Nei paesi occidentali, a partire dagli anni Ottanta, è emerso un crescente ricorso all'uso di medicine complementari (Bottaccioli, 2010). Il successo di questo approccio ‘multi-sfaccettato’ è nelle sue caratteristiche di adattamento e rispetto per l’individualità della persona. Un recente studio (Berretta et al., 2017) ha evidenziato che ormai sono molti i centri pubblici italiani che offrono prestazioni di medicina complementare e di oncologia integrata.
In Toscana, che tra le regioni italiane è quella che è riuscita ad integrare le Complementary and Alternative Medicine (CAM) nelle realtà sanitarie, esistono ad oggi circa cento ambulatori pubblici di medicina complementare. L'ospedale Petruccioli di Pitigliano (Grosseto) è una struttura rivoluzionaria in cui l'utente può scegliere se essere trattato con la medicina tradizionale oppure avvalersi dei trattamenti non convenzionali, in base alla patologia di cui è affetto. Sono disponibili a questo scopo l'omeopatia, l'agopuntura, l'osteopatia e le altre tecniche di medicina tradizionale cinese.
Le terapie complementari e non convenzionali vengono sottoposte ad un'accurata verifica scientifica, sia attraverso la revisione della letteratura, sia mettendo in campo studi clinici controllati. L’obiettivo dichiarato è quello di offrire alla comunità il meglio delle terapie complementari, proteggendo gli assistiti da terapie non validate e/o rischiose, come enunciato (Regione Toscana, 2011).
Questa prospettiva di cura, più vicina alla persona, non può non coinvolgere l'infermiere, che da sempre si prende cura dell'altro in senso olistico. Il Caring viene descritto come un modo di essere con l’altro, un tratto morale e umano: probabilmente si potrebbe assistere anche senza caring, ma, quando questo avviene, il nursing si riduce a un solo lavoro (Finfgeld-Connett, 2008, Henderson, 2007, Maben, 2008). Il Caring Infermieristico è soprattutto caratterizzato da azioni competenti e dalla disponibilità ad occuparsi e preoccuparsi intenzionalmente della persona assistita (Corbin, 2008).
Le pratiche di cura infermieristiche vertono sulla gestualità e sul contatto. Tramite il contatto è possibile instaurare un dialogo da corpo a corpo, reciproco, tra la persona che riceve le cure e l’infermiere. Le pratiche di massaggio nel nursing sono state riconosciute come cure infermieristiche complementari (IPASVI, 2002).
Il Caring Massage® è un massaggio a pressione moderata che può essere offerto a tutte le persone costrette a letto, può rappresentare un aiuto per ridurre la sofferenza morale, il senso di solitudine e le difficoltà di comunicare (Marsaglia, Galizio, 2016). Il Caring Massage® non è finalizzato alla guarigione, bensì al benessere: l'intento è quello di donare alla persona che lo riceve un momento di sollievo, regalandole l'affettività e la vicinanza emotiva ed empatica del professionista che se ne prende cura (CESPI, 2015).
Il Policlinico Tor Vergata di Roma ospita una comunità di pratica infermieristica, riconosciuta attraverso una delibera aziendale, che condivide e coltiva il Caring Massage® integrandolo nelle pratiche assistenziali (De Luca, Papaleo, 2010). Il Gruppo delle Affettività delle cure infermieristiche massaggia i pazienti (previa consulenza infermieristica e consenso informato) ed effettua corsi di formazione agli infermieri della struttura, che vogliono affinare i loro gesti di cura.
In letteratura sono presenti numerosi studi sui benefici del massaggio e sui vissuti degli assistiti, mentre sono poche le testimonianze e ricerche che considerano il punto di vista dell’operatore. Quest’indagine si propone l'obiettivo di analizzare i benefici ottenuti dall’infermiere, nell’utilizzo dell’approccio complementare del Caring Massage®.
Il nostro percorso
Il nostro studio utilizza come modello teorico di riferimento ‘l'analisi del contenuto’ (o Content Analysis) ovvero un metodo di ricerca per l'interpretazione del contenuto dei dati di testo, attraverso un processo di identificazione, classificazione sistematica e codifica dei temi (Hsieh, Shannon, 2005). I vissuti delle infermiere del gruppo sono stati investigati attraverso l’utilizzo d’interviste semi-strutturate, condotte faccia a faccia. L'intervista è stata costruita seguendo i modelli proposti dall’approccio qualitativo (De Lillo, 2010).
La Direzione Infermieristica ha concesso l’autorizzazione necessaria per poter fare visita al gruppo, incontrare le infermiere, osservare la pratica del Caring Massage® e infine condurre le interviste. Hanno aderito 10 infermiere, componenti del gruppo aziendale.
La modalità operativa adottata ha compreso:
- trascrizioni in formato testo delle interviste registrate e lettura del testo trascritto corrispondente ad ogni singola intervista e codifica di tutto il set dati;
- creazione di 5 case/node: Gruppo affettività – Sentimenti degli infermieri – Caring Massage® – L'ostacolo alla pratica – Il ricordo di un evento, attraverso le caratteristiche e determinando gli attributi più ricorrenti nelle interviste;
- lettura di tutti i documenti case/node e determinazione delle unità di analisi (frasi rappresentative di un tema/concetto);
- creazione di sotto-nodi Child riferiti a 3 delle 5 categorie concettuali che rappresentano i nodi principali: I cat. "sentimenti degli infermieri" = sotto-nodi: leggerezza, rilassamento e valore aggiunto. II cat. "gruppo delle affettività = sottonodi: auto-massaggio e condivisione. III cat. "Caring Massage®" = sotto-nodi: arruolamento, centratura, coccola e contatto (non sono stati creati sotto-nodi per le due categorie "ostacoli alla pratica" e "ricordo di un'esperienza" in quanto i fatti raccontati rappresentavano un’esperienza come tale).
Risultati
Il Gruppo delle Affettività delle Cure Infermieristiche nasce e si amplia accumunando nei partecipanti il bisogno ed il desiderio di procurare benessere nei pazienti. Il primo stimolo parte da una serie di incontri formativi durante i quali la pratica su se stessi, tra colleghi, fa da tirocinio. L’evoluzione del gruppo delle Affettività delle Cure procede nell’arruolamento dei pazienti ma anche degli infermieri che ne entrano a fare parte sia per semplice curiosità ma soprattutto per dare uno scopo più profondo alla loro professione. Fondamentale punto di riferimento nel gruppo diventa la condivisione delle esperienze, al fine della crescita qualitativa del supporto che il gruppo stesso offre.
Ascoltando, registrando ed analizzando le parole contenute nei racconti delle infermiere intervistate è emerso quanto il Caring Massage® accresca il livello di benessere sia nell'assistito che nell'operatore. L’infermiera, massaggiando, riferisce una maggior motivazione professionale: ne consegue che il massaggio diventa un valore aggiunto di cui il professionista potrebbe fruire anche nella vita personale.
Nella lettura delle frasi trascritte, dei commenti, dei ricordi, delle sensazioni riferite dalle infermiere intervistate, è stato possibile raccogliere le parole che con più frequenza sono state pronunciate; quali: leggerezza, rilassamento, valore aggiunto, contatto, coccolati, fare del bene e ricevere del bene al tempo stesso, una sensazione che torna indietro.
Dalla procedura di codifica sono stati realizzati i grafici sotto riportati, che traducono istograficamente l'adesione/grado di risposta delle infermiere reclutate ai 5 nodi principali (Software NVivo vs 11 Starter for Windows).
La percentuale indicata nell'ascisse dei grafici rappresenta l'esaustività della risposta data da ogni singola infermiera intervistata, mentre le ordinate riportano l’identificativo delle infermiere che hanno dato una risposta a quel quesito; non sono state riportate le infermiere che hanno risposto in maniera non pertinente al tema indagato, ovvero sconfinando in altro nodo.
I sentimenti e sensazioni riferiti dagli infermieri sono la leggerezza, il rilassamento ed il valore aggiunto. Le sensazioni che gli infermieri ricevono praticando il Caring Massage®, sono sensazioni di benessere che rimangono vive ed accompagnano per tutto il resto della giornata. Massaggiare può essere stancante dopo un turno di lavoro, ma la gratificazione che ti rende, ti ripaga e alleggerisce anche la stanchezza. La sensazione di leggerezza è paragonabile a quando si fa una doccia dopo aver sudato molto. Tutto ciò aggiunge valore alla professione ed arricchisce anche personalmente un infermiere, perché si impara a relazionarsi sempre più intimamente con le persone e con noi stessi.
Ogni infermiera intervistata ha postato la sua esperienza personale nel descrivere tale argomento. Ostacoli di carattere soggettivo del paziente che in quel momento può non essere completamente disponibile; ma anche ostacoli di natura oggettiva sempre della persona stessa, come la presenza di presidi ospedalieri che impediscono e limitano le parti corporee da massaggiare. Ostacoli di tempo e legati all’ambiente potrebbero essere evitati se ci fossero persone e luoghi “dedicati” che fanno del Caring Massage® lo scopo principale da coltivare professionalmente.
Ogni infermiera ha arricchito il contenuto con la propria esperienza personale: Le esperienze che lasciano il segno tra I ricordi non necessariamente sono positive, ma si possono qualificare come esperienze di vissuto ad alto carico emotivo che sottintendono ricordi non sempre piacevoli ma nonostante ciò importanti, forti che lasciano un segno tangibile nella vita di chi vive certe situazioni.
Le infermiere partecipanti hanno lasciato un proprio commento sul Caring Massage® che così possiamo riassumere: ogni paziente può ricevere il Caring Massage®, ed ogni infermiere tramite di esso ha un recupero del contatto fisico ma anche emozionale con esso. Ai pazienti trasmette un senso di cura che va oltre l’agire sul corpo. Naturalemte l’adesione a ricevere il massaggio è fondamentale e nessuno va forzato o convinto ad accettare la pratica.
Conclusioni
La lettura ed analisi delle categorie concettuali ha permesso di osservare gli atteggiamenti delle infermiere intervistate. L'intento è stato di attribuire un significato e di indagare così sulla funzione del Caring Massage® per le infermiere del gruppo e per la professione infermieristica.
Il sentimento di gratificazione che ogni infermiera sente di ricevere dalla pratica del Caring Massage® contribuisce ad aumentare sentimenti di benessere interiore, mentre, la percezione di fare qualcosa di buono migliora l'autostima. La sensazione di "leggerezza", sempre riferita dalle infermiere intervistate, ha caratteristiche rigeneranti che a volte "…ripaga più dello straordinario…”. Inoltre, la motivazione professionale delle infermiere del gruppo esce rafforzata grazie alla percezione di aver contribuito alla diminuzione del livello di ansia e di dolore, riferiti dagli assistiti, dopo ogni massaggio.
Il Caring Massage® non è quindi solo fonte di benessere per coloro che lo ricevono, ma rappresenta al contempo stimolo per migliorare la relazione con l'altro e da qui fonte di autoriflessione per l’operatore della salute. Gli infermieri “massaggiatori" non soltanto imparano a costruire un equilibrio empatico nella relazione con il paziente, ma aumentano la loro capacità di auto-concentrazione. Quest’ultimo fatto favorisce all’attenuazione dello stress accumulato durante l'orario lavorativo ordinario e di ritrovare un equilibrio.
La pratica della centratura, narrata dalle infermiere del gruppo, messa in atto per prepararsi al massaggio, consiste in una profonda concentrazione che permette di centrarsi, appunto, sul proprio corpo, mantenendo il contatto con il tempo presente, nel qui ed ora.
Questa modalità di centrarsi consente di dedicarsi al massaggio con maggiore intenzionalità, giusta distanza e comprensione per lo stress emotivo dell'assistito.
La seduta di Caring Massage®, possedendo tutte le caratteristiche elencate, assume i contorni di un incontro dove abitano tranquillità, accoglienza ed al contempo neutralità dell’infermiere. L’interesse autentico per il benessere della persona che si sta massaggiando è un altro ingrediente fondamentale che emerge dall’analisi.
Gli stati emotivi, tristi o piacevoli, che eventualmente affiorano, sono più facilmente accolti, quando si adotta una postura della mente che contempla un interesse autentico per l’altro (Mortari, Saiani, 2013), costruendo una via per interiorizzare il vissuto esperienziale ed apportare così un "valore aggiunto" nella relazione di cura.