L’emergenza climatica e il ruolo della sala operatoria: sfide e opportunità per i professionisti sanitari

ISSN: ISSN 2038-0712 – L’Infermiere 2024, 61:4, e130 – e135

Documenti


INTRODUZIONE
Negli ultimi decenni, il cambiamento climatico è diventato una delle principali minacce per la salute pubblica globale con un impatto diffuso che interessa ogni settore della società. Il riscaldamento globale, dovuto all’aumento delle emissioni di gas serra, ha portato a un incremento della temperatura media terrestre di circa 0,98 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, con proiezioni che indicano un potenziale aumento di 1,5 gradi entro il 2050 in caso di mancanza di interventi significativi. L’impatto del riscaldamento globale è evidente: il ghiaccio marino artico ha subito una diminuzione media del 12,85% per ogni decennio, mentre i dati sulle maree costiere indicano un aumento medio del livello del mare di 3,3 millimetri all’anno dal 1870. Il periodo compreso tra il 2009 e il 2019 è stato il più caldo mai registrato mentre il 2020 si è posizionato come il secondo anno più caldo di sempre (IPCC, 2021).
Le conseguenze del cambiamento climatico includono eventi meteorologici estremi, come alluvioni, siccità e uragani, che hanno già provocato enormi danni economici e umanitari. In Italia, tra gli episodi più recenti, si annoverano le alluvioni catastrofiche in Toscana e in Emilia Romagna nel 2023. Infatti, secondo le stime, tra il 2000 e il 2020, il numero di disastri naturali legati al clima è aumentato del 40%, con gravi ripercussioni sulla sicurezza alimentare, sull’approvvigionamento idrico e sulla salute pubblica (WHO, 2020).
Anche il settore sanitario è coinvolto in questa emergenza globale. Nonostante la missione di migliorare la salute delle persone, la sanità contribuisce per il 4-5% alle emissioni totali di gas serra, con un impatto maggiore rispetto a molte altre industrie (Pichler et al., 2019). Come riportato nella Tabella 1, il 60% delle emissioni globali del settore sanitario proviene dagli ospedali e dalle cliniche, evidenziando l’importanza di interventi mirati in queste aree. Infatti, se il sistema sanitario globale fosse una nazione, si posizionerebbe al quinto posto tra i principali emettitori di CO2 al mondo. In particolare, le sale operatorie sono tra le aree ospedaliere a più alto impatto ambientale, rappresentando circa il 30% dei rifiuti ospedalieri totali e consumando notevoli quantità di energia e risorse (Meyer et al., 2018).
Nonostante queste cifre allarmanti, il ruolo del settore sanitario nella lotta contro il cambiamento climatico è ancora sottovalutato. Occorre sottolineare come i professionisti sanitari siano in una posizione unica per contribuire a ridurre l’impatto ambientale degli ospedali, implementando pratiche sostenibili senza al tempo stesso compromettere la qualità delle cure. Sicuramente la sfida per il futuro sarà quella di coniugare la sostenibilità con l’efficienza, promuovendo una maggiore consapevolezza e azione a livello istituzionale e individuale.

Tabella 1 – Confronto delle emissioni sanitarie globali di gas serra per settore. (Suddivisione delle emissioni di gas serra del settore sanitario globale per ambito di attività). Fonte: Pichler et al. (2019).

Settore sanitario % delle emissioni globali Principali fonti di emissioni
Ospedali e cliniche 60% Consumo energetico, produzione di rifiuti, apparecchiature
Produzione di farmaci 20% Manifattura, trasporto, smaltimento
Produzione di dispositivi medici 10% Produzione, trasporto, uso e smaltimento di materiali monouso
Gas anestetici 5% Emissioni di gas serra dagli anestetici volatili
Altri settori (laboratori, ecc.) 5% Consumo di energia, smaltimento dei materiali

 

REVISIONE DELLA LETTERATURA SUL FENOMENO
Il tema del cambiamento climatico nel contesto sanitario ha ricevuto crescente attenzione nella letteratura scientifica soprattutto negli ultimi anni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha ripetutamente sottolineato l’urgenza di integrare misure di sostenibilità nei sistemi sanitari per ridurre le emissioni di gas serra e i rifiuti prodotti (WHO, 2019). In questo contesto, le sale operatorie rappresentano uno dei principali luoghi di intervento, a causa dell’uso intensivo di risorse monouso, farmaci e gas anestetici.
Uno studio condotto da Karliner et al. (2017) ha evidenziato che il settore sanitario statunitense è responsabile del 10% delle emissioni di gas serra nel paese, con un impatto significativo sull’ambiente globale. A livello internazionale, si stima che il 70% delle emissioni sanitarie provenga dai consumi energetici, mentre il restante 30% è attribuito principalmente alla produzione di rifiuti sanitari e all’uso di gas anestetici. Questi ultimi, pur essendo fondamentali per le procedure chirurgiche, sono tra i principali responsabili delle emissioni ospedaliere, con il desflurano che ha un potenziale di riscaldamento globale (GWP) 2.540 volte maggiore rispetto alla CO2 (McGain et al., 2018).
La gestione dei rifiuti ospedalieri è un altro ambito critico. La produzione globale di rifiuti sanitari è aumentata del 30% durante la pandemia di COVID-19, con impatti significativi sui sistemi di smaltimento e sulla capacità di gestione ambientale (World Bank, 2021).
In Italia, la produzione di rifiuti sanitari ha raggiunto 232.000 tonnellate nel 2020, di cui 208.000 tonnellate erano rifiuti pericolosi (ISPRA, 2021). La sala operatoria, in particolare, contribuisce in modo significativo a questo quantitativo, con una media di 6 kg di rifiuti per paziente per intervento chirurgico.
D’altro canto, vari studi propongono soluzioni sostenibili che possono essere implementate all’interno degli ospedali. Meyer et al. (2018) suggeriscono che una migliore pianificazione delle risorse, il riutilizzo sicuro dei dispositivi medici e la riduzione dell’uso di gas anestetici possano ridurre l’impatto ambientale delle strutture sanitarie fino al 30%.
La Tabella 2 illustra diverse strategie che possono essere implementate in sala operatoria per ridurre le emissioni di gas serra e i rifiuti, con riduzioni potenziali che variano dal 20% al 50% a seconda dell’intervento. Inoltre, tecnologie emergenti come i filtri a carboni attivi per l’assorbimento dei gas alogenati e la sterilizzazione di dispositivi monouso possono rappresentare strategie efficaci per ridurre le emissioni senza compromettere la sicurezza del paziente (McGain & Sheridan, 2020).
Nonostante queste soluzioni, la strada verso una sanità sostenibile è ancora lunga. Come osservato da Pichler et al. (2021), una delle principali barriere è la mancanza di consapevolezza e formazione tra i professionisti sanitari riguardo al loro ruolo nella lotta contro il cambiamento climatico. È necessario un maggiore impegno da parte delle istituzioni sanitarie per promuovere pratiche ecologiche e fornire ai professionisti gli strumenti necessari per integrare la sostenibilità nelle loro attività quotidiane.

Tabella 2 – Misure per ridurre l’impatto ambientale nelle sale operatorie. (Strategie operative per ridurre l’impatto ambientale delle sale operatorie e relative percentuali di riduzione delle emissioni stimate). Fonte: Meyer et al. (2018).

Intervento Descrizione Riduzione stimata delle emissioni
Utilizzo di sistemi di sterilizzazione Sostituzione dei dispositivi monouso con strumenti riutilizzabili Fino al 30%
Pre-riempimento dei farmaci Adozione di siringhe pre-riempite per ridurre gli sprechi Fino al 20%
Sistemi di filtraggio dei gas anestetici Filtrazione e riutilizzo dei gas anestetici attraverso dispositivi di assorbimento Fino al 50%
Pianificazione del materiale Pianificazione dell’uso dei materiali in base al tipo di intervento chirurgico Fino al 25%

 

RACCOMANDAZIONI EMERSE DALL APPROFONDIMENTO

Riduzione dei rifiuti sanitari nelle sale operatorie:
La gestione efficiente dei rifiuti è fondamentale per ridurre l’impatto ambientale delle sale operatorie. In primo luogo, gli infermieri e l’équipe chirurgica, prima di ogni intervento, dovrebbero discutere attentamente riguardo al materiale necessario, evitando di scartare strumenti e dispositivi che potrebbero non essere utilizzati. Ovviamente è ragionevole aspettarsi un maggior consumo di risorse in situazioni di emergenza/urgenza mentre in regime d’elezione sarebbe preferibile impostare un elevato livello di comunicazione all’interno del team per evitare gli sprechi. Una revisione periodica dei protocolli chirurgici potrebbe identificare aree in cui è possibile ridurre l’uso di materiali monouso, come suggerito da McGain et al. (2018).
Inoltre, secondo uno studio condotto da Kagoma et al. (2012), un ospedale medio può ridurre del 50% la quantità di rifiuti generati in sala operatoria semplicemente ottimizzando la gestione dei materiali. Si raccomanda quindi di implementare pratiche di smistamento avanzato dei rifiuti direttamente in sala operatoria, distinguendo tra rifiuti pericolosi e non pericolosi per facilitare il riciclaggio. Infatti, il 20-25% dei materiali utilizzati in sala operatoria è costituito da materiali riciclabili come plastica e carta (Lee et al., 2017). A tal proposito, la formazione continua dei professionisti sulle pratiche di smaltimento dei rifiuti può contribuire a migliorare la consapevolezza e a promuovere una gestione più sostenibile.

Ottimizzazione dell’uso dei farmaci:
I farmaci utilizzati durante le procedure chirurgiche, in particolare gli anestetici, rappresentano una delle principali fonti di rifiuti chimici. Infatti, uno studio condotto in 10 ospedali del Regno Unito ha rilevato che circa il 20% dei farmaci preparati in sala operatoria non viene utilizzato e viene eliminato (Campion et al., 2015). Una soluzione come l’adozione di siringhe pre-riempite, come proposto da Meyer et al. (2018), può ridurre significativamente lo spreco di farmaci e migliorare la sicurezza del paziente. In alternativa, preparare i farmaci sotto cappa sterile consente di estendere il tempo di utilizzo, riducendo il rischio di smaltimento precoce. Tuttavia, è importante garantire che queste pratiche siano conformi alle normative vigenti e che non compromettano la sicurezza delle cure. Inoltre, sarebbe utile monitorare l’effettivo consumo dei farmaci durante gli interventi per identificare i prodotti maggiormente sprecati e sviluppare protocolli per un uso più efficiente. L’integrazione di sistemi informatizzati che permettono la tracciabilità del consumo di farmaci potrebbe contribuire a minimizzare gli sprechi, garantendo che i farmaci vengano preparati e somministrati solo quando necessario.

Utilizzo responsabile dei dispositivi monouso:
Il massiccio uso di dispositivi monouso in plastica, sebbene fondamentale per prevenire le infezioni, ha un impatto significativo sull’ambiente. A dimostrazione di ciò, degli studi condotti in Germania e nei Paesi Bassi hanno dimostrato che il ricondizionamento dei dispositivi monouso può ridurre i costi di acquisto dei materiali fino al 50% e abbattere le emissioni di CO2 del 75% (Van Straten et al., 2021). Inoltre, la promozione del riutilizzo sicuro dei dispositivi, dove consentito, potrebbe ridurre la produzione di rifiuti senza compromettere la qualità delle cure. Ad ora in Italia, il ricondizionamento dei dispositivi monouso non è attualmente previsto dalla normativa vigente, ma in altre nazioni europee questo processo ha mostrato risultati positivi sia in termini di riduzione dei rifiuti che di costi (Regolamento UE 2017/745). Ad esempio, la sostituzione dei bisturi monouso con versioni riutilizzabili in acciaio inossidabile potrebbe ridurre le emissioni di carbonio del 70% durante l’intero ciclo di vita dello strumento (McGain et al., 2018).

Riduzione dell’uso di gas anestetici dannosi:
I gas anestetici rappresentano una sfida unica in termini di sostenibilità. Infatti i gas anestetici, come il desflurano e l’isoflurano, hanno un impatto considerevole sul cambiamento climatico, con un potenziale di riscaldamento globale (GWP) rispettivamente 2.540 e 510 volte superiore a quello della CO2 (Sherman et al., 2019). Fondamentale sarebbe l’adozione di alternative meno dannose, come il sevoflurano o l’uso di tecniche di anestesia locale, le quali potrebbero ridurre drasticamente l’impatto ambientale della pratica anestesiologica (Caviglia & Barone Adesi, 2022).
Inoltre, i sistemi di cattura e riciclo dei gas anestetici presenti nei più recenti macchinari respiratori, sebbene inizialmente costosi, sono in grado di recuperare fino al 95% dei gas emessi, riducendo drasticamente l’inquinamento atmosferico e l’inalazione involontaria da parte del personale di sala (McGain et al., 2018).

Implementazione di pratiche energetiche sostenibili:
Le sale operatorie sono tra le aree ospedaliere più energivore tanto da consumare da 3 a 6 volte più energia rispetto ad altre aree ospedaliere. In tal senso l’installazione di sistemi di illuminazione a LED, che consumano fino al 80% in meno di energia rispetto alle lampadine tradizionali, può portare a risparmi significativi. Anche l’uso di sensori di movimento per controllare l’illuminazione e i sistemi di riscaldamento può ridurre il consumo energetico fino al 30% (Kwakye et al., 2011).
Inoltre, l’installazione di sistemi di monitoraggio e controllo dell’energia permette di identificare e correggere eventuali inefficienze che altrimenti non potrebbero essere identificate con precisione. Di fondamentale rilevanza potrebbe essere la promozione dell’uso di attrezzature a basso consumo energetico e l’adozione di politiche di spegnimento automatico per i dispositivi non utilizzati. Tutto porterebbe a una significativa riduzione dei costi e dell’impatto ambientale.

Formazione e sensibilizzazione del personale sanitario:
Un elemento chiave per garantire la sostenibilità in sala operatoria è la formazione continua del personale su pratiche ecologiche e sull’impatto ambientale delle attività sanitarie. Promuovere una cultura di sostenibilità all’interno dell’équipe chirurgica attraverso workshop, corsi di formazione e materiali informativi dedicati può aiutare a sviluppare una maggiore consapevolezza e responsabilità tra gli operatori sanitari. Un’idea innovativa potrebbe essere l’istituzione di un “Green Team” all’interno dell’ospedale, composto da rappresentanti di diverse professioni, i quali potrebbero aiutare a monitorare e promuovere le iniziative sostenibili. Un esempio pratico di ciò è rappresentato dal progetto del San Matteo di Pavia dove 20 professionisti hanno fondato un team ecologico il cui obiettivo comune è la sostenibilità all’interno della struttura ospedaliera. (Lombardia S., 2023).

Coinvolgimento dei fornitori e implementazione di politiche di acquisto sostenibile:
Infine, la sostenibilità deve essere promossa anche a livello di approvvigionamento. A tal proposito si raccomanda di lavorare a stretto contatto con i fornitori per selezionare materiali e dispositivi che abbiano un minore impatto ambientale, privilegiando prodotti con certificazioni ecologiche o realizzati con materiali riciclabili. In tal modo si incentiverebbe l’adozione di politiche di “acquisto verde” che dovrebbero contribuire a orientare il mercato verso pratiche più sostenibili e incoraggiare la produzione di dispositivi sanitari meno inquinanti. Infine, occorrerebbe incentivare le aziende produttrici a fornire, sulle confezioni e gli imballaggi dei materiali o dei presidi, precise indicazioni sulle corrette modalità di smaltimento degli stessi.

CONCLUSIONI
Il cambiamento climatico è una sfida complessa che richiede un’azione collettiva e concertata in ogni settore della società, incluso quello sanitario. In caso di una mancata e immediata inversione di tendenza da parte delle politiche odierne, c’è il serio rischio di compromettere irrimediabilmente il futuro del pianeta.
In particolare, le sale operatorie, a causa del loro elevato consumo di risorse e della produzione di rifiuti, rappresentano il punto focale per qualsiasi tipo di intervento in ambito sanitario. Ridurre l’impatto ambientale della sanità, tuttavia, non significa allo stesso tempo compromettere la qualità delle cure. Al contrario, la sostenibilità può diventare un’opportunità per migliorare l’efficienza, ridurre gli sprechi e ottimizzare le risorse disponibili, generando al contempo un impatto positivo sull’ambiente e sulla salute globale.
Per raggiungere questi obiettivi, è essenziale che gli operatori sanitari siano consapevoli del loro ruolo in questo contesto e che ricevano una formazione adeguata sulle pratiche sostenibili da intraprendere durante l’assistenza al paziente.
Le raccomandazioni emerse dall’approfondimento suggeriscono che interventi mirati, come la riduzione dei rifiuti sanitari, l’uso responsabile dei farmaci e dei dispositivi monouso e la limitazione dei gas anestetici dannosi, possano contribuire in modo significativo alla riduzione delle emissioni di CO2 negli ospedali.
Inoltre, la collaborazione tra diverse figure professionali, dalle équipe chirurgiche agli amministratori ospedalieri, è fondamentale per sviluppare strategie integrate che portino a un sistema sanitario più sostenibile. Solo attraverso un impegno collettivo sarà possibile affrontare le sfide climatiche e ridurre il contributo del settore sanitario all’emergenza climatica.

Conflitto di interessi
Si dichiara l’assenza di conflitto di interessi.

Finanziamenti
L’autore dichiara di non aver ottenuto alcun finanziamento e che lo studio non ha alcuno sponsor economico.

STAMPA L'ARTICOLO

Bibliografia

Blau, S., Brown, A., & Merritt, B. (2018) ‘Green purchasing in health care: Addressing the need for environmentally preferable purchasing through supply chain collaboration’, Sustainable Development, 26(3), pp. 289-298.

Campion, N., Thiel, C. L., Woods, N. C., Swanzy, L., Landis, A. E., & Bilec, M. M. (2015) ‘Sustainable healthcare and environmental life-cycle impacts of disposable supplies: Minimizing single-use plastic waste in the operating room’, Journal of the American College of Surgeons, 220(3), pp. 391-392.

Caviglia, M., & Barone Adesi, F. (2022) ‘Gas anestetici e cambiamento climatico: il caso del desflurano’, Anaesthesia, 77(5), pp. 619-625.

Esaki, R. K., Mashour, G. A., & Sessler, D. I. (2020) ‘The carbon footprint of surgery: The case for change’, Anesthesia & Analgesia, 131(6), pp. 1765-1770.
Halpern, S. D., Ubel, P. A., & Caplan, A. L. (2002) ‘Solid-organ transplantation in HIV-infected patients’, New England Journal of Medicine, 347(4), pp. 284-287.

ISPRA (2021) Rapporto Rifiuti Speciali: Dati sulla produzione di rifiuti sanitari in Italia. [Internet], disponibile da: https://www.isprambiente.gov.it/ [Consultato il 15 Giugno 2024].

Jain, S., & Singhal, A. (2020) ‘Waste management in the operation theatre: A study on knowledge and practices among healthcare professionals’, Journal of Clinical and Diagnostic Research, 14(2), pp. 1-4.

Kagoma, Y. K., Stall, N., Rubinstein, E., & Naudie, D. (2012) ‘People, planet and profits: The case for greening operating rooms’, Canadian Medical Association Journal, 184(17), pp. 1905-1911.

Karliner, J., Slotterback, S., Boyd, R., Ashby, B., & Steele, K. (2017) Health care’s climate footprint: How the health sector contributes to the global climate crisis and opportunities for action. [Internet], disponibile da: https://noharm-global.org/articles/news [Consultato il 15 Settembre 2024].

Kwakye, G., Brat, G. A., & Makary, M. A. (2011) ‘Green surgical practices for health care’, Archives of Surgery, 146(2), pp. 131-136.

Lee, R. J., Mears, S. C., & Bingham, J. S. (2017) ‘The contribution of recycling to the sustainability of orthopaedic surgery’, Journal of Bone & Joint Surgery, 99(10), pp. e48.

Lombardia Speciale (2023) Sostenibilità e sanità: al San Matteo di Pavia arriva il “Green Team” per il riciclo dei rifiuti – Lombardia Speciale [Internet]. Disponibile da: https://www.lombardiaspeciale.regione.lombardia.it/wps/portal/LS/Home/News/Dettaglio-News/2023/02-febbraio/san-matteo-di-pavia-arriva-green-team-per-riciclo-rifiuti [Consultato il 7 Luglio 2024].

McGain, F., & Naylor, C. (2018) ‘Environmental sustainability in hospitals: Is it achievable?’, Journal of Health Services Research & Policy, 23(4), pp. 221-225.

Meyer, J., McGain, F., & Story, D. (2018) ‘The environmental impact of anaesthesia and the role of the anaesthetist’, Current Opinion in Anaesthesiology, 31(4), pp. 431-438.

Pichler, P. P., Jaccard, I. S., Weisz, U., & Weisz, H. (2019) ‘International comparison of health care carbon footprints’, Environmental Research Letters, 14(6), 064004.

Prasad, S., Roy, M., & Singh, A. (2020) ‘Green practices in hospitals: A study on healthcare professionals’ knowledge, attitude, and practice’, International Journal of Health Care Quality Assurance, 33(6), pp. 495-509.

Ryan, S. M., & Nielsen, C. J. (2019) ‘Global warming potential of inhaled anesthetics: Application to clinical use’, Anesthesia & Analgesia, 127(2), pp. 830-838.

Sherman, J. D., Le, C., Lamers, V., & Eckelman, M. J. (2019) ‘Life cycle greenhouse gas emissions of anesthetic drugs’, Anesthesia & Analgesia, 128(5), pp. 710-721.

Thiel, C. L., Eckelman, M., Guido, R., Huddleston, M., Landis, A., Sherman, J., & Bilec, M. (2017) ‘Environmental impacts of surgical procedures: Life cycle assessment of hysterectomy in the United States’, Environmental Science & Technology, 51(10), pp. 5360-5366.

Van Straten, B., Ligtvoet, A., & Dankelman, J. (2021) ‘A circular use of disposable medical devices in hospitals: The clinical and environmental effects of single-use and reprocessed products’, Journal of Health Services Research & Policy, 26(4), pp. 219-226.

World Health Organization (2019) Climate change and health. [Internet], disponibile da: https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/climate-change-and-health [Consultato il 2 Luglio 2024].