RIVISTA BIMESTRALE
Organo ufficiale della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche
Michele Guarino Coordinatore, Incarico di Funzione Servizi Tecnici Perfusionisti, Fondazione Toscana, G. Monasterio, Massa, Italia
Simona Senese Tecnico di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, Fondazione Toscana, G. Monasterio, Massa, Italia
Calogero Danilo Avarello Tecnico di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, Fondazione Toscana, G. Monasterio, Massa, Italia
Paolo Antonio Del Sarto Direttore UOC Anestesia e Rianimazione, Fondazione Toscana, G. Monasterio, Massa, Italia
Dorela Hahxiademi Dirigente Medico UOC Anestesia e Rianimazione, Fondazione Toscana, G. Monasterio, Massa, Italia
Elisa Barberi Dirigente Medico UOC Anestesia e Rianimazione, Fondazione Toscana, G. Monasterio, Massa, Italia
Stefania Baratta Direttore Servizio Infermieristico Tecnico Riabilitativo Aziendale (S.I.T.R.A.), Fondazione Toscana Gabriele Monasterio per la Ricerca Medica e di Sanità Pubblica, Massa, Italia
Angela Durante Ricercatrice Servizio Infermieristico Tecnico Riabilitativo Aziendale (S.I.T.R.A.), Fondazione Toscana Gabriele Monasterio per la Ricerca Medica e di Sanità Pubblica, Massa, Italia, Ricercatrice Tenure Track, Centro Health Science, Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa, Italia
Maria Gabriella Procacci Infermiera inc. di Funzione organizzativa, UOC Medicina Interna sez.3 Ospedale dell’Angelo Mestre Aulss 3 Serenissima, Italia
Claudia Piras Infermiera UOC Medicina Interna sez.3 Ospedale dell’Angelo Mestre Aulss 3 Serenissima, Italia
Valentina Finocchiaro Infermiera UOC Medicina Interna sez.3 Ospedale dell’Angelo Mestre Aulss 3 Serenissima, Italia
Mattia Pellegrini Infermiere UOC Medicina Interna sez.3 Ospedale dell’Angelo Mestre Aulss 3 Serenissima, Italia
Veronica Martarelli Infermiera neolaureata presso Università degli Studi dell’Insubria, Varese, Italia
Adele Talamona Infermiera U.O Cure Palliative ASST Sette-Laghi Docente di Infermieristica Clinica Applicata Università degli Studi dell’Insubria, Varese, Italia
Giuseppe Barbato Infermiere Azienda Ospedaliera Universitaria IRCCS Bologna, Italia
Giovanna Piga Infermiera Azienda Ospedaliera Universitaria IRCCS Bologna, Italia
Valentina Fedele Infermiera Area dei Professionisti della Salute – Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze, Italia
Roberto Buonincontro Infermiere Area dei Professionisti della Salute – AUSL Toscana Centro di Firenze, Italia
Benedetta Pierantonelli Infermiera, Ordine delle Professioni Infermieristiche di Napoli, Italia
Patrizia Ambrosio Infermiera, Ordine delle Professioni Infermieristiche di Napoli, Italia
Serenella Bulganti Infermiera, Area dei Professionisti della Salute – Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, Italia
Pier Giovanni Bresciani Psicologo, Docente Università degli Studi di Urbino, componente dell’Advisory Board FNOPI, Italia
Roberto Buonincontro Infermiere Area dei Professionisti della Salute – AUSL Toscana Centro di Firenze, Italia
Valentina Fedele Infermiera Area dei Professionisti della Salute – Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze, Italia
Patrizia Ambrosio Infermiera, Ordine delle Professioni Infermieristiche di Napoli, Italia
Stefano Busti Infermiere, Milano. Italia
Ilaria Milani Infermiera tutor, Corso di Laurea in Infermieristica UNIMI, sede didattica San Giuseppe – Milano, Italia
Stefano Romano Capatti Infermiere tutor, Corso di Laurea in Infermieristica UNIMI, sede didattica San Giuseppe – Milano, Italia
Filippo Ingrosso Infermiere tutor, Corso di Laurea in Infermieristica UNIMI, sede didattica San Giuseppe – Milano, Italia
Paola Ripa Direttore didattico, Corso di Laurea in Infermieristica UNIMI, sede didattica San Giuseppe – Milano, Italia
Elisa Rimoldi Infermiera tutor, Corso di Laurea in Infermieristica UNIMI, sede didattica San Giuseppe – Milano, Italia
Rita Biscotti Infermiera tutor, Corso di Laurea in Infermieristica UNIMI, sede didattica San Giuseppe – Milano, Italia
Introduzione
Il Centers for Medicare and Medicaid Services definisce la contenzione fisica come qualsiasi mezzo manuale, dispositivo fisico o meccanico, materiale o attrezzatura che immobilizza il paziente o ne riduce la capacità di muovere liberamente le braccia, le gambe, il corpo o la testa. In Italia la contenzione fisica è una pratica ancora molto diffusa, nonostante venga più volte ribadita la necessità di limitarne l’uso.
Obiettivi
Effettuare una disamina dell’evoluzione del concetto e dell’uso della contenzione fisica dal 1960 ad oggi in Italia.
Materiali e metodi
È stata condotta una revisione narrativa della letteratura attraverso la consultazione delle banche dati PubMed, Embase, Scopus, Cinahl e Ovid PsycInfo nel mese di marzo 2023.
Risultati
È emersa un’evoluzione del concetto di contenzione parallela al progresso della professione infermieristica, entrambi alla base dei successivi aggiornamenti dei Codici deontologici. I temi emersi riguardo alla contenzione sono stati quelli inerenti alla diffusione dell’uso, le motivazioni che giustificano l’atto, le tipologie utilizzate, il ruolo svolto dall’infermiere e le emozioni suscitate nel farlo.
Discussione e conclusioni
Il ruolo dell’infermiere è diventato centrale nella gestione della contenzione fisica, ma le tipologie di dispositivi adottati e le motivazioni che ne giustificano l’applicazione non sono evoluti in modo sostanziale nel periodo storico indagato. Sono emersi vuoti legislativi e lacune conoscitive da parte dei professionisti, ma anche evidenze per un’assistenza “no restraint”.
Parole chiave: Contenzione fisica, evoluzione, conoscenze, infermieri, Italia.
A narrative review of physical restraint in Italy since 1960
ABSTRACT
Introduction
The Centers for Medicare and Medicaid Services defines physical restraint as “any manual method, physical or mechanical device, material, or equipment that immobilizes or reduces the ability of a patient to move his or her arms, legs, body, or head freely”. In Italy it is still a very widespread practice, despite the necessity to limit it is reiterated.
Objectives
Analyze the evolution of the concept and use of physical restraints since 1960 in Italy.
Materials and methods
A narrative review was conducted by consulting the databases of PubMed, Embase, Scopus, Cinahl and Ovid PsycInfo in March 2023.
Results
An evolution of the concept of restraint emerged in parallel with the progress of the nursing, both characterizing the updates of the deontological Code. The themes that emerged regarding restraint were those inherent to the spread of its use, the reasons justifying the act, the typologies used, the role of the nurse and their emotions.
Discussion and conclusions
The role of the nurse has become central in the management of physical restraint, but the types of adopted devices and the reasons justifying their application have not evolved substantially in the investigated historical period. Legislative and knowledge gaps have emerged, as well as evidence for “no restraint” assistance.
Key words: Physical restraint, evolution, knowledge, nurses, Italy.
Luca Giuseppe Re Infermiere, Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Milano. Italia
Silvia Cilluffo Infermiera tutor, ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano, Italia
Marisa Brivio Infermiera tutor, ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano, Italia
Massimiliano D’Elia Infermiere tutor, ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano, Italia
Introduzione
La clown terapia è efficace sui bambini in vari contesti clinici, ma manca una sintesi quantitativa focalizzata sul suo effetto durante il periodo perioperatorio.
Obiettivi
Valutare l’efficacia della clown terapia per i bambini nel periodo perioperatorio.
Materiali e metodi
Revisione sistematica con meta-analisi di trial clinici controllati randomizzati o quasi randomizzati a gruppi paralleli. Reperimento dei documenti tramite interrogazione di banche dati biomediche e registri di studi clinici. La clown terapia è stata confrontata con le cure usuali o altri interventi. L’esito primario è stato l’ansia del bambino in sala di attesa. Il rischio di bias è stato valutato con Risk of Bias 2. La dimensione d’effetto è stata calcolata con un modello a effetti casuali. La certezza/qualità dei risultati è stata valutata con il metodo GRADE.
Risultati
Sono stati inclusi nella revisione diciassette trial a moderato/alto rischio di bias. Rispetto alle cure usuali, la clown terapia ha ridotto l’ansia in sala di attesa in modo statisticamente significativo (SMD: -0.64, 95% CI: -0.94, -0.35; 11 trial, N = 1521); la dimensione d’effetto è moderata e la qualità/certezza delle prove bassa. L’eterogeneità statistica tra gli studi è elevata (I2 = 80.77 %) e il rischio di bias di pubblicazione improbabile. L’intervento ha un effetto positivo e statisticamente significativo anche sull’ansia all’induzione e sul dolore postoperatorio.
Discussione e conclusioni
La clown terapia ha un effetto moderato e statisticamente significativo sull’ansia preoperatoria in sala di attesa e all’induzione e sul dolore postoperatorio di bambini di età 4-9 anni sottoposti a interventi di chirurgia minore.
Parole chiave: Clown terapia, ansia, dolore, bambini, periodo postoperatorio.
Effectiveness of clown therapy for children in the perioperative period. Systematic review with meta-analysis
ABSTRACT
Introduction
Clown therapy is effective on children in various clinical settings, but a quantitative synthesis focused on its effect during the perioperative period is lacking.
Objectives To evaluate the effectiveness of clown therapy for children in the perioperative period.
Materials and methods
Systematic review with meta-analysis of randomized or quasi-randomized parallel-group controlled clinical trials. Document retrieval by querying biomedical databases and clinical trial registries. Clown therapy was compared with usual care or other interventions. The primary outcome was the child’s anxiety in the waiting room. Risk of bias was assessed with Risk of Bias 2. Effect size was calculated with a random effects model. The certainty/quality of the results was assessed with the GRADE approach.
Results
Seventeen trials at moderate/high risk of bias were included in the review. Compared with usual care, clown therapy reduced anxiety in the waiting room statistically significantly (SMD: -0.64, 95% CI: -0.94, -0.35; 11 trials, N = 1521); effect size was moderate and quality/certainty of evidence low. Statistical heterogeneity among studies is high (I2 = 80.77 %) and the risk of publication bias unlikely. The intervention also has a positive and statistically significant effect on anxiety at induction and postoperative pain.
Discussion and conclusions
Clown therapy has a moderate and statistically significant effect on anxiety in the waiting room and at induction and on postoperative pain of children aged 4-9 years undergoing minor surgery.
Key words: Clown therapy, anxiety, pain, children, postoperative period.
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