La comunità di pratica della Piastra operatoria: il progetto di un’azienda ospedaliero universitaria dell’Emilia Romagna


Knowledge Management e Comunità di pratica
I termini Knowledge sharing e Knowledge Management, rispettivamente “condivisione delle conoscenze” e “gestione delle conoscenze” sono concetti di crescente interesse dagli anni ‘90 in poi per i loro risvolti in ambito psicologico, sociologico, informatico e organizzativo; nelle realtà lavorative odierne il complesso delle conoscenze che ogni persona possiede diventa un fattore chiave di competitività, innovazione e miglioramento, oltre che un valore aggiunto. Vi è quindi oggi un enfasi sul contributo che ogni persona può apportare all’organizzazione e ciò soprattutto all’interno di una realtà in continuo aggiornamento come il mondo sanitario, che sulla condivisione delle conoscenza tra i vari attori al suo interno fonda le sue basi; dalla seconda metà del ‘900 fino ad oggi la comunità scientifica in maniera crescente dialoga e mette in comune informazioni e dati a beneficio della popolazione mondiale e da questo scambio incessante di informazioni nascono le evidenze scientifiche e le nuove scoperte.

La creazione e la condivisione delle conoscenze all’interno di realtà complesse avviene attraverso diverse modalità, una di queste è la Comunità di Pratica (CdP).

La “comunità di pratica” è un “insieme organizzato di persone” al cui interno vengono condivise nuove conoscenze e saperi; è fornita di libero accesso e il suo prodotto finale è il miglioramento collettivo (Wenger 2006); l’esempio più eclatante di CdP è quello del Web, dove chiunque può condividere qualcosa e può accedere al complesso delle informazioni.

Attualmente le comunità di pratica vengono organizzate con il supporto informatico, poiché la condivisione e il raggiungimento delle informazioni risultano essere immediate e capillari. Le comunità di pratica si distinguono dagli altri gruppi sociali per le seguenti caratteristiche:

  • Obiettivo: i membri di una stessa comunità condividono lo stesso obiettivo;
  • Identità centrata sulla pratica: i membri di una stessa comunità basano la loro identità sulla condivisione delle stesse procedure, lo stesso lavoro e le stesse responsabilità;
  • Modalità di lavoro condivise: i membri di una comunità di pratica sono interdipendenti e si affidano reciprocamente attraverso regole implicite ed esplicite, ruoli e procedure;
  • Condivisione della conoscenza e apprendimento: i membri di una comunità di pratica apprendono e imparano condividendo la conoscenza esplicita (es. frequentando lo stesso corso didattico) e implicita (es. lavorando a stretto contatto, conversando, mettendo in comune esperienze).

Ogni organizzazione è una costellazione di comunità di pratica” (Wenger 2006).
Il concetto di “comunità di pratica in sanità” nasce con l’obiettivo di diffondere e condividere le informazioni inerenti alla pratica e al sapere del mondo sanitario tra le varie professionalità che vi prendono parte; perciò ogni realtà lavorativa sanitaria diviene essa stessa uno spazio condiviso dove mettere in comune conoscenze nell’ottica del raggiungimento dell’eccellenza nella formazione dei professionisti. La criticità maggiore è quella dell’organizzazione di questa Comunità di pratica, poiché manca spesso uno strumento che organizzi e fornisca accessibilità al complesso delle conoscenze (ad esempio un archivio).

Il progetto
Da alcuni anni l’AOU si è dotata di un software per la gestione dei propri corsi di formazione a distanza; trattasi di Moodle, il programma creato per la gestione di corsi online che attualmente viene utilizzato da numerose università italiane (Trieste, Padova, Genova, Roma Tre, Ca’ Foscari, Cagliari).

Moodle è un software Open source e consiste un’interfaccia tra il docente e lo studente; una piattaforma dove poter creare e gestire dei veri e propri corsi e lezioni. Il supporto informatico semplifica i passaggi di materiali studente/studente e studente/docente, permette la somministrazione di verifiche (intermedie, conclusive), questionari (di gradimento, valutativi, pre-test), prove di esame fornendo strumenti di comunicazione e discussione in tempo reale (chat, forum) e una funzione di archiviazione cloud.

Il docente può gestire al 100% un corso a distanza, potendo anche controllare l’affluenza degli studenti alla piattaforma. All’interno della piattaforma possono essere caricati e visualizzati file di svariato tipo, possono essere create pagine wiki, cioè costruite in gruppo. Gli utenti possono così reperire facilmente e velocemente qualsiasi materiale, on demand.

Attraverso il software Moodle è stato creato uno spazio dedicato ai professionisti, che lavorano nella piastra operatoria, al cui interno condividere materiali didattici, informazioni, procedure inerenti alle tecniche chirurgiche e all’assistenza al paziente che si sottopone a intervento chirurgico, ai dispositivi e ai materiali utilizzati all’interno della piastra operatoria, con il fine ultimo di uniformare le procedure chirurgiche dei professionisti. Inoltre vi sono forum e chat che forniscono agli operatori un ulteriore possibilità di condivisione delle informazioni in tempo reale.

Il progetto è stato attivato in via sperimentale nel Blocco di Chirurgia Vascolare partendo dai contenuti Infermieristici del corso di Perfezionamento “Assistenza Infermieristica in Sala Operatoria”, con l’obiettivo di estenderlo alle altre specialità e professionalità.

Attualmente nella piattaforma sono state depositate le descrizioni di alcuni dei principali interventi eseguiti nel Blocco di Chirurgia Vascolare: Aneurisma dell’Aorta Addominale, Tromboendoarteriectomia della Carotide, Bypass Femoro – Popliteo e una sezione riguardante la Chirurgia Endovascolare; questi interventi sono stati divisi nei seguenti macro-argomenti in modo da poter rendere più semplice la consultazione:

  • anatomia e cenni di patologia;
  • apparecchiature e materiali;
  • posizionamento;
  • accoglimento e anestesia;
  • allestimento dei carrelli e del campo operatorio;
  • tempi chirurgici.

Questi contenuti sono visualizzabili direttamente sulla piattaforma oppure scaricabili in formato pdf, power point. Sono stati inoltre prodotti dei video tutorial visualizzabili sempre sulla piattaforma. La gestione di questa piattaforma è affidata esclusivamente ad alcuni tra gli infermieri del Blocco di Chirurgia Vascolare autenticati come “docenti”; i compiti previsti sono il caricamento e l’aggiornamento dei contenuti, la manutenzione della piattaforma stessa, la supervisione nell’utilizzo da parte del neoassunto e dello studente. I restanti professionisti vengono autenticati come “studenti” e possono consultare la piattaforma, utilizzare i forum, la chat ma non modificarne i contenuti.

L’obiettivo del progetto prevede che la comunità di pratica, attraverso la piattaforma Moodle, diventi la sede di tutti gli scambi di informazioni ufficiali e di materiali didattici, il luogo di conservazione e aggiornamento di tutti i protocolli e le procedure aziendali e in ultimo la piattaforma di autoformazione del neoassunto e dello studente in tirocinio.

Ulteriori obiettivi sono l’estensione dell’utilizzo della piattaforma alle altre specialità e professionalità e l’utilizzo di questa per la discussione di proposte, problematiche inerenti alla pratica lavorativa, attraverso l’utilizzo degli strumenti di comunicazione offerti da Moodle.

Criticità
La criticità maggiore che si presenta è quella legata all’utilizzo di tecnologie informatiche: attualmente le competenze informatiche hanno una diffusione non omogenea tra i professionisti della salute pertanto la diffusione di questi strumenti va accompagnata a specifici momenti di formazione all’uso dei software, possibilmente ripetuti nel tempo; può essere determinante l’utilizzo di tutorial nei quali descrivere visivamente e azioni da eseguire.

Conclusioni
Le comunità di pratica stanno diventando una risorsa per il rafforzamento infermieristico e ostetrico in tutto il mondo perché offrono la possibilità di condividere nuove informazioni, evidenze e best practices. Fornendo una piattaforma per lo scambio di informazioni possono venir messi in comune la saggezza della comunità e le esperienze di diverse realtà lavorative. Iniziare a sviluppare vere e proprie comunità di pratica all’interno delle realtà lavorative, con l’obiettivo successivo di estenderle potrebbe essere la base per la creazione di un vero e proprio network nazionale, dove poter dialogare e condividere le proprie conoscenze, migliorando.

“Quando un infermiere si occupa dei suoi pazienti, è attraverso la raccolta di dati e conoscenze che stabilisce di cosa essi necessitano in termini di assistenza. Nello stesso modo i risultati della ricerca e condivisione della conoscenza forniscono le basi per la presa di decisione in ambito organizzativo, nei confronti di una specifica popolazione di utenti/destinatari.” (Orzano, McInerney, Scharf, Tallia, Crabtree 2008).
 

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Bibliografia

– Alessandrini G., Comunità di pratica e società della conoscenza, Carrocci, Roma, 2007.
– Bellandi G., La conoscenza partecipata: condividere efficacemente conoscenze ed esperienze con la comunità di pratica , Angeli, Milano 2009.
– Duncan-Hewitt W, Austin Z., Pharmacy Schools as Expert Communities of Practice? A Proposal to Radically Restructure Pharmacy Education to Optimize Learning. ,m,Am J Pharm Educ. 2005;69(3) Article 54.
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– Orzano AJ, McInerney CR, Scharf D, Tallia AF, Crabtree BF. A knowledge management mode: Implications for enhancing quality in health care. J Am Soc Inf Sci Technol. 2008;59(3):489-505.
– Simpson RL. Information technology: building nursing intellectual capital for the information age. Nurs Adm Q. 2007;31(1): 84-88.
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– Wenger E., Comunità di pratica. Apprendimento, significato e identità, Raffaello Cortina, Milano 2006.