Staffing infermieristico ed esiti correlati all’assistenza nelle Residenze socio-assistenziali: una Umbrella Review

ISSN: ISSN 2038-0712 – L’Infermiere 2023, 60:3, e120 – e130 - DOI: 10.57659/SSI.2023.011

Documenti


Riassunto

Introduzione
Il cambiamento demografico, la maggiore complessità assistenziale e l’aumento delle famiglie mononucleari sono alcuni determinanti che conferiscono alle residenze socio-assistenziali (RSA) un ruolo centrale nel percorso di cura. L’emergente carenza di personale infermieristico e la rimodulazione del mix di professionisti impongono un’identificazione chiara degli esiti sensibili alle cure infermieristiche per un monitoraggio della qualità offerta.

Obiettivi
Indagare gli esiti assistenziali infermieristici maggiormente documentati relativi ai contesti residenziali per anziani e la loro relazione con le differenti tipologie di staffing infermieristico.

Materiali e metodi
Per condurre la presente Umbrella Review sono state interrogate tre banche dati biomediche (MEDLINE, CINAHL e The Cochrane Library) e un motore di ricerca (TRIP-Database). La qualità della letteratura secondaria selezionata è stata valutata attraverso la “Critical Appraisal Checklist for systematic reviews and research synthesis” della Joanna Briggs Institute.

Risultati
Dalle nove fonti incluse (sette revisioni sistematiche e due integrative) sono stati individuati ventuno esiti sensibili all’assistenza infermieristica. La maggior presenza di infermieri sembrerebbe migliorare specifici outcomes: mortalità, riduzione dell’incidenza di lesioni da pressione, riduzione del rischio di ospedalizzazione non pianificata, aumento della qualità delle cure, riduzione del tasso di incidenza delle infezioni del tratto urinario. Pochi studi, invece, riportano relazioni positive tra un numero maggiore di Licensed Vocational Nurses/Licensed Practical Nurses o di Certified Nurse Assistants e gli outcomes analizzati.

Discussione e conclusioni
Nonostante l’importanza del monitoraggio degli esiti sensibili dell’assistenza al fine di un miglioramento continuo della qualità dell’assistenza infermieristica offerta nelle RSA, attualmente, la letteratura, che mette in evidenza la correlazione tra staffing ed esiti assistenziali, risulta limitata.

Parole chiave: Personale infermieristico, residenze sanitarie assistenziali, forza lavoro, esiti sensibili alle cure infermieristiche, qualità dell’assistenza sanitaria.

Nursing Staff and Outcomes in Residenze socio-assistenziali: an Umbrella Review
ABSTRACT

Introduction
Changing demographics, increased care complexity, and the rise of single-person households are some of the determinants that give to Nursing Home a central role in the care pathway. The emerging nursing shortage and the reshaping of professionals mix impose a clear identification of nursing-sensitive outcomes for monitoring the quality offered.
Objectives To investigate the most documented nursing-sensitive outcomes in Nursing Home and their relationship to staffing.

Materials and methods
Three biomedical databases (MEDLINE, CINAHL, and The Cochrane Library) were queried to conduct this Umbrella Review. The TRIP-Database was also utilized. The Joanna Briggs Institute’s “Critical Appraisal Checklist for systematic reviews and research syntheses” was used for quality assessment.

Results
From the nine sources included (seven systematic reviews and two integrative reviews), twenty-one nursing-sensitive outcomes were identified. The increased presence of nurses would appear to improve specific outcomes: mortality, reduced incidence of pressure injuries, reduced risk of unplanned hospitalization, increased quality of care, and reduced incidence rates of urinary tract infections. Few studies, however, report positive relationships between greater numbers of Licensed Vocational Nurses/Licensed Practical Nurses or Certified Nurse Assistants and the outcomes analyzed.

Discussion and conclusions
Despite the importance of monitoring nursing-sensitive outcomes to continuously improve the quality of nursing care provided in nursing homes, evidence is limited.

Key words: Nursing Staff, Nursing Home, Workforce, Nursing Sensitive Outcomes, Quality of health care.


INTRODUZIONE
Un quadro epidemiologico di progressivo invecchiamento demografico prevede che nel 2030 la popolazione degli Sati Uniti con un’età maggiore di 65 anni sarà 72 milioni. Nel 2050, 27 milioni di persone utilizzeranno un servizio di Long Term Care (Shin et al., 2012). In Italia,una recente conferenza stampa effettuata dall’Unione Nazionale Istituzioni E Iniziative di Assistenza Sociale (UNEBA) nel 2021 evidenzia un incremento di 1,3 punti percentuali dell’età media delle persone che accedono alle Residenze Sanitarie per Anziani rispetto al 2013 (da 84,7 anni del 2013 a 85,9 del 2019) con un aumento della complessità assistenziale. Gli assistiti non autosufficienti nell’alimentarsi, infatti sono aumentati di cinque punti percentuali rispetto al 2013 (dal 28% al 34 % del 2019).
I dati sociodemografici italiani mettono in luce anche un progressivo ridimensionamento della composizione familiare: il 29,6% delle persone con più di sessantacinque anni vivono sole e, nel 40,8% dei casi, hanno almeno una patologia cronica (ISTAT 2022).
L’aumento dell’età media, la maggiore complessità assistenziale e la riduzione della possibilità di supporto familiare raffigurano uno scenario caratterizzato dalla necessità di supporto all’autonomia che spesso trova risposta nell’istituzionalizzazione della persona (ISTAT 2019, 2022). Infatti, benché sia necessario incrementare i servizi di cure domiciliari, non tutti i pazienti potranno usufruire di questa tipologia di offerta per ragioni economiche, sociali e relative alle tipologie di cure. Per alcuni di loro le residenze socio-assistenziali (RSA) rispondono a questo bisogno e assumono un ruolo di rilevante importanza (Grabowisky, 2021).
Dai dati provenienti da 21 paesi, quasi la metà di tutti i decessi per Covid-19 si è verificata tra i residenti delle RSA (Comas-Herrera et al., 2020). In California, le RSA che hanno riscontrato uno o più casi di persone affette da Covid-19 avevano in media il 25% in meno di infermieri per assistito negli ultimi tre mesi del 2019. Inoltre, livelli di staffing adeguati sembrano garantire anche la riduzione delle denunce e delle sanzioni. (Rau et al., 2020).
Esistono prove di efficacia che associano un inadeguato numero di infermieri ad una minor qualità di assistenza nelle RSA (Harrington et al., 2000) in contrapposizione ad un tendenziale miglioramento della qualità delle cure in presenza di un congruo numero di personale e di una stabilità nell’ambiente di lavoro (Collier et al., 2008).
Intendendo per “staffing” il numero di operatori impiegati nel lavorare in una particolare organizzazione, con il Federal Nursing Homes Reform Act (RSARA) del 1987 gli Stati Uniti identificano i criteri minimi di staffing assistenziale (Zhang et al., 2006).
Nel 2000 un panel di esperti richiese alle RSA almeno un infermiere ogni 15 assistiti nel turno diurno, uno ogni 20 nel turno serale e uno ogni 30 in quello notturno (Harrington et al., 2016). Il Centre for Medicare & Medicaid identifica almeno un infermiere per 45 minuti per assistito al giorno, un Licensed Practical Nurse (LPN) per 33 minuti per assistito al giorno e un Certified Nurse Assistant (CNA) per 180-228 minuti per persona al giorno (Harrington et al., 2000).
La composizione dello staffing assistenziale può essere suddivisa in due macro-categorie: 1) personale, come gli infermieri e i Licensed Vocational Nurses/Licensed Practical Nurses (LVN/LPN), che in base alla legislazione dello stato di appartenenza, acquisisce un bachelor (percorso di laurea) o di un diploma che certifichi l’acquisizione di conoscenze e competenze di assistenza infermieristica; 2) personale, come i Certified Nurse Assistants (CNA) (Clemens et al., 2021), che svolge uno corso (la cui durata è variabile a seconda della legislazione) che permette di sviluppare conoscenze e competenze per essere di supporto alla figura infermieristica.
Nelle RSA, la figura dei CNA è quella maggiormente presente, cosa che da tempo pone un ampio dibattito professionale e politico sulla corretta identificazione del rapporto tra infermieri/LVN/LPN e le altre figure a supporto dell’assistenza (Spilsbury et al., 2011).
La Società Italiana per la Direzione e il Management delle professioni Infermieristiche (SIDMI) ha recentemente emesso delle raccomandazioni per la determinazione dello staff per l’assistenza infermieristica evidenziando quanto sia importante identificare e definire livelli sicuri di standard di risorse professionali nei diversi contesti di cura, tra i quali le Residenze Sanitarie Assistenziali (SIDMI, 2021).
È noto come la mancata erogazione delle attività infermieristiche necessarie agli assistiti sia associata alla carenza di personale, di tempo e/o dall’inadeguatezza dello skill mix (Schubert et al., 2007). La presenza e il numero aumentato di infermieri è associata al raggiungimento di esiti di sicurezza come cadute, lesioni da pressione, infezioni correlate alle pratiche assistenziali ed il mancato riconoscimento del peggioramento clinico (Jones, 2015).
In virtù di questa carenza infermieristica, soprattutto all’interno dei contesti residenziali per anziani, l’individuazione degli esiti sensibili alle cure infermieristiche permette di avere dei criteri di riferimento per poter valutare la qualità dell’assistenza infermieristica (Nakrem et al., 2009). Per esiti sensibili alle cure infermieristiche, o Nursing Sensitive Outcomes (NSO), si intendono le prove di efficacia che dimostrano l’esistenza di una relazione tra il contributo degli infermieri e gli esiti sui pazienti (Doran, 2013). Inizialmente nella revisione originale pubblicata nel 2003 da Doran, gli outcome presi in considerazione erano lo stato funzionale, la gestione dei sintomi, la sicurezza e la soddisfazione del paziente. Nel 2013 la stessa autrice aggiunge la sofferenza psicologica, l’utilizzo dei servizi sanitari e la mortalità tra i nuovi concetti di outcome infermieristici. Attualmente, la letteratura riferisce spesso gli esiti sensibili alle cure infermieristiche ai contesti ospedalieri (Oner et al., 2021). È necessario aumentare la ricerca rispetto ai contesti residenziali territoriali. L’identificazione degli NSO all’interno delle Residenze socio-assistenziali e la descrizione dell’influenza delle differenti tipologie di staffing assistenziale sugli esiti dovrebbe consentire una maggior presa di consapevolezza sulla creazione di staff con differenti competenze e livelli di expertise e sulla presa in considerazione di NSO specifici con lo scopo di valutare la qualità assistenziale.

OBIETTIVI
(1) Identificare gli esiti sensibili alle cure infermieristiche individuati dalla letteratura secondaria all’interno delle RSA e (2) descrivere l’influenza delle diverse tipologie di staffing assistenziale sugli esiti individuati.

MATERIALI E METODI
È stata condotta una revisione ad ombrello seguendo le istruzioni contenute nel“JBI Manual for Evidence Synthesis” (Aromataris et al., 2020).
La presente revisione della letteratura è stata guidata dal seguente quesito di ricerca: quali sono i principali NSO presenti nelle RSA e come influisce su di essi la composizione dello staffing assistenziale?
La ricerca bibliografica è stata effettuata il 22 agosto 2022, interrogando tre banche dati biomediche: MEDLINE (PubMed), Cumulative Index to Nursing and Allied Health Literature (CINAHL) e The Cochrane Library. Inoltre, è stato interrogato il motore di ricerca TRIP Database. Le stringhe di ricerca e i filtri utilizzati sono descritti in Tabella 1.

Tabella 1 – Stringhe di ricerca suddivise per banche dati elettroniche biomediche, filtri utilizzati e date dell’interrogazione.

DATABASE DATA STRINGA di RICERCA LIMITI
 

 

MEDLINE

(PubMed)

 

 

22/08/2022 (“Residenze socio-assistenziali”[MeSH Terms] OR “Residenze socio-assistenziali”[All Fields]) AND (“Workforce”[MeSH Terms] OR “Workforce”[All Fields] OR “Nursing Staff”[MeSH Terms] OR “Nursing Staff”[All Fields]) Tipo: Revisione,

Revisione Sistematica, Metanalisi

 

Lingua: inglese, italiana

The Cochrane Library 22/08/2022 (“Residenze socio-assistenziali”[MeSH Terms] explode all trees OR “Residenze socio-assistenziali”) AND (“Workforce”[MeSH Terms] explode all trees  OR “Workforce” OR “Nursing Staff”[MeSH Terms] explode all trees  OR “Nursing Staff”) Tipo: Revisioni
CINAHL 22/08/2022 ((MH “Residenze socio-assistenziali+”) OR “residenze socio-assistenziali”) AND ((MM “Workforce”) OR “workforce” OR (MH “Personnel Staffing and Scheduling+”) OR “nurse staff” OR (MM “Residenze socio-assistenziali Personnel”)) AND (MHOutcomes (Health Care)+”) Tipo: Revisione,Revisione Sistematica, Metanalisi

 

Lingua: inglese, italiana

MOTORE DI RICERCA DATA STRINGA di RICERCA LIMITI
TRIP Database 22/08/2022 “residenze socio-assistenziali” AND (“workforce” OR “nursing staff”) Tipo:
Revisione Sistematica

Sono stati inclusi gli studi che rispondevano al quesito di ricerca e con le seguenti caratteristiche: (a) in lingua inglese o italiana, (b) con testo integrale disponibile, (c) appartenenti alla letteratura secondaria (metanalisi, revisioni e revisioni sistematiche). Non sono stati imposti limiti temporali rispetto alla data di pubblicazione.
Sono stati esclusi i documenti che si riferivano (a) al nursing staff durante la pandemia COVID-19; (b) al nursing staff con specifici modelli organizzativi; (c) al burnout e alla soddisfazione lavorativa del nursing staff; (d) allo staffing e ai costi di gestione associati.
Quattro autori (GG, XP, CM, RP) hanno effettuato un primo screening per titoli e abstract in modo indipendente, sono stati quindi rimossi i duplicati, acquisito i full-text e verificati i criteri di inclusione ed esclusione. In caso di controversie è stato richiesto il parere vincolante di un quinto autore (CS). I documenti ritenuti pertinenti sono stati sintetizzati in modo indipendente da ciascun autore attraverso la tabella di estrazione dati di Aromataris et al. (2015).
La valutazione del materiale bibliografico, ritenuto pertinente con il quesito posto, è stata effettuata da quattro autori (GG, XP, CM, RP) in modo indipendente attraverso l’utilizzo della “Critical Appraisal Checklist for systematic reviews and research synthesis” del Joanna Briggs Institute (Aromataris et al., 2020). In caso di controversie sull’assegnazione dei punteggi è stato richiesto il parere vincolante di un quinto autore (CS).
Le diverse figure che compongono lo staffing assistenziale considerate nella presente revisione sono state così categorizzate: infermieri, Licensed Practical/Vocational Nurse (LVN/LPN) e Certified Nurse Assistant (CNA). Quest’ultima categoria comprende: Nurse Assistant (NA), Health Care Assistant (HCA) e Personal Support Workers, quali personale a supporto dell’assistenza.
L’associazione tra la composizione dello staffing assistenziale e gli esiti è stato sintetizzato attraverso una descrizione qualitativa/narrativa.

RISULTATI
La ricerca bibliografica ha identificato 391 documenti: 235 da MEDLINE (Pubmed), 57 da The Cochrane Library, 24 da CINAHL e 75 dal motore di ricerca Trip Database. Dalla lettura del titolo e dell’abstract 33 sono risultati potenzialmente pertinenti. Eliminati i duplicati (17), sono stati identificati 15 documenti eleggibili all’analisi del full text di cui ne sono risultati 7 non pertinenti: Vermeerbergen (2017) perché faceva un confronto fra RSA di diverse dimensioni, Low (2015) perché identificava le modalità per apportare un cambiamento nelle RSA, Hodgkinson (2011) perché identificava i modelli di staffing più efficaci, Roberts (2015) perché proponeva una strategia per migliorare la qualità dell’assistenza basata sul mantenimento di un’assegnazione costante del personale infermieristico rispetto agli ospiti, Kiljunen (2016) perché individuava le competenze necessarie ai LPN e infermieri, Lee (2020) poiché riguardava la soddisfazione lavorativa degli infermieri ed infine Barsanti (2017) perché identificava gli aspetti delle cure che possono essere facilmente modificati per un miglioramento della soddisfazione degli ospiti (Figura 1).
Nove documenti sono stati ritenuti eleggibili: sette Revisioni Sistematiche e due Revisioni Integrative (Tabella n. 2).


Figura 1 – Diagramma di flusso PRISMA (Page et al., 2021).

Tabella 2 – Documenti finali inclusi nella revisione (Secondo il JBI Critical Appraisal Checklist for systematic reviews and research synthesis (Aromataris et al., 2020).

  Autori Anno

 

Anni di riferimento della revisione N° studi primari inclusi Tipologia di revisione % di indicatori soddisfatti *
1 Spilsbury K. et al. 2011 1980-2008 50 Rev. Sist. 55%
2 Xu D. et al. 2013 1960-2012 11 Rev. Sist. 73%
3 Backhaus R. et al. 2014 2007-2013 20 Rev. Sist. 91%
4 Schlage V. e Blankart C.R. 2016 fino al 2016 21 Rev. Sist. 55%
5 Armijo-Olivo et al. 2020 2000-2018 54 Rev. Sist. 73%
6 Tuinman A. et al. 2021 1997-2020 15 Rev. Sist. 82%
7 Clemens S. et al. 2021 2008-2020 34 Rev. Sist. 82%
8 Shin J.H. et al. 2012 1996-2011 28 Rev. Integr. 82%
9 Dellefield M.E. et al. 2015 2008-2014 67 Rev. Integr. 77%

Le revisioni sistematiche e integrative incluse soddisfavano mediamente il 74,44% degli indicatori di qualità secondo la JBI Critical Appraisal Checklist for systematic reviews and research synthesis. In nessuna valutazione della qualità di reportistica si è reso necessario il parere vincolante del quinto autore.
In tabella 3 sono riportati i risultati principali e le conclusioni delle revisioni incluse. Ventuno sono i Nursing Sensitive Outcomes descritti nelle revisioni (Tabella 4).

Tabella 3 – Descrizione dei risultati e delle conclusioni delle singole revisioni della letteratura incluse.

RIF STUDIO RISULTATI E CONCLUSIONI
1 Spilsbury K., Hewitt C., Stirk L., Bowman C. (2011) The relationship between nurse staffing and quality of care in nursing homes: a systematic review. Int J Nurs Stud, 48 (6), 732-50. Gli autori riportano come sia impossibile raggiungere conclusioni definitive a causa della grande differenza di misurazioni utilizzate dagli studi primari. Emerge, tuttavia, come la numerosità staff totale, gli infermieri e gli NA siano le categorie che più facilmente condizionano positivamente la qualità assistenziale.
2 Xu D., Kane R.L., Shamliyan T.A. (2013) Effect of nursing home characteristics on residents’quality of life: a systematic review. Arch Gerentol Geriatr, 57, 127-142. L’interpretazione dei risultati eseguita dagli autori suggerisce che la qualità della vita dei degenti non dipenda solo dalla numerosità del personale assistenziale ma anche da altri fattori, come l’esperienza formativa o professionale.
3 Backhaus R., Verbeek H., van Rossum E., Capezuti E., Hamers J.P.H. (2014) Nurse Staffing Impact on Quality of Care in Nursing Homes: A Systematic Review of Longitudinal Studies. J Am Med Dir Assoc, 15(6), 383-393. Riguardo alle ulcere da pressione gli studi riportano miglioramenti correlati all’incremento del personale assistenziale a prescindere dalla tipologia. Le infezioni delle vie urinarie sembrerebbero diminuire con aumento di infermieri e NA, ed è plausibile una minor probabilità di declino nelle ADL con più infermieri. L’associazione con il cateterismo e l’uso di contenzioni risulta essere incoerente o inconcludente. Il numero di ospedalizzazioni sembrerebbe essere diminuito (o non correlato) all’aumento di infermieri e NA. Oltre alla debolezza delle associazioni, gli autori riportano ulteriori difficoltà nelle analisi a causa della scarsa qualità degli studi primari.
4 Schlage V., Blankart C.R. (2016) Does Direct-care Staffing Impact Nursing Home Outcomes? A Systematic Review. Die Unternehmung – Swiss Journal of Business Research and Practice 70(3), 291-318. Gli autori sottolineano l’impossibilità di definire relazioni certe tra qualità nelle NH e staffing assistenziale, nonostante sembra esserci un maggior numero di relazioni positive (anche se non significative) con l’incremento di infermieri.
5 Armijo-Olivo S., Craig R., Corabian P., Guo B., Souri S., Tjosvold L. (2020) Nursing staff time and care quality in Long-Term care facilities: a systematic review. Gerontiologist, 60, 3, e200-e217. Gli esiti correlati all’assistenza maggiormente indagati erano: ulcere da pressione, utilizzo di contenzioni, ospedalizzazione, uso di catetere vescicale, utilizzo di farmaci psicotropi, qualità della vita, infezione delle vie urinarie, incontinenza urinaria o fecale. Gli autori concludono asserendo che negli ultimi anni la letteratura ha proposto molti studi sul tema, ma questi sono spesso ad alto rischio di bias: è necessario che la ricerca individui i fattori legati al tempo di assistenza che abbiano influenza sugli esiti dei pazienti.
6 Tuinman A., De Greef M.H.G., Finnema E.J., Roodbol P.F. (2021) A systematic review of the association between nursing staff and nursing-sensitive outcomes in long-term institutional care. J Adv Nurs, 77(8), 3303-3316. 13 NSO presentavano associazioni significative con lo staff assistenziale ma i risultati degli studi erano spesso incongruenti. Nonostante ciò, gli autori hanno evidenziato l’impatto positivo degli infermieri sugli esiti correlati all’assistenza. Altre figure (HCA) mostravano, al contrario, un impatto tendenzialmente negativo. La revisione conclude sottolineando la necessità di indentificare quali NSO siano i più sensibili agli interventi assistenziali.
7 Clemens S., Wodchis W., McGilton K., McGrail K. (2021) The relationship between quality and staffing in long-term care: A systematic review of the literature 2008-2020. Int J Nurs Stud 122:104036. In generale, l’aumento del personale assistenziale porta a migliori esiti e in particolar modo se si considerano gli infermieri: gli studi che ne indagano le influenze sugli esiti riportano risultati coerenti e positivi, ad esempio per l’incidenza di ulcere da pressione. Sia infermieri che LPN e NA sono associati ad un minor uso di contenzioni e l’aumento del personale assistenziale totale è correlato ad una minor ospedalizzazione. Nonostante venga evidenziato un graduale aumento nella qualità degli studi primari, gli autori della revisione ritengono che gli studi di qualità sufficiente siano ancora scarsi, motivo per cui auspicano un miglior rigore metodologico nella ricerca futura.
8 Shin J.H., Bae S-H (2012) Nurse staffing, quality of care and quality of life in US Nursing Home, 1996-2011 an integrative review. J Gerontol Nurs, 38(12), 46-53. Tra gli esiti legati alla qualità dell’assistenza sono stati considerati lo stato nutrizionale, le infezioni e le ulcere da pressione. Le associazioni sono risultate essere per lo più incoerenti o non significative nonostante sembri che un aumento di personale assistenziale e un minor turnover siano fattori positivi per diversi esiti dei degenti.
9 Dellefield M.E., Castle N.G., McGilton K.S., Spilsbury K. (2015) The Relationship Between Registered Nurses and Nursing Home Quality: An Integrative Review (2008-2014). Nurs Econ, 33(2), 95-116. Un maggior numero di infermieri è associato a una minor incidenza di ulcere da pressione, di contenzioni fisiche, di ospedalizzazione, di mortalità e di incidenza di infezioni alle vie urinarie. Inoltre, le RSA con un maggior rapporto di infermieri nello staff assistenziale riportavano migliori esiti per quanto riguarda il minor uso di contenzioni fisiche e rischio percepito di malpractice.

 

Tabella 4 – Principali Nursing Sensitive Outcomes nelle RSA rilevati dalla letteratura.

NURSING SENSITIVE OUTCOMES
1 LESIONI DA PRESSIONE

Riduzione dell’incidenza di Lesioni da Pressione

2 CONTENZIONE FISICA

Riduzione della frequenza di utilizzo della contenzione fisica

3 OSPEDALIZZAZIONE

Riduzione della necessità di ricovero ospedaliero non pianificato

4 QUALITA’ DELLE CURE

Aumento della qualità delle cure (valutata da ispettori di enti certificatori nazionali)

5 QUALITA’ DELLE CURE

Aumento della qualità delle cure con indicatori aggregati correlati al livello di funzionamento degli ospiti ed ai processi di assistenza

6 QUALITÀ DI VITA

Aumento della capacità di scelta e dignità dell’ospite, migliore ambiente fisico e maggiore disponibilità di attività sociali in cui coinvolgerlo

7 CATETERE VESCICALE

Riduzione della probabilità degli ospiti di essere sottoposti a cateterismo vescicale

8 FARMACI PSICOATTIVI

Riduzione dell’uso di farmaci psicoattivi (sedativi, antipsicotici o antiansiogeni) al fine di un contenimento comportamentale dell’ospite

9 INFEZIONI VIE URINARIE

Riduzione del tasso di incidenza delle infezioni del tratto urinario

10 CALO PONDERALE/MALNUTRIZIONE

Riduzione della massa corporea non pianificata e/o squilibri nell’assunzione di calorie/nutrienti

11 MORTALITÀ

Riduzione del tasso di mortalità

12 INCONTINENZA TOTALE

Riduzione del tasso di prevalenza di incontinenza urinaria e fecale

13 DECLINO ADL (Activities of Life)

Riduzione della capacità di svolgere in autonomia le attività di vita quotidiana

14 GESTIONE DEL DOLORE

Incremento dell’efficacia del trattamento del dolore

15 COMPORTAMENTI AGGRESSIVI

Riduzione del numero di agiti aggressivi verbali o fisici verso il personale o altri ospiti

17 INFEZIONI

Riduzione del tasso di incidenza delle infezioni

16 CADUTE

Riduzione del numero di episodi di caduta accidentale (con o senza danno)

18 FRATTURE

Riduzione del tasso di incidenza di fratture riportate dagli ospiti

19 SODDISFAZIONE DELL’OSPITE

Incremento dell’opinione positiva dell’ospite rispetto all’ambiente, all’attività proposta, ai servizi presenti, al cibo e al benessere personale

20 MANTENIMENTO DELLE ADL

Effettuazione di una attività di riabilitazione di almeno 15 minuti/die per almeno 5 giorni a settimana al fine di mantenere le capacità di svolgere in autonomia le attività di vita quotidiana

21 VALUTAZIONE DEL POSIZIONAMENTO A LETTO/FUORI DAL LETTO E DELLA STATO DI VEGLIA O ADDORMENTAMENTO

Osservazione diretta dell’ospite almeno una volta ogni ora (dalle 7 alle 19) dello stato di veglia o di addormentamento (sia a letto che fuori dal letto)

In generale, dagli studi inclusi non emergono chiare relazioni significative che associano le diverse figure assistenziali e i NSO. Tuttavia, è possibile individuare relazioni tra alcuni outcome e la tipologia staff.
Considerando gli studi che indagano lo specifico esito in relazione alla presenza di infermieri, la presente revisione riporta che la maggior presenza di infermieri sembrerebbe avere effetti migliorativi su specifici outcomes (l’incidenza di lesioni da pressione, il rischio di ospedalizzazione non pianificata, la qualità delle cure rilevata da enti certificatori nazionali o misurata sulla base di indicatori aggregati in relazione all’autonomia degli ospiti o ai processi di assistenza e le infezioni delle vie urinarie).
La presenza di CNA sembra avere un impatto positivo sulla qualità delle cure rilevata dagli enti certificatori nazionali e sulla gestione del dolore, mentre non sembrano esserci effetti positivi sugli altri outcomes studiati.
La letteratura indagata, sebbene limitata, sembrerebbe riportare un numero maggiore di utilizzo delle contenzioni fisiche e di infezioni in presenza di LVN/LPN. Sembrerebbe quindi che la presenza di queste figure assistenziali comporti l’aumento di effetti negativi sugli outcomes indagati.
Il tasso di mortalità è uno degli esiti meno indagati. Tuttavia, è possibile evidenziare che una presenza maggiore di personale totale (infermieri LVN/LPN e CNA) abbia effetti protettivi su tale outcome.

DISCUSSIONE
La presente Umbrella review risponde alla cogente esigenza di identificare i principali NSO nelle RSA ed esplicitare quali di questi siano maggiormente influenzati dalla disponibilità di differenti figure assistenziali.
Il monitoraggio degli outcomes permette di valutare in maniera dettagliata la qualità dell’assistenza erogata agli assistiti (Doran, 2013).
In riposta al primo quesito emerge come, tendenzialmente, gli outcomes maggiormente monitorati nelle RSA siano sovrapponibili a quelli indagati in ambito ospedaliero (Griffths et al., 2008). Nello specifico, le lesioni da pressione e l’uso della contenzione fisica rimangono esiti particolarmente significativi dell’assistenza infermieristica anche in questo contesto.
L’importanza di valutare e migliorare la qualità nelle RSA è stata riconosciuta e incoraggiata in molti paesi come già consigliato dall’Istitute of Medicine più di trent’anni fa (Institute of Medicine (US) Committee on Residenze socio-assistenziali Regulation, 1986). Una iniziale risposta a tale raccomandazione si può evincere dal fatto che, ad oggi, la qualità delle cure rappresenta uno degli outcomes assistenziali maggiormente indagati dalla letteratura in esame. Nonostante ciò, è stato sottolineato come lo sviluppo di indicatori per monitorare la qualità offerta da questi setting sia ancora oggi da definire in modo specifico (Fonseca de Oliveira et al., 2017).
I risultati della revisione sottolineano il ruolo importante degli infermieri nel miglioramento dei NSO. L’utilizzo di personale infermieristico maggiormente formato e debitamente coinvolto nel miglioramento della qualità dell’assistenza potrebbe essere una soluzione necessaria per guidare, con il ruolo di leader, le attività di tutto il personale assistenziale, individuando le priorità necessarie e convogliandone le risorse (Woo et al., 2017).
La disponibilità di LPN/LVN, figure professionali non presenti nel contesto italiano, viene indagata da un numero di studi inferiore e sembrerebbe imprimere meno relazioni positive sugli outcomes esaminati.
Tuttavia, la letteratura sottolinea come sia sempre più esigua la presenza di infermieri nelle RSA. Fra il 2013 e il 2015 in 1.425 RSA più del 85% degli ospiti non ha avuto contatti con un infermiere (o al massimo con uno) e meno del 15% ha avuto invece contatti con due o più infermieri (Cho et al., 2020). Nelle RSA italiane mancano il 26% degli infermieri e il 13% degli Operatori Socio Sanitari a causa di una rivalità tra settore sanitario e sociosanitario nell’attrarre nuove leve (CERGAS SDA BOCCONI, 2021).
Negli Stati Uniti, per ovviare alla carenza di personale assistenziale, è stato identificato per le RSA uno standard minimo per legge: è obbligatorio che un Director Of Nursing (DON) e un infermiere siano presenti per 8 ore consecutive sette giorni la settimana e almeno un infermiere (o LVN) sia presente per i due restanti turni (Harrington et al., 2020; Mueller, 2022). A fronte di limiti di budget sempre più stringenti, della difficolta di reperimento di infermieri, dei loro maggiori costi di assunzione rispetto ad altre figure con livelli formativi inferiore dell’aumento della complessità clinica degli ospiti, le RSA potrebbero dover confrontarsi con il rischio di ulteriori diminuzioni della qualità assistenziale (Clemens et al., 2021).
Si sottolinea come i risultati della revisione debbano essere considerati con cautela in quanto l’aver incluso solo articoli in lingua italiana e inglese, può aver introdotto il language bias. Inoltre, la presente revisione è di difficile contestualizzazione nel panorama italiano in quanto gli studi inclusi coinvolgono alcune figure assistenziali non presenti in Italia.
Tuttavia, si ritiene di essere riusciti ad intercettare la maggior parte della letteratura presente e di aver effettuato una buona fotografia sul fenomeno. Un ulteriorelimite da considerare è la sintesi narrativa e non quantitativa che non ha permesso di descrivere con precisione le diverse associazioni/relazioni tra personale e outcome.
Attualmente in letteratura non sono presenti studi italiani che individuino né gli NSO delle RSA né come gli staffing possano essere correlati agli esiti di assistenza infermieristica. Sviluppare studi futuri in questo ambito è importante e utile per richiamare l’attenzione su questo fenomeno.

CONCLUSIONI
Nonostante l’importanza del monitoraggio degli esiti sensibili dell’assistenza al fine di un miglioramento continuo della qualità dell’assistenza infermieristica offerta nelle RSA, attualmente, la letteratura, che mette in evidenza la correlazione tra staffing ed esiti assistenziali, risulta limitata.

Conflitto di interessi
Tutti gli autori dichiarano l’assenza di conflitto di interessi. Tutti gli autori dichiarano di aver contribuito alla realizzazione del manoscritto e ne approvano la pubblicazione.

Finanziamenti
Gli autori dichiarano di non aver ottenuto alcun finanziamento e l’assenza di sponsor economici.

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