Trasformare il maschile nella cura, nell’educazione, nelle relazioni


C’è un maschile che chiede oggi di essere ascoltato, accolto, valorizzato. A qualcuno sembrerà strano: ma non era il femminile al centro dell’attenzione? Proprio così, ma da qualche tempo ad una questione femminile, che a lungo ha dominato la nostra attenzione, si affianca una questione maschile. Trasformare il maschile, di S. Deiana e M. Greco, è un testo a più voci dedicato proprio a questo fenomeno, ovvero al cambiamento in corso dei modelli maschili, a partire dalle esperienze maschili pedagogiche e di cura, tema centrale di questo volume. Come ci dicono gli autori stessi, il fine di questa opera è quello di “partecipare al dibattito ormai aperto in ambito pedagogico su se e come educare un essere umano a vivere anche in termini di genere, partendo dall’idea che sia poco naturale e spontaneo il vivere come maschi e come femmine, ma che pure in questo ambito siamo in larga parte costruiti dalle culture e dalle società”.
Gli autori si pongono quindi in ottica di attenzione, osservazione e ascolto di uomini, coinvolti come attori o come destinatari – bambini e adulti – della formazione/educazione/cura. Nel libro sono raccolte infatti testimonianze maschili – tra cui un padre, un maestro di scuola, un educatore, un volontario ospedaliero, un formatore in ambito sportivo, uomini impegnati contro la violenza maschile sulle donne – nelle quali viene narrata la propria esperienza, sicuramente minoritaria nei contesti di educazione e di cura, ma forse, anche per questo, originale e portatrice di trasformazione.
Dalla lettura emerge forte e chiara una specie di esclusione maschile dall’educazione, o l’allontanamento maschile dalle professioni della cura educativa, con particolare riferimento alle scuole per l’infanzia e primarie, in cui si intrecciano scelte e quindi volontà maschili di non occuparsi professionalmente in questi ambiti. Deiana e Greco vogliono mettere in discussione questo stato delle cose, mettendo in luce come le identità e differenze di genere ci pongano interrogativi che dobbiamo affrontare quando scegliamo di occuparci della formazione degli esseri umani, bambini e bambine, uomini e donne. Infatti, ciascuno di noi si forma stando in relazione con altri esseri umani, e la sessuazione, l’essere sessuate/i influenza in maniera decisiva questo nostro vivere ed essere-con. Molto spesso, però, agisce un sapere comune, che troviamo a portata di mano, e che ha il pregio di fornire risposte e soluzioni pronte per le nostre vite frenetiche: è maschile un certo qualcosa e femminile altro, con risposte preconfezionate pronte all’uso.
Una parte del libro che potrà molto interessare i lettori infermieri è quella dedicata alla cura, che nel testo emerge in riferimento alla genitorialità e ad altri ambiti esplorati da testimonianze in prima persona: le esperienze di educatori, di infermieri, di volontari ospedalieri. Il legame fra la questione della cura e quella della corporeità è evidente: Greco sviluppa l’idea che le difficoltà nella cura abbiano a che fare soprattutto con la difficoltà di percepire e raccontare il proprio corpo, anche e soprattutto nella malattia. Significativa è anche la posizione dell’autore rispetto alla valorizzazione della cura: un bene relazionale di grande valore, nella sua dimensione di lavoro e non solo, ma non particolarmente apprezzato, nei fatti, nei contesti in cui viviamo.
In breve, se volete vedere l’educazione e la cura da un altro punto di vista, ecco questo libro fa per voi.
 

A cura della Redazione

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