L’infermiere scolastico: ruoli e proposte per la realtà italiana


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Riassunto

Introduzione
L’attività dell’infermiere scolastico permette di facilitare lo sviluppo ottimale dello studente attraverso la promozione della salute e della sicurezza, l’individuazione e l’intervento dei problemi di saluti attuali e potenziali, la messa in atto di servizi di gestione dei casi. In Italia questa figura è in fase di definizione. L’obiettivo dello studio è Inquadrare la figura dell’infermiere scolastico a livello internazionale, evidenziando gli ambiti di competenza e l’impatto di un suo inserimento all’interno del team multidisciplinare di assistenza scolastica.

Materiali e metodi
Revisione narrativa della letteratura secondo la SANRA scale consultando le banche dati PubMed, CINAHL ed Embase; ricerca libera su Google Scholar e consultazione dei siti internet di National Association of School Nurse (NASN), American Academy of Pediatrics e National Health Service (NHS).

Risultati
Secondo la letteratura, l’infermiere scolastico fornisce assistenza diretta agli studenti in caso d’infortuni e malattie, valuta il sistema generale di assistenza, svolge attività di screening, provvede alla sicurezza della comunità scolastica monitorando il rispetto del piano vaccinale, eroga interventi di educazione sanitaria, partecipa allo sviluppo e alla valutazione delle politiche sanitarie scolastiche, svolge attività di collegamento tra il personale scolastico, la famiglia, gli operatori sanitari e la comunità. L’offerta di assistenza infermieristica scolastica mostra un impatto sempre positivo sulla salute degli studenti.

Discussione e conclusioni
La tutela della salute della popolazione scolastica e la vigilanza sull’igiene della scuola, sono temi risalenti ai primi anni del secolo scorso. È auspicabile prevedere in Italia la presenza sistematica di un infermiere che non dovrebbe ricoprire un ruolo da creare ex novo bensì rappresentare una derivazione di quello dell’infermiere di famiglia e comunità.

Parole chiave: Infermiere scolastico, Promozione della salute, Educazione sanitaria, Salute degli studenti.

School nurse: roles and proposals for the Italian setting
ABSTRACT

Introduction
The activity of the school nurse today makes it possible to facilitate the optimal development of the student through the promotion of health and safety, the identification and management of current and potential health problems, the implementation of case management services. In Italy this figure has yet to be clearly defined.
The aim of this study is to depict the role of the school nurse in the different settings on the international territory, highlighting his areas of competence and the impact of its involvement within a multidisciplinary school care team.

Materials and Methods
Narrative review of the literature according to the SANRA scale on PubMed, CINAHL, Embase, free search on Google Scholar and access to the websites of the National Association of School Nurse (NASN), the American Academy of Pediatrics and the National Health Service (NHS).

Results
According to the literature, the school nurse provides direct care to students in case of injury and illness, evaluates the general care system, carries out screening activities, ensures the safety of the school community by monitoring compliance with the vaccination plan, provides health education, participates in the development and evaluation of school health policies, liaises between school staff, family, health workers and the community. The provision of school nursing care consistently has a positive impact on student health.

Discussion and conclusions
The protection of the health of the school population and the supervision of school hygiene are issues dating back to the early years of the last century. It would be appropriate to implement the systematic presence in Italy of a school nurse who should not play a role to be created from scratch but rather represent a derivation of that o the family and community nurse.

Key words: School nurse, Health promotion, Health education, Student health.


INTRODUZIONE
La figura dell’infermiere scolastico è stata tradizionalmente concepita per favorire e supportare il rendimento e promuovere la frequenza scolastica degli studenti. La prima testimonianza di questa attività risale all’operato dell’americana Lina Rogers che a partire dal 1° ottobre 1902, ebbe l’incarico di ridurre i tassi di assenteismo intervenendo sui bisogni sanitari di studenti e famiglie legati alla diffusione delle malattie trasmissibili nelle scuole di New York. Il successo del suo lavoro portò in un anno alla riduzione dell’assenteismo per ragioni sanitarie del 99% (Council on School Health, 2008). Da quel momento, gli infermieri scolastici hanno continuato a svilupparsi intervenendo non solo nell’area delle malattie trasmissibili, ma ampliando il proprio operato con attività di sorveglianza, gestione delle malattie croniche e delle emergenze, valutazione delle abitudini comportamentali e interventi di educazione sanitaria. L’ampio spettro di attività svolte è sempre e comunque orientato a garantire la salute degli studenti permettendo loro una costante frequenza scolastica, condizione essenziale per il successo nello studio. In tal senso una recente revisione sistematica (Pianalto e Wall, 2016) supporta come l’offerta di assistenza infermieristica scolastica abbia un impatto sempre positivo sulla salute degli studenti.
L’attività dell’infermiere scolastico permette di facilitare lo sviluppo ottimale dello studente attraverso la promozione della salute e della sicurezza, l’individuazione e l’intervento in problemi di salute attuali e potenziali, la messa in atto di servizi di gestione dei casi e, mediante la collaborazione attiva con gli altri membri del team, costruisce capacità di adattamento, autogestione, autodifesa e apprendimento degli studenti e della famiglia (NASN 2016). Il suo ruolo all’interno dell’istituto scolastico si esplica attraverso varie attività che lo rendono una figura di riferimento per alunni, docenti e famiglie, oltre che essere un punto di raccordo tra scuola, famiglia e Servizio Sanitario (Righi e Trapassi et al., 2020; NASN, 2016). In Europa e nel mondo l’infermiere scolastico rappresenta sempre di più la figura di leadership ritenuta indispensabile all’interno dell’assistenza sanitaria scolastica. Nel 2007, il 75% degli istituti scolastici negli USA presentava un infermiere scolastico (Searing, 2016). In molti paesi europei (Svezia, Germania, Francia, Spagna, Regno Unito per citarne alcuni), questa figura è considerata e sempre più riconosciuta come promotore indispensabile della salute degli studenti (Righi e Trapassi et al., 2020). In Italia, altre figure tra cui l’assistente sanitario e lo psicologo (Protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Istruzione e il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi, 2020) ricoprono un ruolo rilevante nella medicina scolastica mentre la figura infermieristica è ancora poco diffusa e regolamentata anche se oggetto di diverse interessanti esperienze locali. Negli anni 2015 – 2019 (Fondazione del Monte, 2020) è stato realizzato il Progetto “La scuola promotrice di salute” all’interno di quattro Istituti Superiori di Ravenna, con l’obiettivo di favorire la comunicazione fra giovani e i Servizi Socio Sanitari per i problemi giovanili: salute sessuale, prevenzione dipendenze, atti di violenza, salute mentale, alimentazione e di conoscere i problemi di salute degli studenti in ogni Istituto. L’infermiere scolastico rappresentava una figura di riferimento, pronto a rispondere a dubbi e domande e il suo intervento principale era di tipo ambulatoriale: egli si occupava di traumatologia, primo soccorso, presa in carico di studenti con diabete e di studenti con autismo (FNOPI, 2018). A Livorno, nel villaggio scolastico Cecioni all’interno del progetto insieme alla Sva Pubblica Assistenza, l’infermiere scolastico era a disposizione tutte le mattine per oltre tremila ragazzi e personale docente e non; si recava a scuola a gestire le emergenze come gli infortuni durante l’educazione fisica, la gestione degli attacchi di panico o di bambini con patologie croniche (Ben Salah , 2018).
È inoltre importante sottolineare il crescente impegno del Ministero dell’Istruzione che ha recentemente avviato varie attività e collaborazioni, rivolte alle scuole di ogni ordine e grado, per tutelare il diritto alla salute, sensibilizzare sui temi della prevenzione e promuovere corretti stili di vita. Si cita a titolo di esempio il progetto ITACA (progetto ITACA Milano) che si pone come obiettivo l’identificazione di adolescenti con problemi nell’ambito della salute mentale, prevedendo interventi d’informazione e sensibilizzazione nelle scuole Medie Superiori.
Altra testimonianza è rappresentata dall’attività del Dipartimento per le politiche antidroga (Dipartimento per le politiche antidroga, 2020) che ha disposto di materiali, strumenti e metodi informativi ed educativi di pronto uso ed altamente accreditati, sviluppando un piano d’intervento che, mediante specifici portali web e altre moderne tecnologie di comunicazione, ha messo a disposizione dei dirigenti scolastici, degli insegnanti, dei genitori e degli studenti.
Gli unici riferimenti legislativi riguardanti l’assistenza nelle scuole nel nostro Paese, risalgono ai decreti degli anni 60 relativi alla medicina scolastica. L’articolo 13 del DPR 11 febbraio 1961 n.264 recita che l’espletamento dei servizi di medicina scolastica, volta quest’ultima a individuare i fattori causali delle patologie e anomalie dello sviluppo nell’età evolutiva e delle malattie infettive, spettava ai medici generici e medici scolastici specialistici e al personale sanitario ausiliario, costituito da assistenti sanitarie visitatrici, infermieri professionali e vigilatrici d’infanzia. La normativa dei decenni passati pone in risalto l’attenzione da parte dell’Italia al tema sulla tutela della salute della popolazione scolastica e la vigilanza sull’igiene della scuola. Purtroppo tali funzioni in materia di prevenzione e assistenza in ambito scolastico sono state disattivate in seguito all’attribuzione delle stesse alle Unità Sanitarie Locali dal 1978, nonostante ciò esse sono ancora vigenti secondo l’articolo 14 della legge 23 dicembre 1978 n.833. A causa della mancanza di continuità di questi servizi offerti, ad oggi la supervisione della salute è sotto la responsabilità dei docenti. Tuttavia, nonostante il personale docente sia attivamente coinvolto, come mostrato da Righi et al. (2020), nei processi di diffusione di educazione sanitaria e di gestione degli aventi sanitari improvvisi, essi non presentano conoscenze specifiche in merito. Le differenze di prospettiva offerte dall’infermiere scolastico darebbero l’opportunità di sostenere protocolli sanitari che hanno lo scopo di muoversi verso la garanzia della salute, della sicurezza e del benessere dell’ambiente educativo (Davis e Lynch, 2018). L’importanza e il valore dell’assistenza infermieristica scolastica sono ulteriormente giustificati dall’aumento delle complicanze acute delle malattie croniche (Welch Holmes e Sheetz, 2016).
Un ulteriore aspetto da considerare è il nuovo PNP 2020-2025 (Piano Nazionale delle Prevenzione 2020-2025, 2020) che identifica nella scuola uno tra i setting principali dove favorire la promozione della salute come proposta educativa continuativa e integrata lungo tutto il percorso scolastico. Il suddetto piano si pone come obbiettivo una maggiore interazione tra Sistema Scuola e Sistema Sanitario riconoscendo l’età pre-adolescenziale e adolescenziale una fase cruciale per lo sviluppo dell’individuo e quindi la necessità di intervenire con adeguate politiche di promozione della salute.
Nel panorama attuale, caratterizzato dalla riapertura degli istituti scolastici dopo il periodo di lock-down della scorsa primavera in seguito all’emergenza legata alla pandemia da Covid-19, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ECDC, identifica negli organici degli istituti per il controllo sanitario proprio l’infermiere scolastico (FNOPI, 2020a). L’istituto Superiore di Sanità prevede inoltre che, fermo restando le competenze di diagnosi e cura dei medici, sia identificato un referente scolastico per il Covid-19, pur non esplicitando la figura infermieristica, che sia adeguatamente formato, tenga un registro degli eventuali contatti tra alunni e/o personale di classi diverse, richieda la collaborazione dei genitori per misurare ogni giorno la temperatura del bambino e segnali eventuali assenze per motivi di salute riconducibili al Covid-19 (FNOPI, 2020b).

OBIETTIVO
Lo scopo di questo lavoro è stato quello di inquadrare la figura dell’infermiere scolastico nei diversi scenari sul territorio internazionale, evidenziando i suoi ambiti di competenza e l’impatto di un suo inserimento all’interno del team multidisciplinare di assistenza scolastica.

MATERIALI E METODI
È stata fatta una revisione della letteratura internazionale aderendo alla metodologia riportata nella ‘Scale for the Assessment of Narrative Review Articles’ (SANRA) (Baethge et al., 2019), che prevede sei differenti fasi: (1) evidenza della rilevanza del contributo; (2) definizione degli scopi specifici; (3) descrizione della strategia di ricerca; (4) attribuzione delle fonti bibliografiche alle dichiarazioni riportate; (5) dimostrazione di azione di un ragionamento scientifico nella discussione; (6) appropriato reporting dei dati.
La ricerca è stata condotta dal 1° settembre al 30 ottobre 2020 attraverso la consultazione delle banche dati PubMed, CINAHL ed Embase con l’utilizzo delle parole chiave “school nurse”, “Health promotion”, “Health education”, “Student health”, “Student”; le parole chiave sono state combinate tra loro con i vari operatori boleani (AND, OR, NOT) creando differenti stringhe di ricerca per rispondere ai seguenti quesiti: “1) Quali sono le competenze dell’infermiere scolastico nel panorama internazionale e nazionale?” – “2) Quali sono i vantaggi e l’impatto dell’infermiere scolastico?”.
Sono stati inclusi articoli con qualsiasi disegno di studio, in lingua inglese o italiana, con data di pubblicazione non superiore a 10 anni, per i quali fosse disponibile il full-text. Non sono state considerate fonti non pubblicate o in fase di pubblicazione. L’analisi e la selezione dei record sono avvenute sulla base di titolo e abstract.
È stata inoltre svolta una ricerca libera su Google Scholar oltre ad essere stati consultati i siti internet della National Association of School Nurse (NASN), l’American Academy of Pediatrics e quello della National Health Service (NHS).

Estrazione e sintesi dei dati
La ricerca sulle banche dati è stata condotta da due autori (LD e ST); in caso di dubbio si è ricorso al parere di un terzo autore (PF). È stata creata una tabella in un foglio word® all’interno della quale sono stati riportati i principali dati estratti dagli studi: primo autore e anno di pubblicazione, disegno dello studio, setting/campione, scopo, outcomes principali.

RISULTATI
Dalla revisione della letteratura sono emersi 39 record, la lettura di titolo e abstract ha portato alla rimozione di 29 articoli ritenuti non pertinenti. I 10 record rimanenti (tutti studi primari) sono stati sottoposti ad analisi dopo aver reperito i documenti in full text; attraverso ricerca libera sono state inoltre reperite 4 fonti secondarie (NASN, 2016; Council on School Health, 2008; Ministére de l’éducation nationale, de la jeunesse et des sport (2020); Health Careers, 2020).

Competenze dell’infermiere scolastico
Panorama internazionale
Secondo la National Association of School Nurses (NASN) ogni bambino deve poter aver accesso tutto il giorno, ogni giorno ad un infermiere qualificato a tempo pieno; l’infermiere scolastico svolge, infatti, un ruolo fondamentale che collega l’assistenza sanitaria e l’istruzione. Basandosi su standard di pratica, i servizi forniti dall’infermiere scolastico includono leadership, sanità pubblica, coordinamento dell’assistenza e miglioramento della qualità (NASN, 2016).
Sempre la NASN definisce l’infermiere scolastico come un professionista specializzato che protegge e promuove la salute, il successo accademico e il rendimento complessivo degli studenti. Inoltre, l’aumento degli studenti fragili dal punto di vista medico e/o con malattie croniche frequentanti la scuola, richiede trattamenti e gestione sempre più complessa, comunemente offerti dall’infermiere scolastico. Sotto questo aspetto, il professionista svolge un ruolo chiave nella gestione della malattia, lavorando a stretto contatto con i bambini e i loro genitori per rafforzare le raccomandazioni fornite dal medico pediatra e fornire cure durante la giornata scolastica (NASN, 2016).
A partire dal 2008 la NASN aveva già identificato i 7 ambiti di intervento dell’infermiere scolastico per promuovere la salute e l’educazione sanitaria di bambini e adolescenti (Council on School Health, 2008); tali azioni, in linea con i requisiti minimi di assistenza sanitaria in ambito scolastico previsti dall’American Academy of Pediatrics School Health, sono di seguito riassunti, l’infermiere scolastico:
 Fornisce assistenza diretta agli studenti in caso di infortuni e malattie acute e gestisce a lungo termine studenti con bisogni sanitari speciali, come nel caso di patologie croniche; identifica i problemi di salute che possono creare una barriera al progresso educativo e sviluppa un piano di assistenza sanitaria per la gestione dei problemi nell’ambiente scolastico.
 Valuta il sistema generale di assistenza e sviluppa un piano per garantire che i bisogni sanitari siano soddisfatti. Le sue responsabilità includono lo sviluppo di piani per rispondere ad emergenze ed eventuali maxiemergenze in collaborazione con i servizi sanitari dedicati. Includono inoltre la documentazione delle informazioni sulla salute degli studenti.
 Svolge attività di screening per inquadrare precocemente i problemi di salute in grado di incidere negativamente sull’istruzione.
 Provvede alla sicurezza della comunità scolastica monitorando il rispetto del piano vaccinale, la sicurezza ambientale (parchi giochi, qualità dell’aria interna e potenziali pericoli), l’attuazione di un piano per la prevenzione e la gestione della violenza scolastica, del bullismo, dei disastri e degli eventi terroristici.
 Eroga interventi di educazione sanitaria dirette sia a singoli studenti sia a gruppi, personale, famiglie e comunità. Le principali aree tematiche riguardano l’alimentazione, il fumo, l‘attività fisica, la prevenzione delle infezioni a trasmissione sessuale e di altre malattie infettive, uso e abuso di sostanze, prevenzione della gravidanza.
 Partecipa allo sviluppo e alla valutazione delle politiche sanitarie scolastiche.
 Svolge attività di collegamento tra il personale scolastico, la famiglia, gli operatori sanitari e la comunità. In qualità di case manager per studenti con problemi di salute, l’infermiere garantisce che ci sia un’adeguata comunicazione e collaborazione tra la famiglia, i pediatri e i fornitori di risorse della comunità.
Negli Stati Uniti D’America, la certificazione ad infermiere scolastico avviene mediante l’Accreditation Board for Specialty Nursing Certification-ABSNC, un ente di accreditamento riconosciuto a livello nazionale.
Nel contesto Europeo gli infermieri scolastici sono figure istituzionalizzate in diversi Paesi come Regno Unito, Spagna, Francia e Svezia.
In certi casi l’esercizio professionale è legato al possesso di un titolo post base (master universitario di infermieristica scolastica in Spagna) o al superamento di specifici concorsi (per far parte del corpo dell’Infirmiere de l’Education Nationale in Francia) (Ministére de l’éducation nationale, de la jeunesse et des sport, 2020); in altri paesi come in Inghilterra, invece, gli infermieri scolastici possono scegliere di acquisire un’ulteriore esperienza partecipando a percorsi di formazione, chiamati SCPHN-SN per diventare specializzati in sanità pubblica di comunità (Health Careers ,2020).
Dalla letteratura internazionale degli ultimi 10 anni si evince come il ruolo infermieristico nel contesto scolastico rispecchi quanto proposto dalla NASN nel framework del 2008: l’infermiere supporta sia la missione educativa dell’istituto, sia la salute e il benessere degli studenti, (Darnell, 2015) egli va ad identificare i problemi di salute che possono creare un ostacolo al progresso educativo e la sua presenza ha un impatto positivo sulle assenze degli studenti (Hill e Hollis, 2012). L’infermiere scolastico ha un ruolo fondamentale nella fornitura di programmi di corretti stili di vita come l’attività fisica (Wright et al., 2013) e la conseguente riduzione della sedentarietà, egli svolge attività di screening della vista (Rodriguez e Srivastava et al., 2018) e fornisce assistenza a studenti affetti da malattie croniche sviluppando dei piani per garantire il soddisfacimento dei bisogni sanitari (Kim et al., 2019).
L’educazione sanitaria è parte delle attività svolte dall’infermiere scolastico come riportato da Borawski e Tuft et al. (2015), oltre che in una posizione ideale per fornire interventi precoci nella gestione di patologie (Bohnenkamp et al., 2019), come per ridurre l’ansia infantile nello studio di Ginsburg et al., (2021). L’infermiere scolastico ha l’obiettivo, inoltre, di gestire e programmare ispezioni sulla disponibilità delle forniture a carattere medico chirurgico all’interno degli istituti scolastici (Ramos et al., 2011).

Panorama nazionale
La tutela della salute della popolazione scolastica e la vigilanza sull’igiene della scuola sono temi risalenti ai primi anni del secolo scorso, quando il nostro Paese si assunse il compito di assolvere alla promozione dello sviluppo della persona finalizzato allo sviluppo fisico, economico, sociale e culturale. La “medicina scolastica” gestita dai Comuni contribuì decisamente al conseguimento di tale obiettivo, collaborando con gli educatori a individuare, tra gli altri, i fattori causali delle patologie e anomalie dello sviluppo nell’età evolutiva e delle malattie infettive. Già allora erano emersi aspetti critici sul piano dell’organizzazione delle scuole relativamente all’orario scolastico, alla refezione scolastica, ai requisiti strutturali e funzionali degli ambienti. Tali problemi furono affrontati gradualmente con la collaborazione tra genitori, insegnanti e medici scolastici. Si ebbe una legislazione medico-scolastica che si perfezionò gradualmente nel tempo, soprattutto assumendo gli obiettivi della prevenzione e della diagnosi precoce delle malattie perseguiti fin dal periodo 1901-1950. In seguito ebbe avvio una nuova fase con precise norme sanitarie, proposte dagli Ufficiali Sanitari Comunali e gestite ancora dai Comuni (DPR 11 febbraio 1961, n.264 e il DPR 22 dicembre 1967, n. 1518) poi disattivate con l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale.
Righi e Trapassi et al (2020) descrivono l’infermiere scolastico come la figura che, oltre ad occuparsi in prima persona degli eventi a carattere sanitario improvvisi che si verificano durante l’orario scolastico, persegue un altro scopo con la collaborazione di tutto il personale: diffondere la conoscenza e l’abilità in materia di primo soccorso.

Impatto dell’infermiere scolastico
I contributi reperiti in letteratura hanno indagato differenti outcomes legati alla presenza dell’infermiere scolastico: secondo lo studio di Kim et al. (2019) l’infermiere scolastico, ricopre un ruolo chiave nell’assistenza a studenti affetti da patologie croniche intestinali grazie all’aumento della conoscenza sulle IBD (inflammatory Bowel Diseases), come sulla gestione di studenti con problemi di salute mentale (Bohenkamp et al., 2019).
Diversi studi hanno focalizzato l’attenzione sull’impatto positivo dell’attività infermieristica negli studenti di scuola elementare, tra cui la riduzione dei livelli di ansia infantile (Drake et al., 2015, Ginsburg et al., 2021). L’infermiere è fondamentale nella erogazione di programmi sui corretti stili di vita (Wright et al., 2013) come la riduzione del tempo speso davanti alla televisione e la conseguente riduzione della sedentarietà. Hill e Hollis (2012) hanno riscontrato una maggior sicurezza da parte di studenti con problemi di salute quando presente un infermiere scolastico nella struttura oltre ad una riduzione nelle assenze e una maggiore comunicazione.
Una riduzione del tasso dell’assenteismo si riscontra anche negli studenti delle scuole superiori con la presenza dell’infermiere scolastico con 6,3 vs 6,8 con un p=0,05, oltre che l’associarsi a tassi di conseguimento dei diplomi e punteggio ai test di ammissioni all’università più elevato, l’ 83% vs 78% con p = 0.0002 (Darnell, 2015). Borawski et al. (2015) hanno esaminano l’impatto differenziale di educazione sanitaria su HIV e malattie trasmesse sessualmente, eseguita da infermieri scolastici ed insegnanti, riportando cambiamenti significativi e duraturi da parte degli studenti che hanno seguito l’intervento formativo condotto dalla figura infermieristica.
Lo studio di Rodriguez e Srivastava et al. (2018) ha rilevato un miglioramento del coordinamento del follow up dello screening della vista associato all’assunzione di infermieri scolastici a tempo pieno, aumentando il numero delle visite eseguite dal 67% al 97%.
Il lavoro di Righi e Trapassi et al. (2020) mostra la percezione degli insegnanti in merito alla presenza dell’infermiere scolastico che, dopo un training di sei ore, risultano maggiormente in grado di gestire problematiche sanitarie comuni.
L’infermiere scolastico ha l’obiettivo, inoltre, di gestire e programmare ispezioni sulla disponibilità delle forniture a carattere medico chirurgico all’interno degli istituti scolastici (Ramos et al., 2011).
Nella Tabella 1. – Sintesi degli studi primari inclusi si presenta la sintesi dei 10 studi primari identificati.

DISCUSSIONE
La tutela della salute della popolazione scolastica e la vigilanza sull’igiene della scuola sono temi risalenti ai primi anni del secolo scorso, allo scopo di proteggere e promuovere la salute degli studenti, negli istituti di diverso ordine e grado, per facilitare lo sviluppo ottimale e contribuire al successo accademico.
Si stima che uno studente su quattro nelle scuole degli Stati Uniti possa presentare una condizione di malattia cronica una percentuale rilevante di questi si trova a dover affrontare sfide di aderenza al trattamento farmacologico, l’accettazione alla malattia, la modifica allo stile di vita, la coordinazione delle cure e le difficoltà di transizione a contesti sanitari per adulti. I bambini affetti da patologie croniche sono a rischio di alti tassi di assenteismo, basso impegno nello studio, abbandono della scuola, esposizione al bullismo, comportamenti dirompenti, scarsi voti e prestazioni inferiori alla media nei test standardizzati (Combe e Mattern et al., 2017). A questo proposito, l’Every Student Succeds Act 2015”, firmato da Obama nel 2015, identifica gli infermieri scolastici come leader nella gestione delle malattie croniche degli studenti nelle scuole. Utilizzando il processo infermieristico, l’infermiere scolastico gestisce le condizioni di salute cronica nel contesto scolastico fornendo assistenza diretta, provvede alla gestione dei casi e sostiene gli studenti e le famiglie per aiutarli ad accedere alle risorse necessarie e al supporto per raggiungere il successo accademico (CDC, 2017).
Un bambino che convive con una malattia cronica, per esempio, deve affrontare ogni giorno emozioni, impegni e problemi legati ai sintomi della malattia, alle terapie e ai ricoveri in ospedale ed un bimbo con la mente impegnata dai controlli e dalle cure mediche, purtroppo, non può dedicarsi all’apprendimento scolastico in modo sereno (Combe e Mattern et al., 2017). Considerando che nel 2018 l’8,7% della popolazione italiana tra gli 0-14 anni e il 16,1% tra i 15-17 anni presentava almeno una patologia cronica (Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, 2019), è necessario garantire una continuità scolastica ai bambini che si adattano ogni giorno a una malattia cronica. In questo modo sarebbe possibile proteggerli dalle conseguenze psicologiche e sociali, emotive e comportamentali della malattia.
I bambini e i ragazzi con malattia cronica spesso si trovano a dover fronteggiare difficoltà di apprendimento, bullismo e problemi d’integrazione sociale. Le difficoltà di apprendimento possono dipendere da limitazioni causate dalla malattia stessa oppure dagli effetti collaterali delle terapie con farmaci. Spesso, inoltre, gli insegnanti non si sentono preparati a gestire le situazioni di emergenza che una malattia cronica può comportare, come le crisi epilettiche, gli attacchi di asma o le ipoglicemie (ANA e NASN, 2017).
La gestione dei sintomi e complicanze oltre che la somministrazione di terapie dovrebbe avvenire in un contesto sicuro e attuato da professionista esperto con conoscenze specifiche predisponendo una figura che collabori con il personale educativo per promuovere un ambiente scolastico sicuro e accogliente (ANA e NASN, 2017). L’essenza stessa dell’assistenza infermieristica, dettata dal profilo professionale DM 739/94, quindi di carattere preventivo e curativo, oltre alla natura tecnica, relazionale, educativa dell’agito professionale rende l’infermiere qualificato e competente ad operare all’interno degli istituti scolastici nell’ambito dell’assistenza sanitaria scolastica.
Tutto questo è in linea con quanto descritto dai risultati di una recente revisione sistematica (Pianalto e Wall, 2016) secondo la quale, nonostante alcune patologie siano maggiormente indagate rispetto ad altre, come diabete ed obesità, la presenza di un’assistenza infermieristica scolastica ha complessivamente un impatto positivo sulla salute degli studenti. La cosa più evidente, tuttavia, è la mancanza di studi che confrontino i livelli di istruzione e certificazione tra gli operatori selezionati all’interno delle scuole, parlando spesso di un individuo ritenendo che fosse un infermiere scolastico. La letteratura attuale supporta la teoria che avere un professionista designato come infermiere scolastico migliora molti risultati per gli studenti.
Con il supporto di questi risultati, il corpo delle prove suggerisce che è imperativo per le scuole impiegare un individuo che fornisca l’assistenza infermieristica scolastica. In particolar modo in questo periodo di emergenza sanitaria, nei contesti scolastici, emerge fortemente la necessità della presenza di una figura di riferimento competente ed in grado di fornire le indicazioni utili ad evitare la diffusione del virus Covid-19 e che indichi e rafforzi i comportamenti corretti da adottare durante la frequenza scolastica (NASN, 2020). Risulta necessario ad esempio insegnare ai bambini e adolescenti a igienizzarsi efficacemente le mani, garantendo la disponibilità di forniture idonee (Ramos et al., 2011), indossare correttamente mascherine e guanti, monitorare e gestire le sintomatologie febbrili e da raffreddamento, gestire le vaccinazioni (NASN, 2016), eventuali altre patologie croniche (Righi e Trapassi et al., 2020; Kim et al., 2019; Bohnenkamp et al, 2019; Drake et al., 2015), effettuare il primo soccorso in caso di necessità (Righi e Trapassi et al., 2020; Hill e Hollis, 2012) e fornire aggiornamenti fattuali riguardo ai tassi d’influenza. Questi ed altri interventi propri dell’attività dell’infermiere scolastico sono stati descritti nel documento redatto dal NASN (2020) inquadrante le linee guida al rientro in classe.
Con questo contributo si è tentato di offrire un compendio delle diverse esperienze di implementazione dell’infermiere all’interno degli istituti scolastici inquadrandone l’impatto sulla salute degli studenti e l’organizzazione scolastica nel suo complesso; l’approccio narrativo rappresenta il principale limite del lavoro che non permette oggi di offrire una panoramica complessiva del fenomeno.
Nonostante questa limitazione il quadro delineato suggerisce la necessità di prevedere, anche all’interno dell’istituto scolastico italiano, la presenza sistematica di un infermiere, figura attualmente non istituzionalizzata, che non dovrebbe ricoprire un ruolo da creare ex novo bensì rappresentare una derivazione di quello dell’infermiere di famiglia e comunità, introdotto dal Patto per la Salute e dal decreto Rilancio, proprio in virtù della caratteristica comunitaria del sistema scolastico.

Conflitto di interessi
Si dichiara l’assenza di conflitto di interessi.

Finanziamenti
Gli autori dichiarano di non aver ottenuto alcun finanziamento e che lo studio non ha alcuno sponsor economico.

STAMPA L'ARTICOLO

Bibliografia

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