Era proprio necessaria…


La situazione del nostro Paese è probabilmente più grave di quanto tutti noi si sia portati a credere. Forse il ricordare da parte del Presidente Monti che erano in gioco le tredicesime e poi anche gli stipendi dei dipendenti pubblici (lo sono ancora ?), ha reso tutti più attenti e vigili: noi perché temiamo un vulnus forte alla nostra quotidianità di vita, la rete commerciale perché ne deriverebbe un impatto fortemente negativo sulla già difficile situazione economica interna. Il mondo dell’economia parla già di recessione per il nostro Paese ed una misura del genere deprimerebbe ancora e ben di più i consumi.
Bisognerà quindi prendere atto che i sacrifici che vengono richiesti agli italiani con le misure del decreto “salva Italia”, sono ineludibili.
Ma certo tale consapevolezza non esime da un’analisi critica di quanto il capo del Governo e i suoi ministri hanno predisposto.
Il testo del decreto si presenta molto complesso e ancora non sono stati analizzati compiutamente tutti i contenuti e gli impatti che ne derivano. Ad ora si può  dire, ed apprezzare, che non contiene misure che penalizzano direttamente la sanità, l’università e la ricerca. E’ però evidente, al di la degli interventi che le Regioni dovranno mettere in atto per garantire i Lea e i correlati standard assistenziali , che la sanità nel suo complesso contribuirà, e non poco, alla manovra: per l’aumento dell’Iva sui prodotti che acquista e per la tassazione dei beni immobili di cui frequentemente è proprietaria o che ha in gestione.
Dall’altra parte non possono non destare preoccupazione le norme che intervengono nel sistema previdenziale. L’innalzamento del limite di età lavorativa, oltre a riverberarsi su ormai consolidati mutui aiuti generazionali (la neo nonna o il neo nonno che si pensionano per aiutare e sostenere le giovani coppie nella gestione della loro vita famigliare e dei nipotini; colleghi che si ritirano dalla vita lavorativa strutturata per seguire genitori anziani o familiari fragili o con importanti problemi di salute… ) impatterà significativamente sul mondo del lavoro e particolarmente sul “nostro” mondo del lavoro.
Bisognerà ripensare modalità, processi di lavoro e sedi allocative e riallocative, chiedere con forza che i servizi siano dotati di tutto ciò che può supportare, sostenere ed alleviare lo sforzo fisico, sostenere la definizione strutturata di momenti significativi di “stacco” per recuperare attenzione psico-intellettiva oltre che capacità fisica dopo un certo numero di ore di lavoro o quando inseriti in fasce orarie particolarmente impegnative, e tant’altro ancora.
Il decreto passa ora al vaglio del Parlamento e sembra che vi sia la possibilità di qualche modifica, anche per quanto attiene la parte inerente il sistema previdenziale.
E’ prevedibile, anche perché coralmente richiesto, che l’azione del Governo non si esaurisca con questo decreto. Nei mesi – poco più di un anno – che mancano alla fine della legislatura, altri provvedimenti interverranno. Uno, già preannunciato, riguarderà la riforma delle professioni e quindi del sistema ordinistico.
E questo è un ambito che, parimenti ad altri, ci riguarda molto da vicino.
Anche in questo settore urge un cambiamento ed è atteso da tutti i professionisti che vogliono mantenere un ruolo proattivo e propositivo nei confronti dei fruitori dei loro servizi e delle loro prestazioni professionali.
Noi siamo fra questi: auspichiamo coinvolgimento e confronto e garantiamo trasparenza e lealtà istituzionale anche perché alto è stato l’apprezzamento per aver mantenuto il Ministero della Salute.
L’Italia, con la volontà di tutti e quindi anche con la nostra di professionisti infermieri, ha superato altri momento difficili; dobbiamo farcela anche questa volta e con questo auspicio auguro a tutti voi e ai vostri cari un sereno 2012.

Annalisa Silvestro

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