Indagine sul ruolo lavorativo e sui bisogni formativi di ex studenti di un master in management per le funzioni di coordinamento in ambito sanitario


RIASSUNTO
Introduzione
Identificare le opportunità di sviluppo professionale e i bisogni formativi di coloro che hanno terminato un percorso di studio è una strategia per valorizzare il capitale intellettuale, migliorare la qualità assistenziale e la produttività. L’obiettivo di questo studio è di valutare l’influenza dell’alta formazione, in questo caso di un master in management per le funzioni di coordinamento delle professioni sanitarie, sul ruolo lavorativo e di identificare gli eventuali bisogni formativi.
Materiali e metodi
E’ stata condotta un’indagine descrittiva attraverso la somministrazione di un questionario a 223 ex studenti del Master in management per le funzioni di coordinamento delle professioni sanitarie dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Torino.
Risultati
Sono stati restituiti compilati 145 questionari (65%). Dopo il conseguimento del master, il 51% dei rispondenti svolgeva funzioni di coordinamento (il 9% per la prima volta). L’acquisizione di un ruolo di coordinamento è risultata positivamente associata all’età (OR=1,1; IC95%: 1,002-1,21) e all’anzianità di servizio (OR=1,12; IC95%: 1,02-1,24). Il 50,3% dei rispondenti ha potuto gestire progetti di vario genere (formazione, miglioramento organizzativo, gestione delle risorse). I bisogni formativi indicati dai rispondenti riguardavano le aree: gestionale-organizzativa (64,6%), di ricerca (58,5%), di comunicazione/relazione (42,3%), della formazione (34,7%) e dell’assistenza (17,7%).
Conclusioni
Il conseguimento del Master in management per le funzioni di coordinamento delle professioni sanitarie ha permesso la formalizzazione del ruolo a chi già aveva funzioni di coordinamento; per gli altri non ha determinato un cambiamento incisivo. I bisogni formativi dipendono dal contesto lavorativo e dalla personale motivazione all’aggiornamento continuo.
Parole chiave:
valutazione dei bisogni formativi, competenza professionale, formazione infermieristica, management infermieristico
 


A survey on the working role and educational needs of former Master of Science in Health care Management students

ABSTRACT
Introduction Identify opportunities for professional development and the training needs of those who have completed a training course enhance the intellectual capital and improve the quality of care and productivity. The aim of the study is to assess the Master of Science in Health Care Management outcomes on the working career and identify the training needs of the coordinators.
Methods A descriptive survey has been conducted through the administration of a questionnaire to 223 former students with the Master’s degree in Healthcare Management from Università Cattolica del Sacro Cuore, Turin.
Results 145 (65%) questionnaire were returned. After the achievement of the Master’s degree in Healthcare Management, the 51% of participants had a coordination role (9% of them for the first time). The achievement of this role is positively associated with age (OR 1.1; 95% CI 1.002 to 1.21) and seniority (OR: 1.12; 95% CI 1.02 to 1.24). A little more than half of participants (50,3%) had the possibility to manage different projects (training, organizational improvement and resource management). The participants expressed training needs in these areas: organizational/management (64,6%), research (58,5%), communications and relationships (42,3%), education (34,7%) and health care (17,7% ).
Conclusions The Master of Science in Health Care Management seems only to strengthen the role of those who already had coordination functions. The training needs depend on the working environment and the motivation for continuing education.
Keywords: educational needs assessment, professional competence, nursing education, nursing management


 

INTRODUZIONE
Il Master di primo livello in management per le funzioni di coordinamento delle professioni sanitarie (Legge n. 43/2006) è un corso di formazione universitaria avanzata per l’acquisizione di competenze specifiche, in particolare nell’area gestionale-organizzativa in ambito sanitario. Anche l’area della formazione e quella dello sviluppo professionale continuo fanno parte del percorso formativo in quanto settori imprescindibili di esercizio del coordinatore delle professioni sanitarie. Il campo della ricerca, poi, assume particolare importanza allorché i coordinatori sono chiamati, nelle aziende sanitarie, a ricercare e usare informazioni utili per un’organizzazione del lavoro orientata alla buona pratica, o best practice, o per il confronto con professionisti specializzati (infermieri di ricerca, specialisti in area clinica e in tutorato clinico). Un’indagine condotta per valutare le funzioni dei coordinatori infermieristici ha evidenziato come per gli stessi coordinatori fosse indispensabile non solo una formazione specifica ma anche il monitoraggio dei propri bisogni formativi (Calamandrei C et al., 2001; D’Innocenzo M et al., 2001). Le competenze richiedono continui rinforzi e sostegni e l’identificazione dei bisogni formativi di coloro che hanno terminato un percorso universitario è di fondamentale importanza per lo sviluppo dell’attuale e futura generazione di professionisti sanitari (Crosby FE et al., 2010; Wolf DM et al., 2011). Si possono mettere in atto diverse strategie sinergiche, riferibili al professionista e all’organizzazione, per identificare i bisogni formativi e garantire lo sviluppo continuo del personale: l’autovalutazione, l’implementazione di un piano di apprendimento, la valutazione della conoscenza, delle prestazioni (comportamenti professionali) e degli esiti sui pazienti e sull’organizzazione, la revisione tra pari oltre che la partecipazione e collaborazione a progetti di audit e di ricerca clinica e/o organizzativa. Gli istituti di formazione sia aziendale sia universitaria sono da tempo impegnati a offrire opportunità di apprendimento e di soddisfacimento dei bisogni formativi dei professionisti clinici e del management (Jooste K et al., 2010; Saiani L et al., 2009).
Cubit e collaboratori (Cubit KA et al., 2011) e Swearingen (Swearingen S, 2009) hanno ribadito l’importanza di non sottovalutare i bisogni dei professionisti così da ottenere vantaggi sia per l’operatore sia per l’azienda e per l’utente. Altri autori (Pelletier D et al., 2003) hanno rilevato che, solitamente, si cerca di misurare l’impatto della formazione di un professionista a livello personale e professionale ma è più difficile cercare di quantificare l’eventuale impatto che la formazione ha avuto sul suo comportamento professionale e sul risultato assistenziale. Nel progetto di ricerca infermieristica sulla formazione manageriale (IN.FOR.MA), che ha valutato la percezione di acquisizione di competenze dei professionisti in merito a un master in coordinamento, è risultato un livello di soddisfazione elevato in quanto a utilità dell’esperienza formativa nell’ambito lavorativo (54,1%) (Rega M L et al., 2012).
Allo stato attuale, non ci sono studi infermieristici che abbiano valutato come l’alta formazione impatti sui comportamenti dei professionisti con nuovi ruoli all’interno delle organizzazioni.

Obiettivo
Lo scopo di questo studio è quello di valutare le ricadute di un percorso di alta formazione, un master di I livello in management per le funzioni di coordinamento delle professioni sanitarie, sul ruolo lavorativo e di identificare i bisogni formativi dei professionisti sanitari. 

MATERIALI E METODI
E’ stato condotto uno studio osservazionale descrittivo trasversale sugli ex studenti del Master di I livello in management per le funzioni di coordinamento delle professioni sanitarie presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Torino.
E’ stato utilizzato un questionario costruito ad hoc; lo strumento è stato sottoposto a un processo di revisione da parte degli studenti dell’ultima edizione del Master (anno accademico 2009/10) del Centro di formazione di Torino, condotti e supervisionati da un docente esperto in metodologia della ricerca e da quattro tutor metodologici esperti per la valutazione della comprensibilità e capacità di perseguire l’obiettivo prefissato. Il questionario è stato realizzato e somministrato tramite Google Moduli, un strumento per la costruzione e l’invio di indagini online.

Strumento di valutazione
Il questionario è costituito da 27 domande (tra aperte e chiuse) suddivise in 5 sezioni:

  • dati socio demografici: età, genere e percorsi formativi universitari;
  • background formativo;
  • posizione lavorativa attuale e funzioni di coordinamento;
  • influenza del master per le funzioni di coordinamento nell’ambito del lavoro;
  • bisogni formativi. 


Procedura di raccolta dati

L’indagine è stata condotta da ottobre 2012 a gennaio 2013 attraverso l’invio di una e-mail di invito alla partecipazione allo studio e compilazione del questionario online; il questionario doveva essere compilato entro 15 giorni dalla ricezione. Ogni destinatario poteva rispondere al questionario una sola volta. La restituzione del questionario è stata considerata come consenso implicito al trattamento dei dati personali. 

Analisi dei dati
I dati sono stati analizzati con il software Statistical Analysis System (SAS), versione 9.1, e trattati in modo anonimo. Le variabili continue sono state descritte con media e deviazione standard; le variabili discrete con frequenza assoluta e percentuali. La differenza tra proporzioni è stata effettuata con il χ2 e tra medie con il test T di Student. E’ stata condotta una regressione lineare per la valutazione della relazione tra le variabili quantitative “titolo di studio” e “conseguimento delle funzioni di coordinamento”. Il punteggio associato al titolo di studio è stato ottenuto assegnando valori incrementali da un minimo di 1, corrispondente all’avere esclusivamente frequentato una scuola per infermieri professionali, fino a un massimo di 5, valore attribuito a tutti coloro che avevano conseguito un master di I livello. Il modello di regressione può essere utilizzato anche con intenti predittivi, in questo caso perciò si intendeva stimare se e quanto il conseguimento del master avrebbe favorito l’assegnazione di funzioni di coordinamento.
La stima dell’associazione tra variabili è stata fatta con l’odds ratio e un intervallo di confidenza al 95%. La soglia di significatività (p) è stata fissata a 0,05. 

RISULTATI
Profilo dei rispondenti

Tabella 1. Caratteristiche dei partecipanti

Hanno risposto al questionario 145 ex studenti (65%), di cui 134 (92,4%) erano infermieri, 4 (2,8%) ostetriche, 5 (3,4%) infermiere pediatriche, 1 (0,7%) fisioterapista e 1 (0,7%) tecnico sanitario di radiologia medica (TSRM).
Cinque partecipanti (3,4%), 3 infermieri, 1 ostetrica e 1 TSRM, svolgevano anche la funzione di tutor clinico. C’è stata un’alta prevalenza di partecipanti di sesso femminile (77,2%) con un’età media di 41 anni (DS=±5,13); l’età media dei partecipanti di sesso maschile è risultata pari a 40,9 anni (DS=±5,17; p=0,67). La maggioranza dei rispondenti (83,5%) era in possesso del diploma di infermiere professionale e 5 avevano conseguito anche un master di I livello in area clinica. Il 47,6% prestava servizio da almeno 16 anni e prevalentemente in area medica (Tabella 1).

Funzioni di coordinamento
Prima di conseguire il master, il 34,5% (50) dei rispondenti svolgeva funzioni di coordinamento in modo saltuario mentre il 18,6% (27) lo faceva in modo stabile; dopo il conseguimento del master, tali percentuali sono risultate rispettivamente l’11% (16) (p <0,001) e il 51% (74) (p <0,01) dei rispondenti.
Il numero di professionisti che non aveva mai svolto funzioni di coordinamento, indipendentemente dal master, ha subito una lieve flessione (da 68 a 55; p=0,06).
La funzione di coordinamento è stata assegnata all’interno dell’azienda di appartenenza tramite concorso o incarico provvisorio: il 42,8% (62) ha iniziato a esercitarla entro un anno dalla fine del master (di cui il 64,5% nella stessa struttura sanitaria dove già svolgevano funzioni clinico-assistenziali), il 15,2% (22) entro 5 anni e il 3,4% (5) dopo 5 anni. Il genere non sembra avere influito sulla possibilità di accedere a tali funzioni (p=0,64).
E’ stato riscontrato che, all’aumentare del livello di studi compiuti aumenta la proporzione di professionisti assegnati a funzioni di coordinamento. Tuttavia, questa relazione non risulta statisticamente significativa (p=0,08).
Il conseguimento del master è positivamente associato all’età (OR=1,1; IC95%: 1,002-1,21) e all’anzianità di servizio (OR=1,12; IC95%: 1,02-1,24). 

Incarichi aziendali
Tabella 2. Ambito professionale degli incarichi aziendaliDopo il master, al 50,3% (73) dei rispondenti sono stati affidati degli incarichi aziendali (ad alcuni anche più di uno) con una prevalenza più alta per le funzioni di tutorato clinico, progetti e revisioni di procedure, supporto alle attività di organizzazione e gestione del personale (Tabella 2). Tra gli affidatari degli incarichi aziendali, il 45,2% (33) aveva un’esperienza lavorativa della durata di 16-20 anni, il 24,7% (18) di 11-15 anni, il 21,9% (16) superiore ai 20 anni e l’8,2% (6) di 6-10 anni. La relazione tra l’età e il conseguimento di funzioni di coordinamento e tra l’anzianità di servizio e lo sviluppo di carriera sono rappresentate rispettivamente nella figura 1 e 2.

Figura 1. Proporzioni di soggetti con funzioni di coordinamento attese e osservate per l'età

Figura 2. Proporzioni di soggetti con funzioni di coordinamento attese e osservate per anzianità di servizio

Riconoscimento del master e utilità in ambito professionale
Tabella 3. Utilità di ciascun ambito professionale nella realtà lavorativaIl 95,9% (139) dei partecipanti ha dichiarato che il master conseguito ha contribuito ad aumentare le conoscenze professionali. In quanto a utilità in funzione alle aree di degenza, il master è stato ritenuto molto utile per l’ambito organizzativo-gestionale dall’86,9% (126) dei rispondenti, per l’ambito formativo dal 75,2% (109) dei rispondenti e per l’ambito comunicativo-relazionale dal 72,5% (105) dei rispondenti; invece, è stato ritenuto poco utile in ambito assistenziale dal 29% (42) dei rispondenti e nell’ambito della ricerca dal 22,1% (32) dei soggetti (Tabella 3).
L’84,8% (123) dei rispondenti avrebbe consigliato ad altri professionisti sanitari di frequentare il master (3 non hanno motivato la risposta). Di questi il 65,8% (79) lo avrebbero consigliato ad altri colleghi per un accrescimento professionale e personale mentre il 50,8% (61) per lo sviluppo strutturato di competenze organizzative/manageriali.
L’8,3% (10) di coloro che avrebbe consigliato ad altri professionisti sanitari di frequentare il master, di cui 5 senza funzioni di coordinamento, e il 68,2% (15) di coloro che non lo hanno consigliato lo hanno ritenuto poco spendibile.
In particolare il 31,8% (7) di coloro che non avrebbe consigliato questo percorso formativo non era rimasto soddisfatto dal master rispetto alle aspettative e riteneva il titolo acquisito scarsamente riconosciuto dalle organizzazioni sanitarie.

I bisogni formativi
L’89,7% (130) dei rispondenti ha espresso dei bisogni formativi: il 64,6% (84) in ambito organizzativo-gestionale, il 58,5% (76) nell’ambito della ricerca, il 42,3% (55) nell’ambito della comunicazione e relazione, il 34,7% (45) nell’ambito della formazione e il 17,7% (23) nell’ambito dell’assistenza. Inoltre, il 76,9% (100) ha indicato un solo argomento prioritario, mentre il 48,5% (63), il 16,9% (22) e il 6,2% (8) ne hanno indicati rispettivamente due, tre e quattro. I bisogni formativi prioritari sono risultati la revisione della letteratura e la metodologia della ricerca (30%), lo studio dell’organizzazione e la gestione del budget (28%), la comunicazione (18%) e l’educazione/formazione (11%), intesa come attività di insegnamento e conoscenze sulla formazione sul campo ed e-learning

DISCUSSIONE
Le funzioni di coordinamento hanno visto, anche a fronte di standard predefiniti, un’estrema variabilità dei risultati della formazione e delle possibilità di esercitare le competenze acquisite nelle unità di cura (Saiani L et al., 2009; Rega M L et al., 2012).
Il primo obiettivo di questo lavoro era di valutare l’influenza che un master in management per le funzioni di coordinamento delle professioni sanitarie avesse avuto sul ruolo lavorativo.
E’ interessante notare che aver frequentato il master ha determinato un incremento nell’acquisizione formale del ruolo di coordinamento del 32,4% di coloro che già lo svolgevano in modo stabile (da 27 a 74 persone) e una riduzione del 23,5% (da 50 a 16 persone) di coloro che le svolgevano in modo saltuario. Tra gli 89 che hanno iniziato a esercitare le funzione di coordinamento il 69,7% (62) ha intrapreso l’attività entro 1 anno dalla fine del master, il 24,7% (22) entro 5 anni e il 5,6% (5) dopo 5 anni. Tale fenomeno potrebbe essere associato a due principali fattori: il basso turnover dei coordinatori delle professioni sanitarie e la rinuncia, da parte del singolo, a ricercare l’assunzione di un ruolo manageriale nelle organizzazioni sanitarie, anche per uno scemare progressivo della motivazione o a ricercare modalità alternative per spendere le competenze acquisite nel corso di studio (collaborazione a progetti organizzativi, di ricerca e a processi formativi). Per indagare maggiormente il fenomeno sarebbe interessante considerare anche i dati relativi a operatori sanitari che non hanno conseguito il master (Galletti C et al., 2013).
Il conseguimento del master ha consentito, anche se non nella misura sperata, l’attribuzione delle funzioni di coordinamento: questo dato ha anche messo in evidenza come, probabilmente, per coloro che hanno conseguito il master sia possibile accedere anche ad ambiti lavorativi non direttamente correlati alle competenze organizzative e gestionali acquisite. Infatti, al 50,3% (73) dei rispondenti sono stati affidati alcuni incarichi aziendali. Nonostante le difficoltà intrinseche dovute all’impossibilità di assegnare risorse economiche o di modulare differentemente le funzioni assistenziali, i dirigenti del Servizio infermieristico tecnico riabilitativo aziendale (SITRA) valorizzano il personale con elevata esperienza lavorativa e percorsi formativi avanzati all’interno dei progetti aziendali di miglioramento della qualità (per esempio, cicli di audit) e nei percorsi di formazione aziendale (Pelletier D et al., 2003).
Il secondo obiettivo del lavoro era di identificare i bisogni formativi di coloro che hanno conseguito il master. Tra coloro che li hanno indicati (89,6%, 130), il 64,6% (84) dei rispondenti li ha espressi nell’ambito organizzativo-gestionale. Questo dato consente di ipotizzare quanto, forse, il percorso formativo non riesca, in tempi così brevi, a fornire in modo consolidato tutti gli strumenti e i metodi necessari ad affrontare le richieste organizzative dell’ambito lavorativo e come il professionista, a sua volta, non sempre senta la responsabilità di aggiornare, anche autonomamente, le conoscenze richieste per la propria attività lavorativa.
Il 58,5% (76) dei rispondenti ha indicato bisogni formativi nell’ambito della ricerca. Questo, in parte, è un dato confortante poiché dimostra la consapevolezza dell’importanza di temi, quali la statistica e la ricerca, che esulano dalle competenze principali di un laureato triennale e che sono ancora meno praticati nelle organizzazioni sanitarie (Calamandrei C et al., 2001; Calamandrei C et al., 2001; Pelletier D et al., 2003).
Tuttavia, allo stesso tempo, il 22,1% (32) dei rispondenti ha ritenuto poco utile l’ambito della ricerca per l’attività lavorativa e formativa. Probabilmente, ciò è dovuto a un difficile e lento cambiamento di mentalità e di visione della gestione lavorativa degli operatori sanitari, più abituati alle azioni routinarie e consolidate rispetto ai cambiamenti legati alla pratica basata sull’evidenza.
Tra i rispondenti, il 42,3% (55) ha espresso bisogni formativi nell’ambito della comunicazione e relazione. Questo fa capire che, forse, tali temi non vengono approfonditi abbastanza nei corsi di formazione continua e che, probabilmente, una loro adeguata conoscenza con un correlato sviluppo di capacità, consentirebbe di diminuire le tensioni che i coordinatori devono continuamente fronteggiare.
Il 34,7% (45) dei rispondenti ha espresso bisogni formativi nell’ambito della formazione. Questo dato conferma la presa di coscienza dei coordinatori sull’importanza della collaborazione tra gli attuali coordinatori sanitari e l’ambito educativo-formativo per contribuire non solo a costituire le future generazioni di operatori sanitari e di nuovi coordinatori delle professioni sanitarie ma anche per stimolare i propri collaboratori a mantenersi aggiornati, così da poter migliorare continuamente la qualità dell’assistenza e gli esiti sui pazienti (Wolf DM et al., 2011).
Il 17,7% (23) dei rispondenti ha espresso bisogni formativi nell’ambito dell’assistenza. Questo dato, che stupisce non essendo riferito a un master clinico, potrebbe essere dovuto al fatto che i coordinatori ritengono fondamentale mantenere e aggiornare la competenza clinica e anche dal fatto che non tutti coloro che avevano conseguito il master stavano, al momento dell’indagine, svolgendo funzioni di coordinamento ma anche e ancora attività clinica.
Gli ambiti in cui sono stati espressi altri bisogni formativi sono quelli della legislazione sanitaria, del rischio clinico e della documentazione infermieristica. Questi dati sosterrebbero l’ipotesi secondo cui le conoscenze teoriche devono trovare immediata applicazione e la necessità, anche per i coordinatori, di specializzarsi in un solo settore.

CONCLUSIONI
Tutti i partecipanti avevano frequentato il Master presso la stessa sede dell’Università Cattolica, rendendo quindi il campione omogeneo; tuttavia, un’analisi che avesse considerato ex studenti di diverse sedi formative avrebbe permesso una visione più realistica del fenomeno indagato. Lo studio è stato condotto su un elevato numero di soggetti che lavoravano presso aziende sanitarie diverse (aziende ospedaliere e sanitarie locali) distribuite su tutto il territorio del Piemonte e, anche se in pochissimi casi, della Liguria e della Valle D’Aosta; questo rende lo studio generalizzabile al contesto regionale anche se lo strumento di indagine andrebbe validato da un punto di vista psicometrico. In ogni caso, il questionario è stato utile al raggiungimento dell’obiettivo. Infatti, al termine di questo studio si è potuto evidenziare, con un approccio descrittivo, quali siano stati i percorsi di carriera e la percezione del ruolo di coordinatore sanitario e si sono potuti definire i bisogni formativi di chi oggi svolge questa importante e delicata funzione nelle organizzazioni sanitarie. Risulta necessario ampliare l’indagine a persone che lavorano in contesti sanitari con complessità e culture differenti (anche a livello extraregionale) e/o con percorsi di studio differenti (master residenziali e online). Questo, in primo luogo, consentirebbe di rilevare i bisogni formativi generali e specifici delle singole realtà su cui impostare programmi di aggiornamento e formazione continua e, in secondo luogo, di costruire una rete professionale per la realizzazione di studi di ricerca in ambito organizzativo.
 

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