Stress e burnout negli studenti di infermieristica: risultati di uno studio descrittivo


RIASSUNTO
Introduzione Il burnout è associato a professioni che combinano stress e idealismo. Sono soprattutto medici, infermieri e insegnanti, a rischiare questa forma di esaurimento ma alcuni studi evidenziano la presenza del fenomeno anche tra gli studenti. Per questo motivo l’obiettivo dello studio è quello di quantificare il livello di stress e il rischio o la presenza di burnout negli studenti di un Corso di laurea in Infermieristica.
Metodi A 136 studenti del Corso di laurea in Infermieristica dell’Università degli studi di Milano, sezione di Busto Arsizio, nel mese di settembre 2012, è stato somministrato il test di valutazione rapida dello stress (VRS), una scala di autovalutazione volta a misurare le risposte adattative agli eventi stressanti, e il test breve del burnout che indaga lo stato di salute, gli stili di vita, i rapporti relazionali e le soddisfazioni o frustrazioni lavorative.
Risultati
Nella maggioranza degli studenti il distress era presente a livelli elevati e si è mantenuto lungo tutto il triennio del corso. Pur non essendo stata riscontrata la presenza diffusa di sindrome da burnout in atto, nella metà degli studenti è stato rilevato il rischio di burnout, senza differenze significative nel triennio. Non è stata individuata una correlazione lineare tra l’anno del triennio e il distress (ρ=0,005).
Conclusioni
I risultati mostrano la presenza di distress negli studenti le cui cause preponderanti sembrano essere legate alla mancanza di tempo libero a disposizione e alla scarsa qualità percepita nelle relazioni sociali.
Parole chiave: stress, burnout, studenti infermieri
 


Stress and burnout in nursing students: a descriptive study

ABSTRACT
Introduction Burnout is associated with professions that combine stress and idealism. Doctors, nurses, and teachers have the higher risk to contract this type of exhaustion, but recent studies shown the presence of the condition also in students. The objective of this study is to quantify the stress level and the risk or the presence of burnout in students of the nursing course of the University of Milan.
Methods The stress quick evaluation scale, a self-evaluation scale to estimate the adaptive reaction on stressful events, and the short test on burnout, used to inquire health, life style, social relationship and job satisfactions and frustrations, have been administered to 136 nursing students of the University of Milan (Busto Arsizio section), in September 2012.
Results The distress is present in most of the students maintaining high levels throughout the three years of the course. The risk of burnout syndrome is present in half of the students without significant differences between the three years of the course. There isn’t a linear correlation between the year of the course and the distress (ρ=0.005).
Conclusions The results show the presence of distress in students mainly due to the lack of free time and the low perceived quality of social relationship.
Key words:
stress, burnout, nursing students


 

INTRODUZIONE
Lo stress è un normale processo psico-fisiologico finalizzato all’adattamento con l’ambiente e si può intendere come un campanello d’allarme che scatta ogni volta che il nostro equilibrio psico-fisico viene meno (De Carlo AN, 2004).
Si parla di eustress intendendo quello stress positivo in grado di mantenere nel soggetto la tensione mentale necessaria a dare inizio alla risposta adattativa; si parla di distress, stress negativo, quando l’individuo diventa incapace di reagire agli stimoli stressogeni (Pancheri P, 1980).
Il burnout, tipico delle helping profession, e in particolare della professione infermieristica, è una sindrome psico-fisica che si manifesta in risposta a uno stress cronico da lavoro caratterizzata da tre componenti: esaurimento emotivo, mancata realizzazione personale e depersonalizzazione (Maslach C, 1997). Il burnout origina dall’interazione tra fattori individuali e fattori organizzativi intrinseci dell’ambiente lavorativo (Pellegrino F, 2009).
Recentemente alcuni autori si sono chiesti se lo stress e il burnout fossero presenti anche negli studenti universitari delle helping profession andando così a ricercarne i segni e i sintomi; le conclusioni di tali studi hanno evidenziato cali motivazionali, presenza di distress e rischio sempre maggiore di burnout (Timmins F et al., 2002; Schaufeli WB et al., 2002; Deary IJ et al., 2003; Beresin R, 2007).
In Italia non sono presenti studi centrati direttamente sul burnout negli studenti di infermieristica ma ne sono presenti alcuni che, andando a ricercare le cause dell’abbandono universitario, hanno trovato un quadro di forte distress. Le principali cause di questo distress sono l’eccessiva richiesta di impegno, le problematiche emotive e la delusione delle aspettative (De Stefani C et al., 2008; Dante A et al., 2009).

Obiettivi
Il principale obiettivo di questo studio è quello di quantificare il livello di stress e il rischio o la presenza di burnout negli studenti di un Corso di laurea in Infermieristica.
L’obiettivo secondario è quello di verificare eventuali correlazioni tra lo stress, il burnout e l’anno di corso.

METODI
L’indagine, di tipo descrittivo, è stata svolta su un campione di convenienza rappresentato da studenti del Corso di Laurea in Infermieristica dell’Università degli Studi di Milano, sezione di Busto Arsizio. Sono stati inclusi nel campione gli studenti frequentanti il corso nelle settimane tra l’1 settembre e il 20 settembre 2012.
La raccolta dei dati è avvenuta utilizzando due strumenti: la scala di valutazione rapida dello stress (VRS) (Biondi M et al., 1999) e il test breve sul burnout (Potter, 2005).
La scala VRS è utilizzata per misurare le risposte adattative agli eventi stressanti, in particolare valuta il vissuto emozionale soggettivo, al momento della compilazione e negli ultimi sei mesi, legato a un’esperienza ambientale e non alla tipologia di quest’ultima. Lo strumento è aspecifico e applicabile a ogni individuo indipendentemente dalla professione svolta, rendendolo adeguato anche agli studenti. La scala è composta da quindici affermazioni utili a indagare la presenza delle manifestazioni dello stress ovvero l’ansia, la depressione, la somatizzazione, l’aggressività e la presenza del supporto sociale cioè di quella rete di sostegno grazie alla quale un soggetto affronta lo stress (Biondi M et al., 1999). Ogni affermazione presenta quattro possibili risposte a ciascuna delle quali corrisponde un punteggio da 0 a 3 (0 = per nulla, 1 = lievemente, 2 = abbastanza, 3 = molto); più è alto il punteggio, più il rispondente è d’accordo con l’affermazione.
Il test breve sul burnout, una versione semplificata del più complesso Burnout Potential Inventory (BPI) (Potter, 2005), è utilizzato per valutare la presenza o il rischio di burnout. Si tratta di un test di facile e rapida compilazione atto a indagare lo stato di salute del compilatore, i suoi stili di vita, i rapporti con i colleghi e in generale la vita di relazione, le soddisfazioni oppure le frustrazioni legate alla situazione di lavoro. Non essendovi nel test alcun riferimento ad ambiti lavorativi specifici, esso può essere adattato a ogni ambito, pertanto anche a quello dello studente. Il test è composto da 25 affermazioni, a ciascuna delle quali il compilatore deve assegnare un punteggio da 1 a 5 (1 = raramente; 2 = qualche volta; 3 = non saprei; 4 = spesso; 5 = continuamente). Il punteggio che si ottiene al termine della compilazione identifica la propria condizione rispetto al burnout: assenza, minimo rischio, per cui è necessario prendere dei provvedimenti, elevato rischio e presenza di burnout (Potter B, 2005).
La raccolta dei dati è stata autorizzata dal presidente del Corso di laurea. Ai partecipanti è stata fornita una lettera di presentazione che illustrava lo scopo dello studio e le modalità di conduzione della ricerca e si evidenziava la volontarietà nella partecipazione. La raccolta e l’analisi dei dati è avvenuta garantendo l’anonimato e rispettando le norme sulla privacy.
L’analisi dei dati ha previsto l’utilizzo di frequenze relative e assolute e le correlazioni sono state espresse come coefficiente di correlazione lineare di Bravis-Pearson (ρ).

RISULTATI
Sono stati somministrati 136 questionari e ne sono ritornati correttamente compilati 102 (75%). In particolare hanno partecipato all’indagine 38 studenti del primo anno, 36 del secondo e 28 del terzo.

Distress ed eustress
Tabella 1. Livelli di stress degli studenti durante il triennio del corsoConsiderando l’insieme degli studenti del triennio, emerge che il 54,9% degli studenti (56) presentava distress mentre il restante 45,1% (46) presentava eustress.
Considerando il primo anno di corso, il 52,6% (20) degli studenti presentava distress mentre il 47,4% (18) presentava eustress.
Al secondo anno di corso, il livello di distress negli studenti è cresciuto; infatti la percentuale di studenti che presentava distress è stata del 63,9% (23) contro il 36,1% (13) che presentava eustress.
Al terzo anno le percentuali si sono invertite; il 46,4% (13) degli studenti presentava distress mentre il 53,6% (15) presentava eustress (Tabella 1). 

Burnout
Considerando il burnout, nel triennio si evidenzia che dei 102 studenti, il 50,0% (51) non era a rischio, il 46,1% (47) presentava un minimo rischio, con necessità di prendere provvedimenti, solo il 2,9% (3) aveva un rischio elevato e un solo studente (1,0%) presentava burnout.
Analizzando i singoli anni di corso si nota che il primo anno il 50,0% (19) degli studenti non era a rischio e la restante metà degli studenti (19) presentava un rischio minimo (Tabella 2).

Tabella 2. Livello di burnout negli studenti durante il triennio del corso

Al secondo anno il 50,0% (18) degli studenti non era a rischio, il 41,7% (15) aveva un rischio minimo e l’8,3% (3) un rischio elevato (Tabella 2). Infine al terzo anno il 50,0% (14) degli studenti non era a rischio, il 46,4% (13) aveva un rischio minimo e un solo studente (3,6%) presentava burnout (Tabella 2).

Supporto sociale
Un’analisi più specifica è stata condotta sul tema del supporto sociale, individuata dal gruppo di affermazioni 11, 13 e 15 della scala di valutazione rapida dello stress (VRS), rispettivamente “passo bene il mio tempo libero”, “ho persone con cui posso parlare che capiscono le mie difficoltà” e “vivo un po’ isolato dagli altri”.
Per quanto riguarda l’affermazione 11, “passo bene il mio tempo libero”, la percentuale di studenti d’accordo (risposte “abbastanza” e “molto”), indice di uno stato di normalità, è cresciuta lungo il triennio: è risultata infatti del 5,3% il primo anno, dell’8,3% il secondo anno e del 10,7% il terzo. Parallelamente la percentuale di studenti in disaccordo con tale affermazione (risposte “per nulla” e “lievemente”), indice di presenza o rischio di distress, si è ridotta lungo il triennio: essa è risultata infatti del 94,7% il primo anno, del 91,7% il secondo anno e dell’89,3% il terzo.
Per quanto riguarda l’affermazione 13: “ho persone con cui posso parlare che capiscono le mie difficoltà”, la percentuale di studenti d’accordo (risposte “abbastanza” e “molto”), indice di uno stato di normalità, è risultata del 28,9% il primo anno, del 30,6% il secondo anno e del 21,4% il terzo anno. La percentuale di studenti in disaccordo con tale affermazione (risposte “per nulla” e “lievemente”), indice di presenza o rischio di distress, è stata del 71,1% il primo anno, del 69,4% il secondo anno e del 78,6% il terzo anno.
Per quanto riguarda l’affermazione 15: “vivo un po’ isolato dagli altri”, la percentuale di studenti d’accordo (risposte “abbastanza” e “molto”), indice di presenza o rischio di distress, è stata del 63,2% il primo anno, del 75% il secondo anno e del 53,6% il terzo anno. La percentuale di studenti in disaccordo con tale affermazione (risposte “per nulla” e “lievemente”), indice di uno stato di normalità, è stata del 36,8% il primo anno, del 25,0% il secondo anno e del 46,4% il terzo anno (Tabella 3).

Tabella 3. Il supporto sociale negli studenti durante il triennio del corso

Non è stata individuata una correlazione lineare tra l’anno del triennio e il distress (ρ=0,005).

DISCUSSIONE
I dati del nostro studio, se pur con alcuni limiti importanti legati soprattutto alla scarsa numerosità del campione e alle modalità di campionamento, che impediscono una generalizzazione dei dati, evidenziano la presenza di un alto livello di distress. In particolare già al termine del primo anno la maggioranza degli studenti (52,6%) inizia a subire le conseguenze di un accumulo di distress, probabilmente associato all’inevitabile rivoluzione che un corso di laurea, con i suoi ritmi intensi, porta nella vita di ogni studente; non va dimenticato che per molti studenti questo primo anno segna l’inizio della relazione con la malattia e la sofferenza (Timmins F et al., 2002; De Stefani C et al., 2008). Al secondo anno i soggetti con distress aumentano (63,9%) e questo può essere dovuto all’aumento dell’attività didattica, di tirocinio, di studio e la mancanza sempre maggiore di tempo libero.
Al terzo anno, l’ultimo del corso, il livello di distress diminuisce visibilmente (46,4%), portandosi al di sotto di quanto rilevato al primo anno; questo può essere dovuto all’imminente termine del percorso di studi.
Del gruppo di studenti considerato (102) solo uno presentava burnout ma quasi la metà di loro (49,0%) era a rischio; solo 3 studenti (2,9%) presentavano un rischio elevato di burnout, ma anche un rischio basso di burnout rende necessario prendere dei provvedimenti. Uno studente in burnout ha maggiori probabilità di essere un futuro infermiere in burnout e, come dimostrato da molteplici studi sull’argomento, un infermiere in burnout tende a perdere l’essenza del prendersi cura che sta alla base di questa professione (Del Rio G, 1999).
Particolare interesse va rivolto al supporto sociale che in letteratura si identifica nel social support system cioè quella rete di sostegno emotivo e di risorse presenti nel momento del bisogno e di feedback sulla quale un soggetto con vita relazionale può sempre far conto; questa rete sociale, fornendo conforto, comprensione e svago, non ha solo un ruolo preventivo rispetto al distress ma viene ritenuta anche “curativa” (Borgogni L et al., 2005). I nostri dati hanno evidenziato un’insufficiente presenza di supporto sociale tra gli studenti; infatti più del 60% degli studenti sente di vivere isolato rispetto agli altri e più del 70% ritiene di non avere persone con cui parlare che realmente comprendano le difficoltà affrontate. Particolare attenzione va data all’aspetto del tempo libero: mediamente, nel triennio, più del 90% degli studenti ha segnalato di non riuscire a passare bene il proprio tempo libero.

CONCLUSIONI
Per prevenire lo stress e il burnout, Santinello e Furlotti sostengono la necessità di un’accurata valutazione dei bisogni e dei problemi individuali e organizzativi per dare vita a un intervento mirato, a medio lungo termine, che vada ad agire sul singolo, sull’organizzazione e sull’interazione tra i due (Borgogni L et al., 2005).
Secondo Franco Ceccarello, presidente dell’Associazione per la consapevolezza, la gestione delle emozioni e la prevenzione della depressione (EUDAIMON), “la formazione ha un ruolo molto importante ed essenziale per la prevenzione del burnout”. I corsi di formazione dovrebbero pertanto essere orientati ad aumentare la consapevolezza di sé e delle proprie emozioni, a trasmettere informazioni sul distress e sul burnout, nonché a fornire strumenti utili a prevenire e fronteggiare questi fenomeni (Borgogni L et al., 2005).
Le indagini effettuate in precedenza riportano, negli studenti infermieri, alti livelli di distress con un incremento tra un anno e l’altro del percorso di studi. Se pure non in burnout, questi studenti ne presentavano tutte le caratteristiche (Timmins F et al., 2002; Schaufeli WB et al., 2002; Beresin R, 2007).
Per poter meglio descrivere il fenomeno sarebbe necessario disegnare e condurre uno studio prospettico su una coorte di studenti più numerosa.
Secondo Maslach C, le persone deluse e particolarmente “stanche” lasciano l’organizzazione in cui operano alla ricerca di un impiego che valorizzi ulteriormente le loro capacità (Maslach C, 1997); tenendo in considerazione tale concetto e riferendosi alle indagini già svolte sull’abbandono universitario, sarebbe utile indagare un’eventuale correlazione tra i livelli percepiti di distress e burnout e l’abbandono degli studi.
 

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Bibliografia

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– Biondi M, Tarsitani L (1999) Sviluppo e validazione della scala VRS (valutazione rapida dello stress). Medicina psicosomatica, 44(3), 163-177.
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– De Carlo AN (2004) Teorie e strumenti per lo psicologo del lavoro e delle organizzazioni. Volume IV. Imprese e tecnologia, disagio, stress, burnout, mobbing. Edizione Franco Angeli, Milano.
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– Fain AJ (2004) La Ricerca Infermieristica. Edizione italiana a cura di Vallone E, presentazione di Saiani L. Edizione McGraw-Hill, Milano.
– Maslach C (1997) La sindrome del burnout. Il prezzo dell’aiuto degli altri. Edizione Cittadella, Assisi.
– Pancheri P (1980) Stress, emozioni, malattia. Introduzione alla medicina psicosomatica. Edizione Mondadori, Milano.
– Pellegrino F (2009) La sindrome del burnout. Edizione Centro Scientifico Editore, Torino.
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– Timmins F, Kaliszer M (2002) Aspect of nurse education programmes that frequently cause stress to nursing students-fact-finding sample survey. Nurse Education Today, 22, 203-211.