Valutazione della pertinenza al ruolo delle attività svolte dagli Infermieri di Famiglia e Comunità: un’indagine trasversale nei contesti territoriali di Piemonte e Liguria

ISSN: ISSN 2038-0712 – L’Infermiere 2025, 62:2, e58 – e79 - DOI: 10.57659/SSI.2025.06 - © Autore/i 2025. Riutilizzo consentito con CC BY-NC. Nessun riutilizzo commerciale. Pubblicato da FNOPI.

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Riassunto

Introduzione
L’eterogeneità delle attività svolte dell’Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC) rende complesso definire con precisione quali siano quelle strettamente pertinenti al ruolo, rischiando di perdere di specificità. Nei contesti attuali, manca un approccio sistematico per la rilevazione delle attività, aspetto essenziale che garantirebbe a questa specialità di essere compresa.

Obiettivi
Rilevare le attività effettuate dall’IFeC e valutare la pertinenza delle stesse rispetto al ruolo.

Materiali e metodi
È stata condotta un’indagine trasversale su un campione di convenienza di IFeC che lavora nelle ASL del Piemonte e della Liguria. Attraverso interviste mirate, sono stati raccolti dati generali e sulle attività degli IFeC, scelte dall’area domiciliare, ambulatoriale e comunitaria della classificazione NIC (Nursing Interventions Classification). I partecipanti hanno valutato la pertinenza delle attività rispetto al ruolo utilizzando una scala Likert a 4-punti. Sono state considerate pertinenti le attività ritenute tali da almeno il 70% del campione. Sono state eseguite analisi descrittive.

Risultati
Hanno aderito all’indagine 142 IFeC afferenti a 9 ASL, prevalentemente donne, con età media di 46,6 anni (DS ± 7,7) e un’anzianità lavorativa media come IFeC di 2,5 anni. Sono state considerate pertinenti al ruolo 268 su 287 attività. Tra le attività considerate non pertinenti, ma che vengono svolte abitualmente da almeno il 30% del campione, 12 attività su 287 sono dell’area ambulatoriale e 7 di area domiciliare.

Discussione e conclusioni
Emerge la necessità urgente di realizzare un core di attività standardizzate che, utilizzate nella pratica, descrivano con precisione i livelli operativi dell’IFeC.

Parole chiave
Infermiere di famiglia e comunità, ruolo, assistenza territoriale, cure primarie.

Prevalence and role relevance of activities performed by Family and Community Nurses: a cross-sectional survey in the Piedmont and Liguria Regions
ABSTRACT
Introduction
The wide range of activities performed by Family and Community Nurses (FCNs) makes their role complex to define, potentially leading to a loss of specificity. In current Italian settings there is a lack of a systematic approach to tracking FCN activities.

Objectives
The aims of the study is to collect the activities performed by the FCN and assess their relevance to the role of FCN.

Materials and methods
A cross-sectional survey was conducted among a convenience sample of FCNs working in primary care settings. Data on FCN activities, selected from the home care, ambulatory, and community areas of the Nursing Interventions Classification (NIC), were collected through interviews. Participants rated the relevance of activities using a 4-point Likert scale. Activities were considered relevant to the role if they were deemed so by at least 70% of the sample. Descriptive analyses were performed.

Results
A total of 142 FCNs from 9 primary care settings participated in the survey. FCNs were mostly women, with an average age of 46.6 years (SD ± 7.7) and an average length of work of 2.5 years. Overall 268 out of 287 nursing activities were considered relevant to the role of FCNs. Among the activities considered not relevant to the role, but routinely performed by at least 30% of the sample, 12 out of 287 originated from the outpatient care area, and 7 were from the home care area.

Discussion and conclusions
There is an urgent need to develop a standardized core set of activities that, when implemented in practice, accurately define the operational scope of FCN.

Key words: Family and community nursing; role; community care; primary care.


INTRODUZIONE
L’attuale assetto epidemiologico, a livello europeo, si sta contraddistinguendo per un progressivo invecchiamento della popolazione, con oltre il 21% dei cittadini (21,3%) di età pari o superiore ai 65 anni, su un totale di 449,2 milioni di abitanti (Eurostat, 2024). A questo si aggiunge l’aumento delle condizioni di multimorbidità, ovvero la presenza simultanea di due o più malattie croniche, insieme all’impatto della recente pandemia di Covid-19. Questi cambiamenti hanno spinto le istituzioni politiche e sanitarie a ridefinire i modelli di erogazione dei servizi, culminando nell’elaborazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) (Governo Italiano, 2021). In particolare, la crescente complessità dei bisogni assistenziali, unita alla pressione demografica, ha reso necessario realizzare il ripensamento strutturale delle attuali modalità di assistenza, orientandosi sempre di più verso un approccio integrato e territoriale (Organizzazione Mondiale della Sanità [OMS], 2018). Inoltre, la pandemia da Covid-19 ha mostrato l’importanza di dover trattare le patologie croniche in ambito comunitario e di rafforzare i servizi di cure primarie (Hacker et al., 2021).
Le cure primarie, infatti, rappresentano un approccio globale che mira a riorganizzare e rafforzare i servizi sanitari nazionali avvicinando i bisogni di salute e il benessere della comunità (OMS, 2021), offrendo attività di promozione della salute, prevenzione, trattamento e cure palliative al domicilio (OMS, 2021).
Gli Infermieri di Famiglia e Comunità (IFeC), per rispondere alla crescente complessità dei bisogni assistenziali, operano in modo autonomo o in un gruppo multidisciplinare, assumendosi la responsabilità della presa in carico di individui, famiglie e gruppi, indipendentemente dall’età o dalla situazione clinica (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari [AGENAS], 2023).
A livello internazionale, lo sviluppo del quadro di competenze per questi specialisti attualmente varia da Paese a Paese.
Alcuni Paesi come l’Australia, il Canada, la Nuova Zelanda e il Regno Unito hanno sviluppato competenze e/o standard internazionali per chiarire il ruolo degli specialisti IFeC nella pratica delle cure primarie mentre, in altri Paesi non esiste ancora una qualifica o una formazione specifica per gli infermieri che lavorano nell’assistenza primaria (Barrett et al., 2021). In ambito europeo, per definire sia il profilo professionale degli IFeC sia di identificarne le competenze fondamentali, nel 2018 è stato avviato il progetto ENhANCE (European Curriculum for Family and Community Nurse) (European Curriculum for Family and Community Nurse [ENhANCE], 2018). Questo progetto si propone di sviluppare un curriculum europeo dell’IFeC al fine di colmare la distanza esistente tra le attuali e differenti competenze degli infermieri e le competenze effettivamente richieste sia dalle istituzioni pubbliche e sia di chi offre servizi privati centrati sull’assistenza infermieristica territoriale (ENhANCE, 2018).
L’integrazione degli IFeC nelle équipe di cure primarie è stata associata a una migliore qualità dell’assistenza e il loro potenziale offre una risposta alle mutevoli complessità che il sistema sanitario deve affrontare, come i determinanti socioeconomici della salute e l’invecchiamento della popolazione (Mathews et al., 2020).
In Italia è stato riconosciuto il ruolo centrale dell’IFeC nel riordino delle cure primarie con il Decreto-Legge 34/2020 (Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, 2020) e successivamente ridefinito dal DM 77/2022 (Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, 2022).
A supporto dell’implementazione di questo ruolo, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS) ha elaborato le linee di indirizzo per orientare le Regioni nell’integrazione dell’IFeC nelle Aziende Sanitarie Locali (ASL) specificandone le principali funzioni, i livelli di intervento, la formazione e le competenze necessarie all’esercizio professionale (AGENAS, 2023).
Ad oggi, l’Italia vanta diverse esperienze di implementazione degli IFeC e più in generale dell’infermieristica di famiglia e comunità (Rocco et al., 2017; Taddeucci, Barchielli e Vainieri, 2023), caratterizzata da un approccio proattivo, orientato alla salute, all’empowerment e alla comunità.
Le attività dell’IFeC si configurano come un insieme di azioni estese capaci di rispondere efficacemente alle esigenze di salute della popolazione, che comprendono assistenza diretta, interventi di salute pubblica e comunitaria, l’educazione e il case management (Alharbi et al., 2023). Tuttavia, nonostante le numerose esperienze documentate in letteratura sull’implementazione di questo ruolo, manca ancora una sintesi completa che chiarisca le attività proprie dell’IFeC (Scrimaglia et al., 2024). Questa situazione riflette l’eterogeneità delle attività dell’IFeC che, da un lato testimonia la flessibilità di tale ruolo (Dellafiore et al., 2022), ma dall’altro rende difficile definire con precisione quali siano le attività strettamente pertinenti al ruolo, con il rischio di comprometterne la specificità.
Un recente studio (Sánchez-Muñoz et al., 2024), che analizza le esperienze degli IFeC inseriti nei gruppi di cure primarie in Spagna, afferma che essi vivono un mancato riconoscimento del loro lavoro da parte del sistema sanitario. Questa carenza è dovuta non solo alla scarsa conoscenza del ruolo degli IFeC, sia a livello generale sia da parte degli altri operatori sanitari, ma anche al disallineamento del sistema rispetto alle competenze che essi possono esprimere, in particolare rispetto alle attività comunitarie ed al follow-up dei pazienti cronici.
Le Regioni Piemonte e Liguria, caratterizzate dalla presenza di aree interne, ovvero aree montane o distanti dai centri di offerta dei servizi essenziali e ricche di importanti risorse ambientali e/o culturali, nel 2015 hanno implementato il progetto C.o.N.S.E.N.S.o (2021) (Community Nurse Supporting Elderly In a changing society) volto a favorire un invecchiamento attivo della popolazione over 65.
Le sperimentazioni innovative del modello di infermieristica di famiglia e comunità piemontesi, nate dal progetto CoNSENSo o sviluppate in modo parallelo a questo, sono state riconosciute di esempio per il potenziamento dell’offerta territoriale dei servizi e delle cure primarie (Federazione Nazionale degli Ordine delle Professioni Infermieristiche [FNOPI], 2020).
In alcuni territori, quindi, c’è stata la possibilità, ante DM 77/2022, di esprimere il ruolo coerentemente con quanto previsto dai modelli dell’infermieristica di famiglia e di comunità (Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, 2022).
Un aspetto che non trova ancora realizzazione in questi contesti è la possibilità di comprendere in modo sistematico le attività degli IFeC, aspetto che garantirebbe a questa specialità di essere compresa, studiata e di evolversi.
La registrazione delle attività in ambito domiciliare è documentata nel sistema informativo per il monitoraggio dell’Assistenza Domiciliare (SIAD), che è nato per costruire una base dati integrata a livello nazionale, incentrata sul paziente, dalla quale rilevare informazioni in merito agli interventi sanitari e sociosanitari erogati in maniera programmata dagli operatori del Sistema Sanitario Nazionale, nell’ambito dell’assistenza domiciliare (Ministero della Salute, 2018).
Il SIAD potenzialmente potrebbe essere una fonte importante di informazioni, seppure con dei limiti strutturali che sono stati evidenziati soprattutto in una logica valutativa (Scolfaro et al., 2023), tuttavia il sistema non include le attività orientate al supporto della famiglia e della comunità, che sono ambiti di intervento dell’IFeC (Iacopini, 2019). L’incompletezza di queste informazioni, quindi, ostacola la comprensione dell’assistenza erogata e, di conseguenza, limita la valutazione dell’impatto sulle persone assistite (D’Agostino et al., 2012).
In risposta a tale criticità, è stata condotta una indagine trasversale, che si pone come primo livello conoscitivo, sistematico e allargato, mirato a esplorare l’esercizio professionale dell’IFeC nei diversi contesti a due anni dall’emanazione del DM 77/22 (Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, 2022).

OBIETTIVI
L’obiettivo dello studio è la rilevazione delle attività effettuate dall’IFeC e una valutazione di pertinenza delle stesse rispetto al ruolo.

MATERIALI E METODI
Disegno e setting dello studio
È stata condotta, da febbraio a marzo 2022, un’indagine trasversale su un campione di convenienza di IFeC che lavora nelle Aziende Sanitarie Locali (ASL) del Piemonte e della Liguria.
La regione Piemonte è la seconda regione d’Italia con una popolazione di oltre quattro milioni di abitanti su una superficie di 25.400 km2 (Regione Piemonte, 2024) e suddivisa in 12 ASL, disposte in modo da rispondere in maniera efficace alle esigenze della popolazione nelle diverse aree provinciali (Regione Piemonte, 2024). Queste ASL collaborano con strutture territoriali come le Case della Salute e gli ambulatori specialistici, garantendo una presa in carico continuativa, con l’obiettivo di migliorare l’accessibilità ai servizi anche nelle zone più periferiche e rurali.
La regione Liguria, si estende su una superficie di 5.416 km2 ed è composta da 235 Comuni situati prevalentemente in zona montana (56%) e collinare (23%) (Regione Liguria, agg. 2024). L’assistenza territoriale ligure è organizzata attraverso 5 ASL, ciascuna responsabile della gestione dei servizi di assistenza primaria, della continuità assistenziale e delle cure domiciliari (Regione Liguria, 2024).

Campionamento
La partecipazione allo studio è stata proposta a tutte le ASL che accolgono in tirocinio gli studenti iscritti al Corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche ad indirizzo cure primarie partito nell’anno accademico 2023-2024 presso l’Università degli Studi di Torino.
Attraverso le Direzioni delle Professioni Sanitarie, sono stati invitati gli IFeC, delle ASL sede di tirocinio: Alessandria, Asti, Città di Torino, Cuneo (CN1 e CN2), Torino (TO3, TO4 e TO5) e Savona (ASL 2). I criteri di inclusione degli IFeC sono stati: lavorare come IFeC e aver ricevuto una formazione specifica al ruolo (Corso Regionale e/o Master IFeC).

Raccolta dati
Sono stati raccolti dati generali sugli IFeC: (a) caratteristiche socio-demografiche (età, sesso, anzianità di servizio complessiva e come IFeC, formazione post-base – aggregata in master trasversali, master interprofessionali e master specialistici) (FNOPI, 2024); (b) contesto lavorativo (ASL di appartenenza, servizio di lavoro e livelli di intervento – individuale, familiare e comunitario); (c) collaborazioni con altri professionisti (Medico di Medicina Generale – MMG, Pediatra di Libera Scelta – PLS, altri infermieri, medici specialisti, assistenti sociali, operatore socio sanitario – OSS, volontari); (d) documentazione utilizzata per la raccolta dati delle attività (Flusso SIAD (Ministero della Salute, 2018) cartella cartacea, cartella informatizzata).
Le attività dell’IFeC sono state scelte tra le attività dell’area domiciliare, ambulatoriale e comunitaria della Nursing Interventions Classification (NIC) (Butcher et al., 2020) incluse nella tassonomia di linguaggio standardizzato NANDA-I (North American Nursing Diagnosis Association International) (Herdman e Kamitsuru, 2021).
Sono stati identificati 26 interventi principali (Tabella 1) caratterizzati da 287 attività infermieristiche.

Tabella 1 – Aree e interventi della classificazione NIC.

Intervento (codice NIC) Descrizione breve dell’intervento
AREA AMBULATORIALE
Gestione dei farmaci (2380) Promuovere un uso sicuro ed efficace dei farmaci prescritti e da banco.
Educazione alla salute (5510) Promuovere l’apprendimento e il cambiamento verso comportamenti salutari.
Screening (6520) Identificare rischi e problemi di salute tramite anamnesi, esame fisico e diagnosi.
Gestione delle vaccinazioni (6530) Gestire lo stato immunitario e promuovere le vaccinazioni.
Monitoraggio dei parametri vitali (6680) Monitorare e analizzare dati per prevenire complicanze.
Guida al sistema sanitario (7400) Favorire l’accesso della persona assistita ai servizi sanitari adeguati.
Riferimento ad altri provider o servizi (8100) Coordinare i servizi con altri provider o organizzazioni.
Follow up telefonico (8190) Valutare e identificare problemi post-trattamento.
AREA COMUNITARIA
Gestione dell’ambiente: comunità (6484) Monitorare e gestire i fattori che influenzano la salute di gruppi e comunità.
Sorveglianza: comunità (6652) Raccogliere e analizzare dati comunitari per supportare il processo decisionale.
Gestione dell’ambiente: organizzazione casa (6485) Organizzare l’ambiente domestico per erogare un’assistenza sicura ed efficace.
Sostegno nel mantenimento della casa (7180) Aiutare cliente/famiglia a mantenere l’abitazione pulita, sicura e accogliente.
Case Management (7320) Coordinare l’assistenza per ottimizzare risorse, costi e qualità dell’assistenza.
AREA DOMICILIARE
Assistenza nel self-care (1800) Assistere una persona nello svolgimento delle ADL.
Assistenza nel self-care: IADL (1805) Supportare ed educare nelle attività quotidiane per favorire l’autonomia.
Assistenza alla persona morente (5260) Promuovere il benessere fisico e psicologico della persona nella fase terminale.
Sostegno nella gestione intestinale/stomia (0430) Stabilire e mantenere un regolare modello di eliminazione intestinale.
Somministrazione dei farmaci (2300) Preparare, somministrare e valutare l’efficacia di farmaci prescritti e da banco.
Gestione del dolore (1415) Alleviare o ridurre il dolore persistente.
Cateterismo vescicale (0580) Posizionare un catetere vescicale estemporaneo o permanente.
Monitoraggio degli arti inferiori (3480) Identificare i fattori di rischio e prevenire le lesioni agli arti inferiori.
Cura della ferita: prevenzione e guarigione (3664) Medicare e prevenire le complicanze di una ferita cronica o maligna.
Prevenzione delle cadute (6490) Adottare specifiche precauzioni per la persona a rischio di caduta.
Sorveglianza: teleassistenza (6658) Valutare la persona da remoto tramite strumenti elettronici.
Sostegno al caregiver e alla famiglia (7040) Fornire informazioni, supporto e protezione.
Sostegno in relazione alle risorse economiche (7380) Aiutare a procurarsi e gestire le risorse economiche necessarie.
Nota: Tra le parentesi è riportato il codice di classificazione delle attività secondo la NIC

 

Modalità di raccolta e analisi dei dati
I dati sono stati raccolti dagli studenti del 1° anno di corso durante il primo tirocinio nei contesti territoriali, attraverso un’intervista all’IFeC, della durata di 30-50 minuti.
Ai partecipanti è stato chiesto di valutare l’elenco delle attività infermieristiche indicando se nella loro pratica fossero abituali e se le ritenessero pertinenti al ruolo dell’IFeC utilizzando una scala Likert a 4-punti. Con il termine ’abituale’ è stata considerata un’attività svolta frequentemente e abitualmente nella pratica quotidiana, mentre con il termine ’pertinente’ si è considerata un’attività che appartenesse o si collegasse in modo specifico al ruolo, riflettendone competenze e responsabilità (Altermatt-von Arb et al., 2023).
Le attività dell’IFeC sono state aggregate in pertinenti (punteggi Likert 1-2: abituale e pertinente e non abituale ma pertinente) e in non pertinenti (punteggi Likert 3-4: abituale ma non pertinente e non abituale e non pertinente).
Sono state considerate complessivamente pertinenti tutte le attività ritenute tali da almeno il 70% del campione (Hoffamann et al., 2014).
Sono state eseguite le comuni analisi descrittive (frequenza, media, deviazione standard) con il software statistico SPSS (IBM Corp., 2023).

Aspetti etici
La partecipazione allo studio è avvenuta su base volontaria. Per garantire l’anonimato è stato creato un codice alfanumerico ID noto solo al rilevatore. I dati sensibili sono stati conservati in forma anonima e protetti su supporti digitali, in conformità con le normative italiane sulla protezione dei dati personali (D.Lgs. 196/2004 e 101/2018). Prima di procedere con la raccolta dati, le Direzioni delle Professioni Sanitarie hanno chiesto il parere ai responsabili locali della protezione dei dati (DPO).

RISULTATI
Hanno aderito all’indagine 142 IFeC. Il campione (Tabella 2) era composto prevalentemente da donne (n = 124, 87%) con età media di 46,6 anni (DS ± 7,7; [range 28-61]) e un’anzianità media come IFeC di 2,5 anni (DS ± 2; [range 0-8]). Tra i partecipanti, 70 (49%) avevano il Corso Regionale, 67 (47%) avevano il Master specifico; 55 (38,5%) avevano una formazione post-base.
Gli IFeC lavorano prevalentemente nelle cure domiciliari/palliative (n = 89, 63%) e meno nella Continuità Assistenziale a Valenza Sanitaria (CAVS) (n = 4, 3%). Il livello di intervento dell’IFeC più frequente è quello individuale (n = 142, 100%) e familiare (n = 96, 68%).

Tabella 2 – Caratteristiche dei 142 IFeC delle 9 ASL.

Variabili n (%)
Sesso
Femmine 124 (87,3)
Formazione IFeC
Corso Regionale 70 (49,3)
Master I livello 67 (47,2)
Entrambi i titoli 5 (3,5)
Formazione Post-Base*
Master trasversali 36 (25,3)
Master specialistici 12 (8,5)
Master interprofessionali 4 (2,8)
Laurea Magistrale 3 (2,1)
Contesto lavorativo (possibili più risposte)
Cure domiciliari/palliative 89 (62,7)
Ambulatorio distrettuale 38 (26,7)
Casa della Comunità 35 (24,6)
Centrale Operativa Territoriale 24 (16,9)
Continuità Assistenziale a Valenza Sanitaria 4 (2,8)
Livelli di intervento (possibili più risposte)
Individuale 142 (100)
Familiare 96 (67,7)
Comunitario 27 (19)
*Missing: 4(3);

Legenda: IFeC= Infermiere di Famiglia e Comunità; Master trasversali: Coordinamento, Bioetica, Medicina Legale, Diritto del Lavoro, Management e innovazione delle aziende sanitarie, Metodologie tutoriali. Master Interprofessionali: Cure palliative e Salute Mentale. Master specialistici: Accessi venosi, Area Critica ed Emergenza, Cure Primarie e Sanità Pubblica, Wound Care, Stomaterapia, Nefrologia e Dialisi.

 

Gli IFeC collaborano con MMG (n = 122, 86%), altri infermieri (n = 108, 76%), medici specialisti (n = 98, 69%), assistenti sociali (n = 79, 56%), PLS (n = 79, 53,5%), OSS (n = 65, 46%), volontari (n = 13, 9%), infermieri del Nucleo Ospedaliero per la Continuità delle Cure (NOCC) (n = 8, 6%), educatori (n = 8, 6%), fisioterapisti (n = 7, 5%), dietisti (n = 8, 6%), ostetrici (n = 3, 2%), psicologi (n = 2, 1%), logopedisti (n = 1, 1%), sindaci (n = 1, 1%), forze dell’ordine (n = 1, 1%), stomaterapisti (n = 1, 1), Peripherally Inserted Central Catheter (PICC) team e insegnanti (n = 1, 1%).
La documentazione utilizzata per la registrazione delle attività è il flusso informativo SIAD (n = 95, 67%), la cartella cartacea (n = 75, 52%) o informatizzata (n = 57, 40%).

Attività dell’IFeC
Sono state considerate pertinenti al ruolo 268 su 287 attività (Allegato 1). Tra queste, in Tabella 3, si riportano le attività, per ogni categoria di intervento, che vengono svolte abitualmente da almeno l’80% dei partecipanti.

Tabella 3 – Frequenza delle attività pertinenti, per ogni area ed intervento, riportate come abituali da almeno l’80% dei 142 IFeC intervistati.

Interventi (codice NIC) Area ambulatoriale Area comunitaria Area domiciliare
  n/N (%) n/N (%) n/N (%)
Educazione alla salute (5510) 25/25 (100)
Monitoraggio dei parametri vitali (6680) 5/5 (100)
Guida al sistema sanitario (7400) 13/13 (100)
Screening (6520) 10/11 (91)
Riferimento ad altri provider o servizi (8100) 10/11 (90)
Gestione dei farmaci (2380) 19/26 (73)
Follow up telefonico (8190) 4/7 (57)
Gestione delle vaccinazioni (6530) 2/11 (18)
Gestione dell’ambiente: organizzazione della casa (6484) 8/8 (100)
Case Management (7320) 15/16 (94)
Sostegno nel mantenimento della casa (7180) 7/8 (87,5)
Gestione dell’ambiente: comunità (6652) 4/5 (80)
Sorveglianza: comunità (6652) 4/5 (80)
Sostegno al caregiver e alla famiglia (7040) 22/22 (100)
Assistenza nel self-care (1800) 8/8 (100)
Assistenza alla persona morente (5260) 11/11 (100)
Gestione del dolore (1415) 8/8 (100)
Monitoraggio degli arti inferiori (3480) 10/10 (100)
Cateterismo vescicale (0580) 1/1 (100)
Prevenzione delle cadute (6490) 11/12 (92)
Sorveglianza: teleassistenza (6658) 9/10 (90)
Somministrazione dei farmaci (2300) 5/6 (83)
Assistenza nel self-care: attività strumentali di vita quotidiana (1805) 9/11 (82)
Sostegno nella gestione della funzione intestinale/ stomia (0430) 7/9 (78)
Cura della ferita: guarigione e prevenzione delle lesioni (3664) 12/21 (57)
Sostegno in relazione alle risorse economiche (7380) 3/7 (43)
Nota: Tra le parentesi è riportato il codice di classificazione delle attività secondo la NIC.

 

Tra le attività considerate non pertinenti, ma che vengono svolte abitualmente da almeno il 30% del campione, 12 attività su 287 sono dell’area ambulatoriale e 7 di quella domiciliare (Tabella 4).

Tabella 4 – Frequenza delle attività non pertinenti, per ogni area ed intervento, riportate da almeno il 30% dei 142 IFeC intervistati.

Intervento (codice NIC) Descrizione delle attività infermieristiche associate all’intervento n (%)
AREA AMBULATORIALE
 

Gestione dei farmaci (2380)

Stabilire una procedura per la conservazione, il rifornimento e il monitoraggio dei farmaci che vengono gestiti dalla persona assistita per l’auto somministrazione, se previsto dalla normativa vigente e dalle politiche aziendali 84 (59,1)
Ottenere la prescrizione del medico per l’auto somministrazione dei farmaci da parte della persona 57 (40,1)
Monitorare i livelli sierici, per esempio, di elettroliti, protrombina e farmaci 48 (33,8)
Fornire alla persona assistita e/o ai componenti della famiglia informazioni scritte e corredate da illustrazioni per stimolare o consolidare l’auto somministrazione 48 (33,8)
 

Gestione delle vaccinazioni

(6530)

Sostenere i programmi e le politiche che prevedono vaccinazioni gratuite o alla portata di tutta la popolazione 63 (44,3)
Programmare le vaccinazioni a intervalli temporali appropriati 62 (43,6)
Osservare la persona per il periodo di somministrazione del vaccino 61 (43)
Informare i genitori sulle misure che favoriscono il benessere del bambino dopo la somministrazione di un vaccino 58 (40,8)
Identificare le controindicazioni assolute alla somministrazione dei vaccini (reazione anafilattica a precedenti vaccini e indisposizione moderata o grave con o senza febbre) 50 (35,2)
Riferimento ad altri provider

(8100)

Discutere il piano di assistenza con il professionista della salute che si prenderà cura della persona 49 (34,5)
Follow-up telefonico (8190) Registrare il permesso per richiamare telefonicamente e identificare le persone che devono ricevere la chiamata 66 (46,5)
Determinare come un assistito o un familiare può essere contattato per una telefonata con risposta a carico, se appropriato 53 (37,3)
AREA DOMICILIARE
Cura della ferita: difficoltà di guarigione e prevenzione delle lesioni

(3664)

Educare i familiari/caregiver rispetto ai segni di lesioni da pressione, se appropriato 46 (32,4)
Assicurare un adeguato apporto dietetico, specialmente di proteine, vitamine B e C, ferro e di calorie mediante l’uso di integratori alimentari, se appropriato 45 (31,7)
Applicare sistemi di protezione ai gomiti e alle caviglie, se appropriato 43 (30,3)
Sorveglianza:

teleassistenza

(6658)

Documentare gli accertamenti, i consigli, le indicazioni o altre informazioni fornite alla persona assistita in accordo con le linee guida specifiche 64 (45,1)
Sostegno in relazione alle risorse economiche (7380) Rappresentare i bisogni economici delle persone negli incontri multidisciplinari, se necessario 59 (41,5)
Collaborare con le strutture di cure primarie/comunità per assicurare alla persona i servizi necessari 59 (41,5)
Se la persona lo desidera, coinvolgere i familiari nella gestione delle sue risorse economiche 46 (32,4)
Nota: Tra le parentesi è riportato il codice di classificazione delle attività secondo la NIC.

 

DISCUSSIONE
Obiettivo dello studio era la rilevazione delle attività effettuate dall’IFeC e una valutazione di pertinenza delle stesse rispetto al ruolo.
Il campione di IFeC intervistato può essere considerato al livello esperto (Benner, 1982) seppure con anzianità di lavoro limitata, per la formazione specifica in Infermieristica di Famiglia e Comunità di almeno 20 Crediti Formativi Universitari (CFU) (D.G.R n.6 – 3472 del 2 Luglio, Regione Piemonte, 2021) ricevuta e, di conseguenza, consapevole del ruolo dell’IFeC.
La pertinenza delle attività può quindi essere considerata complessivamente credibile, soprattutto rispetto agli interventi individuali e familiari. Inoltre, il campione di IFeC intervistato opera prevalentemente nell’ambito delle cure domiciliari e palliative, difficile quindi generalizzare questi risultati agli ambiti ambulatoriali e comunitari.
Queste caratteristiche riflettono, da un lato che le scelte locali hanno dato la priorità agli over 65 e ai malati cronici, in una situazione di carenza di risorse e di iniziale implementazione, e che le attuali case della comunità e gli ospedali di comunità sono in corso di definizione e realizzazione e non consentono di esercitare ancora pienamente le funzioni dell’IFeC (AGENAS, 2023). Questi ambiti meriterebbero ulteriori approfondimenti ripetendo l’indagine a lavori ultimati.
Dalla letteratura si evidenzia che gli IFeC prendono in carico principalmente la fascia di popolazione over 65 (Ranzani et al., 2021; Scrimaglia et al., 2024), ma è essenziale non trascurare il loro ruolo nell’assistenza ad altre fasce di popolazione come quella pediatrica. A tal proposito, la Società Italiana di Pediatria (SIP) (Società Italiana di Pediatria [SIP], 2017) sottolinea l’importanza di garantire risposte adeguate sul territorio non solo agli adulti, ma anche ai bambini con malattie acute o croniche caratterizzati da bisogni assistenziali complessi (SIP, 2017). Pertanto, sarebbe utile che l’IFeC sviluppasse competenze specialistiche in ambito pediatrico, per fornire un’assistenza adeguata alla complessità dei bisogni del bambino e, al contempo, supportare il suo nucleo familiare in modo efficace e integrato con altri professionisti della salute.
Le circa trecento attività proposte sono risultate per almeno il 90% frequentemente svolte e pertinenti al ruolo e tra le attività considerate non pertinenti, alcune vengono svolte abitualmente da almeno il 30% del campione, in particolare nelle aree ambulatoriale e domiciliare. Le attività ritenute non pertinenti potrebbero evidenziare una percezione non ancora consolidata del ruolo dell’IFeC. Questo potrebbe riflettere una definizione del ruolo ancora in evoluzione, che a volte entra in conflitto con le aspettative su ciò che dovrebbero fare gli IFeC, gli infermieri di cure domiciliari o altri professionisti sanitari (Scrimaglia et al., 2024). In particolare, la gestione di interventi prevalentemente prestazionali può risultare distante da chi svolge il ruolo dell’IFeC orientandosi a un’azione proattiva e comunitaria. Non va dimenticato che molti infermieri che ora ricoprono il ruolo di IFeC precedentemente operavano nei servizi di assistenza domiciliare e quindi potrebbero fare riferimento a quel tipo di attività e inoltre, a livello internazionale la formazione dei Community Nurse, in quanto specialità, è di livello magistrale (Conti et al., 2021). Anche nel documento AGENAS (2023) la formazione minima richiesta è il Master di I livello, ma la professione (FNOPI, 2023) si augura al più presto una formazione magistrale con riconoscimento della funzione di specialista. L’implementazione nei prossimi anni di questo ruolo necessariamente richiederà uno sviluppo inevitabile sia dei modelli organizzativi che dei contenuti della formazione, anche nella logica dello sviluppo di approcci di salutogenesi (Dellafiore et al., 2022).
Le attività del NIC, sviluppate negli Stati Uniti, rappresentano le attività degli IFeC nei contesti italiani e quindi abbiamo esplorato la fattibilità del loro utilizzo ai fini della standardizzazione del linguaggio. Purtroppo, la numerosità delle attività tipiche dei sistemi assicurativi, alla base della classificazione NIC, rende difficile ipotizzare un utilizzo pratico e sistematico nella clinica quotidiana delle attività, ma i 26 interventi individuati possono ben rappresentare le funzioni agite, così come le aree di esercizio.

Limiti dello studio
Questo studio presenta alcuni limiti. In primo luogo, l’indagine è stata condotta su un campione ristretto di IFeC con un’anzianità di servizio limitata. Ciò potrebbe comprometterne la rappresentatività rispetto alla popolazione generale riducendo la generalizzabilità dei risultati. Tuttavia, la specifica formazione fornita ai partecipanti ha contribuito a garantire l’affidabilità delle risposte raccolte. Un ulteriore limite riguarda i risultati ottenuti che riflettono le peculiarità di un contesto locale, caratterizzato da specifiche normative e organizzative. Questa specificità potrebbe limitarne l’applicabilità e la trasferibilità ad altri contesti. Infine, la numerosità delle attività identificate rappresenta una criticità, in quanto molte di esse risultano difficilmente applicabili nella pratica clinica quotidiana. Per superare questo limite, intendiamo lavorare alla sintesi delle attività individuate, raggruppandole in macro-attività e ricercando un consenso ampio e strutturato (Hasson et al., 2000; Okoli et al., 2004; Hsu et al., 2007). Questo processo iterativo consentirebbe di arrivare a un elenco condiviso e consolidato delle attività proprie dell’IFeC.

CONCLUSIONI
Il DM 77/2022 prevede, con un rapporto di 1 IFeC ogni 3.000 abitanti, l’implementazione del ruolo entro il 2026, nei diversi setting di cure primarie da attivare. È necessario in tempi brevi definirne con precisione caratteristiche, ambiti di espressione e responsabilità operative e di sviluppo. È necessaria un’azione congiunta tra accademia e direzione dei servizi per delineare le funzioni specialistiche e i livelli di pratica avanzata per la presa in carico di situazioni ad elevata complessità.

Allegato 1 – Frequenza delle attività valutate da 142 IFeC come pertinenti

Conflitto di interessi
Gli autori dichiarano l’assenza di conflitto di interessi.

Finanziamenti
Gli autori dichiarano di non aver ottenuto alcun finanziamento e l’assenza di sponsor economici.

Contributi degli autori
Tutti gli autori hanno contribuito all’ideazione e alla conduzione dello studio, alla stesura dell’articolo, alla sua revisione critica e alla conseguente approvazione della versione finale dello stesso.

Ringraziamenti
Si ringraziano per la raccolta dati i Colleghi delle Direzioni delle Professioni Sanitarie: Anna Maddalena Basso, Clara Occhiena, Claudio Maliziola, Enrica Freggiaro, Fabiano Zanchi, Franco Cirio, Gerardina Tartaglia, Giovanni Di Fine, Katia Moffa, Luisella Audisio, Luisella Canta, Maria Elisena Focati, Monica Cirone, Monica Pero, Roberta Rapetti, Sabrina Contini, Tiziana Lacchio, e gli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche: Amasio Sabrina, Bighi Matteo, Borelli Ludovica, Borgogno Ivana, Borrano Taide , Brignone Valeria, Calcari Stefania, Ceravolo Francesco, Cimorelli Angela, Di Turi Claudia, Dozaki Yoko, Druhus Iuliana, Gibin Silvia, Giroso Elena, Gonella Elena, Grimaldi Mario, Lika Rudina, Maznovska Sandra, Sansalvadore Rebecca, Sciancalepore Daniela, Seghesio Francesca, Serra Elena, Taffarello Laura, Torchio Federica, Zanirato Gilda.

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