Quali ostacoli alla donazione di sangue ed emocomponenti? I pareri dei NON donatori


L’infermiere moderno sta acquisendo un’autonomia sempre maggiore e più riconosciuta dal momento in cui, oltre alla gestione del processo infermieristico, tra le sue funzioni rientra quella dell’educazione sanitaria di tutti i cittadini, associata alla promozione di uno stile di vita sano, così come dichiarato all’interno del Dm 739/94.
Obiettivo di questa indagine è indagare le paure e i dubbi di chi non dona sangue ed emocomponenti, con il fine di riscontrare quali siano le convinzioni e le reali motivazioni che, per questi soggetti, sono diventate motivo di dichiarazione di contrarietà a questa donazione.

Il nostro percorso
Attraverso l’analisi dei dati riferiti all’anno 2013, si è verificato che nel bacino della Regione Lazio e in particolare all’interno dell’Azienda Policlinico Umberto I di Roma vi è una grave carenza di sangue ed emocomponenti (Tabella 1 e Tabella 2).
Si è così deciso di individuare i principali ostacoli alla scelta di donare, somministrando tramite web un questionario anonimo alle persone che hanno scelto di non donare, suddiviso in tre parti: una autopercettiva, una inerente la trasfusione e l’ultima per valutare le conoscenze degli intervistati.
Il questionario è stato rielaborato principalmente attraverso l’analisi di precedenti indagini accreditate e svolte dal centro di ricerca indipendente “Observa science in society”[1], riportate su vari siti Internet del Centro nazionale sangue[2]. In totale abbiamo somministrato 200 questionari.

Tabella 1 – Donazioni e utilizzazione di sangue nelle Aziende Sanitarie laziali – 2013

Struttura trasfusionale

Unità
prodotte

Unità
consumate

I1302

OSPEDALE PAOLO COLOMBO VELLETRI – VELLETRI (RM)

15.128

12.142

I1303

OSPEDALE SAN PIETRO FATEBENEFRATELLI – ROMA (RM)

4.267

4.278

I1305

OSPEDALE SANDRO PERTINI – ROMA (RM)

10.573

12.178

I1306

POLICLINICO UNIVERSITARIO A. GEMELLI – ROMA (RM)

6.613

17.452

I1307

AZ. OSP. SAN CAMILLO-FORLANINI – ROMA (RM)

13.069

21.169

I1308

POLICLINICO UMBERTO I – ROMA (RM)

18.650

25.143

I1311

OSPEDALE SANTA MARIA GORETTI LATINA – LATINA (LT)

19.444

15.700

I1312

PRESIDIO S. CAMILLO DE LELLIS DI RIETI – RIETI (RI)

5.692

3.802

I1313

OSPEDALE DI BELCOLLE – VITERBO (VT)

14.844

11.140

I1314

OSPEDALE F. SPAZIANI FROSINONE – FROSINONE (FR)

10.543

11.181

I1315

OSPEDALE SAN PAOLO – CIVITAVECCHIA (RM)

3.165

2.844

I1319

ISTITUTI FISIOTERAPICI OSPITALIERI – ROMA (RM)

3.269

3.341

I1320

AZIENDA OSP. S. GIOVANNI/ADDOLORATA ROMA – ROMA (RM)

6.469

7.450

I1321

OSPEDALE S. FILIPPO NERI – ROMA (RM)

9.880

14.215

I1323

OSPEDALE SANTO SPIRITO – ROMA (RM)

5.478

5.060

I1324

OSPEDALE S. EUGENIO – ROMA (RM)

9.824

19.325

I1325

OSPEDALE PEDIATRICO BAMBINO GESU' – ROMA (RM)

13.810

7.796

I1326

OSPEDALE G. B. GRASSI – ROMA (RM)

4.710

2.923

I1331

OSPEDALE FATEBENEFRATELLI – ROMA (RM)

3.503

2.884

I1334

OSPEDALE SAN GIOVANNI EVANGELISTA – TIVOLI (RM)

7.595

4.645

I1335

AZ. OSP. UNIV. POLICLINICO TOR VERGATA – ROMA (RM)

4.774

14.188

Totale LAZIO

191.300

218.856

 

Tabella 2 – Donazioni e utilizzazione di sangue nelle Aziende Sanitarie laziali – 2013

Unità sangue intero prodotte vs unità consumate anno 2013
policlinico Umberto I

 

Sangue intero

Pediatriche

Aferesi

Tot

Consumato

Δ

EMAZIE

18.326

117

324

18.767

25.254

-6487


I nostri risultati

La popolazione più giovane risulta essere quella più difficile da attirare alla donazione nelle campagne di formazione ed informazione (Figura 1).

Figura 1 – L'età del campione
Figura 1

L’83% dei rispondenti ritiene che il motivo per cui si dona sia la possibilità di prestare aiuto a qualcuno, conoscente o meno. Il 15% ha rimandato invece una visione più pragmatica della donazione, beneficiando in tal modo di un controllo gratuito del proprio stato di salute. A tale visione si aggiunge poi la possibilità di usufruire di un giorno di permesso retribuito dal lavoro, anche se soltanto l’1,5% degli intervistati ha contrassegnato tale risposta.
Infine, lo 0,5% dei non donatori ha attribuito importanza alle iniziative promozionali sul territorio come costante input alla donazione nella popolazione dei donatori, mentre nessuno ha ritenuto che eventuali motivazioni religiose possano essere talmente radicate e valide da poter spingere a donare (Figura 2).

Figura 2 – Scelte a monte della donazione
Figura 2 - Scelte a monte della donazione

Tra gli ostacoli alla donazione di sangue ed emocomponenti sono prevalsi per il 32,5% dei rispondenti motivazioni legate alla paura e ai freni emotivi (paura dell’ago, l’idea del sangue, invasività della pratica, paura di sentirsi male dopo aver donato, esperienze traumatiche pregresse); per il 34,5% la mancanza di occasioni, di tempo, di incentivi adeguati e la lontananza delle strutture in cui si dona, che si rivelano difficilmente raggiungibili.
Il 19% dei rispondenti ha affermato che è una malattia ad impedire la possibilità di donare.
Il 9% ha ammesso di non essere adeguatamente informato e, di conseguenza, di non aver mai avuto la curiosità di saperne di più per quanto riguarda la donazione di sangue o emocomponenti.
Il restante 5% ha indicato lo scetticismo e la diffidenza come il principale ostacolo che impedisce di diventare donatore, che si manifestano con critiche riguardanti la sospettata inadeguatezza delle strutture sanitarie e di luoghi non sicuri, personale non sufficientemente formato, sfiducia sul piano dell’igiene, convinzioni religiose e scarso rispetto della privacy (Figura 3). 

Figura 3 – Ostacoli alla donazione
Figura 3 - Ostacoli alla donazione

Tra le possibili soluzioni per tentare di superare i vari ostacoli precedentemente individuati è emerso che il 33,5% dei non donatori ha conferito totale importanza e potere alle campagne di informazione sulla donazione, istituite per abbattere qualsiasi tipo di pregiudizio in tale ambito.
Il 28% crede che un non donatore sarebbe disposto più volentieri a donare se si offrissero incentivi da parte delle strutture, quali ad esempio esami diagnostici o ulteriori visite specialistiche gratuite.
Il 14,5% ha presupposto che un clima di maggiore familiarità e accoglienza nelle strutture potrebbe essere utile a smorzare eventuali sentimenti negativi o paure nei confronti di questo atto.
L’11% e il 13%, invece, hanno dichiarato che sarebbero più inclini alla donazione di sangue o emocomponenti se avessero la possibilità di abitare in aree che garantiscano un accesso più comodo alle strutture in cui si effettua la raccolta, oppure se i tempi di attesa venissero ridotti, in particolare per l’ansia e le preoccupazioni per l’esito della donazione stessa che si sviluppano durante tale attesa (Figura 4).

Figura 4 – Soluzioni per favorire la donazione
Figura 4 - Soluzioni per favorire la donazione

Il 69,5% ha avuto bisogno almeno una volta nella vita di una trasfusione o conosceva una persona che ha dovuto affrontarne una. In netta minoranza, invece, il 30,5% non ha mai avuto a che fare con questa procedura, né direttamente né indirettamente. Si deve sottolineare che se nessuno donasse il proprio sangue o parte di esso, tutti un giorno potremmo avere la sfortuna di subirne le conseguenze.
I risultati inerenti la parte conoscitiva non vengono riportati in quanto il campione si è dimostrato ferrato sulle conoscenze di base riguardanti l’argomento: quantità di sangue prelevato durante una donazione di sangue intero, gruppo donatore e ricevente universale, altro.

Conclusioni
L’indagine si è focalizzata sul punto di vista dei non donatori, permettendoci così di affrontare con loro ciò che non avrebbe suscitato in loro alcun interesse. Inoltre, la consapevolezza che la sfida per il raggiungimento dell’autosufficienza regionale e nazionale ha bisogno di essere sempre rinnovata, ci ha portato alla creazione di un opuscolo informativo da divulgare tra la cittadinanza, proposto quale manuale tascabile del donatore ideale, da portare con sé e da consultare al momento del bisogno.
L’opuscolo è stato elaborato appositamente per il Centro trasfusionale del Policlinico Umberto I di Roma, ma può essere revisionato e riadattato per qualsiasi struttura che voglia adottarlo. L’idea di proporre un opuscolo è scaturita esclusivamente dai risultati emersi durante l’indagine, in primo luogo in quanto i non donatori hanno riconosciuto l’importanza delle campagne di informazione indette dagli enti che si occupano di tali tematiche; in secondo luogo perché si è avvertito come doveroso trovare uno strumento che potesse aiutare ad integrare le conoscenze sulla donazione di sangue ed emocomponenti con ulteriori dettagli.

 


[1] http://www.observa.it/chi/?lang=it. Observa science in society è un centro di ricerca indipendente, senza fini di lucro, legalmente riconosciuto, che promuove la riflessione e il dibattito sui rapporti tra scienza e società, favorendo il dialogo tra ricercatori, policy maker e cittadini.
[2] http://www.centronazionalesangue.it/
 

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Bibliografia

– Bonomo P. La qualità della selezione dei donatori e delle procedure di prelievo può contribuire al raggiungimento dell’autosufficienza senza spreco di risorse, Avis SOS, 1997.
La medicina Trasfusionale: il Sistema Qualità, l’Ambulatorio, il Laboratorio e la Donazione di Sangue. Raccolta delle lezioni dei corsi di aggiornamento, Lecce, Ed. SIMTI, giugno 2002.
– Zucchelli P. et al. La donazione di sangue, Milano; Ed. SIMTI, 2002.