Assistenza infermieristica a Lunsar, Sierra Leone. Un progetto di volontariato


Il paese
La Sierra Leone, paese africano occidentale, si trova tra le ultime nazioni per indice di sviluppo umano ed ha un tasso di mortalità adulta del 36,8%. Le principali patologie presenti sono: malaria, tubercolosi e Hiv. Il tasso di mortalità alla nascita è di 857 su centomila nati vivi. La mortalità infantile sotto i cinque anni è del 14% ed è causata da malaria (40%), polmonite (15%) e diarrea (14%).
Gli accessi ai servizi sanitari sono difficili, solitamente a pagamento e chi necessita di cure spesso deve percorrere lunghe distanze a piedi o affrontare nuove spese per il trasporto.
Perciò gran parte della popolazione si rivolge ai guaritoti tradizionali, che in molte zone del paese rappresentano l’unica possibilità di cura.
Lunsar è una delle più grandi città del paese, con una popolazione di circa 24.000 abitanti. 

Un’esperienza di volontariato
Nell’agosto 2010 ho svolto un’esperienza di volontariato in una piccola clinica della città di Lunsar. In qualità di studente infermiera, affiancata al personale della clinica, ho osservato e partecipato all’erogazione delle attività assistenziali. Durante l’esperienza è emersa l’importanza della conoscenza del paese e del suo contesto sanitario ed epidemiologico per meglio rispondere ai bisogni sanitari locali.
Ho analizzato i dati epidemiologici di riferimento, i percorsi di cura scelti dalla popolazione ed il contesto di medicina tradizionale in relazione all’approccio convenzionale.
I metodi e gli strumenti utilizzati sono stati l’osservazione documentaria, l’osservazione partecipante, i focus group e le interviste.
Non essendo disponibili documenti d’archivio in clinica, i dati epidemiologici di Lunsar sono stati raccolti tramite la documentazione dell’ospedale della città (il St. John of God) e reperiti dall’archivio della Curia generalizia del Fatebenefratelli di Roma. L’osservazione partecipante è stata effettuata in clinica. Per indagare la medicina tradizionale è stato condotto invece un focus group in cui sono stati coinvolti due infermieri della clinica, uno studente infermiere e due pazienti.
Ho inoltre effettuato interviste di tipo strutturato a due medici italiani che collaborano con un ospedale sierraleonese con l’obiettivo di approfondire le caratteristiche dei servizi convenzionali sierraleonesi, le conoscenze riguardo la medicina tradizionale e i risultati di cura. 

Alcuni dati epidemiologici
Nel 2008 l’ospedale ha ricoverato 3067 adulti e 2402 bambini. Le principali diagnosi e le maggiori cause di mortalità dell’ospedale St. John of God sono descritte rispettivamente nelle tabelle 1 e 2.

Tabella 1 – Distribuzione delle diagnosi nei pazienti ricoverati nel 2008

Infezioni / Malattie infettive

45%

Anemia severa

14%

Polmonite – Infezioni respiratorie

10%

Gastrite

8%

Diagnosi chirurgiche

7%

Ipertensione + insufficienza cardiaca

5%

Ostetricia

5%

Traumi ortopedici

3%

Malnutrizione severa

2%

Altro

2%

 

Tabella 2 – Cause di mortalità nei pazienti ricoverati nel 2008

Diagnosi

Adulti

Pediatria

Malaria

18%

49%

Hiv/Aids

15%

Anemia

8%

46%

Sepsi

7%

5%

Epatite

6%

Accidenti cerebrovascolari e ipertensione arteriosa

19%

Altro

27%

I bisogni di salute della città di Lunsar
La clinica presa in esame accoglie adulti e bambini che presentano sintomi di vario genere o necessitano medicazioni e somministrazione di farmaci per via orale e intramuscolare.
Mediamente vi accedono ogni giorno circa 45 persone di cui 20 sono bambini al di sotto dei 5 anni. Le persone che si rivolgono alla clinica presentano principalmente: febbre, cefalea, tosse, vomito, diarrea, ferite ed infezioni. Le diagnosi più frequenti sono: malaria, infezioni respiratorie, gastroenteriti (prevalentemente nei bambini) e infezioni da taglio cesareo, da circoncisione, da ferite traumatiche.
All’ingresso i pazienti sono accolti da una persona senza formazione specifica che svolge una sorta di triage, dividendo i nuovi accessi dai pazienti già in trattamento. L’ordine d’accesso è sostanzialmente quello d’arrivo e non dipende dall’età e dalla sintomatologia.
I pazienti già in trattamento presentano generalmente ferite che necessitano di medicazioni giornaliere per un lungo periodo.
Gli infermieri si occupano delle medicazioni e della somministrazione di farmaci per via intramuscolare: non è prevista alcuna forma di registrazione della prestazione svolta o del monitoraggio della situazione clinica. 

La medicina tradizionale
Dal focus group è emerso che i guaritori tradizionali sono considerati persone di riferimento nei villaggi. Per molto tempo e in molte zone la medicina tradizionale è stata l’unica possibilità di cura: unisce metodi di cura a pratiche religiose tradizionali, considera la dimensione fisica del problema tanto quanto quella spirituale.
Per curare vengono utilizzate diverse qualità di piante somministrate sotto forma di creme a uso topico o soluzioni da ingerire, spesso associate a veri e propri riti. Esistono ad esempio erbe da applicare sul viso per il trattamento di febbri malariche, preparate come lozioni e somministrate per via orale per risolvere dolori addominali e cefalea.
Non sempre la medicina tradizionale guarisce, a volte peggiora la situazione. Nel caso di un ragazzino dodicenne, una piccola ferita al braccio curata con erbe si infettò gravemente con aumento esponenziale dell’estensione della ferita. 

Medicina tradizionale e convenzionale a confronto
Le popolazione riconosce la maggior efficacia delle cure convenzionali rispetto a quelle tradizionali ma preferisce rivolgersi ai guaritori perché sono più economici. Per le cure convenzionali è necessario pagare il trasporto, l’ammissione, il letto, il cibo, gli esami diagnostici, i farmaci, gli interventi chirurgici e i parti (sia cesarei che naturali).
Per una famiglia sierraleonese media un ricovero ospedaliero è troppo oneroso. I casi che giungono in ospedale dopo trattamenti tradizionali presentano generalmente un aggravamento del quadro clinico, legato all’accesso tardivo alla struttura ed alla natura del trattamento ricevuto. Nei contesti convenzionali non si sono evidenziate influenze da parte della medicina tradizionale. La clinica di Lunsar non ha contatti con guaritori tradizionali. 

Conclusioni
Il 45% delle diagnosi all’ospedale St. John of God di Lunsar è rappresentato da malattie infettive, in particolare dalla malaria che è anche la principale causa di morte nei bambini (49%) e che può complicare in anemia grave in molti casi (46%).
Le principali cause di mortalità adulta sono accidenti cerebrovascolari, ipertensione seguiti da malaria e Hiv/Aids.
La maggioranza della popolazione sceglie, almeno in prima istanza, di rivolgersi alla medicina tradizionale per vicinanza fisica, culturale e minor costo. Nella maggior parte dei casi i trattamenti ad essa correlati peggiorano la situazione o richiedono un intervento successivo con la medicina convenzionale.
La Sierra Leone è un paese molto povero, con grandi problemi e poche risorse. Per rispondere ai bisogni di salute, in una logica di accessibilità e sostenibilità, servono rimedi a basso costo, tecnologie efficaci, semplici e di facile utilizzo.
L’educazione sanitaria ricopre un’importanza primaria e gli ambiti di intervento sono numerosi: l’impiego di zanzariere, la prevenzione degli incidenti da soda caustica nei bambini (utilizzata per il sapone), la sensibilizzazione al riconoscimento precoce dei segni/sintomi delle principali patologie, la cura delle ferite, la bollitura dell’acqua, la nutrizione.
Per l’infermiere europeo che lavora nei paesi in via di sviluppo la sfida riguarda la mediazione e l’accettazione degli elementi socioculturali che influenzano l’approccio alla salute. Conoscenza e competenze restano lo strumento base da mettere in campo ma, prudenza, diplomazia e pazienza risultano fondamentali.

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Bibliografia

– Government of Sierra Leone, Ministry of health and sanitation (2010). National health sector strategic plan 2010-2015. Consultato 5 ottobre 2011; http://www.health.gov.sl.
– St. John of God Catholic hospital (2011). Annual report 2008, Lunsar. Roma: Archivio Curia generalizia Fatebenefratelli.
– Unicef. Sierra Leone statistics. Consultato 4 ottobre 2011; http://www.unicef.it.
– World health organisation (2011). Sierra Leone country health profile. Consultato 4 ottobre 2011; http://www.who.int.