RIVISTA BIMESTRALE
Organo ufficiale della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche
Lorenzo Righi Infermiere, U.A. Centrale Operativa 118 Siena-Grosseto, Azienda USL Toscana Sud Est
Ambra Bitelli Ligure Infermiere, Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma
Christian Ramacciani Isemann Infermiere Coordinatore, U.O.C. Direzione Infermieristica zona distretto e presidio ospedaliero “Amiata Senese, Val d’Orcia e Valdichiana Senese, Azienda USL Toscana Sud Est
Silvia Cini Infermiere, U.A. Centrale Operativa 118 Arezzo, Azienda USL Toscana Sud Est
Alessio Pesce Infermiere MSN, Ospedale Santa Maria Misericordia, ASL2 – Azienda Sociosanitaria Ligure
Chiara Attanasio Infermiera Ospedale Santa Maria Misericordia, ASL2 – Azienda Sociosanitaria Ligure
Luca Giuseppe Re Infermiere tutor, Prof. a c., Corso di laurea in Infermieristica dell’Università degli Studi di Milano, sezione ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano
Sofia Flematti Infermiera ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano
Carlo Di Pietrantonj Servizio di Riferimento Regionale per l’Epidemiologia – SEREMI- ASL Alessandria. Italia
Ines Basso Centro PhD Student Infrastruttura, Ricerca, Formazione, Innovazione. Azienda Ospedaliera SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo, Alessandria, Italia. Dipartimento di Medicina Traslazionale. Università del Piemonte Orientale. Novara Italia
La crescente necessità di un continuo aggiornamento professionale e l’estendersi del ruolo degli infermieri in nuovi ambiti richiede una sempre più approfondita competenza statistica per comprendere e valutare la ricerca scientifica sanitaria e saper pianificare e condurre ricerche. Le competenze riguardo i metodi statistici e le tecniche di organizzazione dei dati, per quanto possano apparire lontane dalla professione dell’infermiere sono in realtà costitutive del capitale intellettuale infermieristico. In questo breve lavoro descriveremo l’inquadramento logico del processo inferenziale come processo di tipo induttivo, che conduce a conclusioni probabilistiche il cui grado di affidabilità sarà determinato dalle “garanzie” che le premesse potranno fornire alle conclusioni, con il limite di essere sempre vulnerabili a nuove evidenze. Risultati poco vulnerabili a nuove evidenze, ovvero ricerche statistiche di buona qualità sulle cui stime poter orientare l’organizzazione sanitaria o poter praticare scelte terapeutiche importanti per i pazienti, possono essere ottenute solo attraverso una accurata pianificazione. Illustreremo il ciclo PPDAC come strumento per la pianificazione metodica della ricerca statistica.
The nurse and statistics: the statistical method and the cycle Problem-Plan-Data-Analysis-Conclusions (PPDAC)
ABSTRACT
The growing need for continuous professional updating and the extension of the role of nurses into new areas requires an in deep statistical competence to understand and assess scientific health research and to be able to plan and conduct new research. The skills regarding statistical methods and data organization techniques, however distant they may appear from the nursing profession, are actually constitutive of the nursing intellectual capital. In this short paper we will describe the logical framing of the inferential process as an inductive process, which leads to probabilistic conclusions whose degree of reliability will be determined by the “guarantees” that the premises can provide to the conclusions, with the limit of always being vulnerable to new evidence. Results that are not vulnerable to new evidence, that is, good quality statistical research on whose estimates it is possible to guide the health organization or to be able to make important therapeutic choices for patients, can only be obtained through careful planning. We will illustrate the PPDAC cycle as a tool for methodical planning of statistical research.
Giulia Malucchi Infermiere di Famiglia, AUSL Toscana Centro
Genny Pasquini Incarico di funzione di sicurezza, AUSL Toscana Centro
Cinzia Beligni Infermiere coordinatore, AUSL Toscana Centro
Diletta Calamassi Infermiere formatore, AUSL Toscana Centro
Introduzione
Con il documento OMS Salute 21 “la salute per tutti nel 21° Secolo”, è stata delineata la figura dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità. La regione Toscana ha introdotto l’Infermiere di Famiglia e Comunità con Decreto Regionale n.597/2018, avviando la sperimentazione di un nuovo modello assistenziale. Lo scopo dello studio è stato quello di indagare le percezioni e i vissuti degli infermieri coinvolti nella sperimentazione nell’ambito della AUSL Toscana Centro.
Materiali e metodi
Indagine fenomenologica realizzata mediante l’effettuazione di interviste semi-strutturate, faccia a faccia o audio-registrate rivolte a 23 infermieri. Le registrazioni sono state trascritte e i dati narrativi sono stati analizzati secondo passaggi analitici volti a individuare i temi fondamentali e sottotemi correlati (approccio dell’analisi di contenuto).
Risultati
Il campione era costituito prevalentemente da infermieri di sesso femminile con un’età media di 51 anni. Dai dati raccolti attraverso le interviste sono state identificati 4 temi sostanziali: (1) Prepararsi al cambiamento; (2) La relazione: fare gioco di squadra; (3) Un vortice di emozioni; (4) Il professionista del territorio: status ed evoluzione.
Discussione e conclusioni
Sulla base di quanto acquisito nelle interviste, la sperimentazione ha permesso agli infermieri di acquisire nuove conoscenze e crescere professionalmente. Anche se gli intervistati non hanno fornito una definizione univoca di Infermiere di Famiglia e Comunità (e questo suggerisce un’eventuale riflessione sul percorso formativo ancora necessario), tutti rilevano l’utilità del modello per i cittadini e la necessità di possedere competenze specifiche.
Parole chiave: Infermiere di Famiglia e di Comunità, vissuti esperienziali, modello organizzativo.
Perceptions and experiences of nurses involved in testing the model of Family and Community Nursing in the Central Tuscany AUSL: a qualitative survey.
ABSTRACT
Introduction
With the WHO Health 21 document “Health for all in the 21st Century”, the figure of the Family and Community Nurse was outlined. Tuscany introduced the Family and Community Nurse with regional law no. 597/2018, starting the experimentation of a new care model. The purpose of the study is to investigate the perceptions and experiences of the nurses involved in the experimentation within AUSL Toscana Centro.
Materials and methods
A phenomenological study, made by carrying out semi-structured, face-to-face, and audio-recorded interviews, was conducted, included 23 nurses. The recordings were transcribed and the narrative data were analysed according to analytical steps aimed at identifying the fundamental themes and related protocols (content analysis approach).
Results
The sample consisted predominantly of female nurses with an average age of 51 years. From the data collected through the interviews, 4 substantial themes were identified: Preparing for change; The relationship: being a team player; A whirlwind of emotions; the professional in keeping with its surroundings: status and development.
Discussion and conclusions
Although this study did not provide an unequivocal definition of Family and Community Nurse, all of the interviews highlighted the usefulness of the model for citizens and the need to possess specific skills.
Key words: Family and Community nurse, experiences, organizational model.
Eleonora Spitella PedRN, MSN Terapia Intensiva Neonatale, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Valentina Biagioli RN, PhD Struttura Sviluppo professionale, Formazione continua e Ricerca, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Emanuela Tiozzo PedRN, MSN Struttura Sviluppo professionale, Formazione continua e Ricerca, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Martina Mustari RN, Struttura Sviluppo professionale, Formazione continua e Ricerca, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Orsola Gawronski RN, PhD Struttura Sviluppo professionale, Formazione continua e Ricerca, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Michele Salata MD, Centro Cure Palliative Pediatriche, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Immacolata Dall’Oglio PedRN, PhD Struttura Sviluppo professionale, Formazione continua e Ricerca, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Introduzione
I team di cure palliative pediatriche (CPP) sono team multidisciplinari che forniscono un supporto continuo ai bambini, ai giovani e alle loro famiglie lungo tutta la durata della malattia, offrendo un’assistenza specialistica ed integrata.
Obiettivo
L’obiettivo di quest’indagine esplorativa a livello nazionale è descrivere: (1) la composizione e l’attivazione dei team di CPP negli ospedali, esplorando i facilitatori e le barriere associati alla loro implementazione; (2) le modalità di presa in cura dei bambini e giovani con bisogni di CPP in ospedale.
Metodi
Nel 2020 è stata condotta una survey online indirizzata ai Dirigenti delle Professioni Sanitarie afferenti ad ospedali pediatrici e strutture sanitarie non esclusivamente pediatrici.
Risultati
Hanno risposto i referenti di 14 centri su 26 contattati: 8 (57,1%) ospedali pediatrici e 6 (42,9%) non esclusivamente pediatrici. In 4 (28,6%) strutture è presente un team di CPP, in 2 (14,3%) ospedali sembra esserci un collegamento con l’hospice e/o l’assistenza domiciliare, in 1 (7,1%) centro il team è in corso di attivazione, mentre 5 (35,7%) centri non hanno il team ma i rispondenti sentono il bisogno di crearlo. Il team era composto da almeno una componente medica palliativista ed una infermieristica. Diversi fattori sono stati identificati come ostacolanti l’implementazione del team, tra cui problemi culturali in merito alle CPP (64,3%) e mancanza di personale formato (64,3%).
Conclusioni
Nonostante la scarsa diffusione del team di CPP, il bisogno riferito di implementarlo lascia presumere una disponibilità alla cultura delle CPP, una crescente attenzione verso l’argomento e un suo sviluppo futuro.
Parole chiave: Assistenza palliativa, pediatria, infermieristica in hospice e cure palliative, team di assistenza al paziente, qualità dell’assistenza sanitaria.
The Paediatric Palliative Care Team: An explorative survey in Italy
ABSTRACT
Introduction
Paediatric palliative care (PPC) teams are multidisciplinary teams that provide ongoing support to children, young people, and their families along the illness trajectory, offering specialised and integrated care.
Objective
This explorative survey aims to describe at national level: (1) the composition and the activation of the PPC team in hospitals, exploring the facilitators and the barriers associated with its implementation; (2) the different types of meeting PPC needs in children and young people in hospital.
Methods
An online survey was developed in 2020 for Directors of Health Professionals from children’s hospitals and hospitals that were not exclusively paediatric.
Results
Overall, 14 participants completed the survey: 8 (57.1%) from children’s hospitals and 6 (42.9%) from hospitals that were not exclusively paediatric. In 4 (28.6%) hospitals there was a PPC team, in 2 (14.3%) hospitals there was a link between hospital and hospice and/or home care. Furthermore, in 1 (7.1%) hospital the PPC team was being set up, and in 5 (35.7%) hospitals the PPC team was missing but respondents reported the need to create one. The team was often composed of at least one palliative care physician and one nurse. Many factors were identified as hindering the implementation of the PPC team, including cultural issues related to PPC (64.3%) and a lack of specially trained staff (64.3%).
Conclusions
Although the implementation of the PPC team was limited, its perceived need suggests a cultural openness towards PPC, increasing attention towards the topic, and future development.
Key words: Palliative care, pediatrics, hospice and palliative care nursing, patient care team, quality of health care.
Benedetta Caiusi MSN, RN, U.O.S. Rianimazione, P.O. Pescara, ASL Pescara, Italia
Emanuele Marletta RN, U.O.S. Pronto Soccorso, P.O. Pescara, ASL Pescara – Tutor Clinico, Polo Didattico Pescara, Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara, Italia
Daniel Staiano RN, U.O.S Rianimazione, P.O. Pescara, ASL Pescara – Tutor Clinico, Polo Didattico Pescara, Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara, Italia
Paola Borrelli Laboratorio di Biostatistica, Dipartimento di Scienze Mediche Orali e Biotecnologiche, Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara – 66010 Chieti – Italia
Carlo Della Pelle Dipartimento di Medicina e Scienza dell’Invecchiamento, Università “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara, Italia; ASL02Abruzzo – SAPS Chieti, Italia
Introduzione
L’Evidence-Based Practice (EBP) è un approccio che orienta le decisioni dei professionisti sanitari nell’utilizzo delle migliori evidenze provenienti dalla ricerca coniugate all’esperienza clinica e ai valori e preferenze uniche dei pazienti. Nell’ambito della formazione universitaria, tale insegnamento fa parte di altre materie e raramente è un corso a sé stante. Molti studenti di infermieristica non sono molto abili nell’utilizzo dell’EBP e faticano a capirne l’importanza nella pratica assistenziale.
Obiettivo
L’obiettivo è raccogliere informazioni circa le conoscenze, le attitudini e le skills EBP nei tre anni del Corso di Laurea in Infermieristica di un Polo Didattico italiano.
Metodi
Studio di tipo osservazionale nel periodo temporale febbraio-settembre 2022. I dati sono stati raccolti utilizzando l’S-EBPQ, “Student-Evidence-Based Practice Questionnaire”, validato in lingua italiana.
Risultati
Si rilevano punteggi più alti nella capacità degli studenti di formulare domande di ricerca per colmare lacune e nel loro giudizio generale sull’EBP, al contrario punteggi più bassi si evincono nell’attinenza all’approccio EBP. Inoltre, laddove vi è differenza statisticamente significativa tra gli anni di corso nell’approccio evidence-based, essa si verifica sempre tra 1° e 2° anno o tra 1° e 3° anno, rivelando piuttosto un’assenza di crescita tra 2° e 3° anno.
Conclusioni
Lo studio mostra la necessità di implementare strategia educative che permettano di incoraggiare maggiormente gli studenti all’approccio evidence-based. A tal fine, potrebbe essere utile incrementare una rete di tutoraggio che permetta di ampliare le conoscenze teoriche e pratiche degli studenti.
Parole chiave: Tutoraggio, conoscenza della salute, atteggiamenti, pratica, studenti, infermieri.
“Evidence-Based Practice: knowledge, attitudes and skills among Nursing students of an Italian Educational Center”
ABSTRACT
Introduction
Evidence-Based Practice (EBP) is an approach that guides the decisions of healthcare professionals in the use of the best evidence from research combined with clinical experience and the unique values and preferences of patients. In the university curriculum, such teaching is part of other subjects and is rarely a separate course. On the other hand, many nursing students are not very proficient in the use of EBP and struggle to understand its importance in nursing practice.
Objective
The aim is to collect information about EBP knowledge, attitudes, and skills in the three years of the Degree Course in Nursing of an Italian Educational Center.
Methods
We carried out an observational study. Data were collected between February and September 2022, using the S-EBPQ, “Student-Evidence-Based Practice Questionnaire”.
Results
Higher scores are found in students’ ability to formulate gap-filling research questions and in their overall judgment of EBP, while lower scores are found in relevance to the EBP approach. Furthermore, where there is a statistically significant difference between the course years in the evidence-based approach, it always occurs between the 1st and 2nd year or between the 1st and 3rd year, rather revealing an absence of growth between the 2nd and 3rd year year.
Conclusions
The study shows the need to implement educational strategies that allow students to be more encouraged to adopt an evidence-based approach. To this end, it could be useful to increase a tutoring network that allows students to broaden their theoretical and practical knowledge.
Key words: Mentoring, Health Knowledge, Attitudes, Practice, Students, Nursing.
Raffaella Fiorentino Presidente Operatori Sanitari di Diabetologia Italiani – O.S.D.I.
RIVISTA BIMESTRALE
Organo ufficiale della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche
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