Aver cura di sé


Aver cura di sé

Un testo che si propone come un vero e proprio manuale. Uno scritto che in un momento storico in cui aver cura dell’altro sembra aver perso di significato riprende il discorso da noi stessi quale indispensabile passaggio di crescita e consapevolezza per poi allargare la “cura” a chi incontreremo. Un viaggio che passa attraverso la consapevolezza che il tempo va riempito di senso per non lasciare che “semplicemente passi, senza che nessun filo di senso possa essere disegnato nello spazio seppur breve del proprio divenire” con questo concetto l’autrice apre ai lettori la prima indispensabile presa di coscienza. Suddiviso in quattro capitoli il libro accompagna il lettore in un percorso che, affondando le radici nella filosofia e nella storia dei “pensatori” quali Platone, Aristotele, D’Aquino passando da Foucault, Heiddegger al più contemporaneo Mortari, attualizzandolo e rendendolo fruibile, ricco di citazioni che l’autrice elabora per affrontare il cammino. Forti i riferimenti alla spiritualità quale componente indispensabile affinché il pensiero e la mente possano aiutarci a conoscerci poiché “il conoscere sé stessi porta a sapersi e sapersi significa muoversi con una certa libertà”. Il viaggio in cui si viene accompagnati è anche di carattere pratico, l’autrice infatti afferma che “conoscere se stessi si realizza in -atti della riflessione- nei quali la vita della mente diventa oggetto di analisi e viene colta concettualmente. La riflessione è quel gesto della mente nel quale il soggetto del pensare osserva ciò che accade in sé stesso…”. Vengono anche forniti suggerimenti di tecniche meditative/riflessive per aiutare il lettore nell’impegnativo percorso di conoscenza di sé, attraverso il metodo fenomenologico la riflessione si configura come autoindagine per perseguire un’adeguata conoscenza di sé. Se pensare riflessivamente accende una luce interiore che illumina il flusso del vivere, condizione essenziale affinché le ombre del quotidiano e del superfluo non confondano la conoscenza vera, l’autrice mete in guardia sull’eccessivo teorizzare e rischio di perdere il legame tra l’“essere” interiore e la materia che lo contiene la cui unione rende completo l’Uomo. Essere presenti al qui e ora come la pratica della mindfullness, che rientra pienamente tra gli esercizi della mente e del pensiero, ci aiuta a vivere consapevolmente. Affinchè il viaggio interiore possa avere una valenza “pratica” l’autrice consiglia la scrittura, la narrazione, quale metodo indispensabile affinché sentimenti, emozioni, impressioni e pregiudizi che il vivere costruisce, possano essere analizzati anche a posteriori e trovino la forza della verità, il più possibile scevra da confondimenti, per poi essere messi alla prova nella pratica. Trovare tempo da dedicarsi è primo il passo per la cura di sé, tendere alla conoscenza richiede disciplina e tecnica. L’autrice mette però in guardia sul rischio dell’eccessiva concettualizzazione e intellettualismo che potrebbero rendere “freddo” un viaggio che in realtà chiede entusiasmo per la verità, passione e dedizione per esserci veramente con gli altri e amore per le cose (agàpe). Il manoscritto richiede tempo e meditazione per essere assimilato e coglierne i passaggi che guidano il cammino, ma al termina si avrà delineata una strada che porta ad “aver cura di sé”.

Aurelio Filippini

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