Strumenti di management per i coordinatori delle professioni sanitarie


Strumenti di management per i coordinatori delle professioni sanitarieDiversità e universalità nelle funzioni di Coordinamento: questo è il leit motif del testo di Annalisa Pennini, Dottore Magistrale in Scienze infermieristiche. Il volume, indirizzato a tutte le professioni sanitarie, affronta il processo di professionalizzazione (empirico e normativo) che ha condotto nel tempo all’attribuzione della funzione di coordinamento e come esso si sia evoluto in considerazione dei cambiamenti dell’organizzazione (recessione economica, riorganizzazione complessiva dei processi e dei sistemi, revisione della spesa, ricerca dell’equilibrio tra costi e qualità, fra diritti e sostenibilità del sistema).
Il testo è frutto della storia professionale dell’autrice, che racconta da quattro angolature (dal di SOTTO la funzione di coordinamento in quanto pregressa infermiera; da DENTRO l’attività di coordinamento, svolta da coordinatore; da SOPRA nella funzioni di Dirigente; di LATO come formatore dei Coordinatori), ma anche rintraccia e propone esperienze empiriche raccolte sul campo. Riporta inoltre gli esiti di un confronto con i colleghi delle varie professioni sanitarie, coinvolti negli ambienti di coordinamento. “Le numerose evidenze empiriche raccolte dai coordinatori hanno consentito costantemente il contatto con la realtà (p. XII)”. Preme sottolineare ai lettori del volume, siano essi studenti in formazione o già coordinatori, che questo tratto di aderenza alla realtà operativa è il valore aggiunto da attribuirsi alla sforzo produttivo dell’Autrice, che utilizza i concetti di “diversi e uguali” propri del paradigma proposto da M. Leininger sull’Assistenza transculturale per riformulare la funzione del Coordinamento: non esiste un profilo standard di coordinatore, piuttosto questo è il risultato del peso di quattro variabili, contenute: a) nella professione di appartenenza; b) nel contesto in cui viene svolta l’attività di coordinamento; c) nell’età (anagrafica e di permanenza nella funzione) e la formazione manageriale; d) nelle attitudini, talenti e motivazioni personali. L’universalità, che rappresenta il lato B del paradigma, approfondisce gli elementi che caratterizzano i tratti comuni dei coordinatori: lo stare in mezzo, il possesso di competenze mixate, le funzioni e il ruolo, il valore del lavoro svolto e gli aspetti etici, la responsabilità e gli aspetti giuridici, i metodi e gli strumenti di lavoro, le modalità di svolgimento delle attività (pagina 7).
Il testo non si configura come il consueto manuale di metodologia manageriale: organizzato in tre parti “Essere Coordinatore, fare il Coordinatore”, “Gli strumenti per il coordinamento”, “Lean Organization”, offre l’opportunità di scandagliare i vari punti di forza e di debolezza del coordinamento, in un’organizzazione composta, come ricordato dall’autrice, da “uomini/professionisti”. Ogni capitolo si conclude con un riepilogo e un test di autovalutazione, che metodologicamente aiuta il lettore a condurre una sintesi sulle informazioni ricevute e sull’apprendimento acquisito. Gli approfondimenti manageriali e gestionali trovano la loro collocazione in specifici box che rinviano, attraverso una bibliografia ragionata, a testi e autori specializzati, e a passaggi successivi a cura del lettore, motivato ad una maggiore comprensione del fenomeno manageriale. In appendice della prima parte sono riportate le testimonianze di 9 professionisti che ben esprimono, attraverso la loro testimonianza, quello “spaccato di vita”, che è alla base del paradigma “diversità/universalità”.
Nella seconda parte sono rappresentati gli strumenti per il coordinamento necessari a realizzare la funzione nell’organizzazione. Questa parte del volume si connota come un “viatico”, attribuendo a questo sostantivo la funzione di “un sostegno, un conforto in un’impresa o in un’attività” soprattutto per la modalità narrativa che lo caratterizza: appare quasi un passaggio di consegne fatto di “consigli e ricette segrete”, non solo nate dall’operatività quotidiana e quindi frutto dell’esperienza, ma fondate su presupposti manageriali. Questa è infatti la sensazione che pervade il lettore seguendo via via l’Autrice nella sua progressiva esposizione: sostenere e consigliare coloro che si interessano a varie ragioni del management nelle funzioni di coordinamento, in un’impresa ardua e delicata che richiede dedizione e competenza specifica, ma soprattutto maturità e onestà intellettuale, condita da una buona dose di capacità autocritica e di assertività.

Antonella Leto
Dirigente Area infermieristica e ostetrica, Dipartimento assistenza alla persona, Asl Roma C.

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