Un anno di crescita, responsabilità, impegno e sacrifici che ha acceso i riflettori sulla professione


La fine dell’anno rappresenta un momento per fare un bilancio del periodo che si sta chiudendo e una riflessione su quello che verrà per noi infermieri, per il nostro sistema sanitario, per il nostro Paese.
Si sta chiudendo un anno molto particolare unico nel suo genere per questa pandemia, arrivata in sordina alla fine del 2019 e che è esplosa proprio in questo 2020.
Un 2020 che tra l’altro era nato e pensato dall’ Organizzazione mondiale della Sanità proprio per gli infermieri tant’è vero che avevamo programmato momenti di festa, di confronto anche istituzionale nazionale ed europeo, momenti di riflessione sulla nostra storia, sulle nostre radici, per poter continuare ad avere risultati e crescita nel presente e nel futuro della nostra professione.
Abbiamo dovuto però ripensare tutto.
Lo avevamo pensato come un momento per dare visibilità alla nostra professione, per far vedere ai nostri cittadini, ai nostri assistiti, agli altri colleghi, l’evoluzione della nostra professione: dove siamo arrivati con i nostri sacrifici nella formazione, nell’esercizio, nell’organizzazione, nella ricerca.
Ma abbiamo dovuto rimandare questi festeggiamenti. Tuttavia, questo 2020 ormai chiuso è stato comunque caratterizzato da una particolare visibilità che noi infermieri abbiamo avuto, perché mai come quest’anno gli infermieri sono stati vicino agli assistiti e ai loro bisogni
Gli infermieri ci sono stati sempre, anche con grandi ed enormi sacrifici, anche con un tributo importante dato al Paese in termini di salute, ma anche di vite
Però non abbiamo abbandonato nessuno, non abbiamo lasciato indietro nessuno, abbiamo reso concreto quello che dice il nostro Codice deontologico: il tempo di relazione è tempo di cura.
Su questo abbiamo puntato il tutto per tutto e stiamo continuando a farlo e lo faremo, anche se in realtà non abbiamo fatto niente di diverso da quello che facciamo tutti i giorni, tutti gli anni.
Ma è stato percepito in maniera diversa: in un momento di difficoltà gli infermieri ci sono stati accanto ai loro cittadini.
Allora il bilancio che possiamo trarre da questo anno in chiusura è proprio questa consapevolezza che la nostra professione ha dato evidenza concreta del significato dello stare vicino in maniera qualificata, competente, professionale, ma anche umana.
Abbiamo affrontato e saputo affrontare tutti i livelli di bisogni, rischi e assistenza, in tutti i momenti, in tutti i contesti e anche per questo motivo va a tutti voi il grazie mio personale e della Federazione che ho l’onore di rappresentare e il riconoscimento delle istituzioni che, sia pure con un po’ di fatica, stanno comunque arrivando almeno per alcuni aspetti importanti e strutturali sui quali poi dovremo continuare a lavorare per migliorarli e renderli sempre più concreti e attuali, sempre più aderenti a quelle che sono le realtà che noi infermieri viviamo quotidianamente rispetto alla nostra professione.
Nel 2020 sono andate in porto numerose novità per la professione infermieristica su cui la Federazione ha lavorato per ottenere il massimo riconoscimento per la nostra professione, altrimenti spesso dimenticata.
Ad esempio, la nascita per legge dell’infermiere di famiglia e comunità, la presenza confermata degli infermieri nel Piano nazionale per la prevenzione e nel documento approvato in Stato Regioni sulla telemedicina.
Anche nella realizzazione della giornata del personale sanitario coinvolto nell’emergenza Covid, grazie all’intervento della Federazione non ci si è fermati al nome iniziale “Giornata dei camici bianchi” che sarebbe stato sicuramente fraintendibile, ma la legge è divenuta per la “Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario e del volontariato”.
La Federazione ha anche sollecitato perché in analogia con quanto indicato dall’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) a livello europeo, nelle linee guida dell’Istituto superiore di Sanità per l’assistenza nelle Scuole gli infermieri fossero referenti scolastici per la salute.
C’è stata poi l’approvazione della legge antiviolenza sugli operatori sanitari che ha recepito numerose richieste della FNOPI.
E infine nella legge di Bilancio 2021 è stata riconosciuta la specificità infermieristica, legandola anche a una indennità sicuramente rimodulabile e rivedibile negli importi che hanno bisogno di maggiori risorse, che rappresenta tuttavia la porta sul futuro di una ulteriore crescita delle competenze, della realizzazione delle specializzazioni e del contrasto alle carenze di organico, necessarie a fornire ai cittadini un’assistenza sempre migliore e più qualificata. Parlamento e Governo con l’approvazione dell’indennità di specificità infermieristica hanno accolto le richieste degli infermieri che durante la pandemia hanno dimostrato in prima linea la loro professionalità, capacità, qualità e valore sia clinico che morale, evitando che fosse confusa con un semplice premio economico o con un bonus contrattuale.
Sicuramente ancora molto c’è da fare e la FNOPI sta lavorando per la professione. Tuttavia, nonostante tutto il 2020 si può definire un anno di “raccolto” per l0nfermieristica e la sua crescita e il suo riconoscimento professionale.
Il futuro che abbiamo davanti è un futuro che dipende da noi dipende, da quello che abbiamo fatto e dimostrato di sapere e potere fare quest’anno e che continueremo a fare.
Sono certa che gli infermieri non faranno mai venir meno il loro contributo, la loro competenza, la loro capacità di relazione, la loro disciplina agli assistiti e al Servizio sanitario.
Non possiamo tirarci indietro in questo momento in cui il Paese ha bisogno di queste caratteristiche che sono tipiche e peculiari della nostra professione e quindi proviamo a guardare al 2021 con serenità e con l’auspicio che possa essere un anno dove possiamo lasciarci alle spalle un problema di salute che ha toccato tutti noi, ma nel lasciarselo alle spalle dobbiamo anche imparare molto da ciò che abbiamo vissuto e stiamo ancora, purtroppo, vivendo – e sono certa che noi infermieri abbiamo fatto tesoro dell’ esperienza di quest’anno -, perché come diceva la nostra fondatrice la storia ha sempre qualcosa da dire a chi la vuole ascoltare.
Continua a piantare i tuoi semi, perché non saprai mai quali cresceranno: forse lo faranno tutti” ha detto Albert Einstein. E noi piantiamo e pianteremo ogni seme necessario e possibile, con la volontà che tutti davvero crescano per la nostra professione, ricordando che “un albero il cui tronco si può a malapena abbracciare nasce da un minuscolo germoglio” (Lao Tse, fondatore del Taoismo).

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