe essere un valido supporto per gli utenti che vivono una condizione di cronicità al proprio domicilio. I device presentati in questa revisione, risultano essere efficaci a prevenire situazioni di criticità, nonché riacutizzazioni, e mantenere adeguate condizioni di salute del paziente e del caregiver.
Parole chiave: Assistenza domiciliare, telemedicina, paziente, caregiver, device, app.
The efficacy of e-Health for the prevention and maintenance of cognitive and physical function in the elderly at home: a narrative review of the literature
ABSTRACT
Introduction
The increase in life expectancy and the aging of the population is leading to a greater need for health professionals; however, the growth in the number of professionals in that field is slower than what is hoped for or required. Technology could be a valid support to lighten the workload of healthcare professionals and enable them to maintain and prevent adverse events.
Objective
This literature review aims to analyze the effectiveness of electronic devices that can be implemented in the home of a patient over the age of 65 with a chronic condition, in order to maintain functionality for as long as possible and avoid adverse events such as falls.
Methods
The literature review was carried out on PubMed, CINAHL (EBSCO), JMIR, and Cochrane to search for significant studies that address the topic of eHealth in the context of home care. The eHealth products available on the market through online stores, such as Google or Amazon, were also analyzed.
Results
Of the 483 articles that were found, 25 were included in the review, including literature reviews, randomized controlled trials (RCTs), presentation papers, and scoping reviews. The results show that the technology used for home care could be a valid support for maintaining functionality and preventing adverse events.
Conclusions
The use of technology could be a valid support for older patients with a chronic condition. The devices presented are effective in preventing and maintaining the user’s health conditions, avoiding the exacerbation of chronic conditions.
Key words: Home care services, telemedicine, multiple chronic conditions, self-assessment.
Alessandra Falco Infermiera, Medicina Interna e della Complessità, Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese
Maurilio Palassini Infermiere, Responsabile Didattica Professionale CdLM in Scienze Infermieristiche e Ostetriche, Università di Siena
Giovanni Beccattini Direzione Infermieristica-Amministrazione, PO Alta Val D’Elsa, Azienda USL Toscana Sud Est
Ludovico Calattini Dottore Magistrale in Scienze Statistiche, specialista Team Modelli PD – MPS
Introduzione
L’Infermiere di Famiglia e Comunità rappresenta, secondo Health21, la figura responsabile dell’assistenza di pazienti nel loro ambiente familiare, portando ad importanti benefici sia per il paziente sia per il sistema sanitario. Seppur questo approccio venga spesso confuso con le cure domiciliari, rappresenta una metodologia proattiva, attraverso la quale si estende l’assistenza dal singolo alla comunità.
Obiettivo
L’obiettivo dello studio è quello di misurare i livelli di salute e di qualità di vita percepita in un gruppo di pazienti assistiti dalle cure domiciliari e un gruppo di assistiti dall’infermiere di famiglia e comunità, al fine di stimare una possibile condizione di benessere superiore in un gruppo rispetto ad un altro.
Metodi
È stato condotto uno studio osservazionale che ha coinvolto soggetti affetti da patologie croniche assistiti dall’Infermiere delle Cure Domiciliari oppure dall’Infermiere di Famiglia e Comunità. Il confronto dei livelli di salute e qualità di vita percepita tra i due gruppi è avvenuto con il Short Form-36 (SF-36).
Risultati
Il confronto dei domini di salute di entrambi i gruppi dimostra medie con valori tendenzialmente migliori negli assistiti tramite l’infermieristica di Famiglia e Comunità, in particolare le classi appartenenti a “Dolore Fisico”, “Limitazioni di Ruolo dovute alla Salute Fisica” e “Indice di Stato Fisico” mostrano una significatività inferiore allo 0.01.
Conclusioni
Lo studio, se pur con alcuni limiti, sembra evidenziare che i domini di salute appartenenti alla sfera fisica e psicosociale sono risultati migliori nel campione assistito dall’Infermiere di Famiglia e Comunità. Per confermare questi dati sono necessari ulteriori studi.
Parole chiave: Infermiere di famiglia e comunità, assistenza domiciliare, cure primarie, studio descrittivo trasversale.
Family and Community Nursing: an observational study
ABSTRACT
Introduction
The Family and Community Nurse represents, according to Health21, the healthcare provider who takes care people in their living environment with important benefits for the patient and the health care system. Although this approach is often confused with Home Care, it represents a proactive methodology, through which assistance is extended from the individual to the community. The objective of the research is to measure the levels of health and quality of life perceived in the two care modalities, in order to estimate a possible higher condition of well-being in one group than another.
Objective
The aim of this study is to analyze the health levels and quality of life between these two different healthcare models, in order to evaluate a possible condition of well-being in a specific group.
Methods
For this study it was conducted an observational study where patients with chronical conditions assisted by home or family and community nurses, were enrolled. The health levels and quality of life of these two groups were compared through the Short Form-36 (SF-36).
Results
Comparison of health domains between two groups often shows better averages in the Family and Community nurse-assisted group, in particular in the domains “Pain”, “Role Limitation – Physical” and “Pshysical Component Summary” with significance less than 0.01.
Conclusions
The study, although with several limitations, shows that the health domains belonging to the physical and psychosocial spheres were better in the sample assisted by the Family and Community Nurse. Further studies are needed in order to confirm these results.
Key words: Family and community nurse, home care, primary health care, cross-sectional study.
Rosario Cervellione Centro di Ricerca sulle Aritmie Cardiache, Centro Cardiologico Monzino, IRCCS, Milano
Massimo Moltrasio Centro di Ricerca sulle Aritmie Cardiache, Centro Cardiologico Monzino, IRCCS, Milano
Alberto Somenzi Centro di Ricerca sulle Aritmie Cardiache, Centro Cardiologico Monzino, IRCCS, Milano
Massimo Moro Centro di Ricerca sulle Aritmie Cardiache, Centro Cardiologico Monzino, IRCCS, Milano
Claudio Tondo Centro di Ricerca sulle Aritmie Cardiache, Centro Cardiologico Monzino, IRCCS, Milano
Introduzione
I loop recorder impiantabili (implantable loop recorder – ILR) sono dispositivi indicati nel percorso diagnostico di varie tipologie di disturbo cardiaco. Con la miniaturizzazione e con strumenti dedicati la procedura di impianto è stata semplificata rendendola fattibile e sicura anche da infermieri appositamente formati e al di fuori dalla sala di elettrofisiologia.
Obiettivo
Esplorare la sicurezza dell’espianto di ILR effettuato da personale infermieristico.
Metodi
Analisi retrospettiva osservazionale condotta su una serie di espianti consecutivi di ILR. Le informazioni sono state raccolte dalle cartelle informatizzate di un istituto metropolitano di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS), esclusivamente dedicato alle malattie cardiovascolari, relative ai pazienti con ILR espiantato tra gennaio 2019 e gennaio 2021.
Risultati
202 pazienti sono stati sottoposti ad un espianto di loop recorder; 197 (97.5%) pazienti avevano un Medtronic Reveal LINQTM, 3 (1.5%) un Medtronic Reveal XTTM e 2 (1%) un Biotronik Biomonitor 2AF. 114 ILR sono stati espiantati da infermieri (56.4%), mentre 88 da medici elettrofisiologi. Le indicazioni all’impianto dell’ILR sono differenti, la principale è il monitoraggio della fibrillazione atriale (44.5%). Non si sono verificati eventi avversi seri nelle 24 ore successive la procedura o nei 30 giorni successivi. Due episodi (1%) di sanguinamento minore sono avvenuti al termine della procedura di espianto e sono stati rapidamente risolti dagli infermieri con la digitopressione.
Conclusioni
L’espianto di loop recorder può essere eseguito autonomamente in sicurezza dagli infermieri appositamente formati, con conseguenti vantaggi per il paziente, per la struttura sanitaria e per gli stessi infermieri.
Parole chiave: Loop recorder, infermiere, fibrillazione atriale, task shifting, sincope.
New generation loop recorder explantation performed by trained nurses. Results from a retrospective study
ABSTRACT
Introduction
Implantable Loop recorders (ILR) are devices indicated in the diagnostic pathway of various types of heart disease. With miniaturization and dedicated tools, the implantation procedure has been simplified, making it feasible and safe by trained nurses and outside the electrophysiology room.
Objective
Explore the safety of ILR explantation performed by nursing staff.
Methods
Observational retrospective analysis conducted on a series of consecutive ILR explants of. Information was collected from electronic medical records of a metropolitan Institute for Treatment and Research exclusively dedicated to cardiovascular disease, relating to patients with an explanted ILR between January 2019 and January 2021.
Results
202 patients underwent a loop recorder explant; 197 (97.5%) patients had a Medtronic Reveal LINQTM, 3 (1.5%) a Medtronic Reveal XTTM, and 2 (1%) a Biotronik Biomonitor 2AF. 114 ILR were explanted by nurses (56.4%), while 88 by electrophysiologists. The indications for the ILR implant are different, the main one being the monitoring of atrial fibrillation (44.5%). No serious adverse events occurred within 24 hours following explant procedure or 30 days after. Two episodes (1%) of minor bleeding occurred at the end of the explant procedure and were quickly resolved by the nurses with acupressure.
Conclusions
Loop recorder explant can be performed autonomously and safely by trained nurses with consequent advantages for the patient, for the healthcare facility and for the nurses themselves.
Key words: Loop recorder, nurse; atrial fibrillation; task shifting; syncope.
Adalgisa Battistelli Laboratoire de Psychologie, Université de Bordeaux, Bordeaux, Francia
Jessica Longhini Università di Verona, Dipartimento Diagnostica e Sanità Pubblica, Verona, Italia
Lucie Pierre Laboratoire de Psychologie, Université de Bordeaux, Bordeaux, Francia
Luisa Saiani Università di Verona, Dipartimento Diagnostica e Sanità Pubblica, Verona, Italia
Introduzione
La proattività lavorativa, intesa come le azioni o comportamenti messi in atto al fine di introdurre dei cambiamenti nel proprio lavoro, è ritenuta una componente rilevante nel lavoro dei coordinatori infermieristici, considerato il loro ruolo nel promuovere innovazione e sicurezza nelle organizzazioni.
Obiettivo
Descrivere comportamenti proattivi e fattori ad essi associati in qualità di antecedenti e conseguenze che caratterizzano la vita lavorativa dei coordinatori infermieristici e valutare le relazioni tra essi.
Metodi
Studio trasversale su coordinatori infermieristici che lavoravano in ospedali, servizi territoriali, centri di lungodegenza sul territorio nazionale. Sono stati raccolti dati demografici, professionali e variabili quali comportamenti proattivi agiti (presa in carico dei compiti in modo anticipatorio e prevenzione dei problemi), antecedenti e conseguenze sulla vita lavorativa. I dati sono stati raccolti attraverso un questionario online anonimo.
Risultati
Hanno risposto al questionario 340 coordinatori. Le condizioni di lavoro in qualità di antecedenti della proattività (autonomia, accesso alle risorse e alle informazioni, supporto da parte del leader e del team) sono correlate positivamente ai comportamenti proattivi, e alle conseguenze di efficacia del lavoro, soddisfazione lavorativa e engagement, mentre lo sono in modo negativo con l’intenzione di turnover, lo stress e il burnout. Entrambi i comportamenti proattivi correlano positivamente con l’efficacia lavorativa; diversamente la soddisfazione, l’engagement e il burnout si associano solo ad aumentati livelli di presa in carico dei compiti in maniera anticipatoria e lo stress è correlato negativamente alla capacità di prevenire i problemi.
Conclusioni
I comportamenti proattivi potrebbero essere influenzati dalle variabili del contesto organizzativo e a loro volta influenzare l’efficacia lavorativa e la qualità di vita lavorativa.
Parole chiave: Manager; nursing; leadership; job satisfaction; burnout.
Proactive behaviors and quality of work life among head nurses: a cross-sectional study
ABSTRACT
Introduction
Proactivity at work, meant as the actions or behaviours aim at introducing changes in the practice, is considered a relevant component nurse managers’ work, given their crucial role in promoting innovation and safety in organizations.
Objective
To describe the antecedents, proactive behaviours and consequences of proactivity that characterize the practice of nurse managers and evaluate the associations between them.
Methods
Cross-sectional study on nurse managers who were working in hospitals, primary health care services, long-term care centres in Italy. Demographic, professional and variable data have been collected as well as proactive behaviours (taking charge of tasks in an anticipatory manner and problem prevention) and related antecedents and consequences on working life. The data were collected through an anonymous online questionnaire.
Results
340 nurse managers from the national territory responded to the questionnaire. Working conditions (autonomy, access to resources and information, support from the leader and the team) are positively correlated to proactive behaviours, work effectiveness, job satisfaction and engagement, while they are negatively correlated with the turnover intention, stress level and burnout. Both proactive behaviours are positively correlated to work effectiveness, while satisfaction, engagement and burnout to taking charge and the stress is negatively corelated to the ability to prevent problems.
Conclusions
Proactive behaviours might be influenced by the organizational context variables and in turn affect work effectiveness and the quality of working life.
Key words: Manager; nursing; leadership; job satisfaction; burnout.
RIVISTA BIMESTRALE
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