Dietro la maschera


Pasquale Dente

Self publishing 2020

Il vissuto degli infermieri lontani da casa ai tempi del Covid
Riusciamo a raggiungere al telefono Pasquale Dente proprio mentre sta per imbarcarsi da Napoli, sua città natale, alla volta del Regno Unito, dove lavora come infermiere nel reparto di terapia intensiva del JR Hospital di Oxford. Toccata e fuga in Italia per un concorso pubblico, dopo anni passati all’estero. “Tornerei, ma solo con la certezza di un posto fisso”, spiega, mentre si appresta a trascorrere le feste lontano da casa e dagli affetti più cari. 

In Italia lascia però “Dietro la maschera”, il suo primo romanzo, mandato in stampa grazie al self publishing e già disponibile su tutte le principali piattaforme, sia in versione cartacea che digitale. 
Più che un libro, un diario; il diario di una generazione di infermieri che hanno lasciato, per vari motivi, le proprie terre di origine per affermarsi altrove. Ed è insieme un film di questo tragico e rocambolesco 2020, raccontato dal punto di vista della giovane Lucia, infermiera napoletana emigrata al Nord per carcare lavoro e fortuna. Dietro la maschera (e la mascherina) di Lucia, c’è però Pasquale, lo confessa senza problemi: “Si è trattato di un espediente narrativo, che mi ha consentito di scrivere con maggiore libertà e disinvoltura, ma è evidente che le storie di Lucia e dei suoi coinquilini sono molto vicine al mio vissuto personale, o comunque a vicende che ho potuto incrociare da vicino nel corso della mia esperienza professionale”.

Il romanzo, nella sua semplice struttura e tessitura, sembra ricalcare i tempi e le sensazioni di noi tutti durante l’anno appena passato.
I capitoli iniziali sono quelli della incoscienza/non conoscenza del pericolo incombente. Il gruppo di protagonisti è in Egitto, al caldo in pieno inverno, e il problema più grande sembra essere rappresentato dalle zanzare.
Poi il graduale disvelamento dell’incubo-coronavirus.
Il rientro in Italia e la situazione ancora apparentemente sotto controllo al Sud.
Quindi lo choc del primo giorno di lavoro in terapia intensiva in Lombardia (un reparto che l’autore dimostra di conoscere nei minimi particolari), il confronto quotidiano con un tipo di dolore e di morte mai visto prima, lo spettro perenne del burnout con la sensazione di non farcela e di non essere apprezzati per il prezioso lavoro svolto ogni giorno.
E infine il meccanismo che si inceppa, l’equilibrio mentale e fisico che salta, per arrivare a un finale sorprendente, a tinte cupe (che non sveliamo!).

Chiediamo a Pasquale se davvero l’ottimismo sia diventato merce rara, tra i giovani infermieri che continuano a lottare in prima linea contro l’invisibile coronavirus e le sue varianti.
Lui sorride, lo si percepisce anche se al telefono: “Ho sicuramente calcato un po’ la mano, insistendo sul dramma personale di Lucia, che tra l’altro si ammala lei stessa di Covid, per lanciare un grido di allarme alle nostre istituzioni e far comprendere che noi infermieri, per quanto formati a livello universitario e in vari ambiti di specializzazioni, non siamo soldati da mandare in guerra senza munizioni e senza un sostegno psicologico che consenta di mantenere la posizione a lungo e senza tentennamenti.
Tanti colleghi mi scrivono per dirmi che hanno pianto leggendo questo romanzo, perché hanno vissuto disagi identici a quelli che ho descritto: siamo passati in pochi giorni dall’eccitazione alla depressione; dal senso di invincibilità al senso di vuoto.
Tutto questo non potrà e non dovrà essere cancellato, dalle nostre memorie e da quelle di chi di governa”.
Molto significativa anche la copertina, in stile Sellerio, a cura di Carlo Uliano.

Il progetto editoriale di Pasquale Dente vive ogni giorno sui social media, grazie alla pagina Instagram @dietrolamascheralibro

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