La McGill ingestive skills assessment (Misa-I) Versione italiana. Manuale per l’esaminatore


La disfagia è relativamente comune nella popolazione, ma la prevalenza aumenta con l'età e pone particolari problemi nei pazienti più anziani, nei quali può compromettere lo stato nutrizionale, complicare la somministrazione di farmaci per via orale, aumentare il rischio di polmonite da aspirazione ed impattare negativamente sulla qualità della vita.
La letteratura suggerisce che il 40%-60% dei residenti nelle strutture residenziali per anziani abbia un certo grado di disfagia. Molte sono le possibili cause, tra le quali l’ictus e la malattia di Alzheimer. In generale la disfagia è un segnale di avvertimento che richiede ulteriori indagini. La gestione è multidisciplinare, a seconda della causa sottostante, dell'estensione della disfagia e della prognosi.
Per la valutazione della capacità di deglutizione Heather Christine Lambert, terapista occupazionale e dottore in scienza riabilitativa, ha proposto e validato la McGill ingestive skills assessment (Misa). La Misa è una scala osservazionale finalizzata a valutare gli aspetti funzionali della fase orale di ingestione, costituita da 43 item suddivisi in 5 scale (posizionamento, abilità nell’alimentarsi, movimenti orali per l’ingestione di cibi solidi, movimenti orali per l’ingestione di cibi liquidi, gestione delle consistenze solide e liquide); ad ogni item è assegnato un punteggio da 1 (peggiore) a 3 (migliore). I punteggi attribuiti ad ogni item sono sommati per ottenere un punteggio per ciascuna della 5 scale e successivamente per ottenere un punteggio complessivo. La Misa è stata progettata allo scopo di valutare individui adulti e anziani con perdita della capacità di deglutizione di origine neurologica, chirurgica e neoplastica, con l’obiettivo di fornire all’esaminatore informazioni inerenti la capacità di ingestione in modo efficace ed affidabile e identificare le abilità compromesse allo scopo di pianificare gli interventi.
In Italia la Misa è stata validata dal Gruppo di studio sulla disfagia dell’Istituto Santo Stefano di Porto Potenza Picena (MC).
Nei primi due capitoli il manuale contiene informazioni relative alla costruzione della scala e i risultati dei test psicometrici utilizzati per testarne l’affidabilità. Viene discussa anche la validità e la capacità predittiva di questo strumento, che indicano come la Misa dia luogo a risultati prevedibili per soggetti appartenenti a gruppi specifici: soggetti adulti e anziani degenti in servizi per acuti, strutture di lungodegenza o centri di riabilitazione. La validità predittiva è stata studiata unicamente nei soggetti ospiti in strutture di lungodegenza.
I rimanenti 2 capitoli descrivono dettagliatamente le istruzioni per l'uso e i criteri di assegnazione dei punteggi per ciascun item delle 5 scale in cui è suddivisa la Misa.
Il manuale non riporta lo strumento, che può però essere scaricato dal sito dell’editore inserendo il codice EAN che si trova sotto il codice a barre sull'ultima pagina di copertina del libro.
Sebbene lo strumento sia principalmente rivolto e utilizzato da professionisti sanitari dell’area della riabilitazione, può comunque fornire all’infermiere utili informazioni per quanto attiene la gestione dell’alimentazione (consistenza dei cibi) e la prevenzione della malnutrizione e della polmonite ab ingestis in soggetti con perdita della capacità di deglutizione.
Tuttavia, la valutazione dello stato nutrizionale e del rischio di malnutrizione richiede all’infermiere di integrare le informazioni ottenute dalla Misa con informazioni in merito alle preferenze di cibo personali o ad eventuali limitazioni della dieta per la presenza di patologie concomitanti, quali diabete o nefropatie, intolleranze alimentari o interazioni con i farmaci prescritti.
Non meno importanti sono gli aspetti organizzativi che possono condizionare, modificando l’apporto di cibo, l’alimentazione dei soggetti anziani in ospedale e nelle strutture residenziali: piccole modifiche all’organizzazione degli aspetti alberghieri associati all’offerta dei pasti, come per esempio adottare uno stile familiare, dedicare attenzione alla preparazione delle sale da pranzo o altri, possono migliorare l’apporto di cibo nei soggetti a rischio di malnutrizione.

Ermellina Zanetti
Gruppo di Ricerca Geriatrica, Brescia

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