L’infermieristica in Kenya: esperienza di una studente nel contesto del Progetto Malindi District Hospital


Il contesto
Essere infermiere in Kenya rappresenta un ruolo fondamentale nel quadro sociale di questo Paese: l’infermieristica è vecchia come i kenyoti stessi sebbene tra molti professionisti del luogo vi sia la credenza che provenga dalla civiltà occidentale in concomitanza con l’arrivo dei missionari. E’ importante sottolineare che i Traditional Health Providers e le Traditional Birth Attendants esistevano già molto tempo prima, pur se tradizionalmente le diagnosi venivano fatte da stregoni, erboristi, indovini e dagli anziani che prescrivevano trattamenti a base di erbe, radici o eseguivano rituali di purificazione. Tuttavia, la popolarità della guarigione tradizionale è decaduta a seguito dell’introduzione della medicina moderna. I ruoli dei guaritori tradizionali e delle assistenti tradizionali alla nascita vennero eliminati gradualmente dagli ospedali gestiti della chiesa ma entrambe le realtà continuano a sopravvivere nelle zone rurali ed extra-urbane. Nel 1929 il governo del Kenya iniziò la formazione degli infermieri, mentre il Kenya Registered Nursing Course venne avviato nel 1952 con 4 candidati. Successivamente il numero cominciò ad aumentare fino ad arrivare ai giorni nostri ad 850-900 studenti iscritti alla Kenya Registered Nursing School. Tuttavia la carenza globale di operatori sanitari nell’Africa sub-Sahariana è stimata a più di quattro milioni di unità.

Sfide africane
L’Africa si trova ad affrontare una miriade di sfide, le più rilevanti delle quali sono: la malnutrizione (causa anche di rachitismo infantile); l’HIV/AIDS; le epidemie di malaria; decessi a causa di diarrea. A seguire: i traumi e infortuni con conseguenti lesioni gravi; le infezioni nosocomiali; le ustioni provocate da incendi.

Malnutrizione: Nei paesi in via di sviluppo 165 milioni di bambini di età inferiore ai quattro anni soffrono di denutrizione cronica e 52 milioni soffrono di denutrizione acuta che causa loro un grave stato di sottopeso. La malnutrizione tra i bambini in età scolare è dovuta a carenze in una o più delle tre condizioni principali per una buona alimentazione: cibo, cura e salute. Il 40% dei bambini di età compresa tra i 5 e 14 anni risulta essere anemico e l’anemia può influenzare l’apprendimento e lo stato cognitivo.

HIV/AIDS: Dati aggiornati al 2011 rivelano che il 50% della popolazione kenyota vive in condizioni di povertà. L’aspettativa di vita è di 58 anni e circa 2.000.000 di persone vivono con l’HIV/AIDS che rappresenta la principale causa di morte. E’ stato dimostrato che l’HIV e la mortalità materna non sono due temi congiunti e rappresentano due problematiche che trovano la loro intersecazione nell’Africa sub-Sahariana. Il parto assistito da un operatore sanitario qualificato è una delle strategie chiave consigliate per la prevenzione della mortalità e della morbilità della madri ed è di fondamentale importanza al fine di migliorare la prevenzione della trasmissione verticale del virus dell’HIV.

Diarrea: Rappresenta la causa di 700.000 decessi all’anno di bambini di età inferiore ai 5 anni e la maggior parte di queste morti è prevenibile. Si stima che circa l’85% della mortalità per diarrea sia da attribuirsi ad acqua non potabile, servizi igienico-sanitari inadeguati e pratiche igieniche scadenti; le malattie diarroiche sono spesso trasmesse per via oro-fecale attraverso l’ingestione di acqua contaminata. Una recente meta-analisi ha calcolato una diminuzione dei casi di diarrea in associazione a: promozione del lavaggio delle mani (48%), miglioramento della qualità delle acque (17%) e smaltimento degli escrementi (36%).

Epidemie di malaria: Storicamente, i vettori di malaria in Kenya occidentale sono dei tipi di zanzara. Una costante opera di trattamento con insetticida delle reti dei letti e la polverizzazione di prodotti appositi ne riduce la trasmissione. Tuttavia, il numero delle zanzare può essere ridotto da una gestione della sorgente larvale che è identificabile negli habitat acquatici. Ridurre permanentemente o temporaneamente la disponibilità di habitat favorevoli alla maturazione delle larve o aggiungendo sostanze all’acqua ristagnante in modo da sopprimere le larve impedendone lo sviluppo, è un’ottima strategia per limitare la diffusione della malattia.

L’importanza del lavaggio delle mani
Lavarsi puntualmente le mani con il sapone può ridurre significativamente l’incidenza delle infezioni e il diffondersi delle malattie. In molti paesi del Continente Africano, i governi hanno abbassato notevolmente il budget per la salute in risposta a rilevanti problemi macro-economici, quindi, convincere la gente a lavarsi le mani con il sapone è una strategia promettente per la promozione della salute. Questo è anche uno dei mezzi più convenienti per la riduzione degli oneri relativi alle malattie e ai decessi infantili causati da patologie infettive nei paesi in via di sviluppo. La World Health Organization in Kenya, stima che nel 2002 il 52% dei Kenioti non ha avuto accesso a servizi igienici adeguati. Tuttavia nelle zone rurali dei paesi a basso reddito, la fornitura ai residenti di servizi igienico sanitari e il trattamento delle acque ha un costo, molto spesso, proibitivo. Il lavaggio delle mani con sapone ha dimostrato di ridurre la contaminazione fecale sulle mani e può ridurre il rischio di malattie diarroiche del 42-48% e di infezioni respiratorie del 16%. I bambini di tutte le età hanno un rischio maggiore rispetto agli adulti di acquisire e trasmettere malattie trasmissibili sia all’interno famiglia che della scuola. Esistono evidenze scientifiche che dimostrano come programmi di igiene diffusi all’interno delle scuole portino a benefici educativi e sanitari: un sistema di fornitura regolare di sapone per le scuole è stato associato a un aumento significativo del lavaggio delle mani. Si dovrebbe valutare in futuro l’ulteriore vantaggio derivante da incentivi istituzionali a proposito di acquisto di sapone. In Kenya, la presenza di sapone nelle scuole è una sfida e la sua carenza va imputata all’assenza di fondi sufficienti, alla mancanza di motivazione da parte degli insegnanti o a ruoli e responsabilità poco chiari; superare questi ostacoli è il primo passo per migliorare l’igiene nella scuola.

Il Progetto Malindi District Hospital (MDH)
L’MDH venne fondato intorno al 1950 come ospedale per gli indigeni. Dopo l’indipendenza del Kenya divenne ospedale pubblico sub-distrettuale per poi essere promosso al rango di Ospedale Distrettuale con l’istituzione del Distretto di Malindi. Negli anni, molti miglioramenti su più fronti hanno significativamente aumentato le sue capacità di fornire assistenza medica non solo alla popolazione del Distretto di Malindi, ma lo hanno anche reso ospedale di riferimento per numerosi Distretti della parte settentrionale della Coast Province. Le strutture più vicine in grado di erogare tali servizi si trovano a Mombasa, 180 km a sud, e a Nairobi, 600 km a nord-ovest. Tecnologie innovative insieme ad attrezzature, strumenti, reparti e formazione dello staff locale sono diventati gli obbiettivi principali del Progetto che è stato avviato nel 2010 e si è concluso nel 2013 e che ha visto fra i principali protagonisti la Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia (PSM).
Tra gli obiettivi del progetto: sviluppare approfondite conoscenze professionali e abilità professionali degli operatori sanitari del MDH; qualificazione del personale tecnico dedicato alla gestione e manutenzione delle apparecchiature e tecnologie in uso; ottimizzazione dell’utilizzo delle due unità di Emergenza-Accettazione (Casualty Department, CD) e di Terapia Intensiva (High Dependency Unit, HDU).
Tra le modalità di intervento: Attività formativa presso il PSM di 3-6 mesi per il personale medico, infermieristico e tecnico; missioni di personale italiano a Malindi al fine di perfezionare in loco l’aggiornamento, il trasferimento di conoscenze e la sperimentazione sul campo delle conoscenze acquisite.

Obiettivi Strutturali: Riqualificazione strutturale dell’edificio destinato ad accogliere la HDU; fornitura delle attrezzature e dei presidi clinici necessari al funzionamento del CD e della HDU; riqualificazione dei servizi generali del MDH (sala operatoria, laboratorio, radiologia, ecc.).

Obiettivi Telematici: Erogazione di un’assistenza continua alle attività del CD e della HDU grazie ai servizi di telemedicina e di teleconsulto; utilizzazione delle medesime tecnologie per la formazione a distanza.

Risultati: L’HDU oggi può ospitare 20 pazienti tra bambini e adulti e, insieme al CD (costruito con i fondi della cooperazione italiana) è stato attrezzato con gli arredi tecnici messi a disposizione dagli ospedali di Como e Vimercate. Il blocco operatorio è stato finanziato da Regione Lombardia. Il reparto di maternità che svolge l’assistenza di circa 4200 parti ogni anno è stato collocato in un edificio nuovo grazie all’intervento finanziario del Governo Italiano. Inoltre, il PSM ha organizzato il servizio di telemedicina per la diagnosi e la cura dei pazienti. Per garantire sul lungo periodo la qualità delle prestazioni mediche del MDH è previsto il servizio di telemedicina oltre al teleconsulto. A tal fine sono stati attrezzati alcuni locali della HDU che verranno collegati alla rete del PSM.
L’esperienza personale, vissuta da una studentessa del Corso di Laurea in Infermieristica in seno al progetto Malindi District Hospital, promossa dal PSM di Pavia congiuntamente all’Università degli Studi di Pavia, è servita per la composizione della sua tesi di laurea.

Conclusioni
La nostra professione e l’Educazione Sanitaria giocano un ruolo fondamentale nel quadro di salute generale di ciascun individuo: educare la persona a gestire in modo autonomo la propria salute e quella dei suoi cari deve essere considerata un’assoluta priorità, in particolar modo in terre economicamente fragili. La conoscenza assimilata durante il periodo di permanenza in Kenya ha permesso di individuare molti lati noti e meno noti della realtà sanitaria africana, aiutando a proporre le tematiche fondamentali da indagare. HIV/AIDS, infezioni e malnutrizione rimangono le principali cause di mortalità: il bisogno di operatori sanitari qualificati in grado di agire sulle cause e sui fattori di rischio è in costante aumento e l’attuazione di meccanismi di prevenzione risulta essenziale al fine di evitare la diffusione di malattie infettive e di patologie correlate ad abitudini di vita scorrette o inadeguate. Il fattore principale che risulta essere più evidente è la mancanza di risorse economiche ed è la costante che rimane indissolubile. Altra priorità, questa volta più nascosta se guardata con occhio occidentale, è la correlazione del bisogno di acqua e il diffondersi di epidemie e patologie a essa associate. Anche in questo frangente, la prevenzione, cui facciamo assumere nel caso specifico, la veste di implementazione di aiuti relativi alle risorse a livello internazionale è alla base di una risoluzione, anche se parziale, di numerose problematiche legate al Kenya e alla sua popolazione. Alla base di ogni strategia attuabile esiste la collaborazione tra figure professionali differenti da intendersi sottoforma di equipe multidisciplinari. Da ciò, l’intervento infermieristico sotto ogni aspetto di questa realtà professionale, è conforme ad aderire e a collaborare con progetti di cooperazione internazionale come quello del Malindi District Hospital.

Ringraziamenti
Ringraziamo vivamente il Prof. Gianbattista Parigi Professore Associato di Chirurgia Pediatrica presso la U.O. di Chirurgia Pediatrica della Fondazione I.R.C.C.S. Policlinico S. Matteo di Pavia e il Dott. Alessandro Moneta Presidente della Fondazione I.R.C.C.S. Policlinico S. Matteo di Pavia per il loro prezioso contributo ed impegno.
 

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Bibliografia

– Centers for Disease Control and Prevention (CDC) (2012) The Safe Water System: Stories from the Field: Delivering Health by the Drop. Clifton Rd Atlanta, GA. Consultato il 28 gennaio 2013, disponibile all’indirizzo: http://www.cdc.gov/safewater/stories.html#africa.
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– Dreibelbis R e Freeman MC, et al. (2014) The impact of school water, sanitation, and hygiene interventions on the health of younger siblings of pupils: a cluster-randomized trial in Kenya. Am J Public Health, 104(1), e91-7.
– Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia (2012) Malindi District Hospital, Kenya. Consultato il 19 febbraio 2013, disponibile all’indirizzo: http://www.sanmatteo.org/site/home/il-san-matteo/il-san-matteo-nel-mondo/progetto-malindi-district-hospital.html.