Il 2020 è l’anno degli infermieri, “spina dorsale del sistema sanitario per la copertura sanitaria universale”, come afferma l’Oms


Il 2020 è l’anno dell’infermiere. Lo è in onore del 200° anniversario della nascita a Firenze di Florence Nightingale che ha dato il via con la sua opera all’infermieristica moderna, ma deve esserlo anche per la crescita della nostra professione che nel 2020 dovrà impegnarsi a raggiungere traguardi di leadership e di qualità.
Non è solo la Federazione a dirlo, ma è un input che viene proprio a livello internazionale dalla stessa Oms (ed è evidente dai dati OCSE) che nel 2020 ha preso l’impegno di operare per garantire che tutti gli infermieri operino in un ambiente in cui siano al sicuro da danni, rispettati/e da colleghi medici e membri della comunità, abbiano accesso a un servizio sanitario funzionante e in cui il loro lavoro sia integrato con le altre cure sanitarie di altri professionisti.
Spiega l’Oms che gli infermieri devono essere adeguatamente valutati e rappresentati nei ruoli di leadership sanitaria dove possono guidare la politica sanitaria e gli investimenti.
Gli infermieri possono essere la risposta a molti problemi di salute del mondo, ma prima dobbiamo superare le barriere professionali, socioculturali ed economiche che ancora in molti casi li ostacolano.
In questo senso indica anche cinque azioni-chiave che i governi dovrebbero impegnarsi a compiere:
1. Investire in più servizi guidati da infermiere che consentano agli infermieri di lavorare al massimo delle loro potenzialità.
2. Impiegare più infermieri specializzati.
3. Rendere gli infermieri centrali per l’assistenza sanitaria di base, fornendo servizi e supervisionando gli operatori sanitari della comunità.
4. Supportare gli infermieri nella promozione della salute e nella prevenzione delle malattie
5. Investire nella leadership infermieristica.
Lo stesso direttore generale Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, politico (è stato ministro della Sanità dell’Etiopia), accademico e medico, ha affermato che “gli infermieri sono la spina dorsale di ogni sistema sanitaria: nel 2020 chiediamo a tutti i paesi di investire in infermieri come parte del loro impegno per la salute per tutti”.
E il primo gennaio gli ha fatto eco la responsabile Oms dell’infermieristica Elizabeth Iro, infermiera e ministro della Salute delle Isole Cook: “Sono grata che gli infermieri stiano aiutando a fare progressi verso la salute in tutto il mondo”.
“Io uso il termine nursing come stimolo di miglioramento”, scriveva Florence Nightingale. L’abbiamo presa in parola facendo crescere la professione, migliorandone la struttura professionale e la qualità e ridefinendone le responsabilità a vantaggio dei pazienti e del sistema welfare che si rende garante di assistenza e orientamento alla salute per l’intera collettività nazionale.
Il nostro fine è assistere i pazienti, individuarne le necessità ed essergli vicini in quei momenti, incidere nel processo organizzativo e decisionale del sistema e dare risposte mirate alle contingenze economiche e ai bisogni che emergono dall’attuale scenario demografico ed epidemiologico.
Noi infermieri, soprattutto, progettiamo, sperimentiamo, costruiamo e ricostruiamo processi assistenziali, percorsi organizzativi e flussi formativi. ci impegniamo inoltre in nuove logiche curative, educative e nella strutturazione di reti relazionali che nel loro insieme danno una risposta ai nuovi bisogni di cura e assistenza scaturiti anche dalla fragilità, dalla dipendenza, dalla cronicità, dal disagio e dalla solitudine nella malattia e nei momenti terminali della vita”.
Noi infermieri ci siamo e ci vogliamo essere. Con maggiore consapevolezza. Assumendoci maggiori responsabilità. Vogliamo e auspichiamo che questo ci sia riconosciuto sia dal punto di vista organizzativo che dal punto di vista economico. Vogliamo anche definire un nuovo patto per l’assistenza in cui vi sia non solo l’impegno alla vicinanza, alla qualità dell’assistenza e della relazione, ma anche principalmente l’impegno a superare ostacoli, arretratezze e criticità, nostre e del sistema. E l’anno internazionale dell’infermiere può essere il giusto momento di partenza. La figura dell’infermiere non è solo necessaria è anche desiderata fortemente dai cittadini. Ora tocca a noi, a tutti e difendere e far affermare la vera Assistenza (con la ‘A’ maiuscola) dalle persone.
L’anno dell’infermiere dovrà essere quindi un anno di svolta per la professione, per affermare tutti i diritti e anche i doveri della nostra professione, per affermare la figura dell’infermiere come pivot dell’assistenza sanitaria e come riferimento del paziente in ospedale, con il primay nursing ad esempio, e sul territorio, con la figura dell’infermiere di famiglia/comunità ufficializzata nel nuovo Patto per la Salute firmato da Governo e Regioni a dicembre e che va ora fatto applicare in tutte le Regioni, anche in base al protocollo d’intesa sottoscritto un anno fa e che al primo punto prevede proprio lo sviluppo di nuovi modelli organizzativo-assistenziali e di competenze esperte e specialistiche come sono quelle dell’infermiere di famiglia/comunità.
Tutto questo dando forte input anche all’assistenza di base, a quella specialistica, al lavoro pubblico e privato, a tutte le forme di presenza degli infermieri accanto ai cittadini, in tutti i ruoli in cui i nostri professionisti possono dimostrare la loro capacità, la loro rilevanza e il loro peso perché l’assistenza sia davvero di qualità.
Ma non solo. Ovviamente dovrà essere celebrato un 12 maggio speciale quest’anno, con un programma in linea con l’azione della Federazione nazionale degli ordini degli infermieri che, in Italia, oltre a numerosi eventi celebrativi, celebrerà la giornata internazionale dell’infermiere, a Firenze, città di nascita di Florence Nightingale, capostipite dell’infermieristica moderna e considerata nel mondo un’antesignana dell’assistenza, della prevenzione e anche della statistica applicata alla salute.
E anche per questo, come per la crescita della professione, c’è bisogno della collaborazione attiva di tutti.
Afferma ancora l’Oms: “Sono le persone che dedicano la propria vita alla cura, a dare vaccinazioni salvavita e consigli sulla salute; a prendersi cura delle persone anziane e in generale soddisfare i bisogni sanitari quotidiani essenziali. Spesso sono il primo e unico punto di riferimento per la salute nelle loro comunità. Il mondo ha bisogno di infermieri se vuole raggiungere una copertura sanitaria universale entro il 2030”.
Ora sta a noi dimostrarlo nei fatti.

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