Il 2015 è l’anno dell’infermiere specialista


Nel nuovo anno porte aperte finalmente, con la legge di stabilità 2015, alle competenze specialistiche degli infermieri. Si tratta di uno snodo importante per l’assistenza sanitaria e per la professione che apre la strada a quel lavoro di squadra, proprio e anche con le altre professioni, che da sempre gli infermieri cercano per dare la massima qualità nell’assistenza ai pazienti, ma con il riconoscimento del loro ruolo e dell'upgrading raggiunto e con paradigmi professionali, relazionali e organizzativi diversi dagli attuali. Gli infermieri desiderano ragionare sui bisogni emergenti e attuali degli assistiti e su come attivare una forte cooperazione per garantire la sostenibilità del Ssn senza diminuire ulteriormente equità, efficacia, efficienza e appropriatezza.

Gli infermieri sono portatori di quei contenuti disciplinari e quindi professionali che possono concretamente e con metodo scientifico, dare risposta ai bisogni sanitari che si stanno imponendo non solo nella società italiana, ma anche e ampiamente, in quella europea. Bisogni e domanda sanitaria correlati a cronicità, fragilità fisica e psichica, cure di lungo termine, continuità, olismo assistenziale, gestione professionalizzata dei casi. Situazioni che richiamano la struttura disciplinare infermieristica che per una gestione assistenziale ancora più efficace necessita di un formale e riconosciuto approfondimento dei paradigmi e dei contenuti disciplinari che sottendono i diversi ambiti ed aree di esercizio professionale.

Con la previsione contenuta nel comma 566 della legge non ci sono più alibi per fermare il processo, né politici né sindacali, come quelli che finora hanno rallentato l’innovazione. Abbiamo ragionato delle competenze che definiscono l'assistenza infermieristica, della loro fisiologica e già comunemente diffusa evoluzione, di sperimentazioni ancora più innovative attuate dagli infermieri in numerosi luoghi del Paese e dell'aspettativa, già normata dalla legge 43 del 2006, di giungere, finalmente, alla figura dell’infermiere specialista. Quelle sperimentazioni e altre e ulteriori ancora, ora si potranno strutturare e ridefinire anche con l'approfondimento disciplinare di percorsi formativi e di ricerca nelle sei aree di intervento.

Naturalmente non è la norma della legge di stabilità a dover parlare direttamente di competenze specialistiche: una legge dello stato non può regolamentare attività professionali che sono in realtà le Regioni a gestire; non può “intromettersi” nell’organizzazione del lavoro che queste sviluppano nei e per i loro territori. Con la norma – ed è perciò che ora possono decollare le competenze specialistiche – è stata fatta cadere anche l'ultima barriera artificialmente innalzata dai detrattori di questa innovazione. Ora potrà avere il via libera quell’accordo Stato-Regioni già pronto e concordato, perfino già messo all’ordine del giorno di una conferenza pre-estiva. Il documento che ci aspettiamo venga presentato in Conferenza Stato Regione per "sancire accordo" e iniziare finalmente a darvi attuazione. In quell'articolato ci sono tutti gli elementi per poter agire nei diversi ambiti: accademico, professionale, della formazione permanente e dell'organizzazione.

Certo, molti si porranno il problema dell’innovazione inserita nel quadro dell’assenza di contratti e di blocco delle retribuzioni. Il nostro auspicio è che non si aspetti molto a mettere mano alla parete economica dei contratti ma in questo momento ci preoccupiamo, come è nostro compito, di porre quelle basi professionali sulle quali auspichiamo che le rappresentanze sindacali riescano a fare ancora meglio il loro lavoro, ossia valorizzare economicamente tutto questo. E proprio per questo aspetto è necessario sostenere le rappresentanze sindacali che davvero hanno a cuore la professione. La realizzazione di una diversa organizzazione del lavoro impostata sul riconoscimento del merito e delle diverse responsabilità, oltre che capace di riconoscere la diversità dell'apporto delle professioni sanitarie e delle loro specificità al processo di cura e di assistenza, non è facile.

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