L’infermiere in Italia: storia di una professione


Di fronte a momenti difficili e di evoluzione, come quello che i Paesi occidentali stanno vivendo, si è portati a sviluppare un sapere procedurale molto concentrato su mezzi e strumenti. Si riflette, si scrive, si opera per il come e trascurando il cosa e il perché.
Ma proprio nei momenti di crisi sociale ed economica è essenziale soffermarsi sulla nostra identità di infermieri. Solo dal motivo per il quale esiste l’assistenza infermieristica, dall’analisi del contributo di scopo al fine dell’uomo, noi possiamo solidamente identificare l’infermiere e il cammino che egli deve compiere. In questo caso la Storia è maestra sicura. Lo studio storico, alla ricerca delle origini di senso dell’oggi, può tracciare orme di futuro.
Cecilia Sironi, nel suo nuovo testo: L’infermiere in Italia: storia di una professione, Carocci, Roma, 2012, è, proprio in tale direzione, guida sicura.
Autore di chiara fama, nel suo nuovo lavoro di ricerca completa un lavoro di ricerca storica già iniziata nel 1991.
Al tempo ebbe effetto dirompente con la sua lettura della leadership infermieristica comparando mondo italiano e mondo anglosassone, oggi sistematizza la sua opera arricchendola con medesimo effetto di preziosa ricerca storica del mondo infermieristico italiano, soprattutto tra ottocento e novecento.
Il fenomeno delle congregazioni religiose femminili del XIX secolo, così importanti per la storia infermieristica italiana, troppo trascurato fino ad oggi, trova nel libro il ruolo che merita.
Sironi, tra tutti i tagli storici di indagine possibile, sceglie quello della professione e, segnatamente, della professione infermieristica.
Una professione è lo specchio tangibile – l’hic et nunc – di una conoscenza. La conoscenza viene generata nelle dimensioni di spazio e tempo e, nelle discipline prescrittive, proprio in queste due dimensioni si restituisce alla comunità sociale in una professione con le caratteristiche ormai abbondantemente studiate nella letteratura specifica.
L’autrice legge quindi gli attori, soprattutto a partire dalla assistenza infermieristica moderna.
Un libro necessario, che attualizza l’esperienza storica, a volte folgorante, di personaggi, gruppi e luoghi troppo spesso dimenticati. L’eccessiva esterofilia infermieristica ha a tratti fatto dimenticare il prezioso contributo italiano, soprattutto a partire dai riformatori dell’assistenza post-tridentini.
Sironi, oltre a raccontare così finemente le vicende storiche fa un passo in più: le utilizza come canone interpretativo per l’oggi.
Nel settimo capitolo del testo, formula ipotesi di studio e di ricerca sulla situazione della professione infermieristica italiana proprio a partire dalle cause storiche descritte nei capitoli precedenti.
Il risultato è veramente significativo. Si sa che la storia ha spesso bisogno di distanza, anche temporale, per essere letta senza cadere in tranelli di parte. Ma qui non è così.
La lunga esperienza di Cecilia Sironi, maturata in ambienti nazionali e internazionali unita alla rigorosità di studio delle fonti storiche riescono a realizzare una storia infermieristica contemporanea capace di interrogare il lettore nelle sue radici identitarie e sollevare in lui la responsabilità di produrre nuovi fecondi rami.
Il libro di Cecilia Sironi, per la sua linearità affascina e arricchisce, esso racconta la vita di una professione lasciando ben intendere che ciascuno di noi sarà perché è stato e che – diceva Simone Weil – “il futuro entra in noi molto prima che accada”.

Edoardo Manzoni
Direttore generale dell’Istituto Palazzolo di Bergamo

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