Alfredo Zuppiroli, medico cardiologo, ha lavorato per oltre trentacinque anni negli ospedali fiorentini: si è occupato oltre che dell’attività clinica anche di ricerca scientifica, ricoprendo anche ruoli di responsabilità organizzativa. Ha sviluppato anche un particolare interesse per i temi etici in medicina: la sua esperienza di medico lo ha portato ad entrare in relazione con tante persone e questo testo rappresenta appunto una summa delle tante storie e anime incontrate e non solo di ammalati. Queste storie lo hanno aiutato a ripensare il senso di salute, malattia e cura.
Le storie, la biografia delle persone sono elementi fondamentali per attribuire significati personali alle cause naturali delle malattie: in ciò questo volume entra a pieno titolo nella collana della “Medicina narrativa”. Le storie dei pazienti, le loro rappresentazioni, percezioni e preferenze offrono un punto di vista unico e insostituibile e rendono possibile una reale personalizzazione del percorso di cura, clinico-assistenziale o educativo, che la biologia da sola non riuscirebbe ad offrire. Per esempio talvolta si assiste a delle evoluzioni della malattia che, dal punto di vista biologico, non sarebbero comprensibili se non affrontate e inquadrate più olisticamente.
Questo volume è indirizzato, in modo particolare, a tutti quei professionisti che si occupano della cura delle persone, ma anche a tutti coloro che direttamente o indirettamente hanno avuto, o che hanno, contatti con la malattia, gli ospedali, le politiche sanitarie.
L’autore, nei vari capitoli, accompagna il lettore a riflettere, attraverso alcune storie di persone che ha incontrato nella sua attività di medico, su come la società si sia trasformata in questi ultimi decenni e su come l’organizzazione abbia sempre un peso maggiore nella relazione medico-paziente.
Il focus di questo volume sta nelle parole del medico canadese William Osler: È molto più importante sapere che tipo di paziente ha quella malattia, piuttosto che sapere che tipo di malattia ha quel paziente. Per questo la capacità di porsi in ascolto, da parte degli operatori e professionisti che si occupano della cura, è fondamentale per capire gli aspetti che hanno determinato la manifestazione della malattia, per comprendere la scala dei valori della persona, per aiutarla ad autodeterminare il proprio percorso di cura e restituirle la sua storia, per aiutare l’ammalato a capire meglio la sua malattia e saperla controllare.
Autodeterminazione dell’ammalato, secondo Zuppiroli, non deve far sfociare in un decidi da solo, piuttosto in un cammino che medico e paziente devono percorrere insieme, per annullare le distanze. L’autore ci ricorda che gli studi sui determinanti della salute ci dimostrano che la condizione socio-economica e il grado di istruzione sono quelli che influiscono maggiormente sullo stato individuale di salute, per poi passare agli stili di vita, mentre gli investimenti economici vanno maggiormente nella direzione dell’espressione clinica della malattia. Invita quindi tutti gli attori della cura, politici compresi, a fermarsi e a cambiare direzione.
Mara Fadanelli