Portfolio delle competenze delle professioni sanitarie


In un quadro generale di costante evoluzione e flessibilità, la leva formativa assume un’importanza fondamentale per garantire al cittadino prestazioni sanitarie appropriate, che devono essere erogate da professionisti la cui competenza è in linea con le evoluzioni scientifiche e tecnologiche.
L’Educazione continua in medicina (Ecm) è il processo mediante il quale gli operatori sanitari curano il proprio sviluppo professionale continuo, con l’obiettivo di rispondere alle esigenze dei pazienti, al Servizio sanitario e alla propria crescita professionale.
In realtà, per garantire prestazioni così complesse ed in progress, non è possibile lasciare l’acquisizione delle competenze professionali in balia dell’autoreferenzialità. È necessario individuare percorsi e costrutti metodologici che ne certifichino e ne comprovino l’evidenza. Non è sufficiente frequentare un corso e successivamente iniziare ad utilizzare o applicare le nuove metodiche apprese, in quanto la correttezza di esecuzione di tali metodiche può restare in capo al solo giudizio del professionista.
La formazione continua, nel creare una cultura volta a garantire la sicurezza del paziente, dovrebbe individuare strategie formative che contemplino la costruzione e l’utilizzo di criteri oggettivi a favore della riconoscibilità, valutabilità e certificabilità delle competenze acquisite.
Nella sanità italiana il sistema Ecm è stato confermato quale strumento atto a garantire la formazione continua: il fine ultimo è quello di migliorare le competenze e le abilità cliniche, tecniche e manageriali dei professionisti, quindi assicurare efficacia, appropriatezza, sicurezza ed efficienza nell’attività sanitaria. Da qui però la necessità di affiancare la logica dei crediti con quella del portfolio di competenze, che dovrebbe responsabilizzare ad una qualità oggettiva e non autoreferenziale, nonché costituire elemento per la valorizzazione delle singole professionalità. Attraverso il portfolio, collegato agli standard condivisi dalla specifica comunità scientifica, si esplicitano le competenze/performance individuali secondo criteri di confronto dichiarati. Non da ultimo, nell’ottica di un ragionato Continuing professional development, tale bilancio di competenze non è mai finale ma sempre provvisorio e progettuale, uno strumento privilegiato di performance e dynamic assessment.
Nel contesto italiano si parla ancora poco di certificazione, non ne abbiamo la cultura e siamo sprovvisti di standard nazionali, a differenza di quanto accade in altri Paesi. Negli Usa sono addirittura previsti programmi di mantenimento della certificazione (Maintenance of certification – Moc), nonché la necessità, per alcune branche specialistiche, di aderire singolarmente a database di outcome riconosciuti o a programmi di valutazione delle qualità clinica.
Va quindi riconosciuto merito agli Autori di aver posto l’attenzione al Progetto di certificazione delle competenze. Nel volume viene descritta l’esperienza del Collegio Ipasvi di Trento, il quale ha elaborato e predisposto il portfolio delle competenze quale modalità di certificazione delle stesse. In quest’ottica è possibile intraprendere un percorso che porti alla certificazione dei professionisti attraverso la definizione e valutazione delle competenze, dei crediti professionali, della carriera professionale.
Il testo si colloca tra i binari della formazione continua in medicina (Ecm) e la formazione riflessiva, su cui si snodano e si sviluppano i significati e gli approfondimenti che portano al portfolio delle competenze, elaborato attorno a teorie, riflessività metodologiche e proposte operative.
Gli Autori pongono in evidenza gli spaccati della cultura della competenza, iniziando dall’apprendimento e dal Critical thinking, con particolare attenzione alla metodologia del Problem based learning (Pbl), che permette di supportare il processo di ragionamento. Da ciò derivano altri importanti outcome a cui può portare un programma di apprendimento strutturato sulle metodiche del Pbl, e cioè l’abilità di risoluzione dei problemi, il ragionamento critico e la capacità di prendere decisioni.
Nello specifico il primo capitolo del libro è dedicato ai fondamenti teorici dell’apprendimento, analizzati attraverso gli approcci costruttivista e socio-costruttivista, e al tema della certificazione delle competenze e al suo significato. Gli Autori evidenziano una ricca riflessione, scaturita dai diversi ambiti delle scienze della formazione, delle scienze psicologiche e delle scienze organizzative.
Nel secondo capitolo si delinea il paradigma del Critical thinking, le sue teorie e valutazioni adottate, per arrivare al Bilancio delle competenze. La pratica infermieristica richiede il pensiero critico poiché induce ad andar oltre l’immediata prospettiva dell’agire secondo schemi consueti, per aprirsi a dubbi, domande e valutazioni alternative. Il giudizio clinico è il pensiero critico traslato nell’area clinica. La sfida per la formazione infermieristica consiste nella capacità di fornire le risorse, i contenuti e le strategie per sviluppare il pensiero critico e creare i presupposti per trasferire le conoscenze teoriche nel contesto clinico. Ampio spazio è dedicato a come elaborare un bilancio delle competenze, mappare le competenze agite per un loro confronto con l’atteso professionale, nonché capire quale strumento sia da prevedere affinché si possa misurare il livello di abilità raggiunta dalla persona. Utile la tavola sinottica esemplificativa delle competenze previste, che ne permette la misurazione attraverso la scala Dreyfus sui livelli di competenza. Dal confronto tra l’atteso e l’acquisito (gap) si determina il bisogno individuale e ne scaturiscono gli obiettivi educativi, passaggi che nel testo risultano ben esemplificati, sia in tavole che in esempi completi nei diversi step.
Il terzo capitolo è dedicato ai metodi di valutazione, alle sue riflessioni valoriali, agli strumenti e ai metodi, con alcune esemplificazioni significative.
L’ultimo capitolo descrive nel concreto il progetto di certificazione delle competenze elaborato dal gruppo Ipasvi di Trento. Sono riportate le fasi del progetto, il metodo, il processo di scelta degli strumenti di valutazione e di definizione degli indicatori di risultato.
L’esperienza descritta trova una necessaria complementarietà tra la valorizzazione dei singoli professionisti e il loro sviluppo professionale con l’appropriatezza della prestazione sanitaria. In altre parole il testo, nel suo percorso, definisce tutti i passaggi fondamentali necessari alla costruzione e compilazione di un portfolio, nonché piste di approfondimento che possano divenire attività di ricerca e di riflessione, con l’intento di favorirne la diffusione culturale e la costruttiva esperienza.

Sabrina Maioli
Responsabile Ufficio formazione Fondazione Poliambulanza Brescia

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