Covid – 19, noi studenti di infermieristica lo abbiamo visto così


Narrazioni dal webinar “Viaggio nella pandemia: racconti di cura” (Arcadi, Boccaccia et al. 2020), tenutosi il 15 giugno 2020 a cura del Corso di Laurea in Infermieristica dell’Università degli Studi di Milano, ASST Ovest Milanese, con la partecipazione di studenti di altri Corsi di Laurea in Infermieristica tra cui quelli dell’Università degli Studi di Torino, Sede San Luigi.

Uno schermo, un’immagine, emozioni contrastanti”. Giulia

La mente ricca di idee, lo stomaco pieno di emozioni e la penna che doveva liberarsi di tutte queste parole”. Beatrice

Se le storie di vita personale e professionale raccontate in questi mesi dai pazienti e dagli infermieri potessero essere raffigurate in un dipinto, la cornice sarebbe il microcosmo di un ospedale, uno qualsiasi, ma, al contempo, potenzialmente anche altri cento. “Chi lavora in ospedale lo sa” (Fortunato S, 2020), queste poche parole potrebbero accompagnare tutti questi vissuti e dall’ascolto dei racconti potremmo lentamente assistere all’allestimento di un palcoscenico, dove una compagnia di attori metterebbe in scena quelle relazioni che restano tutt’ora misconosciute ed impensabili al di fuori del mondo ospedaliero.
In questi mesi si è parlato di guerra, di combattimenti al fronte, di trincee, di un nemico invisibile, di scafandri e bolle. E poi ancora di eroi, scomparsi dietro l’angolo non appena cessato il fuoco. Non vi è verità̀ assoluta in tutto questo, ma semplicemente immagini, prospettive di vita e di vissuto.

Una figura che quasi appare un ossimoro se avvicinata alla parola Covid è: bellezza. Più volte è fuoriuscita con una spontaneità disarmante dalla bocca di pazienti che il Covid l’hanno sperimentato. Dov’ è la bellezza in tutto questo? “Sono più̀ ricco di prima”, chissà̀ cosa racchiude segretamente questa frase, quali pensieri, quali considerazioni. Forse la bellezza sta nel ritorno alle origini: uno sguardo che sorride, ma che non si può̀ svelare se non attraverso quegli occhi, unici ad essere visibili sotto ad uno scafandro. O forse nella lotta continua tra eros e thanatos: la pulsione di vita e la pulsione di morte. Ecco svelate le origini, ecco svelata la bellezza (Dostoevskij, 2014).
Ma c’è un’altra parola importante, che viaggia accanto alla bellezza: la forza. Quanto sono stati forti gli infermieri? E quanta forza hanno trasmesso e riescono ad indurre ogni giorno nei loro pazienti? Quest’ultimi, quelli che “ce l’hanno fatta”, sono riusciti a guardare oltre la loro C-PAP (Continuous Positive Airway Pressure) e i DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) degli infermieri e a scorgere la forza di chi li assisteva, giorno dopo giorno.

Gli scenari vissuti sono stati svariati, passando rapidamente dalle terapie intensive alla realtà̀ territoriale, dove si entrava nelle case con il fiato sospeso, nel rispetto di quel rapporto unico, singolare, a tu per tu, che si instaura con i pazienti domiciliari. Due mondi così diversi ma mai così vicini come in questo momento, con le stesse problematiche e incertezze.
L’energia che gli infermieri hanno trasmesso ai loro pazienti è stata bilaterale. Ma a chi confidare, quando si tornava a casa, tutti i pensieri e le sensazioni nati dopo la visita a quei pazienti? L’unica via, per alcuni, è stata quella di confidare le proprie emozioni, gioie e paure, a pezzettini di carta anonimi che, nel breve tempo che separava un paziente dal successivo, prendevano vita ed accompagnano un viso coperto dalle lacrime, per poi aiutare a ritrovare la forza di ricominciare.

Sarebbe interessante conoscere, veramente, quale idea avessero dell’infermiere coloro che non hanno esitato a definirci eroi (D’Aquin V, 2020). Quella dei retaggi storici e culturali o quella della figura chiave di un sistema sanitario non infallibile ma che poggia su solide basi di professionisti competenti e aggiornati su tutti i livelli?
Siamo esseri umani ed in quanto tali composti nella maggior parte da acqua, materia allo stato liquido che cambia facilmente adattandosi al contenitore. Siamo quindi plasmabili, individui che rapidamente si modificano, cambiano prospettive, sperimentano emozioni, ma con un obiettivo immutato: il benessere psico-fisico della persona. Questo hanno fatto gli infermieri nel 2020, nell’era della modernità liquida (Bauman, 2011) hanno dimostrato di essere all’altezza dell’ennesimo cambiamento, e stavolta a livello globale, tutti in contemporanea. Fa un certo effetto.
Cosa rimarrà di tutto questo vissuto in futuro? In primis gli odori, del disinfettante per le mani, del respiro racchiuso in una mascherina chirurgica, dell’ossigeno dentro lo “sbuffo” di una CPAP. Questi odori e rumori invisibili si sentiranno anche nella loro assenza e rimarrà̀ silenziosa la sensazione di angoscia.

E infine un interrogativo: “Può davvero, il Covid, essere qualcosa che fa più luce sull’essere infermiere?” (Swift e Banks et al, 2020). Il Covid ha acceso i riflettori del mondo sulla sanità, ma gli infermieri sono sempre stati bellezza, forza, vita. E al contempo fragilità, paura e sconforto.
La narrazione è stata essa stessa uno strumento di cura, potente (Binello e Botter, 2020). Valvola di sfogo, risorsa e sollievo, in primis, per chi ha vissuto ogni giorno con il fiato sospeso dall’incertezza.
In un periodo dove la ricerca non è infallibile e i trattamenti farmacologici non assicurano la guarigione, il Sars Cov-2 ci ha insegnato, ancora una volta, quanto il “to care” sia fondamentale, soprattutto quando il “to cure” ci appare fortuito.

Forse è questa la grande bellezza degli infermieri, l’aver sperimentato, ancora una volta, il prendersi cura nella tempesta e il dialogo nel silenzio.

19 agosto 2020

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Bibliografia

Per approfondire
– Arcadi P, Boccaccia C, Farina L, Panarotto A, Rossi A M, Vezzoli F (2020) WEBINAR Viaggio nella pandemia: racconti di cura. Università degli Studi di Milano, Corso di Laurea in Infermieristica, ASST Ovest Milanese.
– Bauman Z (2011), Modernità liquida. Bari: Laterza.
– Binello L, Botter C (2020) Covid ergo sum. Milano: Bookabook.
– D’Aquin V (2020) Reflections of a COVID-19 Graduate Nurse Student. J Nurse Pract. http://doi:10.1016/j.nurpra.2020.05.003. [Epub ahead of print].
– Dostoevskij F (2014) L’idiota. Milano: Feltrinelli.
– Fortunato S (a cura di) 2020, Racconti di cura che curano. Ravenna: Clown Bianco.
– Swift A e Banks L et al. (2020) COVID-19 and student nurses: A view from England. J Clin Nurs. http://doi: 10.1111/jocn.15298. Online ahead of print.