RIVISTA BIMESTRALE
Organo ufficiale della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche
Antonio Boscolo Anzoletti Infermiere Coordinatore Terapia Intensiva Cardiologica Chioggia AULSS 3 Serenissima (Ve)
Luca Giuseppe Re Infermiere Tutor, Corso di laurea in Infermieristica dell’Università degli Studi di Milano, sezione ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano
Ilenia Andreola Infermiera, Corso di laurea in Infermieristica dell’Università degli Studi di Milano, sezione Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano
Antonino Calabrò Infermiere SPDC ASL Biella
Giulia Valente Infermiera Libero Professionista ASL Biella
Lorenzo Bardone Infermiere coordinatore infermiere, ASL Biella
Federica Ilari Infermiere coordinatore infermiere, ASL Biella
Roberto Lupo Infermiere, ASL Lecce
Martina Ferrari Infermiere, ASLVCO Piemonte – Cure Domiciliari
Silvia Mazza Infermiere, IRCCS Istituto Auxologico Italiano – Ospedale San Giuseppe di Piancavallo (VB)
Mimma Moscatiello Infermiere, ASLVCO Piemonte – Corso di Laurea in Infermieristica UNIUPO
Introduzione
Il diabete è spesso associato a obesità si parla quindi di diabesità. Questi pazienti sono chiamati a un cambiamento delle abitudini di vita, non sempre facile da comprendere e accettare. La gestione di questa patologia complessa e cronica si deve basare sull’educazione terapeutica diretta al raggiungimento di partecipazione attiva del paziente al suo processo di cura. Strumenti quale i dispositivi di monitoraggio continuo del glucosio (CGM) rappresentano una vantaggiosa alternativa all’automonitoraggio della glicemia capillare aprendo la strada a possibilità innovative per migliorare la compliance terapeutica. L’obiettivo dello studio è di valutare se l’utilizzo di un dispositivo per il monitoraggio continuo della glicemia (CGM) modifica la consapevolezza di malattia diabetica e la gestione della malattia in pazienti con DMT2.
Materiali e metodi
È stato somministrato il questionario “Patient Diabetes Knoweldge Questionnaire (PDKQ)” per valutare la consapevolezza della persona riguardo la malattia diabetica e sono stati utilizzati i termometri dei sentimenti, graduati da 0 a 10, che corrispondono a una scala VAS numerata. Sia il PDKQ che il termometro dei sentimenti sono stati somministrati a inizio studio (T0) e fine dello studio (T1). Il campione è stato selezionato attraverso una randomizzazione semplice. Sono stati selezionati 16 pazienti affetti da DMT2 insulino-trattati, 8 pazienti nel gruppo A (gruppo con sensore-caso) e 8 pazienti nel gruppo B (gruppo con controllo della glicemia capillare-controllo).
Risultati
L’analisi dei risultati del questionario PDKQ, in condizioni basali, ha rivelato che la maggior parte del campione mostra un deficit di conoscenza sulle cause fisiopatologiche e dei segni di ipo e iperglicemia. Sia nel gruppo A con sensore-caso che nel gruppo B-controllo la media delle risposte corrette è aumentata a seguito dell’intervento educativo.
Conclusioni
L’educazione terapeutica e la consapevolezza di malattia associati all’uso della tecnologia per il monitoraggio continuo della glicemia costituiscono uno strumento utile della gestione del paziente diabetico.
Parole chiave: Diabete, obesità, monitoraggio continuo glicemia, infermieristica, educazione, consapevolezza, sensore glicemico.
Sensor and awareness: exploratory study
ABSTRACT
Introduction
Diabetes is often associated with obesity and it is therefore referred to as diabesity. These patients are called to a change in their lifestyle not always easily understood and accepted. The management of this complex chronic pathology should rely on therapeutic education aimed at achieving a proactive patient’s participation in his/her care process. Tools such as continuous glucose monitoring devices (CGM) represent a profitable option to self-monitoring of capillary blood glucose, providing innovative possibilities to improve therapeutic compliance. The objective of the study is to assess whether the use of a continuous blood glucose monitoring device (CGM) improves diabetic disease awareness and management in patients with T2DM.
Methods
The Patient Diabetes Knoweldge Questionnaire (PDKQ) was administered to assess the patients’ awareness of diabetic disease and the feeling thermometers were used, graduated from 0 to 10, which correspond to a graded VAS scale. Both the PDKQ and the feeling thermometer were administered at the start (T0) and end of the trial (T1). We selected the sample through a simple randomization. Sixteen patients with insulin-treated T2DM were divided into 2 groups: group A (sensor-case group) and group B (capillary-controlled group).
Results
The analysis of the PDKQ questionnaire results, at baseline conditions, showed poor knowledge about the pathophysiological causes and signs of hypo and hyperglycemia in most of the sample. Both in group A (sensor-case) and in group B (control) the average of correct responses increased as a result of the educational intervention.
Conclusions
Therapeutic education and disease awareness associated with the use of technology for the continuous monitoring of blood glucose are a useful tool in the management of diabetic patients.
Key words: Diabetes, Obesity, Continuous Glucose Monitoring, Nursing, Education, Awareness, Glucose Sensor.
Laura Milani Infermiere, Direttore Didattico sezione di Crema – Corso di laurea in Infermieristica Università degli Studi di Milano
Anne Destrebecq Professore associato MED/45, Dipartimento di scienze biomediche per la salute, Università degli Studi di Milano
Valentina Giovinetti Infermiere, IRCCS Cardiologico Monzino – Milano
Stefano Terzoni Infermiere, tutor presso il Corso di laurea in Infermieristica, polo didattico San Paolo – Milano
Paolo Ferrara Infermiere, tutor presso il Corso di laurea in Infermieristica, polo didattico San Paolo – Milano
Introduzione
Vivere a stretto contatto con una persona affetta da schizofrenia è estremamente complesso ed espone i caregiver informali ad un aumentato rischio di sviluppare elevati livelli di Burden. Nonostante la rilevanza del fenomeno, gli approfondimenti nel panorama italiano sono scarsi. Obiettivo dello studio è misurare il livello di Burden e le caratteristiche sociodemografiche a esso associate in un campione di caregiver informali di persone affette da disturbo schizofrenico.
Materiali e metodi
È stato condotto uno studio osservazionale, descrittivo multicentrico; la versione italiana della Perceived Family Burden Scale (I-MFBBS) è stata somministrata a un campione di caregiver informali presso i Centri Psico Sociali delle ASST Santi Paolo e Carlo (presidio San Paolo) di Milano, le ASST di Crema, Melegnano- Martesana, Cremona, e delle associazioni “Itaca” e “La Lente” di Cernusco sul Naviglio (Mi).
Risultati
106 caregiver hanno partecipato allo studio presentando un punteggio mediano di Burden pari a 116/200; maggiori livelli di Burden sono stati ottenuti dai caregiver disoccupati, da chi riveste il ruolo di genitore e con almeno 5 anni di esperienza di caregiving (p<0.05).
Conclusioni
La dimensione del fenomeno del Caregiver Burden è stata confermata su larga scala; ciò suggerisce che la presa in carico della persona affetta da schizofrenia da parte degli infermieri a livello territoriale sia necessariamente accompagnata da un continuo monitoraggio e attività di supporto del caregiver.
Parole chiave: Caregiver Burden, Schizofrenia, scala Perceived Family Burden.
The burden of the Caregiver of a schizophrenic person: a multicenter study
ABSTRACT
Introduction
Living closely to a person with schizophrenia is extremely complex and exposes informal caregivers to an increased risk of developing severe Burden levels. Despite the importance of the phenomenon, there are few insights in the Italian scenario. The aim of the study is to measure the burden level and associated sociodemographic characteristics in a sample of informal caregivers of people with schizophrenic disorders.
Methods
An observational, descriptive multicenter study was conducted. The Italian version of the Perceived Family Burden Scale (I-MFBBS) was administered to a sample of informal caregivers at the Psycho-Social Centres of the ASST Santi Paolo e Carlo (San Paolo Hospital) in Milan, the ASST in Crema, Melegnano- Martesana, Cremona, and the associations “Itaca” and “La Lente” in Cernusco sul Naviglio.
Results
106 caregivers participated in the study with a mean score of 116/200. Unemployed caregivers, parents and carers with at least 5 years of caregiving experience scored higher levels of Burden (p<0.05).
Conclusions
The scale of the Caregiver Burden phenomenon has been confirmed on a large scale. This suggests that the nursing care of the schizophrenic patient on a territorial level is necessarily accompanied by continuous monitoring and support activities of the caregiver.
Key words: Caregiver Burden, Schizophrenia, Perceived Family Burden Scale.
Pellegrino Coretti Revisore Dei Conti Ordine delle Professioni Infermieristiche Milano Lodi Monza Brianza
RIVISTA BIMESTRALE
Organo ufficiale della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche
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