Devono essere cambiati i paradigmi di assistenza


Il nostro pensiero e orientamento si esprime in un verbo: cambiare. Siamo convinti, guardando le cose “da dentro”, che per la sostenibilità il sistema debba cambiare i paradigmi organizzativi e assistenziali che hanno strutturato le modalità di risposta ai bisogni e problemi di salute dei singoli e della collettività. Modalità di risposta disallineate rispetto all’andamento demografico, epidemiologico, economico e culturale.

L'approccio e la risoluzione ai casi acuti o altamente complessi che richiedono interventi di particolare specificità sia di tipo diagnostico interventistico, sia di tipo tecnologico e assistenziale devono svilupparsi in ospedali di livello alto, impostati su cicli di operatività h24 e collegati ad una rete ospedaliera di livello medio e a setting territoriali diversificati.

La rete ospedaliera deve essere coerente alla casistica rilevata nel bacino d'utenza indicato e dotarsi di un'organizzazione delle degenze che superi la logica del posto letto "inchiodato" sulla disciplina clinica per muovere, invece, verso una gestione "terza" dei posti letto, utilizzando il criterio allocativo dell'intensità di cura e della complessità assistenziale.

In tal modo dovrebbe favorirsi aumento del turnover paziente/posto letto, diminuzione dell'intasamento dei Pronto Soccorso, di barelle o di letti in corridoio, contenimento di costi, razionalizzazione dei processi organizzativi e ottimizzazione pertinente degli infermieri, degli operatori coinvolti nell'assistenza e delle altre professionalità sanitarie.

Ma ancora, la rete ospedaliera dovrà essere strettamente interrelata alla rete dell'assistenza primaria e a setting territoriali intermedi e domiciliari, che garantiscano continuità di cura e assistenza, assistenza infermieristica, sorveglianza qualificata e strutturata associata alla preparazione all'eventuale domiciliarietà, follow up e quant'altro di necessità con appropriatezza e consapevolezza del mutato bisogno legato alla mutata demografia ed epidemiologia.

L'offerta sanitaria, evoluta e cambiata, dovrà ridisegnarsi anche mettendo in discussione gli attuali perimetri professionali ed integrando i percorsi formativi dei futuri (accademia) ed attuali operatori sanitari (formazione permanente). Per dare sostenibilità al sistema serve un contro-bilanciamento organizzativo e assistenziale che richiede profondi cambiamenti del sistema salute.

Noi siamo pronti a sostenere con le nostre competenze, idee e progetti di cambiamento, della equità e della solidarietà intergenerazionale.

Intervista rilasciata a Il Sole 24 ore sanità (n. 48-49, 25 dicembre 2012 – 7 gennaio 2013)

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