Validazione di un questionario breve sul benessere personale e professionale degli infermieri


RIASSUNTO
Introduzione La prevenzione primaria del rischio di stress correlato al lavoro si sta diffondendo come prassi in tutte le istituzioni sanitarie. Per affrontarlo vengono promossi corsi di formazione o attività centrate sulla costruzione del benessere lavorativo-relazionale. Tuttavia non è facile valutare adeguatamente l’efficacia degli interventi attuati. L’obiettivo di questo studio è di contribuire alla validazione di un questionario creato per valutare l’efficacia di interventi formativi centrati sul tema dello stress lavorativo, l’Organizational Stress Management Evaluation (OSME) di virtHuman© International Srl.
Materiali e metodi Per la validazione del questionario OSME e la valutazione delle sue proprietà psicometriche, questo strumento è stato somministrato, assieme al Job Content Questionnaire (JCQ), a 166 infermieri partecipanti a diversi interventi formativi. E’ stata effettuata una valutazione dei cambiamenti pre e post intervento solo su 102 infermieri di questo campione, i quali hanno partecipato a varie edizioni dello stesso corso organizzato dal Collegio IPASVI delle Province di Milano, Lodi, Monza e Brianza in collaborazione con virtHuman© International Srl.
Risultati
L’OSME, oltre a presentare una buona validità di facciata, ha evidenziato buone proprietà psicometriche, come dimostrato dall’elevata consistenza interna, dall’assenza di effetti di floor e di ceiling e dalla presenza di associazioni significative tra alcune dimensioni dell’OSME e quelle del JCQ, dimostrando una validità convergente soprattutto nell’area del benessere relazionale. Riguardo all’intervento investigato, i risultati hanno mostrato un aumento del benessere personale e lavorativo-relazionale a seguito dell’intervento.
Conclusioni
L’OSME potrebbe proporsi come strumento utile per valutare l’efficacia di interventi formativi in un’ottica di promozione del benessere personale e professionale degli infermieri coinvolti. Servirebbero ulteriori studi per la validazione dello strumento in interventi formativi differenti, a livello di modello contenutistico, rispetto a quello preso in esame.
Parole chiave: efficacia formativa, benessere personale, benessere professionale, infermieri
 


Validation of a brief self-administered questionnaire on personal and professional well-being among nurses

ABSTRACT
Introduction The risk of work-related stress primary prevention is spreading through all health institutions. There is a continue proposition and promotion of training courses or activities centered on the construction of professional well-being. However, the effectiveness evaluation of this educational intervention is complex. The objective of this study is to contribute to the validation of the virtHuman© International’s Organizational Stress Management Evaluation (OSME), a tool created for the effectiveness evaluation of a formative intervention centered on work-related stress.
Methods The OSME and the Job Content Questionnaire (JCQ) have been administered to 166 nurses, who participated to different formative events, to validate the OMSE itself and its psychometric properties. In 102 of these nurses pre and post effects of the educational intervention were evaluated; these nurses partecipated to various edition of the same course organized by the National Federation of Nurses Colleges and virtHuman© International Srl.
Results OSME has showed good face validity and psychometric properties, as showed by its high internal consistency, by the absence of floor and ceiling effects and the presence of a relevant association between some OSME and JCQ dimensions, with a good convergent validity in relational well-being. The formative intervention, for which was administered the OSME, led to an increase of personal and professional well-being.
Conclusion OSME could be considered a useful tool for the assessment of formative events effects within the promotion of personal and professional well-being. It could be useful to set up OSME validation studies.
Keywords: formative effectiveness, personal well-being, professional well-being, nurses


 

INTRODUZIONE
Il decreto legislativo n. 81 del 2008 sancisce che “La valutazione dei rischi deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e per la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui quelli associati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’accordo europeo dell’8 Ottobre 2004”. Come da normativa, la prevenzione primaria del rischio correlato al lavoro si sta diffondendo come prassi in tutte le istituzioni sanitarie e prevede l’attuazione di azioni correttive o preventive tese a eliminare o ridurre le criticità alla radice. Tuttavia, a causa del retaggio passato e dell’esposizione prolungata a condizioni di lavoro avverse, oggi sono ancora necessari interventi di prevenzione secondaria e terziaria mirati a sostenere il personale particolarmente a rischio o che presenta disturbi conclamati di stress e/o sindrome di burnout.
In merito alle tipologie d’intervento, la letteratura internazionale (Nielsen K, et al., 2012) riconosce con favore non solo eventuali cambiamenti organizzativi mirati alla riduzione delle condizioni oggettive di rischio ma anche la promozione di un clima relazionale positivo in azienda, che può essere realizzato attraverso il cambiamento della percezione delle condizioni lavorative e il rafforzamento delle capacità di adeguata gestione delle potenziali situazioni di disagio. Rispetto al passato, gli interventi non sono solo tesi a trattare condizioni e sentimenti con valenza negativa ma sono orientati anche a promuovere direttamente comportamenti e stati d’animo positivi mediante corsi di formazione e/o attività di gruppo centrati sulla costruzione del benessere relazionale in azienda e del senso di padronanza e di appartenenza di ciascun operatore. L’efficacia del gruppo è garantita dal supporto reciproco, dalla possibilità di esprimere, analizzare e condividere i problemi e individuare nuove soluzioni e prospettive sia personali sia organizzative (Mikkelsen A, et al., 2003; Murphy LR, et al., 1987). In particolare, la persona riesce a comprendere meglio la realtà e a maturare una propria volitività nei confronti del lavoro, passando da un agire prevalentemente motivato da “pressioni esterne” a un desiderio autonomo di esercitare e coltivare le proprie abilità e i propri interessi (Van den Broeck A, et al., 2008).
I programmi di formazione basati su strategie cognitive e comportamentali sostengono l’autostima e il senso personale di efficacia (Van Dierendonck D, et al., 2001; Halbesleben JRB, et al., 2005), migliorano l’identificazione delle condizioni ambientali stressogene e l’attivazione di strategie adeguate per affrontarle (per esempio la comunicazione assertiva, le tecniche di rilassamento, il time management, eccetera)(Spitzer W, et al., 1993).
Nell’ambito della ricerca, uno dei problemi più rilevanti rimane tuttavia l’identificazione di strumenti adeguati per valutare l’efficacia degli interventi formativi attuati.
Partendo da ciò, l’obiettivo principale del presente studio è quello di contribuire alla validazione di un questionario, denominato Organizational Stress Management Evaluation (OSME), di virtHuman© International Srl, sviluppato appositamente per valutare l’efficacia di un intervento formativo mirato a incrementarne le risorse personali e le capacità relazionali.

MATERIALI E METODI
Procedura
Tra i mesi di gennaio e giugno 2011 sono stati reclutati 102 infermieri (campione di convenienza) durante lo svolgimento di cinque edizioni del corso di formazione “I segreti per vivere serenamente la professione: l’approccio virtHuman© per la valorizzazione dell’infermiere” organizzato dal Collegio IPASVI delle Province di Milano, Lodi, Monza e Brianza in collaborazione con la stessa virtHuman© International Srl.
Il corso aveva l’obiettivo di valorizzare il potenziale personale e di gruppo e rinforzare l’atteggiamento proattivo rispetto al lavoro attraverso un’azione positiva sul senso di autoefficacia, sull’autostima e su tutto ciò che identifica un orientamento positivo delle risorse personali. I contenuti del corso hanno preso spunto da una combinazione di tecniche educative come, per esempio, l’analisi transazionale (Stewart I, et al., 2000) e la programmazione neurolinguistica (Bandler R, 1982).
Agli infermieri partecipanti, prima dell’inizio dell’evento formativo, sono state fornite (previo consenso) informazioni sull’obiettivo principale della ricerca e sono stati somministrati una scheda per la raccolta dei dati socio-demografici, il questionario OSME e il Job Content Questionnaire (JCQ) (Karasek RA, et al., 1998) che sono stati nuovamente somministrati al termine dell'evento. Al fine di garantire l’anonimato, gli operatori che hanno gestito l’inserimento dati della ricerca erano indipendenti dal gruppo di operatori dedicato alla gestione amministrativa dell’evento formativo.
Nelle analisi che riguardano la validazione del questionario OSME, al fine di aumentare la potenza delle analisi statistiche, sono stati aggiunti altri 64 infermieri reclutati nell’ambito di altre iniziative formative organizzate dal Collegio IPASVI di Milano, Lodi, Monza e Brianza.
Prima della somministrazione l’OSME è stato testato da 14 infermieri ai quali è stato somministrato tramite interviste semi-strutturate. 

Strumenti di indagine
II questionario OSME
L’OSME è stato sviluppato appositamente allo scopo di valutare i cambiamenti attesi per interventi formativi erogati sulla base del modello di riferimento elaborato da virtHuman© International Srl.
Il questionario autosomministrato è composto da 16 affermazioni e prevede risposte su una scala Likert a 10 punti (da “pienamente d’accordo” a “per niente d’accordo”).
Le affermazioni contenute all’interno del questionario sono state elaborate dall’autore (Cavalieri d’Oro, virtHuman© International Srl) riferendosi agli aspetti che riguardano il senso di autoefficacia e l’autostima in ambito personale e professionale (Van Dierendonck D, et al., 2001; Halbesleben JRB, et al., 2005; Van den Broeck A, et al., 2008). Successivamente le affermazioni sono state condivise e discusse all’interno di un gruppo di esperti (uno psicologo, tre infermieri e l’autore stesso) che hanno prodotto una revisione della versione originale dell’OSME. In questa fase sono state cambiate leggermente alcune affermazioni e sono state proposte delle modifiche dal punto di vista grafico per rendere più leggibile il questionario. E’ stata inoltre inserita un’introduzione con lo scopo di aiutare il soggetto a contestualizzare maggiormente la situazione e a collocare nel tempo la propria risposta.
L’OSME considerato è suddiviso in quattro dimensioni:

  • Private Life Psychosocial Well-being (PLPW), che indaga la percezione di benessere nella vita privata valutando l’autoefficacia del soggetto nel gestire le situazioni e le relazioni;
  • Job Life Psychosocial Well-being (JLPW), che indaga la percezione di benessere nella vita psicosociale lavorativa;
  • Colleague Relationship Well-being (CRW), che indaga la percezione di benessere valutando la qualità delle relazioni con i propri colleghi di lavoro;
  • Organizational Life Well-being (ORW), che esamina il benessere legato al senso di appartenenza all’organizzazione nella sua complessità.

L’intervallo di punteggio complessivo delle quattro sottoscale varia da 4 a 40; a punteggi più elevati corrisponde un maggiore benessere.
In questo studio si è scelto di raccogliere le dimensioni PLPW e JLPW in un’unica macro dimensione, indicata come Psychosocial Life Well-being (PLW), ovvero benessere psicosociale, e di raccogliere le restanti dimensioni dell’OSME, CRW e ORW, in un’unica macro dimensione indicata come Job Relational Well-being (JRW), ovvero il benessere relazionale in ambito lavorativo. Si è scelto di considerare queste due macro dimensioni perché ritenute più informative al fine di rilevare i cambiamenti attesi nell’ambito dell’intervento formativo.
Non è stato invece valutato l’indicatore globale del modello virtHuman©, definito Olistic Organizational Psychosocial Well-being (combinazione delle sottoscale PLW e JRW), allo scopo di conservare la distinzione tra benessere personale e quello più specificamente legato all’attività lavorativa. 

Il Job Content Questionnaire (JCQ)
Il Job Content Questionnaire (JCQ) (Karasek RA, et al., 1998) è un questionario autosomministrato mirato a valutare le caratteristiche psicosociali del lavoro e lo stress lavorativo a partire dal modello teorico Job Demand-Control-Support (Karasek RA, et al., 1990). Nella presente ricerca, è stata utilizzata la versione raccomandata con 49 affermazioni tradotta in italiano (Baldasseroni A, et al., 2001). Per questo studio sono state considerate solamente tre dimensioni del questionario:

  • job demand (JD), ovvero l’impegno lavorativo richiesto;
  • decision latitude (DL), definita come la combinazione di autorità nella presa di decisioni in ambito lavorativo e l’opportunità di usare e sviluppare le abilità nel lavoro;
  • social support (SS), ovvero il supporto sociale sul posto di lavoro.

Tutte le affermazioni del JCQ prevedono una modalità di risposta su scala Likert a 4 punti (da “assolutamente in disaccordo” ad “assolutamente d’accordo”).

Analisi dei dati
Sono state indagate le seguenti caratteristiche psicometriche dei due questionari: risposte mancanti, effetti di floor e di ceiling, rispettivamente la percentuale di rispondenti con punteggi minimi e massimi, la consistenza interna (mediante α di Cronbach; Nunnally JC, et al., 1994; Kline P, 2000), nonché la validità convergente (grado di associazione tra misurazioni diverse dello stesso costrutto) e divergente (assenza di associazione tra misurazioni che si suppone sottendano costrutti diversi), calcolata mediante correlazioni per ranghi di Spearman tra le dimensioni dei due questionari. Inoltre sono stati condotti modelli multivariati di regressione ordinale allo scopo di esaminare la presenza di associazioni significative tra le dimensioni dell’OSME e quelle del JCQ. Al fine di potere essere inserite nei modelli multivariati, sia la variabili politomiche sia quelle continue sono state dicotomizzate (utilizzando la mediana come cut-off per le variabili continue). La normalità delle distribuzioni dei punteggi dei questionari è stata valutata mediante il test di Shapiro-Wilk.
Per esaminare le differenze nei punteggi dei questionari precedenti e successivi all’intervento, le variabili continue sono state confrontate tramite il test entro i gruppi Wilcoxon matched-pairs signed-ranks. Tutti i test sono a due code. Le analisi sono state effettuate utilizzando il software Statistical Package for the Social Sciences (SPSS), versione 11. La soglia di significatività (p) è stata fissata a 0,05.

RISULTATI
Validazione del questionario OSME
L’OSME è stato compilato da un campione di 166 infermieri, le cui caratteristiche socio-demografiche sono presentate in Tabella 1. Tabella 1. Caratteristiche socio-demografiche del campione di studio (n=166)
Il questionario è stato ben accolto dai soggetti e compilato in maniera adeguata; tuttavia i soggetti hanno avuto qualche difficoltà a interpretare il significato di alcune espressioni (per esempio “[…] chi devo intendere con la parola colleghi? I colleghi infermieri o le OSS?”).
La dimensione PLW ha ottenuto un punteggio mediano pari a 56 (range interquartile, IQR=49-61), mentre la dimensione JRW un punteggio mediano pari a 51 (IQR=44-57). Tra le due dimensioni, solo la JRW ha presentato una distribuzione assimilabile alla curva normale (p=0,21). Dai risultati non si osservano effetti di floor o di ceiling, come dimostrato dall’assenza di punteggi minimi e massimi. E’ stata inoltre osservata un’ottima consistenza interna (α di Cronbach) pari a 0,90 per PLW e 0,92 per JRW, nonché correlazioni da 0,81 a 0,92 tra le affermazioni e il totale delle variabili.
Come risulta dalla Tabella 2, le proprietà psicometriche individuate dal JCQ sono risultate globalmente accettabili.
Relativamente alla validità convergente e divergente (Tabella 3), come atteso, le dimensioni JRW e PLW dell’OSME sono risultate correlate positivamente alle dimensioni social support e decision latitude del JCQ; la correlazione più elevata è risultata quella tra le dimensioni JRW e quella del social support (0,60; p<0,001).
E’ stata trovata una correlazione negativa significativa tra la dimensione PLW dell’OSME e la dimensione job demand del JCQ.
In Tabella 4 vengono mostrati i risultati dei due modelli multivariati di regressione ordinale.
Le dimensioni social support e decision latitude sono risultate positivamente associate alla dimensione PLW (odds ratio, OR, proporzionale rispettivamente pari a 2,03 e 2,35) e alla JRW (OR proporzionale rispettivamente pari a 5,80 e 1,90).
L’essere di nazionalità straniera è l’unica variabile indipendente risultata positivamente associata alla sottoscala JRW (OR proporzionale pari a 2,55).

Tabella 2. Punteggio ottenuto nel Job Content Questionnaire (JCQ) suddiviso per dimensione (n=166)Tabella 3. Correlazioni tra i punteggi delle dimensioni PLW e JRW dell’OSME e quelle della JCQ (n=166)

Tabella 4. Modelli multivariati di regressione ordinale che valutano l’influenza delle variabili indipendenti e delle dimensioni del JCQ sulle variabili PLW e JRW dell’OSME

Rilevazioni pre e post intervento formativoTabella 5. Confronto tra i punteggi dell’OSME e del JCQ pre e post intervento formativo (n=102)
In Tabella 5 viene presentato il confronto tra i punteggi pre e post intervento dell’OSME e del JCQ, ottenuti dai 102 infermieri che hanno partecipato alle varie edizioni del corso di formazione organizzato dal Collegio IPASVI delle Province di Milano, Lodi, Monza e Brianza in collaborazione con la stessa virtHuman© International Srl. Per quanto riguarda questo gruppo, l’età media è risultata pari a 43 anni (DS±7,5); inoltre, l’89% del campione era costituito da donne e da soggetti di origine italiana.
Per quanto riguarda l’OSME, è stata trovata una differenza significativa nei punteggi delle dimensioni PLW e JRW ottenuti prima e dopo l’evento formativo (p<0,001).
Nel caso del questionario JCQ non sono state trovate differenze significative nei punteggi ottenuti nelle sue dimensioni prima e dopo l’intervento.

DISCUSSIONE
Lo studio ha avuto lo scopo di valutare l’efficacia di un intervento formativo rivolto agli infermieri, nonché di contribuire alla validazione del questionario OSME. Relativamente alle due dimensioni di benessere personale e professionale, l’OSME ha dimostrato un’elevata consistenza interna, l’assenza di effetti di floor e di ceiling e la presenza di associazioni significative tra le sue dimensioni e alcune dimensioni del JCQ, tutte nella direzione attesa.
Come anche dimostrato dai risultati dei modelli multivariati, è stata osservata un’associazione piuttosto elevata tra la JRW, ovvero il benessere in ambito lavorativo-relazionale, e la dimensione del supporto sociale del JCQ (social support): questo potrebbe indicare la presenza di un’elevata validità convergente tra le due sottoscale ma anche la presenza di una sovrapposizione di significato dovuto alla formulazione linguistica simile tra le affermazioni delle dimensioni.
La correlazione tra la dimensione decision latitude del JCQ ed entrambe le sottoscale dell’OSME (JRW e PLW) è risultata significativa, indicando una buona associazione tra il benessere personale e lavorativo e la propria autonomia.
Non è stata osservata alcuna associazione tra la dimensione job demand e le dimensioni dell’OSME. Di conseguenza, il questionario OSME sembra valutare soprattutto il benessere legato alla presenza di un clima lavorativo-relazionale positivo.
E’ stata trovata invece una correlazione negativa tra la dimensione PLW e la dimensione job demand; ciò sembra indicare che a un aumento della richiesta lavorativa corrisponde una diminuzione del benessere in ambito lavorativo.
E’ stato individuato un aumento del benessere psicosociale personale e lavorativo-relazionale in seguito all’intervento formativo (dimensioni JRW e PLW).
Molto probabilmente la sensibilità al cambiamento di queste due sottoscale è attribuibile alla componente emozionale attivata in modo persistente dall’intervento formativo. Il fatto che i cambiamenti si siano osservati sul piano del benessere personale e lavorativo, valutato tramite l’OSME, ma non nelle condizioni di lavoro, esaminate mediante il JCQ, sembra indicare che i partecipanti hanno appreso strategie anti-stress (come per esempio lo spostamento dell’attenzione sul proprio stato psicofisico) e l’acquisizione di comportamenti specifici di coping.
I principali limiti dello studio presentato sono l’assenza di un test di affidabilità nel tempo e di un gruppo di controllo, nonché la limitata generalizzabilità dei risultati connessa all’uso di un singolo campione costituito unicamente da infermieri.
Un altro possibile limite dello studio è che sia lo strumento sia l’evento formativo, di cui sono stati valutati gli effetti pre e post intervento, sono stati sviluppati entrambi sul modello elaborato da virtHuman© International Srl; servirebbero quindi ulteriori studi per validare lo strumento anche su altre tipologie di intervento formativo.
Per il futuro sembra opportuno rivedere in parte il questionario OSME: in particolare, una consistenza interna (α di Cronbach) elevata potrebbe segnalare la presenza di un’eccessiva ridondanza contenutistica tra alcune affermazioni dello strumento. Inoltre, l’uso di un campione più ampio (superiore ai 200 soggetti) consentirebbe l’effettuazione di analisi più complesse, tese a confermare la presenza di fattori latenti all’interno del costrutto di riferimento (MacCallum RC, et al., 1999); sarebbe interessante valutare altre dimensioni, come per esempio la qualità di vita, lo stato di salute e il conflitto casa-lavoro (Matthews RA, et al., 2010) da affiancare alle informazioni ottenute mediante l’OSME.

CONCLUSIONI
Se, come raccomandato dalle esperienze riportate in letteratura, i cambiamenti più efficaci e duraturi si ottengono con interventi integrati di partecipazione informata del personale alle scelte organizzative aziendali e di formazione sulla prevenzione del benessere e della salute, questo approccio formativo si è dimostrato efficace, ma non sufficiente. Il questionario proposto, mirato a valutare la qualità di un intervento attuato a favore di un campione di infermieri, notoriamente esposti a situazioni di stress lavorativo e burnout, si è infatti dimostrato sensibile all’efficacia dei corsi di formazione, ma anche alla carenza di un processo preventivo capace di coinvolgere i lavoratori stessi in un percorso di cambiamento teso a incidere sulle scelte organizzative.


Conflitti di interesse dichiarati:
gli autori dichiarano la non sussistenza di conflitti di interesse
 

STAMPA L'ARTICOLO

Bibliografia

– Baldasseroni A, Camerino D, Cenni P, et al. (2001) La valutazione dei fattori psicosociali proposta della versione italiana del Job Content Questionnaire di R. A. Karasek. ISPESL, 3, 20-32.
– Bandler R (1982) Programmazione neurolinguistica. Edizione Astrolabio Ubaldini Edizioni, Roma.
– Halbesleben JRB, Demerouti E (2005) The construct validity of an alternative measure of burnout: Investigating the English translation of the Oldenburg Burnout Inventory. Work Stress, 19, 208-220.
– Karasek RA, Brisson C, Kawakami N, et al (1998) The Job Content Questionnaire (JCQ). An instrument for internationally comparative assessments for internationally comparative assessments of psychosocial job characteristics. J Occup Health Psychol, 3, 322-355.
– Karasek RA, Theorell T (1990) Healthy work: stress productivity, and the reconstruction of working life. Edizione Basic book, New York.
– Kline P (2000) The handbook of psychological testing (II edizione). Edizioni Routledge, Londra.
– MacCallum RC, Widaman KF, et al. (1999) Sample size in factor analysis. Psychological Methods, 4, 84-99.
– Matthews RA, Kath M, Barnes-Farrell JL (2010) A short, valid, predictive measure of work-family conflict: item selection and scale validation. J Occupational Health Psychology, 15(1), 75-90.
– Mikkelsen A, Gundersen M (2003) The effect of a participatory organizational intervention on work environment, job stress, and subjective health complaints. Int J Stress Manag, 10, 91-110.
– Murphy LR, Hurrell JJ (1987) Stress management in the process of organizational stress reduction. J Managerial Psychology, 2, 18-23.
– Nielsen K, Randall R (2012) The importance of employee participation and perceptions of changes in procedures in a teamworking intervention. Work Stress, 26, 91-111.
– Nunnally JC, Bernstein IH (1994) Psychometric theory (III edizione). McGraw-Hill, New York.
– Spitzer W, Burke L (1993) A critical incident stress debriefing program for hospital-based health care personnel. Health & Social Work, 18, 149-157.
– Stewart I, Joines V ( 2000) L’analisi transazionale. Guida alla psicologia dei rapporti umani. Edizione Garzanti Libri, Milano.
– Van den Broeck A, Vansteenkisteb M, et al. (2008) 
Explaining the relationships between job characteristics, burnout, and engagement: The role of basic psychological need satisfaction. Work Stress, 22, 277-294.
– Van Dierendonck D, Schaufeli WB, et al. (2001) Burnout and Inequity among Human Service Professionals: a longitudinal study, J Occup Health Psychol, 6, 43-52.