“Ora disegniamo il futuro della professione”


Il 2021 dovrà essere un anno di avanzamento della professione infermieristica.
Infermiere specializzato, infermiere prescrittore, infermiere gestore e coordinatore di percorsi assistenziali soprattutto sul territorio, infermiere aperto al mix professionale per soddisfare i bisogni degli assistiti, infermiere incentivato con nuovi sbocchi di carriera e percorsi premianti.
Sono i cardini del futuro della professione individuati in un documento messo a punto dalla FNOPI, grazie a un Advisory Board composto da personalità di rilievo del Ssn, organizzato con l’obiettivo di individuare le prossime sfide del comparto e comprendere in che modo la professione infermieristica possa contribuire a potenziare e ammodernare il Servizio sanitario nazionale e rendere più forte la ripresa e la resilienza del Paese, inviato al Presidente del Consiglio, al ministro della Salute, alle Regioni e al Parlamento.
Le basi della crescita ci sono, dalla specificità della professione riconosciuta nella legge di bilancio 2021 alla deroga, sia pure parziale, al regie delle incompatibilità per consentire agli infermieri dipendenti del Ssn di vaccinare quanto più possibile anche al di fuori delle aziende da cui dipendono, dall’ufficializzazione dell’infermiere di famiglia e comunità alla presenza costante degli infermieri con ruoli specifici e di rilievo nei principali documenti di programmazione soprattutto per l’assistenza sul territorio come i Piani nazionali della cronicità e della prevenzione e gli ospedali di comunità a gestione infermieristica.
La FNOPI per il Recovery Plan ha avanzato precise richieste al Governo e al Parlamento:
1. Sviluppare e ampliare le competenze del personale infermieristico per adeguarle alle esigenze, identificando meglio il suo ruolo nei vari setting assistenziali;
2. Risolvere il fabbisogno di personale infermieristico, sia in termini di programmazione degli accessi ai percorsi di studio, sia migliorando le prospettive di carriera, anche rispetto al trattamento economico;
3. Migliorare i modelli organizzativi della rete ospedaliera e territoriale, valutandone un’adeguata programmazione dei bisogni, valorizzando il contributo del sapere infermieristico, stabilendo tra i professionisti un livello di integrazione multidisciplinare (team) e un livello di differenziazione dei rispettivi ruoli e competenze.
Gli strumenti ci sono e con il PNRR anche le risorse, ma servono tasselli importanti per realizzare gli obiettivi che la FNOPI porterà avanti nel breve-medio periodo.
Si tratta di riformare il percorso di formazione, contestualmente ad un graduale ampliamento dei numeri programmati per le lauree in infermieristica e in particolare per l’accesso alle lauree magistrali, per garantire flussi costanti di infermieri in relazione alle esigenze dei servizi nei prossimi anni. Per raggiungere l’obiettivo di qualificare le competenze del personale infermieristico è necessario porsi come obiettivo minimo da realizzarsi entro un decennio la disponibilità di un 20% dei professionisti ad elevata specializzazione nelle diverse aree dell’assistenza.
Ma anche di valorizzare la professione con interventi su quattro dimensioni: pianificazione; reclutamento e selezione; percorsi di carriera e ricompensa.
Poi è necessario un cambio di rotta sugli interventi terapeutici grazie all’ampliamento delle competenze, a partire dalla possibilità di prescrivere alcune classi di farmaci e presidi che rientrano nella loro sfera di conoscenza e competenza. Ma anche sugli interventi assistenziali, definendo la piena ed esclusiva funzione di cura e non di supplenza delle altre professioni sanitari, nonché superando la frammentazione e la disomogeneità dei modelli regionali.
E infine si dovrà dare agli infermieri la possibilità di gestire e coordinare processi assistenziali, come ad esempio in contesti quali le centrali operative del 116-117 e le centrali dei servizi distrettuali, interventi di presa in carico proattiva anche attraverso nuovi strumenti di teleassistenza e soprattutto assistenza infermieristica territoriale con il potenziamento e la diffusione a livello nazionale del ruolo dell’infermiere di famiglia e di comunità che permette di migliorare la presa in carico dei pazienti, monitorare la corretta aderenza terapeutica e cooperare con le altre figure professionali.
Per valorizzare la professione poi è necessario delineare il mix quali-quantitativo del personale nel medio periodo (staffing) in relazione agli standard di esiti di cura attesi sulla popolazione, dimensionando gli organici di personale sanitario in riferimento ai vecchi e nuovi bisogni della popolazione, e non soltanto in riferimento all’equilibrio di spesa (minutaggio), e garantendoli nello stesso modo in tutte le Regioni.
Ancora, valutare, reclutare e valorizzare competenze specialistiche in relazione alle specifiche esigenze dell’organizzazione attraverso strumenti di selezione dei candidati (risorse conoscitive, comportamentali, professionali).
E infine delineare un sentiero coerente di ruoli da ricoprire nel tempo, prevedendo anche un sistema premiante che mantiene equo il rapporto tra contributi e incentivi, in linea con gli altri Paesi membri dell’Unione Europea, anche per motivare il personale.
Sono argomenti che segnano uno sviluppo logico della professione che in altri Paesi europei (e non solo) sta già avvenendo o è già avvenuto.
Da noi sarà necessario – e in questo sta anche impegno della FNOPI per i prossimi anni – dare spazio all’innovazione delle politiche dei professionisti sanitari e la valorizzazione di tutte le loro competenze, acquisite attraverso un rigoroso percorso formativo di livello universitario.
Non si possono più sprecare competenze per l’immobilismo e le resistenze al cambiamento. Di questo ne siamo consapevoli noi e il nostro compito ora è di renderne consapevoli tutti.
A quanto parte poco alla volta ci stiamo riuscendo: “Come raggiungere un traguardo? Senza fretta ma senza sosta” ha scritto Goethe. E la FNOPI non si ferma e i suoi traguardi intende raggiungerli uno ad uno, per la professione e per i cittadini che assistiamo e che hanno fiducia in noi.

STAMPA L'ARTICOLO