Infermieristica Preventiva e di comunità


Infermieristica Preventiva e di comunitàNel pieno della crisi economica e in epoca di spending review, è tornato prepotentemente alla ribalta il tema delle politiche sanitarie e del rapporto tra queste e spesa pubblica. L’Europa, in questi mesi, ha messo al centro del dibattito sul futuro della sanità l’argomento cure primarie e assistenza di base. A settembre, a Goteborg, tutti gli esperti degli Stati membri daranno vita all’European Forum for Primary Care per fare il punto della situazione e tracciare una road map, al fine di riorientare le politiche sanitarie nazionali, sia per ridurre la pressione sulla spesa pubblica degli Stati, che per rimettere al centro la persona e l’assistenza di base.
In questo panorama il contributo della professione infermieristica assume una rilevanza strategica determinante e il testo Infermieristica preventiva e di comunità di Scalorbi e collaboratori rappresenta un’importante e stimolante occasione di approfondimento e rilancio del ruolo professionale infermieristico sul versante territoriale, proprio in un momento in cui l’invecchiamento della popolazione, l’esplosione delle patologie croniche e la crisi economica costringono l’intero sistema a superare il modello ospedalocentrico rivelatosi assai costoso e chiaramente inappropriato.
Il testo si caratterizza per alcuni elementi di novità ed originalità che facilitano la fruizione dei contenuti da parte di infermieri e studenti di scienze infermieristiche a vari livelli (Laurea triennale, Master, Laurea magistrale). Interessanti in questo senso sono, ad esempio, le sintesi che gli autori propongono all’inizio del testo e al termine di ogni capitolo, sotto forma di mappe concettuali rappresentative di tutte le connessioni e correlazioni presenti.
Interessanti gli “Approfondimenti” con cui gli autori intervallano argomentazioni teoriche con contributi infermieristici concreti, progetti, laboratori, esperienze regionali, altro. Queste sezioni, oltre a rendere più varia e scorrevole la lettura del testo, testimoniano il patrimonio di idee degli infermieri e il loro contributo mono e multi-professionale alle cure primarie e allo sviluppo di una cultura professionale basata sull’educazione terapeutica e sull’educazione alla salute di persone, famiglie, comunità. Alcuni di questi approfondimenti rappresentano buoni spunti per applicare in pratica concetti e criteri altrimenti destinati a rimanere suggestioni e buone intenzioni.
Il primo capitolo traccia un profilo storico-normativo dell’argomento, toccando le tappe salienti in modo esaustivo e scorrevole. Già in questa prima parte l’autrice inserisce un argomento di approfondimento, i nuclei di cure primarie in Emilia-Romagna, che spezza la monotonia tipica dell’excursus normativo e fornisce un modello di riferimento pratico, grazie al quale emergono argomenti centrali che costituiranno il leit motiv dell’intero testo: continuità assistenziale, progetto di cura, rete dei servizi, presa in carico, percorsi integrati, accesso ai servizi, self management, case management, team multi-professionale e così via.
All’interno di questo capitolo sono sicuramente degni di nota il paragrafo riguardante la sanità penitenziaria per le profonde implicazioni di tipo deontologico e relazionale che solleva, facendone argomento tanto peculiare quanto assimilabile ai principi generali dell’infermieristica di comunità; altra nota per il paragrafo sulle dimissioni che l’autrice considera da diversi punti di vista (epidemiologico, tecnico, organizzativo, educativo), ottimo contributo al discorso sulla continuità assistenziale.
Il secondo capitolo propone al lettore una panoramica di alcuni significativi modelli teorici che si adattano bene all’assistenza infermieristica di famiglia e comunità. Tutti questi hanno come comun denominatore una forte componente educativo-relazionale. L’intento dell’autrice non è quello di optare per un particolare modello, piuttosto quello di fare un’analisi comparata mirando ad una scelta d’integrazione tra più modelli. Se della teoria del deficit nella cura di sé di Orem e di quella dei sistemi di Neuman si sa già molto, è sicuramente nuova la prospettiva applicativa da cui l’autrice considera la seconda; interessante soprattutto l’analisi di applicabilità del sistema classificatorio “Nanda 1, Noc, Nic” (diagnosi infermieristiche, risultati e interventi) al modello stesso, in riferimento al ruolo del caregiver.
Più nuovi, invece, il modello di promozione della salute (Health promotion model – Hpm) di Pender e la teoria del self-management individuale e familiare (Individual and family self-management theory – Ifsmt) di Ryan & Sawin. Il primo è basato sul concetto di promozione della salute e sul coinvolgimento attivo delle persone nei processi di cambiamento che consentono il raggiungimento di buoni livelli di autoefficacia nella gestione del proprio stile di vita e della propria salute. La seconda, pubblicata nel 2009 sulla rivista “Nursing Outlook”, guida il lettore verso un concetto cardine dell’assistenza ai malati cronici, il self management, il quale, non a caso, è uno dei sei elementi costitutivi del Chronic care model, modello di riferimento per la gestione delle patologie croniche applicato largamente nel mondo e in Italia.
Se i primi due capitoli rappresentano la base storica, normativa e concettuale, attraverso cui recuperare e approfondire informazioni e terminologie, il terzo e quarto capitolo entrano nel vivo di funzioni, strategie, finalità e possibilità di sviluppi del nursing in materia di educazione alle persone, alle famiglie e alle comunità. Alla ricerca di un approccio specifico dell’infermieristica al tema dell’educazione della persona assistita, l’autrice propone come possibilità concreta, ma non esclusiva, la relazione fra diagnosi infermieristiche e interventi educativi in applicazione del sistema classificatorio Nanda 1, Noc, Nic. Il terzo capitolo, in sostanza, costituisce una sorta di guida all’uso di diagnosi, outcomes e interventi infermieristici nelle cure primarie, configurandosi come un originale tentativo di dirimere questioni annose sull’utilità delle diagnosi infermieristiche nei servizi territoriali. Interessanti contributi pratici sono la presentazione del progetto di laboratorio sull’educazione terapeutica del Cris Orsola Malpigli di Bologna e la guida alla progettazione e alla lettura critica di un progetto educativo.
Il quarto ed ultimo capitolo considera l’infermieristica di famiglia e di comunità analizzandone le varie dimensioni: accertamento dei bisogni, supporto,educazione, empowerment, partnership, altro.
Originali il paragrafo sui modelli nell’infermieristica di famiglia (diverse prospettive d’intervento sulla famiglia in base ai diversi orientamenti delle organizzazioni sanitarie in cui opera l’infermiere: famiglia come contesto, famiglia come cliente, famiglia come parte della comunità) e quello sull’accertamento in cui, oltre ai tre modelli (Gordon, Friedman e Modello di accertamento familiare Calgary – Cfam), sono presentati interessanti e pratici strumenti applicativi non tipici delle scienze infermieristiche, quali il genogramma e l’ecomappa. In questo capitolo l’autrice chiarisce che non è scopo del testo il confronto fra diversi modelli organizzativi dell’assistenza alla famiglia e alla comunità: questo, se si vuole, rappresenta forse l’unico lato debole dell’opera, ovvero uno scarso rilievo alle diverse logiche organizzative dell’assistenza infermieristica ed integrata e ai modelli innovativi presenti in alcune Regioni o Province italiane, in un momento in cui la riorganizzazione del sistema di erogazione di cure primarie rappresenta la sfida più cogente e il contributo infermieristico appare decisivo e irrinunciabile.
Il testo rappresenta, in conclusione, un ottimo contributo in termini di divulgazione e approfondimento in merito ad un argomento professionale tanto attuale e prioritario, quanto spesso marginalizzato, anche a livello editoriale.
 

Antonio Gant
Direttore Uo Assistenza infermieristica territoriale Zona Nord Ovest – Firenze
Responsabile infermieristico progetto "Sanità d'iniziativa" – Azienda sanitaria – Firenze

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