Motivazione e soddisfazione degli studenti del Corso di laurea in infermieristica di Bari


Perché una persona studia per diventare qualcuno? Perché si aspira ad ottenere un titolo universitario? Perché qualcuno sceglie un certo tipo di lavoro piuttosto che un altro? Come mai alcune persone sono alla continua ricerca del miglioramento professionale, mentre altre semplicemente si accontentano?
La spinta motivazionale, sia per la produttività che per quel che riguarda la salute lavorativa del professionista, è fondamentale. Ma che cosa si intende per motivazione al lavoro? Si può definirla come la spinta interiore che porta l’individuo ad applicarsi con impegno nel lavoro, ovvero una sorta di forza interna che stimola, regola e sostiene le principali azioni compiute dalla persona. Può essere descritta anche attraverso le varie fasi di un ciclo: l’origine del bisogno è avvertita come una tensione interiore, rispetto alla quale l’individuo ricerca i mezzi per il soddisfacimento; quando il soggetto riesce a soddisfare questa necessità, rivaluta la situazione e verifica la presenza di nuovi ed ulteriori bisogni. Essa è intrinseca all’individuo e non può essere indotta dall’esterno: mediante interventi esterni si riesce a sollecitarla o, al più, ad alimentarla (Maslow, 1943).
La partecipazione della persona alle decisioni lavorative risulta essere un fattore molto importante riguardo la motivazione lavorativa. Il personale si deve sentire parte integrante del tutto e deve essere incoraggiato a stabilire i propri obiettivi e le proprie modalità di raggiungimento degli stessi. Un ulteriore fattore significativo nel mantenere la motivazione professionale sembra essere la coerenza fra gli obiettivi del personale e gli obiettivi dell’organizzazione: è fondamentale che la persona si riconosca nell’organizzazione. Qualora tale condizione non sussista, la persona sarà contraddistinta da un certo grado di insoddisfazione lavorativa, che porta con sé un impatto negativo a livello di produttività. L’insoddisfazione, a sua volta, diviene spesso uno dei fattori determinanti l’abbandono del lavoro o comunque di un frequente turn over di personale, incidendo notevolmente su costi, tempi e qualità del servizio offerto. Da ciò si evince l’altro concetto cardine della nostra ricerca: la soddisfazione del proprio lavoro, intesa come il modo in cui le persone sentono il proprio lavoro ed i differenti aspetti che lo qualificano (Knoop, 1995). In termini molto più semplici, potrebbe dirsi quanto il lavoro piace o non piace alle persone. Va ricordato, nel parlare di motivazione e soddisfazione, che non si può essere soddisfatti senza essere motivati, ma si può essere motivati senza essere soddisfatti.
La professione infermieristica è una delle professioni d’aiuto della nostra società; le abilità comunicative e lo scenario di una relazione d’aiuto con l’altro sono i punti chiave di questo genere di professioni. Molto spesso, sia per il contesto costante di sofferenza, sia per le caratteristiche proprie della professione sopra citate, questo implica un coinvolgimento emotivo importante da parte del professionista stesso.
I meccanismi direzionali di una motivazione sono due: il meccanismo verso e il meccanismo via da (Wiley, 1997): il primo muove l’individuo verso qualcosa di positivo e pur essendo difficile da instaurare è duraturo nel tempo. Il secondo, invece, è più immediato, è più facile da instaurare perché crea velocemente soluzioni, ma la motivazione che ne risulta è di breve durata. Trasferendo questi concetti nella pratica lavorativa si osserva che una persona può svolgere un certo intervento perché crede in questo e quindi va verso qualcosa di positivo o perché se non rispetta i suoi compiti verrà punita e/o penalizzata (meccanismo via da). Si può riflettere sul fatto che i sentimenti che guidano la persona con motivazione verso siano diversi da quelli che guidano la persona con motivazione via da: in generale possiamo affermare che chi adotta il meccanismo verso sia molto più soddisfatto, in quanto più partecipe, di chi invece attua il meccanismo via da e che quindi non crede in quello che fa ma che è obbligato a fare per evitare conseguenze negative (es. il licenziamento).
Il progresso del management sta portando sempre più verso la maggiore considerazione per lo stato di benessere del personale piuttosto che per l’organizzazione aziendale: “le buone condizioni lavorative sono certamente un presupposto indispensabile per la qualità del servizio fornito; le relazioni umane insoddisfacenti deteriorano la migliore organizzazione e spesso provocano negli operatori un malessere avvertito come individuale, percepito come una caduta della propria motivazione, come distanza ed estraneità dell’organizzazione dalle proprie aspirazioni professionali, o di quella parte della personalità che si realizza nel mondo del lavoro” (Iurlaro F, 2010).

Il nostro contributo alla questione
Abbiamo ritenuto importante conoscere le motivazioni e le soddisfazioni degli studenti che frequentano il Corso di laurea in infermieristica presso l’Università degli Studi di Bari. Partendo dalla descrizione delle loro motivazioni e delle loro soddisfazioni, ponendo particolare importanza ai fattori determinanti la loro scelta accademica ed i bisogni espressi mediante l’indicazione di specifiche aspettative nei confronti dell’organizzazione e delle strutture universitarie, il nostro fine è stato quello di comprendere quali potranno essere nel futuro gli obiettivi da fissare nell’ambito della didattica. A tal fine è stato somministrato un breve questionario, composto da 7 quesiti, agli studenti del II anno (132), per poter anche delineare il loro grado di soddisfazione, che per inciso riflette la percezione della figura dell’infermiere e il grado di soddisfazione ad esso attribuibile.
Dalle risposte emerge che il grado di motivazione e di soddisfazione varia col variare dell’età anagrafica e in minor misura dal sesso: gli studenti più grandi dichiarano livelli di soddisfazione che vanno dal molto all’abbastanza (Figura 1). È da notare come le sfumature più estreme di livello di soddisfazione siano attribuibili solo alle classi di età più giovani.

Figura 1 – Livello di soddisfazione della scelta
Figura 1 – Livello di soddisfazione della scelta

Circa la motivazione della scelta di questo Corso (Figura 2) risulta una voce importante e presente in tutte le classi di età il facile accesso al mondo del lavoro ed ancora la possibilità di poter aiutare gli altri. Comprensibile è il fatto che una limitata quota di studenti non sappia ancora indicare il motivo che li ha spinti verso questo Corso di laurea, se si correla questo gruppetto con l’età anagrafica.

Figura 2 – Motivazione della scelta
Figura 2 – Motivazione della scelta

Si è anche sondato quanto i cambiamenti intervenuti per questa professione negli ultimi decenni abbiano inciso sulla scelta: questa condizione sembra entusiasmare soprattutto il sesso femminile. Abbiamo anche verificato quanto la possibilità di lavorare in autonomia sia importante per la soddisfazione professionale: le risposte sono state per lo più positive, soprattutto per le classi di età più giovani (Figura 3).

Figura 3 – Livello di soddisfazione professionale
Figura 3 – Livello di soddisfazione professionale

Successivamente si è voluto sondare quanto il lavoro in équipe sia importante per la soddisfazione professionale: le risposte sono state entusiasmanti, tranne che per qualche giovane studente (Figura 4).

Figura 4 – Livello di soddisfazione nel lavoro in équipe
Figura 4 – Livello di soddisfazione nel lavoro in équipe

Si è valutata anche la relazione tra aggiornamento professionale e soddisfazione: le risposte sono state positive, anche se alcuni studenti non lo ritengono importante.
Si è infine indagato il grado di soddisfazione della società verso l’infermiere: molti studenti, di ambedue i sessi, non considerano soddisfacente il ruolo sociale che l’infermiere riveste oggi nella nostra società (Figura 5).

Figura 5 – La soddisfazione della nostra società verso l’infermiere
Figura 5 – La soddisfazione della nostra società verso l'infermiere

Gli studenti sono per la maggior parte soddisfatti e motivati rispetto al Corso di laurea scelto ed il percorso formativo intrapreso, sebbene sia per loro deludente il fatto che l’infermiere sia scarsamente considerato nella nostra società. Se il ruolo sociale dell’infermiere non soddisfa lo studente si può ipotizzare che lo studente stesso non si senta abbastanza apprezzato dalla società in qualità di professionista rispetto a quanto ha studiato e ai sacrifici fatti per diventare professionista.
 

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Bibliografia

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