“Eccomi, mettimi alla prova”, la mia battaglia contro il tumore



Sono trascorsi ormai tre anni dall’operazione, la malattia per ora è sotto controllo. In me non c’è la convinzione che tutto sia passato, che tutto sia tornato come prima, semplicemente perché non è vero.
Ai colpi delle vita i perdenti, rispondono “perché proprio io?”
I vincenti rispondono: “Eccomi, mettimi alla prova”, una frase tratta dal libro di Gianluca Vialli.
Ma è proprio da qui che io voglio partire per raccontarvi del mio tumore.
Nel momento della diagnosi di carcinoma mediamente aggressivo, ricordo di essermi calato addosso la bardatura del guerriero pronto a dare battaglia.
Ero convinto di scendere in guerra e mi preparai fisicamente e mentalmente alla lotta.
Arrivai a quel 16 luglio 2020, ore 07:30, in forma splendida, auto convinto delle mie possibilità di vendere cara la pelle. L’operazione si concluse in poco tempo, tanto che un paio di giorni dopo ero a casa.

La battaglia era vinta.
Ma allora non avevo ancora capito che la guerra sarebbe durata ancora a lungo e dura tutt’ora.
Il successo dell’asportazione della prostata attaccata dalla malattia ha lasciato infatti indelebili e irreversibili conseguenze sul mio corpo, l’incontinenza risolta poi in parte con due successive operazioni e l’impotenza.
Con il trascorrere dei giorni capivo che non avrei mai potuto uscire vincitore contro un nemico che semplicemente mi avrebbe distrutto ma dovevo cercare una via, una strada per farmelo amico e per dare un senso alla sua presenza dentro di me e alle menomazioni che mi aveva procurato.

Iniziò così il mio cambiamento, la trasformazione, la malattia vissuta non solo come sofferenza, che c’è e rimane ben presente ma come un’opportunità di crescita e di insegnamento rispetto al modo in cui vivere la vita.
E in più … trasformare la rabbia per le umiliazioni patite nel post operazione iL coraggio per avvicinare gli altri, per parlare, ascoltare e condividere ansie, paure, gioie e successi.
Cercare insieme una nuova strada, un cammino di consapevolezza per accettare una nuova condizione di vita.
Non mi spingo a dire di essere grato al tumore, ma certamente non lo considero più una battaglia da combattere.
E’ un amico che porto con me e per ora mi lascia tranquillo ma che ogni mattina, quando mi sveglio, mi ricorda del dono della vita e mi ricorda che nulla deve essere rimandato che devo ascoltare, migliorare e aiutare gli altri.

Ogni giorno diventa una sfida, un’ opportunità per cambiare se stessi e diventare esempio di positività per chi mi vede, per chi mi frequenta.
Se io sto bene, tanti possono convincersi che anche loro possono star bene.
Questa convinzione è stata talmente potente che mi ha portato insieme a Sabrina, a far nascere prima il gruppo “Abbi cura di te” ora trasformato e confluito nell’associazione Fincopp Lombardia – Gruppo AMA, poi a tenere serate di divulgazione alla popolazione, a diventare promotore di iniziative culturali, teatrali, musicali , sempre con l’intento di far avvicinare chi ha bisogno d’aiuto in un momento di fragilità, di confusione, di sofferenza della propria vita.

Che senso potrebbe avere la rassegnazione? Che senso potrebbe avere cercare di riconoscersi nei modelli superficiali che questa società ci impone? Io credo solo una perdita di tempo.
Tempo che io ho scoperto di non avere, il tumore mi ha messo di fronte alla morte.

Una scoperta questa avvenuta con una donna, una donna di cui mi ero innamorato e parlando le avevo detto “Ho solo una paura ormai nella mia vita, non poter avere il tempo per amarti”.
In verità poi ho paura di morire, vivo momenti difficili, mi sento fragile.
Sono sorretto da una fede e da un Dio che mi ha indicato la strada, una via da percorrere perché l’ arrivo del tumore trova un senso nel momento in cui accetto di cambiare, di imparare a crescere in umanità e in amore verso gli altri.

18 agosto 2023

STAMPA L'ARTICOLO