L’influenza dei social network nella realtà infermieristica italiana: studio osservazionale

ISSN: ISSN 2038-0712 – L’Infermiere 2023,60:2, e67 – e74 - DOI: 10.57659/SSI.2023.007

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Riassunto

Introduzione
I social network vengono ampiamente utilizzati sia dai professionisti sanitari sia dai cittadini per accedere alle informazioni sanitarie e per cercare supporto. La letteratura internazionale sostiene l’utilizzo dei social per la condivisione della conoscenza in ambito clinico-assistenziale, per migliorare la salute pubblica, facilitare il cambiamento dei comportamenti sanitari e favorire la comunicazione tra i professionisti.

Obiettivi
Descrivere i social network utilizzati dagli infermieri per scopi professionali.

Materiali e metodi
È stato condotto uno studio osservazionale descrittivo sulla popolazione infermieristica italiana, utilizzando un questionario online costruito ad hoc.

Risultati
Alla raccolta dati hanno risposto 1005 professionisti, i quali risultano essere d’accordo nel dichiarare che sui social trovano ampia varietà di informazioni utili a livello professionale, riescono a confrontarsi facilmente con i colleghi e a raggiungere la maggior parte delle persone assistite. Invece, più della metà ha dichiarato di non ritenere affidabili i social per la ricerca di informazioni scientifiche.

Discussione e conclusioni
I risultati dello studio evidenziano che i social sono utili per la comunicazione tra infermieri, con potenziali benefici nella pratica clinica, nelle reti professionali, nell’istruzione e nella formazione. La mancanza di adeguate conoscenze potrebbe portare a una scarsa comprensione dei rischi e responsabilità collegate all’uso dei social.

Parole chiave: Infermieri, social network, social media, networking.

The influence of social networks in nursing: an italian observational study
ABSTRACT

Introduction
Health professionals and citizens widely use social networks to access health information and seek support. Many studies support using social for knowledge sharing in clinical care settings to improve public health by facilitating health behavior change and communication between professionals.

Objectives
The aim is to describe social networks used by nurses for professional purposes.

Materials and methods
A descriptive observational study was conducted on the Italian nursing population using an ad hoc constructed online questionnaire.

Results
A total of 1005 nurses responded to the data collection who agreed that they find a wide variety of professionally helpful information on social networking sites, can compare themselves with colleagues efficiently, and reach out to most of their patients. In contrast, more than half stated that they did not find social media reliable for searching for scientific information.

Discussion and conclusions
The results show that social networking is useful for communication between nurses, with potential benefits in clinical practice, professional networks, education and training. Lack of adequate knowledge may lead to a poor understanding of the risks and responsibilities associated with the use of social.

Key words: Nurses, social network, social media, networking.


INTRODUZIONE
Social network (SN) significa letteralmente “rete sociale”, con definizioni diverse su almeno due livelli: uno, di carattere ontologico, per definire l’essenza di una rete sociale e l’altro, di tipo operativo, per identificare servizi online (Boyd & Ellison, 2007). In generale, i SN sono un insieme di relazioni attorno a un individuo e i siti di SN sono servizi basati sul Web che consentono alle persone di costruire un profilo e una rete di connessioni con altri utenti del sistema (Boyd & Ellison, 2007). I SN forniscono diverse piattaforme per condividere i propri contenuti, reagire o aggiungere commenti al contenuto pubblicato da altri utenti; inoltre aiutano gli estranei a connettersi in base a interessi, attività, identità o professioni comuni.
Potenzialmente i SN offrono il vantaggio della libera condivisione delle informazioni da parte degli infermieri, offrendo la possibilità di scambiarsi opinioni e impressioni in tempo reale (Geraghty, Hari & Oliver, 2021). Spesso essi sono anche utili sia dal punto di vista lavorativo per pubblicizzare la propria attività, come ad esempio un ambulatorio infermieristico, sia come “sensibilizzatori sociali” su determinate tematiche di interesse dei cittadini e dei professionisti. Un fattore da tenere in considerazione, e che viene molto spesso sottovalutato, è che i SN sono un mezzo di comunicazione economico e alla portata di tutti (Pichierri & Guido, 2017). Per contro alcuni degli svantaggi dell’era digitale per i professionisti sanitari sono i potenziali rischi di violazione della privacy, la diffamazione e la presenza di informazioni false o difficilmente verificabili (Geraghty, Hari & Oliver, 2021; Daigle, 2020).
La disponibilità e le preferenze dei SN variano a seconda dei Paesi. A livello globale, il social network più popolare è Facebook, YouTube è il secondo più utilizzato attivamente e il terzo è WhatsApp (Kanchan & Gaidhane, 2023). In Italia, invece, il più utilizzato è YouTube (88% della popolazione), seguito da Facebook (80%), Instagram (64%), Twitter (34%) e LinkedIn (31%) (We are social, 2020).
Nella comunicazione e nella ricerca sulla salute, i SN vengono ampiamente utilizzati, fornendo piattaforme, sia ai professionisti sanitari sia ai cittadini, per accedere alle informazioni di sanità pubblica e per cercare supporto (Capurro et al., 2014; Chan & Leung, 2018). Da una revisione della letteratura condotta da Laranjo et al., emerge che i SN sono utili per la condivisione della conoscenza in ambito clinico-assistenziale, al fine di migliorare la salute pubblica, facilitando il cambiamento dei comportamenti sanitari (Laranjo et al., 2015). Inoltre, i SN favoriscono la comunicazione e le interazioni tra i professionisti sanitari nella pratica clinica, le reti professionali, l’istruzione e la formazione, nonostante vi siano alcune limitazioni per una diffusione capillare (Chan & Leung, 2018).
La Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) ha strutturato un documento, aggiornato nel 2018, con il quale fornisce raccomandazioni per gestire in modo appropriato e trasparente l’uso dei SN da parte dei professionisti (FNOPI, 2018).
Sulla base delle nostre conoscenze, ad oggi, non esistono studi che abbiano cercato di esplorare l’utilizzo dei SN da parte degli infermieri italiani.

OBIETTIVI
Descrivere i social network utilizzati dagli infermieri per scopi professionali.

MATERIALI E METODI
Disegno dello studio, popolazione e setting
È stato condotto uno studio osservazionale descrittivo seguendo “The Strengthening the Reporting of Observational Studies in Epidemiology (STROBE) Statement: Guidelines for Reporting Observational Studies” (von Elm et al., 2007).
La popolazione è rappresentata dal totale dei professionisti presenti in Italia, individuati tra gli iscritti di tutti gli Ordini delle Professioni Infermieristiche (OPI).
Sono stati inclusi tutti i professionisti disponibili a partecipare allo studio volontariamente e che possedevano una connessione internet.

Campionamento
Il campione dello studio è stato calcolato a partire dal numero di professionisti presenti in Italia (N= 460,000) (ISTAT, 2015). Dal momento che non si conosce il comportamento della popolazione in merito all’uso dei Social Network, per avere una ragionevole accuratezza dei risultati, è stata utilizzata la formula di Slovin per stabilire la numerosità campionaria minima, fissando un margine di errore al 5%. Dati questi parametri, attraverso l’utilizzo del software Epi Info™, è stata calcolata la numerosità campionaria minima di 384 rispondenti.

Procedura e strumenti di raccolta dati
Sulla base della letteratura di riferimento, in cui non emergono strumenti di raccolta dati specifici rispetto all’obiettivo, è stato sviluppato ex novo, attraverso la piattaforma Google Form, un questionario online composto da una scheda elaborata ad hoc per la raccolta dei dati socio-demografici, per le informazioni sulla formazione professionale e la condizione lavorativa, oltre a ventitré domande riguardanti specificamente l’uso per scopi professionali dei SN.
Si precisa che per “scopo professionale” si intende l’uso dei SN al fine di coltivare contatti a livello lavorativo, condividere esperienze ed essere visibile, ovvero esibire la propria esperienza formativa e professionale, oltre che avere informazioni e aggiornamenti inerenti alla professione infermieristica, alla pratica clinica e a livello politico-professionale (Mathwick, 2002; Rolls et al., 2016).
Il questionario è stato suddiviso in tre sezioni. Nella prima si è chiesto ai partecipanti la frequenza di utilizzo di Facebook, Instagram e LinkedIn attraverso una scala likert a 7 punti (1 = mai; 7 = più volte al giorno); nella seconda sezione si è chiesto di esprimere il grado di accordo o disaccordo alle motivazioni per cui si utilizzano i SN, attraverso una scala likert a 7 punti (1 = fortemente in disaccordo; 7 = completamente d’accordo); infine, nell’ultima sezione si è chiesto di indicare il grado di accordo o disaccordo rispetto ai fattori che possono risultare ostacolanti per l’utilizzo di social a livello professionale, attraverso una scala likert a 7 punti (1 = per nulla; 7 = moltissimo).
Per concludere, si è chiesto ai professionisti una loro opinione personale riguardo al social più affidabile nella ricerca di informazioni scientifiche e, in particolare, se si utilizza Facebook per fini professionali e su quale spazio offerto da questo social ci si documenti maggiormente (pagine, gruppi, profili privati).
Si è scelto di non analizzare l’uso professionale di YouTube in quanto vengono proposti solo contenuti audio/video con modalità di interazione ridotta rispetto a quelle offerte dagli altri SN presi in analisi.
Il questionario è stato reso disponibile su tutti i dispositivi elettronici (computer, tablet o smartphone) ed è stato diffuso online tramite link attraverso pagine, account e gruppi italiani individuati grazie alla parola chiave o hashtag “infermiere”, “infermieri” e “nurse”.
È stato effettuato un test pilota per verificare la comprensibilità e la fattibilità del questionario, inviandolo a due Dottori di Ricerca (PhD) in Scienze Infermieristiche e Sanità Pubblica; un infermiere studente del II anno del corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche; un coordinatore infermieristico (in possesso del relativo master di I livello); e un Search Engine Optimization (SEO) e Social Media Specialist di un’azienda leader nei settori Strategy & Consulting, Interactive, Technology and Operations in Italia.
In base ai risultati del test pilota non sono state apportate modifiche al questionario.
I dati sono stati raccolti tra febbraio e marzo 2021, condividendo il link del questionario ai professionisti tramite WhatsApp, Telegram, pagine Facebook infermieristiche, account Instagram e tramite e-mail a tutti gli OPI d’Italia.

Analisi dei dati
Le variabili continue sono state espresse come media e deviazione standard (DS) per le variabili parametriche, come mediana e range interquartile per le variabili non parametriche. La normalità delle variabili è stata misurata con il test di Shapiro-Wilk. Le variabili qualitative sono state riportate come frequenza e percentuale.
Per valutare l’associazione tra due variabili qualitative è stato utilizzato il test del Chi quadrato e per una migliore interpretazione del dato è stato utilizzato l’indice V di Cramer. L’indice V di Cramer è stato considerato come “debole associazione” per i valori fino a 0.29, come “buona associazione” per i valori compresi tra 0.3 e 0.59, e come forte associazione per i valori superiori a 0.6.
Per valutare la correlazione lineare tra due variabili espresse in scala Likert è stato utilizzato l’indice di correlazione di Spearman. Valori fino a 0.19 sono stati considerati indicativi di debole correlazione, tra 0.2 e 0.39 di discreta correlazione, tra 0.4 e 0.59 come buona correlazione, tra 0.6 e 0.89 come forte correlazione e come perfetta correlazione con valori superiori a 0.9 (Rossi, 2012).
Per tutte le analisi statistiche è stato utilizzato il software Statistical Package Social Science (IBM SPSS Statistics for Windows, Version 24.0; IBM Corp., Armonk, New York, USA

Considerazioni etiche
Lo studio è stato condotto nel rispetto delle attuali norme sulla privacy (GDPR n. 2016/679), con particolare attenzione nell’evitare ogni forma di possibile danno all’immagine professionale. Tutti i partecipanti sono stati informati dello scopo dello studio attraverso una lettera di presentazione allegata al questionario e hanno fornito consenso implicito e volontario alla partecipazione, compilando lo stesso. I dati sono stati raccolti in modo anonimo e in forma aggregata.

RISULTATI
Alla raccolta dati hanno risposto 1005 professionisti, tra infermieri e infermieri pediatrici, iscritti ai diversi OPI in tutta Italia.

Informazioni sociodemografiche e lavorative
La maggior parte dei partecipanti sono donne (72.2%), con età media di 37.2 anni (DS ±10.8 anni), in possesso della Laurea in Infermieristica (77.1%), appartenenti agli Ordini Professionali del Nord Italia (46.9%) e dipendenti nel settore pubblico (65.3%).
Tra questi quasi la metà (46.9%) lavora nell’area di specialità Medica o Critica (Intensiva ed Emergenza). In particolare, rispetto alle aree di specialità, il campione è così distribuito:
– Il 59.9% lavora in area Critica, Medica o Chirurgica;
– Il 21.2% in area Neonatale/Pediatrica, Palliativa o di Salute Mentale;
– Il 18.9% in Dirigenza o Coordinamento, Formazione/Ricerca o “Altro”.
La metà dei rispondenti dichiara di lavorare da almeno 10 anni. I professionisti in possesso di un titolo post-base sono il 44.1% del campione, tra questi: il 31% ha dichiarato di aver conseguito un master I e/o II livello; il 12.7% la Laurea Magistrale e lo 0.4% il Dottorato di Ricerca (PhD).
Tutti i dettagli socio-demografici sono riassunti in Tabella 1.

Tabella 1. –  Caratteristiche socio-demografiche e professionali dei partecipanti.
Totale 1005 (100%)
Età del rispondente in anni (media ± DS) 37.2 (±10.80)
Genere [n,(%]*  
Femmina 726 (72.24%)
Titolo Abilitante [n,(%)]
Laurea 775 (77.11%)
Titolo equipollente 230 (22.89%)
Profilo Professionale [n,(%)]
Infermiere 938 (93.33%)
Infermiere Pediatrico 67 (6.67%)
Aree Geografiche [n,(%)]
Nord 471 (46.87%)
Centro 208 (20.70%)
Sud e Isole 326 (32.78%)
Anni di Lavoro (mediana, IQR) 10 ( 4 – 18)
Condizione di lavoro attuale [n,(%)]
Dipendente pubblico 656 (65.27%)
Dipendente privato/cooperativa/agenzia 192 (19.10%)
Libero Professionista 132 (13.13%)
Altro** 25 (2.49%)
Area di Specialità Lavorativa [n,(%)]
Medica 242 (24.08%)
Critica (Intensiva ed Emergenza) 229(22.79%)
Chirurgica 131 (13.03%)
Altro** 125 (12.44%)
Neonatale e pediatrica 95 (9.45%)
Cure palliative 84 (8.36%)
Dirigenza e coordinamento 41 (4.08%)
Salute mentale 34 (3.38%)
Formazione e ricerca 24 (2.39%)
Raggruppamento Aree di Specialità Lavorativa [n,(%)]
Critica, Medica, Chirurgica 602 (59.90%)
Neonatale/Pediatrica, Palliativa, Salute Mentale 213 (21.20%)
Dirigenza/Coordinamento, Formazione/Ricerca, “Altro**” 190 (18.90%)
* dato non dichiarato in 5 questionari; ** Per “altro” si intende: pensione, senza collocazione lavorativa, in aspettativa.

Frequenza di utilizzo
I SN più utilizzati sono Facebook (89.6%) e Instagram (77.1%) − seguiti da LinkedIn (41.5%) e Twitter (14.3%) − e sono anche quelli usati dal 72.3% dei soggetti che possiedono due profili social (42.1% del totale); il 30% del campione totale ne possiede tre.
Analizzando i soggetti in base al tipo di contratto lavorativo (lavoro dipendente o libero professionista), il 63.6% dei liberi professionisti dichiara di fare un uso molto frequente dei social rispetto al 29.3% dei lavoratori dipendenti.

Motivazioni di utilizzo e fattori ostacolanti l’uso
Circa l’80% dei professionisti è d’accordo nel dichiarare che sui SN trovano ampia varietà di informazioni utili a livello professionale, riescono a confrontarsi facilmente con colleghi e altri professionisti sanitari (82.9%), oltre ad aumentare l’engagement e le interazioni con le persone assistite (72.1%), raggiungendo quindi più pazienti (Tabella 2).
In particolare, vi è una debole associazione statisticamente significativa tra l’utilizzo dei SN e la possibilità di raggiungere più assistiti: nello specifico, con Facebook il 67.6% è convinto di riuscire a raggiungerli più facilmente (V = 0.12), mentre con LinkedIn ne è convinto il 75.2% di chi lo utilizza (V = 0.18).

Tabella 2.Item specifici sull’utilizzo dei social network.
Item Mediana IQR
Sui social trovo ampia varietà di informazioni utili a livello professionale 5 3 – 5
Posso confrontarmi facilmente con colleghi e altri professionisti sanitari, media 5 4 – 6
Ritengo i social più veloci e intuitivi rispetto alla ricerca scientifica tradizionale 4 3 – 5
È complicato ricercare studi scientifici in inglese sulle banche dati (es. PubMed) 4 2 – 5
Ritengo che le informazioni siano più comprensibili sui social network, rispetto agli articoli scientifici 4 2 – 5
Riesco a raggiungere un maggior numero di persone assistite/clienti 5 4 – 6

Rispetto alle aree di specialità lavorativa e al confronto tra colleghi, il SN più usato risulta essere Facebook (93.4%) per chi lavora in area Critica, Medica o Chirurgica; Instagram (79.6%) per chi lavora in area Neonatale/Pediatrica, Palliativa o di Salute Mentale; LinkedIn (83.8%) per chi lavora in Dirigenza/Coordinamento, Formazione/Ricerca o “Altro”. In particolare, c’è una buona associazione statisticamente significativa (V = 0.35) tra l’uso di LinkedIn e l’area di Dirigenza/Coordinamento e Formazione/Ricerca: LinkedIn viene usato sia a livello personale sia professionale in misura maggiore da chi lavora in Dirigenza/Coordinamento, Formazione/Ricerca o “Altro”.
L’associazione più forte si verifica per l’uso professionale di LinkedIn e le aree di specialità (V = 0.43): in dettaglio il 66.1% di chi lavora in area Dirigenza/Coordinamento, Formazione/Ricerca o “Altro” utilizza LinkedIn a livello professionale, mentre l’83.4% di chi lavora in area Critica, Medica o Chirurgica dichiara di non utilizzare LinkedIn a livello professionale. Per l’area Neonatale/Pediatrica, Palliativa o Salute Mentale non viene rilevata una differenza significativa di utilizzo.
Il confronto professionale tra colleghi avviene principalmente su Facebook e Instagram per tutte le aree di specialità (per Area Critica-Medica-Chirurgica: Facebook: V = 0.33 e Instagram: V = 0.19; per Area Neonatale/Pediatrica, Palliativa o Salute mentale: Facebook: V = 0.32 e Instagram V = 0.29) tranne per Dirigenza/Coordinamento, Formazione/Ricerca o “Altro” che usano LinkedIn (V = 0.45).

Utilizzo nella ricerca scientifica
Il 79.9% del campione ritiene di trovare informazioni utili a livello professionale. I risultati evidenziano che gli infermieri italiani considerano i social più intuitivi rispetto alle fonti tradizionali di evidenza scientifica (Rho = 0.53). La correlazione più forte tra questi due item si registra nei professionisti che lavorano in area Neonatale, Palliativa o Salute mentale (Rho = 0.60). Tuttavia, il 68.1% (n = 684) del campione totale ha dichiarato di non ritenere affidabile i SN per la ricerca di informazioni scientifiche e, in particolare, nessuno dei 443 professionisti con un titolo post-base ritiene che ci siano informazioni scientifiche utili, anche se il 60.4% (n = 607) dei partecipanti si documenta in generale per fini professionali su pagine e gruppi Facebook.
I professionisti rispondono in generale di non percepire molta differenza rispetto alla ricerca di evidenze scientifiche nelle fonti tradizionali su grado di difficoltà nell’uso (V = 0.05) e comprensibilità delle informazioni (V = 0.06).

DISCUSSIONE
Questo studio evidenzia che i SN attualmente utilizzati in Italia per scopi professionali sono LinkedIn, Facebook e Instagram. Anche se l’adesione ai social può essere in parte considerata una “moda”, è da notare che sono diventati una componente importante dell’ambiente sociale di un individuo, in particolare tra i giovani (Daigle, 2020). I SN rappresentano un nuovo portale per la comunicazione e la discussione tra i pazienti e vari operatori sanitari (Farmer et al., 2009).
I SN forniscono agli operatori sanitari strumenti per condividere informazioni, discutere le politiche sanitarie e le questioni pratiche, promuovere comportamenti sanitari, educare e interagire con pazienti, professionisti sanitari, studenti e colleghi (Bernhardt, Alber & Gold, 2014; Isik & Jallad, 2019; Moorhead et al., 2013). I professionisti sanitari possono utilizzare i SN potenzialmente per migliorare i risultati di salute, sviluppare una rete professionale, aumentare la consapevolezza personale, motivare i pazienti e fornire informazioni sanitarie alla comunità (Ventola, 2014).
Sono stati identificati numerosi benefici dell’uso dei SN. Gli infermieri hanno considerato i SN come strumenti di comunicazione facili da usare, gratuiti e veloci. In linea con quanto già evidenziato in altri studi (We are social, 2020), Facebook è risultato il SN più utilizzato.
I liberi professionisti hanno dichiarato di utilizzare maggiormente i social rispetto ai lavoratori dipendenti in quanto probabilmente lo utilizzano anche per farsi pubblicità e ricercare nuovi clienti (Ventola, 2014).
La maggior parte dei professionisti è d’accordo nel dichiarare che sui SN si possono trovare ampia varietà di informazioni utili a livello professionale, riuscendo ad avere un confronto con colleghi e altri professionisti sanitari e a raggiungere un notevole numero di pazienti. Questo perché i SN permettono una notevole connettività delle persone (Clark, Algoe & Green, 2018).
Il concetto di qualità dell’informazione sulla salute è stato un acceso argomento di discussione fin dagli albori di internet. Si registra, infatti, che gli infermieri italiani considerano i SN, per quanto meno affidabili, più intuitivi rispetto alla ricerca tradizionale di informazioni scientifiche e/o di carattere professionale (bandi di concorso, eventi, congressi e offerte lavorative). Tale risultato è in linea con quanto evidenziato in precedenti studi (Chan & Leung, 2018).
Dei SN analizzati, quello che ha maggiormente successo a livello professionale è LinkedIn, in quanto è nato come professional networking site, predisposto principalmente allo sviluppo di contatti professionali (tramite pubblicazione e diffusione del proprio curriculum vitae) e alla diffusione di contenuti specifici relativi al mercato del lavoro (es. motore di ricerca del lavoro, pubblicità aziende, etc.). LinkedIn è risultato il SN maggiormente utilizzato dai professionisti appartenenti all’area Dirigenza, Coordinamento e Formazione. Facebook e Instagram risultano essere utilizzati, in maniera minore, da questa categoria di professionisti, come già evidenziato dallo studio di Farmer et al (2009).
Gli standard professionali che delineano se e come separare o unire le proprie identità (personale e professionale) sui SN sono una questione ricorrente quando si parla di social media. Alcuni, ad esempio, possono ritenere accettabile l’uso di un unico profilo social sia per il lavoro sia per scopi personali, altri possono ritenere necessaria questa separazione. La potenziale violazione degli standard etici, della privacy del paziente, della riservatezza e dei codici di condotta professionale, insieme a informazioni errate o incomplete, sono i fattori più comuni che contribuiscono alla paura individuale e istituzionale contro l’uso dei SN in ambito sanitario. Inoltre, alcuni infermieri potrebbero non aver ancora compreso appieno le potenzialità dell’utilizzo professionale dei SN, in particolare per quanto riguarda la comunicazione e la condivisione di studi o esperienze in ambito clinico-professionale (Sabot et al., 2017).

Limiti
Questo studio presenta alcuni limiti. In primo luogo, l’uso di uno strumento autosomministrato potrebbe ridurre l’affidabilità dei dati raccolti a causa di un bias di desiderabilità sociale. Per ridurre questa potenziale distorsione, abbiamo reso anonimo il questionario durante l’indagine. Secondo, la modalità di somministrazione ha impedito il controllo di eventuali risposte multiple da parte dello stesso rispondente.
Inoltre, non è stato possibile calcolare il response rate poiché il link è stato condiviso pubblicamente sulle suddette piattaforme e più volte ri-condiviso da alcuni utenti, aspetto che potrebbe essere tenuto in considerazione in studi futuri.

CONCLUSIONI
I risultati hanno permesso di descrivere i SN maggiormente utilizzati dagli infermieri italiani, esplorando anche le motivazioni all’uso.
I SN sono utilizzati da infermieri e infermieri pediatrici per confrontarsi e reperire informazioni utili a livello professionale. L’uso sia personale sia professionale di queste piattaforme, infatti, è stato riscontrato per tutto il campione analizzato. Ulteriori studi dovrebbero essere effettuati per esplorare l’opportunità o meno di differenziare maggiormente l’utilizzo personale da quello professionale dei SN e per confrontare altri contesti europei. Secondo Chan e Leung i SN, utilizzati come strumenti per l’istruzione e la formazione, possono essere utili per generare opportunità di apprendimento e migliorare le interazioni tra pari, oltre a promuovere l’aggiornamento delle notizie e lo sviluppo professionale (Chan & Leung, 2018). È necessaria, perciò, un’attenta riflessione per definire bene le implicazioni che i SN possono avere anche nell’infermieristica italiana. Man mano che la cultura digitale si evolve, nuove linee guida diventano necessarie per indirizzare i professionisti a un utilizzo consapevole delle piattaforme, in quanto un loro uso superficiale e non corretto potrebbe minare la fiducia dei pazienti e dell’opinione pubblica sugli infermieri. Questo studio potrebbe suggerire la necessità di mantenere linee guida periodicamente aggiornate sull’uso dei SN da parte degli infermieri e infermieri pediatrici italiani per poter far fronte alla continua e rapida evoluzione di questi strumenti e del progressivo processo di digitalizzazione in Sanità.

Conflitto di interessi
Tutti gli autori dichiarano l’assenza di conflitto di interessi. Tutti gli autori dichiarano di aver contribuito alla realizzazione del manoscritto e ne approvano la pubblicazione.

Finanziamenti
Gli autori dichiarano di non aver ottenuto alcun finanziamento e l’assenza di sponsor economici.

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