Validazione di uno strumento per l’accertamento infermieristico in accordo con i modelli funzionali di Gordon


RIASSUNTO
Introduzione L’accertamento iniziale infermieristico gioca un ruolo cruciale nell’identificazione delle condizioni e delle necessità dei pazienti, nonché nella programmazione e nella gestione delle cure infermieristiche. L’obiettivo dello studio è la valutazione dell’affidabilità e della validità di uno strumento per l’accertamento infermieristico iniziale costruito secondo gli undici modelli funzionali di Gordon.
Materiali e metodi Lo studio è stato condotto in due fasi: I) un gruppo di infermieri esperti ha esplorato la validità di contenuto e di facciata dello strumento per l’accertamento infermieristico iniziale su un campione di 12 pazienti adulti; II) lo strumento è stato somministrato a un gruppo di 217 pazienti per esplorarne nuovamente la validità e la consistenza interna.
Risultati Lo strumento per l’accertamento infermieristico iniziale, basato sui modelli funzionali di Gordon, ha evidenziato una sufficiente validità di contenuto e di facciata ma un’affidabilità limitata.
Conclusione Se pure con alcuni limiti, lo studio rappresenta un esempio di possibile processo di analisi e approfondimento sulla documentazione infermieristica. La raccolta di dati durante l’accertamento iniziale infermieristico con un apposito strumento, oltre a garantire tracciabilità delle informazioni utili per il processo di assistenza infermieristica, rende disponibile dati per supportare lo sviluppo della ricerca in ambito assistenziale.
Parole chiave: accertamento infermieristico, modelli funzionali di Gordon, assistenza
 


Initial nursing assessment tool based on Gordon’s functional models: a validation study

ABSTRACT
Background Initial nursing assessment is crucial for patients’ status and needs identification and for nursing programming and management. This study aims to assess the reliability and the validity of an initial nursing assessment tool based on Gordon’s functional models.
Methods This was a two phase study: I) initial nursing assessment tool content and face validity has been validated by a group of senior nurse on a sample of 12 adult patients; II) the tool has been administered to 217 patients in order to reassess its validity and internal consistency.
Results The initial nursing assessment tool based on Gordon’s functional models has an adequate content validity but a limited reliability.
Conclusions Despite its limits, this study is an example of nursing documentation in-depth analysis. The initial nursing assessment with a dedicated tool guarantee the traking of useful information for nursing and data for research development in healthcare.
Keywords: initial nursing assessment, Gordon’s functional models, nursing


 

Introduzione
L’aumento della complessità assistenziale in ogni ambito del Sistema Sanitario Nazionale richiede ai professionisti della salute di lavorare con un sistema informativo che ottimizzi la quantità e la qualità delle registrazioni (Casati M, 2005). Per gli infermieri, la normativa vigente sancisce l’obbligatorietà di documentare quanto effettuato durante l’esercizio professionale (Legge n. 42/1999). Il codice deontologico (IPASVI, 2009) cita, a proposito della documentazione infermieristica, che l’infermiere “[…] Nella raccolta, nella gestione e nel passaggio di dati, si limita a ciò che è attinente all’assistenza (art. 26) e […] garantisce la continuità assistenziale anche contribuendo alla realizzazione di una rete di rapporti interprofessionali e di un’efficace gestione degli strumenti informativi (art. 27)”. Tra le documentazioni infermieristiche assume particolare rilievo l’accertamento iniziale quale raccolta sistematica di dati soggettivi e oggettivi rilevati durante il primo incontro con la persona assistita allo scopo di offrire un quadro generale delle condizioni dell’assistito ed esprimere successivamente un giudizio clinico sulla persona. I dati raccolti sono utilizzati nella diagnosi infermieristica e risultano indispensabili ai fini dell’identificazione degli obiettivi, della pianificazione e dell’attuazione dell’assistenza. La continuità assistenziale è facilitata da un’accurata e chiara descrizione di quanto pianificato e attuato dagli infermieri rispetto alla persona assistita (Lusignani M et al., 2001). E’ importante segnalare che una documentazione inefficace è una causa importante di eventi avversi (CTRC, 2004). In Svezia, un articolo di Florin e colleghi (Florin J et al., 2013) ha evidenziato che una terminologia standardizzata multi-professionale è necessaria per catturare tutti i tipi e tutte le dimensioni dei dati sanitari con il fine di garantire una migliore qualità di cura. Dalla letteratura infermieristica (Westra BL et al., 2008; von Krogh G, 2008) si evince che, nel corso del tempo, sono stati sviluppati numerosi linguaggi standardizzati a supporto dello sviluppo, dello scambio e della comunicazione dei dati infermieristici. Alcuni studiosi (Craig P et al., 2006) hanno creato uno strumento di accertamento infermieristico rivolto alle persone anziane che permette di effettuare una valutazione globale dello stato di salute, identificare i bisogni assistenziali attraverso una matrice delle stabilità/prevedibilità, effettuare una stima del livello e delle ore di lavoro infermieristico necessario e identificare le evidenze a supporto delle scelte decisionali nella pratica clinica. Secondo il punto di vista del Royal College of Nursing (RCN), gli infermieri hanno bisogno di uno strumento per guidare, giorno per giorno, un accertamento sistematico in linea con la responsabilità professionale (RCN, 2004). Il processo di accertamento effettuato durante l’ammissione alle cure permette all’infermiere di valutare la persona assistita nella sua globalità, stabilendo la base per evidenziare miglioramenti o peggioramenti a chi si prenderà cura successivamente del paziente. Nel 2005, con la consulenza della Joint Commission on Accreditation of Healthcare Organizations (JCAHO), il Royal College of Nursing ha modificato tutto il percorso di pianificazione dell’assistenza infermieristica, e in particolare per l’accertamento iniziale ha stabilito alcune regole importanti: il flusso deve essere orizzontale, di facile lettura, logico, le aree simili vanno raggruppate, deve riportare istruzioni affinché l’infermiere ricordi gli elementi importanti da affrontare, la documentazione deve essere ridotta, deve emergere lo specifico professionale infermieristico, i colori devono essere vivaci, deve essere compresa una sintesi affinché tutti i membri del gruppo di lavoro possano rivedere facilmente i dati (Craig P et al., 2006).
Nel 1985 è stato proposto da Marjory Gordon (Gordon M, 1985) un data set per stilare il profilo dello stato funzionale di salute del paziente al momento del ricovero particolarmente dettagliato e completo e ottenuto mediante la valutazione da parte dell’infermiere di molteplici parametri all’interno di categorie-modello. L’accertamento secondo i modelli funzionali di Gordon indirizza gli infermieri nella raccolta di dati sui comportamenti normali che contribuiscono a definire lo stato di salute, la qualità della vita e la realizzazione del potenziale umano. Il profilo dello stato di salute proposto originariamente da Gordon prevede la valutazione dei seguenti 11 modelli funzionali:

  • percezione e gestione della salute;
  • attività ed esercizio;
  • nutrizionale e metabolica;
  • eliminazione;
  • sonno e riposo;
  • cognitiva e percettiva;
  • coping e tolleranza allo stress;
  • percezione di sé e concezione di sé;
  • sessualità e riproduzione;
  • ruolo e relazioni;
  • valori e credo.

Utilizzando questa struttura concettuale è possibile mettere in evidenza i modelli funzionali prevalenti e determinare, per ognuno di essi, se il comportamento dell’assistito è normale o disfunzionale (Wilkinson JM, 2004).
Nel corso degli anni vi sono state numerose esperienze di applicazione nella pratica clinica dei modelli funzionali di Gordon, che hanno contribuito allo sviluppo e alla classificazione del linguaggio infermieristico tassonomico: la North American Nursing Diagnosis Association (NANDA), la Nursing Interventions Classification (NIC) e la Nursing Outcomes Classification (NOC) (D’Addio L et al., 2009; Doyer B et al., 1990; Hartman D et al., 1991; Kriegler NF et al., 1992).
L’obiettivo dello studio è la valutazione dell’affidabilità e della validità di uno strumento per l’accertamento infermieristico iniziale costruito secondo i modelli funzionali di Gordon.

MATERIALI E METODI
Presso la Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia è stato condotto uno studio di validazione in due fasi.
I soggetti inclusi erano pazienti afferiti, nel periodo dello studio, alle Strutture complesse di: cardiologia, oncologia, chirurgia vascolare, malattie dell’apparato respiratorio (MAR), medicina generale, malattie infettive, ortopedia e traumatologia e chirurgia generale.
I criteri di inclusione dello studio sono stati i seguenti:

  • ricovero in regime ordinario o di day hospital;
  • età pari o maggiore ai 18 anni;
  • indice di Karnofsky maggiore del 70%;
  • stato di coscienza conservato;
  • presenza di consenso firmato dal paziente all’arruolamento e all’utilizzo dei dati personali ai fini di ricerca.

Sono stati esclusi i ricoveri per riospedalizzazione durante il periodo dello studio e i pazienti che, al momento della selezione, risultavano degenti da più di due giorni. Costituiva altresì criterio di esclusione l’effettuazione di una procedura invasiva, diagnostica o terapeutica, nella stessa giornata dell’accertamento iniziale. Lo studio si è svolto tra il 15 maggio 2011 e il 15 marzo 2012.

Fase I
Definizione dello strumento, validità di facciata e di contenuto
Una prima versione dello strumento è stata realizzata sulla base dell’analisi effettuata sui modelli funzionali di Gordon (Gordon M, 1990; 2009) e della decisione, all’interno della Fondazione, di scegliere un linguaggio tassonomico NANDA, NIC e NOC per le fasi successive della pianificazione assistenziale infermieristica.
Lo strumento è stato realizzato in forma cartacea, selezionando per i quesiti la traccia fornita da Gordon (Gordon M, 1985), adattata al contesto locale da un gruppo di quattro infermieri esperti, tutor clinici del corso di laurea in infermieristica, con esperienza decennale nell’ambito della clinica e della formazione nelle strutture coinvolte nello studio, in grado di effettuare interpretazioni personali delle situazioni e apporre conseguenti azioni (Benner P, 2003) e in possesso di esperienza sull’effettuazione di osservazione, intervista ed esame clinico. Il gruppo è stato supervisionato da un coordinatore didattico.
La prima versione dello strumento è stata testata in una fase pilota su 12 pazienti da parte dei quattro infermieri-tutor coinvolti in quattro delle strutture complesse (due di area medica e due di area chirurgica) partecipanti allo studio.
Sono stati arruolati tre pazienti per struttura. La raccolta dei dati è avvenuta mediante l’osservazione, il colloquio/l’intervista, l’esame fisico sulla persona assistita, la visione della documentazione clinica e il confronto con i colleghi delle strutture. Pur essendo fondamentale, la famiglia è stata tenuta in considerazione quando presente a fianco del paziente ma non sono state riportate in forma separata le rispettive riflessioni o le influenze. Le opinioni delle persone assistite sono state tenute in considerazione e incluse nelle risposte. Per completare la raccolta dati, a ogni persona assistita è stato dedicato un tempo medio di 45 minuti.
Al termine del periodo di utilizzo, al fine di testarne la validità di contenuto e di facciata, i 4 tutor clinici del corso di laurea in infermieristica, il coordinatore didattico, 24 infermieri (selezionati sulla base della volontarietà di adesione al percorso, della continuità di presenza e dell’esperienza minima di tre anni nella struttura) e 4 coordinatori delle strutture partecipanti hanno discusso in un focus group le criticità che si sono presentate durante l’utilizzo e delle possibili integrazioni. In particolare, hanno fatto emergere: quesiti poco chiari e poco rilevanti, la presenza di domande inappropriate od offensive, superflue o mancanti, le eventuali modalità di risposta della persona assistita (confusa o inappropriata, eccetera) e l’importanza di inserire scale di valutazione di alcuni parametri (vedi Appendice 1).

Fase II
Validità dello strumento e consistenza interna
Lo strumento predisposto nella fase I è stato utilizzato da ventotto infermieri e quattro tutor clinici. La documentazione di accertamento veniva compilata al letto della persona assistita in formato cartaceo e, successivamente, inserita in una banca dati informatizzata. Il personale dedicato ha valutato settimanalmente la completezza e la concordanza dei dati immessi.
E’ stato strutturato un percorso formativo per garantire un’adeguata raccolta dei dati e l’aderenza al protocollo. In particolare, si sono tenuti dieci incontri di formazione sul campo della durata di due ore circa ognuno. I primi tre incontri sono stati dedicati alla ripresa dei concetti teorici della prima fase del processo di assistenza infermieristica e i successivi allo studio dettagliato dei modelli funzionali di Gordon. Gli incontri sono stati condotti dai tutor, precedentemente identificati come infermieri esperti, proprio perché ne conoscono la struttura concettuale e da anni si occupano del processo di apprendimento degli studenti del corso di laurea in infermieristica.

Analisi statistica
Nella fase di validazione è stato previsto un arruolamento di almeno 150 soggetti. Il calcolo è stato effettuato mediante il software PASS, versione 11 (Hintze J, 2011).
I punteggi degli 11 modelli sono stati calcolati mediante semplice somma dei punteggi assegnati alle singole voci.
Successivamente, la validazione della documentazione è avvenuta come segue:

  1. rivalutazione della validità di contenuto e analisi statistiche descrittive di ciascuna voce (media, deviazione standard, minimo, massimo, mediana, 25° e 75° percentile);
  2. analisi della consistenza interna dello strumento;
  3. validità discriminante dei modelli funzionali.

I punteggi riportati nei modelli di accertamento sono stati indicati come media, mediana, deviazione standard, intervallo e intervallo interquartile (IQR). Vista la distribuzione non gaussiana, è stata utilizzata la mediana e l’intervallo interquartile nelle statistiche inferenziali. La differenza tra mediane è stata valutata mediante il test di Mann-Whitney. E’ stato considerato significativo un valore di p<0,05. La valutazione della consistenza interna è stata valutata mediante il calcolo dell’alfa di Cronbach. Punteggi maggiori a 0,8 sono stati considerati adeguati (Connelly LM, 2011; Bland J et al., 1997).

Considerazioni etiche
Il protocollo di ricerca è stato approvato dal Comitato di bioetica della Fondazione; ai pazienti è stato richiesto il consenso informato e ai responsabili scientifici la dichiarazione di assenza di conflitto di interessi. I dati sono stati raccolti in forma anonima e aggregata nel rispetto della normativa vigente sulla privacy. Lo studio non ha ricevuto fonti di finanziamento esterne. I pazienti sono stati informati della possibilità di ritirare il consenso all’utilizzo dei dati in qualunque momento.

RISULTATI
Fase I
Sulla base dei risultati emersi dal focus group è stato strutturato lo strumento che risulta composto da 133 quesiti suddivisi negli 11 modelli funzionali di Gordon a cui si aggiungono 42 quesiti per l’esame obiettivo e 12 per il piano di dimissione. A ogni quesito corrispondono risposte codificate con punteggio numerico intero, dove 0 indica “nessuna dipendenza” e numeri interi progressivamente più elevati indicano “maggiore dipendenza”. 

Fase II
Sono stati arruolati 217 pazienti ricoverati presso le strutture complesse coinvolte nello studio durante l’arco temporale di 10 mesi. L’età media era pari a 58±18,7 anni (intervallo: 47-71 anni). Circa la metà dei pazienti erano di sesso femminile (107; 49,3%). I pazienti provenienti dal domicilio per ricovero programmato e/o accesso diretto erano 149 (68,7%). Trentasei pazienti (16,6%) sono stati ricoverati previo accesso in pronto soccorso, 27 (12,4%) sono stati trasferiti da altre strutture complesse della Fondazione e 5 (2,3%) da altri ospedali. Gli accertamenti infermieristici iniziali sono stati così distribuiti tra le strutture complesse: 35 in ortopedia e traumatologia, 20 in ematologia, 18 in malattie infettive, 20 in oncologia, 37 in chirurgia generale, 20 in malattie dell’apparato respiratorio, 27 in medicina generale, 20 in cardiologia e 20 in reumatologia.
Il tempo medio necessario per la raccolta dei dati è stato di 30’ (IQR: 20’;40’).

Rivalutazione della validità di contenuto di ciascun modello funzionale e analisi statistiche descrittive
La rivalutazione della validità di contenuto effettuata dagli infermieri, dai coordinatori delle strutture complesse e dal coordinatore didattico del corso di laurea ha confermato la completezza dei modelli funzionali.
Le statistiche descrittive dei punteggi dei vari modelli sono riportate nella tabella 1. In ciascun modello il numero di quesiti con risposta non suscettibile di misura è compreso tra 1 e 6.

Tabella 1. Analisi statistica dei punteggi registrati nei modelli funzionali dello strumento indagato

Analisi della consistenza interna dello strumento
Come riportato in tabella 2, i modelli “percezione e gestione della salute” e “attività ed esercizio” hanno presentato il maggior grado di coerenza interna (0,81 e 0,92 rispettivamente).

Tabella 2. Analisi della coerenza interna nei modelli funzionali dello strumento indagato

Il modello “percezione di sé – concezione di sé” ha ottenuto un indice di coerenza pari a 0,72. I rimanenti modelli sono stati caratterizzati da un basso grado di coerenza interna, con un alfa di Cronbach compresa tra 0,04 e 0,59. I modelli “eliminazione” e “cognitivo e percettivo” e a seguire “nutrizionale e metabolico” sono risultati poco misurabili. In “sessualità e riproduzione” solo due voci sono risultate leggermente basse: problemi ormonali e gestione dei contraccettivi (0,44). Nel modello “ruolo e relazioni” i valori significativamente bassi sembrano essere stati: condizione sociale e tipologia di lavoro (0,34). I valori più alti hanno riguardato i sistemi di supporto (la famiglia, la famiglia separata, i vicini o gli amici).

Validità discriminante dei modelli funzionali
L’analisi tra i sottogruppi delle persone assistite (suddivise per età e sesso) è riportata nella tabella 3.

Tabella 3. Punteggi registrati nei modelli funzionali dello strumento indagato in funzione a sesso ed età

In particolare, per quanto attiene alle differenze date dall’età, nel modello “attività ed esercizio” i valori hanno presentato un aumento della dipendenza nelle persone oltre i 65 anni; nel modello “percezione e gestione della salute” le persone assistite più giovani hanno percepito e gestito la loro salute in modo più positivo e non sono state rilevate differenze di genere; nel modello di “coping e tolleranza allo stress” le persone assistite più giovani sono risultate meno tolleranti di quelle più anziane; nel modello di “percezione di sé – concetto di sé” le persone assistite con età pari o superiore a 65 anni hanno presentato più ansia rispetto alle persone assistite più giovani e sono risultate più ansiose le femmine rispetto ai maschi. Nel modello “valori e credo” non sono state evidenziate particolari differenze rispetto al sesso o all’età. Nel modello “nutrizionale e metabolico” le persone assistite con età pari o superiore a 65 anni hanno indicato più difficoltà nell’alimentazione e nel metabolismo e in particolare più le femmine che i maschi. Nel modello di “eliminazione” e “cognitivo e percettivo” non sono state evidenziate differenze in funzione al sesso e all’età. Nel modello “sonno e riposo”, le persone più giovani, e in particolare i maschi, dormono meglio. In “sessualità e riproduzione” i dati raccolti si riferivano alla menopausa e ai problemi ormonali o prostatici confermando che gli stessi si verificano più negli anziani e più nelle femmine. Non è stato possibile classificare le voci dell’esame obiettivo; il piano di dimissione ha rivelato una maggiore dipendenza da parte delle persone con età uguale o superiore a 65 anni.

DISCUSSIONE
La documentazione clinica infermieristica assume una particolare rilevanza per un efficace inquadramento complessivo della persona assistita. Una raccolta dei dati sistematica, accurata e chiara permette di individuare i bisogni e le limitazioni della persona, favorendo la pianificazione e l’attuazione dell’assistenza (D’Agostino F, 2012). In un documento di Junnola e colleghi (Junnola T et al., 2002), vengono definiti i fattori connessi con l’acquisizione dei dati del paziente e la definizione dei problemi. La maggioranza degli infermieri interpellati (94%) ha convenuto che le informazioni ricevute sul paziente avevano influenzato significativamente la definizione dei problemi infermieristici. Una documentazione di bassa qualità costituisce un riconosciuto fattore di rischio per eventi avversi e contenziosi medico-legali. Per tutti questi motivi, l’importanza della qualità della raccolta dei dati da parte dell’infermiere viene recepita e sottolineata nelle linee guida professionali (Craven RF et al., 2013) e istituzionali (Regione Lombardia, 2007).
L’accertamento infermieristico iniziale viene eseguito per raccogliere le informazioni di base sulla persona assistita, determinarne le normali funzioni e risorse, l’eventuale presenza di disfunzioni, e fornire dati per la fase diagnostica e assistenziale. Nel corso dell’accertamento vengono rilevati dati di natura soggettiva e oggettiva. I dati soggettivi forniti dalla persona assistita sono rappresentati da sintomi o informazioni celate (sentimenti o affermazioni della persona assistita), che vengono rilevati attraverso l’intervista ma non sempre è possibile validarli. I dati oggettivi sono segni o evidenze osservabili, percepibili e misurabili dall’esterno; pertanto possono essere validati e verificati da altre persone, e sono ottenuti attraverso i sensi o misurati attraverso strumenti, esami di laboratorio o procedure diagnostiche.
Uno studio retrospettivo della documentazione infermieristica ha rilevato che i problemi del malato non vengono identificati nel 71% dei casi nel Dipartimento salute della donna e del bambino e nel 54% nel Dipartimento medico-oncologico (Longo M et al., 2008). In particolare, nel Dipartimento medico-oncologico i dati meno rilevati sono le attività quotidiane (53%), il grado di igiene (58%), la presenza di lesioni da pressione (50%), i fattori favorenti le lesioni da pressione (11,5%) e l’atteggiamento verso la malattia (8%). Le risorse fisiche e psichiche della famiglia non sono identificate né registrate nel 100% dei casi esaminati. Dalla lettura di questo studio si può supporre che gli infermieri non registrino costantemente i dati riguardanti le funzioni e i bisogni. Spesso si lasciano orientare e guidare da quanto raccolto dal medico, che tuttavia è particolarmente focalizzato sul processo morboso e sulla patologia.
In questo studio abbiamo testato uno strumento per l’accertamento iniziale basato sugli undici modelli funzionali di Gordon (Gordon M, 1985), che sulla base delle nostre analisi ha ottenuto un’affidabilità limitata, in quanto non presenta sufficiente coerenza interna e quindi non è immediatamente utilizzabile nella pratica clinica.
Alcuni modelli funzionali hanno mostrato un elevato e soddisfacente indice di coerenza interna. In particolare, l’alfa di Cronbach è risultata maggiore allo 0,80 nei modelli “percezione e gestione della salute” e “attività ed esercizio”. La percezione dello stato di salute è un indicatore che rappresenta le condizioni della popolazione molto usato anche a livello internazionale (Istat, 2016). Infatti, nell’ultima indagine Istat 2016, il 70,1% della popolazione italiana ha dichiarato un buono stato di salute, in particolare più gli uomini che le donne e più i giovani rispetto agli anziani. Tuttavia, deve essere anche sottolineato che è stato osservato un indice di coerenza interna medio-basso in buona parte dei modelli funzionali. I confronti effettuati tra sesso e fasce di età confermano la validità dello strumento in quanto, nei vari modelli funzionali, valori maggiori si sono riscontrati nelle persone assistite più anziane e di sesso femminile.
I nostri risultati descrivono tempi di compilazione medi di 45 e 30 minuti, rispettivamente nella prima e nella seconda fase dello studio. Il tempo necessario per la raccolta dei dati rimane comunque significativo, in termini assoluti, nel contesto della attuale attività assistenziale. Una criticità significativa è data dal fatto che i diversi parametri rilevati non sono sufficienti a comprendere tutte le informazioni sulle persone assistite e lo strumento non permette di valutare tutte le variabili.
La disponibilità di uno strumento sistematico per la raccolta dei dati permette agli infermieri di acquisire capacità di pensiero critico e un costante miglioramento del ragionamento clinico, e rappresenta una sfida per tutti i professionisti nel campo della salute. Tuttavia, ci sono pochi studi sul favorire il miglioramento del ragionamento clinico; condurre studi al riguardo, con l’integrazione tra le risposte psico-sociali e quelle fisiologiche, potrebbe essere una sfida per il futuro (Cerullo JASB et al., 2010). Infatti, l’utilizzo della capacità di pensiero critico, quale abilità multiprofessionale, processo cognitivo e mentale per interpretare e analizzare i dati riferiti alle persone assistite, è importante e fondamentale nel processo di cura (Colombo N et al., 2012). A volte i dati raccolti inizialmente (Lunney M, 2010) portano a un’interpretazione univoca e quindi a una diagnosi infermieristica precisa, mentre spesso, nonostante i dati raccolti possano sembrare tanti, non sono sufficienti per sostenere un giudizio diagnostico; pertanto, un ragionamento logico in collaborazione con la persona assistita permette di giungere a un titolo diagnostico più accurato.
Un precedente studio condotto in Bolivia ha definito e validato uno strumento per l’accertamento iniziale con i modelli funzionali di Gordon (Fernandez-Sola C, 2012). Lo strumento creato include voci sugli stili di vita, sul livello di autonomia e dipendenza in relazione alle attività di vita quotidiana e un breve esame obiettivo. I risultati, positivi anche se ridotti, sono derivati dalla validazione effettuata da un gruppo di esperti (12 infermieri con 21 anni di esperienza e 48 anni in media di età).
In uno studio italiano, orientato a sviluppare un sistema informativo utilizzando un linguaggio infermieristico standard, si è proposta la raccolta dei dati dell’assistito tramite la rilevazione dei dati demografici, di natura organizzativa e dell’accertamento infermieristico (rilevazione di segni e sintomi), fino ad arrivare alla diagnosi infermieristica attraverso “l’attivazione di suggerimenti automatici” (D’Agostino F, 2012).
La valutazione dei sistemi di classificazione infermieristica per orientare la raccolta dei dati e pianificare il processo di assistenza, quali l’International Classification Functional (ICF), l’International Classification for Nursing Practice (ICNP®), la North American Nursing Diagnosis Association (NANDA) e il Nursing Diagnostic System of the Centre for Nursing Development and Research (ZEFP) (Müller-Staub M et al., 2007), evidenzia che ognuno di essi risulta idoneo solo in parte.
Ulteriori studi futuri potrebbero rivolgersi all’analisi delle competenze dell’infermiere che esegue l’accertamento secondo gli standard professionali stabiliti dall’ANA, al fine di evidenziare se vengono messi in atto tutti i sottocriteri citati quali, per esempio: riconoscere l’impatto delle attitudini personali, dei valori e delle credenze e identificare le barriere, per esempio psicosociali, di alfabetizzazione, finanziarie e culturali al fine di attivare una comunicazione efficace o favorire opportuni adeguamenti (ANA, 2010).

CONCLUSIONI
Se pur con alcuni limiti, il nostro studio rappresenta un esempio di possibile processo di analisi e approfondimento sulla documentazione infermieristica. La raccolta di dati durante l’accertamento infermieristico iniziale con un apposito strumento, oltre a garantire tracciabilità delle informazioni utili per il processo di assistenza infermieristica, rende disponibili dati che possono essere aggregati a vari livelli per supportare lo sviluppo della ricerca in ambito assistenziale.

Conflitti di interesse: gli autori dichiarano di non avere conflitti di interesse in relazione ai contenuti di questo articolo. Questo studio non è supportato da finanziamenti esterni.

Ringraziamenti: gli autori ringraziano tutti coloro che hanno partecipato allo studio: le persone assistite che hanno dato la loro autorizzazione e collaborazione, i tutor del corso di laurea in infermieristica che hanno collaborato con gli studenti alla raccolta dati, gli infermieri e i coordinatori delle strutture coinvolte che hanno partecipato alla raccolta dei dati e facilitato il percorso.
Uno speciale ringraziamento al Direttore del S.I.T.R.A., la dottoressa Barbara Mangiacavalli, che da sempre è vicina agli infermieri e li sprona a fare ricerca per lavorare secondo la evidence based practice.
 

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Appendice 1. Caratteristiche dello strumento di accertamento con le modifche apportate in fase I

Appendice 1.2. Caratteristiche dello strumento di accertamento con le modifche apportate in fase I