Dentro il viaggio. Dialoghi lievi intorno alla cura


Lucia T. Benetti e Rossella Aiardi

Casa Editice Ambrosiana, 2021
Pagine 160

Chi sono io, chi sei tu? Quando le vite si intrecciano, perché qualcuno ha scelto di essere un attore in questo percorso sanitario mentre qualcun altro ci si è trovato involontariamente nella parte, presentarsi diventa indispensabile, conoscersi diventa indispensabile.
I ruoli non sono fissi la scelta di essere infermiere a volte diventa difficile e la si subisce, la “non” scelta di essere malati a volte si trasforma in essere protagonisti attivi della propria vita e malattia. E così due Persone, Lucia e Rossella, si presentano, si alternano nel racconto ricercando i punti di forza comuni e le debolezze comuni, perché nella parola “comune” stanno l’incontro, la conoscenza e l’intesa, il tempo tiranno diventa complice, la crescita umana e professionale è condivisa e intenzionale.
Dar senso a quella “relazione come tempo di cura” che rende felice Lucia appena lo legge da suo punto di vista “interessato” (e meno male dico io), rende noi responsabili di avere lo stesso interesse, perché tra i sentimenti di chi porta il pigiama e di chi porta la divisa a volte non c’è tutta sta differenza. La consapevolezza e il coraggio non hanno una professione o un ruolo ma hanno un cuore, un anima e un corpo che li ospita.
La cura con parole oneste (ma anche silenzi onesti), direbbe Sandro Spinsanti nel suo omonimo testo, è la base per creare percorsi di cura reciproci, malattia e morte si mischiano a bene e vita se le si tratta con rispetto senza troppa paura e neppure troppa sfrontatezza. “Un giorno ci toccherà morire… Certo ma tutti gli altri giorni no” (da un dialogo tra Charly Brown e Snoopy) e tutti gli altri giorni vanno vissuti con un pizzico di coraggio e una buona compagnia, per trovare la bellezza nella sofferenza bisogna guardarsi negli occhi, sfiorarsi con le mani accogliersi per quello che si è con gentilezza, ascoltando le parole così come i silenzi che narrano chi siamo (la potenza della Medicina Narrativa), che fanno esclamare a Lucia: “ma allora mi vedi?” mi riconosci come Persona! Quanto abbiamo bisogno tutti di essere riconosciuti come Persone sia che indossiamo un pigiama o la divisa.
Questo libro è per tutti, conclude Paola Arcadi nella brillante prefazione, proprio perché è scritto da Persone.
Le conclusioni sono a cura di Marco Alaimo che con competenza professionale e umana parte da un comune modo di dire “:..se queste mura potessero parlare…” per ascoltarle e così creare nuovi paradigmi per futuri scenari. Raggiungere il miglior risultato di salute, ci illustra Marco, passa attraverso una rivoluzione: considerare i professionisti sanitari come “beni preziosi” e le persone malate come “Attori protagonisti” del loro percorso di cura, alleati e complici, tutti inseriti in un modello di cura organizzato e umanizzato, dentro e fuori l’ospedale, oltre il tempo e dentro la relazione.
Il tempo va riempito di significato per non lasciare che “semplicemente passi, senza che nessun filo di senso possa essere disegnato nello spazio seppur breve del proprio divenire”, (Mortari, 2019)

Ma ho parlato troppo…ora godetevi il viaggio.

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