Indagine osservazionale sulle funzioni afferenti al ruolo del personale infermieristico


RIASSUNTO
Introduzione L’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Bergamo avrà presto una nuova struttura dove le attività cliniche saranno riorganizzate per intensità di cure, rendendo necessaria una parziale riallocazione del personale infermieristico. Con questa indagine ci siamo quindi proposti di ottenere maggiori informazioni sulle caratteristiche professionali e personali, sulle funzioni e abilità effettivamente esercitate e sui bisogni formativi degli infermieri attualmente in servizio, nonché sulla loro disponibilità alla riallocazione in contesti di cura differenti.
Materiali e metodi A tutta la popolazione infermieristica attiva in azienda nel marzo 2010 è stato somministrato un questionario articolato in due parti. La prima, relativa alle funzioni clinico-assistenziale, organizzativa, formativa, di ricerca e di consulenza svolte, riguardava tutti gli infermieri; la seconda, sulla disponibilità alla riallocazione in un contesto di cura diverso dall’attuale, era diretta solo a quelli delle aree cliniche interessate.
Risultati Più del 99% dei 1.418 questionari distribuiti è stato restituito compilato. Il campione è prevalentemente femminile, con un’età media di 41 anni e un’anzianità di servizio media di 15 anni; un infermiere su 6 (16,65%) ha una formazione di base universitaria. Le funzioni meno rappresentate risultano essere quelle di ricerca e di consulenza. Dei 516 infermieri intervistati sull’argomento, circa la metà ha espresso la propria disponibilità alla riallocazione e le preferenze rispetto agli ambiti proposti.
Conclusioni Dalla nostra indagine sono emersi dati precedentemente non disponibili sulle caratteristiche del personale infermieristico dell’azienda; alla luce dei cambiamenti previsti per il Nuovo Ospedale di Bergamo, questo patrimonio di informazioni permetterà di ottimizzare i processi di riorganizzazione dell’assistenza e delle risorse umane considerando sia le esigenze organizzative sia le prerogative e gli interessi degli operatori coinvolti, con un approccio complementare alla valutazione del personale effettuata dalle funzioni di coordinamento e dirigenziali.
Parole chiave: ruolo degli infermieri, funzioni degli infermieri, riorganizzazione ospedaliera

 


Observational survey on the functions related to nurses’ role

ABSTRACT
Introduction The Bergamo Hospital will soon have a new structure where the clinical activities will be reorganized according to graduation of care, requiring a partial reallocation of nursing staff. The purpose of this survey was to collect information about professional and personal characteristics, functions, skills and training needs of the nurses currently working in the hospital, and on their availability to reallocate to different care settings.
Materials and methods The survey was conducted among the nurses employed at the hospital in March 2010. The questionnaire used consisted of two sections: the first part, dealing with the functions actually performed in terms of care, organizational, educational, research and consulting activities, was addressed to all nurses; the second part, which aimed to assess the willingness to reallocate in a different care context, was administered only to the nurses of the areas involved in the reallocation process.
Results Of the 1,418 questionnaires distributed, over 99% were returned completed. The sample is predominantly composed of women, with an average age of 41 years and an average length of service of 15 years; one out of 6 nurses (16.65%) has a basic university education. The functions performed less frequently appeared to be those related to research and consulting activities. Of the 516 nurses interviewed on this topic, about half expressed their willingness to reallocate and their preferences about the settings proposed.
Conclusions Our survey provides data previously not available on the characteristics of the hospital nursing staff; in the light of the changes foreseen for the New Hospital of Bergamo, this wealth of information will allow to optimize the reorganization of care and the reallocation of human resources, taking into account both the organizational needs and the interests of the nurses involved and using an approach complementary to the staff appraisal carried out by the management and coordination functions.
Key words: nurses’ role, nurses’ functions, hospital reorganization

INTRODUZIONE
In questi anni alcuni ospedali del nostro paese stanno vivendo una transizione verso nuovi edifici, sostituendo con nuove e moderne strutture i vecchi e spesso cari locali dove i cittadini hanno trovato risposta alle loro necessità cliniche e dove gli operatori per anni hanno esercitato la loro professione. L’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Bergamo, di rilievo nazionale e di alta specializzazione, si trasferirà a breve nel Nuovo Ospedale “Papa Giovanni XXIII”, nel quale è prevista una riorganizzazione dell’attività sanitaria erogata. Intendendo questa situazione non solamente come un trasloco, ma anche come una straordinaria opportunità per ottimizzare i processi di cura e per migliorare la qualità delle prestazioni fornite, la Direzione Aziendale sta da anni sostenendo percorsi di lavoro orientati in tal senso. All’interno delle numerose attività, la Direzione delle Professioni Sanitarie ha deciso di mappare il ruolo esercitato dai singoli infermieri, al fine di disporre di informazioni utili alla reingegnerizzazione dei processi assistenziali orientati ai bisogni dei cittadini; ha inoltre promosso, relativamente al personale dei settori prioritariamente coinvolti, una raccolta di informazioni sulla disponibilità dei singoli infermieri a essere riallocati in contesti di cura diversi da quello a cui sono attualmente assegnati, stante la necessità di una riallocazione delle risorse umane scaturita dagli assetti organizzativi clinici stabiliti a livello direzionale.
Sulla definizione del ruolo in generale, e di quello degli infermieri in particolare, si sono espressi più autori e più fonti (Federazione IPASVI, 1998; Guilbert, OMS, 2002; International Council of Nurses, 1995). Considerando le categorie generali di analisi definite da Guilbert (2002), dove il ruolo viene inteso come l’insieme delle funzioni che un individuo esercita, e utilizzando ulteriori riferimenti di natura professionale sia nazionali sia internazionali, emerge un quadro concettuale (illustrato nella Tabella 1)

Confronto tra le funzioni infermieristiche indicate da fonti nazionali e internazionali (da Casati, 2005)

che al di là di differenti sfumature e articolazioni conferma l’accezione attribuita al ruolo dell’infermiere, specialmente rispetto alle funzioni che lo compongono. Si vuole sottolineare che lo sforzo precipuamente teorico di ricercare categorie generali del ruolo, scomposto in funzioni, va considerato, pur nella sua rigidità, un elemento di grande importanza per facilitare l’analisi dell’esercizio professionale; tali categorie vanno poi declinate all’interno dei singoli contesti lavorativi, organizzativi, culturali e sociali, nonché interpretate nell’ambito dei capisaldi normativi che regolano l’attività professionale in ogni singolo stato.
Nella nostra indagine, per individuare le funzioni che compongono il ruolo dell’infermiere si è fatto riferimento in maniera più specifica alla classificazione dell’International Council of Nurses (1995):

  • funzione clinico-assistenziale;
  • funzione organizzativa;
  • funzione formativa;
  • funzione di consulenza;
  • funzione di ricerca.
     

Tra queste, la funzione clinico-assistenziale rappresenta chiaramente il nucleo centrale della professione, in cui si realizza la risposta ai bisogni di assistenza infermieristica presentati dal singolo individuo e dalla collettività, e al cui sostegno sono orientate le altre funzioni.
La funzione organizzativa viene da parecchi decenni esercitata a più livelli professionali, con diverse competenze e responsabilità. Si tratta di una funzione importante, che può essere svolta rispetto a tutta una serie di ambiti: governo dell’attività assistenziale infermieristica e del personale di supporto; interventi relativi all’ambiente in cui si eroga assistenza, alle condizioni igieniche e di sicurezza; attività di integrazione con diversi servizi e unità operative; gestione di materiale sanitario, attrezzature e apparecchiature; gestione delle risorse umane, delle attività amministrative e burocratiche; partecipazione a processi di cambiamento.
La funzione formativa, insita nel ruolo infermieristico, può essere diretta a studenti, personale ausiliario, colleghi, ad altre figure professionali dell’ambito sanitario, sociale ed educativo, ai singoli individui assistiti e alla popolazione.
La funzione di consulenza è senza dubbio quella meno formalizzata e riconosciuta tra le funzioni che gli infermieri svolgono (Casati, 2005). Il consulente viene inteso come una persona che fornisce valutazioni, indicazioni o servizi su domanda di operatori del medesimo o di diverso profilo professionale (Block, 1993; Cohen, 1989). La consulenza è un’attività sempre più richiesta soprattutto nelle organizzazioni complesse come le aziende ospedaliere e sanitarie, in cui la vulnerabilità dei soggetti assistiti comporta difficili processi decisionali, a forte impatto sull’utenza e ad alto rischio per gli operatori. Le ragioni per cui vengono sollecitati interventi di consulenza sono varie; tra queste motivi di ordine generale possono essere la consapevolezza dei limiti di ciascun individuo od organizzazione nel gestire situazioni delicate, il riconoscimento delle competenze specialistiche del consulente, la presenza di aree critiche per l’utenza che richiedono ai professionisti particolare cautela, elevata integrazione e condivisione di responsabilità.
La funzione di ricerca può essere esercitata con diverse modalità. In particolare vengono previsti 4 livelli di partecipazione: da un primo livello che riguarda tutti gli infermieri – e che comporta abilità nel saper leggere e valutare criticamente la letteratura relativa al campo di esercizio, nel collaborare a ricerche di tipo infermieristico e multidisciplinare, nell’applicare alla pratica le conoscenze acquisite – a un quarto livello collegato a un’esperienza e a una formazione di grado accademico superiore, come il dottorato di ricerca – che implica la capacità di condurre studi in modo indipendente e abilità di leadership e guida di colleghi e studenti nei progetti di ricerca.

Obiettivo
Scopo dell’indagine è stato quello di creare un patrimonio informativo di natura gestionale che permettesse di:

  • conoscere le caratteristiche professionali e personali degli infermieri in servizio;
  • conoscere le funzioni e le abilità del personale infermieristico;
  • identificare i bisogni formativi del personale infermieristico;
  • valutare la disponibilità individuale alla riallocazione in contesti di cura diversi.
     

MATERIALI E METODI
Lo studio è stato condotto sugli infermieri in servizio attivo presso l’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Bergamo in data 22 marzo 2010, per un totale di 1.418 persone; dall’indagine sono stati esclusi gli infermieri dirigenti, coordinatori e tutti quelli deputati a ruoli esclusivamente organizzativi e formativi, nonché gli infermieri generici e psichiatrici.
Alla popolazione in esame è stato distribuito un questionario mirato a valutare l’autopercezione delle funzioni svolte. Le variabili indagate si riferivano alle caratteristiche personali e professionali, alle funzioni afferenti al ruolo (clinico-assistenziale, organizzativa, formativa, di consulenza e di ricerca) e alle abilità tecniche-sanitarie, informatiche e linguistiche (Tabella 2).

Struttura del questionario
Ogni elemento individuato attinente alle diverse aree è stato indagato richiedendo in primo luogo una valutazione della sua effettiva pertinenza rispetto al ruolo esercitato; in caso affermativo si richiedeva di autovalutare le proprie capacità rispetto a tale elemento utilizzando una scala Likert a 4 punti (sufficiente, discreta, buona, ottima). Nell’analisi dei dati queste valutazioni sono state aggregate in modo dicotomico (sufficiente/discreta e buona/ottima) per facilitare la loro interpretazione.
A una parte degli infermieri coinvolti nell’indagine (n=516), afferenti alle aree di degenza mediche, chirurgiche e pediatriche, è stata somministrata anche una seconda sezione del questionario che indagava più specificamente la disponibilità al cambiamento del contesto di cura e le preferenze di impiego nell’assetto organizzativo del nuovo ospedale, che come già detto prevede una parziale riallocazione delle risorse umane.
La sezione generale relativa alle funzioni si basa su un questionario precedentemente utilizzato all’interno di un percorso accademico su un campione di 358 infermieri esercitanti in 10 differenti province della Regione Lombardia, a sua volta anticipato da una fase pilota condotta su infermieri della Regione Piemonte (Casati, 1996); prima della sua diffusione per la realizzazione della presente indagine lo strumento è stato oggetto di un ulteriore test pilota che ha permesso di aggiornare e contestualizzare l’impostazione.
La distribuzione è avvenuta attraverso i Responsabili Infermieristici di Dipartimento e i Coordinatori Infermieristici, con cui è stato possibile, mediante apposito modulo, lasciare traccia di consegna e di restituzione del questionario per ogni singolo infermiere. Ciascun infermiere ha inoltre ricevuto dalla Direzione delle Professioni Sanitarie una lettera di presentazione del progetto. La Direzione Aziendale è stata informata delle attività programmate e ha avallato l’iniziativa; dell’indagine in corso è stata informata anche la componente sindacale aziendale. La restituzione dei questionari compilati, in busta chiusa, ha avuto luogo entro il mese di aprile 2010.

I dati ottenuti sono stati gestiti con Microsoft Access e Microsoft Excel.

RISULTATI
Dei 1.418 questionari distribuiti ne sono stati restituiti compilati 1.406 (99,15%). Il campione è prevalentemente femminile (n=1.192, 84,78%); oltre la metà ha più di 40 anni (n=799, 56,83%), con un’età media di 41 anni e un’anzianità di servizio media di 15 anni. L’83,35% (n=1.172) ha una formazione di base con il diploma di infermiere professionale del precedente ordinamento, mentre il 16,65% (n=234) esercita la professione con una formazione di base universitaria. Il 6,5% (n=90) ha anche una formazione universitaria post base: master di primo livello per 72 infermieri (5,15%), laurea magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche per 4 (0,29%); 14 infermieri (1%) sono in possesso di 2 lauree e 9 hanno frequentato corsi di perfezionamento.
La Figura 1 mostra i risultati ottenuti analizzando le risposte fornite rispetto alla funzione clinico-assistenziale.

Funzione clinico-assitenziale

Da questi dati emerge che nel complesso le attività assistenziali sono svolte con buone competenze; le debolezze riguardano principalmente la valutazione delle proprie capacità di gestire correttamente le situazioni di emergenza (n=613, 44,22%), di formulare diagnosi infermieristiche (n=441, 31,82%) e di elaborare piani di assistenza (n=352, 25,36%).
La grande maggioranza del personale intervistato ritiene anche di svolgere una buona funzione organizzativa, sia relativamente alle proprie attività sia nell’integrazione con gli altri membri dell’équipe (Figura 2).

Funzione organizzativa

Una parte degli infermieri (n=151, 11%), per il contesto lavorativo in cui opera, non interagisce con le figure di supporto assistenziale; gli altri riferiscono una capacità buona/ottima di coordinamento di queste figure nel 70,79% dei casi (n=888).
Il 56,12% degli infermieri (n=771) dichiara di esercitare una funzione formativa all’interno della propria attività professionale; di questi, il 74,80% (n=577) svolge tale funzione nei confronti di studenti del Corso di Laurea in Infermieristica, il 60,18% (n=464) verso colleghi neoinseriti.
Più di un terzo degli infermieri coinvolti nell’indagine (n=536, 39,56%) riporta di svolgere attività di consulenza, con capacità giudicate buone/ottime nel 59,14% dei casi (n=317).
Infine, per quanto riguarda la funzione di ricerca, 943 infermieri (69,19%) affermano che fra le attività di loro pertinenza c’è anche reperire e utilizzare la letteratura scientifica, e 286 valutano buone/ottime le proprie capacità in questo ambito. La collaborazione a percorsi di ricerca è ritenuta un aspetto attinente al ruolo esercitato da 648 infermieri (47,75%), ma solo il 31,33% di questi ultimi (n=203) asserisce di possedere capacità buone/ottime a tale proposito.
La Figura 3 illustra le risposte fornite per le abilità tecnico-sanitarie indagate in 4 ambiti – monitoraggio non invasivo, monitoraggio invasivo, supporto ventilatorio non invasivo e ventilazione meccanica – riportando i dati relativi all’autovalutazione degli infermieri che hanno indicato tali attività come pertinenti al campo di esercizio.

Abilità tecnico-sanitarie

In merito alle abilità informatiche, più della metà degli infermieri (n=794, 57,96%) afferma di avere una conoscenza buona/ottima degli applicativi aziendali di uso quotidiano, mentre il 54,07% (n=724) dichiara di avere ulteriori capacità informatiche.
Per le abilità linguistiche, intese come conoscenza di lingue straniere, 4 infermieri su 5 riferiscono di conoscere almeno una lingua straniera (n=1.092, 80,10%), nella maggior parte dei casi l’inglese (n=962, 68,81%); l’88,3% di questi infermieri valuta però la propria conoscenza come sufficiente/discreta e soltanto l’11,7% come buona/ottima.
La seconda parte del questionario, che si proponeva di valutare la disponibilità alla riallocazione in contesti di cura diversi all’interno della riorganizzazione prevista per il nuovo ospedale, è stata sottoposta a 516 infermieri che esercitano in aree per cui si prospettano modifiche importanti (aree di degenza mediche, chirurgiche e pediatriche); di questi, 263 (50,97%) si sono dichiarati disponibili a una riallocazione nel nuovo assetto organizzativo e hanno espresso le loro preferenze rispetto agli ambiti indicati.
Complessivamente la percentuale media di domande che non hanno avuto risposta è del 2,11%, con picchi di missing per le domande sulle capacità di fornire consulenza (n=49, 3,51%), di reperire letteratura scientifica (n=41, 2,93%) e di partecipare a percorsi di ricerca (n=47, 3,36%) e sulle abilità informatiche (n=59, 4,22%) e linguistiche (n=41, 2,93%).

DISCUSSIONE
L’importante ritorno dei questionari distribuiti, espressione della disponibilità alla collaborazione alle attività aziendali, risulta essere un elemento di per sé significativo e molto positivo; il ritorno dei risultati dell’indagine nei singoli contesti clinici è oggetto di attività in corso, così come il loro utilizzo nei processi organizzativi e formativi aziendali.
Dall’analisi dei dati relativi alla funzione clinico-assistenziale emerge un’autovalutazione decisamente positiva per la maggior parte degli item proposti, mentre percepite come potenzialmente carenti sono soprattutto le capacità di intervenire in situazioni di urgenza e di formulare una diagnosi infermieristica. Questo dato rappresenta un’indicazione importante nella definizione dei bisogni formativi degli infermieri all’interno dell’azienda, anche se va sottolineato che entrambi gli aspetti hanno già visto forti investimenti formativi negli anni passati.
La funzione organizzativa viene svolta in modo diffuso con una percezione positiva in termini di capacità di esercizio, anche se merita ancora rinforzo l’organizzazione delle attività del personale di supporto.
Dai dati inerenti l’attività formativa si deduce che la formazione dei colleghi neoinseriti e degli studenti non è affidata indistintamente a tutti gli infermieri, bensì a poco più della metà del personale. Ciò è dovuto anche al lungo percorso di integrazione e collaborazione tra la Direzione delle Professioni Sanitarie, la Formazione Permanente aziendale e la Formazione Universitaria delle Professioni Sanitarie, nella fattispecie del Corso di Laurea in Infermieristica,
sezione di corso dell’Università di Milano Bicocca.
Nell’ultimo decennio si è infatti sviluppato un percorso di formazione rivolto ai professionisti con funzioni di assistenza al tirocinio nei confronti degli studenti e/o di referenza per il personale neoinserito, con conseguente formalizzazione dell’attività svolta; questo ha permesso agli infermieri di rafforzare le abilità nell’esercizio della funzione formativa e contestualmente di aderire a percorsi accreditati nel sistema ECM.
Quasi la metà degli infermieri afferma che la funzione di consulenza è afferente al ruolo esercitato; questo dato può suggerire diverse interpretazioni che richiedono approfondimenti. Ritenendo fisiologico che non tutti gli infermieri possano svolgere tale funzione, banalmente in quanto neofiti alla professione e quindi non ancora esperti in uno specifico ambito assistenziale, il dato può indicare una diffusa consapevolezza della funzione svolta, particolarmente ricca negli ambiti ad alta specializzazione.
La funzione di ricerca viene considerata pertinente al ruolo da circa due terzi degli infermieri, nella maggioranza dei casi nella forma della ricerca bibliografica. Il terzo di infermieri che dichiara di non ritenere tale funzione pertinente al proprio ruolo segnala una dimensione su cui investire attraverso percorsi formativi. Questo gruppo è però in gran parte formato dalle stesse persone che affermano di avere poca familiarità con l’uso delle tecnologie informatiche o una scarsa conoscenza della lingua inglese; in entrambi i casi si tratta di prerequisiti importanti per la funzione, ma anche di abilità che richiedono percorsi molto impegnativi per essere acquisite e sulle quali si è già investito.
I dati che si riferiscono alle abilità tecnico-sanitarie risentono del contesto lavorativo in cui l’infermiere è inserito. Infatti gran parte degli infermieri considera pertinenti le abilità di monitoraggio e supporto ventilatorio non invasivo, mentre solo circa la metà reputa pertinenti quelle di monitoraggio invasivo e di ventilazione meccanica. Peraltro, fra gli infermieri che ritengono pertinenti le abilità relative alla ventilazione meccanica, solo la metà giudica le proprie capacità buone/ottime. Anche questo potrebbe essere un ulteriore elemento di valutazione dei bisogni formativi in alcuni ambiti aziendali.
In generale va sottolineato che l’alta percentuale di restituzione dei questionari (99,15%) e la bassa percentuale di domande senza risposta (2,11%) indicano un’ampia disponibilità da parte degli infermieri alla partecipazione a indagini conoscitive in ambito aziendale. Gli item per cui si è riscontrato il maggior numero di non risposte corrispondono alle funzioni che hanno avuto un’autovalutazione più bassa (consulenza, ricerca, abilità informatiche e linguistiche), evidenziando la presenza di necessità formative in queste aree.

CONCLUSIONI
Questa indagine ha fornito un importante insieme di informazioni precedentemente non disponibili sulle caratteristiche del personale infermieristico della nostra Azienda Ospedaliera. In generale, l’autovalutazione positiva espressa dagli infermieri per quanto riguarda la funzione clinico-assistenziale indica la presenza di un gruppo professionale ben preparato sul corpus di conoscenze specifico della propria disciplina, capace di offrire al paziente un’assistenza di qualità; emergono tuttavia alcune aree, come per esempio quella della ricerca infermieristica, che necessitano di un ulteriore potenziamento.
Alla luce dei cambiamenti previsti nell’assetto organizzativo del Nuovo Ospedale di Bergamo “Papa Giovanni XXIII”, questo patrimonio di informazioni permetterà di ottimizzare i processi di riorganizzazione delle cure e di riallocazione e gestione delle risorse umane tenendo conto da un lato delle esigenze organizzative e dall’altro delle caratteristiche e degli interessi dei singoli operatori. La metodologia adottata di autovalutazione delle proprie conoscenze, abilità e capacità rappresenta innegabilmente un aspetto critico dello studio, in quanto comporta un rischio intrinseco di sovrastima o sottostima del proprio agire professionale. Questo approccio è da ritenersi quindi complementare alle valutazioni condotte dalle funzioni di coordinamento e dirigenziali relativamente al personale assegnato, valutazioni con cui tale approccio si deve senza dubbio integrare.

STAMPA L'ARTICOLO

Bibliografia

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Ringraziamenti
Si ringraziano tutti gli infermieri coinvolti nel progetto per la loro preziosa collaborazione nella compilazione del questionario e tutti coloro che, in vario modo, ne hanno sostenuto la realizzazione.