La professione sta crescendo: ecco le nuove sfide per farla crescere ancora di più


Il quadriennio avviato con il nuovo Comitato centrale FNOPI e i presidenti degli ordini emersi dalle votazioni degli ultimi mesi 2020, ha un obiettivo: la crescita della professione e la conferma del posizionamento guadagnato sul campo, oltre che con la formazione e le prerogative che caratterizzano ogni infermiere, con la forza di volontà e la costanza di credere nell’assistenza e nella professione, senza mai lasciare solo nessuno, nemmeno difronte alla malattia e spesso purtroppo alla morte a cui anche molti nostri colleghi sono andato incontro durante la pandemia.
Nel breve periodo emergono sei traguardi che vanno raggiunti nel quadriennio per confermare e rafforzare questa immagine e le posizioni conquistate: l’adeguamento dei fabbisogni di personale; le specializzazioni e le competenze da confermare e ufficializzare; la specificità infermieristica da sviluppare; la presenza nelle istituzioni da intensificare per un confronto davvero costruttivo; la cultura e l’identità della professione e l’eliminazione definitiva delle disuguaglianze con le altre professioni.
Ma già da domani l’impegno sarà verso precisi argomenti da affrontare – con urgenza – a tutti i livelli necessari e possibili.
Ad esempio il protocollo FNOPI-ministero Salute-Regioni sulle vaccinazioni e la relativa autonomia vaccinale; il blocco della delibera sulle competenze degli Oss del Veneto e di analoghe iniziative di altre Regioni; l’indennità di specificità infermieristica rispetto alla quale va velocizzata l’assegnazione agli infermieri; l’attuazione del Recovery Plan e delle riforme correlate (standard personale, riforma competenze, Dm per il territorio); la ripresa dell’applicazione del Patto per la salute, sospesa con la pandemia.
Per raggiungere tutti questi traguardi si dovrà anche migliorare la formazione che dovrà promuovere la gestione e il governo dei processi assistenziali nei vari contesti di esercizio professionale creando cultura identitaria, anche attraverso approcci organizzativi e si dovranno revisionare e sviluppare quali-quantitativamente i programmi dei percorsi di base e post base.
Ma non solo.
Si dovrà Intervenire sugli studi per il dimensionamento degli organici nel medio periodo e sviluppare la revisione dei fabbisogni formativi anche nell’ottica del concetto di staffing (definizione benchmark, funzioni complementari, fabbisogni…).
E soprattutto è necessario affrontare la carenza infermieristica (programmazione universitaria, rischi svalutazione, ecc.) con particolare attenzione alla rilevazione del fabbisogno infermieristico pediatrico.
A livello operativo, per l’organizzazione efficiente del lavoro, dovranno essere sviluppati dirigenza e management per un’unica identificazione semantica e strutturale della professione (definizione funzione manageriale/middle management) e una carriera manageriale diversa da quella clinica.
Anche i rapporti con il “resto della Sanità” dovranno essere modificati, rafforzando la rete di collaborazione con associazionismo e cittadini, le reti di comunità, le associazioni e le società scientifiche anche attraverso le consulte e favorendo favorire un rapporto interprofessionale orientato all’appropriatezza dei ruoli e delle specifiche competenze per soluzioni organizzative innovative.
Tra gli obiettivi c’è poi lo sviluppo di reti con stakeholders esterni anche del mondo profit a favore dello sviluppo professionale e dei servizi in favore della categoria e il rafforzamento dei rapporti con i “datori di lavoro” per una maggiore sensibilizzazione sulla dignità professionale (FIASO, Federsanità, UNEBA, URIPA, Confcooperative, AIOP, ARIS, AOPI ecc.).
La Federazione poi non può svolgere per legge (la 3/2018) funzioni e compiti sindacali, ma non per questo non può non essere promossa con i sindacati e il Comitato di Settore una sinergia funzionale allo sviluppo e al riconoscimento della professione infermieristica all’interno dei contratti pubblici e privati e all’interno dell’organizzazione del lavoro.
Le sfide sono tante e sono tanti anche i muri da abbattere sul cammino degli ulteriori passi avanti che la professione deve compiere e si appresta a compiere.
La Federazione lo sa, lo sanno gli Ordini e tutti sono proiettati nell’immediato futuro, ma anche a medio termine, a sviluppare i presupposti per un ambiente favorevole alla crescita della rilevanza sociale e contrattuale dell’infermieristica e dell’infermieristica pediatrica.
Si tratta di affrontare con il massimo della potenzialità assistenziale oggi la pandemia, velocizzando quanto più possibile la vaccinazione per far fronte a contagi e decessi, ma anche di soddisfare, oggi, domani e sempre, i bisogni di salute dei più fragili che durante la pandemia sono stati trascurati.
Si tratta di affermare il principio che questo avviene per le caratteristiche professionali e umane degli infermieri che devono essere potenziate e sviluppate.
Gli infermieri si sono da subito resi disponibili per un intervento efficiente, efficace e autonomo, in modo anche da lasciare libertà di azione agli altri professionisti coinvolti,  ma per consentire queste attività è richiesto di apportare le necessarie modifiche alla normativa attuale, oltre che un coordinamento e un monitoraggio sull’attuazione delle norme che non le lascino solo sulla carta, ma le attuino a pieno regime, aumentando l’efficienza del nostro servizio sanitario nazionale: gli infermieri devono crescere e a loro devono essere lasciati gli spazi che la loro capacità e la loro formazione hanno conquistato.
In questo ultimo anno abbiamo saputo dimostrare la rilevanza della nostra professione e la forza del nostro carattere.
Abbiamo saputo dimostrare che agli infermieri devono essere riconosciute quelle prerogative oggi ancora spesso ignorate per una cultura, ormai obsoleta non c’è dubbio, che non vede e non comprende quale è l’unico modello possibile di assistenza.
Un modello multiprofessionale, in sinergia, capace di favorire un rapporto interprofessionale vero e orientato all’appropriatezza dei ruoli e delle specifiche competenze per soluzioni organizzative innovative.
Senza questo modello le reti territoriali, l’assistenza di prossimità e tutti quei principi che ci si è resi conto sul campo essere davvero indispensabili per completare un Servizio sanitario equo, universale e sostenibile, resteranno solo parole scritte sulla carta.
Per affrontare la sfida del secolo venturo gli esseri umani dovranno sviluppare un maggiore senso di responsabilità universale. Ciascuno deve imparare a lavorare non solo per sé, per la sua famiglia o la sua nazione, ma a favore di tutta l’umanità”, ha detto il Dalai Lama.
Ed è questo il senso che anche nella professione deve assumere la capacità degli infermieri. Massima professionalità con la massima sinergia e un unico obiettivo: essere in primo piano per la tutela della salute di tutti.

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