I nuovi traguardi e le sfide per la professione


La Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi ha brindato al suo 60° compleanno con un vero congresso di svolta. La professione tutta – come ha confermato il consenso degli oltre 3mila infermieri presenti a Roma dal 5 al 7 marzo scorsi – ha deciso di salire quel gradino che va verso una maggiore responsabilità all’interno delle aziende con la formalizzazione della già avvenuta evoluzione delle nostre competenze sia in chiave assistenziale, sia in chiave manageriale. Nel nostro futuro prossimo ci sono infermieri generalisti e infermieri specialisti, tutti competenti, preparati, capaci di lavorare in gruppo e in rete e di confrontarsi su un disegno assistenziale anche per metterlo in discussione allo scopo di raggiungere i risultati migliori per la collettività e per la propria famiglia professionale.

Di svolta perché la mozione finale va perfino oltre la crescita professionale e reagisce all’attuale stallo, dicendo basta con la riduzione numerica dei professionisti infermieri, con l’ibernazione dei loro compensi, con i tagli lineari che minano alla base il livello e la qualità dell’assistenza, mettendo a rischio la salute dei cittadini. E soprattutto basta con le accuse di invasione di campo, che compromettono il lavoro d’équipe tra i professionisti della sanità. 

Il nostro fine non è svolgere attività da medici "bonsai", ma di utilizzare una marcia ulteriore per assistere i pazienti, individuarne e approcciarne le necessità, incidere nel processo organizzativo e decisionale di sistema e dare, conseguentemente, risposte ancora più pertinenti e mirate alle contingenze economiche e ai bisogni che emergono dall'attuale scenario demografico ed epidemiologico. Non intacchiamo o erodiamo il campo di attività di questo o di quel professionista, ma ci adeguiamo semmai all'evoluzione generale e ineludibile dei saperi, dei bisogni, dei sistemi organizzativi e soprattutto alle necessità e alle aspettative dei cittadini.

Per farlo siamo pronti a un nuovo patto per l’assistenza con i cittadini: vogliamo rispondere ai loro bisogni di salute con competenza, professionalità e umanità. Ma siamo pronti anche a rinnovare il nostro impegno per il sistema salute, sollecitando le Istituzioni a garantire ai cittadini l’equità di accesso alle cure e all’assistenza su tutto il territorio nazionale, a erogare servizi orientati alla centralità e qualità di vita dei cittadini e a monitorare la qualità delle prestazioni e costruire, nel rispetto reciproco dei ruoli, un nuovo modello di cura e assistenza che integri le competenze specifiche di ogni professione sanitaria.

Noi il nostro impegno lo mettiamo tutto sul piatto: ora tocca agli altri fare altrettanto. In cambio vogliamo – e la mozione finale del congresso l’ha chiesto a chiare lettere – la valorizzazione delle funzioni, dei ruoli e delle competenze dei professionisti infermieri, lo sviluppo del ruolo dell’infermiere specialista nelle organizzazioni sanitarie, il riconoscimento per gli infermieri delle funzioni specialistiche, manageriali, di direzione e di coordinamento.

E serve anche la coerenza della formazione accademica con le funzioni e i ruoli gestionali e assistenziali che l'infermiere deve assumere per dare una migliore assistenza in ospedale, a domicilio, sul territorio e per garantire la presa in carico, la continuità assistenziale, l'informazione e l'educazione sanitaria e l’ampliamento, in ambito accademico, del numero di infermieri ricercatori e professori di prima e seconda fascia con il coinvolgimento sistematico dei nostri professionisti anche nella definizione e la realizzazione del Patto della salute e dei Lea, coerentemente al nuovo sviluppo dell’assistenza territoriale e dell’umanizzazione del sistema.

Perché i nostri professionisti non debbano essere ostaggio e merce di scambio con i risparmi chiesti dalla spending review sono necessarie linee guida, standard assistenziali, criteri per la definizione del fabbisogno di infermieri, indicatori di esito e risultato sia per l'ambito ospedaliero, sia per le strutture territoriali e per l'assistenza domiciliare, in cui siano considerati e valorizzati l’impegno e la professionalità degli infermieri. E su questo siamo pronti, proprio con i cittadini, a intervenire e proporre anche noi: siamo stanchi di stare a guardare.

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