Il nuovo triennio Ipasvi si apre in continuità con quello precedente e conferma, fa sue e intende potenziare le posizioni e le istanze che finora la rappresentanza professionale degli infermieri ha messo in primo piano. Una volontà questa, confermata anche dall’altissimo consenso ottenuto dal neo-Comitato centrale con il voto di oltre l’85% dei presidenti di Collegio.
I nostri primi impegni saranno di contribuire a definire una nuova governance, diversa, per il Servizio sanitario nazionale, dove gli infermieri possano estrinsecare tutte le potenzialità della loro professione. Occorre poi presidiare l’applicazione del recente Patto per la salute e degli standard ospedalieri e territoriali per contribuire a sviluppare nuovi modelli organizzativi per l’ospedale e per il territorio. Sarà fondamentale rafforzare le relazioni interprofessionali e intraprofessionali per superare paure regressive e battaglie di retroguardia, non solo delle altre professioni ma anche della nostra. E dobbiamo chiedere con forza la concretizzazione del comma 566 – competenze specialistiche – e la definitiva archiviazione dell’atto medico.
Aggiungo anche una richiesta che farà parte delle peculiarità del prossimo triennio: quella ai decisori di “invertire” la rotta sul mercato del lavoro per evitare ulteriori depauperamenti di numeri e professionalità, oltre che di competenze.
La nostra idea generale è rendere gli infermieri protagonisti del proprio futuro, assumendo un ruolo più forte e di solida presenza dove si discute, si dibatte e si decide per la sanità, per la formazione, per le professioni, per il lavoro.
Il Comitato centrale della Federazione in questo senso darà sostegno pieno ai collegi provinciali e ai coordinamenti regionali perché siano il “luogo” per i cittadini e i liberi professionisti dove si incrociano con trasparenza domanda e offerta di professionalità e assistenza infermieristica. E in questo senso vogliamo realizzare anche un percorso di accreditamento dei professionisti per certificare le competenze acquisite e la qualità della professione anche nel libero mercato.
Tra gli  obiettivi abbiamo l’aggiornamento del Codice deontologico e il  riconoscimento e il coinvolgimento nei processi assistenziali della  figura dell’infermiere specialista, anche con un confronto con le altre  professioni sanitarie per la definizione dei reciproci ambiti  professionali.
In questo triennio poi si dovrà favorire la libera  professione, le funzioni manageriali, di direzione e di coordinamento e  realizzare con Istituzioni, Società scientifiche e rappresentanze dei  cittadini linee guida, standard assistenziali, criteri per la  definizione del fabbisogno di infermieri, indicatori di esito e  risultato sia per l’ospedale, sia per il territorio, la residenzialità e  la domiciliarità, anche sostenendo l’ampliamento del numero di  infermieri ricercatori e professori nelle Università. 
In questo senso nella relazione programmatica 2015 sono identificate cinque aree di lavoro su cui ci concentreremo. Questa una loro estrema sintesi.
- Area della rappresentanza, in cui è  previsto tra l’altro un rapporto con i Collegi perché siano il “luogo”,  noto e riconosciuto dai cittadini e dai liberi professionisti dove si  incrocia con trasparenza la domanda e l'offerta di professionalità e di  assistenza infermieristica. In questa area c’è anche il percorso di  accreditamento dei professionisti che certifica le competenze acquisite e  la qualità dell'agire infermieristico anche nel libero mercato.
 
- Area dell’esercizio e dello sviluppo professionale, dove  si prevede di declinare con i collegi provinciali i ruoli, le funzioni,  le competenze infermieristiche e le correlate autonomie e  responsabilità, promuovere e sostenere il confronto le professioni  sanitarie per la definizione dei reciproci ambiti professionali,  supportare e valorizzare le funzioni manageriali, di direzione e di  coordinamento, e individuare nuovi e altri ambiti per l'esercizio delle  competenze organizzative, gestionali e "professional di staff" nel  governo di sistema.
 
- Area della formazione e della ricerca,  per collaborare con le istituzioni, le società scientifiche e le  rappresentanze dei cittadini per elaborare linee guida, standard  assistenziali, criteri per la definizione del fabbisogno di infermieri,  indicatori di esito e risultato sia per l'ambito ospedaliero, sia per le  strutture territoriali sia per l'assistenza domiciliare, attivare e  sostenere ricerche, indagini, approfondimenti, confronti  sull'innovazione e sull'evoluzione e lo sviluppo della disciplina  infermieristica.
 
- Area delle relazioni, per  mantenere, rafforzare e implementare i rapporti con le forze politiche  nazionali e locali e le diverse rappresentanze istituzionali del sistema  sanitario, accademico e socio sanitario e ricercare e attivare un  confronto su tematiche emergenti e di interesse professionale con gli  stakeolders interni ed esterni alla professione. Ma anche per mantenere e  coltivare i rapporti con Enpapi, Cives e le Associazioni e Società  scientifiche infermieristiche nazionali ed internazionali.
 
- Area della verifica e del controllo, in cui sarà messa a disposizione dei Revisori dei Conti dei collegi provinciali una "cassetta diversificata di attrezzi" anche di tipo informatico oltre che informativo e seminariale per esercitare la funzione di verifica e controllo con trasparenza ed omogeneità.
Tutti obiettivi che impegnano il comitato centrale ed i collegi provinciali e che rappresentano un ulteriore tassello per la categoria. Ma per farlo c’è bisogno della massima partecipazione e collaborazione dei primi attori dello sviluppo della professione: gli infermieri.
 
			 
		




