Sintesi dei risultati del voto del Comitato IMCO del PE del 23 gennaio 2013 sugli emendamenti della Direttiva 2005/36/CE


Il 23 gennaio 2013 il Comitato “Mercato Interno e Protezione dei Consumatori” (IMCO) del Parlamento Europeo ha votato il Rapporto Vergnaud relativo alla modernizzazione della Direttiva 36/2005/CE sul riconoscimento delle qualifiche professionali. Gli europarlamentari hanno dato un messaggio chiaro sulle loro aspettative in merito alla modernizzazione della Direttiva. In generale, il Comitato IMCO ha dato poco sostegno ad un’armonizzazione “verso” l’alto delle qualifiche professionali nell’UE. La Relatrice, Ms. Vergnaud, MEP (S&D) ha dichiarato che “il voto riflette la volontà del Parlamento Europeo di migliorare gli strumenti della Direttiva 2005, per proporne dei nuovi, nonché per migliorare e garantire la mobilità dei professionisti europei”.

A seguito di questo voto, è interessante sottolineare i seguenti punti:

  • Gli europarlamentari concordavano sull’introduzione di una Tessera Professionale Europea (TPE) che mirasse a facilitare le procedure amministrative per i professionisti che lavorano in un altro paese. La Tessera sarà sotto forma di certificato elettronico rilasciato dal paese di provenienza. Essa farà riferimento all’IMI, il sistema elettronico di informazione per il mercato interno che sarà rivisto a tale scopo.

  • Per quanto concerne il Meccanismo di Allerta, nella eventualità della revoca del diritto di esercitare la professione in uno Stato membro, tutti gli altri Stati Membri saranno informati di questa revoca attraverso il meccanismo di allerta (IMI). Sempre secondo il Rapporto, tutti gli Stati membri dovrebbero essere informati di ogni condanna o decisione disciplinare riguardante un professionista nel giro di 48 ore. Gli europarlamentari hanno anche aggiunto delle garanzie relative alla presunzione di innocenza.

  • L’accesso parziale, mira a facilitare il riconoscimento delle professioni non riconosciute in diversi paesi. Sarà ancora impossibile nell’ambito delle 7 professioni che godono del riconoscimento automatico e per le professioni che non sono pienamente qualificate nel paese di origine. Un’unica autorità avrà la competenza di decidere sul rifiuto dell’accesso parziale e di definire le ragioni di interesse generale che giustificano tali rifiuti.

  • In merito ai test linguistici, l’IMCO ha confermato che solo le autorità competenti dei paesi ospitanti debbano avere il diritto di valutare le conoscenze linguistiche dei professionisti della salute dopo il riconoscimento delle loro qualifiche, ma prima dell’autorizzazione all’esercizio della professione.

  • In merito la formazione professionale continua, il Comitato IMCO propone di incoraggiare gli Stati Membri ad introdurre disposizioni sull’obbligo della formazione continua di alcuni professionisti della salute (medici, infermieri, dentisti, ostetriche). Gli europarlamentari hanno anche proposto di far valutare la formazione continua da un Ente di Valutazione (European Quality Assurance Register).

  • Gli europarlamentari hanno anche adottato degli emendamenti molto positivi sui Quadri Formativi Comuni (Common Training Frameworks). Il Rapporto stabilisce che questo ponte verso il riconoscimento automatico venga esteso anche alle specialità delle professioni automaticamente riconosciute. Inoltre, il testo del Parlamento, specifica che i Quadri Formativi Comuni debbano essere redatti con la collaborazione delle organizzazioni professionali.

  • Per quanto riguarda il passaggio da 10 a 12 anni di istruzione generale obbligatoria prima di accedere alle Scuole Infermieristiche, proposto dalla Commissione UE, la maggioranza degli europarlamentari ha preferito raggiungere un compromesso, accettare i 12 anni e allo stesso tempo anche i 10 anni di istruzione generale, a condizione che le competenze specifiche comuni ad entrambi le categorie siano elencate e regolarmente aggiornate.

  • Inoltre, gli europarlamentari hanno deciso che la Direttiva debba comprendere anche i tirocini, come una parte integrante dell’esperienza professionale. Il Parlamento Europeo si è espresso a favore dell’inclusione di tirocini non retribuiti, nonostante quanto proposto dalla Commissione UE, visto che i tirocini non retribuiti potrebbero essere parte integrante della formazione che consente di accedere ad una professione regolamentata.

Tratto da: Telegramma CEPLIS, The European Council of the Liberal Professions, 15 febbraio 2013 – n. 3/13

www.ceplis.org

 

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