La penna di Florence Nightingale. Aforismi e riflessioni della fondatrice dell’Infermieristica moderna



Donatella Lippi, Luca Borghi
Pontecorboli editore – Firenze, 2020
Pagine 106

Nell’anno di Florence Nightingale, ovvero del bicentenario della sua nascita, e degli infermieri tutti, come proclamato dall’ONU all’inizio di questo 2020, un percorso sulla nostra fondatrice dell’Infermieristica è non solo un dovere celebrativo, bensì un’occasione di riflessione per tutti.

E’ ormai importante la letteratura che ha come soggetto Florence Nightingale. Inevitabilmente in questo anno si sono aggiunti nuovi volumi a celebrarla, alcune ristampe e altre vere novità. Tra queste ultime vale la pena segnalare un libro snello e molto curato nella sua forma, La penna di Florence Nightingale, nel quale gli Autori scelgono una nuova strada, che è quella di una lettura con una prospettiva particolare.
Come gli Autori stessi scrivono, l’intento è quello di “raccogliere in un volume gli aforismi, le massime, le riflessioni che possono essere estrapolati dalla ricca produzione di Florence Nightingale, per individuare un percorso che attraversi il tempo e lo spazio, superando quella brevità che si richiede all’aforisma, per condividere con l’autore quel momento prodigioso, in cui la sua riflessione ha preso forma e ha assunto valore e autorevolezza”.
Rifacendosi quindi direttamente alle opere della fondatrice dell’Infermieristica moderna, che vengono riepilogate al lettore per ricordare la sua ampia produzione (p. 27), nonché alle principali tappe della sua vita (p. 23), si ha modo di ripercorrere quanto sia stata influente la figura di Nightingale nell’epoca in cui visse, estendendo la sua opera innovatrice ben oltre il suo Paese e l’Europa.
Gli Autori corredano il volume di una introduzione ragionata sulla Medicina e soprattutto sull’Assistenza, per portarci a comprendere meglio quale “terremoto” provocò il modello di sviluppo del nursing di Nightingale, in cui il metodo, l’osservazione mirata e l’applicazione di modelli statistico-matematici si sostituirono alla approssimazione ed estemporaneità della cura in quell’epoca.
Ma volgiamo uno sguardo agli aforismi di Nightingale, che colpiscono per la loro modernità: una donna capace di guardare al futuro, vedendo quanto gli altri non ancora immaginavano.
Cosa si può fare per chi non è pronto per la normale vita quotidiana? Ogni ospedale dovrebbe avere il suo reparto per convalescenti e ogni distretto dovrebbe avere la sua casa per convalescenti”. “La prima necessità di un ospedale per convalescenti è che non dovrebbe affatto assomigliare a un ospedale : il migliore ospedale per convalescenti sarebbero delle villette a schiera” (p.67). Con queste parole Nightingale sintetizza la sua visione del ruolo di ospedale, casa e ambiente nella promozione della salute e cura dei malati. Ma è certo sull’assistenza, sul nursing, che Nightingale esprime con gli aforismi la sua capacità di visione: “Le finestre sono fatte per essere aperte, le porte sono fatte per essere chiuse” (p. 40). Ecco come riassume vari aspetti igienici integrati a quelli relazionali-deontologici: incredibile quanto si possa esprimere con una sola frase! E ancora: “Al giorno d’oggi si scrivono e si leggono volumi sull’effetto che ha la mente sul corpo: hanno ragione in gran parte, ma io vorrei che si riflettesse un poco di più sull’effetto che ha il corpo sulla mente” (p. 42). In quella che Nightingale definisce l’essenza del nursing c’è questa straordinaria verità: non gli atti eroici che contraddistinguono l’azione del medico, nell’immaginario collettivo, non l’intervento estremo ed eccezionale che porterà, forse, la persona a sopravvivere, ma la rilevanza della cura quotidiana, quella che permette agli individui di essere, di sentirsi sé stessi, di restare in relazione col circostante. “La vita e la morte, la guarigione o l’invalidità dei pazienti, non dipende in genere da un qualsiasi atto grandioso e isolato, ma dall’instancabile e accurato compimento del dovere pratico di ogni momento” (p. 45).
In questo periodo che ci ha colto tutti tragicamente impreparati, questo libro e i migliaia di infermieri che si sono adoperati per i pazienti in stato di necessità, nonostante i rischi personali a cui andavano incontro, dimostrano che l’essenza del nursing va al di là del tempo. Nightingale e gli infermieri odierni, uniti da comuni valori di riferimento, comprendono l’importanza di quello che poco appare, di quanto non sempre fa parlare, ma che è essenziale per gli individui, per la loro sicurezza e ben-essere. Che gli infermieri colgono, senza per questo definirsi e sentirsi eroi. E lo dimostra il fatto che proprio in questi giorni, laddove la storia di Nightingale è iniziata, ovvero a Firenze, la sua statua funebre è diventata parte del memoriale dedicato a tutti i professionisti e operatori sanitari che hanno pagato con la propria vita il garantire a tutti i pazienti con Covid-19 un’adeguata presa in carico e la tutela della dignità delle persone che avevano nelle loro mani.
E con l’immagine di Florence in Firenze suggeriamo ai lettori di esplorare questa particolare raffigurazione della signora con la lampada, che Lippi e Borghi hanno illuminato di nuova luce.

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