La musicoterapia: trattamento complementare del dolore nei pazienti oncologici terminali


Il termine musicoterapia (da Musikè e Therapeia) descrive l’uomo in movimento, la parola, il suono, l’assistenza e la cura (Antonietti, 2010).
Il corpo è uno strumento, una cassa di risonanza in grado di far propagare i suoni, per effetto delle sue cavità interne e delle sue caratteristiche muscolo-scheletriche. Quando riceve stimoli esterni risponde vibrando ed emettendo a sua volta delle sonorità, sia su frequenze udibili che non (16-16000 Hz): questo ci permette di sentire non solo con le orecchie, ma con tutto il corpo, fin dall’età gestazionale.
L’idea del corpo vibrante è alla base del lavoro in musicoterapia, attraverso il dialogo sonoro fra terapeuta e paziente (De Colle, 2014).
Nel 1996 la Federazione Mondiale di Musicoterapia definì la musicoterapia come l’uso della musica e/o degli elementi musicali da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell’individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare l’integrazione intra-interpersonale migliorando la qualità della vita grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico (Bunt, 1997).
È fondamentale la presa in carico del paziente oncologico con un approccio globale sin dalla diagnosi, orientandosi alla creazione di un rapporto di fiducia terapeuta-paziente-famiglia. La letteratura scientifica e l’azione concomitante di alcune organizzazioni, quali l’International Society For Music in Medicine o la Arts Medicine Association, permettono di apprezzare che la musicoterapia può dare la spinta per la creazione di altre attività, risultare un mezzo efficace nella relazione interpersonale, indurre comprensione, dare conforto e favorire un atteggiamento propositivo, nonché influire positivamente modificando il tono dell’umore (Pantaleo, 2011).
I possibili procedimenti in gruppo o individuali permettono di distinguere la musicoterapia recettiva o passiva: per esempio l’ascolto di brani e suoni rappresenta la forma passiva, mentre la musicoterapia attiva si distingue per produrre musica e suoni, ed infine la musicoterapia integrata è la combinazione dei due procedimenti precedenti (Cabutto, 2000).
Nelle Cure Complementari, come la musicoterapia, l’infermiere protegge e stimola le risorse del malato, diviene un facilitatore dei progetti di benessere e della volontà della persona (Pantaleo, 2011). L’infermiere di cure palliative applica il problem solving con azioni di natura tecnica, relazionale ed educativa, non privilegia l’efficienza e il tecnicismo, ma recupera un rapporto più antico e più profondo tra chi si prende cura e chi è curato, in altre parole cura il malato e non la malattia (Mazzini, 2017).
Nei pazienti nella loro fase finale di vita, la musicoterapia funziona meglio ponendo obiettivi come accompagnare, stimolare, gratificare, innalzare il livello globale di energia. Il progetto assistenziale consiste nell’aiutare i pazienti a gestire i cambiamenti di umore, mitigare gli effetti del dolore, aprire nuovi canali di comunicazione, lavorare sulle parti sane e attivare l’accettazione e la dignità della persona, accompagnare al fine vita, creando nuovi canali comunicativi fra i famigliari e l’equipe sanitaria (De Colle, 2014). In hospice la musica diventa uno strumento della relazione (Bagnus, 2002).
Lindstrom afferma che le cure palliative non servono a dare giorni alla vita, ma ad aggiungere vita ai giorni. Il grande potenziale della musicoterapia nella cura dei pazienti oncologici allo stadio finale della loro vita consiste nel richiamare le risorse della persona e permettere alle parti sane di attivarsi (Cerlati, Crivelli, 2015).
Il nostro studio vuole valutare l’efficacia della musicoterapia nel paziente oncologico in fase finale della vita per il controllo del dolore cronico, in quanto terapia complementare.
Sono state consultate le banche dati biomediche PubMed, Cinahl ed Embase, utilizzando le parole chiave Music therapy, Palliative care, Oncologic patients, Cancer patients, Neoplasms, Hospice and palliative nursing, Terminally patient, Terminally ill, Terminally ill patients, End of life, Pain, Pain management, associate con gli operatori boleani And/Or.

Sono stati valutati tutti gli articoli reperiti, elencandoli in una tabella sinottica riportante: autori e anno di pubblicazione, tipologia di studio, numerosità del campione, intervento, risultati e conclusioni. I titoli e gli abstract individuati sono stati valutati da due revisori in maniera indipendente: in caso di discordanze si è deciso di includere ugualmente i report. Gli articoli selezionati sono stati valutati con il Critical Appraisal Skills Programme (CASP).

Sono stati inclusi studi primari osservazionali e sperimentali, condotti su pazienti adulti, in lingua italiana, inglese e francese, degli ultimi 20 anni (1999-2019).

Risultati
Sono stati reperiti 647 riferimenti bibliografici: 157 in Cinahl, 280 in Pubmed e 210 in Embase.
Dopo la lettura sono stati selezionati 50 articoli, 22 in Cinahl, 14 in Pubmed e 14 in Embase; 5 full texts non sono stati reperiti, 4 full texts erano compresenti nelle banche dati e 39 full texts non erano pertinenti. Sono stati inclusi 2 full texts (Figura 1 e Tabella 1).

Figura 1 – Flow chart della ricerca bibliografica
Figura 1 - Flow chart della ricerca bibliografica

 

Tabella 1 – Sinossi degli articoli

Autore, anno

 

Tipo di studio

Campione

Interventi

Risultati

Commenti

Limiti

Kathy Jo Gutgsell et al.

 

5/05/2013

 

CRT

200 pazienti

oncologici terminali adulti in hospice

dal 2009 al 2011

Due scale:

-Numeric Rating Scale (NRS),

0=nessun dolore 10=peggior dolore

-Functional Pain Scale (FPS) tollerabile o non tollerabile

200 pazienti:

-gruppo di controllo con utilizzo della terapia analgesica

-gruppo di studio: terapia analgesica associata a un intervento di musicoterapia

La variazione media dei punteggi del dolore è stata significativamente maggiore nel gruppo di studio pari al 95% (P< 0,0001)

I risultati di indicano che un singolo intervento di musicoterapia può ridurre il dolore nei pazienti oncologici terminali

Paziente di età non inferiore ai 18 anni

Patologia di fine vita

Dolore di 3 o superiore su scala NRS

Paziente in grado di comprendere l’inglese

Paziente vigile e orientato, in grado di valutare il dolore su base numerica

 

Huang ST1, Good M, Zauszniewski JA.

 

18/04/2010

 

CRT

 

126 persone degenti con dolore oncologico

 

126 partecipanti:

-62 nel gruppo sperimentale, ascolto per 30’ di musica popolare taiwanese e americana

-64, gruppo di controllo con terapia antalgica.

Scala VAS prima e dopo il test

Diminuzione del dolore post-test nel gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo,

p <.001. Cohen’s

d = .64, sensazione

d = .70

I pazienti hanno riferito che la scelta di musica familiare e culturalmente appropriata ha permesso di avere una riduzione del dolore, rispetto alla sola somministrazione di analgesico. Si consiglia la somministrazione di musica in associazione alla terapia farmacologica

< 50% dei pazienti sottoposti a screening è idonea

 

 

Discussione
Dai risultati ottenuti si evince che il dolore cronico è diminuito notevolmente grazie all’intervento della musicoterapia. Lo studio Music Therapy Reduces Pain in Palliative Care Patients, Randomized Controlled Trial ha dimostrato, mediante l’utilizzo delle scale Numeric Rating Scale e Funtional Pain Scale, che la diminuzione del dolore è stata pari al 95% nel gruppo di studio rispetto al gruppo di controllo.
Il secondo studio The effectiveness of music in relieving pain in cancer patients: a randomized controlled trial ha valutato l’efficacia del trattamento, attraverso la somministrazione di musica popolare taiwanese e americana per 30 minuti, ottenendo nel 42% del gruppo di studio il sollievo nella misura del 50% dell’intensità del dolore, rispetto all’8% del gruppo di controllo, con un p < 0.001.

Conclusioni
La prospettiva relazionale della musicoterapia valorizza le risorse personali, l’autonomia e le capacità di azione nel contesto, la rende un intervento complesso, multidimensionale, orientato alla promozione della salute e del benessere così come indicato dall’Oms.
La revisione effettuata, sebbene limitata, contribuisce ad affermare che la musicoterapia offre un valido supporto alla medicina tradizionale nell’affrontare il dolore oncologico nel paziente al termine della vita. Gli studi presi in esame hanno dimostrato una riduzione significativa del sintomo con l’introduzione della musicoterapia.
Il campo di ricerca ha messo in evidenza solo due articoli: si presuppone che ciò derivi dal fatto che la musicoterapia è una disciplina relativamente nuova, ma gli studiosi interessati al suo approfondimento e alla sua applicazione sono in aumento, quindi la speranza è che siano implementati gli studi.
Tra le nuove frontiere della musicoterapia ci sono la personalizzazione sulle esigenze dei singoli pazienti e un utilizzo olistico, tale da interagire ancora più efficacemente nei percorsi di cura e di benessere. Si mira al rafforzamento del legame con la dimensione emotiva, cognitiva e relazionale, poiché la musica, parte della nostra essenza, esprime ciò che non si riesce a dire ma che non si può tacere.
E’ auspicabile una ulteriore revisione della letteratura scientifica nel tempo.
 

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Bibliografia

– Antonietti A. (2010). Musica che educa musica che cura, Aracne editrice, Roma.
– Bagnus P. (2002), Prima che venga notte: la musicoterapia con pazienti oncologici in fase avanzata di malattia, Gianni Iuculano Editore, Milano.
– Bunt L. (1997). Musicoterapia. Un’arte oltre le parole. Edizioni Kappa, Roma.
– Cabutto M. (2000). Musicoterapia. Edizioni Xenia, Como.
– Cerlati P, Crivelli F. (2015). Musicoterapia in oncologia e nelle cure palliative. Prendersi cura dell’altro con uno sguardo sistemico-complesso, Franco Angeli, Milano.
– De Colle D. (2014). Musicoterapia: per far risuonare la voce del cuore, Editoriale Programma, Treviso.
– Gutgsell KJ, Schluchter M, Margevicius S, DeGolia PA, McLaughlin B, Harris M, Mecklenburg J, Wiencek C. (2013). Music therapy reduces pain in palliative care patients: a randomized controlled trial. J Pain Symptom Manage. 45(5):822-31.
– Huang ST, Good M, Zauszniewski JA. (2010). L'efficacia della musica nell'alleviare il dolore nei pazienti oncologici: uno studio controllato randomizzato. Int J Nurs Stud. 2010. 47 (11): 1354-62.
– Mazzini I., Infermiere, terapia antalgica e hospice. Disponibile da https://www.nurse24.it/specializzazioni/medico-geriatrica-pediatria-psichiatria/infermiere-terapia-antalgica-e-hospice.html (u.c. 7/03/2019).
– Pantaleo P. (2011). Al di là delle cure. Interventi complementari e di supporto in oncologia, Franco Angeli, Milano.