Epidemia da Covid – 19: Una settimana da record negativo 21-27 ottobre 2020


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Riassunto

The epidemic of Covid 19 in Italy is in constant worsening, compatible with a scenario of great diffusion. In the week 21-27 October 2020, compared to the previous week, there was a 108% increase in deaths and 89% in new cases. The severity of the pandemic is confirmed in hospital (+5.501 admissions and +541 in ICU). More than 112.000 cases are currently positive (255.090 vs 142.739) and deaths have doubled (995 vs 459).
The aim of the papaer is to describe the evolution of the pandemic during the week 21-27 October and the effects of the contagion containment measures.


INTRODUZIONE
L’epidemia in Italia è in ulteriore peggioramento, con un quadro in continua evoluzione verso uno scenario di massima gravità (tipo 4): questo è quanto emerge dall’ultimo report di monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute riferito al periodo 19-25 ottobre 2020 (1).
Nella settimana 21-27 ottobre 2020 si è registrato un aumento del 108% dei decessi e dell’89% dei nuovi casi. La gravità del quadro è confermata a livello ospedaliero (+5.501 ricoveri e +541 posti letto occupati in terapia intensiva) con una stima di oltre 30.000 ricoveri e più di 3.000 terapie intensive occupate nei primi giorni di novembre. Dati ed evidenze scientifiche suggeriscono che le misure adottate a seguito degli ultimi Dpcm potrebbero essere risultate tardive e che i valori di Rt sottostimerebbero ampiamente la velocità con cui si diffonde il virus (2).
Nel periodo 8-21 ottobre 2020, l’indice Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 1.70, con valori di Rt superiori a 1.50 nella maggior parte delle Regioni italiane.


Tabella 1. –Trend settimanale dei nuovi casi e del rapporto positivi/casi testati (Fonte: Dati GIMBE).

Dal nuovo monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE relativo alla settimana 21-27 ottobre 2020 si deduce chiaramente che l’epidemia è fuori controllo. Rispetto ai sette giorni precedenti si registra infatti un incremento esponenziale del trend dei nuovi casi (130.329 vs 68.982 Tab. 1), in parte per l’aumento dei casi testati (722.570 vs 630.929), ma soprattutto per il netto incremento del rapporto positivi/casi testati (18% vs 10,9%).
Crescono di oltre 112.000 i casi attualmente positivi (255.090 vs 142.739) e, sul fronte degli ospedali, si rileva un costante aumento dei pazienti ricoverati con sintomi nei reparti di degenza (13.955 vs 8.454, +65.1%).) e nelle terapie intensiva (1.411 vs 870, +62.2%). Risultano, più che raddoppiati risultano i decessi (995 vs 459). I tamponi totali effettuati nel territorio italiano sono stati pari a 147.423 (+14,4%), con un totale di casi testati di 91.641 (+14,5%). I casi attualmente positivi sono aumentati di 112.351 (+78,7%), mentre i nuovi casi crescono di 130.329 con un balzo di +88,9% (3).
I dati dell’ultima settimana documentano il crollo definitivo dell’argine territoriale del testing & tracing, confermano un incremento di oltre il 60% dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva e fanno registrare un raddoppio dei decessi. Rimane relativamente stabile (28,3%) la percentuale dei casi rilevati attraverso attività di screening, mentre si conferma l’aumento (19,9%) della percentuale dei casi senza motivo dell’accertamento diagnostico. In generale si osserva che i principali indicatori peggiorano in tutte le Regioni. I focolai attivi sono complessivamente 12.716, di cui 3.573 nuovi, presenti nella quasi totalità delle province italiane (106/107) (4).
L’area di maggior insorgenza dell’infezione è l’ambito familiare/domiciliare (82,6% di tutti i focolai attivi), seguito da quello lavorativo (3,8%) e ricreativo (2,5%). L’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute rimarcano la necessità di misure drastiche che favoriscano una notevole riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e che possano alleggerire la pressione sui servizi sanitari, comprese restrizioni nelle attività non essenziali e della mobilità (5).
Desta grande preoccupazione il trend esponenziale con cui aumentano le ospedalizzazioni in terapia sub intensiva o intensiva, con un aumento della degenza media di circa 10 giorni. Nonostante siano state introdotte progressive restrizioni da parte di Governo e delle singole Regioni la curva dei contagi non presenta ancora un rallentamento. In relazione ai risultati ottenuti dall’introduzione di ciascuna misura di contenimento, secondo l’ISS servirebbero 28 giorni di lockdown totale per dimezzare il valore di Rt.
Considerato che le misure introdotte con il DPCM del 24 ottobre 2020 includono il divieto di eventi pubblici e assembramenti, invito allo smart working e la didattica a distanza nelle scuole di secondo grado per almeno al 75% delle attività è possibile stimare a 14 giorni una riduzione del valore di Rt di circa il 20-25%, totalmente insufficiente per piegare la curva dei contagi e arginare il sovraccarico degli ospedali.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, infatti, l’indice Rt medio calcolato al 20 ottobre 2020 era di 1,50 (IC 95%: 1,09-1,75) su dati riferiti al periodo 1-14 ottobre 2020. L’epidemia già fuori controllo in diverse aree del Paese da oltre 3 settimane insieme al continuo confronto tra i Sindaci e Presidenti di Regioni per decidere l’attuazione lockdown locali stanno spingendo l’Italia verso la chiusura totale. Istituto Superiore di Sanità e Ministero della Salute affermano che senza immediate chiusure in tutte le zone più a rischio, serviranno a breve almeno 4 settimane di lockdown nazionale per incidere significativamente sulla curva dei contagi e permettere di assistere i pazienti in ospedale, al fine di evitare una crisi sanitaria peggiore di quanto vissuto durante la prima ondata, anche in considerazione del fatto della maggior estensione dell’emergenza su tutto il territorio nazionale. Nella settimana 21-27 ottobre, 11 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto) sono da considerare a rischio elevato di una trasmissione non controllata di SARS-CoV-2 e 8 (Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Molise, Pa Bolzano, Pa Trento e Umbria) sono classificate a rischio moderato con probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese (Tabella 2).
È indispensabile che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute il carico di lavoro non è più sostenibile dai servizi sanitari territoriali con evidenza di impossibilità di tracciare in modo completo le catene di trasmissione ed aumento in proporzione dei casi evidenziati per sintomi (che superano per la prima volta questa settimana quello dei casi identificati tramite contact tracing). Tutti i professionisti sanitari stanno mostrando grande impegno e professionalità per raggiungere un obiettivo comune, il contenimento e cura delle conseguenze della pandemia, tale impegno non può prescindere dalla partecipazione attiva attraverso l’adozione di comportamenti sicuri da parte di tutta la popolazione italiana.


Tabella 2. – Indicatori regionali settimana 21 – 27 ottobre 2020 (Fonte: Dati GIMBE).

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Bibliografia

– (1) Italian Government (2020). Measures Legislative decree for COVID‐19 emergency. Data accesso 22 marzo 2020, da http://www.governo.it/it/articolo/decreto‐legge‐17‐marzo‐2020/14333.
– (2) SIAARTI, Italian Society of Anesthesiology and Intensive (2020). Ethical recommendation for the use of hospital resources in emergency. Data accesso 22 Marzo 2020, da http://www.siaarti.it/SiteAssets/News/COVID.
– (3) World Health Organization (2020). Coronavirus disease (COVID‐19) technical guidance: laboratory testing for 2019‐nCoV in humans. Data di accesso 22 marzo 2020, da https://www.who.int/publications‐detail/laboratory‐testing‐for‐2019‐novel‐coronavirus‐in‐suspected‐human‐cases‐20200117.
– (4) World Health Organization (2020). COVID‐19 spread in the Italian regions. Data di accesso 22 marzo 2020, da http://opendatadpc.maps.arcgis.com/apps/opsd.
– (5) World Health Organization (2020). Novel Coronavirus (COVID‐19) situation. Data di accesso 22 marzo 2020, da https://experience.arcgis.com/experience/685.


Note

(1) Italian Government (2020). Measures Legislative decree for COVID‐19 emergency. Data accesso 22 marzo 2020, da http://www.governo.it/it/articolo/decreto‐legge‐17‐marzo‐2020/14333.

(2) SIAARTI, Italian Society of Anesthesiology and Intensive (2020). Ethical recommendation for the use of hospital resources in emergency. Data accesso 22 Marzo 2020, da http://www.siaarti.it/SiteAssets/News/COVID.

(3) World Health Organization (2020). Coronavirus disease (COVID‐19) technical guidance: laboratory testing for 2019‐nCoV in humans. Data di accesso 22 marzo 2020, da https://www.who.int/publications‐detail/laboratory‐testing‐for‐2019‐novel‐coronavirus‐in‐suspected‐human‐cases‐20200117.

(4) World Health Organization (2020). COVID‐19 spread in the Italian regions. Data di accesso 22 marzo 2020, da http://opendatadpc.maps.arcgis.com/apps/opsd.

(5) World Health Organization (2020). Novel Coronavirus (COVID‐19) situation. Data di accesso 22 marzo 2020, da https://experience.arcgis.com/experience/685.